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di rischio, derivanti dall'inevitabile ritardo nelle operazioni di movimentazione e stoccaggio dei materiali, per i contingenti impiegati nei teatri di operazioni fuori area, in particolare Iraq e Afghanistan, e quali provvedimenti intenda mettere in atto affinché vengano reintegrate le somme richieste dall'8 CERIMANT e possa essere riattivato il servizio della A.R.X;
tutti in scadenza il prossimo 30 settembre e in parte con contratti che prevedono il pagamento a cottimo;
l'8 CERIMANT ha tra le proprie competenze l'onere di provvedere allo stoccaggio e lo smistamento dei rifornimenti per le truppe impiegate in teatri operativi fuori dai confini italiani, tra cui l'Afghanistan e l'Iraq;
a seguito di una gara espletata, la Cooperativa A.R.X. di Roma forniva su richiesta dell'8 CERIMANT dell'Esercito, i lavoratori giornalieri da adibire alla movimentazione e allo stoccaggio di materiali di magazzino e bellici;
l'Ente impiegava mediamente n. 44 lavoratori giornalieri divisi tra la Sede in Roma e n. 7 depositi esterni ubicati in Abruzzo, Umbria, Toscana e Lazio, pagando il corrispettivo della prestazione numerica richiesta alla A.R.X. di Roma;
l'8 CERIMANT per fare fronte alle necessità economiche derivanti dall'impiego di detti lavoratori gravanti sul capitolo di bilancio n. 1297 programma 61 dell'esercizio finanziario 2004 ha richiesto, in sede di programmazione economica, il finanziamento per tale servizio, che non è stato invece soddisfatto;
gli esigui stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio e la mancata assegnazione delle somme a completo soddisfacimento della necessità economica programmata e richiesta dall'8 CERIMANT ha avuto come conseguenza, oltre l'impossibilità di avvalersi del servizio fornito dalla A.R.X., la perdita del lavoro per tutti i lavoratori giornalieri della Cooperativa A.R.X. normalmente impiegati presso il detto Ente -:
se il Ministro della difesa non ritenga che l'interruzione dei servizi prestati dalla A.R.X. possa comportare disagi e situazioni
quali passi il Ministro del lavoro e delle politiche sociali intenda compiere affinché siano salvaguardati gli attuali livelli occupazionali della Cooperativa A.R.X.
(4-16846)
il cosiddetto «decreto flussi» è, secondo la legge vigente in materia di immigrazione, lo strumento con cui il Governo annualmente stabilisce il numero di cittadini, non appartenenti alla Comunità europea, ammessi a lavorare nel nostro Paese;
per accedere a tali permessi di lavoro, il datore di lavoro, non appena emesso il decreto flussi, deve presentare presso la Direzione provinciale del lavoro l'apposita richiesta nominativa di assunzione;
tali domande di assunzione sono state selezionate e accolte sulla base dell'ora di presentazione agli uffici postali che, come nel caso di alcuni Comuni, hanno aperto i propri uffici in orari differenti;
questa diversificazione degli orari di apertura, vista specialmente l'esiguità del numero di immigrati regolarizzabili per ogni provincia, è stata all'origine di una evidente disparità di trattamento, motivata unicamente dall'ufficio postale di presentazione della domanda;
in alcuni casi si è arrivato all'esaurimento delle quote provinciali per determinate nazionalità grazie alle domande pervenute ad un unico ufficio postale, privando alcuni territori della possibilità di assumere lavoratori stranieri (nella Provincia di Padova, per determinate nazionalità, le uniche domande accolte sono state quelle presentate fuori dalla Provincia di Padova);
l'esiguità delle quote d'ingresso, a fronte di un numero di domande costantemente in aumento (ad esempio nella Provincia di Padova è stata stabilita per il 2005 una quota pari a 1348 lavoratori stranieri a fronte di 5000 domande) e la disparità di assegnazione di cui ai punti precedenti, hanno come immediata conseguenza l'aumento dei lavoratori stranieri «irregolari» -:
se il Governo sia al corrente di quanto è accaduto in occasione dell'emanazione del decreto flussi e delle relative domande di assunzione;
se il Governo, per il prossimo anno, non intenda garantire un sistema più equo per l'inoltro delle domande di assunzione nominative, basato sulla inderogabilità dell'orario di apertura degli uffici postali o su altri sistemi che siano in grado di evitare quanto accaduto in occasione dell'ultima regolarizzazione;
se il Governo non intenda adottare iniziative normative volte a modificare la disciplina sui flussi e a rivedere le quote d'ingresso e la loro suddivisione per nazionalità, decisamente inadeguate rispetto alla attuale richiesta di lavoratori stranieri del nostro Paese.
(4-16853)
Atesia S.p.A. è una società leader nei servizi di contact center, che impiega circa 4.000 persone con mansioni di operatore di call center i quali sono stati assunti in parte con contratti Co.Co.Co e Co.Co.Pro.
i lavoratori dell'Atesia, riconoscendo lo stato di instabilità contrattuale che caratterizza i contratti atipici, hanno costituito un gruppo sindacale denominato «Collettivo Precari Atesia», al quale hanno aderito numerosi lavoratori e che ha avuto numerosi contatti con i rappresentanti delle istituzioni e degli Enti locali;
il 22 luglio 2005 l'azienda risolveva il contratto a cottimo di alcune centinaia di lavoratori, nella stessa giornata i lavoratori si riunivano in assemblea nella sala break per discutere l'accaduto;
al termine dell'assemblea quattro lavoratori, facenti parte del «Collettivo Precari Atesia», sono stati convocati dall'azienda per la comunicazione della risoluzione per giusta causa del loro contratto, ritenendoli responsabili della partecipazione ad un'assemblea non autorizzata nonché notati ad invitare i colleghi ad aderire all'assemblea stessa -:
se non ritenga, alla luce di quanto esposto, intervenire per l'apertura di un tavolo di trattativa tra i rappresentati della società Atesia ed i rappresentanti sindacali del «Collettivo Precari Atesia» al fine di trovare una soluzione per il reintegro dei quattro lavoratori licenziati, e la trasformazione dei contratti atipici in contratti a tempo indeterminato.
(4-16866)