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C)
operazioni pregiudicano irreversibilmente l'erogazione delle future prestazioni sociali, impediscono la continuità del servizio e mettono in grande pericolo la sopravvivenza della stessa gestione unitaria. Quest'ultima, giova sottolineare, è sostenuta con i contributi posti ad esclusivo carico dei lavoratori e trattenuti con un'aliquota dello 0,35 per cento delle retribuzioni mensili. La cartolarizzazione, quindi, si configura come un vero e proprio atto di tagli alle risorse economiche dei lavoratori, generate dai medesimi allo scopo di assicurarsi in regime di mutualità e solidarietà prestazioni di contenuto sociale».
il Ministro interrogato non ha detto la verità al Parlamento oppure è all'oscuro di quello che stanno decidendo presso il dicastero dell'economia e delle finanze in suo nome. Vengono di seguito riassunti i fatti:
a) nella seduta di martedì 10 giugno 2003 il Ministro interrogato, rispondendo ad una domanda dell'onorevole Visco nel corso di un'audizione in Commissione bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati ha detto: «devo assicurare che non è allo studio e non è previsto un'ipotesi di cartolarizzazione del quinto dello stipendio; credo si tratti di informazioni infondate»;
b) rispondendo, poi, ad un'interrogazione a risposta immediata in assemblea, presentato dal primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, mercoledì 11 giugno 2003 il Ministro interrogato ha affermato: «Per quanto riguarda tutti i dati che lei assume, le assicuro che sono totalmente falsi e siamo a disposizione per ogni ulteriore informazione»;
c) una ricerca accurata ha confermato che tutto quanto affermato nella predetta interrogazione era del tutto esatto, e cioè che la cartolarizzazione Inpdap sarà un'operazione da 5,8 miliardi di euro, che il Governo incasserà subito una cifra che sarebbe comunque entrata nelle casse dell'ente, che le banche guadagneranno su un'operazione priva di rischi, mentre l'Inpdap perderà la possibilità di fare prestiti in futuro ai dipendenti pubblici, che l'Inpdap non incasserà più i rimborsi dei crediti erogati in passato ai lavoratori dipendenti, il cui ammontare totale è di 4,8 miliardi di euro. Tra i benefici in via di sparizione, la famosa «cessione del quinto» e i mutui agevolati;
d) basta andare sul sito internet del ministero dell'economia e delle finanze per trovare un comunicato stampa del 23 maggio 2003, in cui si afferma: «Scelti i collocatori della cartolarizzazione dei crediti Inpdap. Il Ministro dell'economia e delle finanze e l'Istituto nazionale di previdenza dei dipendenti dell'amministrazione pubblica (Inpdap) comunicano che Citigroup, Crediti Suisse, First Boston e UniCredit banca mobiliare sono state selezionate per curare le attività propedeutiche ed il collocamento dei titoli risultati dalla cartolarizzazione dei crediti dell'Inpdap. La cartolarizzazione avrà ad oggetto i crediti vantati dall'Inpdap nei confronti di soggetti pubblici e privati per un ammontare nominale superiore ai 5 miliardi di euro»;
e) va aggiunto, poi, che i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno scritto il 10 giugno 2003 una lettera sull'argomento al Presidente del Consiglio dei ministri, in cui si afferma che: «Con un apposito decreto, emanato nel mese di aprile 2003, il Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, ha disposto la cessione e la cartolarizzazione dei crediti della gestione unitaria per le prestazioni sociali e creditizie dell'Inpdap. Le suddette
concludendo, sulla base delle premesse esposte, si può affermare che: è vero che è in corso la cartolarizzazione dei crediti Inpdap; è vero che parte essenziale di questi 5,8 miliardi di euro sono i prestiti erogati ai dipendenti dello Stato e che essi vengono restituiti entro il limite massimo di un quinto dello stipendio; è vero che vengono cartolarizzati fondi che non sono del ministero dell'economia e delle finanze, ma di un fondo costituito con lo 0,35 per cento dello stipendio dei dipendenti incrementato nel corso degli anni; è vero che i dipendenti non potranno più usare questa forma di prestito; è vero che il Ministro interrogato dispone ed incamera, di fatto, soldi che non sono nella sua disponibilità, fa un favore alle banche, che avranno un aggio su crediti certi ed esigibili, e che l'unico vero risultato sarà che il ministero dell'economia e delle finanze avrà subito a disposizione 5,8 miliardi di euro; è vero che, oltre ad un intervento discutibile, si crea un debito verso i dipendenti statali, che, di fatto, verrà portato fuori bilancio e, quindi, si tratta di un debito occulto dello Stato -:
se il Ministro interrogato non abbia detto la verità quando ha affermato che i dati asseriti erano falsi o se il Ministro interrogato non fosse a conoscenza di un intervento di questa portata e dei suoi effetti deciso dal suo ministero.
(2-00812)
«Grandi, Innocenti, Ruzzante, Albertini, Bertinotti, Bimbi, Bulgarelli, Cardinale, Chiaromonte, Cusumano, Titti De Simone, Deiana, Di Gioia, Fistarol, Giachetti, Alfonso Gianni, Intini, Maccanico, Mantovani, Mastella, Papini, Parisi, Pecoraro Scanio, Pinza, Pisapia, Piscitello, Pistelli, Rizzo, Russo Spena, Sgobio, Turco, Valpiana, Widmann, Angioni, Benvenuto, Boato, Bolognesi, Caldarola, Capitelli, Cennamo, Cento, Cima, Coluccini, De Brasi, Fluvi, Folena, Galeazzi, Gambini, Grillini, Kessler, Lion, Tonino Loddo, Montecchi, Nannicini, Rava, Nicola Rossi, Rossiello, Sabattini, Tidei, Tolotti, Trupia, Vianello, Zani, Zanotti, Zunino».
(24 giugno 2003)