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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'interrogante Mancini mi sia consentito salutare con affetto l'onorevole Maceratini che vedo presente in aula.
ANTONIO MARTUSCIELLO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio. Signor Presidente, nella notte tra sabato 7 e domenica 8 luglio 2001 si verificò in località Sant'Opoli di San Marco Argentano un movimento franoso di notevoli dimensioni che interessò la condotta principale dell'acquedotto Abatemarco causando la totale interruzione del servizio a seguito del trascinamento della condotta principale. Il dissesto fu segnalato solo nelle prime ore del mattino e, pertanto, per tutta la notte il flusso idrico continuò a riversarsi nel corpo di frana. La rottura dell'acquedotto causò l'interruzione dell'acqua potabile in molti comuni e, in particolare, nella città di Cosenza. L'intervento di riparazione della condotta ha comportato, nella posizione stessa all'interno del corpo di frana, problemi tecnici non indifferenti, per cui la riparazione è potuta avvenire con gradualità. Iniziata nelle prime ore della giornata dell'8 luglio ha avuto termine nelle prime ore del 10 luglio con il conseguente ripristino dell'erogazione dell'acqua nei comuni interessati.
atto le procedure per costruire un bypass con l'obiettivo di eliminare ogni altro inconveniente futuro. Non appena saranno concluse le verifiche geologiche sulla porzione di terreno individuato come percorso alternativo si procederà con un provvedimento di somma urgenza alla costruzione del nuovo tracciato che si svilupperà per una lunghezza di circa 500 metri.
attesa di acquisire ulteriori elementi che consentiranno di attivare la sinergia tra le azioni poste in essere dal commissario e l'attuazione della legge Galli.
PRESIDENTE. L'onorevole Mancini ha facoltà di GIACOMO MANCINI. Signor Presidente, prendo atto della risposta del signor rappresentante del Governo a questa mia interrogazione presentata nel luglio scorso, oramai sei mesi fa. Essa pone un quesito che resta comunque molto attuale, dal momento che il danno verificatosi il 7 luglio scorso ben potrebbe accadere nuovamente, stante la condizione critica in cui versa l'acquedotto Abatemarco, uno dei più importanti della Calabria, e probabilmente dell'intero mezzogiorno, che eroga acqua a quasi sessanta comuni della provincia di Cosenza, alla città capoluogo e, nel suo complesso, ad una popolazione che supera i duecentomila abitanti.
PRESIDENTE. Onorevole Mancini...
GIACOMO MANCINI. Signor presidente, mi avvio alla conclusione. Ben poco ha fatto quest'ultimo. È vero: gli Ato sono stati costituiti, ma ancora non hanno la possibilità effettiva di operare.
Il sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio ha facoltà di
Per quanto riguarda invece la condotta adduttrice dell'Abatemarco, parimenti interessata al movimento franoso, sono in
Durante il periodo di emergenza idrica il settore della protezione civile, unitamente ai vigili del fuoco di Cosenza, ha provveduto ad attivare servizi sostitutivi tramite autobotti per l'approvvigionamento idrico nei comuni interessati. Nell'intesa istituzionale di programma, sottoscritta tra il Governo nazionale e la regione Calabria, è previsto un intervento di circa 11 milioni di euro per il completamento del raddoppio dell'acquedotto Abatemarco e per l'ottimizzazione dell'approvvigionamento idrico dei comuni serviti dal ramo alto dello stesso. Riguardo poi all'attuazione della cosiddetta legge Galli, la n. 36 del 1994, con legge regionale n. 10 del 1997, sono stati delimitati gli ambiti territoriali ottimali per un numero di cinque ricadenti nei confini amministrativi delle province calabresi per l'organizzazione del servizio idrico integrato.
La regione Calabria, assessorato ai lavori pubblici, settore 19 per le opere idropotabili regionali, ha provveduto, attraverso opportune iniziative, a rendere operativo il servizio in rispondenza alle direttive statali in materia. La stessa regione, come risulta dalla relazione sullo stato di attuazione della legge richiamata, ha avviato la definizione degli organi di gestione al fine di consentire un miglior servizio idrico integrato. In particolare, in esecuzione dell'articolo 40 della legge regionale n. 10 del 1997 richiamata sono state avviate le procedure inerenti la costituzione di una società mista a prevalente capitale pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 22 della legge n. 142 del 1990 e successive modificazioni ed integrazioni, per garantire a tutto il territorio regionale un equilibrio del bilancio idrico e la priorità degli usi, in attuazione di quanto previsto dagli articoli 2, 3 commi 1 e 2 e 10, comma 7, della legge n. 36 del 1994, nonché dagli articoli 3 e 10 della legge n. 183 del 1989 e successive modificazioni ed integrazioni.
Alla società mista sarà affidata la gestione di tutte le opere idriche di captazione, accumulo, potabilizzazione ed adduzione, trasferite alla regione ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 183 della 1976 e delle ulteriori opere idriche di integrazione e completamento, coerenti con la programmazione dell'ex Casmez, nonché la realizzazione e la gestione delle ulteriori opere idriche di integrazione e le necessarie riconversioni, ivi compresi l'esecuzione e il completamento di invasi adduttori e di ogni altra opera diversa da quelle espressamente indicate nell'articolo 27 della legge n. 36 del 1994.
Per garantire in modo corretto, completo ed efficiente l'attuazione delle prescrizioni e degli adempimenti di cui all'articolo 40 della legge regionale citata, sono state avviate ed ultimate, sulla base di specifici progetti elaborati dalla struttura competente per materia e trasmessi al Ministero delle infrastrutture e al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, in attuazione dell'articolo 18 della legge n. 36 del 1994 (la legge Galli), tutte le attività tecnico-amministrative inerenti il censimento del patrimonio acquedottistico del demanio idrico regionale, la cui gestione ed ultimazione verrà trasferita alla costituenda società mista regionale, rappresentando parallelamente il relativo valore patrimoniale di conferimento.
Riguardo lo stato di attuazione degli adempimenti dei cinque ambiti territoriali, si osserva che la ricognizione dei beni e delle infrastrutture inerenti il servizio idrico integrato dei cinque ambiti territoriali ottimali è stata svolta e conclusa. Gli ambiti territoriali ottimali di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria hanno già delineato le linee guida dei relativi piani di ambito. Sono in corso di formazione tutti e cinque gli ambiti territoriali ottimali; in esso sono stati già definite le segreterie tecnico operative e sono già stati nominati i cinque segretari.
Per quanto concerne le azioni svolte dal commissario regionale per l'emergenza, viene evidenziato come non vi sia alcun contrasto tra la costituzione degli ambiti territoriali ottimali ed il successivo intervento che questi dovranno attivare per la realizzazione del servizio idrico integrato e per l'effettuazione immediata di interventi da parte del commissario nel campo della fognatura, del collettamento e della depurazione.
Con ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento della protezione civile, la n. 3062 del 2000, è stato disposto che il commissario delegato provveda, oltre che all'accelerazione dei lavori finanziati e non ultimati, anche all'esecuzione di nuovi interventi, previa intesa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio. Il commissario provvede, inoltre, all'aggiornamento del piano di interventi di emergenza nel settore della depurazione.
Questa disposizione risulta successivamente integrata dal disposto dell'articolo 141 della legge n. 388 del 2000, le cui incombenze sono state affidate al commissario delegato, con ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, la n. 3132.
Il commissario ha operato, pertanto, su tutti e tre i fronti di lavoro affidatigli ed, in particolare, riguardo all'accelerazione delle opere in corso. Infatti, risultavano aperti e finanziati numerosi lavori il cui stato di esecuzione era molto arretrato o addirittura ancora non iniziati.
Il commissario ha provveduto ad adottare tutti i provvedimenti del caso per garantire il riavvio dei lavori che sono stati quasi tutti ultimati.
Il commissario ha operato ancora sul fronte della pianificazione. È in corso di ultimazione per tutte e cinque le province il piano degli interventi di cui all'articolo 141 della legge n. 388 del 2000. Esso è eseguito con la collaborazione della Sogesid e dovrà essere trasmesso, secondo le procedure, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.
Il commissario ha operato, inoltre, sul fronte dei nuovi interventi. Sono stati attuati, previa intesa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, numerosi interventi in tutte e cinque le province, che sono tutti in fase di avanzata realizzazione e posti in essere, per il 60 per cento, prima della scorsa stagione estiva. Saranno ultimati certamente prima della prossima stagione estiva.
L'intervento del commissario ha portato, poi, alla concreta attuazione di un programma estremamente importante che consente l'attivazione di 69 nuovi depuratori di circa 400 chilometri di fognature per complessivi un milione e 800 mila abitanti equivalenti e serviti.
Le fonti di finanziamento di questi interventi sono state costituite sia dai fondi regionali, sia dai fondi previsti dalla legge n. 135 del 1997, sia da fondi presenti nell'accordo di programma quadro, sottoscritto in data 27 ottobre del 1999, nell'ambito dell'intesa istituzionale di programma Stato-regione Calabria del 19 ottobre del 1999.
Per quanto riguarda il citato accordo, si evidenzia che l'ufficio ha già impegnato quasi il totale delle somme stanziate, a valere sull'agenda 2000-2006.
Per quanto attiene le disponibilità derivanti da tariffa, è in corso di definizione la stima dei proventi le cui somme possono realisticamente essere incassate dai comuni, a valere sulle tariffe comunali.
Sono già in corso di istruttoria alcune proposte di project financing presentate da soggetti promotori e, una volta ultimato il calcolo delle entrate, verranno appaltate le opere la cui realizzazione è prevista nel project financing stesso.
Per quanto concerne la realizzazione di interventi urgenti, si è garantita la congruità tra una programmazione generale e gli interventi urgenti, in modo da rendere effettiva la rispondenza fra piani d'ambito dei singoli Ato, dei quali i piani dell'articolo 141 rappresentano uno stralcio, e gli interventi in corso di realizzazione.
Il servizio per la tutela delle acque interne del Ministero dell'ambiente ha individuato le principali opere in materia di fognatura, collattamento e depurazione avviate dal medesimo commissario ed è in
Ricordavo che si tratta di una situazione critica che ben potrebbe ripresentarsi a causa delle pessime condizioni in cui versa l'acquedotto Abatemarco. Si tratta di una crisi strutturale dovuta al fatto che l'acquedotto è situato in una zona soggetta a frane; inoltre, le tubazioni in acciaio sono sprovviste di protezione, soggette pertanto a corrosione. Allo stesso modo, l'acquedotto Abatemarco versa in condizioni pessime per quanto riguarda le manutenzioni costituite spesso da soluzioni tecniche temporanee e improvvisate che, nel corso degli anni, sono diventate tuttavia soluzioni definitive e poco soddisfacenti per l'erogazione di acqua alle popolazioni.
Tale situazione, assai grave per i cittadini di Cosenza e dell'intera provincia, rimane immutata anche dopo la campagna elettorale dello scorso 13 maggio, condotta dal Presidente del Consiglio dei ministri e dalla sua compagine che lo sostiene nell'opera di governo, evidenziando il deficit infrastrutturale che affligge il Mezzogiorno d'Italia e promettendo che quest'ultimo sarebbe stato in qualche modo colmato. Eppure sono passati circa otto mesi dal momento in cui il Governo è entrato in carica e poco è stato fatto.
Prendo atto dell'enunciazione di dati e cifre proposte dal rappresentante del Governo. Mi auguro, anche se qualche dubbio continuo a nutrirlo, che la situazione degli acquedotti e, più in generale, dell'erogazione dell'acqua nella mia regione possa migliorare. Per adesso poco o niente è stato fatto!
Eppure la Calabria è una regione circondata dal mare per circa 800 chilometri di costa.
Una regione nella quale non mancano i corsi d'acqua e nella quale tuttavia periodicamente l'acqua manca nelle case dei cittadini.
Signor Presidente, ho avuto occasione nei giorni scorsi di rileggere l'intervento di un deputato Pugliese, Imbriani, che, agli inizi del secolo scorso, ricordava di essere un deputato proveniente dalla Puglia, una regione assetata di acqua e di giustizia. A distanza di cento anni, non posso che parafrasare, nella mia modestia, l'espressione dell'illustre collega riportandola alla situazione della Calabria.
Una regione nella quale la giunta, espressione della stessa parte politica del rappresentante del Governo, poco ha fatto per risolvere questa angosciosa situazione. Lei ha sottolineato l'opera meritoria del commissario...
Il mio augurio è che, nel corso di questi anni, si faccia qualcosa di più, per dare alla Calabria - ma, consentitemi, anche, per quanto riguarda l'acquedotto Abatemarco, alla città di Cosenza, che è una città importante del Mezzogiorno d'Italia, che in questi anni ha avuto un grande sviluppo - di essere servita da un acquedotto funzionante, che eroghi acqua e che non costringa i suoi cittadini a vivere in condizioni assai difficili, come quelle verificatesi nel luglio scorso.