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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Molinari ha facoltà di GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, onorevole Armosino, ha facoltà di MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, colleghi, con l'interpellanza n. 2-00095, le interrogazioni a risposta orale n. 3-00072 e n. 3-00428 e l'interrogazione a risposta scritta n. 4-00359, l'onorevole Pisicchio, l'onorevole Molinari ed altri chiedono di conoscere, in relazione all'ipotesi di cessione del pacchetto di controllo della Banca Mediterranea detenuto dalla Banca di Roma, quali iniziative si intendano assumere, in considerazione anche della rilevanza economica e sociale che la Banca Mediterranea riveste in Basilicata e nel Mezzogiorno ed al fine di evitare che nella politica del credito si acuisca il divario tra le aree economicamente forti del paese ed il sud.
dell'operazione sulla situazione tecnica ed organizzativa della banca che intende acquisire la partecipazione.
tra le sofferenze e gli impieghi, che è passato, nello stesso periodo, dal 22 al 13,4 per cento.
PRESIDENTE. L'onorevole Molinari ha facoltà di GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, non ho capito bene a quale interpellanza ha risposto la sottosegretaria, perché ha concluso riferendosi ad un'interrogazione dell'onorevole Pisicchio che non è inserita nell'ordine del giorno di oggi. Inoltre, il collega Pisicchio non è presente in aula. C'è quindi un po' di confusione. Non è la prima volta che ciò accade con la sottosegretaria. Anche nel caso dell'interpellanza del mio collega Boccia, relativa all'acquedotto pugliese, le risposte erano completamente diverse. Evidentemente, si parlano linguaggi diversi. Chiedo alla Presidenza di invitare il sottosegretario e gli uffici che predispongono queste risposte ad essere un po' più puntuali e precisi.
Banca Mediterranea, recentemente, hanno fatto alcune giornate di sciopero proprio per denunciare l'assenza di qualsivoglia piano di impresa.
Per quanto riguarda l'intervento delle autorità di vigilanza, va innanzitutto premesso, in via generale, che, nei casi di riassetto proprietario di banche, l'acquisizione di interessenze superiori al cinque per cento del capitale o che, comunque, comportino il controllo di una banca, sono soggette all'autorizzazione della Banca d'Italia, previa verifica delle condizioni atte a garantire una sana e prudente gestione. Nel caso in cui l'acquirente sia una banca, viene valutato anche l'impatto
Con riferimento al caso in questione, si fa presente che, in esito ad una procedura di offerte competitive, la Banca di Roma, titolare del cento per cento del capitale della Banca Mediterranea, ha deciso di cedere tale interessenza alla Banca Popolare di Bari, coadiuvata dalla Veneto Banca e dalla Cattolica Assicurazioni. Completato l'iter procedurale di acquisizione, attualmente all'esame della Banca d'Italia per le autorizzazioni di competenza, il capitale della nuova Banca Mediterranea sarà posseduto per il 60 per cento dalla Banca Popolare di Bari, per il 25 per cento dalla Veneto Banca e per il 15 per cento dalla Cattolica Assicurazioni.
Per quanto attiene alla gestione dei rapporti tra banca e organizzazioni sindacali, si precisa che la materia è rimessa all'ambito decisionale dei competenti organi aziendali, i quali sono tenuti ad operare nel rispetto della normativa vigente. Con riferimento, infine, al presunto peggioramento delle condizioni di credito per le imprese meridionali, a causa del progressivo passaggio alle banche del nord del controllo sulle banche meridionali, l'esperienza dimostra che il sostanziale fallimento dei più importanti istituti di credito meridionali, oltre che dalle difficili condizioni dell'economia locale, ha avuto origine, in parte considerevole, dai criteri clientelari con i quali il credito è stato spesso gestito.
L'acquisizione del controllo da parte di gruppi bancari, che fanno capo ad istituti del nord, non implica necessariamente un depauperamento delle risorse finanziarie per le imprese del Meridione.
Infatti, se l'acquisizione di tale controllo si traduce in un aumento di efficienza delle banche interessate, tale situazione non può che riflettersi positivamente sul sistema imprese attraverso una riduzione dei costi di finanziamento e dei servizi ed attraverso un maggiore apporto di capitali.
Migliori condizioni di credito per le imprese derivano, soprattutto, dalla promozione di un mercato dei servizi finanziari funzionante. Tale obiettivo può essere raggiunto, dal lato della domanda, favorendo l'associazionismo fra le imprese, consorzi fidi, e, dal lato dell'offerta, rimuovendo gli ostacoli che ancora impediscono un'effettiva apertura a nuovi operatori anche internazionali.
Giova, peraltro, precisare che, con l'introduzione dell'euro, i mercati nazionali sono proiettati verso una maggiore integrazione in vista del compimento del mercato unico dei servizi finanziari.
Con riferimento all'interrogazione dell'onorevole Pisicchio, riguardante, in modo particolare, la regione Puglia, si fa presente che da un'analisi condotta sulla rete distributiva italiana è emerso effettivamente un progressivo ingresso nella Puglia di banche del centro nord. Nel triennio compreso fra giugno 1989 e giugno 2001 le banche, con sede nel centro nord - incluse le banche meridionali appartenenti a gruppi del centro nord -, al netto delle variazioni connesse con le operazioni di concentrazione, hanno accresciuto il numero degli sportelli operanti in Puglia da 877 a 972 unità, mentre è rimasto sostanzialmente invariato il numero degli sportelli delle banche con sede nel Mezzogiorno. Peraltro, non sono stati rilevati, nello stesso periodo, fenomeni di restringimento del credito all'economia pugliese. Nell'ultimo triennio, infatti, gli impieghi vivi concessi a clientela residente in Puglia sono cresciuti in media di tremila miliardi l'anno. La dinamica è stata trainata da banche del centro nord che hanno accresciuto gli impieghi vivi in misura superiore a quelle del Mezzogiorno.
Si osserva, quindi, che il passaggio di alcune banche in gruppi del centro nord ha coinciso con un miglioramento della selezione del credito che ha visto una continua diminuzione dell'incidenza delle nuove sofferenze rettificate, relative a clientela pugliese sul totale nazionale. Tale valore è passato, da giugno 1998 a giugno 2001, dall'8,6 al 5,8 per cento. Si è altresì ridimensionato, anche a seguito delle operazioni di cartolarizzazione, il rapporto
La dinamica dei depositi registrata in Puglia, inferiore a quella delle altre regioni del Mezzogiorno e del centro nord, è in parte connessa alla maggiore crescita della raccolta obbligazionaria. L'incremento degli impieghi, unitamente alla flessione dei depositi, fa registrare un rapporto tra questi due aggregati tendenzialmente in aumento. In particolare, fra giugno 1998 e giugno 2001, esso è cresciuto per la Puglia dallo 0,98 all'1,17 per cento; 1,27 per cento se si considera il campione di banche con sede nel centro nord. Per il Mezzogiorno si osservano, invece, variazioni più contenute.
Innanzitutto, debbo denunciare anche il ritardo con il quale si risponde ad una interpellanza che, insieme ai colleghi Adduce, Luongo, Lettieri, Boccia e Potenza, avevamo presentato sul problema della Banca Mediterranea. Aggiungo che quella fornita dal sottosegretario Armosino è una risposta burocratica ed anche abbastanza scontata.
Nell'interpellanza denunciavamo, anche da parte dell'istituto di vigilanza, la Banca d'Italia, una certa trascuratezza nel modo in cui sono stati seguiti i problemi della Banca Mediterranea. La Banca di Roma possedeva la maggioranza delle azioni di tale banca da oltre due anni, sebbene fosse diventata azionista già da molti anni prima. Poco o nulla essa ha fatto per riqualificare e rilanciare la Banca Mediterranea, fino a che, nell'estate scorsa, ci ha fatto questa sorpresa, con l'avallo della Banca d'Italia, della vendita, preannunciata nel mese di agosto, alla Banca Popolare di Bari. Successivamente, c'è stato un periodo di silenzio: evidentemente non erano stati acquisiti tutti i finanziamenti occorrenti; dopo un po', con altre banche, è stato messo su il cosiddetto «pacchetto» per procedere alla predetta acquisizione della Banca Mediterranea. L'operazione, però, sebbene il sottosegretario non l'abbia detto nella sua risposta, porterà ad uno smembramento della Banca Mediterranea, la quale era una realtà economica abbastanza presente nelle regioni Puglia, Basilicata, Calabria e Campania: vi saranno, infatti, la vendita di sportelli ed anche lo spostamento dei centri decisionali dalla città di Potenza.
Vi è stato un turbamento anche nelle relazioni con i sindacati, perché la Banca Popolare di Bari, pur sollecitata dal presidente della regione Basilicata, Bubbico, non ha ancora presentato il piano di impresa e non ha precisato, quindi, come intenda rilanciare la banca. Avremmo voluto che il Governo si attivasse in maniera più energica e più puntuale e non si limitasse ad essere, passivamente, il «notaio» della Banca d'Italia, la quale consente siffatte operazioni.
All'inizio dell'estate scorsa, ci fu detto che con tale operazione si voleva costruire il polo bancario del Mezzogiorno, per colmare i vuoti e le carenze che c'erano state in passato; ma, evidentemente, anche questo è stato un fallimento, perché si è fatto ricorso a banche anche del settentrione. Sono d'accordo che occorra creare un sistema bancario nazionale (poiché viviamo in un'epoca di globalizzazione non possiamo rinchiuderci in una nicchia); però vedo molta approssimazione, molta superficialità. Anche i dipendenti della
Ecco perché invito il Governo a vigilare, a sollecitare, a fare in modo che queste banche subentranti presentino dei piani di impresa seri e fattibili, altrimenti ripeteremo l'errore del passato: una banca viene inglobata da un'altra banca per poi essere rivenduta dopo qualche anno, proprio perché manca un piano di impresa serio.
Chiedo quindi al Governo di vigilare e di non limitarsi al ruolo di spettatore passivo delle decisioni prese nelle stanze della Banca d'Italia. Per questi motivi, signor Presidente, mi dichiaro insoddisfatto.