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menzione nell'articolo 13 della Costituzione. Lo si evince dal comma 7 dell'articolo 14, secondo il quale il questore, avvalendosi della forza pubblica, adotta efficaci misure di vigilanza affinché lo straniero non si allontani indebitamente dal centro e provvede a ripristinare senza ritardo la misura ove questa venga violata. Si determina dunque nel caso del trattenimento, anche quando questo non sia disgiunto da una finalità di assistenza, quella mortificazione della dignità dell'uomo che si verifica in ogni evenienza di assoggettamento fisico all'altrui potere e che è indice sicuro dell'attinenza della misura alla sfera della libertà personale. Nè potrebbe dirsi che le garanzie dell'articolo 13 della Costituzione subiscano attenuazioni rispetto agli stranieri, in vista della tutela di altri beni costituzionalmente rilevanti. Per quanto gli interessi pubblici incidenti sulla materia della immigrazione siano molteplici e per quanto possano essere percepiti come gravi i problemi di sicurezza e di ordine pubblico connessi a flussi migratori incontrollati, non può risultarne minimamente scalfito il carattere universale della libertà personale, che, al pari degli altri diritti che la Costituzione proclama inviolabili, spetta ai singoli non in quanto partecipi di una determinata comunità politica, ma in quanto esseri umani.»;
maggiore è la presenza di lavoratori stranieri, impegnati nel settore agricolo secondo le stagioni e i cicli delle colture;
di vigilanza. Nella provincia di Rimini risiedono oltre 20 mila immigrati, il carico di lavoro dell'ufficio immigrazione rispetto al personale è tale che i permessi di soggiorno vengono rilasciati con 5 mesi di ritardo, mentre fuori dall'ufficio si creano file interminabili con ogni tempo, una situazione, denunciano gli agenti, «che appare indegna per una città a forte vocazione turistica»;
ad estendere ai dirigenti delle forze di polizia, almeno i trattamenti accessori previsti dal vigente contratto di lavoro per il restante personale del ministero dell'interno, coprendo retroattivamente tutto il periodo di vigenza del contratto di lavoro di cui al decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 2002, n. 164, come auspicato dai funzionari dell'Associazione nazionale funzionari di polizia;
catturare i malviventi protagonisti di questo inquietante scenario. I malviventi in fuga hanno anche colpito la casa di un carabiniere che si era dato al loro inseguimento ancora vestito in pigiama;
che questo episodio non abbia avuto alcuna documentazione televisiva (la notizia è stata riportata dal quotidiano di Roma Il Messaggero del 26 aprile 2005) -:
(P.O.N.) per la sicurezza per il mezzogiorno d'Italia, ha attivato per il triennio 2003-2006, con sovvenzioni del Fondo sociale europeo, per il solo personale del Mezzogiorno (Roma compresa) dei corsi (cosiddetti a catalogo) per la formazione operativa del personale;
continuano ad essere allarmanti, come documentano le notizie riportate quasi quotidianamente dai mass media, sia le condizioni dei CPT nel nostro Paese e in particolare quelle del centro di Lampedusa, sia le modalità con cui il Governo fa fronte alla gravissima situazione degli sbarchi degli immigrati irregolari sulle nostre coste;
nel mese di settembre/ottobre 2004 si è verificata a Lampedusa un'ondata di sbarchi di profughi, giunti nell'isola con mezzi di fortuna. Secondo una informativa resa dal Ministro dell'Interno, onorevole Pisanu, alla Camera dei Deputati il 7 ottobre: «dal 29 settembre al 6 ottobre, sono giunti a Lampedusa 1.787 clandestini: 544 sono stati avviati ai centri di accoglienza di Crotone, Ragusa e Caltanissetta, o perché richiedenti asilo (408) o perché trattenuti per accertamenti (136); 1.153 sono stati identificati, uno per uno, respinti e riammessi in Libia (si tratta per la precisione di 1.119 egiziani, 11 marocchini e 23 bangladesi)»;
per l'esecuzione dei respingimenti dei profughi sono state usate misure coercitive. In particolare - come riconosciuto dal Ministro dell'Interno nell'informativa resa alla Camera - si è fatto ricorso all'uso di fascette di plastica in funzione di manette;
nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa non è stato consentito l'accesso dei rappresentanti dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati fino a quando si sono concluse le procedure che hanno portato al respingimento o al trasferimento dei profughi. Infatti, nel corso della stessa comunicazione, il Ministro Pisanu ha dichiarato che: «la visita dei rappresentanti dell'Alto Commissariato è stata formalmente richiesta il 4 ottobre ed autorizzata dopo due giorni, quando nel centro di Lampedusa si sono ristabilite le condizioni basilari di sicurezza per i visitatori.»;
nel mese di marzo del 2005 si è verificata a Lampedusa una nuova ondata di sbarchi di profughi giunti nell'isola con mezzi di fortuna. In particolare, fra il 13 ed il 16 marzo giungono sull'isola circa 1.000 persone, fra cui donne e bambini;
il 15 marzo inizia l'attività investigativa in collaborazione tra autorità italiane e libiche;
iniziano anche le operazioni di trasferimento degli immigrati: circa 90 clandestini vengono imbarcati nel cuore della notte su una nave della marina militare che prende il largo verso Augusta. Altri 122 partono con il traghetto «Siremar» verso Porto Empedocle e da lì avviati verso gli altri centri di permanenza, mentre proseguono gli sbarchi, nello stesso giorno, aerei militari C130 vengono inviati per effettuare rimpatri in Libia. I rimpatri però non vengono effettuati e gli aerei tornano vuoti nella base di Pisa;
il 17 marzo, vengono compiuti i rimpatri dei primi clandestini (180), in Libia, con aerei della compagnia «Blu Panorama» e «Air Adriatic» e viene negato l'accesso al centro di permanenza di Lampedusa al rappresentante del CIR, Avv. Giorgio Bisagna, e al delegato UNHCR, Michele Manca di Nissa. Lo stesso giorno il CIR emana un appello urgente al Governo italiano chiedendo di interrompere i respingimenti di massa verso la Libia, seguito il giorno successivo da un analogo appello dell'ACNUR, ove si esprime «grave preoccupazione per i rinvii forzati da Lampedusa»;
la Libia non ha ratificato la Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati e, pur avendo ratificato la Convenzione contro la tortura e gli altri trattamenti o pene crudeli, inumane e degradanti il 16 maggio 1989, non ha riconosciuto la competenza del Comitato da essa istituito a ricevere ed esaminare ricorsi individuali ai sensi dell'articolo 22 della Convenzione. Negli ultimi tempi, anche per effetto del riavvicinamento politico-diplomatico con l'Europa, la Libia ha avviato una strategia di contenimento dei flussi di profughi estremamente rigorosa che viene attuata nel più completo dispregio di ogni elementare garanzia dei diritti fondamentali della persona e soprattutto che non tiene conto minimamente dei pericoli cui i singoli profughi possono essere esposti nei Paesi dove vengono rinviati;
ha dato particolare risalto ad una serie di notizie ben documentate circa la sorte degli immigrati che vengono rimpatriati dall'Italia in Libia in forza dell'accordo stipulato tra i Governi dei due Paesi in data 25 agosto 2004 (il cui testo, peraltro, non è mai stato reso pubblico). Dalle informazioni raccolte anche grazie al contributo di organizzazioni non governative di nota imparzialità (quali la Mezza luna rossa) operanti in territorio libico e dalle stesse rivelazioni delle autorità libiche, emerge una situazione davvero catastrofica in cui il rispetto dei diritti umani fondamentali non è soltanto a rischio ma che è oggetto di una flagrante e massiccia negazione da parte dello stesso governo libico;
contrariamente alle rassicurazioni fornite dal Governo italiano al momento della stipulazione del predetto accordo, la maggior parte dei profughi rimpatriati in Libia viene trattenuta dalle autorità di quel Paese nel campo di detenzione di Al Gatrun, situato in pieno deserto, e poi rispedita nei relativi Paesi di origine non già in aereo ma con mezzi di fortuna che attraversano il deserto libico fino al confine nigeriano. Una traversata infernale di circa dieci giorni, senza soste ed in condizioni estreme, tra dune, montagne, violenze e dolore; una traversata che, da settembre, ha già provocato 106 morti, secondo le fonti ufficiali libiche, ma che in realtà potrebbe aver provocato ben più alte perdite di vite umane, come raccontato nell'accurato reportage pubblicato su L'Espresso del 24 marzo 2005 nonché il servizio trasmesso nel corso del programma televisivo Ballarò (RAI 3) del 21 dicembre 2004
in una sentenza del 10 aprile 2001, n. 105, la Corte Costituzionale ha rilevato che: «Il trattenimento dello straniero presso i centri di permanenza temporanea e assistenza è misura incidente sulla libertà personale, che non può essere adottata al di fuori delle garanzie dell'articolo 13 della Costituzione. Si può forse dubitare se esso sia o meno da includere nelle misure restrittive tipiche espressamente menzionate dall'articolo 13; e tale dubbio può essere in parte alimentato dalla considerazione che il legislatore ha avuto cura di evitare, anche sul piano terminologico, l'identificazione con istituti familiari al diritto penale, assegnando al trattenimento anche finalità di assistenza e prevedendo per esso un regime diverso da quello penitenziario. Tuttavia, se si ha riguardo al suo contenuto, il trattenimento è quantomeno da ricondurre alle «altre restrizioni della libertà personale», di cui pure si fa
il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione di condanna dell'Italia in data 14 aprile 2005, con la quale, invita l'Italia e tutti gli Stati membri ad astenersi dall'effettuare espulsioni collettive di richiedenti asilo e di «migranti irregolari» verso la Libia o altri paesi e ad assicurare l'esame individuale delle domande di asilo nonché il rispetto del principio di nè refoulement -:
cosa il Ministro abbia da riferire su questa complessa questione e quali azioni intenda porre in atto per ripristinare un contesto di salvaguardia e tutela dei migranti nel nostro Paese.
(2-01541)«Deiana»
nel pomeriggio di sabato 23 aprile 2005 a Roma a pochi metri da largo Goldoni (la Repubblica 24 aprile) dove era in corso una manifestazione di estrema destra che chiedeva l'abolizione della festa del 25 aprile, due giovani uomini che passeggiavano mano nella mano sono stati aggrediti e pestati a sangue perché tale atteggiamento veniva dai loro assalitori considerato scandaloso per la pubblica morale;
al pestaggio - pericoloso segnale di una cultura omofobica che incita all'odio razziale e all'intolleranza sociale -, presumibilmente opera di alcuni militanti di Forza Nuova organizzatori della manifestazione contro la giornata che ricorda la Liberazione dal nazi-fascismo, hanno assistito le forze dell'ordine che presidiavano la piazza ed alcuni turisti sopraggiunti in aiuto dei due ragazzi, i quali trasportati al pronto soccorso del San Giacomo hanno avuto una prognosi di dieci giorni ciascuno -:
cosa il Ministro abbia da riferire in merito a questo episodio e quali passi abbia compiuto ed intenda compiere affinché tali fatti non abbiano più a ripetersi.
(3-04433)
una recente inchiesta, realizzata dall'organizzazione umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere, ha evidenziato che, nel meridione d'Italia, sarebbero presenti circa 12.000 lavoratori stagionali immigrati, che vivrebbero in condizioni «inaccettabili per un Paese civile», esposti a soprusi e maltrattamenti (www.msf.it);
il suddetto rapporto, presentato a Roma il 31 marzo 2005 e intitolato «I frutti dell'ipocrisia», contiene i risultati di un'indagine compiuta, tra i mesi di aprile e dicembre del 2004, intervistando 770 persone nelle Regioni italiane del Sud, ove
la ricerca ha evidenziato che la grande maggioranza di tali lavoratori vive in condizioni «non rispondenti agli standard minimi fissati dall'Alto Commissariato ONU (...) per i Rifugiati per l'allestimento di campi profughi in zone di crisi» (il 40 per cento soggiorna in edifici abbandonati, il 36 per cento in spazi sovraffollati, solitamente senza acqua corrente, elettricità e servizi igienici);
inoltre, il 48 per cento degli intervistati ha dichiarato di percepire un salario pari a 25 euro, per una giornata lavorativa di otto o dieci ore, e di dover spesso (30 per cento del campione) pagare di tasca propria, al «caporale» che s'incarica di reclutarli, il prezzo del trasporto sul luogo di lavoro;
il 30 per cento dei soggetti interpellati ha poi ammesso di aver subito atti di violenza, abuso o maltrattamenti negli ultimi sei mesi in Italia (quasi sempre, da parte di italiani);
quasi tutti gli immigrati che, nel contesto della suddetta ricerca, hanno richiesto di essere sottoposti a visita medica, sono risultati ammalati e, nel 50,9 per cento dei casi, essi soffrivano di patologie infettive;
benché, in astratto, potessero vantare il diritto di fruire delle cure del Servizio Sanitario Nazionale, quei lavoratori risultavano non avervi accesso;
nessuno degli intervistati avrebbe potuto stipulare un regolare contratto di lavoro;
sembra necessario contrastare la situazione che emerge dal rapporto cui si è fatto riferimento, innanzi tutto per tutelare i diritti fondamentali dei lavoratori immigrati e per garantire, nel contempo, la regolare concorrenza nel mercato del lavoro, rispetto alla manodopera locale, scongiurando altresì il rischio di diffusione di pericolose patologie infettive -:
se quanto sopra riferito trovi conferma nei dati a disposizione del Governo e se, in mancanza di notizie aggiornate circa il fenomeno che è stato così denunciato, non si ritenga opportuno promuoveme l'urgente acquisizione, anche con particolare riguardo alla Sardegna;
quali iniziative siano state assunte, o si ritenga opportuno intraprendere, in relazione alla situazione dei lavoratori agricoli immigrati.
(3-04434)
il movimento politico «Forza Nuova», rappresentato al Parlamento italiano, ha inaugurato il 16 aprile 2005 una sede a Pontedera (Pisa);
per protestare contro tale inaugurazione alcuni gruppetti di giovani organizzati da DS, Rifondazione Comunista, Centri Sociali, Cobas, Giovani Comunisti, Verdi, Circolo Arci, Disobbedienti, eccetera hanno provocato disordini in città al grido di «Bruceremo la vostra sede, assassini andate via», provocando scompiglio e tenendo occupate le forze dell'ordine;
il 19 aprile, in occasione della convocazione del consiglio comunale è stato esposto da sedicenti no global all'interno della sala consiliare uno striscione con la scritta: «Toscana Antifascista» e, risulta all'interrogante, che il sindaco Paolo Marconcini non ha provveduto come da suo preciso dovere a fare rimuovere tale striscione;
lo stesso sindaco, insistendo, secondo l'interrogante, in logiche faziose che non dovrebbero caratterizzare l'operato di un rappresentante super partes di tutti i cittadini di Pontedera, ha provveduto con ordinanza n. 103 del 20 aprile 2005 a far chiudere la sede di «Forza Nuova» in via dei Portici 10 «per motivi di ordine pubblico»;
da tempo i gruppi della sinistra, di fatto incoraggiati da quello che appare all'interrogante lassismo istituzionale, vanno moltiplicando i loro raid (il giorno 16 aprile è stata danneggiata per l'ennesima volta la sede di «Azione Giovani-Alleanza Nazionale» della Valdera) -:
se non si ritenga di adottare iniziative di prevenzione al fine di ripristinare un clima di libertà, tolleranza e confronto nella città di Pontedera, e come valuti l'ordinanza emessa dal sindaco per la chiusura di un partito legalmente riconosciuto quale è «Forza Nuova».
(4-14032)
il 20 aprile 1993 ad Olmo di Creazzo (Vicenza), durante uno scontro a fuoco con i rapinatori di un'agenzia di credito, rimase ucciso l'agente della Polizia di Stato Loris Giazzon e gravemente ferito il collega Maurizio Casarotto;
l'episodio criminale fu attribuito definitivamente in sede processuale alla criminalità organizzata e più precisamente agli episodi operati dalla «mafia del Brenta»;
la vedova inoltrò formale richiesta per i buoni scolastici/borsa di studio a favore della figlia Jessica Giazzon, che oggi ha compiuto i 13 anni e si appresta a frequentare le scuole superiori;
la domanda e la relativa documentazione risulta correttamente inviata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri fin dal 2002;
in una comunicazione del 2003 venne comunicato alla famiglia che l'episodio criminoso non poteva essere iscritto tra gli atti compiuti dalla criminalità organizzata, in evidente contraddizione con gli esiti processuali, mentre in una successiva comunicazione del 2004 veniva annunciato il buon esito della pratica;
a tutt'oggi alla famiglia Giazzon non è stato riconosciuto nulla di quanto concerne la domanda di borsa di studio, diritto riconosciuto dalla legge -:
quale sia lo stato dell'iter della domanda a favore di Jessica Giazzon;
quali siano le azioni concrete che il Governo intende operare al fine di riconoscere alla famiglia Giazzon il giusto riconoscimento per il sacrificio di Loris Giazzon.
(4-14039)
il tema della sicurezza e del controllo del territorio a Rimini sono al centro delle preoccupazioni dei cittadini, degli operatori e delle istituzioni. Alla vigilia della stagione turistica, essi rilevano le carenze numeriche delle forze di polizia dislocate sul territorio provinciale, rispetto alle reali necessità che devono affrontare. Alla crescita delle presenze nel periodo invernale, grazie alle incrementate manifestazioni fieristiche e congressuali, alla crescita delle esigenze di sicurezza, negli anni non sono corrisposti adeguati rafforzamenti dei contingenti a presidio della sicurezza del territorio;
sono le stesse forze di polizia a denunciare una situazione ogni anno più critica e più insostenibile per gli operatori della sicurezza. È infatti soltanto grazie allo spirito di sacrificio e all'abnegazione dei corpi preposti alla tutela dell'ordine pubblico che l'azione di contrasto ha raggiunto in passato importanti successi. Il Siulp riminese - il sindacato di polizia - ha registrato un'allarmante carenza di personale per oltre 50 unità, che si riversa sui servizi di controllo del territorio: una sola volante per turno pattuglia l'intera area metropolitana del litorale, oltre 30 km di fronte. Così come una sola pattuglia di polizia stradale è impegnata in tutta la provincia: «ormai ci si limita - denunciano gli agenti - a rilevare gli incidenti stradali». Sono 29 gli agenti in servizio alla squadra mobile, a fronte dei 35 in forza fino a due anni fa; è insufficiente inoltre la dotazione organica del nucleo antiterrorismo, della polizia amministrativa, della divisione anticrimine, dei servizi
oltre alle carenze di organico già nel periodo invernale, si deve registrare la fase di stallo in cui versa la nuova questura, pronta per un trasloco e bloccata perché lo Stato e la proprietà non trovano un accordo. Così il personale della questura è costretto ad operare in locali inadeguati e disseminati sul territorio subendo così un notevole danno. Una situazione messa alla berlina per due volte dal gabibbo di Striscia la notizia, ma che neppure il ridicolo su scala nazionale sembra poterla sbloccare;
in questo quadro i rinforzi estivi servono, alla fine, per fare fronte alla palese inadeguatezza delle dotazioni organiche delle forze dell'ordine, rispetto ai compiti di contrasto della criminalità che si presentano nella provincia. Così l'insufficienza di una dotazione organica misurata esclusivamente sulla popolazione residente diventa cronica, mentre i rinforzi estivi risultano niente più che un palliativo, ancorché insostituibile. Risulta inaccettabile l'inversione di tendenza che si è registrata negli ultimi anni quanto al periodo di permanenza dei rinforzi estivi nella nostra provincia, ridotto sempre di più con la conseguenza di rendere meno efficace il presidio del territorio;
questa la situazione alla vigilia della stagione estiva, che già dal ponte pasquale si è presentata positiva per presenze. Ebbene, ancora non sono stati definiti i contingenti di rinforzo dei presidi delle forze di polizia. Gli enti locali e le rappresentanze sociali ancora non sono a conoscenza delle modalità e della consistenza dei rinforzi estivi, pur trovandosi a dover pianificare ed organizzare le necessarie attività di controllo del territorio e di contrasto alle reti di vendita abusive o di merci contraffate, ad ogni livello ed in ogni comune. Così come non si sa ancora se saranno confermati i posti di polizia a Riccione e a Bellaria, che vengono impiantati grazie anche al convinto supporto dei comuni, in quanto da anni costituiscono un punto di riferimento importante per residenti e ospiti per i problemi della sicurezza e per le pratiche amministrative -:
se il ministro interrogato abbia predisposto il programma per rinvio dei rinforzi estivi, quali siano le ragioni dei ritardi e se si sia svolto l'incontro che, ogni anno, viene convocato tra il ministero e i vertici delle istituzioni locali;
se non ritenga necessario confermare in via definitiva l'allestimento dei posti di polizia di Bellaria e di Riccione, come già è avvenuto per altre realtà italiane, rispondendo così alle legittime richieste degli amministratori locali ed alle esigenze dei residenti e dei villeggianti;
perché non sia provveduto alla rivisitazione della pianta organica provinciale, nonostante le richieste in tal senso avanzate da anni da enti locali, istituzioni e gli stessi operatori, per renderla adeguata alle reali esigenze di un territorio in costante crescita turistica ed economica;
quando verrà conclusa la vicenda della nuova questura e se non ritenga opportuno aprire un'inchiesta amministrativa al fine di accertare le responsabilità di una vicenda che causa danni evidenti all'operatività delle forze di polizia sul territorio.
(4-14040)
all'articolo 33, comma 2, periodo della legge 27 dicembre 2002 n. 289, il legislatore ha espressamente previsto che i funzionari del ruolo dei commissari della polizia di Stato siano oggetto di un riordino dirigenziale;
presso la Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati, durante l'esame del disegno di legge n. 2384 - concernente il riordino della carriera dei funzionari di polizia, il sottosegretario Alfredo Mantovano ha comunicato che nella stessa materia è in corso un'attività preparatoria per la definizione di una legge;
in materia di carriera dei funzionari della polizia di Stato, resta aperta la questione della equiordinazione normativa ed economica ad omologhi comparti del pubblico impiego, come quello dei funzionari prefettizi -:
quali siano le motivazioni che causano il ritardo nella presentazione da parte del Governo di un disegno di legge nel riordino della carriera dei funzionari di polizia;
quali provvedimenti urgenti intenda adottare affinché siano soddisfatte le aspettative dei funzionari di polizia, oramai non più procrastinabili, che attendono da anni una riforma già accordata ad altre categorie del pubblico impiego.
(4-14041)
da oltre un anno dall'entrata in vigore del contratto per il personale della polizia di Stato con il decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 18 giugno 2002, non è stata ancora emanata la legge di estensione di alcuni benefici economici e normativi ai dirigenti della polizia di Stato, con la conseguenza che alcuni trattamenti sono per loro inferiori a quelli percepiti dal personale di qualifica o grado inferiore, come, ad esempio accade in materia di indennità di ordine pubblico, di missione forfetaria e di trattamento economico di trasferimento;
non sono state trovate soluzioni per riconoscere la carriera dirigenziale e l'autonomia sindacale dei medesimi funzionari della polizia di Stato, mentre il Governo, durante la votazione della vigente finanziaria, ha accolto l'ordine del giorno n. G22 104 si è impegnato a costituire un'area contrattuale autonoma per i funzionari della carriera di cui all'articolo 1 del decreto legislativo n. 334 del 5 ottobre 2000, e quello dei ruoli tecnici e professionali della polizia di Stato, di cui agli articoli 29 e 43 del medesimo decreto, tenuto conto dell'unitarietà delle peculiari e specifiche funzioni ad essi conferite per lo svolgimento delle attribuzioni tipiche delle autorità di pubblica sicurezza -:
quali provvedimenti urgenti il Ministro dell'interno intenda adottare sia per corrispondere anche ai dirigenti della polizia alcuni trattamenti accessori del decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 2002 accordato al personale di qualifica inferiore, sia per la costituzione di un'aerea contrattuale autonoma per i funzionari della polizia di Stato.
(4-14042)
come già sostenuto dall'interrogante in precedenti atti di sindacato ispettivo negli stadi l'ordine dovrebbe essere assicurato da vigilanti privati, a carico delle società sportive, che dovrebbero altresì numerare i posti e preferibilmente indicare un numero a cui corrisponda il nome dello spettatore;
non è tollerabile che le società sportive paghino i giocatori milioni di euro e poi scarichino sulla collettività l'ordine all'interno degli stadi;
la polizia di Stato ha tante incombenze, deve fare fronte a tante diversità, deve garantire la tranquillità ai cittadini e non può essere mobilitata in massa negli stadi di calcio -:
se intenda adottare iniziative di carattere normativo volte a prevedere il coinvolgimento e la responsabilizzazione delle società calcistiche nel mantenimento dell'ordine all'interno degli stadi.
(4-14043)
con l'articolo 33, comma 2, secondo periodo della legge 27 dicembre 2002, n. 289, il legislatore ha espressamente previsto il riordinamento della riforma del personale delle forze di Polizia ad ordinamento civile e militare;
presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, durante la trattazione del disegno di legge n. 2384, il cui esame è iniziato nell'autunno 2002 ed è ancora formalmente in corso - concernente il riordino della carriera dei Funzionari di Polizia - il Sottosegretario Alfredo Mantovano, nella seduta del 26 marzo 2003, ha comunicato che, nella stessa materia, sarebbe in corso da parte del Governo una parallela attività preparatoria per la definizione di un testo sui Funzionari di Polizia per il quale il medesimo Sottosegretario ha affermato «essere necessario acquisire il parere delle organizzazioni sindacali» e che pertanto si prevedono «tempi ampi» per la presentazione di un disegno di legge in materia;
sulla carriera dei funzionari della Polizia di Stato e sugli ordinamenti delle corrispondenti qualifiche e posizioni funzionali degli altri Corpi di polizia, resta aperta la questione del riallineamento normativo e della perequazione economica a corrispondenti carriere del pubblico impiego, quali quelle dei prefettizi e dei diplomatici;
l'appiattimento retributivo subito dai Funzionari Dirigenti e Direttivi della Polizia di Stato (unitamente ai corrispondenti gradi e qualifiche degli altri Corpi di polizia) dal 1983 ad oggi, così come denunciato dall'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, è intollerabile e mortifica proprio coloro che, chiamati a tutelare i cittadini, assumono quotidianamente le massime responsabilità, mentre sembra che si continui a gratificare economicamente solo certi burocrati;
tra i Questori, i Dirigenti dei Commissariati di P. S. e i Dirigenti di tutti gli altri Uffici della Polizia di Stato, al pari degli Ufficiali e funzionari delle altre Forze dell'ordine, si è creata, accanto all'amarezza per il mancato riconoscimento dei loro diritti, una situazione di incertezza, di insoddisfazione e di mancanza di fiducia nei confronti dei provvedimenti del Governo e dello stesso Parlamento, per provvedimenti economici e normativi che, pur da lungo tempo promessi, annunciati ed, in alcuni casi anche approvati (come nel caso dell'impegno al riconoscimento di un'autonoma rappresentanza sindacale per le organizzazioni rappresentative dei soli Funzionari), non trovano alcuna attuazione concreta;
nella seduta del 26 febbraio 2004, il medesimo Sottosegretario, in rappresentanza del Governo, ha annunciato una nuova e diversa proposta normativa per l'estensione dei benefici contrattuali ai dirigenti della Polizia di Stato, affermando che essa potrebbe trovare la copertura finanziaria nelle risorse accantonate nella legge finanziaria del 2004 per il Ministero della difesa e per Ministero dell'interno, ed essere portata all'attenzione del Parlamento in tempi brevi e che nell'ambito della stessa iniziativa potrebbe trovare soluzione la problematica relativa all'istituzione di un'area contrattuale autonoma per i Funzionari della Polizia di Stato ed alla rappresentatività delle associazioni sindacali cui aderiscono esclusivamente i funzionari della Polizia di Stato, temi sui quali il Governo si è formalmente impegnato in passato accogliendo una specifica raccomandazione;
il 1 marzo scorso l'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia ha organizzato, su tutto il territorio italiano, partecipate assemblee di Funzionari di Polizia nel corso delle quali è incontrovertibilmente emerso il profondo malessere della Categoria ed è stato rivendicato il diritto ad una carriera unitaria e a retribuzioni più dignitose ed in linea con quelle che il Governo ha attribuito ad altri funzionari civili del ministero dell'interno -:
se, e con quali tempi, il Governo intenda adottare iniziative normative volte
se, nelle more dell'approvazione della predetta riforma il Governo intenda attivarsi perché sia riconosciuto alle organizzazioni che rappresentano in via esclusiva gli interessi dei funzionari di polizia e dei gradi e qualifiche equiparati, almeno un tavolo negoziale per la trattazione delle specifiche questioni di lavoro che pervengono alla dirigenza.
(4-14045)
Marco Pantani è stato:
un grande campione del ciclismo italiano che con le sue gesta sportive ha saputo rappresentare nel mondo con orgoglio il nostro Paese;
un campione divenuto una figura leggendaria; è stato infatti l'unico corridore dopo il mito di Fausto Coppi a vincere nella stessa estate (1998) sia il Giro d'Italia sia il Tour de France;
un campione che aveva fatto tornare ai vertici della popolarità il ciclismo nel mondo con le sue fantastiche imprese e, generando un formidabile fenomeno di imitazione, ha dato grande impulso all'attività ciclistica dilettantistica;
un campione che ha sempre prestato il suo nome ed il suo impegno a diverse iniziative sociali, tra cui molte associazioni sportive ONLUS e un Liceo sportivo;
un campione che attraverso i tanti siti Internet a lui dedicati continua a stimolare la fantasia e ad ispirare migliaia di giovani, sportivi e non;
un uomo che ha pagato un prezzo altissimo per delle colpe che non possono essergli totalmente ascritte;
il Prefetto di Forlì-Cesena, dottor Montanaro, nel negare la realizzazione di un monumento a Pantani si è appellato alla legge n. 1188 del 1927 che, all'articolo 3 stabilisce che tale realizzazione è possibile solo dopo che sia trascorso almeno un decennio dalla scomparsa della persona a cui si intende dedicare il monumento;
all'articolo 4 della sopra-citata legge, si ammette una deroga in casi eccezionali, nei quali il personaggio in memoria del quale si vuole erigere il monumento commemorativo, nella sua esistenza si sia distinto come «benemerito» della Nazione;
il monumento romagnolo sarebbe solo l'ultimo, ennesimo monumento a lui intitolato;
a Colle Fauniera, sui monti cuneesi, dove Pantani raccolse una vittoria, una scultura a Pantani inaugurata l'estate scorsa è costante meta del pellegrinaggio di cicloamatori che vengono a rendergli omaggio e a ripercorrere il tragitto della sua impresa -:
se il Ministro intenda intervenire in merito alla decisione assunta dal prefetto di Forlì-Cesena e permettere ai romagnoli, che vogliono ricordare l'uomo e lo sportivo che li ha fatti sognare, di onorare la memoria di un simbolo della loro terra.
(4-14084)
Mugnai nella zona di Feltre è stata presa di mira da una banda di malviventi nella notte tra sabato 23 e domenica 24 aprile 2005;
si sono verificati almeno due tentativi di furto, tre auto rubate e un inseguimento dei ladri a piedi e in macchina con spari da parte dei carabinieri nel tentativo di
l'interrogante ha già presentato altre interrogazioni e comunicazioni per sollevare il sempre più preoccupante problema dell'ordine pubblico nel Feltrino, chiedendo il potenziamento degli organici di polizia, senza ricevere fino ad ora risposta anche se a rigor del vero si nota una maggiore intensità degli interventi delle forze dell'ordine;
gli atti criminosi si sono moltiplicati negli ultimi anni ed è aumentato il clima di insicurezza. Esiste una preoccupazione fondata che i dati statistici siano destinati a peggiorare e che ci sia una recrudescenza del fenomeno criminale in territori come il feltrino, a bassa densità di popolazione;
le forze dell'ordine che esistono sul territorio si trovano ormai quotidianamente a confrontarsi con le vicende di malavita riuscendo comunque spesso, con estremo sacrificio, a concludere le operazioni positivamente;
il territorio di Feltrino è come suddetto, vasto e dispersivo, la popolazione è anziana, quindi il controllo capillare per carabinieri e polizia, con l'organico con il quale si dispone, è estremamente difficoltoso;
è recente anche l'appello dei sindaci del basso feltrino (comuni Alano di Piave, Vas, Quero) per ottenere una maggior presenza nelle locali stazioni -:
se il Ministro non ritiene che debba essere potenziato l'organico delle forze dell'ordine nel Feltrino permettendo così un capillare e migliore controllo del territorio ed inoltre anticipata la fine dei lavori per la nuova Caserma dei Carabinieri a Feltre.
(4-14089)
come riportato in data odierna dalla stampa locale veneziana tutta, la neo eletta presidente della municipalità di Chirignago-Zelarino (Mestre Ovest) a Venezia, Maria Teresa Dini, ha ricevuto nel giorno di mercoledì 27 aprile 2005 una missiva a carattere minatorio contenente un bossolo di proiettile;
la busta, priva di affrancatura, è stata recapitata a mano nella cassetta delle lettere della Municipalità ed al suo interno riportava un foglio con minacce scritte attraverso l'uso di un normografo («il prossimo ti arriverà nel cranio»), nonché l'ogiva di una cartuccia calibro 7,65;
questo tentativo di intimidazione parrebbe una risposta ad una dichiarazione rilasciata dalla Dini, esponente dei Verdi, al quotidiano locale Il Gazzettino, nella quale affermava di non essere contraria a priori alla costruzione di una moschea all'interno della propria municipalità, nel caso il Comune di Venezia ne facesse richiesta;
minacce ed intimidazioni molto ravvicinate sarebbero state dirette nei giorni scorsi anche ad altri esponenti dei Verdi veneziani -:
se sia a conoscenza dell'accaduto;
se non ritenga necessario vengano predisposte tutte le misure tese alla garanzia dell'incolumità fisica e la piena agibilità politica a chi è chiamato a svolgere un ruolo istituzionale nelle città.
(4-14095)
domenica 24 aprile 2005, durante l'intervallo della partita di calcio Lazio-Juventus, alcuni tifosi della Juventus hanno esposto uno striscione con la scritta «25 aprile, festa dei traditori dell'Italia»;
è un fatto estremamente grave, ma ancor più grave, per gli interroganti, è che nessuno sia intervenuto per rimuoverlo, e
quali strumenti di prevenzione il Ministero dell'interno voglia predisporre per evitare che negli stadi entrino e vengano esposti striscioni il cui contenuto è anticostituzionale e gravemente offensivo per la memoria storica della Repubblica italiana.
(4-14096)
il 18 marzo 2005 l'emittente televisiva locale irpina «Primativvù» è stata «oscurata», a seguito di un provvedimento di sequestro preventivo degli impianti di trasmissione, emesso dalla Procura della Repubblica di Avellino ed eseguito dalla Guardia di Finanza, con l'apposizione dei sigilli alle attrezzature;
tutto ciò ha minato le prospettive occupazionali degli oltre venti lavoratori e lavoratrici (giornalisti, tecnici e amministrativi) dell'emittente televisiva, anche perché il blocco delle attività della televisione è avvenuto nel pieno della recente campagna elettorale, aggravando così i risvolti che ne sono conseguiti, sia in termini di riduzione degli spazi di pluralismo in un momento importante per la vita democratica di una comunità, sia in termini di danni economico-finanziari per l'azienda editoriale, che dopo circa quindici giorni, successivamente alla convalida da parte del G.I.P., avvenuta il 30 marzo, ha licenziato tutto il personale;
nei giorni successivi all'oscuramento della emittente televisiva, c'è stata una consistente mobilitazione dei lavoratori dell'azienda editoriale, con un'ampia partecipazione in termini di solidarietà da parte della cittadinanza, tanto che in pochi giorni sono state raccolte cinquemila firme per richiedere la riapertura della televisione e vi è stata una presa di posizione ufficiale dell'ordine dei giornalisti della regione Campania;
il 18 aprile 2005, la procura della Repubblica ha emesso provvedimento di riattivazione delle trasmissioni televisive;
a parere dell'interrogante, tale provvedimento pone limitazioni assurde che impediscono di fatto ai giornalisti di riprendere il lavoro, consentendo in pratica alla televisione di trasmettere soltanto pubblicità e programmi di intrattenimento prodotti da terzi;
a tutt'oggi, si è in attesa dell'esito del ricorso al tribunale del riesame -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, a tutela dei diritti, della dignità e della professionalità dei lavoratori dell'emittente televisiva interessati.
(4-14097)
in Italia dimorano centinaia di migliaia di cinesi;
l'interrogante non ha mai assistito ad un funerale cinese;
lo svolgimento dei riti funebri potrebbe avere modalità diverse da quelle del nostro Paese;
è opinione diffusa che in caso di dipartita dalla terra, i documenti del defunto passino ad altro immigrato irregolare -:
quanti cinesi siano ufficialmente morti in Italia dal 1996 ad oggi;
quanti siano i cinesi in possesso di un regolare permesso di soggiorno in Italia.
(4-14106)
il Ministero dell'interno, nell'ambito del programma operativo nazionale
detti corsi, essendo organizzati dall'amministrazione, sono gratuiti e vanno trascritti nell'apposito quadro del foglio matricolare, facendo così punteggio/titolo di merito in occasione di concorsi/avanzamenti;
in questo modo, pur dimostrando di voler accrescere il bagaglio culturale del proprio personale, l'amministrazione crea tuttavia una disparità tra il personale dipendente in servizio al centro e al sud del Paese con quello in servizio al nord;
il Silp per la Cgil ha chiesto che: a) nell'immediato futuro tutti i dipendenti della Polizia di Stato, indipendentemente se del nord, del centro o del sud, abbiano le stesse opportunità per accrescere la propria istruzione e formazione professionale, visto che anche la Costituzione italiana sancisce il diritto all'istruzione a tutte le persone dello Stato italiano; b) per quelle persone che non rientrano nella categoria preferenziale sopraccitata ma che hanno partecipato a corsi analoghi ed a proprie spese, vi sia la possibilità che detti corsi vengano inscritti sul foglio matricolare/rapporto informativo non creando così quella diversità tra poliziotti in servizio in una parte della nazione e in modo che, in caso di concorso interno, non vi sia disparità tra il personale appartenente alla stessa amministrazione; c) vengano attivati dei corsi, sia per la formazione linguistica, sia per il conseguimento della patente europea del computer (E.C.D.L.), su tutto il territorio nazionale, come avviene per altre amministrazioni dello Stato come la Guardia di finanza -:
se non ritenga di intervenire affinché venga garantita a tutto il personale della Polizia di Stato la possibilità di accesso alla formazione professionale, riconoscendo e trascrivendo nei fogli matricolari le qualifiche eventualmente conseguite e quali iniziative si intendano adottare affinché l'Amministrazione stipuli, sia a livello centrale che periferico, idonee convenzioni per la frequenza di corsi di formazione per il conseguimento della patente europea di computer.
(4-14109)
il nuovo Governo Berlusconi nelle giornate del 27 e 28 aprile chiedeva la fiducia ai due rami del Parlamento presentando il programma di fine legislatura comprensivo anche della questione dei rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti;
giovedì 27 aprile 2005 presso il Senato della Repubblica in concomitanza al voto del Senato della Repubblica l'organizzazione sindacale RdB-CUB Pubblico Impiego chiedeva l'autorizzazione alla questura di Roma per un presidio sindacale a sostegno della vertenza sui contratti;
l'iniziativa sindacale intendeva rappresentare all'aula parlamentare lo stato di malessere in cui versano i lavoratori pubblici in attesa del rinnovo contrattuale da 16 mesi;
la RdB-CUB Pubblico Impiego non appena appreso il calendario dei lavori parlamentari chiedeva regolare autorizzazione presso la questura di Roma dando indicazione degli orari e del numero dei partecipanti al presidio;
la questura di Roma negava il diritto a manifestare senza motivare tale divieto in aperta violazione, secondo l'interrogante, delle norme costituzionali di questo paese -:
da quali novità dipendano tali misure che all'interrogante appaiono liberticide e di divieto nei fatti di manifestare a sostegno di una vertenza contrattuale così rilevante per milioni di lavoratori;
se, a fronte di nuove richieste di manifestazioni o presidi sindacali sicuramente programmati nelle prossime settimane, non intenda intervenire per rimuovere ostacoli al libero svolgimento dell'esercizio proprio del sindacato che avrebbero l'unico risultato di provocare tensioni in una vertenza difficile e delicata, invitando il Questore di Roma ad acconsentire alle legittime richieste degli organizzatori, accolte in analoghe circostanze in passato.
(4-14111)