Atto Camera

Interrogazione a risposta orale
3-01770
presentata da LUCIANO VIOLANTE lunedì 23 dicembre 2002 nella seduta n.245

VIOLANTE, LUMIA, FINOCCHIARO, MINNITI, AGOSTINI, BOGI, INNOCENTI, MONTECCHI, MAGNOLFI, NICOLA ROSSI, RUZZANTE, LEONI, DIANA e MARAN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:

fin dal mese di ottobre 2002, presso la cooperativa sociale «Millennium», che gestisce in affidamento diretto il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani dei comune di Corleone, è stato ammesso quale socio il signor Gariffo Carmelo, condannato per associazione mafiosa con sentenza definitiva ed in atto sottoposto al regime di sorveglianza speciale;

il signor Gariffo Carmelo è nipote del capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, latitante da circa quarant'anni;

il sindaco del comune di Corleone, on. Nicolò Nicolosi, rispondendo il 15 novembre 2002 ad un'interrogazione del gruppo consiliare dei Democratici di Sinistra, presentata il 6 novembre 2002, ha dichiarato di non essere a conoscenza dell'ammissione a socio della cooperativa sociale «Millennium» del signor Gariffo;

la seduta consiliare, nella quale il sindaco ha risposto all'interrogazione, per volontà del presidente del consiglio, si è svolta in forma segreta, estromettendo il pubblico e finanche le forze dell'ordine;

il prefetto di Palermo ha disposto cautelativamente la sospensione della Cooperativa «Millennium», dandone comunicazione al sindaco di Corleone per i provvedimenti di competenza, ma nonostante ciò, la stessa continua a prestare servizio per conto del comune, che non ha adottato nessuna determinazione, in spregio a tutte le normative di legge vigenti;

la presenza nella cooperativa sociale «Millennium», legata da un rapporto fiduciario con il comune, del «nipote prediletto» del «capo dei capi» di Cosa Nostra inquina il ruolo delle istituzioni e la libertà d'impresa, condizionando pesantemente la libertà dei lavoratori, tra cui alcuni disabili;

la presenza del Gariffo nella cooperativa rischia di trasformare uno strumento di promozione sociale in strumento di penetrazione della mafia nell'economia pulita, rafforzandone il potere di condizionamento;

risulta strana la passività dell'amministrazione e del consiglio comunale nella tutela del ruolo di presidio democratico delle istituzioni in una «trincea» difficile come quella di Corleone;

ciò espone notevolmente tutti coloro che, sul piano politico, dell'informazione, dell'impegno sociale e della tutela dell'ordine pubblico, continuano a svolgere un ruolo di contrasto a Cosa Nostra;

tutto ciò si collega a precedenti atteggiamenti e prese di posizioni del sindaco on. Nicolò Nicolosi, parlamentare della Repubblica e leader di «Nuova Sicilia», che a pochi giorni dalla sua elezione ha nominato assessore della sua giunta uno dei legali della famiglia Rima, poi dimessosi a seguito delle proteste dell'opposizione politica e della società civile;

che il giorno dopo la sua elezione ha sentito il bisogno di dichiarare ai giornali che avrebbe difeso i diritti dei figli dei boss, in relazione alle note vicende che portarono alla chiusura dell'esercizio commerciale per la vendita di macchine agricole di Giuseppe Salvatore Riina, figlio di Totò Riina, e della lavanderia di Angelo Provenzano, figlio di Bernardo Provenzano e ribadite, qualche mese dopo in relazione all'avvio di un'attività commerciale di Maria Concetta Riina e Antonino Ciavarello, figlia e genero del noto boss ergastolano Totò Riina;

il sindaco Nicolosi ha deciso di trasferire parte dell'Ufficio tecnico comunale presso il complesso di San Ludovico, sede del Centro di Documentazione Antimafia, realizzato con i fondi statali in occasione della Conferenza ONU sul crimine organizzato del dicembre 2000, e inaugurato il 12 dicembre 2000 alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, rendendo di fatto inutilizzabile detto complesso per i fini istituzionali per i quali era stato realizzato;

dai verbali dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere di Rizzo Rosolino e altri, che raccoglie anche le dichiarazioni del collaboratore La Chiusa Pietro, risulta che il Nicolosi, destinatario di una tangente di 100 milioni per lavori pubblici, era inserito in un contesto di relazioni tra esponenti mafiosi e «politici a disposizione»;

dall'insieme delle considerazioni svolte, a Corleone, emerge un quadro preoccupante dei rapporti tra esponenti di primo piano di Cosa Nostra e i vertici dell'amministrazione comunale -:

se non ritenga opportuno sollecitare urgentemente tutte le istituzioni periferiche dello Stato perché accentuino un'attenta sorveglianza sugli intrecci mafia-politica Corleone;

se non ritenga altrettanto urgente disporre un'approfondita indagine ispettiva per verificare il sistema di relazioni e di possibili presenze nell'amministrazione e nel consiglio comunale di Corleone di personaggi legati a Cosa Nostra, adottando le conseguenti determinazioni;

quali iniziative intenda assumere per garantire i livelli di legalità e di sicurezza dei cittadini e delle imprese di Corleone. (3-01770)