Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 326 del 19/6/2003
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(Disciplina recante la sospensione dei termini per il versamento dei contributi previdenziali e per adempimenti tributari a favore dei residenti nei comuni colpiti dall'eruzione dell'Etna e dai fenomeni a questa connessi - n. 2-00785).

PRESIDENTE. L'onorevole Catanoso ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00785 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 17).

BASILIO CATANOSO. Rinuncio ad illustrarla, Presidente.

PRESIDENTE Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, professor Magri, ha facoltà di rispondere.

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Grazie, Presidente. Con l'interpellanza al nostro esame sono stati chiesti chiarimenti in ordine, tra l'altro, alla validità delle proroghe concesse con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 aprile 2003, n. 3282, relativamente agli


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obblighi fiscali nonché all'eventuale adozione di un provvedimento normativo volto ad unificare la scadenza della sospensione dei termini di natura fiscale a quelli previsti per i contributi previdenziali, questi ultimi, come noto, prorogati fino al 31 marzo 2004.
Al riguardo, circa la sospensione dei termini relativi agli adempimenti tributari a favore dei soggetti residenti ovvero aventi sede legale od operativa, alla data del 29 ottobre 2002, in taluni comuni della provincia di Catania interessati direttamente dall'eruzione del vulcano Etna e da ordinanze sindacali di sgombero, l'articolo 18, comma 1, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 aprile 2003 ha disposto il differimento, al 30 giugno 2003, dei termini relativi ad adempimenti di obblighi tributari, già sospesi fino al 31 marzo 2003 dal decreto del 14 novembre 2002 del ministro dell'economia e delle finanze.
Sicché, ad avviso sia del dipartimento per le politiche fiscali sia dell'agenzia delle entrate, tutti gli adempimenti e versamenti tributari i cui termini vengono a scadere nel periodo 29 ottobre 2002 (data iniziale della sospensione) fino al 30 giugno 2003, sono da considerarsi sospesi e dovranno essere effettuati, come stabilito dal successivo comma 2 del citato articolo 18 dell'ordinanza del 18 aprile 2003, entro il 30 settembre 2003.
Inoltre, i benefici dell'ulteriore sospensione interessano tutti i comuni individuati dall'articolo 1, commi 5 e 6, del decreto 14 novembre 2002 del ministro dell'economia delle finanze che, come noto, individua i comuni della provincia di Catania «interessati direttamente dall'eruzione del vulcano Etna» e quelli «interessati da ordinanze di sgombero a seguito dello sciame sismico».
Al riguardo, il dipartimento della protezione civile ha riferito che, al fine di circoscrivere il contesto territoriale in cui applicare la sospensione in argomento ai commi 5 e 6 dell'articolo 1 del decreto 14 novembre 2002 del ministro dell'economia e delle finanze, è stato individuato, sulla base di una nota del Ministero dell'interno, nonché delle informative pervenute dall'ufficio territoriale del Governo di Catania l'elenco dei comuni della stessa provincia direttamente interessati dall'eruzione dell'Etna e dagli eventi sismici.
Per quanto concerne poi le sospensioni previste dall'articolo 4 del decreto legge 4 novembre 2002, n. 245, convertito, con modificazioni, nella legge 27 dicembre 2002, n. 286, il predetto dipartimento ha precisato che con l'articolo 8, comma 2, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 aprile 2003, n. 3279, le stesse sono state prorogate fino al 30 giugno 2003.
Infine, circa la possibilità di prorogare fino al 31 marzo 2004 la sospensione dei termini di natura fiscale, come già disposto ai sensi dell'articolo 14, comma 2, dell'ordinanza del Presidente del Consigli dei ministri n. 3282 del 18 aprile del 2003, per il versamento, tra l'altro, dei contributi previdenziali ed assistenziali, si ritiene che ciò provocherebbe conseguenze sulle previsioni di gettito non compatibili con le attuali esigenze di bilancio. Infatti, sulla base delle stime effettuate dal dipartimento per le politiche fiscali, se il provvedimento proposto dovesse riguardare tutti i contribuenti residenti nella provincia di Catania, si potrebbe verificare uno sfasamento di versamenti di oltre 800 milioni di euro dal 2003 al 2004, nell'ipotesi in cui tutti i contribuenti decidessero di usufruire dell'agevolazione.
Se la proroga dovesse, invece, riguardare soltanto i comuni attualmente colpiti dalla calamità di cui trattasi, oltre i versamenti già oggetto di proroga fino al 30 giugno 2003, si potrebbe verificare un ulteriore sfasamento di versamenti relativi al periodo luglio-dicembre 2003 e nel 2004 pari a circa 62 milioni di euro, sempre nell'ipotesi in cui venisse utilizzata da tutti i residenti nei comuni interessati.

PRESIDENTE. L'onorevole Catanoso ha facoltà di replicare.

BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, cercherò di essere brevissimo nella replica, perché non voglio approfittare


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della sua pazienza, di quella del Governo, dei funzionari e dei dipendenti della Camera dei deputati. Come noto, il terremoto che ha sconvolto parte della provincia di Catania nell'ottobre del 2002 ha causato una serie di danni molto gravi in quel territorio e, a seguito di ciò, è stato dichiarato lo stato di emergenza, con la sospensione dei tributi e dei termini di varia natura, attraverso il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 ottobre dello stesso anno (del 2002).
Successivamente, è stata emanata una serie di ordinanze (ne cito solo due, peraltro, ricordate dal sottosegretario): l'ordinanza n. 3254 del 2002 e l'ordinanza n. 3282 del 2003 che hanno determinato la proroga dei termini sia di natura fiscale sia di natura tributaria.
Per quella di natura tributaria, è stata attribuita la possibilità di pagare dal marzo del 2004 in rate mensili pari a otto volte i mesi interi di durata della sospensione. Per quella di natura tributaria, invece, si deve pagare a partire dal settembre 2003, per tutte le scadenze sospese fino al 30 giugno del 2003.
Di conseguenza, alcuni cittadini italiani, cioè i miei concittadini e quelli della parte di territorio della provincia di Catania oggetto del terremoto della fine di ottobre dell'anno scorso, si trovano ad affrontare una serie di disagi; molti, ad esempio, avranno la possibilità di vedersi completamente azzerare, grazie alle ritenute fiscali, due o addirittura tre buste paga e, pertanto, molte famiglie avvertiranno problemi di natura organizzativa o esistenziale per alcuni periodi.
È chiaro che lo Stato non può e non deve consentire che non si paghino le tasse, ma credo che lo stesso debba anche organizzarsi affinché queste non gravino sui cittadini già oberati da una serie di problemi come quelli che sono originati da un terremoto di così grave natura.
Voglio solo ricordare, e mi avvio alla conclusione, alcune cose: queste disposizioni lasciano spazio, come si vede, a molti dubbi ed a diverse interpretazioni. Ciò vale per i cittadini e per i consulenti che, purtroppo, mettono i cittadini stessi nelle condizioni di organizzarsi in tal senso.
Inoltre, per la portata degli eventi che hanno colpito alcuni territori vi è stato l'azzeramento o la riduzione della maggior parte delle attività economiche esistenti ed a tutt'oggi non sono stati avviati interventi pubblici di ricostruzione o per il rimborso di oneri, di spese di mancato guadagno per le attività commerciali; pertanto, il ritorno alla normalità si prevede piuttosto lungo e difficoltoso.
Pertanto, è ovvio comprendere le difficoltà che sussistono per i cittadini di quella zona. Credo che una richiesta specifica possa essere vagliata dal Governo affinché si possa immaginare di fissare un identico termine di scadenza sia di natura fiscale sia di natura previdenziale solo per le zone nelle quali sono state emanate ordinanze di sgombero, quindi per i comuni che sono stati danneggiati dal terremoto.
Questo metterebbe molti nella condizione di pagare, a partire dal marzo 2004, in rate e quindi di non vedersi azzerati due o tre stipendi come ricordavo prima.
Un'altra possibilità potrebbe essere quella, che spero che il Governo voglia considerare, immaginando di volerla inserire nel testo di un decreto-legge entro questa seconda metà del mese di giugno, di decidere di applicare le ritenute alla tredicesima dell'anno in corso, o, in due rate, ovvero alla tredicesima dell'anno in corso ed a quella successiva. Ciò metterebbe nella condizione molti cittadini di non vedersi ulteriormente gravati dalle difficoltà di questo terremoto.

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