Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 701 dell'8/11/2005


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIER FERDINANDO CASINI

La seduta comincia alle 10,35.

TEODORO BUONTEMPO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 novembre 2005.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Amoruso, Armani, Enzo Bianco, Boato, Bonaiuti, Bono, Bova, Brancher, Bricolo, Ceremigna, Colucci, Gianfranco Conte, Cristaldi, Cusumano, Gambale, Gentiloni Silveri, Giordano, Giancarlo Giorgetti, Giovanardi, Grillo, Lumia, Mantovano, Martinelli, Martino, Mazzocchi, Minniti, Moroni, Angela Napoli, Pecoraro Scanio, Pescante, Piscitello, Pistone, Romani, Russo Spena, Scajola, Sgobio, Sinisi, Stucchi, Tortoli, Viespoli, Violante e Zacchera sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Su un lutto del deputato Antonio Leone.

PRESIDENTE. Comunico che venerdì 4 novembre il collega Antonio Leone è stato colpito da un grave lutto: la perdita della sorella Rina.
Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

In morte dell'onorevole Silvano Labriola.

PRESIDENTE. Comunico che lunedì 7 novembre 2005 è deceduto l'onorevole Silvano Labriola, già Vicepresidente e membro della Camera dei deputati dalla VII alla XI legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea. Vorrei inoltre informare i colleghi che nella giornata di giovedì 10 novembre, alle ore 17, avrà luogo una cerimonia commemorativa presso la Sala del Mappamondo.

Informativa urgente del Governo sulla manifestazione di protesta svoltasi a Roma in occasione della discussione parlamentare sulla riforma universitaria (ore 10,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sulla manifestazione di protesta svoltasi a Roma in occasione della discussione parlamentare sulla riforma universitaria.

(Intervento del ministro dell'interno)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il ministro dell'interno, onorevole Pisanu.


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BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, lo scorso 25 ottobre si è svolta a Roma la manifestazione indetta dal movimento «Studenti Sapienza» per protestare contro la riforma universitaria. Gli uffici della questura erano stati regolarmente preavvisati. Tenuto conto della partecipazione prevista, essi avevano respinto la richiesta che il corteo percorresse via del Corso fino a piazza Montecitorio, suggerendo invece l'itinerario da piazza della Repubblica a piazza Navona. Peraltro, le informazioni acquisite nei giorni precedenti lasciavano presagire la possibilità che la manifestazione prendesse altre vie. Per di più era segnalato l'arrivo da alcune città del nord di elementi dell'antagonismo estremo e dell'anarco-insurrezionalismo.
Le preoccupazioni della vigilia hanno trovato conferma sin dal primo mattino del 25 ottobre, quando circa 3 mila manifestanti si sono raccolti all'interno della città universitaria, altri 1.500 in piazza Barberini ed altri ancora davanti ai licei «Tasso», «Righi» e «Virgilio». Si sono così formati diversi cortei che hanno raggiunto piazza della Repubblica, dove nel frattempo confluivano numerosi altri manifestanti.
Alle 11 del mattino il corteo, molto più consistente del previsto, si è mosso da piazza della Repubblica incamminandosi lungo l'itinerario prestabilito, con alla testa diversi parlamentari e il leader dei COBAS. Già all'inizio del percorso, in via Cavour, i promotori hanno chiesto alle Forze dell'ordine di raggiungere piazza Montecitorio, dichiarandosi incapaci di contenere le pressioni che in tal senso provenivano dai manifestanti. Queste richieste sono state appoggiate da vari parlamentari.
In piazza Venezia gli organizzatori e il servizio d'ordine della CGIL hanno collaborato con i responsabili dell'ordine pubblico per indurre i giovani a proseguire per via delle Botteghe Oscure, evitando via del Corso. Mentre il corteo andava in questa direzione, alcuni operatori di polizia notavano un gruppo di manifestanti che si coprivano il volto. Molti erano in possesso di oggetti contundenti ma, dopo un'accesa discussione con altri giovani, desistevano e riprendevano a sfilare. Alle 12,40 la testa del corteo è arrivata a largo di Torre Argentina. Qui un consistente gruppo di manifestanti, con il volto coperto da sciarpe e caschi, ha tentato di forzare gli sbarramenti della polizia per raggiungere piazza Montecitorio attraverso via di Torre Argentina. C'è stato qualche contatto e dalle file degli studenti sono stati lanciati fumogeni.
Nell'occasione, un parlamentare ha nuovamente chiesto ai funzionari di polizia che al corteo fosse permesso di raggiungere Montecitorio o piazza del Pantheon ma, di fronte al persistere del diniego e all'arrivo di un contingente di rinforzo, il gruppo di manifestanti tornava sui suoi passi. Nel frattempo, era arrivato sul posto un noto esponente dell'area antagonista, a suo tempo leader del movimento studentesco «La Pantera», il quale avvertiva che altri manifestanti, per vie diverse, stavano dirigendosi verso la Camera dei deputati.
Di lì a poco, in via del Teatro Valle, le forze dell'ordine si sono opposte ad un ulteriore tentativo di raggiungere la Camera. Nonostante la forte pressione sullo sbarramento degli agenti, l'iniziativa è stata respinta senza fare ricorso a cariche o lacrimogeni. In questo frangente erano presenti tre colleghi parlamentari.
Nella stessa occasione, tale Paolo Di Vetta, protagonista di un recente tafferuglio presso gli studi della RAI, ha riportato una lieve ferita lacero-contusa, per la quale non risulta aver fatto ricorso a cure mediche.
A qualche minuto di distanza, in piazza Sant'Andrea della Valle, l'autovettura che trasportava il ministro Calderoli e quella di scorta sono state bersagliate con sputi, calci e pugni da alcuni facinorosi. Altri momenti di tensione si sono verificati in corso Rinascimento, dove i manifestanti cercavano di raggiungere il Senato.
A seguito di ripetute sollecitazioni, circa 3 mila giovani hanno finalmente desistito e si sono riversati in piazza Navona. Altri gruppi si sono invece diretti


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alla spicciolata verso Montecitorio, fino a formare una folla di oltre 1.500 persone, mentre una quarantina di giovani improvvisava un sit in in via Uffici del Vicario. Gli studenti sono rimasti sempre dietro le transenne, presidiate da consistenti nuclei di forza pubblica, ma numerosi parlamentari presenti si sono adoperati affinché potessero ulteriormente avvicinarsi al Palazzo. La collega Aprea, sottosegretario per l'istruzione, ha raggiunto i manifestanti, accompagnata dal Vicepresidente della Camera, onorevole Mussi, e ha proposto loro di formare una delegazione per incontrare il ministro Moratti. La risposta è stata che fosse il ministro a scendere in piazza.
Sia davanti a Montecitorio che in via Uffici del Vicario alcuni deputati di Alleanza nazionale hanno lamentato la presenza di numerosi giovani che intralciavano il passaggio. In particolare, uno di loro ha contestato il comportamento incivile di diversi dimostranti, con i quali poi è riuscito ad intrattenere una normale conversazione.
Verso le 18 i manifestanti hanno cominciato a lasciare la piazza. Durante il deflusso in via del Corso è stato fermato un giovane, poi identificato come un noto esponente dell'area antagonista, e denunciato a piede libero perché in possesso di dodici fumogeni. Nella circostanza si è verificato un breve tafferuglio, a seguito del quale cinque persone hanno fatto ricorso alle cure dei medici dell'ospedale San Giacomo, tra le quali un cameraman dell'emittente pugliese Telenorba.
Il danno più grave lo ha subito un giovane di 21 anni, che ha riportato una frattura alla mano guaribile in 30 giorni; agli altri sono state accertate contusioni di lieve entità. Dopo questo episodio, non si sono più registrate altre turbative e, intorno alle ore 21, la manifestazione si è sciolta. A fine giornata, si sono contati 11 appartenenti alle Forze dell'ordine con lievi lesioni.

PIER PAOLO CENTO. Ma dove?

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dal 19 maggio 2003 ad oggi si sono svolte in Italia circa 20 mila manifestazioni di piazza. Il diritto costituzionale di riunirsi pacificamente e senz'armi per esprimere le proprie convinzioni ha trovato in questo periodo l'applicazione più ampia e scrupolosa. Anche nelle situazioni più delicate, il Ministero dell'interno e le Forze dell'ordine hanno garantito questa libertà fondamentale, salvaguardando, nello stesso tempo, l'ordine pubblico e la sicurezza di tutti i cittadini, manifestanti e non manifestanti.
È un compito difficile, che richiede sempre grande professionalità e, spesso, pesanti sacrifici. Le nostre Forze dell'ordine lo hanno assolto in maniera così convincente da meritare l'ammirazione della stragrande maggioranza dei cittadini onesti.
Come ho appena ricordato, già alla vigilia erano stati percepiti gli aspetti più critici della manifestazione di Roma: l'elevato numero di partecipanti e, soprattutto, la presenza di elementi anarcoidi, marxisti-leninisti e antagonisti radicali, in gran parte provenienti da alcune città del nord. Quest'ultima circostanza si inquadra in una tendenza che ho già segnalato alla Camera e che si va facendo sempre più marcata: il tentativo, cioè, delle frange estreme dell'universo antagonista di esasperare ogni forma di protesta, per deviarla dall'alveo democratico e condurla allo scontro violento.
Di solito, le componenti moderate dei diversi movimenti vengono affiancate e scavalcate dagli estremisti...

FRANCESCO GIORDANO. Erano ragazzini!

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. ... che, indipendentemente dagli obiettivi della singola manifestazione, mirano solo allo scontro con le Forze dell'ordine (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e di Rifondazione comunista) ...

FRANCESCO GIORDANO. Ma erano dei ragazzini!


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PIETRO FOLENA. Sedici anni avevano!

ITALICO PERLINI. Ma finitela!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, mi sembra che la serietà delle comunicazioni del ministro non consenta interruzioni da parte di alcuno. Il ministro sta serenamente...

FRANCESCO GIORDANO. Ma non si possono raccontare queste cose!

PRESIDENTE. Onorevole Giordano, la richiamo all'ordine!

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Ho distinto bene le componenti moderate della manifestazione dai facinorosi, anzi dai delinquenti travisati e armati che hanno cercato di inquinarla e condurla verso esiti violenti (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro - Commenti del deputato Cento)!

ITALICO PERLINI. Bravo!

FRANCESCO GIORDANO. Erano suoi colleghi...!

GRAZIELLA MASCIA. Non si possono dire queste cose! Ma che dice!

PRESIDENTE. Onorevole Giordano! Onorevole Mascia, la richiamo all'ordine! Per cortesia!
Stiamo svolgendo un dibattito, che deve essere sereno, su questioni delicate (Commenti)...
Il ministro esprime il suo pensiero ed espone ciò che gli risulta; non può affermare quello che vogliamo sentirci dire!

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Non costringetemi, onorevoli colleghi - perché sarebbe compito ingrato -, a fare nomi e cognomi, per questi e per fatti pregressi (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e della Lega Nord Federazione Padana - Commenti dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e Misto-Verdi-l'Unione)!

LUCA VOLONTÈ. Li faccia, i nomi!

ITALICO PERLINI. Bravo!

FRANCESCO GIORDANO. Si chiamano Santanchè, La Russa...!

PRESIDENTE. Onorevole Giordano...

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Le cronache delle ultime settimane sono piene di episodi che testimoniano questa dinamica: dalle proteste contro la TAV ai tentativi di inserimento in alcune crisi industriali, all'aggressione dei centri di permanenza temporanea e alla contestazione delle scelte legalitarie del sindaco di Bologna (Commenti). Potrei continuare con questi esempi. Preferisco fermarmi qui, per sottolineare invece che in tal modo si creano contesti assai delicati nei quali è indispensabile, ma non sempre facile, distinguere bene le legittime espressioni di dissenso dalle manifestazioni di oltranzismo ideologico che inclinano alla violenza.
A Roma, il tentativo di elevare il livello della protesta c'è stato ed è apparso chiaro quando si è tentato ripetutamente di far deviare il corteo per raggiungere e assediare il Parlamento, quasi fosse un «Palazzo d'Inverno» da espugnare (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista - Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, della Lega Nord Federazione Padana e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro). Ancor più evidenti sono apparse, in Val di Susa, le intenzioni degli anarco-insurrezionalisti...

PIER PAOLO CENTO. Ma che c'entra la Val di Susa? È una vergogna!

PRESIDENTE. Onorevole Cento, la richiamo all'ordine!


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PIER PAOLO CENTO. Cosa c'entra la Val di Susa?

PRESIDENTE. Onorevole Cento...

PIER PAOLO CENTO. Non si possono fare queste provocazioni!

PRESIDENTE. Onorevole Cento, premesso che, parlando al microfono, ho la voce più forte della sua, per cui la invito a risparmiare fiato, ricordo che l'ho richiamata all'ordine; la richiamerò eventualmente all'ordine una seconda volta, dopodiché, se non sarà possibile fare altrimenti, la escluderò dall'aula.

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Dicevo che ancor più evidenti sono apparse, in Val di Susa, le intenzioni degli anarco-insurrezionalisti, che fin dal primo giorno si erano schierati contro le Forze dell'ordine, cercando riparo dietro la barriera involontariamente protettiva degli amministratori locali...

PIER PAOLO CENTO. Arrestiamo anche loro!

PRESIDENTE. Onorevole Cento, per cortesia!

DARIO GALLI. Se a protestare fossi stato io, sarei stato già sbattuto fuori dall'aula!

PRESIDENTE. Onorevole collega, mi raccomando, un po' di serenità! Se siamo così nervosi parlando di questioni così delicate, che vanno affrontate con serenità andremo poco lontani...

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. A tratti, in un caso e nell'altro, i comportamenti più aggressivi hanno trovato comprensione e perfino sostegno da parte di qualificati esponenti delle istituzioni democratiche. E questi, purtroppo, non sono casi rari.
Oggi, onorevoli colleghi, in Italia le insidie maggiori alla sicurezza e all'ordine pubblico non vengono dalle periferie urbane degradate ma dal terrorismo, dalla criminalità organizzata, dall'eversione interna, dall'immigrazione clandestina e dall'illegalità diffusa. Queste minacce, che tendono sempre più ad interagire tra loro, debbono essere contrastate energicamente e senza riserve. Davanti ad esse non ci sono attenuanti politiche o giustificazioni che tengano. Se a Roma o in Val di Susa non è successo nulla di irreparabile, è solo perché, ancora una volta, il senso della misura e l'esperienza dei tutori dell'ordine pubblico hanno avuto la meglio sulle intenzioni di chi cercava lo scontro per lo scontro (Commenti dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo - Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, della Lega Nord Federazione Padana e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro)!

MARCELLA LUCIDI. Ma cosa c'entra la Val di Susa?

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi! Onorevoli colleghi, è una comunicazione del ministro dell'interno (Commenti dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)! Colleghi, non è possibile censurare il ministro dell'interno! Non è possibile!

PIER PAOLO CENTO. Non si può venire qui a fare queste provocazioni!

PRESIDENTE. Onorevole Cento, la richiamo all'ordine!

LUIGI MURATORI. Fuori!

PRESIDENTE. Onorevole Cento, la invito a terminare questa gazzarra! Non possiamo censurare il ministro dell'interno! Egli espone responsabilmente in aula le sue opinioni; noi poi, se vogliamo dissentire, dissentiremo (Commenti del deputato Giordano)! Onorevole Giordano, per cortesia! Lei è anche un capogruppo!

FRANCESCO GIORDANO. Appunto!


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PRESIDENTE. Appunto, stia buono ...!
Onorevole Pisanu, lei è un parlamentare di vecchia esperienza: non si impressiona certo per queste cose...

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Continuerò pacatamente ad esporre le mie documentate opinioni...

PIETRO FOLENA. Ma le ha dette il questore di Roma!

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Certo, sono date dalla questura: ma da chi mi debbo documentare, dai no-global (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista)?

PRESIDENTE. Onorevole Folena! Onorevoli colleghi, non ho più intenzione di tollerare questa gazzarra; la prossima volta che qualcuno dei deputati richiamati all'ordine interromperà nuovamente il ministro dell'interno, uscirà cortesemente dall'aula...

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Signor Presidente, non c'è il rischio che io perda la pazienza.

PRESIDENTE. No, no, questo lo so: la conosco abbastanza per capire che non si scalda...

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Il questore di Roma (Commenti) è uno scrupoloso e fedele servitore dello Stato (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista)...

FRANCESCO GIORDANO. Il questore di Roma ...!

PIETRO FOLENA. Appunto! E ha condannato i poliziotti nella ...

PRESIDENTE. Onorevole Folena, la richiamo all'ordine!

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. A conferma che ha agito con obiettività, anche quando ha redatto queste note (Commenti del deputato Folena). Noi classe politica dirigente - maggioranza ed opposizione - non possiamo permettere che l'esasperazione del conflitto sociale e politico si scarichi esclusivamente sulle Forze dell'ordine.
A monte della piazza, pur nell'asprezza del confronto bipolare, occorre sempre una più elevata e comune capacità di mediazione politico-istituzionale, altrimenti lo scontro, prima o poi, esploderà. Ma nessuna mediazione, nessuna prevenzione potrà avere successo se in tutti noi non prevarranno il senso di responsabilità, la capacità di misurare parole e comportamenti, il rispetto rigoroso della legalità (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e della Lega Nord Federazione Padana)!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole ministro.

(Interventi)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel manifestare il consenso del gruppo di Forza Italia all'esposizione del ministro dell'interno ed alla ricostruzione che egli ha fatto di quanto è successo intorno al Parlamento qualche giorno fa, voglio innanzitutto dare atto al Governo - cosa che non può essere contestata assolutamente da nessuno - di avere assicurato, nel corso di questi anni, l'assoluta libertà di manifestazione, quando le manifestazioni erano civili e normali, di avere assicurato la libertà e la democrazia in questo paese e di aver gestito l'ordine pubblico attraverso una linea che ritroviamo, appunto, anche in un'informativa del ministro dell'interno che è stata particolarmente equilibrata.


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Anche rispetto ad un dibattito che è in corso nel paese, la linea del Governo ha sempre teso ad evitare che venissero fatte analisi indifferenziate ed ha sempre evitato, sul terreno delicatissimo del confronto rispetto al mondo islamico, che i problemi del terrorismo espressi dal fondamentalismo islamico venissero ripresi nel cosiddetto scontro di civiltà.

FRANCESCO GIORDANO. Con i ragazzini di quindici anni!

FABRIZIO CICCHITTO. È stata istituita anche una Consulta islamica. Quindi, si tratta di una linea assai articolata e responsabile.
Nel contempo, questa linea articolata e responsabile deve essere improntata al rigore per quel che riguarda gli atti di irresponsabilità che vengono commessi. Allora, noi dobbiamo dire con grande chiarezza - e lo dico in quest'aula, specialmente al Presidente della Camera - che, per quanto concerne i fatti verificatisi qualche giorno fa, noi ci siamo trovati di fronte ad un tentativo di intimidire il Parlamento guidato da alcuni parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, della Lega Nord Federazione Padana e Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI)!
Devo dire che l'unico limite che io trovo nell'informativa del ministro dell'interno è che i nomi e cognomi di questi parlamentari non sono stati fatti...

PIETRO FOLENA. Siamo noi!

GRAZIELLA MASCIA. Siamo tutti qui!

GIOVANNA GRIGNAFFINI. Santanchè!

FABRIZIO CICCHITTO. ... perché, comunque, c'è stato un comportamento irresponsabile che ha teso a portare sotto il Parlamento masse di cittadini che protestavano allo scopo di intimidire.
Ora, noi non ci faremo intimidire (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista)! Ma questa prassi e questo modo di fare noi lo respingiamo nel modo più assoluto (Commenti dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e Misto-Verdi-l'Unione)!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi!

FABRIZIO CICCHITTO. Diamo atto al Presidente, al ministro dell'interno, al questore di Roma ed alle Forze dell'ordine, di aver evitato questo rischio.
L'intimidazione si è anche concretizzata nella difficoltà di movimento creata ad alcuni colleghi - ad essi va la nostra solidarietà - i quali non potevano non soltanto entrare, ma nemmeno uscire dalla Camera. E su questo si è innescata una speculazione giornalistica che noi respingiamo.
Nei limiti di tempo, vorrei concludere, ricordando... (Commenti dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo). Potete anche interrompere, tanto non me ne importa nulla!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia!

FABRIZIO CICCHITTO. Concludo, rilevando che tira una brutta aria...

GIORGIO PANATTONI. Le fotografie!

LUCIANO PETTINARI. Lo dice la foto della Santanchè!

FABRIZIO CICCHITTO. A mio avviso, è stato un atto di irresponsabilità la dichiarazione del professor Prodi, quando, rispetto alla situazione francese, ha rilevato la possibilità che si verificasse anche in Italia.
Cari colleghi, le parole sono pietre. Fortunatamente, gli stessi osservatori di sinistra della vicenda francese sostengono che tra la realtà francese e quella italiana non c'è alcun rapporto, anche perché l'eventuale disordine in Italia verrebbe posto a carico delle giunte di sinistra, che voi gestite. Il problema è legato all'emarginazione


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sociale che si sta manifestando in Francia. Si tratta, dunque, di un atto di irresponsabilità politica che condanniamo, avendo tutti consapevolezza che si gioca con il fuoco e che le parole sono pietre.
Gli atti di nervosismo sul terreno assai delicato del dibattito parlamentare e dell'ordine pubblico ed il tentativo di intimidazione fatto nei confronti del Parlamento mettono in evidenza il tentativo di cavalcare una tigre che può provocare gravissimi danni all'intero paese.
Le vicende degli anni Settanta, che ben conosciamo, dovrebbero indurre l'onorevole Cento ad essere un po' più calmo in quest'aula, ma anche fuori di qui (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.

CARLO LEONI. Signor Presidente, a nome del mio gruppo, esprimo un radicale dissenso nei confronti della ricostruzione fatta dal ministro e, se me lo consente, ministro, anche un senso di una profonda delusione. Quando lei assunse l'incarico prestigioso che ricopre, qualcuno di noi, illudendosi, affermò che sarebbe stato non un ministro di polizia, ma un ministro di tutela dei diritti politici e civili.
Con l'esposizione che ha fatto oggi si compie una parabola deludente per due ragioni. In primo luogo, lei ha inteso andare molto al di là dell'oggetto dell'informativa, mettendo insieme aspetti che tra loro non hanno nulla a che fare (la discussione sulla TAV con quanto è successo a Roma il 25 ottobre). Inoltre, ha descritto quella giornata come una giornata di scontri e di tensioni che avrebbero coinvolto tutto il centro cittadino. Invece, in quel giorno si è svolta una grandissima manifestazione di ragazzi e ragazze, di 150 mila studenti delle medie e dell'università, di docenti e di ricercatori universitari, assai preoccupati per il loro presente e per il loro futuro. Per questo motivo protestavano contro la politica del Governo sulla scuola e sull'università.
Un fatto, questa grande manifestazione, sul quale una classe dirigente responsabile dovrebbe avere la forza di riflettere. Il suo Governo non possiede questa forza, tanto che in quelle ore in aula si procedeva a votare a testa bassa.
Nonostante ciascuno dei manifestanti fosse andato lì con un carico di inquietudine grande rispetto al proprio futuro e con un senso di precarietà, la manifestazione è stata composta, pacifica, ordinata, segnata più dall'ironia che dall'ostilità e dall'aggressività.
Gli incidenti di cui parliamo oggi non possono oscurare in alcun caso il grande valore democratico di tale protesta. Dalle notizie di stampa, risulta che i vertici delle Forze dell'ordine abbiano dato disposizione di tenere una linea di freddezza: fare di tutto per evitare che quel clima degenerasse.
Manifestare davanti a Montecitorio, signor ministro, onorevole Cicchitto, non solo è una consuetudine legittima, ma anche un fatto che noi parlamentari dobbiamo considerare importante e prezioso, soprattutto quando a farlo sono ragazzi e ragazze; è, infatti, un modo per ricucire un rapporto fra le istituzioni e i cittadini.
Neanche fisicamente le istituzioni debbono essere chiuse e lontane dalla società. Ebbene, ciò lo si è fatto anche organizzando un gesto di distensione, civiltà, vicinanza come quello di distribuire acqua agli studenti e agli agenti.
Alcuni parlamentari di Alleanza nazionale, invece, hanno avuto un atteggiamento provocatorio verso i manifestanti e, per quanto riferito da diversi giornali (quasi tutti), addirittura minaccioso verso i responsabili nella piazza delle Forze dell'ordine.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PUBLIO FIORI (ore 11,05)

CARLO LEONI. L'onorevole Cicchitto vuole i nomi di parlamentari irresponsabili? Si chiamano La Russa, Santanchè e qualcun altro, tanto che ho letto che il Presidente della Camera ha stigmatizzato


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«il gusto di provocare», soprattutto quando viene da un parlamentare.
Delle cariche che vi sono state hanno fatto le spese non solo studenti, ma anche non pochi giornalisti e addetti all'informazione. Tutti i giornali - e qui vi è una sua reticenza grave, signor ministro - hanno riportato, virgolettate, note ufficiali della questura di Roma, secondo la quale la questura stessa non ha dato mai ordine di caricare gli studenti e gli agenti che l'hanno fatto lo hanno fatto di propria iniziativa: lei questo non lo ha detto (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, Misto-Verdi-l'Ulivo e di Rifondazione comunista). È così, signor ministro? Perché lei non l'ha detto? Come è potuto accadere? Si è parlato di un'inchiesta interna: vi è questa inchiesta interna? Che esiti sta dando? Questa è stata una sua grave reticenza!

GIOVANNA GRIGNAFFINI. Questo era il tema!

FRANCESCO GIORDANO. L'abbiamo chiamata per questo, non per altro!

CARLO LEONI. Il Parlamento non era sotto assedio. Naturalmente, non sono accettabili (Commenti di deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)... Non era sotto assedio!

TOMMASO FOTI. Buffone!

CARLO LEONI. Naturalmente non sono accettabili atteggiamenti di insulto e di provocazione verso le Forze dell'ordine, ma è del tutto inaccettabile in un paese democratico - e un ministro non di polizia, come disse lei, lo dovrebbe stigmatizzare - che agenti individualmente prendano iniziative a titolo personale fuori dagli ordini che vengono loro impartiti.
In ogni caso, tutto questo, signor ministro, non oscura affatto - e un ministro della Repubblica dovrebbe riconoscerlo - il grande evento democratico di una grande manifestazione pacifica di ragazzi e ragazze preoccupati del futuro che le iniziative del suo Governo stanno loro allestendo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Verdi-l'Unione).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI. Signor ministro, lei è stato chiaro ed esaustivo, ma ciò nulla toglie alla gravità di quanto accaduto fuori da Montecitorio il 25 ottobre ultimo scorso.
Se fossero stati gli studenti del centrodestra ad organizzare una manifestazione simile, ci domandiamo cosa sarebbe successo?

FRANCESCO GIORDANO. Non ne avete così tanti!

ALESSIO BUTTI. Quanti magistrati si sarebbero mobilitati? La sinistra avrebbe comunque giustificato, capito, compreso, agevolato una manifestazione così violenta, e non solo simbolicamente? Quanto accaduto a Bologna, dove buona parte della sinistra ha contestato ogni sano principio di legalità, e a Roma, chiarisce in modo inequivocabile che Prodi guida uno schieramento che, con un eufemismo, definiamo «eterogeneo», uno schieramento per nulla affidabile che comincia a spaventare gli italiani.
Prodi si lancia anche in tetri presagi, profetizza la rivolta delle periferie italiane, strumentalizza a fini politici il disagio sociale, fa dichiarazioni pericolose e irresponsabili, quasi a giustificare eventuali ulteriori futuri disordini generati dai suoi variopinti e mascherati supporter.
Gli incappucciati che hanno sfilato urlando «10, 100, 1000 Nassirya!», i facinorosi con il fazzoletto calato sul viso che hanno tentato di sfondare il cordone delle Forze dell'ordine, le gentildonne e i gentiluomini che hanno insultato chiunque passasse nei paraggi, gli agit-prop professionisti con barba e capelli bianchi, probabilmente studenti ripetenti o forse al ventesimo anno fuori corso, sono organici allo schieramento che sostiene Prodi.


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I giovani interpellati da giornalisti coraggiosi ignoravano completamente il contenuto del provvedimento votato dalla Camera e contro il quale stavano manifestando, un provvedimento che, senza intaccare l'autonomia degli atenei, incoraggia le imprese a finanziare gli stessi per quanto concerne la ricerca applicata, che introduce la figura del ricercatore a contratto, incentivando l'ingresso dei giovani nel mondo universitario, che vince quelle resistenze corporative dannose per il sistema universitario: ma la manifestazione di quel martedì era contro il Governo a prescindere! E così, centinaia di giovani si sono fatti strumentalizzare contro i loro stessi interessi.
Nel 1993 - ero allora deputato del Movimento sociale italiano -, a seguito di una pacifica, gioiosa (e aggiungerei quasi scanzonata) manifestazione dell'allora Fronte della gioventù contro Tangentopoli, venni indagato, insieme ad altri colleghi che vedo stamani presenti in Assemblea, per avere solidarizzato con i nostri giovani caricati, in quel caso sì, senza alcun motivo dalle Forze dell'ordine.
La loro grave colpa era indossare una pericolosa maglietta che riportava la scritta, eversiva ed antidemocratica: «Arrendetevi, siete circondati». Saltellavano in girotondo, non intralciavano il passaggio, non insultavano e, soprattutto, erano tutti a viso scoperto, come si conviene a chi manifesta liberamente e senza secondi fini o scopi violenti. La sinistra parlò di assalto al Parlamento, ma, in una sorta di anticipo della prova televisiva calcistica che lei ben conosce, ministro Pisanu, quella sinistra finì smentita dalle immagini che la stessa RAI, tutt'altro che asservita all'allora destra del Movimento sociale italiano, mandò in onda su tutti i telegiornali.
Certo, quel giorno del 1993, non erano in piazza a manifestare i figli dei VIP e dei parlamentari, come è avvenuto, invece, questa volta; erano giovani anonimi, erano giovani senza santi in paradiso. Oggi, invece, leggiamo di Fassino che minimizza gli scontri, di Diliberto che li giustifica, di Mussi che disseta i facinorosi, di chi si scaglia, come è consuetudine, contro le Forze dell'ordine, e così via. È la solita teoria dei due pesi e delle due misure, alle quali la sinistra, anche parlamentare, ci ha abituati: si applicano pesi e misure in funzione del proprio beneficio.
Noi non siamo d'accordo; alla destra piace la legge perché solo con il rispetto delle regole possiamo essere tutti più liberi e sereni. L'occupazione dell'università milanese - divenuta ormai una consuetudine nelle dinamiche didattiche degli studenti di sinistra e di molti docenti -, le recenti violenze di Bologna, la manifestazione di Roma rappresentano, signor ministro, segnali pericolosi anche, ma non solo, perché siamo alla vigilia di una campagna elettorale che si preannuncia intensa sotto tutti i profili.
Signor ministro, siamo preoccupati per quanto in tutta Italia accade alla sinistra della sinistra democratica e viene giustificato dalla stessa sinistra democratica, condizionata dalla raccolta di consenso per le prossime elezioni politiche; siamo preoccupati perché aumentano le intimidazioni, le manifestazioni contro la legalità, la legge, l'ordine e, quindi, contro la libertà.

PRESIDENTE. Onorevole Butti...

ALESSIO BUTTI. Concludo, signor Presidente.
E parallelamente, aumenta il grado di assuefazione a tali distorsioni e di giustificazione delle stesse.
Non siamo d'accordo con chi accetta, giustifica, metabolizza la violenza fisica. Alleanza nazionale chiede di vigilare attentamente affinché la prepotenza di alcune frange estreme non assuma, signor ministro, carattere fisiologico nel dibattito politico.
È giusto manifestare in libertà, come è accaduto anche quel 25 ottobre; ma nel rispetto delle regole democratiche, nel rispetto di chi non la pensa allo stesso modo, nel rispetto delle istituzioni e delle libertà altrui (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fistarol. Ne ha facoltà.


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MAURIZIO FISTAROL. Signor Presidente, desidero ringraziare il ministro per l'esposizione testé svolta.
Il 25 ottobre, si è tenuta a Roma innanzitutto una grande manifestazione democratica, civile, contrassegnata da comportamenti nella stragrande maggioranza corretti e rispettosi; gli episodi di violenza sono risultati del tutto marginali.
La nostra Carta costituzionale - è già stato ricordato - riconosce solennemente il diritto a manifestare le proprie opinioni. Una democrazia viva, che funziona, è contrassegnata in pari modo, da istituzioni che funzionano regolarmente, discutono, sono messe in condizione di decidere senza interferenze, ma anche dalla piazza, dalla libera espressione della piazza, che è linfa della democrazia, e non democrazia di serie B.
Certo, la piazza deve conoscere un limite: il limite, rigoroso, è quello della legalità, del rispetto delle norme, delle regole, delle leggi.
Gli episodi di violenza, che sono stati marginali il 25 ottobre, non devono comunque essere minimamente tollerati. Se per ragioni di ordine pubblico un'area risulta interdetta ad una manifestazione, in quell'area non si può accedere, anche se ho trovato del tutto improprio il paragone con un Palazzo d'inverno da espugnare che ci ha fatto balenare il signor ministro nella sua esposizione.
Gli episodi di intolleranza sono stati una minoranza; i passamontagna sono stati pochi, così come sono stati pochi i caschi ed i fumogeni. Tuttavia, dobbiamo riflettere anche su tali episodi: questo è l'ordine del giorno di oggi.
Le Forze dell'ordine hanno il dovere di far rispettare le regole e di eseguire gli ordini; lo devono fare, naturalmente, in modo commisurato alle situazioni concrete. Credo di poter affermare che, nella quasi totalità dei casi, le nostre Forze dell'ordine si comportano in questo modo.
Il 25 ottobre vi sono stati anche comportamenti di uomini politici che non hanno favorito una corretta dialettica democratica. Si tratta di donne e di uomini politici e delle istituzioni che, per natura, vengono tanto osannati quanto criticati, sono applauditi così come sono dileggiati dalla piazza, e che devono dimostrare buon senso, misura e prudenza nei propri comportamenti.
Vorrei ricordare che anche al sottoscritto, quel giorno, nel momento più caldo della manifestazione è stato impedito per quasi un'ora di entrare a Montecitorio per svolgere la sua funzione di rappresentante del popolo. Credo, tuttavia, che un'irrefrenabile voglia di gelato, o un dito medio «malaccorto», non possano fare premio sul buonsenso, sulla misura e sulla prudenza a cui tutti, con grande senso di responsabilità, dobbiamo essere chiamati.
Ci avviamo, signor ministro - e mi appresto a concludere il mio intervento -, verso una lunga campagna elettorale, per la quale credo che dobbiamo costruire insieme un clima di confronto politico anche duro, ma che non deve essere turbato, deviato e strumentalizzato da fattori esterni. Gli uomini politici, infatti, non devono provocare la piazza e non devono strumentalizzare, in un senso o nell'altro, i temi della legalità, della sicurezza e dell'ordine pubblico. Ciò perché la sicurezza è una questione troppo seria.
Vede, signor ministro, vorrei conclusivamente osservare che lei ha riportato in questa sede, fuoriuscendo dall'ordine del giorno, le vicende della Val di Susa. Desidero ricordare anch'io, a margine di questa nostra riflessione, un episodio che nulla c'entra con il 25 ottobre.

PRESIDENTE. Onorevole Fistarol, si avvii a concludere!

MAURIZIO FISTAROL. Le chiedo ancora un minuto per concludere, signor Presidente.
Si tratta di un piccolo episodio, che però può inquietare, che ha caratterizzato la recente campagna elettorale a Bolzano, dove il premier doveva recarsi per tenere un comizio. Egli non vi è andato per ragioni che non ci interessano, ma esponenti locali del suo partito hanno giustificato tale assenza adducendo presunte


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questioni relative alla sicurezza e all'incolumità del premier, per poi essere successivamente corretti, in tempo reale, dai rappresentanti delle istituzioni, vale a dire dal questore di Bolzano.
Ecco, si tratta di un piccolo episodio che inquieta proprio in quanto è avvenuto all'inizio di una lunga campagna elettorale, e che può preoccuparci perché la sicurezza, personale e collettiva, non deve essere strumentalizzata, soprattutto da parte di chi ricopre così alte responsabilità istituzionali. A tutte le forze politiche è richiesto di fare la propria parte affinché nel paese si respiri un clima di confronto magari duro, ma civile, ed affinché gli italiani possano operare le loro scelte con serenità (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Emerenzio Barbieri. Ne ha facoltà.

EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo sia dovere mio e del gruppo dell'UDC ringraziare il ministro Pisanu per la puntuale, come per la verità di sovente avviene, ricostruzione delle questioni collegate alla manifestazione del 25 ottobre scorso.
Vorrei, tuttavia, soffermarmi brevemente su alcune valutazioni dei fatti che si sono svolti, ponendo l'attenzione - contrariamente ad alcuni colleghi che mi hanno preceduto - non sul come si sono svolti, ma sul perché, e soprattutto sul perché da parte di taluni gruppi parlamentari non si è immediatamente condannata la violenza messa in atto da alcuni gruppi di studenti. Non siamo tra coloro che «cavalcano la tigre» per meri scopi politici. Siamo, piuttosto, inclini a tutelare il diritto alla libera espressione e contestazione, sempre però che tale diritto non travalichi i confini della liceità e, soprattutto, venga esercitato nell'assoluto rispetto delle istituzioni, perché ciò che è avvenuto il 25 ottobre non può e non deve essere minimizzato, come è stato fatto da autorevoli esponenti della sinistra. Non si devono assolutamente minimizzare i fatti di violenza che - grazie a Dio - sono stati pochi, ma che non vanno ricordati riducendoli - come ha affermato l'onorevole Fassino - ad episodi, tutto sommato, marginali.
Nei primi articoli della Costituzione - lo ricordo a me stesso ed anche ai pochi colleghi che ascoltano - si tutelano non solo i diritti individuali, ma anche quelli relativi alle libertà individuali. La libertà di religione e quella di circolazione sono, in queste settimane, oggetto di aggressione da parte di alcuni gruppi di anarco-insurrezionalisti. Qui alla Camera abbiamo vissuto l'impedimento alla libera circolazione delle persone. A Torino, qualche giorno fa, i fedeli della chiesa del Carmine hanno visto violati i loro diritti di partecipare ad una celebrazione religiosa. Non si può tenere «sotto assedio» Montecitorio e far passare ciò come un episodio marginale, perché questo può creare i presupposti di qualcosa di più pericoloso; né si può tollerare che si crei una sorta di copertura ai manifestanti.
Fa piacere notare, poi, come nel 2005 siano ancora possibili «folgorazioni sulla via di Damasco». Non saremo certo noi a vietare la diffusione e l'applicazione del precetto evangelico, quello, per intenderci, richiamato nell'operato del vicepresidente Mussi, che ha dato «da bere agli assetati». Voglio, tuttavia, fare una considerazione, ministro Pisanu: eravamo in una zona di Roma in cui vi sono molti bar; non si trattava dei giovani del Papa a Tor Vergata, che dovevano essere riforniti d'acqua perché non erano in grado di raggiungere alcun bar nelle vicinanze!
Vorrei ricordare all'onorevole Mussi che ciò che egli ha fatto costituisce comunque un precedente. Quando davanti a Montecitorio sosterranno e manifesteranno gli agricoltori - non importa se della Lega o della Coldiretti -, i paramedici, gli operai o altri tipi di studenti, bisogna comportarsi nello stesso modo. Bisogna quindi capire, considerata la stagione cui ci stiamo avvicinando, se ci preoccuperemo di dare disposizioni per portare del tè caldo, anziché dell'acqua fredda, o altri generi di conforto a coloro


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che, dietro ufficiale richiesta e civilmente, manifesteranno davanti ai portoni della Camera dei deputati.
Il fatto significativo, onorevoli colleghi, è proprio questo: vi è stata una gravissima violazione della libertà riservata ai parlamentari di accedere agli ingressi della Camera dei deputati; una libertà che non è certamente superiore, ma nemmeno inferiore a quella che deve essere riservata ai dimostranti.
Siamo giunti al paradosso, tutto italiano...

PRESIDENTE. Onorevole Emerenzio Barbieri, concluda.

EMERENZIO BARBIERI. Concludo, signor Presidente.
Dicevo che siamo giunti al paradosso di tollerare qualsiasi tipo di protesta, quando viene messa in atto dai movimenti giovanili, quasi godessero di una sorta di salvacondotto.
Voglio concludere dicendo che non tutti coloro che erano davanti a Montecitorio sapevano esattamente per cosa manifestavano. Si manifestava comunque contro il Governo Berlusconi, senza neanche conoscere quale fosse l'oggetto della riforma che in quel momento si stava discutendo in quest'aula (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dario Galli. Ne ha facoltà.

DARIO GALLI. Signor Presidente, egregio signor ministro dell'interno, la ringrazio per la dettagliata relazione sui fatti avvenuti il 25 ottobre scorso. Personalmente, con tutti i problemi del paese e, soprattutto, dei paesi vicini, ritengo comunque una perdita di tempo essere qui a discutere di qualche centinaio di ragazzi maleducati, poco informati o addirittura in malafede, oltre certo ad una frangia di violenti, come quelli che hanno minacciato parlamentari, ovviamente solo di centrodestra, o addirittura aggredito il ministro Calderoli mentre transitava con la propria auto, ed oltre (non diamo loro più importanza di quella che meritano) ai soliti parlamentari responsabili che tutti conosciamo.
Entriamo nel merito. Perché hanno protestato? Per una riforma che mette semplicemente un po' di ordine nella scuola e nell'università, introducendo un minimo di meritocrazia per le carriere dei docenti. Vorrei chiedere a cento di questi ragazzi cosa contenga la riforma Moratti. Probabilmente, tutti e cento non saprebbero cosa dire.
In realtà, questa è l'ennesima strumentalizzazione del centrosinistra, che non ha minimamente scrupoli nel mobilitare le folle (si fa per dire), millantando argomenti assolutamente inesistenti. Ricordiamo tutti gli scioperi ed i cortei con tanto di mamme e bambini contro l'abolizione del tempo prolungato, salvo poi scoprire che il tempo prolungato non era stato minimamente toccato. Lo stesso potremmo dire per decine di altre situazioni in questa legislatura.
Solo in alcuni casi, quando fa comodo, la legalità è un valore anche per la sinistra. Avrei voluto vedere se i disordini successi fuori Montecitorio si fossero verificati davanti al palazzo comunale di Bologna. Cosa avrebbe fatto il sindaco? Avrebbe mandato la polizia con i manganelli? Si sarebbe attaccato alla legalità e al rispetto dell'ordine? Noi tutti pensavamo che i tempi in cui la sinistra cercava in ogni modo la distruzione dei nostri valori, dell'Occidente, fossero finiti. Pensavamo che vi foste accorti che, in qualche modo, anche voi fate parte di questa regione del mondo e che la sua eventuale dissoluzione distruggerebbe anche voi. Invece no: continuate nella vostra incoerenza ideologica, causando i mali rispetto ai quali vi ponete, poi, come improbabili rimedi.
I ragazzi di oggi, fra qualche anno, si ritroveranno in un mondo senza regole e senza confini, che voi avete voluto, con la concorrenza spietata dei loro coetanei provenienti dagli altri paesi del mondo, dove a scuola si studia, si imparano professioni, ci si costruisce un bagaglio culturale


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personale. E la concorrenza più forte verrà proprio da quei paesi che voi portavate ad esempio qualche decennio fa come un nuovo modello ideologico per l'umanità: dalla vecchia Europa, dagli Stati Uniti, dall'India, ma anche dalla Cina, dove oggi - come in economia - nella scuola si pratica il principio assoluto della meritocrazia e dove i ragazzi che non ottengono risultati vengono spietatamente eliminati. In questo mondo gli universitari italiani di oggi si ritroveranno soli con la propria preparazione; o soli e basta, se si continua su questa strada.
Se vogliamo bene (da questa parte non abbiamo dubbi che sia così), se volete bene ai nostri ragazzi, non continuate a prenderli in giro! L'impegno e la meritocrazia non sono concetti politici, non sono ideologie di centrodestra, ma sono regole naturali che governano da sempre la vita dell'uomo.
I miracoli non si ripetono mai due volte. Chi oggi ha nostalgia del sessantotto, del diciotto politico, dell'occupazione con la «k», degli esami di gruppo non può pensare di riproporre oggi quel modello e, magari, darlo in eredità ai propri figli. Chi è passato dalle barricate al doppiopetto, chi è riuscito abilmente ad infilarsi nelle banche di Stato, nelle aziende parastatali, nei giornali di partito o magari, sulle poltrone di quest'aula, vivendo per decenni, come tutti gli ex rivoluzionari, nel più perfetto stile piccolo borghese, non può pensare di poter lasciare in eredità ai propri figli le stesse cose.
Per quarant'anni è stata la Padania, con i suoi infaticabili pagatori di tasse, distratti politicamente, a mantenere tutto questo; oggi, le cose sono cambiate. Fra dieci o quindici anni, quando i ragazzi di oggi saranno nel pieno della vita professionale, essi non potranno più contare sui fasti del centralismo passato. L'Italia sarà, comunque, un altro paese. Siamo, quindi, onesti con loro e spieghiamo con chiarezza come vanno veramente le cose nella vita. Il tempo dei concorsi truccati, del posto fisso nello Stato sono finiti.
Il ministro Moratti ha cercato con grande fatica di introdurre questi concetti in una riforma improntata comunque ad un grande buon senso. Ricordiamo che, da tre anni a questa parte, nonostante le violentissime critiche, con l'autonomia dei dirigenti scolastici nella scelta dei supplenti, gli anni scolastici iniziano con gli organici al completo.
Ricordiamo il maggior coinvolgimento delle famiglie, la regolarizzazione di moltissimi precari ed ora il primo tentativo di rendere l'università italiana competitiva con quelle estere con l'introduzione sacrosanta di principi di impegno e meritocrazia.
Fuori da quest'aula il mondo corre a mille all'ora. Solo voi non ve ne rendete conto. Tra i vostri banchi c'è ancora gente che vorrebbe i lavoratori socialmente utili, il reddito garantito o addirittura la nazionalizzazione della Fiat. Se non foste patetici, sareste ridicoli. In realtà, siete solo pericolosi, per voi e per il paese (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana e di Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Folena. Ne ha facoltà.

PIETRO FOLENA. Lei, signor ministro dell'interno, oggi ha reso un'informazione al Parlamento falsa, reticente e provocatoria. L'abbiamo chiamata noi in Parlamento, signor ministro Pisanu, per riferire dopo le dichiarazioni che il questore di Roma nella serata del 25 ottobre aveva rilasciato, denunciando il comportamento di alcuni settori delle forze dell'ordine che avevano agito di testa propria.
Quella dello scorso 25 ottobre è stata una straordinaria giornata dei giovani. Da molti anni non si vedeva nella capitale un corteo così grande. Una nuova generazione, in assoluta autonomia, non guidata da nessun parlamentare, signor ministro Pisanu, ma in assoluta autonomia - lo ripeto -, contestava la controriforma universitaria ma anche il disinteresse che, anche nel passato, settori del centrosinistra hanno dimostrato rispetto alle politiche della scuola pubblica. Essa è arrivata sotto il Parlamento, circondandolo in modo pacifico, democratico e non violento, restando dietro le transenne.


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Voglio ricordare agli smemorati colleghi della maggioranza e anche a lei, che, in questo caso, è smemorato, che sono dieci anni che tutte le manifestazioni finiscono davanti a piazza Montecitorio, esprimendo liberamente e simbolicamente la forza della democrazia: da un lato l'aula rappresentativa della democrazia e, dall'altro, la possibilità di esprimere pacificamente le proprie contestazioni sotto i palazzi del potere.
Ebbene, in quella giornata abbiamo rischiato una degenerazione terribile per un comportamento provocatorio di alcuni settori delle forze dell'ordine, spalleggiati apertamente da Alleanza Nazionale e da altri esponenti della maggioranza e anche per incertezze e leggerezze nella gestione della piazza che lei ha confermato in questa informativa.
Tutto ciò poteva costare caro. Voglio ricordare che sono stati più di dieci i ragazzi feriti, alcuni anche in modo grave. Sono stati feriti, inoltre, la dottoressa Nicoletta Orlandi Posti, giornalista di Libero, come la stessa ha scritto su Libero, Dante d'Aurelio di Telenorba e il fotoreporter Stefano Montesi, che stavano riprendendo il filmato in cui venivano caricati gli studenti.
Quella sera abbiamo avuto notizia di un poliziotto ferito. Adesso lei, 15 giorni dopo, ci informa che ci sarebbero stati 11 poliziotti contusi. Voglio ricordare che anche l'onorevole Deiana, che, insieme al sottoscritto, all'onorevole Russo Spena, all'onorevole Mascia, all'onorevole Cento e a parlamentari di altri gruppi, per tutta la mattinata ha cercato di fare una mediazione per impedire degenerazioni rispetto ad alcuni comportamenti aggressivi di taluni settori delle forze dell'ordine, è stata contusa in via del Teatro Valle.
Se non fosse stato per il comportamento dell'onorevole Mussi e per l'iniziativa che è stata assunta di portare l'acqua... Sì, onorevole Emerenzio Barbieri, mi auguro che ai manifestanti il Parlamento possa sempre dare il senso e la prova di questa volontà democratica.
Ebbene, la carica delle 17 in via del Corso davanti a Palazzo Chigi è avvenuta a freddo. Ci sono testimoni oculari nelle persone di alcuni parlamentari. Noi parlamentari testimonieremo, se necessario, davanti ai tribunali e nelle aule di giustizia su quanto è successo.
Do atto al questore di Roma, ma non a lei, signor ministro dell'interno, di aver riconosciuto l'atto provocatorio che è avvenuto davanti a Palazzo Chigi.
La domanda è un'altra: come può succedere che oggi il questore di Roma e noi parliamo di alcuni singoli poliziotti o settori delle forze dell'ordine? A chi rispondono? Perché non rispondono a chi guida la piazza? Credo si tratti di una domanda pesante che ci si è già fatti all'epoca di Genova. Ricordo le frasi dette dall'onorevole La Russa davanti al Parlamento: se voi caricate, noi vi veniamo dietro. Ricordo le minacce al funzionario Pellegrino, tanto per fare nomi, fatte davanti al Parlamento.

PRESIDENTE. Onorevole Folena...

PIETRO FOLENA. In conclusione, visto che lei non ha intenzione di tutelare il diritto alla sicurezza dei cittadini e dei giovani che manifestano perché non ha informato il Parlamento, saremo costretti ad adire le vie legali, andare alla procura della Repubblica con un esposto su quei comportamenti. Guardi, signor ministro, che la provocazione di mettere oggi insieme la Val di Susa, Bologna, gli anarco-insurrezionalisti, le bombe con la grande manifestazione degli studenti non la accettiamo.

PRESIDENTE. Onorevole Folena...

PIETRO FOLENA. Quei 15 mila della Val di Susa non sono terroristi o anarco-insurrezionalisti.

PRESIDENTE. Onorevole Folena, deve concludere!

PIETRO FOLENA. Chi contesta democraticamente il sindaco di Bologna non è un terrorista. Siamo nella democrazia. Visto che lei non ci tutela, signor ministro, ci sarà


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bisogno di cambiare molto presto Governo (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Verdi-l'Unione)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Folena.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor ministro, la mia generazione ha conosciuto stagioni di conflitto nell'università, stagioni che una parte della storiografia corrente ha potuto ritenere portatrici di violenza e di inutile contrasto generazionale, altra parte invece ha considerato generatrici di quello slancio vitale su cui si edificò per la prima volta quel protagonismo giovanile che cambiò il volto del mondo occidentale. Intorno al Sessantotto, infatti, i giovani studenti segnarono il passaggio al nuovo mondo, alla stagione della politica intesa come liberazione.
Quegli anni sono passati e le manifestazioni degli studenti del 25 ottobre, legittime nella contestazione di una riforma universitaria che abbiamo contrastato anche noi in quest'aula, ma sbagliate per alcuni minoritari studenti e per alcuni toni assunti davanti al Parlamento, sono lontane da quelle che hanno segnato la grande stagione della contestazione e sembrano accordarsi, invece, con lo spirito del tempo corrente che combacia perfettamente con quegli atteggiamenti così poco nobili esibiti da qualche collega parlamentare all'uscita della Camera. Vi è stata simmetria tra la gazzarra inscenata davanti al palazzo del Parlamento da qualche decina di studenti ed il florilegio di gesti regalati da qualche deputato, evidentemente non troppo compreso del ruolo di rappresentante della nazione e che ha trovato, invece, irresistibile cedere alla greve battuta goliardica.
Lo spirito coatto, come lo ha chiamato Gramellini, ha preso il sopravvento sullo spirito democratico e sul valore pedagogico della politica. La politica e la democrazia sono in sé valori capaci di esprimere pedagogia, vanno maneggiati con cura, con rispetto, con senso delle istituzioni. Ogni strappo, ogni caduta di stile, ogni dimenticanza diventa colpevole omissione di pedagogia democratica, tradimento del proprio ruolo.
Ciò nondimeno, resta il fatto della contestazione condotta con toni e forme aggressive da alcuni davanti al Parlamento. Credo non si possa e non si debba cedere a forme di indulgenza. La libertà di manifestazione è sacrosanta e va tutelata in tutte le sue forme, così come fa la nostra Costituzione, ma il limite del diritto costituzionale è dato dalla violenza: quella non è mai, in nessun modo, in nessun caso, sotto nessun cielo politico, accettabile. In questi giorni drammatici lampi di violenza stanno infiammando un paese civilissimo a noi vicino: la Francia. Si tratta di episodi che possono apparire molto distanti dai nostri, episodi che mescolano disagio sociale ed intolleranza razziale, voglia di identità civica e rifiuto. Tuttavia, attenzione, perché Parigi può essere assai meno lontana di quanto essa non appaia. Il disagio sociale è anche fra noi, perché fra noi è il malessere economico e la difficoltà vissuta dalle giovani generazioni. Del resto, il nostro Sessantotto nacque a Parigi, sulle barricate. Solo una grande pedagogia democratica, esercitata da una politica saggia, adulta, pacificata e consapevole del proprio ruolo alto, può metterci al riparo da quel pericolo. A questa grande prova, onorevoli colleghi, siamo chiamati tutti. A questo senso delle cose, responsabile e misurato, dovrà ispirarsi l'azione del ministro, ricordando l'insegnamento di un comune maestro, Aldo Moro, il quale seppe sempre tenere aperto il dialogo con gli studenti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Popolari-UDEUR).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sciacca, al quale ricordo che ha quattro minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

ROBERTO SCIACCA. Debbo dire che noi non siamo soddisfatti della sua relazione,


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signor ministro, perché ha confuso fatti e circostanze molto diversi fra loro, ha espresso giudizi politici che non accettiamo e che riteniamo gravi ed ha ricostruito i fatti del 25 ottobre tralasciando aspetti molto importanti. Primo: cosa è accaduto in via del Corso, vicino a Palazzo Chigi? Due agenti hanno perso la testa? Oppure, come ha detto in un primo tempo la questura, non c'è stata alcuna carica? C'è un'inchiesta in corso?
Io ero lì, signor ministro, ed ho visto delle cose molto diverse. Ci sono anche dei filmati, che la RAI ha trasmesso attraverso i telegiornali. La carica è stata violenta, decine di agenti si sono scagliati verso i manifestanti, che non erano armati; anzi, sono immediatamente fuggiti e sono stati rincorsi. Alcuni di questi sono stati feriti: ho visto agenti, che hanno continuato a picchiare giovani che erano caduti a terra. Ed ho visto anche agenti litigare tra di loro, perché non tutti erano d'accordo su quella violenta carica. Allora chi doveva decidere? Chi doveva dare gli ordini? Signor ministro, queste sono le cose che lei avrebbe dovuto verificare e sulle quali poi riferire in quest'aula. Ma lei non lo ha fatto!
La gestione del corteo è molto discutibile. Ho partecipato al corteo sin dall'inizio e devo dire che ci sono state delle situazioni addirittura paradossali. Una grandissima partecipazione ed ore di attesa a corso Vittorio, senza che siano state assunte decisioni precise da parte della questura. C'era una proposta, che gli studenti insieme ai parlamentari avevano riferito ai funzionari della questura che erano lì in strada: la proposta era quella di proseguire, perché c'era troppa gente, andando avanti verso il lungotevere, per poi piegare verso piazza Navona, anche perché questo sarebbe stato un modo per far diminuire la tensione. Invece, questa possibilità non è stata presa in considerazione. Di fatto si è creato un clima di tensione, che ha provocato incidenti anche nelle vie laterali a corso Vittorio.
Lei, signor ministro, ha poi messo l'accento su possibili provocazioni e su possibili violenze, ma ha tralasciato totalmente il fatto politico reale, enorme di quella giornata: decine di migliaia di giovani venivano a Roma per porre problemi politici riguardanti la loro vita, la loro esistenza. In Italia poi, signor ministro, è nato un movimento di protesta contro la legge Moratti, che non è guidato da terroristi, bensì da studenti, insegnanti, presidi e rettori delle università. Questa è la verità, ma lei l'ha trascurata completamente.
Infine, per quanto riguarda i blocchi agli accessi della Camera, vorrei fare una premessa. Reputo queste istituzioni, la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, una cosa sacra. Esse rappresentano la democrazia e vanno difese in ogni caso. Tuttavia, è fondamentale che la gente, i giovani soprattutto, condividano queste considerazioni. È noto a tutti che le nostre istituzioni vengono viste...

PRESIDENTE. Onorevole Sciacca, la invito a concludere.

ROBERTO SCIACCA. ...come una realtà distante, se non addirittura il luogo degli intrighi e degli interessi personali dei singoli parlamentari!
In questo senso, il 25 ottobre è stata, invece, una pagina nera, perché verrà ricordata da tantissimi giovani come una giornata in cui sono stati picchiati. La Camera, sorda, ha approvato la legge Moratti e l'onorevole Santanchè, insieme ad altri deputati di Alleanza Nazionale, li ha insultati e provocati.
Per tale motivo, ministro, la invito a verificare la situazione, perché molti agenti, a Montecitorio, si sono lamentati, poiché sono stati invitati da parte di alcuni parlamentari a caricare gli studenti. Noi, invece, parlamentari del centrosinistra...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sciacca.

ROBERTO SCIACCA. ... eravamo lì - e lo rivendichiamo - in mezzo agli studenti, per capire le loro ragioni e per difendere le istituzioni democratiche (Applausi dei


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deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani, di Rifondazione comunista e Misto-Verdi-l'Unione)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cento, al quale ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, la relazione del ministro Pisanu è politicamente scorretta, fondata su notizie non vere e si pone l'obiettivo politico, dichiarato nella conclusione del suo intervento, di tirare un filo conduttore che, tra la manifestazione del 25 ottobre, il dibattito politico che si è aperto sulla legalità a Bologna e le manifestazioni di migliaia di uomini e donne e dei loro amministratori locali in Val di Susa contro la TAV (l'alta velocità), segna la volontà del Governo di portare all'opinione pubblica uno scontro sfalsato rispetto a ciò che realmente accade nel nostro paese.
L'obiettivo è quello di criminalizzare forme di protesta civile e democratica che stanno attraversando il paese su vertenze e battaglie che riguardano la qualità della vita e la tutela del territorio, portandole sul terreno dell'ordine pubblico, quasi a lanciare la palla dell'azione di bande di provocatori che, peraltro, puntualmente, come ogni volta accade nella storia del nostro paese, compaiono, guarda caso, con l'obiettivo di inquinare il confronto democratico, di deviare le proteste civili e di far parlare di anarco-insurrezionalisti piuttosto che delle questioni vere che riguardano le ragioni della mobilitazione di migliaia di persone.
Il 25 ottobre a Roma vi erano migliaia di studenti e di ricercatori, che, a volto scoperto (ristabiliamo la verità), rivendicavano democraticamente il diritto di venire in Parlamento e di confrontarsi, fuori dallo stesso, con le forze politiche che, nelle stesse ore, stavano discutendo sul futuro dell'università e della legge Moratti.
Può non piacere al ministro dell'interno Pisanu ed alla maggioranza di centrodestra, ma si tratta di un fatto democratico che non può essere affrontato sul terreno dell'ordine pubblico.
Noi Verdi siamo solidali con le forze dell'ordine, perché sappiamo che, in quella piazza, anche nella gestione dell'ordine pubblico in quella giornata, la stragrande maggioranza delle forze dell'ordine non ha accettato il ricatto e la falsa protezione politica che Alleanza Nazionale, fuori dall'aula di Montecitorio, ha cercato di dare loro; vi è stato da parte dei medesimi anche un atto di protesta - pur silenzioso, considerato il proprio regolamento - nei confronti dell'azione definita dal quotidiano romano Il Tempo, giornale di destra, un vero e proprio pestaggio organizzato nei confronti degli studenti.
Ci aspettavamo dal ministro una risposta sull'inchiesta amministrativa che, opportunamente, il questore di Roma ha disposto nella giornata del 25 ottobre per le cariche della polizia, ma ella si è recato in questa sede mettendo in atto un'operazione politica inaccettabile, vergognosa e pericolosa.
Sappia il ministro dell'interno Pisanu che, in ordine a questo punto, non arretreremo di un millimetro! Quello è il nostro posto, quello è il ruolo dell'opposizione democratica in questo paese ed i verdi continueranno a svolgere quella funzione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Unione, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Selva.
Onorevole Selva, lei sa che, per prassi costante, in questo tipo di dibattito, la possibilità di intervenire è riservata solo ai rappresentanti dei gruppi. Tuttavia, considerando che lei è stato protagonista o comunque coinvolto nella vicenda, le do in via eccezionale la parola per due minuti.

GRAZIELLA MASCIA. Anche noi siamo stati coinvolti! Siamo tutti uguali!

PRESIDENTE. Preciso che non darò la parola a nessun altro dopo l'onorevole Selva.
Prego, onorevole Selva, ha facoltà di parlare.


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GUSTAVO SELVA. Signor Presidente, la ringrazio per avermi consentito di intervenire per affermare con la massima serenità i fatti di cui sono stato protagonista.
Non ho fatto una provocazione: ho voluto soltanto controllare di persona se gli studenti che si erano avvicinati a quattro metri da un ingresso della Camera facessero parte di una manifestazione autorizzata o no. Ed è ciò che ho chiesto anche agli onorevoli Manzini e Maura Cossutta.
Infatti, in quella via, non vi è soltanto la gelateria Giolitti, di cui hanno parlato gli onorevoli Cento e Fistarol, ma vi è anche l'ingresso degli uffici dei gruppi parlamentari. Dunque, in quella occasione ho chiesto di poter entrare dall'ingresso n. 21 di via Uffici del Vicario. Come dimostrato da una precisa fotografia - su cui è sorta una ulteriore storia, in ordine alla quale vorrei tranquillizzare l'onorevole Fistarol che da parte mia non vi era alcuna «irrefrenabile voglia di gelato» - mi è stato impedito fisicamente per ben 50 minuti.
In merito a tale vicenda, attendo ancora una risposta che, se non mi verrà fornita, evidenzierà la situazione inconcepibile ed inaccettabile verificatasi nei confronti di un parlamentare.
Avrei tanto ancora da dire; in ogni caso, vorrei precisare che questi 50 minuti mi sono serviti per venire a conoscenza del fatto che i 30 studenti e ricercatori lì presenti non sapevano assolutamente nulla della legge in discussione alla Camera.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 12.

La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 12,10.

Seguito della discussione dei disegni di legge: Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2004 (Approvato dal Senato) (6118); Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2005 (Approvato dal Senato) (6119).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione dei disegni di legge, già approvati dal Senato: Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2004; Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2005.
Ricordo che nella seduta del 24 ottobre 2005 si è svolta la discussione congiunta sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 6118)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge recante il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato, ai quali non sono stati presentati emendamenti. Dovremmo pertanto passare alle votazioni.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,14).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 12,15, è ripresa alle 12,35.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli articoli - A.C. 6118)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 1).


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Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurandi. Ne ha facoltà.

PIETRO MAURANDI. Signor Presidente, il rendiconto per l'anno 2004 fa registrare, rispetto al consuntivo del 2003 e alle previsioni per il 2004, un miglioramento dei saldi (saldo netto da finanziare, saldo corrente, saldo primario), ma si tratta di un miglioramento più apparente che reale.
Infatti, il saldo primario migliora di una misera cifra di 625 milioni, in valore assoluto, rispetto al 2003, ma rispetto al prodotto interno lordo si riduce dal 2 all'1,8 per cento. Dal momento che il peggioramento del saldo primario è esattamente uguale alla riduzione della spesa per interessi, che passa dal 5,3 al 5,1 per cento del prodotto interno lordo, l'indebitamento netto - che, come è bene sottolineare, costituisce la variabile cruciale per il patto di stabilità - resta fermo al 3,2 per cento, esattamente come nel 2003.
Per quanto riguarda il saldo corrente, questa variabile migliora, nel senso che passa dallo 0,5 per cento negativo rispetto al PIL allo 0,1, sempre negativo, così come il saldo netto da finanziare, che passa dal 2,4 per cento negativo all'1,6 per cento negativo. A mio avviso, tale miglioramento è più apparente che reale, perché, in realtà, è il frutto dei condoni della legge finanziaria per il 2004. Infatti, le entrate correnti aumentano di 14 miliardi circa di euro, in linea con l'andamento del prodotto interno lordo, e il 12,7 per cento di esse è rappresentato da maggiori entrate tributarie. Ciò costituisce la prova che si tratta del risultato dei condoni previsti da quella legge finanziaria.
Il miglioramento, dunque, è più apparente che reale, e quel poco che c'è di reale è il frutto delle misure una tantum contenute nella legge finanziaria per il 2004 e in altre leggi finanziarie, che sono state - oltre che inefficaci sulla struttura del bilancio, perché una tantum - ingiuste, come nel caso dei condoni. Dunque, queste cifre, se esaminate con un minimo di dettaglio, testimoniano, direi quasi da sole, il fallimento della politica economica del Governo e della gestione del bilancio da parte del Governo stesso.
Analoga conclusione si trae confrontando le cifre del rendiconto per il 2004 con le cifre dell'assestamento per il 2005. Se sarà possibile, illustreremo nel corso del dibattito tale confronto. Ciò che mi preme sottolineare in questo intervento è che dal confronto fra il rendiconto per il 2004 e l'assestamento per il 2005 emerge un allarmante peggioramento dei saldi. Questo peggioramento, già grave in sé, costituisce l'ulteriore prova del fatto che l'apparente miglioramento del 2004 è il risultato delle misure una tantum.
Per tali ragioni, abbiamo contrastato e contrasteremo il disegno di legge di assestamento dei bilanci (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cima. Ne ha facoltà (Commenti).
Colleghi, un po' di silenzio, per favore...

LAURA CIMA. Signor Presidente, ho chiesto di parlare per sottolineare la nostra assoluta insoddisfazione per quanto contenuto nell'assestamento del bilancio e nel rendiconto generale, che mostrano la fotografia della nostra finanza pubblica, e, ancora una volta, il fallimento della politica economica di questo Governo.
Non solo risulta che i nostri conti pubblici non siano in regola, ma assistiamo anche ad un loro progressivo peggioramento. Il rendiconto e, in particolare, la relazione della Corte dei conti indicano il peggioramento dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e una riduzione rilevante dell'avanzo primario, che scende sotto il 2 per cento (siamo attorno ad un misero 1,8 per cento); inoltre il fabbisogno statale continua ad aumentare.
La tendenziale diminuzione dell'incidenza sul PIL delle spese per interessi è l'unico dato che contrasta questa totale situazione di negatività. Questo è a dimostrazione del fatto che proprio grazie all'euro,


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alla sua stabilità e al fatto che la moneta unica ha garantito bassi tassi di interesse, il nostro paese ha potuto usufruire di un pagamento del debito più basso rispetto a quanto sarebbe altrimenti avvenuto con la lira. Ciò contrasta quelle boutade che una forza di maggioranza ha lanciato qualche tempo fa - e ha subito dimenticato - sulla necessità di tornare alla lira. Questa boutade, come meritava, è caduta immediatamente nel silenzio, senza essere più riutilizzata per polemizzare.
Questo dato risponde a tutti coloro, a cominciare dal nostro ministro dell'economia e delle finanze, che in questi anni hanno sostenuto strumentalmente che i danni alla nostra economia si sono acuiti con l'entrata dell'Italia nell'euro. Anche il Presidente del Consiglio, più volte, nelle sue dichiarazioni pubbliche si è lasciato andare a questa stupidaggine, quando gli conveniva. Tutto ciò dimostra esattamente il contrario.
È aumentata la spesa corrente di più del 3 per cento, ma è diminuita pesantemente la spesa in conto capitale (meno 20,1 per cento). Poiché le spese in conto capitale sono in gran parte quelle necessarie per la crescita del paese, il tema riguarda gli investimenti, con buona pace di tutte le grandi promesse di opere pubbliche, dispensate da questo Governo, e di tutti gli investimenti che l'Esecutivo ha indicato agli italiani, promettendo che attraverso di essi avrebbe rilanciato l'economia.
Signor Presidente, poiché non ho concluso il mio intervento, mi riservo di riprendere in seguito le mie considerazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, credo che il dibattito e le questioni appena sollevate da alcuni colleghi dell'opposizione meritino alcune riflessioni ed alcune risposte, anche alla luce degli elementi che possiamo dedurre dai testi presentati dal Governo sul rendiconto per il 2004 e sull'assestamento di bilancio per il 2005.
Una prima considerazione riguarda la ricerca, a nostro avviso strumentale, di un filone legato ad un controllo, per così dire, approssimativo da parte della maggioranza e del Governo sulla spesa pubblica, che si sarebbe evidenziato nel rendiconto per il 2004 e nell'assestamento per il 2005. Entrambi gli interventi di poc'anzi fanno riferimento, sostanzialmente, ad un livello di indebitamento aumentato, quindi ad un fabbisogno aumentato e, pertanto, ad una spesa pubblica sostanzialmente fuori controllo.
Ci permettiamo di sottolineare in questa sede che il dato fondamentale macroeconomico a cui dobbiamo fare riferimento è la diminuzione del tasso di crescita del prodotto interno lordo.
Come più volte ripetuto in questa sede, anche alla luce dei «mille» provvedimenti varati dal Governo a sostegno della competitività e dello sviluppo, e come evidenziato non solo dalla maggioranza di Governo ma anche da autorevoli osservatori internazionali, possiamo ben dire che la crescita bassa in cui l'Italia si è trovata (in particolare nel 2004 e in buona parte del 2005) deriva da fattori strutturali non certamente legati agli ultimi quattro anni di Governo del centrodestra (il quale, anzi, ha tentato di rimuovere alcuni fattori strutturali che hanno determinato questa situazione), quanto, piuttosto, è dovuta ad una crisi e ad una congiuntura internazionale sostanzialmente negative. Per fortuna, i primi segnali di ripresa si cominciano ad intravedere.
Come affermato preliminarmente dal relatore, onorevole Garnero Santanchè, i segnali di ripresa dell'economia ci sono e sono interessanti per l'ultima fase del 2005 ma anche in prospettiva, laddove si ipotizza per il 2006, secondo alcuni importanti osservatori internazionali, un aumento del prodotto interno lordo. Questi segnali confortano le scelte prudenziali operate dal Governo sia con il disegno di legge finanziaria attualmente all'esame del Senato sia con il provvedimento ad esso collegato che punta ad un sostanziale


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controllo della crescita della spesa pubblica. Pertanto, rimandiamo al mittente alcune considerazioni pessimistiche formulate a questo riguardo.
Se il livello di indebitamento è aumentato, ciò è determinato quasi esclusivamente dalle riduzioni delle proiezioni di crescita del prodotto interno lordo. È tuttavia opportuno ragionare anche su quelli che sono ancora oggi gli elementi di criticità all'interno del bilancio dello Stato ed evidenziati anche dalla Corte dei conti. Tali elementi sono da noi affrontati volentieri nel merito, anche per quello che riguarda gli aspetti tecnici di contabilità.
Una delle considerazioni che abbiamo svolto più volte anche negli anni passati concerne la facilità di individuazione e la possibilità di verificare, rispetto a quelli che sono gli obiettivi di spesa che il Governo si prefigge nella legge finanziaria all'interno del bilancio dello Stato, quali sono i centri di responsabilità della spesa che hanno sforato e quali sono state le dinamiche di funzionamento delle leggi stesse, in modo da conseguire una maggiore capacità di controllo dell'efficienza della pubblica amministrazione nel rapporto con il territorio e con gli enti locali, alla luce, evidentemente, dei risultati di consuntivo. Su questo molto ancora rimane da fare, ma sicuramente molto è stato già fatto. In particolare, grazie a questo Governo, sono stati migliorati i meccanismi di identificazione dei centri di responsabilità della spesa.
Alcuni aspetti rimangono ancora non sufficientemente precisati e su di essi sarebbe opportuno che il Governo si assumesse un impegno ulteriore al fine di verificare al meglio quali potrebbero essere le procedure di controllo della spesa. A tale riguardo, come detto, molto è stato fatto anche tramite l'intervento legato al cosiddetto tetto del 2 per cento, oggetto di discussione nel corso dell'esame della scorsa legge finanziaria, che ha esplicato effetti positivi anche se non pienamente rispondenti a quelli sperati.
Su questo argomento, dato il breve tempo a mia disposizione, mi riservo di intervenire nel corso dell'esame degli articoli successivi, in modo da completare le mie riflessioni (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Federazione Padana).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).

RENZO INNOCENTI. Presidente, ci sono doppi voti!

MARCO BOATO. Presidente, voti doppi!

PRESIDENTE. Ci sono segnalazioni di voti doppi...

ANTONIO BOCCIA. Presidente, guardi là...!

PRESIDENTE. Quale settore?

RENZO INNOCENTI. Secondo settore, quinta fila!

ANTONIO LEONE. Presidente, anche da quella parte...! Quarto settore!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera non è in numero legale per deliberare.
Prendo atto che l'onorevole Caminiti non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Rinvio la seduta, che riprenderà alle 15.

La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, dobbiamo procedere nuovamente alla votazione dell'articolo 1, nella quale, nella parte antimeridiana della seduta, è mancato il numero legale.

DARIO GALLI. Ci sono le Commissioni convocate!


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GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, vanno sconvocate le Commissioni!

ELIO VITO. C'è il Comitato in Commissione giustizia!

PRESIDENTE. Faremo una verifica.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).

MARCO BOATO. Presidente ...!

PRESIDENTE. Viene segnalato che qualcuno si appresta a votare per più persone (Commenti). Dove, onorevole?

MARCO BOATO. Ci sono doppi voti, signor Presidente!

PRESIDENTE. Dove? Dove? Mi dica dove.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, penultima fila, secondo settore.

PRESIDENTE. Penultima fila ...

MARCO BOATO. ... secondo settore!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

ALFREDO BIONDI. Signor Presidente, non funziona il dispositivo di voto!

PRESIDENTE. Avverto che la Camera non è in numero legale per deliberare.
Prendo atto che gli onorevoli Taormina, Ascierto e Lezza non sono riusciti a votare.
Rinvio di un'ora la seduta, che riprenderà alle 16,05.

La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIER FERDINANDO CASINI

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, dobbiamo procedere nuovamente alla votazione dell'articolo 1, nella quale in precedenza, è mancato il numero legale.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).

Onorevole Innocenti, prenda posto...

RENZO INNOCENTI. Presidente, sono qui!

PRESIDENTE. ...anche se non la vedo particolarmente impegnato.

MARCO BOATO. Presidente, ci sono doppi voti!

PIERO RUZZANTE. Presidente, doppi voti!

PRESIDENTE. Calma, calma! Molto è stato fatto, ma tanto rimane da fare...
L'onorevole Volontè sta raggiungendo il suo posto a grandi passi...

PIERO RUZZANTE. Là, Presidente, ci sono doppi voti!

RENZO INNOCENTI. Quarto settore!

PRESIDENTE. Allora, iniziamo ad esaminare la situazione.

RENZO INNOCENTI. Ma guardi quello, Presidente! Quarto settore!

PIERO RUZZANTE. Garagnani!

RENZO INNOCENTI. Presidente, penultima fila, quarto settore!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, scusate, se vi sedete, mi fate una cortesia.


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Onorevole Elio Vito, dia il buono esempio. Solitamente, lei dà sempre il buono esempio al suo gruppo.
Sedetevi ed ognuno voti per sé.

Dichiaro chiusa la votazione.

MARCO BOATO. Ci sono doppi voti!

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 232
Maggioranza 117
Hanno votato 228
Hanno votato no 4
(Sono in missione 77 deputati).

(La Camera approva - Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale - Vedi votazioni).

ALFREDO BIONDI. Rientrano gli esuli!

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 2).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stradiotto. Ne ha facoltà.

MARCO STRADIOTTO. Signor Presidente, il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo adempie l'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria dell'anno precedente.
Crediamo che, nella trattazione di questo argomento, dovrebbe esserci molta attenzione ed interesse. Invece, durante la mattinata, è addirittura mancato, per due volte, il numero legale. Sembra proprio che la maggioranza consideri questo provvedimento una formalità burocratica da adempiere. Consideriamo sbagliato agire in questo modo. Molto più utile sarebbe valutare gli andamenti della finanza pubblica dello scorso anno, per esaminare gli aspetti positivi e negativi e le eventuali distorsioni, in modo da impostare più correttamente e più fedelmente la legge finanziaria ed il bilancio di previsione per il 2006.
Oggi, valutando attentamente il Rendiconto, abbiamo la possibilità di valutare se la legge finanziaria per il 2004 e il decreto n. 168 del luglio 2004 (il famoso «decreto taglia-spese») contenessero previsioni e misure dimostratesi attendibili, al fine di evitare che vengano riproposte nel disegno di legge finanziaria alcune norme che hanno dimostrato la loro inefficacia. Ad esempio, esaminando i dati che emergono dal Rendiconto dell'anno 2004, appare evidente che sia i tetti di spesa sia il «decreto taglia-spese» non hanno prodotto i risultati che il Governo e la maggioranza avevano annunciato.
A tal proposito, basta leggere l'analisi svolta dalla Corte dei conti sugli interventi di contenimento della spesa effettuati nel 2004. In particolare, relativamente al «decreto taglia-spese», la Corte rileva che, per i consumi intermedi, il decreto-legge n. 168 del 2004 ha comportato una riduzione di 919 milioni di euro delle dotazioni iniziali di competenza; nonostante questo consistente taglio, le previsioni finali (14.072 milioni di euro) sono risultate superiori a quelle iniziali, che erano di 12.618 milioni di euro, per un importo pari a 1.454 milioni di euro.
L'aumento delle dotazioni finali per i consumi intermedi è in larga parte dovuto all'utilizzo dei fondi di riserva e di quelli a ripartizione, per un totale di circa 2.200 milioni di euro.
Anche per gli investimenti fissi lordi l'incidenza degli interventi correttivi è stata in buona parte sterilizzata dalle valutazioni intervenute nel corso dell'anno, a fronte di una riduzione di 659 milioni di euro disposti in attuazione del «decreto-taglia spese»: le dotazioni finali hanno registrato una diminuzione rispetto a quella iniziale per un importo pari a 161 milioni di euro.
Dal punto di vista degli impegni di spesa, i consumi intermedi registrano invece un leggero incremento, pari allo 0,6 per cento rispetto al 2003, gli investimenti


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fissi lordi presentano invece una diminuzione rispetto al 2003, pari all'1,5 per cento.
Ebbene, cari colleghi, per la legge finanziaria per il 2006 volete riproporre i tetti di spesa, in modo particolare con riferimento agli enti locali. Vi invito a fare una riflessione attenta per evitare che, come per il 2004, nel 2006 si commetta l'errore di andare a colpire di fatto gli enti e le parti della pubblica amministrazione più virtuosa, nonché i settori dove vi sono meno sprechi. Al contrario - la dimostrazione è data dai nostri conti pubblici -, con i tetti di spesa si è andati proprio a colpire solo ed esclusivamente enti e parti della pubblica amministrazione più virtuosa e non gli sprechi, tanto è vero che il deficit aumenta in continuazione (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 390
Votanti 388
Astenuti 2
Maggioranza 195
Hanno votato
216
Hanno votato
no 172).

Onorevoli colleghi, vi ricordo che le missioni non devono essere lette poiché non vi è stata alcuna sospensione della seduta.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 3).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariotti. Ne ha facoltà.

ARNALDO MARIOTTI. Signor Presidente, in questo articolo si tratta delle spese relative all'anno 2004. Per quanto riguarda il settore della spesa, continuano, anche in questa fase di predisposizione del bilancio per il 2006, a essere fatte da parte del Governo centrale valutazioni e accuse nei confronti degli enti locali e territoriali, sostenendo che gli «spreconi» sono in periferia.
È illuminante ciò che afferma la Corte dei conti nella sua relazione sulla qualità della spesa a livello centrale, riferendosi a due aspetti: in primo luogo, alla categoria dei cosiddetti consumi intermedi (quelli sotto i riflettori del Governo), con il tentativo di diminuire tale spesa; ma fino ad ora (e questo in modo particolare lo rileviamo nell'anno 2004) si è riusciti solamente a comprimere la molla della spesa, provocando lo spostamento di tutto quello che non viene speso nell'anno in corso ai primi mesi di quello successivo.
L'aspetto più importante riguardante tale compressione dei consumi è quello di creare una regolazione contabile delle posizioni creditorie e debitorie, venendo cioè meno il principio dell'annualità del bilancio in quanto tutte le spese effettuate nell'anno in corso vanno ad essere scaricate in qualità di pagamenti nell'anno successivo.
La Corte dei conti ha individuato altri tipi di spesa molto interessanti, e precisamente quella degli studi e degli incarichi di consulenza e quella per missioni all'estero (attraverso le spese di rappresentanza), per le relazioni pubbliche e per i convegni. Ebbene, la situazione che emerge è veramente interessante. Le spese per studi e consulenze riguardanti i ministeri risultano aumentate del 5,3 per cento, mentre quelle di rappresentanza e per missioni all'estero addirittura del 21,2 per cento: altro che contenimento della spesa in conto corrente per le voci non obbligatorie!
Sempre la Corte dei conti ha messo in evidenza che, dal 2001 alla 2004, la spesa informatica all'interno dei ministeri - vale a dire quella spesa che dovrebbe qualificare la pubblica amministrazione, rendendo più efficiente lo Stato - è stata ridotta, invece, del 36 per cento.
Vorrei osservare che il Governo ha continuato a procedere in questa direzione


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attraverso il primo provvedimento di correzione dei conti pubblici per l'anno 2005, il decreto-legge n. 211 del 2005. Oggi, peraltro, abbiamo appreso che tale provvedimento è stato ricompreso, «scippandolo» alla Camera dei deputati, nell'ambito di un maxiemendamento da presentare al secondo decreto di correzione dei conti, attualmente all'esame del Senato. Ebbene, se esaminiamo le riduzioni di bilancio previste, ci accorgiamo che viene tagliata tutta quella spesa qualificante che dovrebbe snellire l'attività della pubblica amministrazione e renderla più efficiente, vale a dire maggiormente competitiva.
Dal momento che oggi la capacità di essere competitivi deve riguardare non solo la singola impresa, ma anche il sistema paese nel suo complesso (quindi, anche lo Stato), mi sembra evidente come, in Italia, si parli molto di competitività, ma poi il Governo faccia esattamente contrario. Desidero affermare ciò poiché il Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato, lungi dall'essere una mera questione ragionieristica, rappresenta una valutazione della gestione che è stata condotta, e dunque della qualità della spesa.
Da questo punto di vista, il nostro giudizio non può che essere negativo perché, nei fatti, con il bilancio consuntivo relativo all'esercizio finanziario 2004 si certifica, ancora una volta, il fallimento di questo Governo in ordine all'ammodernamento dello Stato e all'aumento della sua competitività complessiva.
Per queste ragioni, dichiaro il voto contrario del nostro gruppo sull'articolo in esame (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 435
Votanti 434
Astenuti 1
Maggioranza 218
Hanno votato
232
Hanno votato
no 202).

Onorevoli colleghi, ho l'onore ed il piacere di salutare il Presidente della Repubblica irachena Jalal Talabani, che assiste in tribuna ai nostri lavori. Noi lo salutiamo rivolgendo a quel popolo l'augurio sincero di riacquistare la sua serenità nella libertà e nella democrazia (Generali applausi). Sappiamo che il Presidente Talabani è un combattente della libertà, e proprio per questo ha l'affetto di tutti gli italiani (Generali applausi).
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 4).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PUBLIO FIORI (ore 16,19)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 430
Maggioranza 216
Hanno votato
228
Hanno votato
no 202).

Passiamo all'esame dell'articolo 5 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 5).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).


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(Presenti e votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato
222
Hanno votato
no 201).

Passiamo all'esame dell'articolo 6 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 6).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, con il relativo allegato n. 1.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 441
Votanti 440
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato
232
Hanno votato
no 208).

Passiamo all'esame dell'articolo 7 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 7).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato
237
Hanno votato
no 209).

Passiamo all'esame dell'articolo 8 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 8).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato
235
Hanno votato
no 211).

Passiamo all'esame dell'articolo 9 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 9).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato
239
Hanno votato
no 212).

Passiamo all'esame dell'articolo 10 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 10).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stradiotto. Ne ha facoltà.

MARCO STRADIOTTO. Signor Presidente, in precedenza, per brevità - nel senso che avevo a disposizione solo cinque minuti - non ho potuto continuare nell'analisi che ha svolto la Corte dei conti, analizzando, appunto, il rendiconto. Dall'analisi emerge una sostanziale difficoltà: ciò rileva la Corte dei conti, nel verificare l'effettivo impatto sui conti pubblici di interventi correttivi che agiscono in maniera indifferenziata su intere categorie di spesa. I dati a livello aggregato sono, infatti, il risultato di andamenti assolutamente disomogenei delle varie sottocategorie di spesa, spesso dovuti a situazioni contingenti. Con riferimento alla categoria dei consumi intermedi, sulla quale si è concentrata una buona parte degli interventi correttivi, attraverso tagli di carattere lineare, la Corte rileva come apparirebbe opportuna un'impostazione più attenta ed una più efficace utilizzazione delle limitate risorse a disposizione.


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La riqualificazione della spesa per consumi intermedi non può, infatti, essere ottenuta con misure di natura contingente, ma deve costituire il quotidiano impegno nell'ordinaria attività gestionale delle amministrazioni, attraverso l'acquisizione di beni e servizi di qualità superiore, una ricognizione più accurata delle esigenze principali da soddisfare ed il conseguimento effettivo di economie di scala.
In secondo luogo, le misure correttive di natura indifferenziata hanno determinato l'insorgere di regolazioni contabili e debitorie conseguenti a situazioni di emergenza gestionale. Le amministrazioni, per far fronte alla mancanza di risorse finanziarie, tendono infatti a procedere ad acquisizioni di beni e servizi non coperti da relativi impegni, scaricandone l'onere sugli esercizi successivi, attraverso atti di riconoscimento di debito e la copertura ex post delle obbligazioni assunte. Il mancato rispetto degli ordinari schemi contabili si ripercuote negativamente sulla trasparenza dei conti pubblici, rimettendo in discussione lo stesso principio di annualità del bilancio. Gli effetti restrittivi degli interventi attuati con le manovre correttive risultano, inoltre, compensati dal crescente utilizzo dei fondi generali di riserva e dei fondi a ripartizione. Rispetto a questo ragionamento, credo sia importante valutare ciò che queste norme hanno causato negli scorsi anni e che anche la legge finanziaria per il prossimo anno contiene nel suo articolato.
Volevo ricordare, proprio per far riferimento a ciò che affermava la Corte dei conti, ciò che è capitato nel 2005, ciò è capitato nel 2004 e ciò che, ad esempio, i rappresentanti delle Forze dell'ordine annunciano si verificherà anche nel 2006: la previsione della riduzione dei consumi intermedi si ripercuote in modo particolare sulle stesse Forze dell'ordine, che non hanno, in alcuni casi, nemmeno la benzina per far circolare i propri mezzi. In altri casi vi sono addirittura giubbotti antiproiettile fuori norma. Credo sia importante valutare il rendiconto del 2004, per non commettere gli stessi errori nel 2006.
Spero che i colleghi della maggioranza abbiano occasione di riflettere, anche in riferimento alla valutazione di ciò che è stato l'andamento per il 2004 (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10. Colleghi vi prego di evitare voti «plurimi», che mi sono stati segnalati.
(Segue la votazione).

PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, ci sono voti doppi dappertutto!

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, quarto settore!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 382
Votanti 381
Astenuti 1
Maggioranza 191
Hanno votato
198
Hanno votato
no 183).

Passiamo all'esame dell'articolo 11 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 11).
Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
(Segue la votazione).

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente...!

PRESIDENTE. Mi dica qualcosa di preciso, onorevole Innocenti.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, quarto settore!

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Innocenti.


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Invito i deputati segretari a procedere alle opportune verifiche (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).

Dichiaro chiusa la votazione.

Una voce dai banchi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo: Vergogna!

ANTONINO LO PRESTI. Presidente, non si possono bloccare i lavori della Camera così!

PRESIDENTE. Se la Camera non si comporta in modo adeguato e ci sono deputati che votano anche per altri io ho il dovere di bloccare i lavori per verificare (Applausi)!

Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 394
Votanti 393
Astenuti 1
Maggioranza 197
Hanno votato
211
Hanno votato
no 182).

Prendo atto che L'onorevole Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'esame dell'articolo 12 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 12).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 397
Maggioranza 199
Hanno votato
210
Hanno votato
no 187).

Prendo atto che gli onorevoli Buontempo e Soro non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'esame dell'articolo 13 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 13).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 423
Votanti 420
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato
224
Hanno votato
no 196).

Passiamo all'esame dell'articolo 14 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 14).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 425
Votanti 424
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
223
Hanno votato
no 201).

Passiamo all'esame dell'articolo 15 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 15).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).


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(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato
223
Hanno votato
no 207).

Passiamo all'esame dell'articolo 16 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 16).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 434
Votanti 432
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato
224
Hanno votato
no 208).

PIERO RUZZANTE. L'onorevole Vito, che non vedo, sta votando: com'è possibile?

PRESIDENTE. Bene, colleghi, allora lasciamo accese le luci del tabellone elettronico e facciamo un'altra verifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 17 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 17).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
(Segue la votazione).

Lasciamo accese le luci del tabellone!

PIERO RUZZANTE. Presidente, come dicevo, l'onorevole Vito, che non vedo, sta votando, com'è possibile?

PRESIDENTE. Ancora? Prego il deputato segretario Cordoni di effettuare una verifica.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Guarda là dietro...!

LUCA VOLONTÈ. Vai a vedere di là!

PRESIDENTE. Segnalatemi anche dall'altra ed io farò svolgere una verifica dal deputato segretario. Prego, onorevole Buontempo...

EMERENZIO BARBIERI. Buontempo!

PRESIDENTE. È possibile che dobbiamo perdere tempo perché c'è ancora questa consuetudine deteriore, nonostante gli avvertimenti e le preghiere della Presidenza?

ANTONINO LO PRESTI. Buontempo!

GUGLIELMO ROSITANI. Presidente, chiuda la votazione!

PRESIDENTE. Finché non è chiarito questo fatto non la posso chiudere.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 400
Maggioranza 201
Hanno votato
210
Hanno votato
no 190).

Prendo atto che l'onorevole Bolognesi non è riuscita a votare.

Passiamo all'esame dell'articolo 18 (vedi l'allegato A - A.C. 6118 sezione 18).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
(Segue la votazione).

PIERO RUZZANTE. Adornato, Presidente!

MAURA COSSUTTA. Presidente, Adornato!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
222
Hanno votato
no 191).

Prendo atto che l'onorevole Bolognesi non è riuscita a votare.

RENZO INNOCENTI. Adornato non c'è e sta votando!

PRESIDENTE. Onorevole De Luca, mi dicono che lei sta votando doppio. Vorrei pregarla di evitarlo.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 6118)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuvoli. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO NUVOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, preannuncio il voto contrario dei Popolari-UDEUR sull'approvazione del rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2004. Dall'analisi del rendiconto si può rilevare come i risultati relativi all'esercizio 2004 dimostrino un sostanziale peggioramento dei conti pubblici e, in particolare, un indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e una riduzione dell'avanzo primario.
La relazione della Corte dei conti ha evidenziato che l'andamento dell'economia italiana e dei conti pubblici propone motivi di seria preoccupazione. Ciò conferma il giudizio espresso più volte dalla stessa Corte sul deterioramento strutturale intervenuto negli ultimi cinque anni. Tale peggioramento dei conti deriva non solo dal cattivo andamento dell'economia nel suo complesso, ma anche dalla perdita di competitività del nostro sistema paese.
La situazione del paese è difficile e seria. L'Italia ha un debito pubblico enorme. Nella classifica della competitività dal 2001 al 2005 siamo scesi dal ventiseiesimo posto al quarantasettesimo. La percentuale di competitività complessiva della nostra economia si è riflessa nella ulteriore caduta della nostra quota di esportazione sul mercato mondiale, in relazione non solo ai paesi emergenti, ma anche ai paesi più industrializzati dell'Unione europea e dell'area dell'euro, come Germania e Francia.
I risultati negativi, che solo in parte vengono esposti nel disegno di legge di rendiconto, confermano il fallimento della gestione del bilancio perseguita dall'Esecutivo in questa legislatura e mostrano un netto peggioramento, che deve preoccupare soprattutto perché oltrepassa la soglia che sarebbe stata giustificata dallo sfavorevole andamento del ciclo economico.
Le misure una tantum hanno consentito in questi anni di contenere il disavanzo, ma il deficit di fondo è sempre risultato nel periodo ampiamente superiore alla soglia del 3 per cento. Insomma, vi è un quadro piuttosto allarmante, che ne prefigura uno ancora peggiore se non si agirà debitamente, in tempi rapidi e con interventi decisivi.
Da qui deriva, signor Presidente, il nostro giudizio fortemente negativo sul rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2004 (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Popolari-UDEUR e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il collega Maurandi è intervenuto per commentare i risultati che emergono dal rendiconto, evidenziando come quel che appare come un lieve miglioramento sia più apparente che reale, come ha affermato, perché sostanzialmente esso non incide sull'indebitamento


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netto, che costituisce il parametro più significativo per quanto riguarda la situazione della nostra finanza pubblica. Peraltro, con riferimento all'assestamento del bilancio per il 2005, egli aggiungeva che il peggioramento dei saldi evidenzia una situazione che complessivamente non può essere certo definita positiva e apprezzabile.
A partire da queste considerazioni, ritengo che si debba innanzitutto stigmatizzare ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, il fatto che abbiamo perso e stiamo perdendo un'occasione, ossia quella dell'esame del rendiconto e dell'assestamento, per compiere una valutazione più complessiva sulla situazione dei conti pubblici del nostro paese e sulle sue prospettive di sviluppo.
Questo accade per tantissime ragioni, ad esempio per il fatto che ormai vi è un approccio contabile sostanzialmente inerziale nella costruzione del rendiconto rispetto agli anni precedenti. Negli anni scorsi vi sono stati, e continuano ad esservi, fenomeni di finanza creativa che non permettono più di raccapezzarsi all'interno della situazione di bilancio dello Stato. Inoltre, si è proceduto con interventi e con manovre - penso, ad esempio, al decreto «taglia spese» o ad altre manovre correttive - che poi, come i fiumi carsici, fanno riemergere i dati reali della condizione della nostra finanza pubblica.
Credo che tutto quanto è successo in questi anni richiederebbe un approccio radicalmente diverso. Anzi, mi permetto di dire che, poiché ormai siamo arrivati al punto di aspettare il dato Eurostat per avere un riferimento affidabile, forse sarebbe il caso, prima che finisca la legislatura, di mettersi d'accordo maggioranza ed opposizione per individuare un'authority che certifichi la condizione dei conti pubblici. Ciò anche per evitare che in futuro, sia che vinca - come mi auguro - l'attuale opposizione, sia che vinca l'attuale maggioranza, si continui a discettare sulla reale consistenza della nostra finanza pubblica.
A proposito di reale consistenza della finanza e della situazione del paese, in questi pochi minuti, prendendo spunto da quello che considero un appuntamento serio, cioè l'esame del rendiconto e dell'assestamento del bilancio, credo ci si debba soffermare su alcune questioni che costituiscono un indice sintetico e significativo della situazione. Un primo elemento porterà a constatare il peggioramento della situazione del debito che viaggerà verso i 108 punti su cento. Noi l'avevamo preso a 125 ed eravamo arrivati a 110; adesso stiamo risalendo verso il 110. Peraltro, mi permetto di osservare che un debito come il nostro, che è pari al doppio di quello degli altri paesi europei, con tutte le implicazioni che ne conseguono, dovrebbe far rabbrividire. Infatti, andiamo verso una prospettiva in cui questo macigno peserà sulle possibilità concrete di rilancio della nostra economia.
Un secondo elemento sintetico ed inoppugnabile che credo si debba prendere in considerazione attiene all'andamento della spesa, in particolare della spesa primaria, cioè che non tiene conto degli interessi passivi. Ormai i commentatori seri hanno evidenziato la situazione e rinvio, se ve ne fosse bisogno, ad un articolo pregevole del collega Visco sul quotidiano la Repubblica di oggi, ma la questione era già emersa anche su Il Sole 24 Ore. In questa legislatura abbiamo avuto un'inversione di tendenza dell'andamento della spesa primaria. Sarebbe auspicabile il ritorno a quello che è stato definito il «buco Visco», di cui si è tanto parlato in questi anni, visto che dopo ci si è deliziati con una serie di provvedimenti che vanno dai decreti «taglia spese» al metodo Gordon Brown (o Flash Gordon, come ironicamente è stato detto ricordando il mitico fumetto), che non hanno portato a nessun risultato. Anzi, si può constatare che, rispetto ad una spesa primaria che nel 2001 si collocava al 37,9 per cento, siamo arrivati nel periodo aureo tremontiano, dal 2001 al 2004, al 39,3 per cento, e poi con l'arrivo di Siniscalco e l'innovazione Gordon Brown, al 40,2 per cento del PIL. Insomma, ci sarebbe da andare a piedi al


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santuario per tornare al tanto stigmatizzato «buco Visco» di cui si è parlato in questi anni.
Un'ultima considerazione che vorrei svolgere come indice paradigmatico della condizione della nostra economia, dei nostri conti pubblici e della nostra potenzialità di sviluppo riguarda la competitività del sistema economico. Anche in questo caso assumo un parametro che non dovrebbe essere contestabile, anzi è inoppugnabile.
Mi riferisco al parametro rappresentato da un indice aggregato, quello del World economic forum, che evidenzia anche in questo caso come nel passaggio di legislatura, dal 2001 in avanti, si sia verificata un'inversione radicale di tendenza per quanto riguarda la competitività del nostro sistema. Ciò si desume anche prendendo in considerazione i sottoindici che giustificano questo indice sintetico: parlo dell'indice di innovazione tecnologica, dell'indice di qualità delle istituzioni pubbliche e di quello della qualità del contesto macroeconomico. Al riguardo, cito testualmente quanto rilevato in modo oggettivo da Il Sole 24 ore: «Negli ultimi cinque anni, la governance della competitività del sistema paese si è come dissolta, dando luogo ad una dinamica involutiva, che non ha equivalente in nessun altro paese sviluppato».
Allora, per concludere, signor Presidente, cosa possiamo fare in questa situazione? Certamente, non soffermarci distrattamente, su ciò che è diventato un rito astratto, come quello che stiamo celebrando, in cui sia il rendiconto per il 2004, sia l'assestamento per il bilancio 2005 sostanzialmente non interessano a nessuno. La mente è proiettata verso un nuovo appuntamento miracolistico, che sarà la legge finanziaria da approvare prossimamente. Nessun discorso viene fatto sulle riforme strutturali, che sarebbero invece le uniche da affrontare per cercare di uscire da questa situazione: riforme strutturali che riguardino la crescita della produttività, con vere liberalizzazioni e «disboscamenti» regolamentari, per promuovere una vera concorrenza; insomma, una serie di iniziative che restituiscano la fiducia al paese.
Per ottenere questo risultato, signor Presidente, onorevoli colleghi, non servono - lo dico con molta serenità - i pannicelli caldi o l'illusionismo contabile. Noi siamo convinti che voi, signori del Governo e della maggioranza, non siete la nostra medicina. Per parafrasare una frase del ministro Tremonti nel suo ultimo libro, voi non siete la nostra medicina, voi siete la nostra malattia! Confidiamo che gli italiani presto vi tolgano democraticamente la possibilità di continuare a fare danni, come avete fatto in tutta questa legislatura (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Michele Ventura. Ne ha facoltà.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Rendiconto e l'assestamento, nel loro insieme, hanno il compito di offrire una visione complessiva della politica economica e della gestione della finanza pubblica praticata dal Governo. Si tratta di prerequisiti che consentono, osservando i dati del consuntivo e i dati assestati, di tracciare le scelte di politica economica per gli anni a venire.
Riguardo alle disposizioni di assestamento per il 2005, quanto appena detto è del tutto chiaro che appare non credibile, perché infatti occorre una certa dose di ironia per ritenere che i documenti che ci troviamo ad approvare in questa seduta possano costituire un punto di riferimento per la politica economica.
In sostanza, quest'anno in modo particolare, noi stiamo esaminando un provvedimento scaduto, non solo riguardo al progressivo scadimento del suo contenuto, dato che il Governo persevera nel presentarlo censurato di alcuni elementi, ma scaduto proprio riguardo al suo senso di esistere. È imbarazzante, colleghi, discutere delle disposizioni di assestamento per il 2005, perché a quei dati assestati si


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accavallano un decreto-legge varato il 30 settembre per far quadrare i conti del 2005, un secondo decreto-legge varato il 17 ottobre e con effetto sui conti del 2005 per circa 2 miliardi, ed una nuova manovra, tramite emendamento, per 5 miliardi, relativa ufficialmente al 2006, ma causata dai mancati realizzi rispetto alle previsioni assestate per il 2005.
Vorrei rivolgermi ai colleghi della Commissione bilancio, perché credo che anch'essi abbiano, come me, viva ed impressa nella memoria l'audizione del ministro Tremonti di fronte alle Commissioni bilancio di Camera e Senato, svoltasi l'11 ottobre scorso (praticamente ieri, ma sembra un secolo!)
In quella sede, il ministro Tremonti, con la consueta sincerità che lo contraddistingue, sperticandosi in lodi per quelle 80 ore impiegate a costruire la responsabile manovra per il 2006, escludeva in modo perentorio un ulteriore intervento correttivo di fine anno, rispondendo con sdegno ai rilievi che noi dell'opposizione ponevamo, vale a dire che il deficit viaggiava oltre il 5 per cento, che i conti sembravano fuori controllo, che le dismissioni non c'erano e che le entrate languivano.
È, quindi, un ministro che ha mentito di fronte alle Commissioni, perché è del tutto evidente che era in cantiere la prima manovra correttiva, che ha visto la luce pochi giorni dopo. È lo stesso ministro, come giustamente ha ricordato il collega Duilio, che oggi ci vorrebbe convincere della bontà di un'ipotetica grande coalizione per il futuro di questo paese.
È del tutto evidente, colleghi, che, di fronte a personaggi del Governo che, nel corso di questi anni, hanno deliberatamente creato una situazione di grande difficoltà, anche in ordine alla conoscenza dei dati, per quanto riguarda il Parlamento, non vi è alcuna credibilità rispetto alle proposte che possono essere avanzate.
Inoltre, da un esame dei dati - sono stati esemplari gli interventi dei colleghi Mariotti e Maurandi - emerge una situazione di peggioramento complessivo, anche sotto il profilo dei dati più «freschi» rispetto a ciò che possiamo esaminare nel Rendiconto e nell'assestamento. Mi riferisco al peggioramento generale dei conti pubblici, ad un indebitamento netto che sale da 41 miliardi nel 2003 a 43,6 miliardi nel 2004, ad un avanzo primario che si riduce ulteriormente nel 2004, scendendo all'1,8 per cento, alla riduzione costante della spesa per interessi sul debito, che è andata a finanziare l'incremento della spesa corrente in crescita rispetto al 2003, anno in cui è stato registrato un forte incremento dei consumi intermedi.
Signor Presidente, vorrei altresì richiamare l'attenzione su un elemento: rimangono forti le eccedenze di spesa. Va detto che le eccedenze di spesa costituiscono una violazione della legislazione contabile, in contrasto con la sana gestione dei conti, come segnalato dalla Corte dei conti stessa. Permangono molto alti anche i residui passivi, ma soprattutto quelli attivi, specialmente del Ministero delle attività produttive, delle infrastrutture e dell'economia.
Quest'ultimo dato si accompagna alla forte contrazione delle spese in conto capitale nel 2004, pari al 20,1 per cento, a testimonianza della cronica incapacità delle pubbliche amministrazioni di spendere risorse stanziate per i diversi interventi e, nel caso particolare, del mancato impulso agli investimenti, allo sviluppo e al rilancio, nonostante i proclami del Governo. Il danno ha riguardato soprattutto le imprese ed il Mezzogiorno.
Onorevoli colleghi, questo è il quadro di fronte al quale ci troviamo e che preoccupa anche per le ricadute che si potranno avere negli anni futuri.
Questa mattina ho ascoltato il collega Giorgetti che, forse per dovere di ufficio, ha difeso il metodo adottato l'anno scorso, il famoso metodo Gordon Brown, basato sull'incremento del 2 per cento per tutte le unità previsionali di base. Solo che il collega Giorgetti si è dimenticato di dire che, nei primi sei mesi del 2005, i pagamenti per consumi intermedi sono cresciuti del 10,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2004 e risultano essere più alti negli ultimi cinque anni, in barba a tutti


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i tetti di spesa prefissati. Questa è la situazione con la quale ci dovremo misurare.
È del tutto evidente, colleghi, che questa discussione la continueremo in sede di confronto sulla legge finanziaria, anche se questo confronto si presenta già arduo per la posizione della questione di fiducia al Senato e per il possibile voto di fiducia anche qui alla Camera.
Noi continueremo ad insistere per avere chiarezza sui conti dello Stato e, in questo senso, non ci sfugge il ruolo positivo svolto da Eurostat, che ha obbligato a portare a conoscenza alcuni dati macroeconomici. Tuttavia, siamo consapevoli che l'intero paese, nei prossimi anni, pagherà un prezzo molto alto a causa della gestione economica di questo Governo. Per tale motivo riteniamo sia urgente una svolta nella politica economica e finanziaria del paese (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella, alla quale ricordo che ha a disposizione due minuti. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA. Signor Presidente, con riferimento all'assestamento di bilancio, vorrei sottolineare alcuni aspetti, visto che altri sono stati già sottolineati dalla collega Cima.
In particolare, occorre evidenziare alcune gravissime riduzioni di stanziamenti per la difesa del suolo, sia all'unità previsionale di base iscritta nello stato di previsione del Ministero dell'economia - per oltre 100 milioni di euro -, sia al centro di responsabilità n. 6 del Ministero dell'ambiente, con una riduzione di altri 14 milioni di euro. In tal modo sono diminuiti anche gli stanziamenti di cassa del Ministero dell'ambiente relativi agli investimenti per i piani di disinquinamento, per la prevenzione dell'inquinamento fluviale e marittimo, per acquedotti, fognature e opere igienico-sanitarie. Tutti settori per i quali sarebbe stato necessario un aumento degli stanziamenti.
Inoltre, sono previste riduzioni di risorse per il trasporto rapido di massa, pari a 126 milioni di euro, nonché riduzioni per la ricerca e per l'università.
Occorre anche ricordare che il Governo non ha ancora provveduto ad erogare alle regioni il 50 per cento del fondo per le politiche sociali, pari ad oltre 500 milioni di euro; risorse, peraltro, già stanziate a legislazione vigente. Un ordine del giorno presentato in XII Commissione chiedeva un preciso impegno da parte dell'Esecutivo ad erogare al più presto queste risorse indispensabili alle regioni e agli enti locali, ma il Governo non lo ha accolto neanche come raccomandazione.
Per queste ragioni e per le altre esposte dalla collega Cima, preannuncio il voto contrario dei deputati Verdi sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Unione).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benvenuto. Ne ha facoltà.

GIORGIO BENVENUTO. Signor Presidente, ripeto e sottolineo alcuni aspetti già richiamati dai colleghi, in particolare dall'onorevole Michele Ventura.
La correzione fatta dal Governo è la dimostrazione di come sia stata affrontata in maniera contraddittoria la politica economica nel corso di questi anni.
Voglio richiamare l'attenzione dei colleghi su alcune osservazioni che in questi giorni sono state fatte proprio in merito alla politica economica del Governo, in merito alla manovra correttiva e alla prossima legge finanziaria. Il rapporto annuale sull'economia italiana del Fondo monetario internazionale, che singolarmente ha incontrato grande favore da parte del ministro dell'economia, è stato molto severo, addirittura impietoso, in merito alla trasparenza dei nostri conti pubblici. Tale rapporto afferma che i conti pubblici italiani sono opachi e che la mancanza di trasparenza si concentra nella fase di definizione del dato tendenziale, ovvero quella in cui la stesura del bilancio è affidata al solo Governo.


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Voglio inoltre aggiungere che il Fondo monetario internazionale rivolge una critica particolarmente severa al Governo, perché lo accusa di non aver utilizzato in questi quattro anni il dividendo del calo della spesa pubblica per interessi legato all'adozione dell'euro. Tale dividendo è stato gettato al vento per finanziare maggiori spese correnti; oltre due terzi di punto del PIL in quattro anni sono stati gettati a causa dell'aumento della spesa corrente primaria, cioè la spesa corrente al netto degli interessi per il servizio del debito, proprio mentre la spesa per interessi diminuiva grazie all'euro.
È questa la ragione per la quale siamo sconcertati di fronte all'opacità e alle continue manovre di aggiustamento compiute dal Governo nonché di fronte all'incapacità di affrontare i problemi che derivano dal peggioramento dei conti pubblici.
Ormai siamo arrivati alla fine della legislatura e, quindi, si possono trarre le conclusioni su quale sia stata la politica economica del Governo. Si tratta di una politica economica che non ha saputo essere coerente, che ha rimesso in discussione scelte importanti, quali quella di un'oculata politica di crediti di imposta, e che non ha saputo utilizzare i miglioramenti registrati nell'economia mondiale. In proposito voglio ricordare che l'economia globale nel 2004 ha segnato, dopo quanto avvenuto negli anni precedenti, il risultato migliore degli ultimi venti anni. Ripeto che si tratta del risultato migliore ottenuto negli ultimi venti anni.
Tuttavia, la maggioranza non ha saputo utilizzare questo momento favorevole, perseguendo una politica economica sbagliata - come dimostrano la manovra oggi in discussione e gli altri provvedimenti annunciati - e mettendo il nostro paese in una situazione di grave difficoltà. La maggioranza ha fatto precipitare l'Italia nell'ambito della classifica dei paesi maggiormente sviluppati, ponendola in una situazione economica di ristagno.
Sono questi i motivi per i quali il gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo esprimerà voto contrario sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 6118)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 6118, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Colleghi, ognuno voti per sé...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(S. 3524 - Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2004) (Approvato dal Senato) (6118):

(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato
227
Hanno votato
no 193).

(Esame degli articoli - A.C. 6119)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2005.
Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.


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Passiamo all'esame dell'articolo 1 (vedi l'allegato A - A.C. 6119 sezione 1).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, con le annesse tabelle.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 416
Votanti 415
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato
227
Hanno votato
no 188).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (vedi l'allegato A - A.C. 6119 sezione 2).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 428
Votanti 427
Astenuti 1
Maggioranza 214
Hanno votato
228
Hanno votato
no 199).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (vedi l'allegato A - A.C. 6119 sezione 3).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 425
Votanti 424
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
226
Hanno votato
no 198).

Prendo atto che l'onorevole Falanga non è riuscito a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (vedi l'allegato A - A.C. 6119 sezione 4).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, con i relativi allegati.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 430
Votanti 429
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
232
Hanno votato
no 197).

Prendo atto che l'onorevole Falanga non è riuscito a votare.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 6119)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Milana. Ne ha facoltà.

RICCARDO MILANA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nonostante la disattenzione che ha caratterizzato l'intero andamento della discussione sui provvedimenti in esame, corre l'obbligo a tutti noi di prestare la necessaria attenzione a un problema fondamentale per il nostro paese. È in atto una discussione intorno agli andamenti di finanza pubblica, sul loro controllo e sulle loro dinamiche, e nonostante il tentativo del Governo e della


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maggioranza di far passare in secondo piano questo dibattito, vi è un problema particolarmente grave, che non possiamo eludere. La finanza pubblica è - e lo dimostrano questi vostri dati - decisamente fuori controllo.
Non basta il modo un po' singolare con il quale si continua ad intervenire in materia di bilancio e di assestamento per nascondere quello che state provocando: un vero e proprio buco nella finanza pubblica. C'è stato, negli anni scorsi, un grande dibattito su tale vicenda. Credo che questo dibattito non possa esaurirsi oggi e che quello che avete prodotto peserà come un macigno nei prossimi mesi e nei prossimi anni sul Governo e sulle finanze del paese.
Dunque, nonostante una certa disattenzione e nonostante il modo in cui è stato condotto il dibattito, si è predisposto un atto e lo si è sottoposto alla discussione del Parlamento, e contemporaneamente lo stesso Governo che ha predisposto l'atto ha presentato ben due manovre correttive. Ciò segnala la preoccupante condizione in cui versa la finanza pubblica nel nostro paese.
Nel corso della discussione sulle linee generali abbiamo fatto notare ai colleghi e soprattutto al Governo l'esigenza di una maggiore accuratezza nella predisposizione di tali atti, in particolare dell'assestamento. L'impressione ampiamente diffusa è che il Governo continui a interpretare carattere e forma dei documenti in esame in maniera estremamente riduttiva. Gli stanziamenti iscritti per le varie voci di spesa vengono determinati secondo logiche meramente inerziali, di passiva riproduzione delle previsioni dell'anno precedente, salvo limitati aggiustamenti. Il carattere formale dei disegni di legge di bilancio, di rendiconto e, soprattutto, di assestamento, deve intendersi nel senso che non può procedersi, mediante tali provvedimenti, alla modifica di leggi sostanziali di spesa, e non invece, come tende a fare il Governo, nel senso che risulterebbe precluso a tali provvedimenti qualsiasi margine di manovra.
Assistiamo quindi, nel provvedimento sull'assestamento del bilancio, alla rappresentazione di dati che riproducono solamente in parte l'andamento effettivo dei saldi di finanza pubblica. Questo avviene da alcuni anni, anche per il sempre più frequente ricorso, da parte del Governo, a manovre correttive che incidono e hanno inciso direttamente sulla grandezza del bilancio e che, ciononostante, vengono poste in essere sempre in altra sede. La vicenda di questi giorni, di queste settimane è, da questo punto di vista, decisamente emblematica.
Ci troviamo cioè di fronte ad un Governo che, mentre predispone gli atti di assestamento di bilancio, su un altro binario fa partire ben due manovre correttive, con l'esilarante gag del ministro dell'economia Tremonti che spiega quanto è stato bravo. Egli, infatti, ha contato le ore durante le quali è stato in carica per preparare una finanziaria, sulla quale poi tornerò (al Senato sta assumendo tutt'altro aspetto); in questa vicenda, però, vi è stato un secondo tempo e poi un terzo tempo. Noi, in questa situazione, ci aspettiamo anche altre puntate, come se invece di un rigoroso esame dei conti pubblici stessimo predisponendo un esilarante serial televisivo...
Tra l'altro, la tecnica di apportare questi aggiustamenti in corso d'opera pone in essere un'operazione di vero e proprio illusionismo contabile che, dal punto di vista degli effetti sostanziali (non potrebbe essere diversamente), si dimostra assai precaria.
Inoltre, le varie manovre poste in essere negli anni scorsi, dal cosiddetto decreto «taglia spese» per la riduzione degli stanziamenti, con il ricorso alla cosiddetta regola del due per cento, per proseguire con l'ulteriore riduzione degli stanziamenti relativi ai consumi intermedi e agli investimenti fissi lordi (disposti, appunto, con i decreti in questione), sono accomunate da difetti di impostazione. I dati a disposizione, a partire dagli elementi di giudizio forniti dalla Corte dei conti e


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dallo stesso ISTAT, evidenziano che questo tipo di manovre raramente riesce a conseguire i risultati attesi.
La contrazione della spesa che il Governo rivendica orgogliosamente - e del tutto immeritatamente -, attribuendole una rilevante valenza politica e economica, si riduce, alla prova dei fatti, a ben poca cosa. Ripeto, basta pensare al caso della regola del due per cento, che il ministro Siniscalco aveva prospettato come un'innovazione di carattere quasi rivoluzionario, ma che, alla prova pratica, non ha impedito una crescita della spesa (superiore anche alle previsioni tendenziali), anziché il suo contenimento.
Il quadro è ulteriormente aggravato dalla cosiddetta esplosione del fenomeno delle eccedenze di spesa, che si presta anche alla copertura di operazioni finanziarie poco trasparenti.
Si rinuncia quindi ad una serie di analisi di fattori che determinano gli andamenti della spesa pubblica e alla realizzazione degli interventi praticabili e sostenibili per il suo contenimento.
Un approccio diverso avrebbe implicato ben altre capacità di governo della finanza pubblica, in primo luogo attraverso un reale rafforzamento del monitoraggio dei comportamenti posti in essere dai diversi centri di spesa e l'attivazione dei controlli di gestione, in cui questo Governo non ha mai creduto, e che sarebbero invece indispensabili per verificare il livello di efficienza delle amministrazioni pubbliche, per raffrontare le risorse a disposizione con i risultati ottenuti. Ma la logica portata avanti in questi anni è ben altra. E credo che il considerevole peggioramento del saldo netto da finanziare ne sia in qualche modo la dimostrazione.
Tra l'altro, il disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato, sul quale esprimeremo voto contrario, non riporta l'andamento critico del gettito tributario e gli esiti prodotti dall'autotassazione. Si tratta di un gravissimo danno, provocato dalle decisioni di politica economica assunte nel corso di questa legislatura, con il continuo ricorso ai condoni.
Nella sostanza, si è favorita una vera e propria elusione sistematica. Siamo pertanto in presenza di uno scenario assai preoccupante che può riassumersi nei seguenti termini: sul versante delle spese, al ripetuto ricorso a misure di taglio pressoché generalizzato degli stanziamenti di bilancio fanno seguito risultati assai deludenti sul piano concreto, se non addirittura contraddittori, come si evidenzia nell'anno in corso nonostante il tetto fissato al 2 per cento; sul versante delle entrate, la predisposizione di misure di condono e le sanatorie, accompagnandosi allo stravolgimento di alcuni istituti importanti dell'ordinamento tributario al solo scopo di avviare la realizzazione della riforma tributaria voluta dal ministro Tremonti, dimostratasi largamente velleitaria al punto tale che il suo stesso creatore ha dimostrato di non crederci più, hanno provocato una caduta del gettito e favorito, come ricordavo, comportamenti opportunistici, legittimando così fenomeni di vera e propria elusione.
Per quanto riguarda la finanza pubblica nel suo complesso, non è stato compiuto alcun progresso.

PRESIDENTE. Onorevole Milana, concluda.

RICCARDO MILANA. Concludo, Presidente. Ricordo che i risultati negativi, che solo in parte vengono esposti nel disegno di legge in esame, rischiano di essere ancora più marcati dopo l'approvazione del disegno di legge finanziaria attualmente all'esame del Senato, anche perché si determinerà un ulteriore peggioramento dei saldi esclusivamente per ragioni elettoralistiche, senza che le presunte misure volte al contenimento delle spese correnti contenute nel disegno di legge finanziaria abbiano prodotto alcun risultato positivo.
Per queste ragioni e con l'esame del disegno di legge finanziaria alle porte, noi faremo di tutto perché sia la politica economica di questo Governo sia l'andamento della finanza pubblica, i cui risultati peseranno nei prossimi anni come un macigno sulla vita delle pubbliche amministrazioni


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e soprattutto su quella delle famiglie italiane, non passi sotto silenzio. Noi denunceremo quello che voi avete fatto, il buco che state producendo oggi e che peserà, come detto, anche nei prossimi anni (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pennacchi. Ne ha facoltà.

LAURA MARIA PENNACCHI. Signor Presidente, la discussione sui disegni di legge concernenti rispettivamente il rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2004 e le disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2005 non può essere considerata di routine, da compiere cioè come un atto burocratico fra i tanti, soprattutto quando tali adempimenti si debbono fare alla fine della legislatura e alla vigilia di una campagna elettorale di fatto già in corso e nell'imminenza dell'esame del disegno di legge finanziaria, già iniziato al Senato. Tale discussione non può essere considerata un atto burocratico perché noi possiamo cogliere, nell'analisi dei disegni di legge sul rendiconto generale e sull'assestamento del bilancio dello Stato, quanto giungano a maturità le dissennate scelte di politica economico-finanziaria che il Governo di centrodestra e la sua maggioranza hanno fin qui compiuto. Siamo dunque in grado di cogliere l'autentico disastro che è stato compiuto su due aspetti fondamentali. Il primo, è quello della lacerazione del tessuto istituzionale del processo di decisione sul bilancio dello Stato, quel processo di costituzionalizzazione del bilancio, iniziato a partire dal 1978 e protrattosi fino alla fine degli anni Novanta, ma che dal 2001 in poi ha conosciuto una battuta di arresto, anzi direi una inversione di tendenza che definire drammatica è poco. Un secondo aspetto rilevantissimo è il vero e proprio scasso dei conti pubblici, di quel risanamento che era stato realizzato con uno sforzo enorme da parte di tutto il paese nella seconda metà degli anni Novanta. Oggi assistiamo, ripeto, ad vero e vero e proprio scasso dei conti pubblici.
La lacerazione del tessuto istituzionale è tanto più grave quanto più va a colpire al cuore la democrazia del bilancio che, a sua volta, è la democrazia costitutiva della democrazia tout court.
Infatti, è sul bilancio, è sull'equilibrio tra entrate e spese che si stipulano i patti democratici tra i cittadini, come ci insegna proprio quel de Toqueville che ieri veniva citato dal ministro Tremonti, a mio parere molto impropriamente, in un'intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica.
Qui emerge un aspetto specifico di opacità, che è stata immessa in questo processo e che è stata denunciata - in modo che definirei persino accorato - dal Fondo monetario internazionale. Altro che ammissioni di serietà! Leggete il testo scritto depositato dal Fondo monetario internazionale! Il Parlamento tutto, maggioranza e minoranza, è stato defraudato della possibilità più elementare di conoscere e, quindi, di controllare.
Signor Presidente, vorrei ricordarle - si tratta di una cosa che abbiamo già segnalato - che con la seconda «manovrina» di metà ottobre, che è stata seguita da una terza, sono stati tagliati i fondi dei ministeri prima che avessimo potuto valutare (con l'assestamento, appunto, perché questa valutazione si fa in sede di assestamento) se il residuo fosse congruo o meno alla bisogna. Siamo, dunque, di fronte ad una situazione di incertezza, ad un'arbitrarietà assoluta, ad una discrezionalità assoluta del Governo che pone il Parlamento nella condizione di vero e proprio defraudato!
Il dissesto dei conti pubblici è ancor più acclarato. Ne hanno già parlato i colleghi dell'opposizione intervenuti prima di me, ma vorrei rimarcare che le due cose stanno insieme: la lacerazione istituzionale - è grave perché era nella responsabilità dei Presidenti di Camera e Senato evitare che si arrivasse fino a questo punto - è stata perseguita esattamente per poter procedere con maggiore comodità su una


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strada dissennata e, più in generale, perché c'è stata una vera e propria volontà di svuotamento delle funzioni pubbliche.
Vi ricordo che nella relazione di accompagnamento al primo disegno di legge finanziaria di questa legislatura, quella per il 2002, l'unico obiettivo scritto con chiarezza era che bisognava fare arretrare il perimetro pubblico: con esso dovevano arretrare, com'è accaduto, la responsabilità collettiva e l'etica pubblica. Ci troviamo, appunto, in una situazione la cui natura è segnalata, ad esempio, dall'entità delle entrate da condoni, che hanno un'influenza specifica sui bilanci del 2004 e del 2005. Vi ricordo che per il solo anno fiscale 2003 sono state contemplate 19 fattispecie diverse per una medesima tipologia condonativa.
A proposito di effetti di arbitrarietà, di incertezza e di svuotamento delle funzioni parlamentari, pensiamo a come ha operato - la Corte dei conti ce lo segnala continuamente, anche negli ultimi atti - il cosiddetto decreto «taglia spese»: con il «taglia spese» (era ministro dell'economia e delle finanze Tremonti) il Governo ha voluto concedere una vera e propria licenza a sforare! Proprio così! Abbiamo sovvertito addirittura l'articolo 81 della Costituzione, trasformando una regola di copertura che dovrebbe operare ex ante (così nell'intenzione del costituente e nella lettera dell'articolo medesimo) in regola di copertura ex post.
Di fatto, ciò ha consentito la discrezionalità più assoluta. Infatti, nel disegno di legge finanziaria che presto giungerà all'esame di questa Camera troviamo 4 miliardi di eccedenze di spesa che sono esattamente il frutto di questa incapacità di funzionare e, però, di agevolare la volontà discrezionale del Governo. Vi sono 4 miliardi di eccedenze di spesa ma, nel contempo, viene tagliato il fondo di riserva!
Ditemi dove è la coerenza in tutto questo procedere! Mi riferisco anche alla miriade di misure di finanza creativa, ai condoni, alle misure una tantum, alle cartolarizzazioni che, nel 2005, avrebbero dovuto produrre 7 miliardi di euro (hanno invece fatto incassare tra i 600 e gli 800 milioni di euro), alla configurazione ANAS di mercato (su cui abbiamo discusso quattro, cinque anni, ma il Governo si è rifiutato di realizzare ciò che Eurostat e l'opposizione chiaramente indicavano), al concordato fiscale dello scorso anno (entrate per 3 miliardi di euro).
In realtà, ci siamo trovati in una situazione nella quale tutto ciò, da una parte, veniva compiuto e, dall'altra, veniva continuamente occultato. Ricorderete, infatti, che lo scorso anno, in fase di chiusura dell'esame del disegno di legge finanziaria, si è voluto procedere ad un taglio dell'imposta personale sul reddito (la vecchia IRPEF) di quattro, sei miliardi di euro, a vantaggio dei più ricchi. I cittadini italiani non hanno dimenticato che, nella vostra relazione tecnica a quel provvedimento, si stabiliva che il 62 per cento dei cittadini non avrebbe beneficiato di alcunché e che l'un per cento di coloro che ne avrebbero beneficiato avrebbe acquisito l'80 per cento dei benefici.
Ci troviamo di fronte ad un'esplosione della spesa corrente. I colleghi della maggioranza hanno cercato di negare questo dato o di riferirlo alla mancata crescita del PIL. Ma la mancata crescita del PIL è frutto delle nostre politiche; non cade dal cielo, non nasce dalle Torri gemelle e dal cattivo andamento internazionale che, anzi, non è mai stato così buono come in questi anni!
Prendete il DPEF di quest'anno che, peraltro, sotto tanti aspetti, è fatto molto male; esso contiene una tabella che dimostra come, dal 2001 al 2004, la spesa corrente improduttiva (fatta soprattutto di consulenze, «auto blu» e quant'altro) sia cresciuta quasi di due punti di PIL.

PRESIDENTE. Onorevole Pennacchi...

LAURA MARIA PENNACCHI. Con il disegno di legge finanziaria per il 2006 (siamo al colmo del ridicolo) si sosterrà che il taglio di 3 miliardi di euro sugli enti locali sarà realizzato semplicemente attraverso i tagli agli sprechi. La relazione tecnica della finanziaria stabilisce nuovamente


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che dai risparmi sulle «auto blu» si potranno ricavare 30 milioni di euro (60 miliardi delle vecchie lire) e dalle consulenze 70 milioni di euro (140 miliardi delle vecchie lire).
Tutto questo gioco di sotterfugi, di occultamenti ci dice che ci troviamo ancora in una situazione, se vogliamo, persino più allarmante di quella del recente passato. Da questo punto di vista, le profferte del ministro dell'economia Tremonti, se non apparissero così gravi, sembrerebbero ridicole, indurrebbero a sorridere. Ma - su ciò non si può dissentire - questo dissesto è opera vostra!

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO MUSSI (ore 17,25)

LAURA MARIA PENNACCHI. Noi avevamo realizzato il risanamento: voi avete compromesso il risanamento e avete ulteriormente dissestato la finanza pubblica.
La manovra di finanza pubblica avrebbe dovuto essere presentata nella sua interezza il 30 settembre, ma entro tale data la sua entità, a causa dei dati insufficienti, sarebbe ammontata a 27 miliardi di euro. Il ministro dell'economia, che, come un disco incantato, ha ribadito che è ministro da 400, 700, mille ore (in realtà, è stato ministro sempre; comunque, è stato sempre l'ispiratore e l'agente), ha preferito fare tre correzioni diverse (altra lacerazione gravissima al tessuto istituzionale!) per lasciarsi la possibilità di dare più un miliardo di euro, come elemosina, in modo caritatevole, alle famiglie italiane e 500 milioni di euro di regalini - lo ha detto apertamente - in particolare ai senatori (noi deputati, se qualcosa rimedieremo, saranno comunque solo briciole di questa miserevole vicenda).
Tutto questo ai danni di un paese che, comunque, di tutto ciò è consapevole, si sta ribellando e saprà manifestare la totale disapprovazione (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, nell'intervenire per dichiarare il voto del gruppo di Alleanza nazionale, dopo l'avvenuto dibattito in Commissione e oggi in aula, sento a maggior ragione la forza e la volontà di sostenere i provvedimenti al nostro esame alla luce di un confronto che, anche in questa sede, non è stato incentrato tanto - perdonatemi, cari colleghi dell'opposizione - sui temi, quanto, piuttosto, sulla necessità di utilizzare ogni momento per fare propaganda elettorale.
Ritengo che i toni apocalittici utilizzati dalla collega Pennacchi, che peraltro stimo, siano assolutamente fuori luogo nella ricostruzione di ciò che è avvenuto in questi anni e, in particolar modo, della situazione reale del paese e della dimensione del controllo della finanza pubblica che è al nostro esame e che continuerà ad esserlo con il dibattito che vi svolgerà sulla prossima legge finanziaria.
Vorrei soffermarmi, in particolare, sui temi posti dai colleghi Ventura e Stradiotto che, in modo molto più responsabile, hanno svolto considerazioni di natura politica che riterrei in qualche modo di mettere in discussione ma che complessivamente rispetto.
Innanzitutto, richiamo l'attenzione sul tema della crescita: l'onorevole Pennacchi tende evidentemente a considerare ininfluente l'area di riferimento economica in cui si colloca l'Italia. Stupisce che un economista porti all'estremo alcune considerazioni senza tenere conto dell'area complessiva in cui si muove l'Italia, che è quella dell'euro, la quale in questi anni ha fatto registrare in taluni paesi livelli di crescita anche leggermente superiori a quelli dell'Italia, ma che non si può certo collocare nelle aree di espansione e di crescita che hanno invece vissuto il sud-est asiatico, gli Stati Uniti e altre aree del mondo.
È evidente che, se esiste un problema, esso è legato all'area euro, ad un patto di stabilità che è stato sicuramente assai poco flessibile, che ha puntato poco a mettere i paesi dell'area euro nelle condizioni di sfruttare un percorso di sviluppo


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tale da agganciare il momento di ripresa economica internazionale, così come invece altri paesi hanno fatto.
In questo quadro, è evidente che la cosiddetta «trappola di bassa crescita» resta per noi un elemento fondamentale per riuscire a dare la giusta dimensione al tema legato agli sforamenti sul fabbisogno e sull'indebitamento.
Vorrei ribadire, peraltro, come in tutti i passaggi adottati dal Governo in questi anni le scelte siano sempre state orientate verso alcuni elementi di politica economica che non abbiamo mai voluto negare, bensì sostenere con forza.
Un primo argomento è stato quello dell'attenzione verso un rigore dei conti pubblici: è vero, colleghi, sono state varate più manovre, più provvedimenti per mantenere complessivamente l'Italia all'interno dei patti di stabilità europei rispetto agli impegni assunti in sede internazionale. È altrettanto vero, però, che tutti questi provvedimenti non hanno mai inciso direttamente sulle questioni riguardanti la vita del cittadino, in particolar modo sull'aspetto della pressione fiscale, che in questi anni, se pur di poco, è stata sicuramente ridotta. Sono stati varati complessivamente interventi di sostegno alle imprese e all'economia ed esiste oggi una proiezione di crescita da tutti riconosciuta, che noi intendiamo ancora una volta ribadire in quest'aula a margine di un documento che resta comunque interessante in alcuni suoi aspetti.
All'interno di tali aspetti, occorre evidenziare - dal momento che, colleghi dell'opposizione, citate continuamente le pronunce della Corte dei conti - i meccanismi di controllo della spesa pubblica.
Vorrei rappresentare la nostra disponibilità a confrontarci sull'efficacia dei percorsi intrapresi al fine di contenere la spesa per i consumi intermedi. Infatti, possono essere discusse le procedure adottate, così come si può discutere anche dell'effettivo conseguimento dell'obiettivo del contenimento al 2 per cento della spesa.
Siamo altresì disponibili a discutere la questione posta dal collega Stradiotto: l'applicazione di tetti di spesa, infatti, può rappresentare uno strumento che agisce in maniera indiscriminata, anche se, tuttavia, all'interno delle maglie della pubblica amministrazione possono verificarsi le condizioni per poter derogare a tali norme.
Siamo favorevoli, inoltre, ad instaurare una discussione finalizzata alla revisione complessiva del nostro sistema normativo in materia contabile. Voi sapete bene quanto noi, colleghi dell'opposizione, che, per adottare adeguate politiche di risparmio, bisognerebbe riformare complessivamente la legislazione vigente. Infatti, occorrerebbe prima comprendere in maniera dettagliata il funzionamento puntuale di ogni legge e, attraverso questo enorme lavoro di approfondimento, studio e verifica, procedere successivamente ad attivare, in maniera selettiva, meccanismi in grado di consentire risparmi certi di spesa.
Credo si tratti di un terreno sul quale sia la maggioranza, sia l'opposizione possano trovare possibili convergenze. Ricordo, a tale riguardo, che noi stessi abbiamo posto all'attenzione del Comitato per il monitoraggio della spesa pubblica ulteriori iniziative per cercare di migliorare il testo del disegno di legge finanziaria, introducendo procedure selettive della spesa più efficaci rispetto allo strumento della predeterminazione dei tetti alla crescita.
Resta il fatto, onorevoli colleghi, che l'opposizione non ha avanzato proposte alternative, perché non possiede la ricetta magica per favorire lo sviluppo! Vorrei ricordare che, in questi anni, abbiamo adottato una serie di provvedimenti che puntavano comunque ad evitare ciò che voi declamate continuamente, vale a dire la decadenza ed il declino del sistema Italia! Vorrei ribadire con forza, in quest'aula, che oggi non ci troviamo in una situazione di declino e di decadenza del sistema paese. Esso è sicuramente ancora affetto da problemi di competitività, sui mercati internazionali, rispetto a paesi che oggi sono molto più spregiudicati (purtroppo, anche in termini di garanzie sociali e lavorative) e praticano una concorrenza


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sleale, ma vorrei ricordare che abbiamo cercato di offrire risposte concrete sulle questioni della contraffazione, avviando anche un confronto per risolvere il problema dell'importazione di produzioni fallaci. Vorrei osservare, tuttavia, che è questa la strada inesorabile per intraprendere un percorso finalizzato al rilancio complessivo del nostro sistema economico.
Occorre avere la voglia di proseguire le riforme, e noi questa voglia l'abbiamo sicuramente. Vorrei evidenziare che uno dei temi centrali è rappresentato dalla riforma della legge di contabilità, poiché si tratta di una questione sotto gli occhi di tutti. Vorrei segnalare che la Corte dei conti - ma voi, colleghi dell'opposizione, vi dimenticate di dirlo - riconosce che sono stati compiuti passi in avanti nella predisposizione di percorsi idonei ad individuare i centri di responsabilità della spesa pubblica.
Oggi è necessario elaborare una proposta di riforma che riveda in toto le stesse procedure parlamentari per l'approvazione della legge di bilancio. Vorrei segnalare, a tale riguardo, che stiamo esaminando l'assestamento di bilancio senza avere a disposizione il dato definitivo delle entrate fiscali (mi riferisco, sostanzialmente, alle autoliquidazioni di fine novembre), che rappresenta un elemento fondamentale per comprendere il quadro complessivo sul quale stiamo intervenendo.
Pertanto, onorevoli colleghi, intendiamo ribadire la nostra forte determinazione a proseguire su questa strada, e vorrei ribadire che siamo disponibili ad avviare un confronto sui temi concreti.
Una delle questioni più rilevanti è rappresentata dagli enti locali. Vogliamo cogliere l'occasione per ribadire come, in materia di enti locali, si sia sviluppato, ancora una volta, un clima di scontro tra maggioranza ed opposizione. Esso è stato determinato soprattutto dalle posizioni di una minoranza che non vuole riconoscere le esigenze di rispetto del Patto di stabilità europeo, che devono vedere coinvolti e responsabilizzati sia lo Stato e la pubblica amministrazione centrale, sia, evidentemente, le autonomie e gli enti locali.
Se è vero che, da un lato, la Corte dei conti richiama lo Stato alle sue responsabilità ed, in qualche modo, ad interventi - anche eccessivi per rigore - sulla gestione della pubblica amministrazione - in particolar modo sui bilanci degli enti locali - è altrettanto vero che, dall'altro, essa ricorda, con grande forza, un percorso di crescita esponenziale dei costi delle autonomie locali, percorso che ha progressivamente fatto sforare i limiti posti dal Patto di stabilità, quelli sul tema più generale dei rapporti con i lavoratori dipendenti e sulle questioni che riguardano i livelli di indebitamento, particolarmente alti.
L'opposizione - l'onorevole Stradiotto, in particolare - sostiene che la responsabilità dei livelli di indebitamento è in capo al Governo. Noi ribadiamo che la responsabilità dei livelli di indebitamento è in capo alle singole amministrazioni, che - come afferma la Corte dei conti - molto spesso tendono ad utilizzare risorse che dovrebbero essere destinate agli investimenti in conto capitale assieme a risorse che, invece, vengono utilizzate per la parte corrente.
Onorevoli colleghi, ho ritenuto di dover svolgere queste considerazioni per ribadire che se si rimane sulle questioni, vi è la massima disponibilità al dialogo ed al confronto, con l'obiettivo di trovare soluzioni che possano essere condivise per il rilancio del sistema Italia. Quando, invece, si preferisce portare la campagna elettorale in quest'aula, noi ribadiamo, con forza, che siamo evidentemente per il sostegno allo sviluppo del nostro paese, contro la decadenza e contro il declino che voi, ogni giorno, celebrate, anche in quest'aula (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Perrotta. Ne ha facoltà.

ALDO PERROTTA. Signor Presidente, è il caso di dire che alcune delle voci


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dell'assestamento sono di notevole importanza. In controtendenza con ciò che afferma la sinistra - ossia che noi, in alcuni capitoli di bilancio, tagliamo le spese - vorrei invitare i colleghi - ed anche l'opinione pubblica - a riflettere sulla IV tabella allegata al provvedimento, ossia sulle spese complessive per le funzioni-obiettivo e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato.
Vorrei ricordare che nel bilancio per l'anno 2005 abbiamo aumentato i fondi a disposizione per la sanità di circa il 2,3 per cento. Rispetto al 2004 abbiamo aumentato i fondi a disposizione per l'istruzione da 49.128 a 49.165. Abbiamo aumentato le risorse per la protezione sociale da 67.047 a 68.317. Abbiamo portato il fondo per le abitazioni ed assetto territoriale da 2.302 a 2.391, e potrei andare avanti all'infinito.
Certo, quando si parla dell'assestamento, è chiaro che l'opposizione mette in rilievo gli aspetti negativi. Bisogna, tuttavia, tenere presente che alcune volte, per una precisa volontà politica, si decide di fare incidere di meno alcune spese, mentre si stanziano maggiori fondi per altre spese, perché alcuni settori hanno la necessità politica, economica e, soprattutto, sociale, che tali stanziamenti siano aumentati. Quindi, proprio in riferimento alle critiche che ci hanno rivolto i colleghi della sinistra quando è stato predisposto il bilancio preventivo, affermando che alcune spese, proprio nei settori che ho in precedenza richiamato, erano inferiori al 2004, si può constatare che, con l'assestamento definitivo, le spese sono addirittura in aumento. Dunque, le falsità che si sono dette nell'individuazione del bilancio preventivo vengono chiaramente smentite.
Vorrei, inoltre, ricordare altri aspetti importanti: ad esempio, le regolazioni debitorie. Faccio un esempio: nel 1999 le regolazioni debitorie erano pari a 33.267 miliardi di vecchie lire; oggi, facendo sempre il conto in miliardi di vecchie lire, esse sono pari a 14.500. Ricordo altresì l'aumento delle spese correnti: al riguardo è in corso un'altra grande discussione, originata dal vostro convincimento in base al quale noi avremmo tagliato i fondi agli enti locali. Non è vero, perché nel consuntivo si può constatare che i trasferimenti correnti a comuni ed enti locali evidenziano una maggiore spesa di 522 milioni di euro ed i trasferimenti ad istituzioni sociali sono aumentati di 81 milioni di euro.
Credo di dovermi fermare qui, perché ritengo sia sufficiente tutto ciò che è stato detto dai miei colleghi, naturalmente di maggioranza.
Preannunzio, dunque, il voto favorevole sul provvedimento in esame da parte del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 6119)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 6119, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(S. 3525 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2005) (Approvato dal Senato) (6119).

(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato
244
Hanno votato
no 203).


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Per un'inversione dell'ordine del giorno (ore 17,45).

RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, vorrei sottoporre a lei e all'Assemblea una proposta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare all'esame del punto 4, che riguarda il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 202 del 2005, recante misure urgenti per la prevenzione dell'influenza aviaria. La discussione sulle linee generali di tale provvedimento è iniziata e si è esaurita nella giornata di ieri, e mi era sembrato in conclusione che il ministro della salute Storace condividesse alcune richieste avanzate dal nostro gruppo e da altri circa la necessità di affrontare prima possibile questo punto all'ordine del giorno.
Vorrei sottolineare che non si tratta di un'urgenza che nasce da una situazione di emergenza, che, quindi, potrebbe creare allarmismo. Non vi è, pertanto, la necessità di intervenire perché, altrimenti, chissà cosa succederà nell'immediato. Anzi, è proprio il contrario!
Credo che la situazione di insicurezza e di indeterminatezza rispetto alle misure da adottare, le conseguenze che si potrebbero determinare ascoltando una campana e l'altra possano essere ricomposte in un quadro di certezza per i cittadini. Ciò accadrebbe se riuscissimo a delineare, prima possibile, anche un quadro compiuto delle misure relative a questo tema.
Il Senato ha approvato e trasmesso il testo del provvedimento in tempi abbastanza veloci. Noi, come opposizioni, ci eravamo dichiarati disponibili a dare queste certezze, che riguardano sia la situazione di sicurezza del cittadino sia un tema molto importante, sicuramente secondario rispetto alla priorità della questione della sicurezza e della salute dei cittadini, quale il sostegno alle attività economiche legate alla produzione e al commercio delle carni.
Sappiamo che il ministro Storace ha sottolineato più di una volta questo tema. I produttori ed i rappresentanti delle categorie economiche hanno fatto presente ripetutamente, in diverse occasioni, la necessità di intervenire. Sappiamo anche che vi sono proposte delle opposizioni che vanno in questa direzione per sostenere le aziende del settore che attraversano un momento di difficoltà.
Questo è il bagaglio delle motivazioni che portiamo a sostegno della proposta di inversione dell'ordine del giorno per passare ad esaminare il punto 4, che riguarda - lo ripeto - le misure da adottare contro questa emergenza (come qualcuno l'ha definita) o - per meglio dire - contro l'infezione aviaria, ossia le misure necessarie a contrastare ed a prevenire questo tipo di patologia.
Questa è la proposta che le rivolgo. Vorrei aggiungere - e al riguardo chiedo conferma a lei, signor Presidente, e agli uffici - che il decreto-legge che seguirebbe l'ordine naturale dei lavori, quello previsto al punto 3, che riguarda la questione delle misure urgenti in materia di guida dei veicoli e patente a punti, non ha ancora ottenuto il parere della Commissione bilancio.
Pertanto, se passassimo a questo punto dell'ordine del giorno, ci troveremmo costretti - come mi sembra di capire, ma ne chiedo una verifica - a sospendere la seduta, perdendo tempo.
Allora, è bene che non si perda tempo e che si operi in termini produttivi. Chiediamo, quindi, di porre in votazione la proposta di inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, l'ipotesi finale che lei formula sul successivo punto all'ordine del giorno, a quanto mi risulta, è fondata.
Poiché è stata avanzata una richiesta di inversione dell'ordine del giorno, ai sensi dell'articolo 41 del regolamento darò la parola ad un oratore contro e ad uno a favore che ne facciano richiesta, per cinque minuti ciascuno.


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ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, vorrei rappresentare la mia contrarietà rispetto alla richiesta del collega Innocenti per una semplicissima considerazione. Il decreto-legge del quale il collega Innocenti chiede di passare immediatamente all'esame scade il 30 novembre, mentre il provvedimento d'urgenza di cui al punto 3 dell'ordine del giorno scade il 20 novembre.
Del resto, l'accelerazione dell'esame di un provvedimento che sembrerebbe di maggiore interesse, così come ha posto la questione il collega Innocenti, non porterebbe a risultati ulteriori. Il decreto, infatti, è già efficace e la sua conversione in legge sarebbe solo differita di qualche giorno. Evidentemente, così come si è sempre fatto, bisognerà dare precedenza ai provvedimenti d'urgenza che sono in scadenza prima degli altri.
Per quanto attiene alla mancanza del parere della Commissione bilancio sul disegno di legge di conversione n. 6150, rilevo che non si tratterebbe della prima volta. Del resto, mai vendere la pelle dell'orso prima di averlo catturato! Evidentemente, la Commissione bilancio, com'è avvenuto in altre occasioni, potrà sanare quella eventuale mancanza e noi lo apprenderemo quando inizieremo l'esame di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, non possiamo essere d'accordo con la posizione espressa dal collega Antonio Leone. Egli ha tentato di arrampicarsi sugli specchi, esprimendo una serie di motivazioni che non c'entrano niente con il vero motivo per il quale il centrodestra intende procedere nella direzione che ci è stata annunciata.
Per l'intera giornata il ministro della salute si è aggirato in quest'aula alla ricerca di consensi per poter esaminare con urgenza il provvedimento sull'influenza aviaria, sostenendo che vi era non solo l'urgenza, ma anche la necessità di convertire presto in legge quel decreto, magari anche con un allarmismo eccessivo, magari anche con qualche interesse da difendere. Egli si è mosso in questa direzione.
Il ministro della salute ha operato in tal modo mentre da un'altra parte, fuori dalle aule parlamentari, si raggiungevano intese sul provvedimento cosiddetto «salva Previti». Il ministro si è prestato a questo «giochino» fino a quando non ha avuto notizia che una qualche intesa era intervenuta. Non appena ha avuto questa notizia, immediatamente il ministro e il sottosegretario Cursi si sono alzati e se ne sono andati.
Ovviamente, tutta l'Assemblea ha capito che la «giostra» cominciava a girare dall'altro lato e che tutti i motivi per i quali era stata sottolineata l'urgenza di esaminare il provvedimento sull'emergenza aviaria, nonché le necessità di porre subito mano al provvedimento, non contavano più niente.
Ha capito che bisognava mettere a punto una tattica che non facesse pagare prezzi ad una maggioranza che, quando si tratta di mandare avanti provvedimenti che in ogni caso sono negativi, non guarda in faccia nessuno.
Il collega Antonio Leone, con grande perizia ed intelligenza, come al solito, ha tentato di dare motivazioni per il voto contrario che esprimeranno sulla richiesta di inversione dell'ordine del giorno. Tuttavia, tutti i motivi esposti dal collega Renzo Innocenti restano validi: essi non sono stati minimamente confutati, e tutte le scuse trovate restano tali.
Pertanto, voteremo a favore dell'inversione dell'ordine del giorno, convinti di


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fare, ancora una volta, gli interessi dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno formulata dall'onorevole Innocenti.

(La Camera respinge).

La Camera respinge per 25 voti di differenza.

Sull'ordine dei lavori (ore 17,55).

EUGENIO DUCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, intervengo per comunicare a lei ed all'Assemblea che le Commissioni riunite V e IX stanno discutendo il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 17 ottobre 2005, n. 211, recante misure urgenti per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica e disposizioni in materia aeroportuale. Questa mattina si sono svolte alcune audizioni con i rappresentanti dei soggetti interessati. Le Commissioni si sono già riunite in due occasioni per esaminare il provvedimento, ed oggi era previsto il dibattito in sede referente che non si è potuto svolgere per i concomitanti lavori dell'Assemblea. Nel frattempo, al Senato, durante la discussione sul decreto fiscale, il Governo ha presentato un maxiemendamento sul quale ha poi posto la questione di fiducia che riproduce integralmente il testo del decreto-legge n. 211 all'esame, appunto, delle suddette Commissioni della Camera dei deputati, svuotando cioè (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)... Presidente se, questi la smettono di ragliare è anche meglio, visto che non sanno fare altro che ragliare (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)...!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore...

EUGENIO DUCA. Vi dovreste vergognare a sufficienza (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)... E avanti così! Il decreto sulla violenza negli stadi dovrebbe riguardare voi, non chi va allo stadio!
Signor Presidente, quanto è successo è di una gravità inaudita: il testo di un decreto-legge all'esame della Camera viene riprodotto in un maxiemendamento al Senato mentre le Commissioni ne stanno discutendo con tutti i soggetti interessati. Si tratta di un decreto-legge che interviene in misura molto pesante sul settore aeroportuale del nostro paese con gravi conseguenze per migliaia di occupati, per le compagnie di navigazione aerea e per gli enti che sovrintendono al trasporto aereo del paese. Si tratta di un vero e proprio golpe nei confronti della Camera dei deputati (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale: «Tempo!»).
Signor Presidente, penso si debba intervenire nei confronti del Governo affinché venga riportato a legalità il comportamento del Governo stesso che non può adottare un decreto-legge, che entra immediatamente in vigore, e svuotarlo con un emendamento al Senato su cui pone la questione di fiducia. Siamo arrivati al decreto-legge ed alla fiducia nel giro di quindici giorni, impedendo alle Camere di svolgere il proprio ruolo persino nei confronti del testo di un decreto-legge che può distruggere il settore del trasporto aereo del nostro paese. Penso che si debba levare una protesta forte da parte della Camera per questo modo di legiferare (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Onorevole Duca, pur non essendo questa una materia direttamente connessa allo svolgimento dei nostri lavori, prendo comunque atto della sua comunicazione, che rappresenterò al Presidente della Camera. Immagino che il Governo comunicherà chiaramente al Parlamento


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quali siano le sue esatte intenzioni. Credo si tratti di una procedura che può essere criticata, ma che ha qualche precedente.

MASSIMO GIUSEPPE FERRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO GIUSEPPE FERRO. Signor Presidente, al di là della polemica politica, credo che le osservazioni di merito svolte dal collega Duca siano puntuali, nel senso che le Commissioni trasporti e bilancio stavano effettivamente valutando un provvedimento molto importante, riguardante il settore aeroportuale del nostro paese. Dopodiché, con una comunicazione del sottosegretario, ad audizioni già convocate con le organizzazioni sindacali e con la stessa Alitalia, ci è stato detto che il provvedimento sarebbe passato all'altro ramo del Parlamento.
Il presidente Giorgetti, che è anche relatore del provvedimento, insieme al sottoscritto, ha anticipato una comunicazione formale al Presidente della Camera. Mi sembra che, al di là delle valutazioni di merito, che faremo nelle sedi opportune, il provvedimento in questione meriti un'attenzione approfondita, perché quello del trasporto aereo nel nostro paese è un asse troppo delicato.
Signor Presidente, ne va della credibilità di questo ramo del Parlamento, così come ne va del merito di un provvedimento riguardante un settore che sta effettivamente registrando una consistente crisi. Pregherei pertanto la Presidenza di attivarsi presso il Governo e presso l'altro ramo del Parlamento, affinché venga ripristinato il corretto iter che era già iniziato (Applausi).

RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, poiché lei prima ha detto che riferirà alla Presidenza della Camera sulla questione posta dall'onorevole Duca, vorrei chiederle di farsi latore anche di un'altra richiesta, quella di sapere chi risiede negli immobili siti in Roma, via Nicola Salvi n. 68 e via Monte Oppio n. 12. Dico questo perché nel maxiemendamento presentato poche ore fa al Senato, già citato dai nostri colleghi, vi è una disposizione normativa che esclude tali immobili dalla procedura di vendita.
Allora, dopo essere stati rassicurati oggi sul fatto che non si procederà più all'approvazione di leggi ad personam, non vorrei che si cominciasse a varare leggi ad «abitationem» (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

ANTONIO LEONE. D'Alema abita lì!

PRESIDENTE. Questa sua richiesta accende la curiosità di tutti! A tale riguardo ci informeremo, anche perché il Parlamento dovrà discutere tale disposizione.
Sulla questione sollevata dall'onorevole Duca e ripresa dall'onorevole Ferro informerò il Presidente della Camera affinché si compiano gli opportuni passi per conoscere quali siano le intenzioni del Governo e per verificare la correttezza delle procedure. Mi farò quindi rapidamente latore del messaggio.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 3596 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2005, n. 184, recante misure urgenti in materia di guida dei veicoli e patente a punti (Approvato dal Senato) (A.C. 6150) (ore 18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2005, n. 184, recante misure urgenti in materia di guida dei veicoli e patente a punti.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.


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Dovremmo ora passare all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge ed all'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (vedi l'allegato A - A.C. 6150 sezione 1). Tuttavia, come già in precedenza anticipato dall'onorevole Innocenti, la Commissione bilancio non ha ancora espresso il prescritto parere.
Al riguardo, chiedo al relatore, onorevole Pezzella, chiarimenti in ordine alla prosecuzione dei nostri lavori.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Signor Presidente, cari colleghi, il Comitato dei nove ha affrontato, per quanto possibile, l'esame del provvedimento in questione e, nonostante la brevità del termine fissato per i nostri lavori, saremmo anche pronti a procedere all'esame del provvedimento in Assemblea. Tuttavia, occorre acquisire il parere della Commissione bilancio e, pertanto, chiedo la sospensione dei lavori dell'Assemblea per procedere ad un'immediata riunione del Comitato dei nove.
Ritenevamo che sarebbe stato affrontato il disegno di legge di conversione del decreto-legge recante misure urgenti per la prevenzione dell'influenza aviaria; siamo, comunque, pronti a discutere in ordine al disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante misure urgenti in materia di guida dei veicoli e patente a punti. Chiediamo, pertanto, una sospensione della seduta al fine di acquisire il parere della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Presidente Giorgetti?

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, la Commissione bilancio non ha potuto esprimere nel corso della seduta antimeridiana il parere sui numerosi emendamenti presentati perché il Ministero dell'economia non aveva ancora fornito i necessari elementi valutativi. Potremmo tentare di convocare la Commissione tempestivamente ...

PRESIDENTE. Onorevole Giorgetti, la convoca o non la convoca?

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Il tentativo si riferisce all'espressione del parere, non certamente alla convocazione della Commissione. Pertanto, la Commissione sarà convocata se il Ministero dell'economia è collaborativo; in tal modo, permetteremo all'Assemblea di proseguire i lavori.

SERGIO SABATTINI. Vergognatevi, pagliacci!

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa, ma vorrei invitare ad una riflessione lei e tutti noi, nell'esigenza di svolgere il nostro lavoro non solo nel migliore dei modi, ma anche in una forma rispettosa per tutti.
Questo film lo abbiamo già visto, non mesi o anni fa, ma pochi giorni fa; l'opposizione, attraverso i colleghi Innocenti e Boccia, ha cercato di porre all'attenzione dell'Assemblea, non per una questione di parte, ma per rispetto della nostra vita in questa sede, l'esigenza di affrontare questioni oramai mature.
Non voglio ricordare, per la pena che ha comportato nei giorni scorsi quella vicenda, cosa è accaduto qualche settimana fa. Ragionevolmente, i colleghi Innocenti e Boccia hanno cercato, anche con pacatezza, di rappresentare al Governo ed alla maggioranza l'esigenza di proseguire la discussione su un provvedimento che, effettivamente, appariva maturo.
Il collega Leone, come spesso gli capita, con la sua certezza e sicurezza, ci ha fatto presente che non vi era alcun motivo per farlo, perché la situazione era fin troppo chiara.


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Trascorrono 40 secondi e, dopo gli interventi del relatore prima (non so bene che ruolo svolga) e del presidente della V Commissione poi, ci si prefigura un film che abbiamo già visto e che credo tutti, a prescindere dall'opposizione (anche la maggioranza e, forse, la Presidenza stessa), avremmo voluto evitare di vedere.
Mi domando se non sia il caso di riprendere in considerazione l'ipotesi avanzata dal collega Innocenti (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, effettivamente non è un film da Oscar...
Tuttavia, l'Assemblea è sovrana. È stata posta in votazione la richiesta di inversione dell'ordine del giorno, ma è stata respinta. Non dispongo di poteri speciali per ritornare su una decisione come quella e, pertanto, l'unica cosa che mi resta da fare è di sospendere la seduta ...

MAURA COSSUTTA. A domani!

PRESIDENTE. ... fino alle 19, nella fervida speranza che la V Commissione possa esprimere il parere.

RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, vorrei avere da lei e dai colleghi una risposta in ordine ad una questione. Pensiamo veramente di fare in questo modo delle cose serie che servono a programmare i lavori dell'Assemblea? Si sappia, per chi ci ascolta, che il nostro ordine del giorno prevedeva la discussione di due disegni di legge di conversione in legge di due provvedimenti di carattere urgente.
Se è possibile affrontare almeno una di queste questioni, direi di affrontarla. È vero che l'Assemblea è sovrana, ma ora è sorto un nuovo elemento.
Quando ho proposto l'inversione dell'ordine del giorno nel senso di esaminare il decreto-legge relativo all'influenza aviaria, pur sussistendo elementi di differenza in ordine ai tempi di scadenza dei decreti, ho evidenziato l'opportunità di esaminarne almeno uno anziché non far nulla, come si rischia di fare nella seduta di oggi.
Infatti, si sono rivelate fondate le preoccupazioni che avevo evidenziato insieme ad altri colleghi circa il fatto che l'Assemblea non era pronta ad esaminare il provvedimento sulla patente a punti mancando il parere della Commissione bilancio. Tra l'altro, anche il presidente della V Commissione, Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento di poco fa, ha fatto trapelare un po' di scetticismo sulla possibilità di esprimere tale parere. Anche perché, quando si invoca un atteggiamento di collaborazione da parte del Governo - che dovrebbe sempre costituire un elemento costante dei rapporti con il Parlamento - per tentare di esprimere il parere, si rischia di arrivare al termine della serata senza aver concluso nulla.
Chiedo dunque di considerare nuovamente la possibilità di incardinare il decreto-legge relativo all'influenza aviaria, visto l'elemento di novità emerso.

GIANFRANCO CONTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO CONTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, vorrei informare l'Assemblea che già stamani era iniziato l'esame del decreto-legge n. 184 del 2005 in V Commissione e che adesso occorreva esaminare il merito degli emendamenti presentati.
Ritengo si possa convocare la Commissione bilancio per l'esame degli emendamenti, per consentire all'Assemblea di proseguire i propri lavori.

RAMON MANTOVANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


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RAMON MANTOVANI. Signor Presidente, non intervengo mai su questo tipo di problemi; tuttavia, vorrei far presente ai colleghi che intendo chiedere alla Presidenza di tutelare i parlamentari. Non è ammissibile che l'Assemblea stia in attesa di decisioni, di pareri che, secondo quanto affermato dallo stesso presidente della Commissione e dal Governo, non abbiamo neanche la certezza siano espressi per tempo, per consentire la prosecuzione dei nostri lavori. Questo modo di procedere non è più tollerabile! Non ci possono essere centinaia di deputati ridotti nella condizione di dover attendere qualcosa che non si sa nemmeno se ci potrà essere.
Chiedo dunque alla Presidenza di tutelare il lavoro dei parlamentari. Pertanto, se la Commissione e il Governo non hanno espletato i propri compiti, lo facciano questa sera in modo che l'Assemblea possa essere riconvocata domani.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, quando abbiamo votato la proposta di inversione dell'ordine del giorno, ho confermato la notizia fornita dall'onorevole Innocenti relativa al fatto che sul provvedimento successivo, quello relativo alla patente a punti, mancava il parere della Commissione bilancio. Quindi, tutti i colleghi hanno votato consapevoli di ciò.

MAURA COSSUTTA. Loro!

PRESIDENTE. La Camera si esprime a maggioranza.
A questo punto non mi resta che accogliere la richiesta di sospensione.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 19.

La seduta, sospesa alle 18,10, è ripresa alle 19,10.

PRESIDENTE. Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (vedi l'allegato A - A.C. 6150 sezione 2).
Onorevole relatore?

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Signor Presidente, abbiamo appreso da lei che la V Commissione bilancio ha provveduto ad esprimere il prescritto parere. Tuttavia, tale parere non è stato ancora da noi acquisito agli atti e pertanto non è stato possibile riunire il Comitato dei nove. A questo punto, una volta acquisito il suddetto parere, convocheremo il Comitato dei nove per domani mattina alle 9,15, in modo da essere pronti in aula alle 10.

PRESIDENTE. Onorevole Pezzella, chiede quindi di rinviare a domani il seguito dell'esame del provvedimento?

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Sì, signor Presidente.

ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, si rende conto che la sceneggiata è giunta alla fase conclusiva? Oggi pomeriggio l'avevamo avvertita di questo (anche se lei aveva già capito da sé l'andazzo) ed avevamo anche chiesto all'onorevole Antonio Leone di non esagerare nel «prendere per i fondelli» l'Assemblea.

MASSIMO POLLEDRI. Sono scandalizzato...!

ANTONIO BOCCIA. In buona sostanza, avevamo visto giusto. Era tutta una montatura, una serie di scuse e di motivazioni priva di ragioni, addottate per non passare all'esame del decreto-legge relativo all'emergenza aviaria (che non è più un'emergenza per nessuno, tantomeno per il Governo) né a quello ora al nostro esame. Ancora una volta, l'intento era quello di non fare niente.
Signor Presidente, non appena l'opposizione alza un po' il tono della polemica ed attiva un minimo di ostruzionismo per impedire l'approvazione di leggi vergogna quali quella elettorale, la riforma della


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Costituzione approvata con dieci voti di maggioranza o la cosiddetta «salva Previti», è definita irresponsabile.

ANTONIO LEONE. Contro Previti!

ANTONIO BOCCIA. Allora ex «salva Previti»: vedremo in seguito chi vorrete salvare.
Quindi, è l'opposizione ad essere irresponsabile. Ricordo invece che l'onorevole Elio Vito un po' di tempo fa si è alzato in quest'aula per dire che stavamo esagerando, che si perdeva tempo e che non avevamo il senso delle istituzioni.
Signor Presidente, almeno si prenda atto che in questa occasione la maggioranza riesce a praticare ostruzionismo nei confronti di se stessa, «menando il can per l'aia» e chiedendo di rinviare i lavori, con tutta una serie di scuse, a domani mattina.
Signor Presidente, non vorrei fare la Cassandra, ma immagino che su questo provvedimento non sarà questa l'ultima occasione in cui saremo costretti a sospendere i lavori perché le «pezze» messe dal presidente della V Commissione, Giancarlo Giorgetti, non saranno sufficienti (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Rifondazione comunista).

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, non posso fare commenti politici, ma debbo attenermi alla procedura...

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, per il suo gruppo è già intervenuto l'onorevole Boccia. A che titolo intende parlare?

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei porre soltanto una domanda. Visto che abbiamo potuto proseguire i nostri lavori anche grazie al prestigioso intervento del sottosegretario Conte, che ci ha rassicurato sul fatto che a distanza di un'ora saremmo tornati in aula per votare, volevamo sapere se intendeva spendere qualche parola per rincuorarci sulla possibilità che domani mattina saremo in grado di proseguire l'esame del provvedimento in oggetto.

PRESIDENTE. Forse sì... Dipende da quello che l'Assemblea vorrà fare. Mi auguro che verranno rispettati l'ordine del giorno e il calendario previsti.
Rinvio pertanto il seguito dell'esame alla seduta di domani, a partire dalle 10.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,15).

GIOVANNI CARBONELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CARBONELLA. Signor Presidente, nella giornata di ieri la città di Brindisi e numerosi altri comuni - Mesagne, Latiano, Cellino, San Pietro - sono stati colpiti da un violentissimo nubifragio che ha devastato colture ed abitazioni, causando danni ingentissimi. Un'esperienza che, per l'inusitata potenza dell'evento, nessuno, a memoria vivente, ricorda, soprattutto nel capoluogo.
I danni sono stati incalcolabili ovunque, e centinaia di cittadini intrappolati nelle proprie abitazioni, nei vari luoghi della città e nelle proprie auto, che galeggiavano, sono stati salvati grazie allo sforzo ed all'impegno profuso dal gruppo fluviale dei vigili del fuoco. Impressionante è stata la situazione vissuta, ad esempio, nella zona della questura, coperta da più di un metro d'acqua. Terrificante, inoltre, l'esperienza vissuta dagli abitanti della zona Patri, che hanno appena fatto in tempo ad evacuare le abitazioni prima che la piena le raggiungesse, fino a sfiorare addirittura i tetti. Allevamenti, campagne e varie strutture sono stati distrutti e vi sono stati salvataggi di intere famiglie, con donne e bambini, e case travolte e buttate giù dalla massa d'acqua e dalla valanga di fanghiglia che ha inondato quasi tutta la città e i comuni limitrofi.


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Lascio immaginare lo scenario che si è presentato agli occhi di centinaia di cittadini, i quali hanno vissuto momenti di grande apprensione, se non di vero e proprio panico. Sarebbe lungo, insomma, l'elenco delle situazioni di criticità e di vera e propria devastazione che l'area brindisina ha drammaticamente subito.
Signor Presidente, a fronte di tale situazione è indubbio che la regione Puglia decreterà lo stato di calamità, adottando le misure necessarie per venire incontro alle popolazioni colpite. Con il mio intervento intendo chiedere a lei, signor Presidente della Camera, di investire il Governo, affinché rapidamente coinvolga il Ministero per le politiche agricole e la Protezione civile, onde appurare i danni subiti dalle zone colpite e, con la dovuta urgenza, disporre i relativi provvedimenti, concernenti lo stanziamento di adeguate risorse, come previsto in casi straordinari ed eccezionali, quali quello da me testé rappresentato.

PRESIDENTE. In primo luogo, esprimo la solidarietà della Camera alle popolazioni colpite dall'alluvione. Trasmetterò immediatamente la richiesta al Governo affinché vengano adottati i provvedimenti necessari di fronte ad un'emergenza di questa portata. La ringrazio per la sua segnalazione.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,18).

EUGENIO DUCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, intervengo per sollecitare il Governo a fornire una risposta a due interrogazioni presentate in Commissione, la n. 5-02346 del 16 settembre 2003 (la cui risposta è stata peraltro da me già sollecitata in altre occasioni), indirizzata al ministro del lavoro e delle politiche sociali, e la n. 5-04242 del 2 maggio 2005, rivolta al ministro dell'economia e delle finanze.

PRESIDENTE. Onorevole Duca, la Presidenza si farà carico di sollecitare le risposte del Governo alle interrogazioni da lei richiamate.

Ordine del giorno
della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 9 novembre 2005, alle 10:

(ore 10 e al termine della riunione del Parlamento in seduta comune)

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 3596 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 settembre 2005, n. 184, recante misure urgenti in materia di guida dei veicoli e patente a punti (Approvato dal Senato) (6150).
- Relatore: Pezzella.

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 3616 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1o ottobre 2005, n. 202, recante misure urgenti per la prevenzione dell'influenza aviaria (Approvato dal Senato) (6144).
- Relatore: Castellani.

3. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge (previ esame e votazione della questione pregiudiziale di merito e della questione sospensiva presentate):
PISAPIA ed altri; MAZZONI; FINOCCHIARO ed altri: Istituzione del garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale (411-3229-3344-A).
- Relatore: Palma.


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4. - Seguito della discussione della proposta di legge* (previ esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e della questione sospensiva presentate):
CIRIELLI ed altri: Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (2055-B).
- Relatore: Perlini.

*I deputati Cirielli, Arrighi e Bellotti hanno ritirato la loro sottoscrizione dalla proposta di legge.

5. - Seguito della discussione della mozione Lucidi ed altri n. 1-00486 concernente misure a sostegno del personale addetto agli istituti penitenziari.

6. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 3008 - Riordino del Consiglio universitario nazionale (Approvato dal Senato) (5835-A).

e dell'abbinata proposta di legge: PERROTTA (5746).
- Relatore: Maggi.

Ricordo che alle 13,30 avrà luogo la riunione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di un componente del Consiglio superiore della magistratura e per la votazione per la formazione dell'elenco previsto dall'articolo 135, settimo comma, della Costituzione per i giudizi di accusa innanzi alla Corte costituzionale (la chiama avrà inizio dai senatori).

La seduta termina alle 19,20.