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mare (ICRAM) alle esigenze di una maggiore presenza sul territorio anche a supporto tecnico degli enti locali nel coordinamento delle attività a livello locale nelle aree marine protette, negli scavi portuali e nella pesca, anche attraverso l'apertura di sedi decentrate ovvero di laboratori locali di ricerca, è autorizzata per il triennio 2003-2005 la spesa di 7.500.000,00 euro annui e lo strumento attraverso il quale il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio attuerà le disposizioni contenute nella legge è quello del decreto ministeriale;
2004 e ratificato nella finanziaria 2005; tetto di spesa che al netto delle spese per il personale non deve essere superiore all'ammontare della spesa risultante nel bilancio 2003 incrementata del 4,5 per cento;
l'ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare) è un ente pubblico scientifico di ricerca non economico vigilato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio (leggi 979 del 1982, 278 del 1988, 71 del 1992, 165 del 1992, 61 del 1994). Esso istituzionalmente, oltre a svolgere attività di ricerca scientifica, fornisce supporto alle politiche delle Amministrazioni centrali competenti e agli Enti Territoriali nella risoluzione delle problematiche ambientali marine anche attraverso la predisposizione di linee di indirizzo per lo sviluppo sostenibile, la salvaguardia della biodiversità in ambiente marino e costiero e nelle politiche per la pesca e la maricoltura sostenibili;
in particolare l'Istituto supporta, in sinergia con l'APAT, assumendo un ruolo di primo piano, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio nei controlli sulla qualità dell'ambiente marino nell'ambito dell'unità di crisi per le emergenze in mare istituita in seno allo stesso Ministero. L'Istituto, è anche chiamato a fornire la propria collaborazione al Ministero delle politiche agricole e forestali al fine di fornire accertamenti, in caso di fenomeni calamitosi, sulla rilevanza dei fenomeni stessi presso le imprese di pesca e acquicoltura sulla base di indicatori di carattere biologico, ambientale ed economico;
nel bilancio di previsione 2005 non è stato previsto il finanziamento di nessun programma di ricerca con fondi interni, a differenza degli altri anni che avevano visto si un trend in diminuzione ma mai un azzeramento; stante quindi la necessità da parte dei ricercatori di reperire fondi esterni per il finanziamento delle attività di ricerca così come auspicato dagli stessi organi di vigilanza e di amministrazione, i ricercatori si muovevano per procacciare nuove entrate finanziarie legate a programmi di ricerca e comportanti quindi ulteriori oneri e spese;
la legge delega n. 308 del 15 dicembre 2004, «Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione» al comma 50 recita: «Al fine di adeguare le strutture operative dell'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al
nell'atto di governo n. 467 presentato alla Commissione Ambiente della Camera ed approvato il 3 maggio 2005 il Ministro dell'ambiente ha affermato di aver inscritto al capitolo 1551 del suo Ministero un «taglio di 500.000,00 euro a carico del bilancio ICRAM per il 2005 e in quella stessa sede ha affermato che una parte dei soldi della legge delega di cui sopra potranno essere destinati a «funzionamento»;
l'attuale sede dell'ICRAM, in via dei Casalotti 300, è di proprietà della liquidazione unificata dell'ex ENCC e società controllate confluita nell'ex-IGED del Ministero dell'economia e delle finanze; per tale sede, dopo un periodo di comodato di uso gratuito, l'IGED ha preteso già dal 2002 un'indennità di occupazione di 250.000,00 euro l'anno;
l'ICRAM ha affrontato ingenti spese per la ristrutturazione dell'immobile e l'allestimento e la messa a norma dei laboratori esistenti, l'ICRAM per voce delle sue più alte cariche istituzionali, ha dichiarato l'intenzione di trasferirsi in via Assisi in un altro immobile di proprietà della liquidazione sempre con lo strumento del comodato di uso gratuito;
rispetto alla sede di via Assisi il Ministro Matteoli il 6 settembre 2005 (GAB/2005/7423/B01) ha scritto al ministro Siniscalco una lettera con la quale si chiede in alternativa: o il formale passaggio dell'immobile dalla Liquidazione al ministero dell'Ambiente per la successiva collocazione dell'ICRAM o l'assegnazione diretta dal ministero dell'Economia all'ICRAM, o l'acquisto dell'edificio da parte dell'ICRAM;
l'ICRAM insieme ad APAT e Ministero Ambiente e tutela del territorio sottoscrissero con il Comune di Roma sotto l'egida dell'allora Ministro dell'ambiente Bordon, un protocollo d'intesa per la realizzazione delle rispettive sedi istituzionali presso la S.D.O. di Roma;
ciò ha vanificato tutto il lavoro di progettazione che viene svolto a monte della richiesta di finanziamento, mettendo a rischio l'occupazione di personale precario che aspetta il finanziamento dei progetti a cui partecipa per continuare a lavorare e quindi a percepire un reddito. Si fa presente al riguardo che il Collegio dei revisori dei conti ed il C.d.A. dell'ICRAM non ha inteso assumersi alcuna responsabilità a differenza di altre istituzioni come il CNR e l'ISTAT che non hanno tenuto conto di tale imposizione ravvisando in essa un danno erariale per codesti Enti. Eppure il capitolo di bilancio per il compenso al C.d.A è passato da 30 mila euro del bilancio 2004 a 370 mila euro del bilancio 2005;
in merito alla attuale sede in comodato d'uso si fa presente che l'immobile necessita di consistenti opere di restauro e messa a norma e soprattutto non possiede laboratori che dovrebbero essere realizzati ex novo, ci si chiede quindi se ciò non presuppone un blocco delle attività scientifica ed analitica in essere per un tempo non quantificabile e se gli spazi siano realmente in grado di ospitare i circa 200 dipendenti tra personale di ruolo e precario numero tra l'altro destinato a crescere visto che sono in via di espletamento 48 concorsi a tempo indeterminato e tutte le nuove ed auspicabili competenze scientifiche che arriveranno dall'atteso sviluppo istituzionale dell'ICRAM -:
se sia noto e cosa si intenda fare per risolvere il paradosso determinato dal tetto di spesa imposto prima dalla circolare della ragioneria generale nel novembre
se i decreti attuativi previsti dalla suddetta legge delega siano in preparazione e quali siano le indicazioni in essi contenuti;
se esista in essi un progetto di sviluppo che riguarda l'ICRAM e comunque come si intendano spendere i soldi ad essa destinati;
quali siano i vantaggi nella scelta di una sede in comodato d'uso che risulta abbandonata da circa 10 anni e per la cui vendita due aste pubbliche sono già andate deserte;
se non sia preferibile ricercare una sede in vai definitiva visto i precedenti tra ICRAM e la liquidazione unificata dell'ex ENCC/IGED ossia richiesta di indennità di occupazione a scadenza del comodato d'uso gratuito dopo l'indispensabile investimento per il restauro e la messa a norma (legge n. 626 e successive modifiche) e se tale sede non sia logico ricercarla sul litorale romano in coerenza con pari istituti di ricerca sul mare europei dotati tutti di sedi scientifiche in prossimità del mare.
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