Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 385 del 6/11/2003
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(Riconoscimento di un equo indennizzo a favore della vittima di una tromba d'aria abbattutasi nel 2001 sulla provincia milanese - n. 2-00962)

PRESIDENTE. L'onorevole Rusconi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00962 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 7).

ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, mi permetto di segnalare un caso umano di profonda sofferenza, dove le istituzioni devono dimostrare di essere attente ai più deboli. Ricordo che il 7 luglio 2001 una tromba d'aria di forte intensità si è abbattuta nell'area nordest della provincia milanese, interessando soprattutto il comune di Arcore. A questo riguardo, il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza e ha firmato un'ordinanza con cui ha messo a disposizione della regione Lombardia la somma di 150 miliardi di vecchie lire. Le risorse destinate con apposita ordinanza alla regione Lombardia dovevano altresì consentire il riconoscimento di ogni indennizzo alla popolazione civile coinvolta, con particolare riguardo ai casi più gravi.
Quel 7 luglio 2001 la tromba d'aria ha purtroppo investito, nel territorio di Arcore, una macchina Ford Fiesta alla cui guida c'era Laura Galbusera, 24 anni, studentessa universitaria di Lomagna. A seguito del forte impatto, la macchina di Laura è stata scagliata a 50 metri di distanza e un pezzo di lamiera, dopo aver rotto il parabrezza, ha investito il volto della ragazza, procurandole un forte trauma cranico e la devastazione del visto dagli occhi in giù. La diagnosi è stata: trauma cranio-facciale con stato di coma, fratture multiple esposte del massiccio facciale e fratture dento-alveolari mascellari e mandibolari, con perdita di elementi dentari multipli e shock emorragico.
La ragazza, nei mesi successivi al tragico incidente, si è dovuta sottoporre a sette operazioni chirurgiche all'ospedale San Gerardo di Monza e dovrà sostenerne almeno altre tre. A distanza di tanto tempo non può ancora masticare, fa ancora fatica a parlare e non ha ancora ripreso gli studi universitari, rivelando un comprensibile trauma psicologico.
Chiedo pertanto al Governo se si intenda riconoscere un equo indennizzo per il danno fisico e psichico e per l'impossibilità della danneggiata, a causa dei continui interventi chirurgici, a condurre una vita normale e a proseguire gli studi, come lo stesso Presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi, aveva promesso incontrandola personalmente il 22 dicembre 2001.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, senatore Ventucci, ha facoltà di rispondere.

COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. La ringrazio, signor Presidente. Sono costretto a ripercorrere la storia della vicenda. Come ha ricordato l'onorevole Rusconi, il 7 luglio, alle ore 12,50, una tromba d'aria di notevole intensità si è abbattuta nella provincia di Milano, colpendo in modo particolare i comuni di Arcore, Concorezzo, Vimercate, Usmate e Velate, provocando numerose decine di feriti e causando ingenti danni alle infrastrutture pubbliche e private, ad edifici adibiti a civili abitazioni e a strutture sedi di attività produttive. Si tratta di elementi noti, ma li ricordiamo per chi vorrà leggere questo nostro intervento.
Nell'immediatezza, tutte le istituzioni e gli enti competenti hanno assicurato l'attività di protezione civile necessaria per il soccorso alle popolazioni. A seguito dell'eccezionalità dell'evento calamitoso, l'11 luglio 2002 è stato dichiarato lo stato di emergenza dal Consiglio dei ministri. In pari data è stata emanata la relativa ordinanza di protezione civile n. 3143 del 2001, finalizzata a porre in essere ogni


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tentativo utile per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita delle popolazioni interessate e la ripresa delle attività produttive danneggiate, attraverso lo stanziamento di 145 miliardi di vecchie lire, pari a 74.886.250,37 euro.
La predetta ordinanza ha anche disposto la sospensione dei termini previdenziali e fiscali nei confronti dei soggetti gravemente danneggiati nonché misure relative all'estensione dei benefici della cassa integrazione anche al di là delle limitazioni vigenti.
La tromba d'aria ha anche colpito un'autovettura, alla cui guida - come ha ricordato l'onorevole Rusconi - vi era la signora Laura Galbusera, nel territorio del comune di Arcore, sbalzando l'automezzo per decine di metri.
La signora Galbusera fu prontamente ricoverata all'ospedale San Gerardo di Monza per lesioni riportate al viso e alla mandibola dalle lamiere della stessa autovettura e, dopo un ricovero di circa due settimane, fu sottoposta a diversi interventi chirurgici anche maxillo-facciali, sempre presso la citata struttura ospedaliera di Monza a carico del servizio sanitario nazionale.
Subito dopo il tragico evento, il padre della signora, signor Ernesto Galbusera, pensionato di 69 anni che vive nel comune di Lomagna (provincia di Lecco) con la stessa signora Laura ed un'altra figlia disabile (sordomuta), chiese un intervento alle autorità per potere adeguatamente curare la figlia.
La regione Lombardia, pur in assenza di una normativa di riferimento, con proprio provvedimento in data 2 dicembre 2002 ha disposto, a puro titolo di liberalità dell'amministrazione regionale, la liquidazione della somma di euro 10.900 a favore del comune di Lomagna per intervento umanitario a favore della signora Galbusera.
Successivamente, in data 20 gennaio 2003, il predetto comune ha predisposto il mandato di pagamento quale contributo per i danni subiti durante la tromba d'aria.
Poiché a tutt'oggi non risulterebbero ulteriori richieste di risarcimento presentate dalla signora Galbusera e vista la quantità del danno riportato da quest'ultima, sarebbe opportuno che, secondo le generali normative vigenti valide erga omnes, la signora inoltrasse una richiesta dettagliata agli uffici competenti al fine di ottenere un adeguato indennizzo di quanto purtroppo subito.
Il Governo si adopererà al massimo, nel rispetto delle norme, affinché possa essere sanata questa vicenda della quale - mi creda onorevole Rusconi - con convinzione ci rammarichiamo.

PRESIDENTE. L'onorevole Rusconi ha facoltà di replicare.

ANTONIO RUSCONI. Signor Presidente, sono parzialmente soddisfatto, perché, se da una parte sono lieto dell'impegno del sottosegretario (quindi, la ringrazio di ciò), dall'altra devo informare il sottosegretario, avendo incontrato il padre della ragazza, che determinate richieste sono state presentate e l'unica concessa è quella della liberalità - che lei citava precedentemente - della regione Lombardia. Le posso assicurare ciò. Non è questo il luogo - né voglio fare un intervento, in alcun modo, polemico - per esibire questi documenti. Le chiedo solo una particolare attenzione. Sarà mia premura farli avere alla sua attenzione nei prossimi giorni.
Mi permetta, altresì, di affermare che la qualità della vita di una comunità si misura, a mio parere, sul livello d'attenzione ai più deboli e ai più sfortunati. Soprattutto per chi proviene dall'ispirazione cristiana, non è possibile dimenticare ciò che insegnava Rosmini: la persona non ha il diritto: è il diritto, intendendo in questo la persona più debole, più indifesa; diremmo, con un linguaggio preso altrove, gli ultimi.

COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Ma le leggi sono leggi.

ANTONIO RUSCONI. In questa vicenda si è assistito, come purtroppo spesso accade,


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che il presidente della regione, il presidente della provincia, sindaci e autorità, il Presidente del Consiglio in persona si sono recati sul posto, nei primi mesi, per assicurare la presenza delle istituzioni e sono stati promessi interventi adeguati. Ora, l'unica cifra versata dalla regione Lombardia che il padre confermava, 10.000 euro, non basta, dati alla mano, neppure a coprire una parte minima delle spese mediche sostenute, senza contare il danno morale e psicofisico enorme che la ragazza deve sopportare.
Conosciamo, infatti, per la stessa calamità, i legittimi ma notevoli rimborsi - alcuni miliardi di lire - erogati tempestivamente alle aziende coinvolte interessate alla calamità. Forse che non c'è giustizia per chi non ha voce?
Dopo gli abbracci e i baci del Presidente Berlusconi, lo Stato deve dimostrarsi giusto con i deboli. Forse così daremo un po' più l'idea che le istituzioni sono attente ad ogni cittadino, soprattutto a un cittadino debole.

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