Allegato A
Seduta n. 578 del 1/2/2005


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(Sezione 4 - Misure a favore dei dipendenti di Poste Italiane spa assunti con contratto a tempo determinato)

D)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Ai Ministri delle comunicazioni, dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la ristrutturazione delle Poste Italiane ha - com'è noto - lasciato irrisolto il problema dei cosiddetti «trimestrali»;
le assunzioni a tempo determinato hanno, in realtà, spesso clamorosamente e platealmente rappresentato un pallido tentativo di elusione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
fra l'altro, l'apposita graduatoria non è servita neppure a dare preferenza, per i casi di assunzione, ai «trimestrali»;
sono nate vertenze giudiziali, che si sono concluse con sentenza che ordina a Poste Italiane spa l'assunzione a tempo indeterminato dei «trimestrali»;
la questione è relativa ad un numero enorme di «trimestrali», sicché l'eventuale propagarsi di azioni promosse innanzi al giudice del lavoro potrebbe produrre effetti devastanti per la società;
deve anche essere considerato l'effettivo e scandaloso abuso dei contratti a tempo determinato, che certamente mal si concilia con il carattere pubblico dell'azienda -:
quanti siano i «trimestrali» potenzialmente aventi diritto alla costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
quale possa essere il rischio finanziario per l'azienda;
se non si ritenga di intervenire presso il consiglio di amministrazione di Poste Italiane spa per promuovere una rapida ed indolore soluzione del gravissimo problema dei «trimestrali».
(3-01851)
(28 gennaio 2003)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
a fine dicembre 2003 la Corte di cassazione civile, sezione lavoro, ha depositato una sentenza relativa alla prima causa intentata dai cosiddetti «trimestrali» assunti dalle Poste Italiane a tempo determinato;
la suddetta sentenza riguarda il caso di una giovane che trascinò in giudizio le Poste Italiane innanzi al tribunale di Milano, in funzione di giudice del lavoro, che, con sentenza del febbraio 2000, accoglieva la domanda della «trimestrale», accettando e dichiarando la sussistenza di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
l'appello proposto dalle Poste Italiane veniva respinto dalla corte d'appello civile di Milano, che confermava la sentenza di primo grado;
ora è intervenuta la sentenza della Suprema Corte di cassazione, che apre la porta ad un vero e proprio disastro giudiziario per Poste Italiane spa;
è rimasta priva di risposta un'interrogazione presentata tempo fa al Ministro interrogato, con cui si segnalavano le pronunce delle corti di merito, che lasciavano presagire, comunque, la pronuncia della Corte di cassazione;
è ora facilmente intuibile quel che potrà accadere, tenuto conto del fatto che i «trimestrali» sono in tutta Italia parecchie migliaia -:
quali iniziative intenda assumere la società Poste Italiane spa per evitare, per quanto sarà ancora possibile, un contenzioso di proporzioni gigantesche e che avrebbe potuto essere prevenuto, evitando in tal modo un gravissimo danno per la società.
(3-02991)
(27 gennaio 2004)