![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. L'onorevole Cialente ha facoltà di
MASSIMO CIALENTE. Signor Presidente, colleghi, signor viceministro Tassone, l'interpellanza è attinente alla realizzazione di un'arteria particolarmente importante e strategica sia per l'Abruzzo interno sia per le regioni Umbria e Marche. Si tratta dell'ex strada statale n. 260 L'Aquila - Amatrice (come noto la cittadina si trova in provincia di Rieti).
insieme all'ex strada statale n. 80, alla n. 17, la n. 153, la n. 5, e, di nuovo, la n. 17, disegnano un'unica ininterrotta arteria che viene a collegare tutt'e quattro i parchi, congiungendo, tra l'altro, due lati, due estremi della provincia de L'Aquila che, come lei sa, è molto ampia e, contemporaneamente, ricongiunge, ripercorrendo le connessioni storiche, economiche e culturali, l'Abruzzo con l'Umbria, attraverso l'Amatrice-Norcia-Spoleto-Perugia, e le Marche con l'Amatrice-Ascoli Piceno.
PRESIDENTE. Il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, onorevole Tassone, ha facoltà di rispondere.
MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, la risposta che do adesso all'interpellante, onorevole Cialente, è un po' laconica, ma questo non significa non tenere in considerazione tutta la problematica evidenziata con forza e con passione sia nell'atto di sindacato ispettivo sia nell'illustrazione che ne ha fatto il presentatore.
della legge 15 marzo 1997, n. 59 sul decentramento amministrativo - come lei ha testè ricordato -, l'ANAS Spa, interessata al riguardo, precisa che le eventuali modificazioni della rete viaria dichiarata di interesse nazionale sono adottate nel rispetto della procedura prevista all'articolo 20 della legge 24 novembre 2000, n. 340.
PRESIDENTE. L'onorevole Cialente ha facoltà di
MASSIMO CIALENTE. La ringrazio, signor viceministro, perché lei ha formulato una risposta particolarmente cortese, nella quale mi ha anche fatto comprendere bene i termini della questione. Vede, signor viceministro, io credo che se si presenta un'interpellanza o una interrogazione vi sono due motivi: da una parte si cura il collegio elettorale (come è successo con il provvedimento di questa mattina, che riguardava alcuni lavori pubblici); dall'altra, si presentano tali atti di sindacato ispettivo perché si tratta di problematiche di rilevanza nazionale, e comunque strategiche rispetto a scelte politiche.
MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. In termini di legge...
MASSIMO CIALENTE. Non discuto la sua risposta e lei sa quanto io apprezzi la sua correttezza e la sua persona. Temo, però, che allora perderemo altri due anni e mezzo...
MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Anche quando lei invoca il comma 4 dell'articolo 1 della legge n. 59 del 1997.
MASSIMO CIALENTE. ...finché non si arriverà ad un cambiamento democratico. Lei, signor viceministro, conosce bene la situazione dell'Abruzzo in questo momento. La maggioranza di centrodestra è in preda a continui scontri interni ed è incapace di ritrovarsi in maggioranza non solo sulle scelte politiche, ma anche su fatti amministrativi come questo.
ripercuote anche su un'opera che è fondamentale. Ripeto: se solo vi fosse la capacità, da parte di questa benedetta maggioranza di centrodestra della regione Abruzzo, di individuare un progetto di sviluppo o almeno di discuterlo, forse capirebbe che sul progetto delle infrastrutture viarie lo stesso Governo la sollecita.
Un po' di storia. Nel marzo del 1985 il CIPE inseriva questo tronco nell'ambito del piano decennale per la regione Abruzzo, per un importo complessivo di 65 miliardi di lire. Nello stesso anno comunque un primo tratto della strada, ricompreso tra la periferia ovest del capoluogo ed il comune di Pizzoli, veniva completato ed aperto al traffico. Nel 1993 la giunta regionale abruzzese approvava il piano decennale di grande comunicazione, tra le cui opere era ricompreso un secondo lotto dell'arteria, dal comune di Pizzoli sino al comune di Cagnano Amiterno, con una previsione di spesa di 25 miliardi di lire.
L'opera è stata poi appaltata con ritardo, nel 1997, perché purtroppo vi è stata una disputa giudiziaria tra ditte concorrenti, ma finalmente da un anno vede i lavori in fase avanzata di realizzazione.
Proseguendo nella storia, comunque, nel 1995 la giunta regionale ribadiva la validità, l'opportunità del piano decennale, ricomprendendo così l'intero percorso sino ad Amatrice. Perché questo? Perché, come dicevo poc'anzi, onorevole Tassone, si tratta di una infrastruttura assolutamente strategica, soprattutto per la provincia dell'Aquila. Come ella saprà, il nostro comprensorio ha ben 4 parchi naturali: il parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, il parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, il parco Maiella-Morrone e il parco Velino-Sirente.
Noi abruzzesi abbiamo compiuto una scelta politica di sviluppo molto coraggiosa ed importante, con la quale abbiamo posto al servizio dell'intero paese e dell'Europa una grande parte del nostro territorio, destinato e sottoposto così ad un tutela pressoché assoluta. È un progetto, un percorso teso ad uno sviluppo compatibile dell'economia dell'Abruzzo interno nel versante turistico ambientale. Ebbene, questa strada, la strada statale n. 260,
Tant'è vero che, nel quadro di riferimento della regione Abruzzo e nel piano territoriale e provinciale, l'arteria ha assunto il nome di strada dei parchi e, poiché viene ad interessare anche il parco dei monti Sibillini, essa è divenuta un po' l'arteria cardine dell'APE - Appennino parco d'Europa -, un grande progetto per l'interno del nostro paese (le aree appenniniche); progetto del quale la regione Abruzzo è coordinatrice. Sennonché nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del febbraio del 2000, in attuazione del decreto legislativo n. 112 del 1998, sia la strada statale n. 260 sia la strada statale n. 80 sono state individuate e trasferite alla rete stradale regionale ai sensi di quanto è disposto dal comma 2 dell'articolo 1 della legge 15 marzo 1997, n. 59. Questo ha indubbiamente creato dei problemi ai fini del completamento di questa arteria strategica nella parte che manca da Cagnano Amiterno sino ad Amatrice; problemi e preoccupazioni, che sicuramente anch'ella avrà avuto modo di ascoltare gli echi, che hanno portato a numerose iniziative assunte da tutti i sindaci dell'area con i consigli provinciali de L'Aquila e anche di Ascoli Piceno, e delle province dell'Umbria, e da parte di tutti i parlamentari, indipendentemente dagli schieramenti, eletti sia in Abruzzo sia nelle Marche sia nell'Umbria. Successivamente, la deliberazione del CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001, che il viceministro Tassone conosce sicuramente molto meglio di me, in attuazione del primo programma della legge n. 443 del 2001 (cosiddetta legge obiettivo), nell'allegato 2, ha inserito la strada Amatrice-Montereale-L'Aquila-Navelli tra gli interventi strategici di interesse nazionale come completamento interno del corridoio adriatico-dorsale stradale interna.
Poiché, ritengo che alla luce di questa deliberazione del CIPE vengono meno le disposizioni di cui al comma 2, dell'articolo 1, della legge n. 59 del 1997 e si possano e si debbano applicare quelle del comma 4, lettera b), dello stesso articolo e della stessa legge, che prevede che sono esclusi dall'applicazione dei commi 1 e 2 i compiti strettamente preordinati alla programmazione, progettazione, esecuzione e manutenzione di grandi reti infrastrutturali dichiarate di interesse nazionale con legge statale ovvero, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano, chiedo al viceministro per quale motivo ancora non si procede al reinserimento nella rete stradale di interesse nazionale anche della ex strada statale n. 260 e della strada statale n. 80, nel tratto ricompreso tra l'immediata periferia della città fino all'interno della città de L'Aquila dove si andrebbe a ricongiungere con la strada statale n. 17. Questo proprio alla luce sia della legge n. 443 del 2001 sia della delibera del CIPE n. 121 del 2001 che ne riconosce, come dicevo, l'importanza strategica, nonché del comma 4 della legge n. 59 del 1997.
In merito alla riclassificazione delle ex strade statali n. 80 e n. 260, trasferite dal 2001 alla regione Abruzzo, in attuazione
Occorre, onorevole Cialente, un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta della regione interessata, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, sentite le Commissioni parlamentari competenti per materia.
Allo stato attuale, sempre secondo l'ANAS, ravvisandosi l'esigenza di una più puntuale definizione delle maglie delle reti - così come è stato da lei richiesto con forza, onorevole Cialente, anche per configurare una strutturazione di quel territorio maggiormente adeguata ai ruoli e ai «compiti» di questo territorio, anche nell'ambito della strategia della politica europea -, è in corso un'operazione di razionalizzazione della rete nazionale e delle reti regionali.
Rispetto ai suddetti provvedimenti, l'ANAS si pone come soggetto attuatore delle decisioni assunte presso la Conferenza. Si rende noto, infine, che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha in corso, da circa un anno, rapporti con tutte le regioni per la revisione dell'assetto della rete.
Questa, onorevole Cialente, è la mia risposta, che si accompagna, ovviamente, all'interesse che questo Governo nutre anche rispetto ai problemi da lei posti in evidenza. Noi ne siamo consapevoli, ma lei si renderà conto, come tutti, che ci troviamo di fronte a provvedimenti legislativi approvati da questo Parlamento, e dunque sussistono passaggi che l'ANAS deve obbligatoriamente rispettare.
Il ministero è ovviamente impegnato a seguire la vicenda con interesse, un interesse che si deduce e si evidenzia proprio dalle valutazioni che ha fatto; tuttavia vi sono alcune fasi che devono impegnare altre amministrazioni e altri momenti istituzionali. Infatti, come ho detto poc'anzi, leggendo la mia risposta, l'ANAS è il soggetto attuatore, ed il ministero ha in corso questo rapporto intenso con tutte le regioni per la revisione dell'assetto della rete: ognuno, come si suol dire, deve fare la propria parte.
Vede, signor viceministro, la strada di cui stiamo parlando ha avuto il riconoscimento, da parte del CIPE, della sua valenza nazionale, come lei ha testè ricordato; ce l'ha, come le dicevo poc'anzi, anche per l'Abruzzo interno, per il rispetto della scelta economica che abbiamo compiuto, ma che ancora non produce i suoi frutti (la regione verde dei parchi, l'Appennino parco d'Europa). Tale strada, dunque, diventa l'infrastruttura irrinunciabile affinché tale strategia di sviluppo si realizzi.
Ma per le aree interne dell'Abruzzo la strada di cui stiamo discutendo riveste un altro fondamentale valore, rappresentato da una rinnovata opportunità per i nostri centri montani. Infatti, le aree interne di montagna (ciò vale sia per l'Abruzzo interno, sia per l'Appennino) sono costellate da piccoli comuni che, il più delle volte, sono davvero splendidi, perché conservano le vestigia di antiche e floride economie agricole - nel nostro caso, soprattutto pastorali -, e sono immersi in ambienti eccezionali ed incontaminati.
Essi potrebbero offrire un'alta qualità della vita, perché sono inseriti o confinano con i nostri parchi, la cui caratteristica fondamentale, signor viceministro, è data dal fatto di essere parchi antropizzati. Quella che si è fatta è una scelta importante che credo sia emblematica anche per il nostro paese. In esso la presenza dell'uomo, il suo lavoro, la sua attività, in altri termini la sua storia hanno arricchito il territorio, esaltandone le caratteristiche naturali.
Questi comuni, dei quali si è discusso anche in occasione dell'esame della legge sui piccoli comuni, si vanno spopolando (e nella mia provincia neanche lentamente). Lo ripeto: è un copione già visto in tutta Italia. Vi sono centri non più a portata di pendolarismo, perché i collegamenti sono vecchi e le strade, ormai, non sono più adeguate rispetto ai ritmi di vita e spesso sono pericolose in climi come il nostro. Quindi, alcune famiglie cominciano a cedere, si avvia pian piano una rarefazione dei servizi, vi sono meno negozi, si chiudono le scuole, gli uffici pubblici e gli uffici postali. Alla fine, soprattutto chi ha figli che vanno a scuola, cede e lascia questi centri.
Ho a disposizione i dati del censimento del 2001 relativo alla provincia de L'Aquila ed essi rappresentano una riprova di ciò che ho affermato. Signor viceministro, prima le ho ricordato che la strada vide l'apertura di un primo tratto nel 1985 tra il comune de L'Aquila e Pizzoli; ebbene, dal censimento risulta che nei dieci anni, dal 1991 al 2001, il comune di Pizzoli è l'unico che presenta un aumento di circa 500 abitanti, pari al 18-19 per cento della popolazione, a fronte di un crollo negativo in percentuale uguale in tutti gli altri comuni. È bastata questa strada perché divenisse un'area di residenza anche legata all'insediamento di una scuola allievi sottufficiali.
Ciò sta alla base di una scelta politica. Allora, pur ringraziandola per il modo in cui ha risposto, mi dichiaro non solo insoddisfatto, ma amareggiato e preoccupato. Purtroppo, lei ha confermato ciò che molti di noi temevano e questo è il motivo per il quale avevo proposto di applicare il comma 4 della legge n. 59 del 1997. Lei, infatti, mi ha ribadito che il destino della strada è nelle mani della giunta regionale della regione Abruzzo.
Lei gentilmente ha fatto capire che l'ANAS ed il Governo non vedrebbero l'ora che nella Conferenza Stato-regioni, la regione Abruzzo, facendosi carico addirittura del problema nazionale di creare questa arteria, dicesse di volerla restituire. E voi non fareste altro che dire: finalmente.
Signor viceministro, lei mi ha detto questo. Ebbene la regione Abruzzo non lo sta facendo e non lo ha fatto in due anni, nonostante le manifestazioni delle quali parlavo. D'altra parte, vi è una regione che ha millecinquecento miliardi di debito sulla sanità per un milione e duecentomila abitanti scarsi e che è riuscita ad arrivare a nominare il quinto assessore alla sanità: ciò la dice lunga!
Capisco la difficoltà e sono molto preoccupato per questa paralisi complessiva dell'Abruzzo in tutti gli aspetti della vita della regione. A questo punto, essa si
Penso che perderemo ancora due anni su questo penoso problema. A questo punto, a me non resterebbe altro che chiedere scusa da abruzzese se non altro agli amici, ai colleghi che hanno firmato questa interpellanza, ai cittadini dell'Umbria e delle Marche, perché devono rinunciare ad un'arteria importante a causa della totale incapacità della mia regione.
A me spiace, da uomo presente in un'istituzione, dover dire questo di un'altra istituzione democratica come la regione.
Mi rivolgo a lei, al suo Ministero ed al Governo, dato che la regione Abruzzo è retta da un Governo di centrodestra ed ha un presidente di Alleanza nazionale, il presidente Pace. Credo che vi possa essere un'azione, non solo da parte dell'ANAS che mantiene il contatto con le regioni, ma anche da parte del Governo sulla regione Abruzzo. Tale regione deve farla finita di giocare, deve riuscire, almeno volta, a tenere una giunta regionale a maggioranza ed in tale sede deve apprestarsi a fare un atto che non è atteso solo da abruzzesi, marchigiani ed umbri, ma - come ho sentito anche dalle sue parole - da gran parte del paese.