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E)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
l'emissione e la vendita di biglietteria aerea è regolata dal cosiddetto «protocollo Iata», ovvero il regolamento applicato dalle compagnie aeree aderenti all'organismo internazionale Iata (International air travel association);
stock di biglietti aerei vengono regolarmente consegnati da Iata alle agenzie di viaggi, che provvedono allo stoccaggio, all'emissione e alla consegna dei biglietti stessi ai propri clienti. In caso di furto o sottrazione indebita, il biglietto aereo «in bianco» ha una valenza simile a quella di un assegno circolare, in quanto, salvo che da controlli risulti falsificato, rimane un titolo di viaggio a tutti gli effetti e, quindi, la compagnia aerea è tenuta ad accettarlo e a permettere l'imbarco del passeggero sul proprio aeromobile;
da diversi anni una banda di truffatori acquisiva fraudolentemente stock di biglietti aerei in bianco, che, contraffatti, venivano venduti a viaggiatori, che, pagando una cifra modesta, in molti casi acquisivano il diritto di viaggiare in business class o in first class per destinazioni tipo Santo Domingo, Buenos Aires, San Paolo, Bogotà, Tokyo ed altre. La truffa era perpetrata grazie alla disponibilità della relativa dotazione tecnica (targhette, stampanti ed altro) e alla complicità di agenzie di viaggi o addetti «infedeli», che operavano all'oscuro del titolare stesso e procedevano all'emissione di biglietteria, destinata ad essere venduta fraudolentemente;
le agenzie di viaggio, che nel solo biennio 2002-2003 hanno denunciato alle autorità un furto di biglietteria, sono circa venti in tutta Italia e i biglietti aerei introdotti sul mercato, allo scopo di trarne un indebito profitto, sono diverse migliaia. Poiché ogni biglietto può valere sino alla somma di 11.164,67 euro, il danno economico ammonta a varie decine di miliardi di vecchie lire;
una volta che il biglietto contraffatto è stato accettato dalla compagnia aerea, esso genera, grazie ad un sistema gestito da Iata stessa, un addebito all'agenzia di viaggi che l'ha emesso. L'agenzia, pertanto, è tenuta a saldare il proprio debito, a prescindere che il biglietto sia regolare o contraffatto; e ciò nonostante le stesse norme Iata prevedano, invece, per le agenzie il diritto di proporre eventuali contestazioni nei casi come quello di cui si tratta;
si tenga conto che per poter consentire di operare, Iata chiede alle agenzie di viaggio il rilascio di fideiussioni a prima richiesta, che, in certi casi, possono ammontare ad alcuni milioni di euro;
quale sistema di sicurezza in casi di contraffazione, Iata ha adottato il sistema della lista nera (black list). In pratica, le agenzie di viaggio, che subiscono furti di biglietti in bianco, devono non solo denunciare i fatti alla polizia, ma darne notizia anche a Iata, che, poi, provvede a diramare il fatto a tutte le compagnie. Tale
sistema, non essendo informatizzato, è praticamente inutile, in quanto il controllo ed il confronto tra i biglietti mostrati dai viaggiatori all'imbarco e quelli nella black list dovrebbe avvenire in modo manuale: come tutti sanno tale controllo manuale non viene operato al check-in per l'inadeguatezza delle strutture e dei tempi a disposizione;
per le agenzie di viaggio che tentino di contestare, anche motivatamente, richieste di pagamento per biglietti rubati, il protocollo Iata prevede la «chiusura del codice» dell'agenzia, ovvero il veto, per l'agenzia inadempiente, di emettere ancora biglietteria aerea. Il danno economico subito dalle agenzie è complessivamente nell'ordine dei milioni di euro e di tale gravità da pregiudicare, in alcuni casi, l'attività dell'agenzia di viaggi stessa. Si stima, per difetto, che i posti di lavoro messi in pericolo da tale situazione siano più di cinquecento; ulteriore grave pericolo alla sicurezza dei voli e delle frontiere è rappresentato dal fatto che, grazie ad un biglietto aereo acquistato al di fuori dei canali preposti, anche un malintenzionato sia in grado di viaggiare mascherando la propria identità, la destinazione e lo scopo del proprio viaggio;
nel marzo del 2002, ad esempio, una delle 20 agenzie truffate, la «Frigerio Viaggi», subiva un furto di biglietti aerei in bianco presso la propria filiale di Milano, a seguito dei quali sporgeva denuncia alle autorità e alla Iata stessa. Denunce, però, che non interrompevano, di fatto, l'attività truffaldina di emissione e vendita di biglietti aerei contraffatti;
in data 18 ottobre 2002, la «Frigerio Viaggi» denunciò il fatto all'autorità giudiziaria e otteneva immediatamente un decreto di sequestro, firmato dal pubblico ministero Nobili della procura di Milano, di tutti i biglietti ormai da tempo in possesso dei truffatori. Scopo della denuncia era, innanzitutto, allertare le compagnie aeree e invitarle a rifiutare l'imbarco del passeggero che si fosse presentato al loro check-in con un biglietto facente parte dello stock sottratto. Ciò per evitare che la «Frigerio Viaggi» fosse costretta ad onorare il debito, verso la compagnia aerea stessa, generato da biglietti indebitamente emessi e ad un valore molto elevato. Purtroppo, nessuna compagnia aerea garantiva il suo appoggio, dichiarando che la procedura per controllare e bloccare i biglietti aerei sarebbe stata estremamente complessa e comunque non applicabile in aeroporto al momento della presentazione del biglietto stesso (vedi Singapore Airlines o Iberia);
nel dicembre 2002 le compagnie aeree imponevano comunque alla «Frigerio Viaggi» il pagamento del debito generato dai biglietti contraffatti: tale debito risultava, peraltro, elevatissimo, poiché la gran parte dei biglietti venivano emessi in business class o first class e, quindi, avevano un valore «facciale» di svariate migliaia di euro ciascuno. Tra l'altro, le agenzie di viaggi hanno spesso accordi con le compagnie aeree, in base ai quali ottengono tariffe preferenziali, il cui valore è sensibilmente inferiore al valore facciale del biglietto, da un minimo del 20 per cento ad un massimo del 40 per cento. All'invito, da parte della «Frigerio Viaggi», di lasciare alle autorità un giudizio di merito sulle somme richieste (ovvero se pagare quanto reclamato o meno), anche in virtù del fatto che un'indagine giudiziaria era in corso, le compagnie aeree, supportate dalla stessa Iata, opponevano un netto rifiuto;
onde evitare ulteriori gravissimi danni commerciali e d'immagine che la sospensione della biglietteria avrebbe inevitabilmente provocato, la «Frigerio Viaggi» si trovava, quindi, costretta, suo malgrado, a versare alle compagnie aeree una somma molto elevata, che, alla data del 12 giugno 2003, assomma a euro 486.869,06, e dovrà pagare ancora euro 778.180,00;
tale esborso ha fortemente alterato l'equilibro finanziario dell'azienda, aggravando una situazione, che, stante i noti fatti di cronaca, da due anni non è positiva per l'intero comparto turistico. La «Frigerio
Viaggi» ha dovuto pertanto limitare drasticamente la propria attività commerciale, azzerare il piano di investimenti già approvato dal consiglio di amministrazione per il biennio 2002-2003 e mettere in mobilità del personale dipendente -:
se intenda attivarsi con le compagnie aeree, affinché rivedano le procedure interne di accettazione dei passeggeri all'imbarco in aeroporto e, grazie ai sistemi informatici che è possibile adottare, si impegnino a individuare preventivamente i biglietti aerei fraudolentemente emessi e, quindi, a non accettare i passeggeri che con essi dovessero presentarsi;
se intenda adottare iniziative nei confronti della Iata, affinché riveda i suoi criteri in materia;
se voglia sensibilizzare le compagnie aeree (in particolare Alitalia, in quanto la nostra compagnia di bandiera, non causi ai propri partner commerciali - le agenzie di viaggi - danni tali da determinare il licenziamento di personale), affinché sospendano il pagamento delle somme richieste alle agenzie di viaggi danneggiate, quanto meno sino alla chiusura dell'iter giudiziale in corso, e, comunque, siano disposte alla riduzione del debito e alla sua rateizzazione in 5-10 anni.
(2-00809)
«Lupi, La Russa, Maione, Germanà, Dell'Anna, Antonio Barbieri, Palmieri, Di Luca, Stradella, Osvaldo Napoli, Mondello, Sardelli, Cesaro, Floresta, Lezza, Nicotra, Cossa, Minoli Rota, Campa, Ferro, Ricciotti, Milanese, Perrotta, Antonio Russo, Paroli, Orsini, Garagnani, Santulli, Aracu, Jannone, Leccisi, Mauro, Scherini, Taormina, Rosso, Palumbo, Crosetto, Giudice, Gazzara, Taborelli, Viale, Blasi, Casero, Verro, Fontana, Fallica, Lenna, Lavagnini.
(19 giugno 2003)