Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 20 del 19/7/2001
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(Chiusura della casa circondariale di Marsala - n. 2-00025).

PRESIDENTE. L'onorevole Grillo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00025 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).

MASSIMO GRILLO. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, onorevole Santelli, ha facoltà di rispondere.

JOLE SANTELLI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Con riferimento all'interpellanza in discussione, si deve in primo luogo evidenziare che le delicate e complesse problematiche concernenti la casa circondariale di Marsala sono già all'attenzione del ministro, che sta valutando le soluzioni in concreto praticabili per risolvere la situazione evidenziata.
Il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha comunicato, per ciò che concerne gli aspetti di carattere più generale, che la capienza complessiva del carcere di Marsala è di trentasei posti e che, alla data del 14 luglio 2001, erano presenti ventinove detenuti, sei dei quali in regime di semilibertà. Il servizio di assistenza sanitaria è assicurato in tale istituto dal medico incaricato e da quattro medici di guardia, con copertura di sei ore giornaliere, mentre tre volte alla settimana è presente un medico del SERT per l'assistenza dei detenuti tossicodipendenti. Le prestazioni sanitarie specialistiche vengono erogate in regime di convenzione per le branche di odontoiatria, cardiologia, oculistica, dermatologia, infettivologia e psichiatria. Il servizio infermieristico è assicurato nelle ore diurne e notturne da sei infermieri.
Tale situazione determina costi elevati, anche volendo considerare la sola gestione del personale di ruolo in servizio presso la struttura di Marsala, tenuto conto del numero dei detenuti presenti. Per ciò che concerne lo specifico profilo evidenziato dagli onorevoli interroganti, riguardante la dismissione della casa circondariale, giova ricordare che le motivazioni poste a base del provvedimento di chiusura dell'istituto di Marsala trovano principale fondamento nelle considerazioni conclusive della relazione redatta in data 29 ottobre 1999, a seguito della visita ispettivo-sanitaria disposta dal direttore dell'ufficio centrale dell'ispettorato del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Deve rilevarsi, al riguardo, che la casa circondariale è ubicata in un castello medioevale, situato nel centro storico della città.
L'antico nucleo del castello è stato trasformato in carcere attraverso una serie di modifiche consistenti, soprattutto, nella creazione di nuovi manufatti - in parte prefabbricati - che hanno alterato le caratteristiche storico-architettoniche della struttura in questione.


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In occasione dell'ispezione ministeriale, sono state rilevate inadeguatezze strutturali, sia sotto l'aspetto della sicurezza - nel recente passato si sono, infatti, verificate due evasioni di cui una effettuata con estrema facilità, anche a causa delle rilevanti carenze dell'edificio - sia sotto l'aspetto dell'abitabilità.
Il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, in proposito, ha rilevato che tali inadeguatezze potrebbero essere difficilmente superate, anche assumendo ingenti impegni di spesa, in quanto il complesso edilizio risente della sovrapposizione, nel tempo, di modifiche e variazioni di destinazioni che ne hanno irrigidito la struttura, senza lasciare spazio per la realizzazione dei cospicui interventi edilizi che sarebbero necessari.
Alla luce di tali considerazioni, il dipartimento competente - con nota del 14 giugno 2001 - ha ritenuto opportuno informare le autorità giudiziarie locali ed il prefetto che le condizioni di fatiscenza strutturale dell'istituto - oltre alle precarie condizioni igienico-sanitarie degli ambienti detentivi - imponevano all'amministrazione di procedere alla chiusura del carcere - già, peraltro, deliberata con decreto del ministro della Giustizia del 30 gennaio 2001 - in vista della costruzione della nuova casa circondariale di Marsala i cui lavori sono stati già appaltati e finanziati per l'importo complessivo di 70 miliardi di lire. Il citato dipartimento ha, tuttavia, comunicato che le predette operazioni di dismissione sono state momentaneamente sospese, come da comunicazione in data 19 giugno 2001.
Attualmente, è in corso un'ulteriore approfondita verifica finalizzata ad individuare le soluzioni più idonee a risolvere le delicate problematiche connesse all'istituto in questione. Si deve, peraltro, dare atto che presso l'istituto di Marsala - ed, in modo particolare, nel reparto semiliberi - sono stati realizzati, in un passato recente, lavori di manutenzione ordinaria, finalizzati - insieme a quelli effettuati per garantire una maggiore sicurezza - a migliorare il livello della qualità della vita all'interno della struttura, ritenuto non adeguato agli attuali standard in campo penitenziario.
Come ho già riferito, i complessi problemi menzionati nell'atto di sindacato ispettivo sono all'attenzione del ministro, il quale valuterà le soluzioni possibili e le decisioni da assumere, senza, peraltro, trascurare le esigenze del personale attualmente in servizio presso l'istituto congiuntamente alle competenti organizzazioni sindacali.
In ogni caso, è volontà del Governo verificare attentamente tutte le decisioni già in atto circa la dismissione degli istituti carcerari, limitandole solo ed esclusivamente ai casi di estrema gravità.

PRESIDENTE. L'onorevole Grillo ha facoltà di replicare.

MASSIMO GRILLO. Signor Presidente, sebbene la risposta sia interlocutoria, devo ringraziare il sottosegretario, onorevole Santelli, e dichiararmi soddisfatto della stessa. In ogni caso, vorrei fare alcune precisazioni rispetto a quanto riferito dal Governo in questa sede.
Nei giorni scorsi, l'onorevole Lucchese ed io abbiamo visitato la casa circondariale di Marsala per renderci conto della reale situazione che, più volte, è stata riferita, indirettamente, tramite la stampa. Dobbiamo convenire che il provvedimento di chiusura, risalente al marzo di quest'anno, fa riferimento, in modo chiaro, ad un'ispezione - da lei richiamata - risalente al 29 ottobre del 1999. In quel periodo, sono state riscontrate delle carenze che sembrerebbero del tutto superate o in buona parte superate. Rispetto a questo provvedimento di chiusura, ci permettiamo di riferire ed evidenziare alcune contraddizioni. Intanto, perché, come da lei è stato riferito, c'è un nuovo programma di investimento che prevede la realizzazione di un nuovo carcere nella medesima città di Marsala: i lavori sono stati già appaltati e si dovrebbe soltanto attenderne la definizione e il completamento in vista del trasferimento nella nuova sede, dopo che, per molti decenni,


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il vecchio carcere ha avuto sede nel castello della città. Si tratta di un complesso sicuramente interessante da un punto di vista storico, culturale e artistico e ricordarsi soltanto alla vigilia della realizzazione del nuovo carcere (per giustificare il provvedimento di chiusura, delle carenze strutturali o di popolazione di detenuti) sembra un po' tardivo, anche per i disagi che ne verrebbero.
In ogni caso, desidero evidenziare un aspetto relativo al programma del nuovo carcere: Marsala è sede di procura della Repubblica e di tribunale e la chiusura del carcere provocherebbe forti disagi per la magistratura, per la classe forense e per lo stesso personale della casa circondariale. Solitamente, nelle città che sono sede di tribunale, c'è sempre un carcere e i programmi dell'amministrazione della giustizia di realizzare un nuovo carcere confermano la necessità di mantenere questa situazione.
Tuttavia, la contraddizione principale riguarda non tanto i programmi e i fatti prima riferiti, ma soprattutto gli ulteriori interventi finanziari che sono state attuati da parte dei governi passati: come si giustifica, quando sta per essere adottato un provvedimento di chiusura, un intervento finanziario da parte del Governo? In passato, l'esecutivo stanziava risorse pur sapendo che il carcere di Marsala rientrava in un programma di dismissione: lavori di manutenzione hanno riguardato, per esempio, adeguamenti sotto il profilo della sicurezza.
E adesso abbiamo potuto verificare che il carcere di Marsala è stato interessato da provvedimenti di adeguamento, da interventi di manutenzione che hanno comportato altri costi, il che sembra in contraddizione con il ragionamento in termini di costi e benefici che lei ha svolto. La contraddizione è ancora più stridente se si considera che il precedente Governo ha erogato finanziamenti per realizzare modifiche strutturali, come la nuova infermeria, l'aula scolastica, la biblioteca, la dotazione di metal detector; inoltre, per ragioni di sicurezza e sanitarie, sono stati finanziati il rifacimento della protezione esterna ed un nuovo reparto di isolamento per infermi sospetti, nonché ulteriori interventi.
Tutto ciò, ripeto, evidenzia una palese contraddizione che bisognerebbe in qualche modo chiarire. Durante la nostra visita, abbiamo avuto modo di accertare che questi mutamenti coincidono con una data alla quale lei ha fatto riferimento, e cioè all'autunno del 1999: l'ispezione risale, infatti, all'autunno del 1999. In quello stesso periodo, la direzione della nuova casa circondariale venne affidata ad un nuovo direttore, Gerlando Fiaccabrino, e ad un nuovo comandante della polizia penitenziaria, Enrico Famà. Tale nuova gestione coincide con l'avvio di tutti quei mutamenti strutturali, adeguamenti e programmi di riorganizzazione interna che oggi, anche con riferimento alle diverse relazioni dell'ASL competente per territorio (che abbiamo avuto modo di approfondire), ci consentono di riferire che i mutamenti medesimi sono stati riscontrati anche per la parte igienico-sanitaria dalla stessa azienda sanitaria. Con ciò voglio dire che le ragioni iniziali, che avrebbero costituito una eventuale buona motivazione di chiusura per l'amministrazione penitenziaria, sembrerebbero superate; infatti, i problemi di sicurezza, cui lei ha fatto riferimento, sono stati risolti grazie alle nuove recinzioni realizzate; i problemi igienico-sanitari non vi sono assolutamente, come attesta la stessa relazione ufficiale dell'ASL, e sono stati fatti addirittura gli adeguamenti secondo quanto disposto dal decreto legislativo n. 626 del 1994.
Per quanto concerne la popolazione dei detenuti, dobbiamo dire che, essendo quello un carcere di transito ed essendo in programma una nuova struttura carceraria, ciò significa che c'è una esigenza; se per una carenza di popolazione di detenuti si intende chiudere, perché si intende realizzare un nuovo carcere? Questa sembrerebbe una contraddizione, ma probabilmente bisognerebbe comprendere fino in fondo che cosa significa carcere di transito. Nel primo semestre 2001, 165 detenuti sono entrati e 137 ne sono usciti,


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con una percentuale di presenze comunque elevata, considerando che quello è un carcere di transito. Rispetto a tutto ciò riteniamo che, in riferimento al provvedimento del Governo Amato, possano esservi le ragioni quanto meno di una ulteriore verifica.
Mi ha fatto piacere sentire che il ministro si sta occupando direttamente della questione delle dismissioni e quindi anche del carcere di Marsala, ma vorrei che la si approfondisse; è questa, in fondo, la richiesta che si rivolge con la mia interpellanza, sottoscritta anche da altri colleghi: una verifica che riguardi lo stato attuale dei fatti rispetto ad una relazione che riteniamo sicuramente superata. Allora, inviteremmo il Governo, nella persona del rappresentante del Governo, a disporre una ispezione ed una ulteriore verifica, per riscontrare le eventuali inadeguatezze e per verificare se effettivamente permangano. A noi non risulta perché, come abbiamo specificato nel testo dell'interpellanza, vi è stata una serie di modifiche, di adeguamenti, di manutenzioni, di interventi strutturali, di investimenti economici realizzati dallo stesso ministero, in presenza di una capacità di organizzazione, di lavoro in economia da parte della nuova direzione, che ha saputo agire in maniera tale da superare le lacune che potevano esistere all'interno del carcere.
Ritengo che il provvedimento, per le ragioni esposte, possa essere rivisto e mi auguro che il provvedimento di sospensione a cui lei fa riferimento possa mantenersi fintanto che una ispezione ministeriale o - perché no? - un rappresentante del Governo, non verificheranno direttamente se vi siano state tali modifiche, in modo che, da qui a qualche mese - i lavori sono stati appaltati per cui non credo che passerà molto tempo - si possa avere il nuovo carcere, da utilizzare sempre nella stessa città, senza creare disagi per la procura, per la classe forense, per lo stesso personale, che, altrimenti, si troverebbe in una situazione di disagio.
Non mi sembra che i problemi evidenziati, legati al rapporto costi-benefici, legati alla popolazione dei detenuti, possano alla luce delle novità da noi esposte evidenziate e riferite, motivare l'adozione di un provvedimento così forte dopo decenni di chiusura del carcere stesso.
Io spero, dopo la risposta interlocutoria del sottosegretario Santelli, che si possa sperare di ottenere una maggiore sensibilità da parte del ministro, al fine dell'adozione di un provvedimento che consenta di verificare ulteriormente e, perché no, di arrivare ad una complessiva rivisitazione della programmazione del piano di dismissioni: il carcere di Marsala - questa è la conclusione cui siamo giunti con l'onorevole Lucchese al termine della nostra visita - al confronto con altre strutture carcerarie, sembra sicuramente una realtà positiva e da mantenere.
Per queste ragioni, signor Presidente, ritengo che ci si possa dichiarare - sebbene, come dicevo, consideri la risposta interlocutoria - soddisfatti, nella speranza che la sensibilità fin qui dimostrata con la sospensione del provvedimento di chiusura - che mi sembra il primo atto concreto che viene incontro alle nostre istanze e alle nostre rivendicazioni - possa avere un seguito con ulteriori approfondimenti e quindi possa essere revocato, come da noi auspicato, il provvedimento stesso di chiusura.

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