Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 97 del 13/2/2002
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(Chiusura di uffici postali in Calabria - n. 3-00680)

PRESIDENTE. L'onorevole Pappaterra ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00680 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).

DOMENICO PAPPATERRA. Grazie, signor Presidente. Signor ministro, come lei sa, questa interrogazione deriva da una serie di disservizi che si sono verificati - per la verità in gran parte d'Italia, ma le regioni del Mezzogiorno in particolare stanno pagando conseguenze notevoli - dopo il piano aziendale che ha previsto la soppressione di diversi uffici postali nella nostra nazione e il piano di razionalizzazione del personale che sta producendo tutt'oggi, in una fase delicata come quella del passaggio dalla lira all'euro, una serie di disservizi. Tutto ciò ha provocato nella regione Calabria, ed in particolare nella provincia di Cosenza - che lei peraltro conosce, avendola girato in lungo e in largo per la sua campagna elettorale - pressanti richieste e forti proteste da parte dei cittadini, delle istituzioni, dei sindaci, delle forze sociali e del mondo associazionistico,


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che si sono rivolti addirittura ai prefetti. Quando ci si rivolge ai prefetti vuol dire che vi sono problemi di ordine pubblico e, quindi, in questa circostanza, lei comprende, signor ministro, quanto questo problema sia grave, al punto che il movimento per i diritti civili ha interessato con una petizione addirittura il nostro Capo dello Stato, il Presidente Ciampi.
Quindi, le chiedo se non ritenga di poter attivare, ovviamente d'intesa con la società Poste italiane, una serie di verifiche con i dirigenti regionali, per concordare con i sindaci e con i prefetti le soluzioni più idonee a fronteggiare una situazione che oggi è di estremo allarme sociale.

PRESIDENTE. Per evitare problemi, onorevole Pappaterra, vorrei dirle che lei ha utilizzato gran parte del tempo che le spettava, compreso quello per la replica.
Il ministro delle comunicazioni, onorevole Gasparri, ha facoltà di replicare per tre minuti.

MAURIZIO GASPARRI, Ministro delle comunicazioni. La ringrazio, signor Presidente. Come è stato più volte rappresentato in quest'aula, in risposta alle numerose interrogazioni riguardanti il piano di razionalizzazione della rete degli uffici postali attuato dalla società Poste italiane, ritengo opportuno accennare solo al fatto che il processo di liberalizzazione del servizio postale, attuato in adesione alle indicazioni europee, recepite in Italia, ha imposto ai gestori privati e al fornitore del servizio universale l'adozione di misure idonee al conseguimento dell'equilibrio gestionale (che, peraltro, quest'anno dovrebbe essere raggiunto con un attivo di bilancio).
In merito al ridimensionamento della rete degli uffici postali, il vigente contratto di programma prevede all'articolo 5, comma 3, che la società Poste italiane Spa indichi una serie di uffici non in grado di garantire condizioni di operatività compatibili con il raggiungimento dell'equilibrio economico di gestione.
A tale scopo, la società ha comunicato di avere individuato e posto in essere numerose modifiche organizzative volte a recuperare efficienza e a contenere le spese: apertura degli uffici part-time, operatore polivalente o unico (con mansioni di sportelleria e recapito), sperimentazione di uffici mobili.
In tale ottica, la chiusura è, quindi, una misura estrema (preceduta, in genere, da un uso diverso del personale), effettuata a seguito di attente valutazioni eseguite, caso per caso, solo se l'ufficio sia ubicato in un comune dove esistono altri uffici, se esiste un altro sportello a distanza ragionevole ed in presenza di un esiguo numero di operazioni giornaliere. Tale tipo di intervento, infatti, ha finora riguardato solo 400 uffici a livello nazionale, pari al 10 per cento degli uffici che presentano un consistente deficit (sono circa quattromila); in sostanza, è poco più del 2 per cento del totale degli uffici interessati da provvedimenti di chiusura. Altri uffici - che pure registrano un passivo di bilancio - possono essere interessati da queste forme di part-time verticale (apertura a giorni alterni) o orizzontale (il personale, per una parte del tempo, tiene l'ufficio aperto e, per l'altra, recapita la posta).
Per quanto riguarda la Calabria, ed in particolare nella provincia di Cosenza - ripartita nelle filiali di Cosenza e di Castrovillari - la percentuale degli uffici diseconomici è del 40 per cento. Nonostante questo dato, nella filiale di Castrovillari le chiusure hanno interessato 6 uffici - su un totale di 118 uffici operanti -, mentre, per quanto riguarda la filiale di Cosenza (che ha circa 150 uffici), sono stati chiusi 10 uffici (di questi, quattro, già da tempo, non erano più operativi). Il Governo, in ogni caso, è aperto a sollecitare le Poste a verificare possibilità di intese anche con gli enti locali che spesso, lamentandosi per le chiusure, manifestano disponibilità per i locali e a condividere gli oneri di accoglienza degli uffici, il che alleggerisce i costi. Da questo punto di vista, abbiamo sollecitato, più volte, la società Poste Italiane Spa a confrontarsi soprattutto con le amministrazioni locali, sperando che vi siano disponibilità reali e non solo teoriche per condividere costi ed abbatterli.


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Dispongo di altre notizie su alcune questioni specifiche presenti nel testo scritto, che potrò dare all'interrogante, se lo desidera, perché il Presidente ci richiama al rispetto dei tempi. Vorrei aggiungere, invece, che il piano d'impresa per il triennio 2002-2004, in fase progettuale, entro il mese di marzo sarà definito.
Ci auguriamo di lenire al massimo le sofferenze e le problematiche della popolazione, non solo della Calabria, ma di tutta Italia.

PRESIDENTE. Sono le regole a richiamare al rispetto dei tempi, onorevole ministro, non il Presidente.
L'onorevole Pappaterra ha facoltà di replicare.

DOMENICO PAPPATERRA. Signor Presidente, prendo atto, con soddisfazione, della disponibilità del ministro a venire incontro ad una serie di questioni aperte. Parto dal presupposto che tali provvedimenti erano il frutto di una fase d'emergenza che la società Poste italiane si è trovata a fronteggiare. Col nuovo piano mi sembra che si possa aprire uno spiraglio maggiore per fornire risposte positive nella direzione che lei ha auspicato. Sono convinto - come lei - che vi sia una legittima esigenza di contenimento dei costi. Lo diciamo tutti. Dall'altra parte, vi è una legittima esigenza dei cittadini di avere servizi efficienti, di qualità, rispondenti alle loro esigenze, soprattutto nelle aree più deboli del nostro paese. Prendo atto dell'invito che lei ha formulato alla società Poste italiane Spa, perché credo che i sindaci siano fortemente disponibili a sostenere, a collaborare ed eventualmente a compartecipare per sostenere l'apertura di alcuni sportelli, almeno nelle realtà disagiate. Con la mia interrogazione, le chiedo di poter coordinare, attraverso i dirigenti regionali, sia per la filiale di Castrovillari sia per quella di Cosenza (dove si sono manifestate queste lacerazioni al tessuto sociale) incontri operativi. Sotto questo profilo, prendo atto, con soddisfazione, della sua impostazione, e credo che il Parlamento prenda atto, positivamente, che a marzo la società Poste italiane Spa avrà il suo nuovo piano industriale. Ci auguriamo che, dall'emergenza, passeremo ad una fase di gestione ordinaria che non consente ai cittadini italiani - e del Mezzogiorno, in particolare - di sopportare disagi così profondi.

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