Atto Camera

Interpellanza urgente
2-00771
presentata da GIACOMO STUCCHI martedì 27 maggio 2003 nella seduta n.314

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle attività produttive, per sapere - premesso che:

i dipendenti dell'ex Banca Provinciale Lombarda di Bergamo e provincia al 31 dicembre 1993 (alla vigilia dell'incorporazione da parte dell'Istituto Bancario Sanpaolo di Torino avvenuta in data 1o gennaio 1994) erano 1.409, di cui 688 addetti ai servizi centrali di Direzione Generale, di Amministrazione e di centro elettronico e 721 alla rete operativa. Sulla piazza di Bergamo inoltre erano presenti 35 addetti del Banco Lariano che - sempre dal 1o gennaio 1994 - sono stati integrati nella rete operativa della nuova banca, per cui il totale occupazione generale per Bergamo al 31 dicembre 1993 era di 1.444 addetti. La Banca Provinciale Lombarda era la banca leader su Bergamo e Provincia, una delle zone d'Italia più ricche ed industrializzate;

in data 18 novembre 1993 è stato siglato un Accordo sindacale al fine di attenuare la riduzione occupazionale legata alla fusione, che prevedeva il mantenimento di attività di sede centrale e di centro elettronico sulla piazza di Bergamo; ciò comunque comportava una riduzione di 339 unità presso la ex Banca Provinciale Lombarda;

in data 4 ottobre 1994, la Direzione Generale del Sanpaolo ha illustrato alle organizzazioni sindacali il piano relativo al nuovo sistema informatico dell'Istituto che prevedeva la salvaguardia dei centri elettronici esistenti a Moncalieri (Sanpaolo Torino) e Grandate (ex Lariano) e la chiusura (in totale spregio agli accordi sottoscritti) del CED di Bergamo che occupava 365 addetti;

in data 10 ottobre 1994 è stata aperta una vertenza con il Sanpaolo che si è conclusa con l'impegno della banca stessa - con riferimento alle ricadute sugli organici nella piazza di Bergamo conseguenti al piano informatico - di giungere comunque, una volta effettuati gli opportuni approfondimenti, all'individuazione di talune attività connesse a specifiche esigenze aziendali ed aventi carattere di stabilità nel tempo, nell'ambito di quelle proprie di sede centrale, allocabili in Bergamo con relativi riflessi sul piano occupazionale;

durante ripetuti incontri (20 dicembre 1995 con il direttore generale dottor Luigi Maranzana, ed il capo del personale; 21 febbraio 1996 con la direzione del personale; 19 giugno 1996 ancora con il direttore generale, dottor Maranzana) confermavano alle organizzazioni sindacali la volontà dell'Azienda di rispettare in termini concreti gli impegni assunti;

in data 5 giugno 1997 dopo due anni e mezzo di studi il Sanpaolo, terminati gli approfondimenti, formalizzavano con le organizzazioni sindacali un accordo in cui si stabiliva che i lavoratori facenti parte degli uffici centrali distaccati in permanenza a Bergamo dovevano essere 195, a cui si aggiungevano 35 addetti alla Banca Telefonica;

in data 3 novembre 1998 si è svolto un incontro tra le organizzazioni sindacali e l'azienda, la quale comunicava che a seguito di verifiche organizzative e di efficienza avrebbe proceduto al recupero entro il 30 giugno 1999 di 40 risorse da destinare al sistema filiali. Il sindacato ha contestato questi interventi che, dietro il paravento dell'efficienza, rivelavano invece la volontà dell'azienda, in contrasto con gli accordi già sottoscritti, di portare lavoro di sede centrale che doveva essere stabilmente allocato in Bergamo a Torino o Grandate (vedi consulenza ufficio anagrafe, lavoro delle assicurazioni, ufficio sicurezza); il Sindacato, pertanto, richiedeva che queste lavorazioni, che nulla avevano a che fare con l'efficienza, rimanessero a Bergamo e che, nel rispetto sia del contenuto che dello spirito degli accordi, eventuali esuberi non venissero immessi sulla rete ma utilizzati ancora per attività di sede centrale. In caso di necessità di potenziamento della rete filiali l'azienda avrebbe dovuto provvedere all'assunzione di nuovo personale: per cui finalmente la piazza di Bergamo, che nei cinque anni precedenti aveva avuto una riduzione netta di 357 risorse, avrebbe potuto finalmente acquisire 40 nuovi posti di lavoro;

il contenimento della riduzione di organico su Bergamo e provincia in quel quinquennio a 357 risorse, nonostante il personale della Direzione Generale al 31 dicembre 1993 fosse di 688 addetti e l'accordo sottoscritto prevedesse 195 risorse (con una differenza quindi di 493) è stato generato dal trasferimento di personale in altre province, dall'allocazione a Bergamo della Banca telefonica, dal potenziamento della sede di Bergamo e dall'apertura degli sportelli che aveva ottenuto la ex Banca Provinciale Lombarda alla fine del 1993;

in data 29 marzo 1999 presso la sala consiliare della provincia di Bergamo si è svolto un incontro richiesto dalla Provincia e dall'Amministrazione comunale alla presenza delle forze politiche del territorio, delle forze sindacali e del Sanpaolo IMI, rappresentato dal Capo del Personale dottor Ferraris. L'azienda in quella sede riconfermava che le fuoriuscite, dovute a fatti meramente organizzativi sarebbero state 40, ma comunque ribadiva che era precisa volontà del Sanpaolo mantenere delle lavorazioni di sede centrale a Bergamo unitamente alla Banca Telefonica di cui aveva previsto un potenziamento;

a seguito di ulteriori ristrutturazioni organizzative le 195 risorse dedite ad attività di sede centrale sono state ridotte a 110;

in data 31 luglio 2002 il San Paolo ha avviato l'operazione Banco di Napoli, che prevedeva l'incorporazione per fusione e quindi la scomparsa del Banco, così come è avvenuto per la Banca Provinciale Lombarda. Avuta notizia di tale operazione le forze politiche ed imprenditoriali napoletane sono insorte e in data 27 ottobre 2002 vi è stata una visita di «cortesia» degli amministratori del Sanpaolo Ryner Masera e Iozzo al palazzo della regione Campania, in cui incontrarono il sindaco di Napoli ed il Presidente della Regione. A seguito di tale incontro il Sanpaolo propose un nuovo piano industriale che prevedeva comunque dal 1o gennaio 2003 la fusione, ma dal 1o luglio 2003 lo scorporo con la creazione del nuovo Banco di Napoli (Banca a tutti gli effetti con una propria Direzione Generale ed un Centro Servizi collegato al Sanpaolo);

nel febbraio 2003 il Sanpaolo IMI ha presentato un piano di ristrutturazione industriale a seguito dell'incorporazione del Banco di Napoli nel 2003 e nel 2004 di Cardine (7 Casse di Risparmio del Nord Est) che, anziché interessare in modo «uguale» tutte le banche del Gruppo, colpisce in modo mirato solo alcune unità produttive tra cui Bergamo (meno 70 posti di lavoro), mentre vengono mantenute le lavorazioni di Sede Centrale a Napoli, Padova, Mestre, Bologna e Moncalieri: poli a cui andranno le attività tolte a Bergamo. Un piano quindi completamente sbilanciato a favore dell'attuale gruppo di controllo del Sanpaolo;

l'eliminazione di questi 70 posti di lavoro nell'area bergamasca - prevalentemente ad alto contenuto professionale - va ad aggiungersi agli oltre 400 posti di lavoro persi dal 1994. In 10 anni Bergamo, che vanta una delle migliori facoltà di Economia e Commercio, ha perso la possibilità di offrire circa 500 posti di lavoro nel settore bancario ai neolaureati e neodiplomati della Provincia;

la stampa locale ha dato ampio rilievo a questa vicenda e l'opinione pubblica bergamasca ritiene inaccettabile la penalizzazione subita nel corso degli anni e soprattutto la beffa finale contenuta nell'ultimo piano di ristrutturazione industriale -:

se non ritenga di adottare iniziative volte a far sì che la Direzione del Sanpaolo IMI valuti l'opportunità di rivedere le scelte relative ai dipendenti della ex Banca Provinciale Lombarda, che come si evince da quanto citato in premessa sono stati gravemente penalizzati, tenendo in considerazione che in 10 anni sono venuti meno circa 500 posti di lavoro nel settore bancario della Provincia di Bergamo, una delle zone più produttive d'Italia.

(2-00771)
«Stucchi, Cè, Sergio Rossi, Lussana, Martinelli, Arnoldi, Fontana, Jannone, Reduzzi, Fontanini, Didonè, Bianchi Clerici, Bricolo, Parolo, Luciano Dussin, Rivolta, Ballaman, Vascon, Airaghi, Dario Galli, Di Teodoro, Rizzi, Guido Dussin, Cossa, Guido Giuseppe Rossi, Moroni, Polledri, Giancarlo Giorgetti, Collavini, Gibelli, Fratta Pasini, Ercole».