da notizie di stampa risulta firmata l'intesa tra l'imprenditore Bruno Mentasti e la società russa GAZPROM nonché formalizzato un accordo per dare vita alla Central Energy Italien GAS Holding AG, partecipata dall'imprenditore italiano Bruno Mentasti, dalla società tedesca Zmb (controllata da Gazexport, azienda del gruppo russo) e la Centrex Europe Energy, & GAS AG (società austriaca controllata dalla Centrex, a sua volta controllata da GAZPROM);
Central Energy Italien è la società di controllo totalitario della Central Energy Italia, con sede in Via Larga a Milano, la quale così è divenuta una società incorporata nella holding viennese «Central Energy Italien Gas Holding AG»;
Central Energy Italia ha come scopo quello di operare nel mercato finale del gas, così portando al controllo della vendita finale nel territorio italiano lo stesso fornitore di gas russo nella misura di almeno 2 miliardi di metri cubi annui, quota pattuita da Eni con GAZPROM alla quale è restituita in funzione di un più ampio potenziamento del gasdotto alla frontiera austriaca e di una nuova intesa tra ENI e GAZPROM, siglata a maggio per le due società da Luciano Sgubini e Aleksandr Medvedved;
dubbi sono stati espressi dal presidente dell'Autorità nazionale Antitrust, perché ciò sarebbe avvenuto senza procedure di gara come previsto dalle normative vigenti;
tale situazione, a parere degli interpellanti, non è conforme alle disposizioni europee in materia;
il quantitativo di gas trattato rappresenta quantitativi rilevanti in relazione al fabbisogno nazionale al punto di essere in grado di influenzare i prezzi sul mercato interno e le condizioni di concorrenza, e chiama in causa precedenti iniziative societarie concordate tra le principali compagnie russa e italiana del settore quali la jointventure commerciale contratta tra ENI e GAZPROM, da entrambe partecipata al 50 per cento, denominata PROMGAS, finalizzata alla vendita di gas proveniente dalla Russia ad operatori primari italiani, la cui evoluzione societaria potrebbe avere concorso a dare origine alla predetta cessione diretta di ENI a GAZPROM di un quantitativo di gas pari a 2 miliardi di metri cubi di gas russo dalla stessa trattati ed esportati per realizzarne la vendita sul mercato finale del gas italiano;
l'obiettivo di GAZPROM, gestendo in prima persona il mercato al dettaglio in Italia, potrebbe essere quello di determinare il controllo della catena del valore del metano dai giacimenti siberiani fino al consumatore, avvalendosi in Italia della collaborazione della società dell'imprenditore Bruno Mentasti e probabilmente, secondo gli interpellanti, di un tacito assenso delle autorità e delle istituzioni estere che dovrebbero garantire le regole del mercato, soprattutto nel territorio dell'Unione europea, nonché, salvo interessamento delle autorità italiane in senso contrario all'accordo, di un medesimo tacito assenso delle Autorità, del nostro Paese; l'operazione, secondo gli interpellanti, rappresenterebbe una rilevantissima novità nelle modalità di esercizio delle attività di vendita del gas agli utenti finali ed una grave distorsione delle regole di un mercato liberalizzato qual è quello italiano del gas e totalmente liberalizzando qual è quello europeo;
il gas ha un costo che riflette i costi di estrazione, ma soprattutto i costi che incorporano il trasporto e gli aspetti di politica economica legati alla lunghissima durata della vita utile degli investimenti in impianti nonché il valore di scambio delle risorse energetiche, mentre il prezzo ne riflette il valore di mercato e dipende da Paese a Paese, essendo legato al suo valore di sostituzione;
in Italia la forte spinta all'utilizzo sempre più esteso del gas, sia nei consumi finali che per la produzione termoelettrica, spinge verso l'alto il valore di mercato delle risorse e quindi i prezzi;
la struttura dei costi del metano comprende: l'estrazione, il trasporto sulle grandi reti transnazionali, il trasporto sulle reti di distribuzione nazionali, la fiscalità;
i costi di estrazione, in questi comprendendo, anche i costi di ricerca e prospezione, variano a seconda della localizzazione del giacimento e, poiché il metano si trova in concomitanza di giacimenti di petrolio, l'attribuzione al metano dei costi di estrazione è questione non univocamente determinata;
posto che si possano conoscere esattamente i costi di estrazione questi non hanno un grande significato nella misura in cui il valore del metano non è commisurato ai costi direttamente imputabili, ma al cosiddetto valore «di sostituzione a lungo termine», cioè quanto potrà costare la fonte primaria di energia sostitutiva quando saranno esaurite le risorse di gas, mentre per il mercato è il costo della materia prima energetica che il metano sostituisce;
si può dedurre che il valore dipende dal soggetto che compra gas e dal mercato in cui lo consuma o rivende, con un margine aggiuntivo dipendente dall'obbligo che il soggetto ha di comprare (l'esistenza, le caratteristiche ed il costo delle infrastrutture di approvvigionamento, il valore della dipendenza energetica e dell'affidabilità degli approvvigionamenti, anche dal punto di vista geo-politico);
solo queste premesse tecniche relative alla formazione del costo e del prezzo del gas possono spiegare perché il gas di importazione russo alla frontiera austriaca valga circa 10 centesimi e circa 20 alla frontiera italiana;
sussiste comunque una interdipendenza tra chi compra e chi acquista gas, in termini di obblighi e vincoli reciproci: l'infrastruttura di trasporto e ricezione, il flusso finanziario attivato, la coniugazione di opportunità/necessità di vendere/comprare;
è risaputo che per questi stessi motivi i grandi contratti internazionali, siglati dalle grandi compagnie generalmente controllate dai Governi nazionali dei Paesi produttori, sono negoziati con l'intervento dei Governi ed il prezzo, in realtà un sistema di «prezzi» e di relative modalità di aggiornamento a breve, medio e lungo termine, è il risultato di una complessa negoziazione che si basa sulla valorizzazione di una molteplicità di fattori e che in definitiva il metano, per le fasi di approvvigionamento (estrazione e trasporto internazionale) è una questione anzitutto politica e strutturale, oltre che una questione di mercato;
con un eccesso di semplificazione si può tuttavia ipotizzare che il costo di estrazione del gas è di due centesimi di euro/mc;
con una ulteriore semplificazione, vista l'ampiezza delle attività e degli impegni di ENI nel settore dell'energia, possiamo ipotizzare che ENI «compra» gas dalle grandi compagnie nazionali (esempio la russa Gazprom e l'algerina Sonatrach) a 10 centesimi, risultato di una vasta attività di ENI che deve recuperare i costi sostenuti;
risaputamente il ruolo di ENI come grande compagnia partecipata dal Governo italiano, non è stato quello di un semplice trader, ma quello del principale soggetto che approvvigionava di idrocarburi il mercato interno italiano;
oggi la situazione, con l'apertura dei mercati nazionali, è mutata dato che sono richiesti ad ENI anche risultati finanziari in grado di remunerare gli investitori, ma non è mutato il contesto a monte del quale i singoli mercati sono approvvigionati;
mentre ENI inoltre è da più autorità istituzionali invitata a ridurre il proprio peso sulle importazioni di gas destinate al mercato italiano, per fare spazio a una maggiore diversificazione degli operatori, Gazprom è interessata ad aumentare i propri accessi diretti ai mercati nazionali di sbocco del gas;
sempre con eccesso di semplificazione si può indicare il prezzo finale del gas all'utente in 30/40 centesimi di euro tasse e accise escluse;
il gas notoriamente va assumendo un'importanza rilevantissima per il sistema energetico italiano, condizione del tutto anomala tra i Paesi consumatori di energia e tra i grandi Paesi industrializzati, costituendo ad un tempo un elemento di fragilità della economia italiana;
poiché i prezzi del gas non derivano da semplici meccanismi di mercato, ma come indicato in premessa anche da scelte ed atti politici e istituzionali;
in particolare per quanto attiene la vicenda tra rapporti italo-russi in materia -:
quali iniziative il governo intende avviare per assicurare la necessaria trasparenza ai meccanismi di mercato di accesso alle fonti primarie di importazione di gas, alla luce di uno scenario evolutivo del sistema italiano di approvvigionamento di gas nel quale va collocato il mutamento dei rapporti fra ENI e Gazprom, con specifico riferimento alle recenti notizie di stampa che riportano la posizione, secondo gli interpellanti anomala, di un imprenditore che sinora non aveva mai operato sui mercati dell'energia (Mentasti);
quale assetto del settore del gas il governo intenda promuovere in collaborazione con le Autorità di settore per assicurare la massima sicurezza degli approvvigionamenti e la massima garanzia di economicità per l'Italia nel medio e lungo periodo;
quali iniziative il Governo intenda adottare per evitare l'insorgere di ingiustificate posizioni di rendita legate ad azioni meramente speculative senza alcuna ricaduta in termini di aumento dell'efficienza del mercato dell'energia e della sua sicurezza;
quali iniziative il Governo intenda assumere per garantire la totale estraneità di interessi privati confliggenti con l'interesse delle istituzioni di Governo nazionali in attività di compravendita di gas, al fine di assicurare il necessario equilibrio nelle relazioni con tutti i Paesi e le compagnie produttrici ed esportatrici di gas metano con le quali si realizzano gli accordi strategici per le importazioni di materie prime energetiche di vitale importanza per la nostra economia e per le nostre imprese cui va garantita continuità e certezza nel tempo;
quali iniziative intenda il Governo adottare al fine di impedire un diretto interessamento del gruppo russo Gazprom, o di altri gruppi esportatori esteri, all'acquisto di quote della privatizzanda società delle reti gas «SNAM rete gas», anche al fine di assicurare la sicurezza e la continuità del servizio su scala nazionale.
(2-01692)
«Quartiani, Gambini, Innocenti, Ruzzante, Benvenuto, Grandi, Nieddu, Nigra, Ottone, Olivieri».