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PRESIDENTE. L'onorevole Tocci ha facoltà di WALTER TOCCI. Signor Presidente, rinuncio ad illustrarla.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, onorevole Sgarbi, ha facoltà di VITTORIO SGARBI, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Il Governo risponde all'interpellanza in esame in merito ad un crollo, malaugurato quanto imprevedibile, di una parte del tetto della basilica di san Pancrazio, avvenuto non in un momento di abbandono e trascuratezza dell'edificio, ma contestualmente ad interventi di restauro predisposti in tempi recenti e a seguito di una lunga programmazione di restauro che avrà la sua ipotizzata conclusione nel 2004.
vi siano eventualmente incendi e, al contempo, la parrocchia ha in animo di provvedere all'illuminazione della basilica attraverso un proprio finanziamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Tocci ha facoltà di WALTER TOCCI. Signor Presidente, dire che sono insoddisfatto è poco. Sono sconcertato dalle risposte del sottosegretario di Stato Sgarbi. La basilica di san Pancrazio è interessata da lavori di restauro da quasi dieci anni. Da circa cinque mesi i fedeli non possono entrare in chiesa; tanti cittadini di Monteverde e di Roma che amano l'arte non possono ammirare gli affreschi, le navate, i transetti; i turisti hanno cancellato dalla visita a Roma questa importante basilica.
1.700 anni dal martirio di san Pancrazio; quindi, la basilica sarà sotto l'osservazione dell'opinione pubblica internazionale. Dunque, non basta dire 2004. Bisogna dire che entro la fine del 2003, tra meno di due anni, la basilica deve essere disponibile. Ripeto: non si può aspettare il 2004 per rimettere a disposizione del culto, dei turisti, degli amanti dell'arte un bene così prezioso.
VITTORIO SGARBI, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Esattamente, sì!
WALTER TOCCI. Per caso lei ha attivato un contenzioso con i tarli? Allora, le chiedo: come mai i lavori di ripristino comunque - a quanto ci risulta, mi smentirete se non è così - li sta facendo la ditta? Cosa è, una beneficenza della ditta, che si è accollata la responsabilità, pur non avendone contestazione da parte del ministero? Onorevole Sgarbi, visto che si intende di queste cose, le sembra razionale che si dia avvio al restauro del tetto, senza restaurare le capriate dove quegli sciagurati dei tarli stavano compiendo danni al demanio pubblico così gravi e irreparabili? Avremmo desiderato dei chiarimenti al riguardo.
ci fa molto piacere, ma significa che siamo molto in ritardo rispetto ad un progetto organico di salvaguardia di questo importantissimo bene.
Io stesso ho svolto un sopralluogo nella volontà di verificare eventuali inadempienze e nella certezza che ci sarebbe stato da parte dell'impresa un impegno non sufficientemente attento per impedire quanto avvenuto.
Tuttavia, ho dovuto verificare il contrario, vale a dire che raramente i lavori di restauro vengono condotti con tanta attenzione e sensibilità da parte della dirigenza del Ministero, degli stessi architetti della sovrintendenza - come l'architetto Sacchi, sovrintendente aggiunto, che è persona di grande scrupolosità - e da parte della stessa impresa, che non ha partecipato a questa attività con distrazione, con mezzi insufficienti o con materiali impropri.
Quindi, mentre si procedeva al recupero del soffitto, per mezzo di travi ed elementi di recupero portati dall'impresa, una parte del tetto della navata di sinistra ha ceduto, senza che si potesse immaginare, neppure in una perizia preliminare, che le travi, che apparivano solide, fossero «torturate» all'interno da un'azione di tarli che ha condotto a questo crollo.
Sono intervenute varie associazioni per chiedere che l'amministrazione dello Stato, il ministero, intervenisse e ciò - come previsto dall'interpellanza - è stato rapidamente stabilito con un'accelerazione dei lavori e con uno stanziamento di 3,5 miliardi di lire tra questo anno finanziario e il 2004.
Dunque, per quanto concerne le ragioni, la disponibilità e l'attenzione da parte della sovrintendenza, non vi è alcuna ragione di lamento, di querela. Viceversa, preso atto di quanto avvenuto, possiamo comunicare i provvedimenti che abbiamo inteso adottare.
Le cause del crollo sono state investigate affidando una ricognizione tecnica al professor Antonino Gallo Curcio dell'università «La Sapienza» di Roma. Dalla perizia svolta da questo professore esterno all'amministrazione risultano, in sintesi, falle nel legno antico - che era stato conservato senza mai essere sostituito - non rilevabili all'esterno. Sono in corso verifiche alle altre strutture analoghe - tutte quelle dell'epoca di costruzione dell'edificio - dalla copertura fino a quelle sottofondali.
È, inoltre, prevista la messa a norma dell'impianto elettrico, al fine di evitare che una volta superato il rischio di crolli
I finanziamenti già programmati di cui ho testé parlato saranno sufficienti al ripristino dell'agibilità dell'edificio ma, poiché gli accertamenti in corso sulla struttura della basilica non escludono interventi anche nelle catacombe su cui poggiano strutture in elevato della stessa che non sono manutenute ab memendi, non si possono fornire dati assoluti. Quindi, la ricognizione e la verifica di eventuali possibili rischi futuri è in corso.
I progettisti della sovrintendenza sono assistiti dalla consulenza dell'Istituto pontificio per le catacombe, dal dipartimento di scienze delle costruzioni dell'università «La Sapienza» e dalla cattedra di restauro della III Università di Roma. Dunque, si è ricorso anche alla consulenza esterna di altri istituti.
Ai sopralluoghi che io stesso ho condotto sono stati convocati, in maniera trasparente, ed hanno partecipato, i responsabili tecnici del municipio e della soprintendenza, le associazioni dei fedeli e dei cittadini che avevano sostenuto la necessità di un intervento rapido ed urgente.
Appena completata la parte del restauro stabilita in quest'anno finanziario sarà possibile l'uso del presbiterio nel quale, fra l'altro, osservo che negli anni settanta è stato autorizzato l'inserimento di una serie di sedili in pietra moderna, che verranno eliminati a seguito di una decisione della soprintendenza, non essendo stato possibile farlo su richiesta del priore della chiesa; la soprintendenza ha ravvisato che l'intervento da lei stessa operato negli anni settanta è invasivo e inaccettabile.
Per quanto riguarda l'accelerazione dei lavori di cui molti chiedono notizie, se i finanziamenti frazionati negli anni consentiranno procedure per interventi su base progettuale rapide anche sul piano dell'assegnazione dei lavori, come io ho determinato, e dell'assolvimento delle procedure amministrative previste per legge, la scadenza del 2004 dovrà essere rispettata.
Si segnala, infine, che per il corrente anno finanziario - come dicevo - la basilica di san Pancrazio è stata inserita nella programmazione ordinaria 2002-2004 per un importo di lire 900 milioni, pari a 464.811 euro. Quindi, l'intervento è in corso ed il finanziamento è stato erogato come richiesto dalle associazioni, dal parroco, dal vescovo e da quanti hanno animato le giuste rimostranze, peraltro non corrispondenti a inadempienza da parte della soprintendenza che aveva il suo cantiere aperto e che, preso atto di quanto avvenuto, accelererà i lavori di restauro.
Che altro deve succedere perché il Governo affronti con decisione un problema di tal fatta? Che altro deve succedere perché un sottosegretario di Stato, che conosce il problema e che ha le competenze professionali per affrontarlo, venga qui a dire una parola chiara? Quando sarà a disposizione dei fedeli la chiesa di san Pancrazio? Non ho ascoltato una data. Ma è questa la domanda che si pongono i fedeli di quella chiesa, i cittadini di quel quartiere, l'opinione pubblica più attenta e più consapevole.
Di sfuggita l'onorevole Sgarbi ha parlato di 2004. Che cosa significa 2004? 1o gennaio 2004 o 31 dicembre 2004? La situazione cambia molto. Come lei sa, si tratta di un anno molto importante: ricorrono
Ho aspettato diversi mesi per ottenere questa risposta e francamente non sapevo come interpretare questa attesa. In cuor mio, con una certa dose di ottimismo, mi veniva da pensare che forse questa attesa dipendeva dalla volontà del sottosegretario Sgarbi, del ministro, del Governo, di affrontare per bene la questione e di venire qui a darci risposte chiare. Invece, cinque mesi non sono stati sufficienti per fare un programma organico dei lavori, per dare dei tempi e delle scadenze, per dire quando la chiesa sarà di nuovo agibile, almeno parzialmente, per dire una parola chiara, rispetto all'obiettivo del 2004 - la ricorrenza del martirio di san Pancrazio -, su quando bene culturale e religioso potrà essere di nuovo a disposizione.
Non solo, ma non si capisce neppure la causa del crollo. Se ho capito bene, la ricerca di responsabilità ha portato a individuare la colpa nei tarli. Dovremo forse aprire un contenzioso amministrativo e finanziario con i tarli? E lei, onorevole Sgarbi, che con la spada in mano ha girato tutto il paese in cerca di responsabilità su questo e su quello, possibile che in questo caso si accontenti della spiegazione che è colpa dei tarli?
Non solo. Lei lo ha detto di sfuggita, ma è una enormità che in una basilica si determini un crollo proprio mentre è in atto un'azione di restauro. Non è accaduto in una notte buia e tempestosa di un giorno qualsiasi; è accaduto mentre erano in corso lavori di restauro. Questo ci preoccupa per il futuro. Chi ci dice che non si possa di nuovo determinare una situazione di pericolo o un crollo? Si potrebbe evitare se, a cinque mesi dal crollo precedente, a dieci anni dall'inizio dei lavori, si disponesse almeno di un piano organico di restauro, di ristrutturazione, di prevenzione e di messa in sicurezza. Questo progetto organico non solo non esiste a tutt'oggi, ma si insiste in una frammentazione di competenze.
Lei ha dolcemente attribuito alla disponibilità della chiesa di san Pancrazio di farsi carico del restauro dell'impianto elettrico: non è così. La chiesa è stata obbligata a farsi carico dell'impianto elettrico e questo, oltre ad essere uno sgarbo verso il vicariato, è anche il segno di un approccio ancora episodico, settoriale, parziale ai problemi di stabilità dell'edificio.
Ci sono tanti altri problemi relativi ai beni culturali che sono difficili da risolvere, perché in molti casi mancano i finanziamenti: in questo caso, invece, i finanziamenti ci sono. I fondi stanziati sono circa 4 miliardi di lire: con questa cifra si fa una operazione di restauro completa, organica, soddisfacente e duratura della basilica di san Pancrazio. Ci vuole però un programma, soprattutto un progetto organico che metta in evidenza tutti i problemi strutturali.
La commissione addetta a questo compito, soltanto qualche settimana fa ha fatto il primo sopralluogo e si è limitata ad esaminare soltanto le catacombe, dando al riguardo una valutazione positiva e questo
Ci sono tanti difficili problemi da affrontare perché, in tanti altri casi, mancano i finanziamenti. In questo caso i finanziamenti ci sono, basterebbe un po' di volontà, un minimo di impegno, un po' di tempo. Onorevole sottosegretario, ci metta un po' del suo tempo per affrontare un problema grave per la città di Roma, per la comunità cattolica, per tutti i cittadini che amano l'arte, per i turisti ai quali è precluso un bene così importante.