![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. L'onorevole Coluccini ha facoltà di
MARGHERITA COLUCCINI. Signor Presidente, mi rendo conto che un'interpellanza urgente riferita ad un fatto verificatosi nei primissimi giorni dell'anno può sembrare una bizzarria, ma la trattazione non tempestiva dell'atto di sindacato ispettivo in parola è conseguenza dell'intercorsa chiusura della Camera per le festività natalizie.
provvedere a ragguagliarci al riguardo. Mancano, infatti, sia una verifica costante della linea, dello stato delle carrozze e delle condizioni di viaggio sia la capacità di attrezzare con tempestività, ordine ed efficienza iniziative capaci di fronteggiare le emergenze.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, onorevole Gianfranco Conte, ha facoltà di
GIANFRANCO CONTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Naturalmente, concordo con lei, onorevole Coluccini e le eviterò tutta la parte della risposta relativa al modo in cui si fissano gli standard di sicurezza e la parte che riguarda la responsabilità delle regioni relativamente al trasporto regionale.
è reso necessario interrompere la circolazione dei treni su entrambi i binari. Il personale ferroviario preposto è prontamente intervenuto con gli uomini e i mezzi necessari per il ripristino delle condizioni di circolabilità, avvenuto alle ore 13,30 circa per il binario pari, ed alle ore 15,30 per il binario dispari.
PRESIDENTE. L'onorevole Coluccini ha facoltà di
MARGHERITA COLUCCINI. Signor Presidente, sarò molto breve. Ringrazio comunque il sottosegretario della risposta, che, come era abbastanza inevitabile, elenca le iniziative, peraltro note. Tuttavia, ritengo che la risposta testé fornita non dia conto del «calvario» - uso questo termine appositamente - cui quotidianamente sono sottoposti i cittadini che viaggiano su quella tratta e su altre ancora. Purtroppo, ahimé, non si tiene conto del fatto che un trasporto efficiente e sicuro rappresenta una garanzia di libertà.
una semplice enunciazione. Intendo dire che veramente, sulla rete e sul trasporto ferroviario, andrebbe operato un investimento serio: il che non è riscontrabile nei lunghi cinque anni in cui ha governato il centrodestra, al di là dell'annuncio di grandi opere. Siamo, infatti, fermi a tali annunci.
Ciò nulla toglie, peraltro, all'attualità del tema che si intende affrontare: si tratta dei disservizi e dei conseguenti gravi disagi che sono stati arrecati ai cittadini viaggiatori a causa delle condizioni in cui versa il sistema di trasporto ferroviario del nostro paese.
Lo spunto è offerto dal blocco della circolazione ferroviaria sulla linea Roma-Cassino causato da una frana verificatasi il 1o gennaio nel comune di Labico, ma la sequenza impressionante di incidenti, di blocchi, di soppressioni e di ritardi, precedenti e successivi all'incidente medesimo, è un dato di fatto da cronaca, purtroppo, ordinaria.
A seguito del blocco del 1o gennaio, 76 treni sono rimasti bloccati nella giornata del 2 gennaio e 74 il giorno seguente. Anche la stazione Termini di Roma è precipitata nel caos e centinaia di viaggiatori, lasciati senza informazioni, sono stati costretti - i più fortunati - ad avvalersi di collegamenti estemporanei attraverso bus navetta.
La linea Roma-Cassino è tra le più importanti tratte di collegamento tra la capitale ed il centro-sud. Essa è considerata la terza per importanza nella regione Lazio ed è utilizzata da migliaia di cittadini, studenti e lavoratori, i quali hanno necessità di raggiungere quotidianamente Roma affidandosi al trasporto pubblico. Inoltre, la linea serve un territorio, limitrofo alla capitale, densamente popolato.
Le considerazioni ed i numeri ora esposti non trovano corrispondenza nella qualità del servizio: poiché non vengono rispettate le più elementari regole di sicurezza, si verificano frequentissimi guasti meccanici; le carrozze sono sovraffollate e sporche; gli orari sono spesso disattesi; le stazioni non offrono un'accoglienza degna di tale nome; il degrado complessivo è, di fatto, la caratteristica dominante delle condizioni di viaggio e si ripercuote negativamente sulla vita di quanti sono costretti ad utilizzare il servizio. Tutto ciò, ovviamente, non fa notizia. Ha fatto notizia, invece, per la sua drammaticità, l'incidente avvenuto a Roccasecca, sulla stessa linea, il 20 dicembre 2005.
Tornando al movimento franoso che ha interessato il territorio del comune di Labico - per puro caso non sono rimasti coinvolti treni in transito -, le sue cause sono da rinvenire tutte nell'incuria complessiva ed irresponsabile con la quale sono tenuti, da un lato, la linea ferroviaria e, dall'altro, tutto il contesto territoriale attraversato. È mai possibile che su un costone che fiancheggia la ferrovia siano stati accumulati metri cubi di terra di riporto e che su di essi siano state costruite abitazioni senza che a nessuno sia venuto in mente di verificare le condizioni di fattibilità e di compatibilità?
Signor sottosegretario, lei mi risponderà che la competenza, nel caso specifico, non è del Governo. È così, ma un'amministrazione seria, attenta alla gestione degli impianti ed all'utilizzo del territorio, richiederebbe, oltre che, in generale, maggiore senso di responsabilità, un contatto, una relazione, un coordinamento tra i soggetti cui competono le relative decisioni amministrative e le funzioni di controllo.
Da questo punto di vista, spero che le responsabilità dell'amministrazione comunale di Labico vengano accertate presto dagli organismi preposti (so che sono in atto iniziative da parte della regione Lazio piuttosto che della prefettura).
Per quanto concerne, invece, le responsabilità di Trenitalia, al loro accertamento deve procedere il Governo, che deve anche
È per questi motivi che abbiamo chiesto l'istituzione di una Commissione di indagine che accerti lo stato complessivo in cui versa il sistema del trasporto ferroviario, anche se mi rendo conto che tale richiesta può apparire inutile dal momento che siamo alla fine della legislatura.
Devo aggiungere, peraltro, che, nel periodo in cui maggiore è stata la frequenza degli incidenti sulle nostre tratte ferroviarie, il ministro Lunardi si è sempre mostrato furibondo con i vertici di Trenitalia. Purtroppo, ci si è limitati a questo, perché non mi risulta che siano stati posti in essere atti concreti né che sia stato dato, da parte delle istituzioni, un segnale di indignazione che avrebbe rappresentato anche lo stato d'animo di tanti cittadini: atti concreti, anche se simbolici, avrebbero costituito un segno di vitalità e di serietà!
Lei mi dirà anche, signor sottosegretario, che le competenze sulle linee regionali sono passate alle amministrazioni regionali; e questo lo sappiamo. Ciò è tanto più vero ed importante per il fatto che alcune regioni, quali il Piemonte ed il Lazio, stanno esercitando con responsabilità il loro dovere di tutela dei cittadini attraverso forme di rimborso per gli utenti e sanzioni per Trenitalia nei casi di disservizio. Credo che le ferrovie dello Stato - anche se non hanno più questo nome - sono comunque un patrimonio e rendono un servizio al paese. La Conferenza delle regioni e, in particolare, la Commissione trasporti dovrebbero avere nel Governo un interlocutore certo, garante dell'interesse generale e, auspicabilmente, alleato delle regioni medesime.
Per quanto riguarda, invece, il tema del miglioramento della linea ferroviaria Roma-Cassino, si precisa che in data 20 dicembre 2005 è stato attivato il sistema di controllo marcia treno. Sono, inoltre, ormai sostanzialmente ultimati i lavori di potenziamento del tratto Roma Termini-Roma Casilina-Ciampino consistenti nell'attrezzaggio dello stesso con sistema di blocco automatico; tale intervento è teso anche ad aumentare la densità di traffico.
Relativamente ai disservizi menzionati nell'interpellanza in discussione, si fa presente che gli stessi afferiscono a servizi d'interesse regionale e che le regioni a statuto ordinario, a seguito della attuazione del decreto legislativo n. 422 del 1997, come modificato dal decreto legislativo n. 400 del 1999, non sono più di diretta competenza dello Stato ma oggetto di diretta regolazione da parte delle regioni mediante appositi contratti stipulati con Trenitalia Spa. Tuttavia, considerata la rilevanza della questione, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha attivato un tavolo tecnico con le regioni al fine di promuovere un coordinamento ed una cooperazione più stretta fra i compiti del Dicastero, delle regioni stesse e delle imprese ferroviarie.
Sulla questione, Ferrovie dello Stato Spa ha sottolineato la completa estraneità della società agli eventi del 2 gennaio 2006, che hanno causato l'interruzione della circolazione sulla linea Roma-Cassino, a fronte dei quali, peraltro, ha subito notevoli danni economici e di immagine; lo smottamento, infatti, si è verificato su un versante di proprietà di privati limitrofo alla ferrovia Roma-Cassino, nel territorio del comune di Labico, precisamente al chilometro 41,500, ostruendo completamente la piattaforma ferroviaria, per cui si
La circolazione, però, non si è potuta riattivare perché i Vigili del fuoco, anch'essi interventi sul posto, valutavano che la situazione richiedeva una verifica più approfondita della stabilità dell'intera scarpata e la realizzazione di opere di stabilizzazione, consolidamento e ripristino di competenza dei proprietari dei terreni coinvolti. Disponevano, pertanto, che, nelle more di tali interventi, non si potesse riattivare la rete ferroviaria.
Contestualmente, il sindaco del comune di Labico, avendo accertato che causa della frana fosse la non corretta realizzazione del terrapieno su cui poggiavano nuove villette in costruzione, peraltro con regolare licenza edilizia, con ordinanza dirigenziale n. 1 del 2006 - era il 2 gennaio - imponeva alla società costruttrice alcuni interventi ed incaricava un geologo di fiducia per la successiva verifica tecnica dei suddetti interventi.
La circolazione riprendeva alle ore 19,30 del giorno successivo, a seguito della certificazione di cessato allarme e di messa in sicurezza dell'area sovrastante la linea ferroviaria da parte del professionista incaricato dal comune stesso.
Ciò premesso, per far fronte alla situazione verificatasi e limitare i disagi alla clientela sono state intraprese le seguenti attività. Il giorno 2 gennaio, il percorso Colleferro-Zagarolo, non più percorribile per ferrovia dalle ore 5,30, è stato assicurato mediante servizi sostitutivi di autobus fino alle ore 6. Inoltre, il giorno successivo, il 3 gennaio, già dalle ore 5 del mattino sono stati resi disponibili 25 autobus per l'effettuazione di servizi fra Zagarolo e Colleferro ed altri cinque autobus sono stati attestati a Cassino al fine di fronteggiare eventuali ulteriori esigenze ed in seguito sono stati utilizzati per assicurare, nella serata, il collegamento tra Cassino e Campobasso, in sostituzione di un treno proveniente da Campobasso.
Inoltre, nelle stazioni di Zagarolo e Colleferro, interessate all'interscambio treno-bus, la clientela è stata costantemente assistita ed informata mediante l'istituzione di appositi presidi rimasti, peraltro, attivi fino alla ripresa della circolazione.
Parimenti, nella stazione di Roma Termini sono state assicurate l'assistenza e l'informazione alla clientela, in particolare in relazione ai trasbordi, alle soppressioni ed ai ritardi sulla linea interessata dall'interruzione.
Per il miglioramento delle condizioni di viaggio sulla linea Roma-Cassino, con riferimento anche all'affollamento delle vetture, con il nuovo orario di dicembre 2005 l'offerta è stata ampliata mediante l'introduzione di quattro nuove coppie di treni sulla tratta Roma Termini-Colleferro e viceversa, con partenza nella fascia oraria pomeridiana di maggior afflusso pendolare; tale nuova offerta contribuirà anche ad alleggerire le frequentazioni dei treni diretti a Frosinone e Cassino.
In ordine, invece, al miglioramento delle performance di regolarità e puntualità della circolazione, è attualmente allo studio una riorganizzazione dell'offerta oraria su tale linea che verrà attuata, presumibilmente, da giugno prossimo.
Affermare il diritto alla mobilità dei cittadini è, infatti, affermare un principio di libertà, che non deve consistere in
Quindi, a mio avviso, bisognerebbe puntare con investimenti seri sull'ordinarietà, che rappresenta la straordinarietà della condizione di vita di tante persone, quotidianamente costrette ad utilizzare treni non per propria scelta ma perché, evidentemente, non hanno altra possibilità. Ritengo che l'atteggiamento del Governo in questi anni sia stato del tutto manchevole dal momento che le regioni, nonostante il discorso sulle competenze, sul quale siamo d'accordo, sono comunque state lasciate sole nella gestione di contratti di servizio che purtroppo, per così dire, non sempre sono paritetici.
Per questi motivi, l'auspicio è semplicemente che le situazioni possano cambiare, vengano ripristinate condizioni di dignità della persona e questo nostro paese recuperi, a sua volta, una condizione di modernità e di civiltà che chiede e che, ad oggi, oggettivamente manca.