Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 383 del 4/11/2003
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(Esame dell'articolo 16 - A.C. 4233)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 4233 sezione 19).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Zanella 16.6 e Deiana 16.11, nonché sull'emendamento Minniti 16.1.
Sull'emendamento Minniti 16.2 il parere della Commissione è contrario anche per via dell'estraneità della materia. Lei ha già ricordato che l'emendamento Bricolo 16.8 è stato ritirato; per quanto riguarda l'emendamento Minniti 16.12 il Governo si era riservato un approfondimento tecnico e anche da parte del Comitato dei nove si era deciso di attendere queste valutazioni; la Commissione esprime altresì un invito al ritiro sull'emendamento Bricolo 16.9, in caso contrario il parere è contrario.
La Commissione esprime altresì parere contrario sugli emendamenti Molinari 16.3 e Minniti 16.4 ed esprime altresì un invito al ritiro sull'emendamento Cossiga 16.5; in caso contrario il parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento Cossiga 16.5 è identico all'emendamento Minniti 16.12 per cui li porrò in votazione congiuntamente. Onorevole relatore, esprima il parere anche sugli articoli aggiuntivi.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA, Relatore. La Commissione rivolge un invito al ritiro per quanto riguarda l'articolo aggiuntivo Deiana 16.02 e, in caso contrario il parere è contrario; la Commissione esprime altresì un invito al ritiro sull'emendamento Molinari 16.01; in caso contrario il parere è contrario.


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PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE CICU, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento Minniti 16.12 e conforme a quello del relatore per quanto riguarda le restanti proposte emendative.

PRESIDENTE. Presumo che l'accoglimento da parte del Governo dell'emendamento Minniti 16.12 determini un parere conforme del relatore. Si sono invertite le parti!

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA, Relatore. In questo caso sì, signor Presidente, perché avevamo già previsto questa eventualità.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Zanella 16.6 e Deiana 16.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Minniti. Ne ha facoltà.

MARCO MINNITI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'articolo 16 rappresenta il cuore del provvedimento, un provvedimento che accelera la transizione da un sistema di leva obbligatoria ad uno professionale, puntando su un unico principio: il principio della obbligatorietà del servizio militare volontario per l'accesso ai concorsi nelle forze di polizia a ordinamento civile e militare, e, nel testo originale, per quanto riguardava il corpo dei Vigili del fuoco. Proprio questo principio di obbligatorietà contestiamo con una serie di emendamenti. Se mi consentite in questo caso, - vorrei non parlare del singolo emendamento ma della sequenza di emendamenti a mia firma -, l'obbligatorietà mette in discussione un principio di libertà. Un principio di libertà che è alla base della scelta che ha portato questo Parlamento ad introdurre il principio della sospensione della leva e l'avvio del percorso per l'esercito professionale.
Questo principio di libertà a nostro avviso deve essere mantenuto anche in questo processo di accelerazione della transizione, perché riteniamo sia indispensabile consentire l'accesso ai concorsi per le forze di polizia a ordinamento civile e militare anche per quei cittadini che non intendono prestare il servizio militare volontario. So bene che la proposta che viene qui avanzata tende ad affrontare un problema evidente, che abbiamo avuto anche in questi anni, di «gettito» di domande nei confronti del servizio militare volontario.
Tuttavia, la strada che, a mio avviso, non si deve percorrere è quella di introdurre nuovi principi di obbligo: la riforma del servizio di leva serviva ad introdurre un principio di libertà e di liberalità nelle scelte dei cittadini, delle ragazze e dei ragazzi che volevano incontrarsi con il servizio militare.
In questo décalage di emendamenti, noi proponiamo essenzialmente diverse soluzioni. La prima è quella di considerare il provvedimento di obbligo un provvedimento straordinario e, quindi, limitato nel tempo, teso soltanto a consentire l'avvio del passaggio verso il professionale, ma non prolungato sino al 2020, che rappresenta una data di fatto, che rende permanente questa scelta. Da qui il primo emendamento, che propone di limitare l'effetto dell'obbligatorietà al 2009.
Il secondo emendamento propone di elevare la quota riservata a coloro che hanno prestato il servizio militare volontario sino al 75 per cento, senza tuttavia raggiungere il 100 per cento. Ci sembrano due misure di buonsenso, che in realtà vogliono dire: benissimo, la strada della accelerazione è quella giusta; vediamo tuttavia di trovare la forma più conforme ai principi costituzionali ed insieme più giusta e più liberale nei confronti delle ragazze e dei ragazzi italiani.
Mi sia consentito, infine, dire che accolgo con sincero apprezzamento il parere favorevole del Governo e del Comitato dei nove, che consente di sanare quella che a me sembrava una evidente idiosincrasia, perché se è possibile - ma, a mio avviso, sbagliato - pensare che vi potesse essere una obbligatorietà del servizio militare volontario per corpi di polizia ad ordinamento civile e militare che prevedono l'uso


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delle armi, era difficile pensare che potesse esservi questo tipo di obbligatorietà per i vigili del fuoco, che sono un corpo di protezione civile che non prevede l'uso delle armi e che, quindi, deve essere lasciato aperto per l'accesso a quei ragazzi e a quelle ragazze che intendono prestare un servizio civile pur mantenendo una obiezione di coscienza per quanto riguarda l'uso delle armi.
Ritengo l'accoglimento di questo emendamento un passo in avanti e, mentre sottolineo questo, non posso non sottolineare anche che, se questo convincimento si è fatto strada in quest'aula parlamentare, lo si deve anche al contributo che al dibattito in Commissione ha dato il capigruppo di Forza Italia in Commissione difesa, l'onorevole Giuseppe Cossiga.

PRESIDENTE. Onorevole Minniti, la prego di concludere.

MARCO MINNITI. Ho finito. Intendo ringraziarlo perché attraverso il suo convincimento ha reso più facile far passare un elemento di diritto e di buonsenso che ritengo contribuisca a migliorare la legge che in questo momento stiamo esaminando (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deiana. Ne ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, anch'io ritengo, come l'onorevole Minniti, che l'articolo 16 costituisca il corpo centrale del provvedimento dal punto di vista di merito specifico, cioè sostanzialmente le modalità di reclutamento delle nuove Forze armate. Noi, su questo, abbiamo presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità e molto rapidamente voglio ricordarne le ragioni.

LUIGI RAMPONI. Ma è stata respinta!

ELETTRA DEIANA. Sì, è stata respinta, però adesso dobbiamo votare l'emendamento. Non si tratta soltanto del principio di obbligatorietà che rende l'eliminazione della leva obbligatoria praticamente un ossimoro, nel senso che ritorna pesantemente per tutto quello che riguarda le carriere nei corpi dello Stato militari e civili. A nostro avviso, non si tratta soltanto di questo, ma anche del fatto che questo articolo introduce un principio lesivo della uguaglianza dei cittadini e delle cittadine.
Introduce un criterio di discriminazione - precedentemente, è stato spiegato dalla collega Mascia -, in quanto, sostanzialmente, assorbe la totalità dei posti al fine di creare una corsia di privilegio per i militari di leva volontaria. Ciò lede i diritti di uguaglianza (lede con particolare peso per quando riguarda la parte femminile che voglia accedere alla carriera nella polizia). Ma non si tratta solo di questo. Infatti, introduce anche una pericolosa idea del valore aggiuntivo della militarizzazione. Secondo dichiarazioni che sono state rese da molti colleghi nel corso della discussione in Commissione difesa, il «partecipare alla leva» costituirebbe, di per sé, un elemento aggiuntivo di valore alla qualità della cittadinanza e del servizio prestato allo Stato.
Questo è un concetto estremamente pericoloso che, a mio giudizio, costituisce proprio la radice della militarizzazione, ossia il militare è meglio del civile, il militare è un di più che da più valore al servizio reso al paese. Questa è l'obiezione che mi è stata rivolta in tutte le salse da molti colleghi.
È banale - com'è stato detto da alcuni colleghi - affermare che la polizia di Stato usa le armi, ma la polizia di Stato dovrebbe usare le armi in una concezione civile della sua funzione, e non in una concezione militare. Predicare il valore aggiuntivo del militare significa, evidentemente, favorire pericolosi slittamenti di concezione del proprio ruolo. Per richiamare un esempio, è abnorme l'idea che gli appartenenti ad un corpo dello Stato a vocazione fortemente civile, come quello dei vigili del fuoco, siano obbligati a svolgere


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la leva e, soltanto in base a ciò, possono adire alla carriera dei vigili del fuoco.
Riteniamo l'articolo 16 (per questo motivo ne proponiamo la soppressione) fortemente lesivo dei diritti fondamentali di uguaglianza della cittadinanza e fortemente negativo dal punto di vista della veicolazione di una concezione del rapporto tra militare e civile che riteniamo molto pericolosa in quanto fomenta la militarizzazione delle menti e della cultura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, effettivamente l'articolo 16 è il cuore del provvedimento in esame. Alcuni anni fa, quando i decreti iniziarono a stabilire le percentuali di militari volontari per accedere alle forze di polizia, francamente e personalmente fui contrario. Ero molto perplesso sulla riuscita di questo progetto.
Oggi, mi devo ricredere, perché molti volontari che hanno fatto un percorso nelle Forze armate sono entrati nell'Arma dei carabinieri con una preparazione ed una qualificazione superiore rispetto a quanti, nel mondo civile, si apprestavano a intraprendere la stessa carriera istituzionale.
Ritengo sia una grande opportunità per le istituzioni e anche per gli stessi giovani. Non si tratta di una questione di militarizzazione delle istituzioni anche civili. Spiego perché. È un'opportunità per le istituzioni delle forze di polizia ad ordinamento civile, perché trovano, così come li hanno trovati finora, ragazzi preparati e formati in modo adeguato. Ma tra i giovani provenienti dalla società civile, che affrontano un concorso per entrare nelle forze di polizia, non tutti riescono a posizionarsi nelle graduatorie per accedervi: molti rimangono fermi nelle graduatorie per anni (proprio in questi giorni abbiamo riaperto le graduatorie dell'ultimo concorso nella Polizia di Stato) e, quindi, ritornano alla loro vita nell'ambito della società conservando l'aspirazione di poter fare il poliziotto od il carabiniere, cercando anche strade alternative.
Se, invece, con l'esigenza che oggi hanno le Forze armate, i giovani che vogliono fare i carabinieri o i poliziotti partecipano al concorso per volontari e lo diventano, davanti a loro si aprono le seguenti prospettive: o quella di accedere alle forze dell'ordine o quella di rimanere all'interno delle Forze armate oppure, dopo nove anni, di accedere alla pubblica amministrazione. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che esiste già una legge ai sensi della quale i giovani reclutati nelle Forze armate, finito il periodo di ferma e di rafferma, possono accedere alla pubblica amministrazione.
Allora, io sarei ancora più estensivo. Considerato che abbiamo giovani di qualità, che li abbiamo selezionati, che sappiamo che non si drogano e che non bevono e che sono qualitativamente formati, noi proiettiamo il meglio che abbiamo all'interno anche della società. Perciò, estenderei alle regioni - a questo fine ho presentato un apposito ordine del giorno - la possibilità di fare entrare questi giovani nelle polizie locali, evitando, quindi, una selezione od una preselezione a monte.
Quindi, dobbiamo essere contenti. Con questo percorso nuovo si pongono le Forze armate in un contesto importante all'interno della nostra società, si costruisce una corsia preferenziale per i giovani e si offrono loro più opportunità: non li priviamo di un percorso professionale nella loro esistenza, ma ampliamo le loro possibilità. Ecco perché invito a non votare a favore dell'emendamento dei Democratici di sinistra-l'Ulivo ed a mantenere l'attuale formulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontana. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA. Signor Presidente, valutiamo positivamente l'esito dell'approfondimento effettuato dal Governo perché si accoglie il senso di un emendamento,


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presentato da Forza Italia, con il quale si chiedeva l'esclusione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dal novero di quelli per l'accesso ai quali è richiesto il requisito del previo espletamento del servizio militare volontario nelle Forze armate (ciò per le caratteristiche peculiari che contraddistinguono i compiti e lo status dei vigili del fuoco).
Desideriamo esprimere la nostra soddisfazione per questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, questo articolo presenta il limite, da noi già evidenziato nel corso del dibattito in Commissione, di avere scelto di dare soluzione al problema dell'ingresso delle forze di polizia nel comparto della sicurezza attraverso un meccanismo rigido che potrebbe - dico potrebbe - anche non funzionare. La previsione, introdotta dal disegno di legge, del servizio militare come requisito essenziale e centrale per l'accesso alle forze di polizia introduce un elemento di obbligatorietà che appare in contrasto con gli stessi principi costituzionali.
Per questo, con una serie di emendamenti, abbiamo proposto di riservare una quota dei posti per le carriere delle forze di polizia al reclutamento libero. Non si possono vincolare gli altri corpi e le scelte dei cittadini ad una condizione del genere: la previsione dell'obbligatorietà del preventivo servizio militare come condicio sine qua non rischia di accentuare gli squilibri territoriali del paese, considerando che il bacino cui attingeranno le Forze armate sarà costituito soprattutto da giovani provenienti dalle aree delle regioni meridionali.
Noi non escludiamo di prendere in esame il principio della obbligatorietà, purché se ne preveda una applicazione limitata nel tempo. Si può ipotizzare che tale misura si configuri come una soluzione straordinaria e temporanea e per questo abbiamo proposto un emendamento che limita al 31 dicembre 2009 e che non si estende fino al 31 dicembre 2020, come nel disegno di legge. Tra l'altro, con una obbligatorietà così prolungata nel tempo sarebbe ancora più grave se i posti non coperti durante l'anno dai volontari delle Forze armate non fossero messi a concorso. Ci ritroveremmo con una situazione difficile sugli sbocchi e le opportunità da dare ai giovani volontari fuori dalle Forze armate. Anch'io sottolineo la positività e ringrazio il relatore e il Governo per aver accolto quell'emendamento da noi sostenuto in Commissione e anche qui in Assemblea per escludere il corpo dei vigili del fuoco. Ma sono queste riserve di cui ho detto poc'anzi circa l'applicazione di questo disegno di legge e, in modo particolare, di questo articolo, che motivano il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.

PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, intervengo per fare una valutazione di carattere politico e poi una proposta al relatore e al Comitato dei nove. La valutazione di tipo politico, sul provvedimento che costituisce l'oggetto della discussione dell'Assemblea, la provo a rovesciare, perché la stiamo vedendo solo dal punto di vista militare, della difesa. Io proverei un attimo a rovesciare il concetto. Oggi, in questo paese, quando ci sono concorsi delle forze di polizia - polizia, carabinieri e quant'altro -, partecipano ai concorsi che vengono effettuati qualcosa come circa 600 mila giovani, che fanno domanda per poter entrare nelle forze di polizia. Con l'approvazione di questo provvedimento ridurremo la selezione per i nostri corpi di polizia a 36 mila giovani arruolati nelle Forze armate, escludendo dalla possibilità di partecipare ai concorsi persino, quindi senza neanche poter essere valutati, 560 mila giovani, che attualmente invece hanno il diritto di partecipare ai concorsi. Al di là dell'aspetto che la Polizia è ad ordinamento civile, scelta che è stata fatta alcuni anni fa, fortemente condivisa, e che


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c'è una spinta affinché, per esempio, la Guardia di finanza possa avere un percorso similare (c'è un dibattito in corso in questo paese), io credo che questo sia l'oggetto del quale dobbiamo discutere in merito all'articolo 16.
Io faccio una proposta operativa, visto che sono le 19,50 e siamo all'interno dell'articolo 16 e non avrebbe senso votare il primo emendamento spezzandolo dagli altri emendamenti all'articolo 16, sperando anche che una notte possa portare un po' di buon consiglio anche alla maggioranza, perché io credo che su questo tema un elemento di ulteriore riflessione debba esserci nel Comitato dei nove e da parte del Governo. Io mi auguro possa esserci, perché non credo non ci possa essere un punto di incontro tra le esigenze che l'opposizione ha rappresentato su questo disegno di legge, esigenze che ci portano a non avere una visione contraria rispetto alla sospensione anticipata della leva, tutt'altro. Credo che il punto di vista che è espresso in parecchi emendamenti possa trovare accoglimento in quest'aula. Quindi, inviterei, se è possibile, a sospendere qui i lavori e a riprenderli domani, sperando ci possa essere un elemento di ulteriore approfondimento sugli emendamenti proposti dall'opposizione.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA, Relatore. Signor Presidente, no, non mi pare che ci siano le condizioni per un rinvio dell'esame di ciò che stiamo esaminando. È già stata chiarito - era stata una mia imprecisione, a seguito di consultazioni un po' convulse - l'accoglimento favorevole da parte del Governo e della maggioranza degli emendamenti Minniti 16.12 e, di fatto, quindi anche del 16.5 dell'onorevole Cossiga, che sottraggono a questa disciplina il corpo dei vigili del fuoco. Sulle altre questioni non mi pare che ci fossero ulteriori approfondimenti da proporre e da esperire, quindi io chiederei che, come aveva previsto il Presidente, si concludesse questa sera con l'articolo 16 e le proposte emendative ad esso riferite.

PRESIDENTE. Sta bene, consumiamo allora i minuti previsti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zanella 16.6 e Deiana 16.11, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 378
Astenuti 1
Maggioranza 190
Hanno votato
167
Hanno votato
no 211).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Minniti 16.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Minniti. Ne ha facoltà.

MARCO MINNITI. Signor Presidente, con questo emendamento entriamo nell'analisi più ravvicinata della nostra proposta. Con esso si propone un ragionamento di buonsenso ma anche di attenta valutazione politica. La obbligatorietà in quanto tale produce uno strappo ed apre una via assolutamente straordinaria. Noi, qui, vogliamo in qualche modo dare un segnale. Se il ragionamento é effettivamente collegato ad una straordinarietà del processo, pur mantenendo le nostre riserve, noi possiamo in qualche modo farlo nostro. Tuttavia, è evidente che se il termine é il 2020, allora non si tratta di un provvedimento straordinario, ma di un provvedimento praticamente permanente. Da qui l'esigenza che noi poniamo di


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limitare nel tempo una misura che sicuramente ha effetti che non possono essere del tutto previsti.
Desidero ricordare una cosa. Noi abbiamo bisogno di un bilanciamento del gettito per quanto riguarda l'ingresso nelle forze di polizia. In questo momento, i concorsi per l'accesso alle forze di polizia hanno un po' questo andamento territoriale: circa il 70 per cento sono ragazzi e ragazze che provengono dal Mezzogiorno, la restante parte proviene dal nord del paese. Se noi stabiliamo in linea di principio che per accedere alle forze di polizia c'è bisogno di un servizio volontario nelle Forze armate corriamo il rischio di accentuare queste percentuali. A questo fine, voglio qui porre quella che è una questione di primaria rilevanza democratica: un grande paese come il nostro non può pensare di avere in futuro forze di polizia il cui insediamento territoriale è soltanto in una piccola o in una parte grande del paese. Dico ciò da meridionale; e da meridionale debbo dire che non mi convince l'idea di una sorta di divisione dei compiti: alcuni ragazzi e ragazze (quelli del nord) debbono fare nella vita alcune cose, mentre quelli del sud hanno soltanto il compito o la prospettiva di poter servire il nostro paese prima nelle Forze armate e poi nelle forze di polizia. Stiamoci attenti a quello che stiamo facendo! Questo emendamento é un ultimo segnale, un ultimo avviso. Noi veniamo incontro alla maggioranza dicendo che accettiamo un principio straordinario, ma la maggioranza venga incontro all'opposizione limitandolo drasticamente nel tempo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Minniti 16.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 368
Votanti 366
Astenuti 2
Maggioranza 184
Hanno votato
167
Hanno votato
no 199).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Minniti 16.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 378
Votanti 377
Astenuti 1
Maggioranza 189
Hanno votato
173
Hanno votato
no 204).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Minniti 16.12 e Cossiga 16.5, di contenuto sostanzialmente identico, accettati dalla Commissione e dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 383
Votanti 373
Astenuti 10
Maggioranza 187
Hanno votato
370
Hanno votato
no3).

Passiamo all'emendamento Bricolo 16.9.


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Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

FEDERICO BRICOLO. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, manteniamo questo emendamento, che riteniamo importante, perché comunque, al di là delle esigenze che può avere il Ministero della difesa nel cercare di conquistare un «bacino d'utenza», per arrivare a coprire gli organici necessari dopo la professionalizzazione delle Forze armate, è chiaro che dobbiamo permettere a tutti i cittadini di potervi accedere e di poter scegliere se fare il militare o entrare nell'Arma dei carabinieri, nelle forze di polizia o nella Guardia di finanza.
Con il provvedimento al nostro esame si obbliga chiunque a dover fare prima, comunque, un anno o quattro di ferma militare per poter accedere a questo tipo di professioni. Si tratta di una scelta a nostro avviso sbagliata - ed evidentemente voteremo contro l'articolo 16 -, perché, per una serie di considerazioni, finirà per privilegiare, nelle forze dell'ordine, una scelta che comunque non sarà più rappresentativa del territorio nazionale. Con questo provvedimento, di fatto, accadrà che nel nord del nostro paese non saranno più carabinieri, finanzieri o poliziotti a svolgere il loro lavoro, ma persone che provengono da altre zone e da altre aree del nostro paese, chiaramente più motivate ad entrare nelle forze dell'ordine perché incontrano difficoltà a trovare occupazioni superiori a quelle del nord.
È chiaro che, nella prospettiva futura di una razionalizzazione dell'azione delle forze dell'ordine, è importante pensare anche al radicamento che le stesse devono avere sul territorio. In questo modo, di fatto, tale radicamento non vi sarà più, perché è evidente che un poliziotto che si trova ad operare su un territorio che magari non conosce, nel quale non è nato e che non conosce alla perfezione svolgerà un'attività sicuramente non comparabile con quella che potrebbe svolgere una persona che comunque è nata in quel territorio e ne conosce gli usi, i costumi e le lingue locali.
Penso che sia giusto permettere tale scelta anche a chi non vuole fare il militare, e dunque il soldato, ma magari desidera fare il finanziere o il carabiniere, oppure occuparsi di altre attività nel settore della pubblica amministrazione, e comunque vuole farlo senza il vincolo di dover trascorrere un anno o quattro di vita militare, magari in missioni di pace all'estero, che sono propedeutiche e che diventano condizione sine qua non per accettare di entrare successivamente nell'Arma dei carabinieri o nelle forze di polizia. Pertanto, voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dario Galli. Ne ha facoltà.

DARIO GALLI. Signor Presidente, intervengo rapidamente a titolo personale per preannunciare che voterò anch'io a favore dell'emendamento al nostro esame. Mi rendo conto che possono esserci difficoltà di reclutamento, e quindi è logico che il legislatore si preoccupi, giustamente, di rendere in qualche modo più appetibile questa professione per arrivare alla dotazione di personale prevista, tuttavia ritengo debba farlo passando per altre strade, nel senso che se l'esercito deve avere un numero minimo di effettivi, e si pensa che ciò sarà difficile da raggiungere, lo si dovrà fare non ricorrendo agli extracomunitari o ad altri «sotterfugi», come quello di rendere appetibile la vita militare perché successivamente sarà possibile accedere ad altre carriere, ma rendendo tale professione interessante per un numero sufficiente di giovani con altri mezzi.
Del resto, visto dall'altra parte ci possono essere giovani che magari desiderano intraprendere, come oggi, la carriera di carabiniere, poliziotto, finanziere o altre


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mansioni di questo tipo, perché credono in questo tipo di servizio: pensiamo, ad esempio, al finanziere, che comunque ha poco di militare, perché magari svolge solo verifiche contabili presso aziende, oppure al poliziotto che vuole entrare nel nucleo antidroga. Si tratta di attività importantissime, le quali, tuttavia, non presentano necessariamente un risvolto militare; pertanto, se imponiamo, in sostanza, il passaggio attraverso l'esercito professionista, togliamo a molti giovani che avrebbero voglia di intraprendere alcune carriere, la possibilità di farlo.
Quindi, non mi sembra giusto, al di là delle ragioni che sia il collega Bricolo che altri colleghi della sinistra hanno espresso, rendere obbligatorio questo passaggio. Stabilire pertanto una quota di accesso per chi vuol fare solo quelle professioni, senza necessariamente essere un militare, mi sembra una iniziativa di giustizia sociale nei confronti di giovani che devono iniziare un lavoro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bricolo 16.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo) (Vedi votazioni).
(Presenti 369
Votanti 366
Astenuti 3
Maggioranza 184
Hanno votato
194
Hanno votato
no 172).

Prendo atto che l'onorevole Paoletti Tangheroni ha erroneamente espresso il proprio voto e che avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
L'emendamento Molinari 16.3 è precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Minniti 16.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 372
Votanti 370
Astenuti 2
Maggioranza 186
Hanno votato
170
Hanno votato
no 200).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 370
Votanti 216
Astenuti 154
Maggioranza 109
Hanno votato
201
Hanno votato
no 15).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Deiana 16.02.
Chiedo all'onorevole Deiana se acceda all'invito al ritiro del suo articolo aggiuntivo 16.02 formulato dal relatore.

ELETTRA DEIANA. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.


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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Deiana 16.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 357
Votanti 354
Astenuti 3
Maggioranza 178
Hanno votato
160
Hanno votato
no 194).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Molinari 16.01.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Molinari 16.01 formulato dal relatore.

GIUSEPPE MOLINARI. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, articolo aggiuntivo Molinari 16.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 365
Votanti 362
Astenuti 3
Maggioranza 182
Hanno votato
162
Hanno votato
no 200).

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

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