Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 450 del 6/4/2004
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Sull'ordine dei lavori (ore 18,12).

PIERO FASSINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO. Ho chiesto la parola perché siamo tutti consapevoli di quello che è accaduto in Iraq (Commenti)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, calma! È un intervento sull'ordine dei lavori.

PIERO FASSINO. Ho chiesto la parola perché penso sia doveroso che quest'Assemblea sia informata e possa svolgere una riflessione e una discussione tempestiva su quanto è accaduto in Iraq oggi e negli ultimi giorni. Abbiamo tutti presente la precipitazione drammatica degli eventi determinatasi. Le informazioni ci parlano di dodici nostri soldati feriti, di un numero rilevante di cittadini iracheni morti, di manifestazioni e di una condizione di grandissimo allarme a Nassiryia. Le agenzie hanno oggi battuto notizie in parte smentite su presunti ultimatum nei confronti del nostro contingente militare. Credo che sarebbe un atto di sensibilità non solo nei confronti del Parlamento, ma anche nei confronti del paese e soprattutto dei militari che in questo momento sono in condizioni di così alto rischio che il Governo venisse in quest'aula in serata a fornire un'informativa, in modo tale che i parlamentari possano essere messi a conoscenza di ciò che sta accadendo non sulla base di agenzie giornalistiche ma sulla base delle notizie fornite dal Governo. Vogliamo anche sapere come il Governo valuti la situazione che si sta determinando in Iraq. Mi pare chiaro che siamo di fronte al precipitare di una crisi.
Vorrei sottolineare che quello che è avvenuto oggi non è un'esplosione improvvisa, subitanea, che ha colto tutti di sorpresa, ma soltanto l'epilogo di una sequenza di atti di guerriglia, attentati, manifestazioni, atti di violenza, episodi di conflitto e di tensione gravi che si ripropongono da mesi e che segnalano un quadro che sta diventando particolarmente allarmante di settimana in settimana e di giorno in giorno: soltanto qualche giorno fa, alcuni cittadini americani inermi sono stati uccisi e selvaggiamente linciati, con manifestazioni di inciviltà che hanno suscitato lo sdegno di tutti!
Penso che sia assolutamente necessaria una discussione. Naturalmente, siamo interessati prima di tutto a conoscere le valutazioni del Governo al riguardo, ma anticipo la nostra valutazione politica: ad un'accelerazione della crisi deve corrispondere un'accelerazione di quella svolta che è stata più volte auspicata e richiesta da molte parti, ma che tarda a venire.
Alla luce di quanto sta avvenendo in queste ore a Nassiriya, non possiamo ri


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tenere che il dopoguerra iracheno possa continuare così! La svolta - che deve passare per l'apertura di una fase radicalmente diversa nella conduzione del periodo postbellico - è necessaria perché, di giorno in giorno, quella postbellica sta diventando sempre di più una fase di guerra vera e propria, nella quale si verificano episodi ed atti bellici particolarmente sanguinosi e preoccupanti.
Noi riteniamo - abbiamo ripetuto più volte queste affermazioni - che sia necessario un cambio di passo radicale, che il tipo di conduzione fin qui conosciuto non possa proseguire, che il Consiglio di sicurezza dell'ONU debba approvare una nuova risoluzione nella quale si individuino tappe, modalità ed obiettivi di una transizione gestita dall'ONU che gradualmente consenta il passaggio dei poteri ad autorità irachene democraticamente elette.
Vorremmo conoscere il punto di vista del Governo al riguardo e se ...

VITTORIO TARDITI. Ma è un comizio!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego!

PIERO FASSINO. Capisco... Sono sconcertato! Di fronte a quello che accade in Iraq, dovrebbe esserci un minimo di attenzione, ma evidentemente (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo) ...
Per concludere, è necessario che il Governo venga in aula a dirci esattamente cosa pensa, come intende agire e quali iniziative intende assumere. Quanto sta accadendo non può essere considerato un semplice incidente di percorso: al contrario, si tratta del segno di una situazione che si sta aggravando di giorno in giorno e che rischia di diventare sempre più ingovernabile e di finire fuori controllo. Formulo tale richiesta non soltanto a nome del mio gruppo, ma anche a nome dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fassino.

ELIO VITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NINO STRANO. Signor Presidente, quando ho chiesto io di parlare, sono stato zittito!

PRESIDENTE. È l'ultimo!

ELIO VITO. Signor Presidente, anche a nome dei colleghi degli altri gruppi della maggioranza - mi sono consultato con i colleghi Anedda, Volontè e Cè (che è stato sospeso e che ringrazio) - comincio questo mio intervento dal punto in cui m'aspettavo che concludesse il suo l'onorevole Fassino, vale a dire da un punto che a me pareva assolutamente scontato: credo che tutti siamo d'accordo nell'esprimere la nostra solidarietà ai militari italiani che sono rimasti feriti stamani (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).
Signor Presidente, credo che la solidarietà ai nostri uomini ed alle nostre donne venga prima della polemica politica e delle vicende sulle quali abitualmente ci dividiamo.
Per il resto (Commenti) ... Sono sconcertato io di queste reazioni!
Per il resto, signor Presidente, tengo a dire all'onorevole Fassino che il Governo ha già dichiarato la sua disponibilità a venire domani in Parlamento: il ministro Frattini parteciperà al question time (anche noi abbiamo rivolto un'interrogazione a risposta immediata al ministro degli affari esteri), mentre il ministro Martino sarà ascoltato dalle Commissioni riunite esteri e difesa (oggi, il ministro Martino è a Bruxelles per partecipare ad una riunione della NATO).
Dunque, come sempre ha fatto quando si è trattato di informare il Parlamento in ordine a questioni riguardanti la politica estera ed internazionale nei momenti di crisi, il Governo verrà puntualmente a


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riferire al Parlamento nelle prossime ore. Poiché siamo tutti d'accordo su questo, credo che non occorra dividersi.
Credo inoltre sia utile ricordare che il Governo si sta muovendo nell'ambito di una risoluzione ONU e che ha già compiuto alcuni passi (lo ha ricordato nei giorni scorsi il ministro Frattini in sede di Commissioni riunite Affari esteri di Camera e Senato) affinché sia adottata dall'ONU una nuova risoluzione. Il Governo, lo ripeto, si sta muovendo per rispettare gli impegni assunti.
Sappiamo benissimo che tutte le missioni internazionali in aree di crisi nelle quali sono impegnati i nostri soldati presentano rischi. Vorrei che, nel caso in cui questi rischi, purtroppo, si verificassero (che sia in l'Iraq, in Afganistan, in Kossovo, a Timor Est o in Medio Oriente), scattasse immediatamente, non la volontà di entrare in polemica con il Governo, ma la solidarietà nei confronti dei nostri soldati e l'apprezzamento per il lavoro che gli stessi svolgono (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).
Naturalmente, il Governo verrà in aula a riferire su ciò che sta accadendo. Tuttavia, non dobbiamo usare questi episodi in maniera strumentale e lo dico senza volontà polemica, perché si è di fronte ad un momento di crescita di cui dobbiamo dare testimonianza al paese in questi momenti difficili (Commenti del deputato Frigato)!
I nostri ragazzi stanno compiendo un'opera di pace, di ricostruzione e di democrazia in aree difficili del mondo!

NICHI VENDOLA. Ma è cosa da pazzi! Due bambini uccisi!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi...

ELIO VITO. Dobbiamo dare al paese e a questi ragazzi la sensazione che l'intero Parlamento condivide i loro rischi...

GRAZIELLA MASCIA. Ma non è vero!

TITTI DE SIMONE. Ti devi vergognare!

ELIO VITO. ... è al fianco delle loro difficoltà e li ringrazia per il lavoro che svolgono (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia). Se purtroppo si verificano degli incidenti (Commenti) ...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego!

ELIO VITO. In merito a tali incidenti, è stata espressa immediatamente, attraverso il Parlamento, la solidarietà dell'intero paese...

MAURA COSSUTTA. Ma che stai dicendo! Hanno sparato! Altro che incidenti!

ELIO VITO. Su tali incidenti non esploderà una polemica politica in Parlamento, altrimenti verremmo tutti meno al nostro ruolo (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Signor Presidente, credo sia difficile dividersi sulla richiesta specifica del collega Fassino. Siamo tutti d'accordo e già sappiamo che il Governo verrà a riferire in aula domani.
Mi auguro che ora si possa procedere ordinatamente nei nostri lavori parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Naturalmente, per il gruppo Misto sono state avanzate più richieste di parola. Vi chiedo, dunque, di contenere gli interventi in due minuti.

LUANA ZANELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA. Signor Presidente, intervengo per associarmi alla richiesta, in rappresentanza della componente politica del gruppo Misto-Verdi-L'Ulivo, dell'onorevole Fassino. Non mi sembra che la sede del question time possa rispondere pienamente all'esigenza emersa in questo difficile momento.


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Il Parlamento ha il dovere e il diritto di conoscere le intenzioni ed i progetti del Governo a fronte di una situazione che sta sfuggendo dal controllo del Governo dalla coalizione occupante. Per esprimere solidarietà ai soldati impegnati - in teoria e poco in pratica - in una missione di pace, abbiamo chiesto fin dall'inizio il ritiro del contingente armato.
In questo momento a Padova si sta svolgendo un incontro, promosso dal nostro Governo, tra le piccole, medie e grandi industrie coinvolte nei progetti di ricostruzione. Quindi, tutti i rappresentanti di questo settore si stanno organizzando, non per una campagna di pace, ma per il business della ricostruzione. Da una parte si sta svolgendo una missione di pace in un dopoguerra che in realtà è il prosieguo della guerra; dall'altra vi è un Governo che promuove (visitate al riguardo i siti Internet) il coinvolgimento delle nostre piccole, medie e grandi industrie nel business del dopoguerra al seguito degli Stati Uniti, chiedendo pietosamente le briciole dei grandi mega appalti. Credo sia necessario che, non soltanto il Governo, ma anche il Parlamento comprendano a cosa stiamo andando incontro, in modo che ognuno, per la propria competenza, si assuma una responsabilità conseguente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-L'Ulivo).

GIOVANNI RUSSO SPENA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO SPENA. Signor Presidente, vorrei innanzitutto chiedere scusa, anche a nome dell'onorevole Fassino, per aver disturbato un dibattito nel quale si discuteva delle discoteche, al fine di occuparci invece di guerra, di feriti e di morti, in maniera sofferta. Evidentemente noi siamo fatti diversamente dal collega Vito: a noi scatta un sofferto riflesso immediato quando vi sono bambini uccisi, donne uccise, soldati feriti, a cui va la nostra solidarietà. La nostra solidarietà va ai soldati italiani feriti, ma anche alle famiglie dei civili iracheni uccisi dal piombo (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-L'Ulivo). Questa è l'umanità nei confronti di una guerra che riesce a deturpare chiunque la faccia; questa è la grande critica alla guerra!
Per questo diciamo: si ritirino le truppe di occupazione! Perché oggi quegli elicotteri Apache stanno bombardando le popolazioni sciite, che evidentemente festeggiano troppo l'arrivo dei democratici statunitensi, che stanno portando lì la democrazia.
Evidentemente, la situazione va rivista attentamente. A noi pare incredibile che il Governo non avverta la sensibilità immediata e naturale di venire qui a discutere in Parlamento e con il Parlamento, anche perché così può condividere le proprie responsabilità in una dialettica più articolata, più ampia, più complessa. Ma come è possibile, signor Presidente, inserire vergognosamente questo dibattito nel question time? Un minuto per la domanda, tre minuti per la risposta e due per la replica: questo è il modo in cui si riesce a discutere di un tema fondamentale! Cosa fanno i soldati italiani? Mi riferisco a tutti i soldati, ma in particolare a quelli italiani. A memoria, credo sia la prima volta, onorevole Vito, dal secondo dopoguerra, che i soldati italiani si trovano in una situazione di guerra, in cui sono costretti a sparare, ad uccidere, in cui sono sull'orlo del baratro e rischiano la propria vita. È una situazione del tutto inedita, anomala. È incredibile che qui si dica di andare avanti in maniera pigra, «continuista», folle, come se nulla fosse accaduto!
È per questo, Presidente, che noi ci appelliamo alla sua sensibilità democratica (non voglio entrare nel merito delle nostre richieste, come quella del ritiro delle truppe di occupazione, perché sono ben note). Signor Presidente, non è possibile sostituire un confronto ed una dialettica democratica tra Governo e Parlamento con il question time! Questa mi sembra


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una proposta - mi permetta - un po' indecente per i nostri stessi soldati, per le popolazioni irachene tutte, per una democrazia internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-L'Ulivo).

MARCO RIZZO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha due minuti di tempo a disposizione.

MARCO RIZZO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la vicenda è talmente grave che davvero si può usare la metafora del danzare «sull'orlo del vulcano». Siamo ormai al caos generalizzato in Iraq, ed è tempo che intervenga l'ONU (Commenti del deputato Malgieri). Per fare intervenire l'ONU, con i caschi blu e le truppe di paesi che non hanno fatto la guerra, che non hanno partecipato all'occupazione militare - perché questa è l'unica condizione per avviare realmente un processo di pace in quel paese -, abbiamo bisogno di fare la prima mossa, che è rappresentata dal ritiro immediato dei soldati italiani. Dicevate che era una missione di pace - mentre noi diciamo da sempre che si tratta di una missione militare - ma da oggi in poi come farete a ribadirlo?

ANDREA RONCHI. Sono stati attaccati!

MARCO RIZZO. Prima di parlare di solidarietà, onorevole Vito - solidarietà che va espressa a tutti i feriti e a tutti i morti, di ambo le parti -, vorremmo sapere quali sono ora le regole di ingaggio per i nostri militari. Quali sono gli ordini?
I soldati italiani rappresentano tutta la nazione, è vero. Ma di quali ordini stiamo parlando?
Non ci sono attentati, in questo momento. Ci sono folle ingenti di persone. Ci sono stati, questa mattina, due bambini ed una donna uccisa. Chi ha sparato? Quali sono gli ordini che vengono impartiti ai soldati italiani?
Tali sono le domande cui il Governo deve rispondere. È vero che i soldati italiani rappresentano il paese, e proprio per tale motivo bisogna sapere che stanno facendo. Pertanto, è riduttivo e insultante nei confronti delle istituzioni che domani il Governo venga in aula a rispondere al question time, come se si parlasse di cinture di sicurezza.
Si sta parlando del destino del mondo. Esigiamo che questo Governo abbia, almeno, la dignità di venire in aula con il Presidente del Consiglio, per spiegarci qual è la sua linea, ammesso che una linea l'abbia ancora (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, della Margherita, DL-L'Ulivo, del gruppo Misto-Verdi-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Strano. Ne ha facoltà.

NINO STRANO. Anzitutto, mi permetto, approfittando della cortesia con la quale lei, signor Presidente, mi ha dato la parola, di farle presente che questo pomeriggio il Vicepresidente, onorevole Mastella, in apertura di seduta, ha interrotto - in maniera anche brusca - il mio intervento, che era sulla stessa linea degli interventi precedenti. Mi permetto di farglielo presente, perché ciò in futuro non avvenga più.
In merito a quanto detto poc'anzi, signor Presidente, mi permetto di osservare che condividiamo le valutazioni dell'onorevole Elio Vito, ma vorrei ricordare a chi ci ha preceduto che per noi non è fondamentale stabilire se debba tenersi un question time oppure un dibattito.
La solidarietà verso i nostri soldati l'abbiamo fatta sentire, la facciamo sentire e la faremo sentire sempre, con i nostri voti in Parlamento di sostegno ai nostri soldati. Altri non hanno fatto sentire tale solidarietà, defilandosi nei momenti decisivi, quando bisognava offrire alla nostra missione appoggio e solidarietà.


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Signor Presidente, oggi pomeriggio ci è stata negata la parola: oltre a volere manifestare solidarietà alle famiglie degli iracheni morti, volevamo ricordare che, quattro giorni fa, in tutte le reti televisive, si sono visti i corpi dei quattro civili americani smembrati da musulmani che hanno ritenuto, in quella maniera, di farsi giustizia.
Vorremmo portare - attraverso lei, signor Presidente, e tramite l'ambasciata americana - la solidarietà del Parlamento alle famiglie dei soldati, che stanno avendo tante vittime in questa azione di pace...

MAURA COSSUTTA. C'è la guerra, ma quale pace!

NINO STRANO. ...di stabilizzazione e di democrazia che stanno svolgendo in Iraq, anche con l'appoggio dei carabinieri italiani - ai quali offriamo la nostra totale solidarietà, mancata, nei fatti, da parte di quegli schieramenti di sinistra che oggi si permettono di parlare di solidarietà alle nostre truppe, speciosamente, per creare soltanto problemi politici (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, sappiamo che i nostri militari sono impegnati in una missione di pace che comporta alti rischi. A loro esprimiamo tutta la nostra solidarietà. Naturalmente, la vicinanza del Parlamento italiano si estende anche a tutti i caduti, sia militari sia civili. Sappiamo, infatti, che laddove vi sono la morte e la violenza non vi può che essere la solidarietà di chi ha a cuore la pace ed il superamento di ogni violenza.
Il ministro degli affari esteri e il ministro della difesa sono stati da me interpellati nel pomeriggio. Hanno ricordato come, già domani, siano previsti alcuni loro impegni parlamentari. Non ho difficoltà, peraltro, su richiesta dei presidenti di gruppo, a organizzare i lavori di domani in modo tale che, in luogo del previsto svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, possa avere luogo una comunicazione del ministro degli affari esteri (che peraltro aveva già previsto di intervenire in Parlamento su tale argomento) sull'evoluzione della situazione in Iraq.
Se non vi sono obiezioni, previa naturalmente l'intesa che devo realizzare con il ministro degli affari esteri, direi che questo è il modo migliore per dare un seguito concreto alle preoccupazioni emerse e che, pur da posizioni diverse sulla missione in Iraq, sono ampiamente condivise dal Parlamento.

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