Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-00151
presentata da RAFFAELE COSTA mercoledì 12 settembre 2001 nella seduta n.031

COSTA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:

la prima decisione di sopprimere i cosiddetti «enti inutili» venne presa nell'ormai lontano 1956 quando fu varata un'apposita legge che affidava al ministero del tesoro il compito di procedere alla chiusura degli enti disciolti, simbolo degli sprechi di Stato;

la decisione è stata poi convalidata nel tempo da diversi governi e da diverse leggi: dopo oltre quarant'anni, ne sono stati soppressi circa 400, ma ne rimangono in vita, a tutt'oggi, ancora quasi 300 per i quali debbono essere definite le procedure liquidatorie e che fanno sentire il loro peso sui conti pubblici;

gli enti soppressi per legge che sopravvivono dal maggior numero di anni sono l'Istituto nazionale per le case degli impiegati di Stato, la Gestione case lavoratori e l'Istituto per lo sviluppo dell'edilizia sociale, dichiarati soppressi 29 anni fa (nel 1972); di due anni «più giovane» è l'Orfanotrofio della marina mercantile di Napoli, dichiarato soppresso con legge 21 marzo 1974. Sempre nel 1974 vengono decise (legge 17 agosto 1974) altre soppressioni di enti improduttivi o superati, ma la cui liquidazione è tuttora in corso. Si tratta di Enpals, Enpaia ed Enpdedp (gestione assistenza sanitaria). Esemplare il caso delle Casse mutue provinciali di malattia per i coltivatori diretti: dichiarate soppresse nel 1974, la loro liquidazione venne avviata nel 1981; tre anni fa ne restavano in vita 95, attualmente «solo» 89. Analogamente restano da liquidare 59 Casse mutue provinciali per gli esercenti attività commerciali (tre anni fa erano 60, ne sopravvivono 59 -:

nel 1977 (24 anni fa) si decide la soppressione dell'Ente nazionale biblioteche popolari scolastiche: la procedura è tuttora in corso. Passiamo alla legge 21 ottobre 1978 n. 641, con la quale viene decretata la soppressione dell'Ente nazionale assistenza lavoratori, dell'Ente nazionali lavoratori rimpatriati e profughi, dell'Ente nazionale per le Tre Venezie, dell'Ente patronato Regina Margherita pro-ciechi istituto «Paolo Colosimo» di Napoli, dell'Istituto nazionale dei ciechi «Vittorio Emanuele II» di Firenze, dell'Opera nazionale per gli invalidi di guerra, dell'Opera nazionale per i Combattenti, degli utenti motori agricoli. Per tutti la liquidazione è ancora in corso;

i suddetti enti menzionati non sono che esempi: l'elenco degli enti per i quali sono in corso le procedure di liquidazione è infatti formato da ben 286 unità. Per la stragrande maggioranza si tratta di enti soppressi negli anni settanta;

chi si occupa della liquidazione degli enti inutili è un apposito Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato: l'Ispettorato Generale per la Liquidazione degli Enti Disciolti (IGED). All'IGED spetta la gestione temporanea degli affari correnti e la gestione conservativa del patrimonio degli enti, organismi e società ai fini della loro liquidazione;

tre anni fa gli enti in liquidazione erano 300, attualmente sono 286. Se si procederà con i ritmi impiegati finora per la liquidazione dei rimanenti enti dichiarati soppressi per legge, è facile stimare che i 230 dipendenti dell'IGED (le cui retribuzioni costano circa 12 miliardi l'anno) dovranno lavorare fino al 2053 -:

quali provvedimenti intenda adottare per giungere ad una rapida e definitiva liquidazione degli enti inutili sopravvissuti per troppo tempo alla soppressione disposta dalla legge;

se non ritenga opportuno impartire disposizioni volte a semplificare e accelerare le complesse procedure burocratiche che appesantiscono il lavoro dei liquidatori. (5-00151)