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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Cento ed altri n. 1-00016 concernente l'osservatorio astronomico del Monte Graham (vedi l'allegato A - Mozione sezione 1).
Ricordo che nella seduta di lunedì 28 gennaio 2002 si è conclusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulla mozione presentata.
GUIDO POSSA, Viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei fornire alcuni elementi a supporto del parere del Governo sulla mozione Cento ed altri n. 1-00016 con la quale viene riproposta la questione, più volte affrontata nella scorsa legislatura, della partecipazione italiana, attraverso l'osservatorio astrofisica di Arcetri, alla costruzione del grande telescopio binoculare - che sarà il più grande telescopio del nostro emisfero nord -, nell'ambito di un progetto promosso dall'università dell'Arizona.
Vorrei fornire al riguardo gli elementi principali della questione, che è piuttosto complessa. Il progetto dell'osservatorio LBT (Large binocular telescope), sul Monte Graham, alto oltre 3000 metri, situato in Arizona, è stato realizzato da un consorzio i cui tre membri principali sono l'Università di Arizona, un consorzio tedesco che fa capo all'istituto di ricerca Max Planck e l'osservatorio astrofisico di Arcetri. Ciascuno di questi tre componenti ha partecipato per il 25 per cento al finanziamento; l'ultimo 25 per cento è partecipato, con quote paritarie, dall'Università dell'Ohio e dalla Research corporation che raggruppa altri finanziamenti universitari.
La società EIE di Mestre-Venezia è responsabile del progetto ingegneristico del telescopio ed è il contractor per la realizzazione e l'installazione dell'opera. Nello stesso luogo del Monte Graham a 3000 metri sono già operativi tre osservatori astronomici, tra cui un telescopio ottico da 1,5 metri di diametro della Specola Vaticana ed un grande radiotelescopio tedesco da 10 metri, sempre facente parte del Max Planck Institut. Il grande edificio su cui poggerà questo telescopio LBT sul Monte Graham è ormai già completato. Anche il telescopio, costruito interamente in Italia presso l'Ansaldo-Camozzi di Milano è ormai completato e ha superato recentemente la fase dei test di fabbrica. Colleghi, io l'ho visto ed è una cosa eccezionale: si tratta di una struttura che pesa 200 tonnellate e che si muove con la precisione di millesimi di millimetro. È un exploit della nostra industria, di cui dobbiamo essere assolutamente orgogliosi.
L'erogazione del finanziamento italiano, pari a 60 milioni di dollari, è già in buona parte avvenuta. Perciò, non ha più senso che ci sia nella mozione un condizionamento alla erogazione del finanziamento, per una diversa scelta del sito su cui installare il telescopio, perché questo è già avvenuto.
Per quanto riguarda le opposizioni ambientali che si sono mosse per impedire la costruzione di questo osservatorio, ricordo che la prima contestazione si ebbe alla fine degli anni ottanta ad opera di un gruppo ecologista, che cercò di fermare il progetto per via giudiziaria adducendo un presunto rischio di estinzione che avrebbe corso una specie particolare, che vive solo sul Monte Graham, quella dello scoiattolo rosso. Tuttavia, il gruppo ecologista venne ripetutamente sconfitto in tribunale (l'ultima sentenza è del marzo 1988), anche perché venne dimostrato che la popolazione di scoiattoli non aveva subito alcun danno dalla costruzione dell'osservatorio, che - ripeto - occupa una porzione di superficie complessivamente molto inferiore all'1 per mille del totale della superficie del Monte Graham.
A proposito delle tribù indiane residenti nella zona, il corpo forestale dell'Arizona, durante il procedimento di valutazione dell'impatto ambientale del progetto, notificò il piano di sviluppo della zona del Monte Graham a tutte le tribù indiane dello Stato, tra cui quella degli Apache San Carlos. Quest'ultima chiese soltanto l'invio delle decisioni finali (nel 1988), senza avanzare alcuna specifica obiezione. La stessa tribù Apache, almeno fino al 1990, non dimostrò mai un particolare interesse, né tanto meno una decisa opposizione al progetto dell'osservatorio. In un secondo tempo, i leader dello stesso gruppo ambientalista che aveva promosso la citata azione giudiziaria presero contatto con alcuni membri della tribù Apache San Carlos, dando vita all'Apache survival coalition.
A partire dal 1992 questa organizzazione è diventata, in parallelo con le declinanti fortune dell'azione promossa a difesa dello scoiattolo rosso, il principale, anzi l'unico, portavoce di una opposizione al progetto. Nonostante l'Apache survival coalition si presenti come una guida spirituale degli Apaches, la sua azione ha coinvolto meno dell'1 per cento della tribù di San Carlos che conta, attualmente, circa 11 mila membri. Lo stesso gruppo di oppositori è stato ufficialmente sconfessato dal consiglio della tribù - organo elettivo di autogoverno - che ha deciso, dopo aver assunto in passato contrastanti posizioni, una linea di neutralità riguardo all'osservatorio. Le altre tribù della regione -
ricordo che il Monte Graham si trova al di fuori delle riserve della tribù di San Carlos e delle altre tribù indiane della zona - non hanno mai palesato specifiche opposizioni al progetto. Mentre l'opposizione attuale all'osservatorio appare ormai ristretta ad un gruppo di qualche decina di persone, va notato che un gruppo di Apache collabora al progetto, partecipando sia ai lavori di costruzione sia all'attività di ricerca. Anche la via giudiziaria sembra attualmente preclusa all'Apache survival coalition dopo che, nel luglio del 1997, un tribunale statunitense ha respinto l'ultima richiesta di arresto dei lavori motivata dal carattere sacro che il Monte Graham avrebbe per gli indiani.
Attualmente non risultano ulteriori procedimenti giudiziari pendenti; allo stato dei fatti nessun organismo pubblico, a nessun livello, risulta condividere l'opposizione alla costruzione dell'osservatorio.
Colleghi, di fronte a tali elementi, il Governo non può che dichiararsi contrario alla mozione in discussione, almeno nella sua attuale formulazione, e propone di rimandare la discussione ad una nuova seduta, onde poter avere il tempo per concertare un nuovo testo della mozione in questione.
PIER PAOLO CENTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, non entrerò di nuovo nel merito della mozione perché l'abbiamo fatto nell'ambito della discussione sulle linee generali, né contesterò punto per punto le questioni poste dal sottosegretario nel suo intervento. Questa vicenda, che all'inizio poteva sembrare di folklore, in realtà pone una questione molto seria e rilevante riguardante la realizzazione di questo centro di ricerca astronomica. A ciò non siamo contrari: lo abbiamo detto anche durante la discussione sulle linee generali, abbiamo solo posto una questione attraverso questa mozione che, tra l'altro, era in sospeso già dalla scorsa legislatura e mai era stata posta in discussione. Sappiamo che gli interessi scientifici e - diciamocelo anche - gli interessi economici che stanno dietro la realizzazione di questo centro astronomico sono tali per cui vi è la volontà di non rendere trasparente e pubblica la discussione, nel nostro paese come negli altri paesi interessati, con riguardo all'impatto ambientale che questa opera ha sul Monte Graham e con riguardo alla violazione di un luogo considerato sacro dagli indiani Apaches. Proprio in riferimento a tale sacralità ci siamo posti il problema di come la cultura di un paese occidentale debba rapportarsi affinché luoghi sacri per altri popoli, per altre culture come quella indiana siano rispettati, così come noi pretendiamo - giustamente - il rispetto dei nostri luoghi sacri.
Non è vero che l'opposizione a questo progetto riguardi ormai alcune decine di ecologisti o di indiani; vi sono le principali associazioni che nel mondo si occupano di tutela ambientale, così come nel nostro paese vi è un ampio movimento di opinione pubblica che chiede trasparenza. Ciò è dimostrato anche dalla mozione in questione firmata da parlamentari appartenenti a diversi gruppi, non ultimo il capogruppo di Alleanza nazionale, onorevole La Russa che, qualche settimana fa - e noi lo apprezziamo - ha sottoscritto questo atto perché, evidentemente, al di là delle collocazioni politiche, dei fondamentalismi ecologisti, vi è una condivisione della questione che è stata posta dalla mozione e che oggi il Governo viene a definire con una propria posizione in Assemblea.
Siamo disponibili al riguardo; se vi è da parte del Governo una volontà seria, partendo da due punti di vista diversi - è evidente che il Governo in tale sede ci dica, come hanno fatto i governi precedenti, che questa materia trova il suo consenso e che parte delle realizzazioni sono già in atto - mi domando e domando al Governo quali iniziative, stante la situazione di fatto, possiamo mettere in campo per la valutazione di impatto ambientale
di questa realizzazione e affinché si definisca con la comunità indiana Apache il minor danno possibile rispetto alla sacralità di quel luogo ed all'impatto che questa opera ha nel luogo stesso.
Avremmo preferito evitare - quando abbiamo presentato la mozione quello era il nostro intento - che l'Italia partecipasse a questo progetto e che fosse finanziato il telescopio italiano, ma ciò è accaduto, come ci è stato detto, e lo verificheremo.
Credo vada accolto l'invito del Governo a rinviare il voto sulla mozione in discussione. Quando verrà riproposta nelle prossime settimane all'Assemblea parlamentare per la sua votazione - a quel punto dovremo arrivare, perché è bene che ognuno si assuma la propria responsabilità - spero si compia un percorso trasparente, in grado di offrire una risposta, almeno parzialmente positiva, alle questioni che questa mozione pone in termini di tutela della biodiversità del Monte Graham, di tutela ambientale e di rispetto delle tradizioni Apache.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ringraziare il Governo per la disponibilità dimostrata, chiedendo un rinvio della discussione per predisporre un testo che possa essere condiviso anche da tutta la maggioranza; credo che l'onorevole Cento, offrendo la sua disponibilità a ciò, abbia preso una saggia decisione.
Per quanto ci riguarda, ho sottoscritto questa mozione, non soltanto o non tanto per l'aspetto dell'impatto che avrebbe nell'equilibrio ecologico del monte sacro la costruzione del grande telescopio, ma, in particolare, per l'evidente ingerenza della cultura occidentale in ciò che rimane della cultura degli indiani d'America. Certo, si tratta di piccoli gruppi, ma credo che l'interesse della nostra civiltà non possa calpestare, senza la dovuta attenzione, i sentimenti religiosi di un popolo che ha già pagato moltissimo alla storia dell'evoluzione mondiale. Per tale motivo, ringrazio per l'attenzione dimostrata; sono certo che in questa legislatura si riuscirà a fare quello che non siamo riusciti a fare nel corso dell'intera legislatura, cioè votare su un documento che, in qualche modo, aiuti a risolvere la questione (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. È stata avanzata la proposta di rinviare il seguito del dibattito, che mi sembra trovi il consenso generalizzato.
Pertanto, non essendovi obiezioni rinvio ad altra seduta il seguito del dibattito della mozione concernente l'osservatorio astronomico del Monte Graham.
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