Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 318 del 4/6/2003
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Deliberazione per la costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla corte d'appello di Milano - seconda sezione penale (ore 11,21).

PRESIDENTE. L'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 3 giugno 2003 - preso atto del conforme orientamento della Giunta per le autorizzazioni - ha deliberato di proporre alla Camera la costituzione


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in giudizio innanzi alla Corte costituzionale, ai sensi dell'articolo 37 della legge n. 87 del 1953, per resistere al conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dalla corte d'appello di Milano - seconda sezione penale, dichiarato ammissibile dalla Corte costituzionale, in relazione alla deliberazione della Camera stessa del 23 gennaio 2002, con la quale è stata dichiarata l'insindacabilità - ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione - dei fatti per i quali è in corso un procedimento penale a carico dell'onorevole Umberto Bossi per il reato di cui all'articolo 290 del codice penale (vilipendio alla bandiera).

VALTER BIELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALTER BIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, voterò contro la decisione assunta dall'Ufficio di Presidenza della Camera. Invito tutti i colleghi a provare - non per molto tempo, ma almeno per qualche secondo - a riflettere sull'argomento rispetto al quale dobbiamo deliberare. Invito tutti i colleghi a riflettere perché proprio il 2 giugno abbiamo celebrato la festa della Repubblica, proprio in questi giorni abbiamo fatto riferimento a termini significativi ed importanti, quali il valore della patria e della bandiera. Da parte di tutti i partiti è stata avanzata la richiesta di esporre il tricolore come simbolo di unità e di identità di questo paese. Il Presidente della Camera, onorevole Pier Ferdinando Casini, in questa legislatura, ha inviato a tutti noi il simbolo dei deputati, su cui è rappresentato il tricolore. Di cosa discutiamo oggi? Discutiamo del fatto che un ministro della Repubblica, in occasione di una ricorrenza importante, che riguarda il nostro paese, dice una cosa molto precisa, che non ha nulla a che fare con il nesso funzionale dell'attività parlamentare. L'onorevole Bossi dice: quando vedo il tricolore, io mi incazzo; il tricolore lo uso soltanto per pulirmi il culo.
Questa è la frase utilizzata da un ministro della Repubblica rispetto alla bandiera. È stato detto che ciò rientra nelle prerogative parlamentari. Non intendo insistere, perché darei un giudizio abbastanza particolare che riguarda il modo in cui egli si pulisce. Ma, non vedo un nesso con l'attività parlamentare. Si tratta di altro. Mi rivolgo a tutti, soprattutto, agli uomini del centrodestra che spesso fanno riferimento ai valori della patria e al tricolore: non facciamo passare una decisione di questo tipo. In tutti i casi in cui abbiamo resistito in giudizio, nove volte su dieci abbiamo perso. Cari colleghi, credo che, se anche in questa occasione facciamo passare l'accaduto come la libera espressione di un parlamentare, insultiamo questo Parlamento, perché tutti noi abbiamo almeno un dovere: essere i rappresentanti del popolo italiano, di quel popolo italiano che si riconosce anche in fatti simbolici. E uno di questi fatti è rappresentato dal tricolore.
Ecco perché invito tutti a riflettere e a sostenere che, in quest'occasione, non è opportuno che la Camera resista in giudizio. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. L'onorevole Bielli, con il suo intervento, ha chiesto che l'Assemblea si pronunci. Però, ho l'obbligo di segnalare alcune questioni.
L'Assemblea si è già pronunciata sul merito della vicenda, quando ha riconosciuto il carattere insindacabile dei fatti in questione, in quanto opinioni espresse nell'esercizio di funzioni. La delibera odierna non attiene pertanto al merito ma si configura come una decisione di carattere procedurale, volta alla difesa della deliberazione di insindacabilità, già adottata a suo tempo dall'Assemblea, a fronte della pendenza dinanzi alla Corte costituzionale di un conflitto di attribuzione elevato dall'autorità giudiziaria nei confronti della Camera. Quindi, è un rapporto che si instaura tra provvedimenti già adottati.
Non si tratta, dunque, di una valutazione di secondo grado, che non ci compete, perché si è già deliberato in proposito


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e questo è stato considerato, ovviamente, nel momento in cui la Presidenza ha ritenuto di formulare la proposta che ora è posta all'attenzione della Camera, proposta che ha questa natura, non di valutazione di merito.
Pertanto, poiché il collega Bielli ha chiesto che l'Assemblea si pronunci, avverto che il voto avrà luogo per alzata di mano, dopo aver dato la parola, ai sensi dell'articolo 41 del regolamento, ad un oratore contro - che è già intervenuto - e ad uno a favore per non più di 5 minuti ciascuno. Nessuno chiedendo di parlare a favore, passiamo ai voti.
Pongo in votazione la deliberazione per la costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla corte d'appello di Milano - seconda sezione penale.
(Segue la votazione).

Poiché non vi è certezza in ordine all'esito della votazione della proposta della Presidenza, procederemo alla controprova mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la deliberazione per la costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla corte d'appello di Milano - seconda sezione penale.
(La Camera approva).

La Camera approva con 75 voti di differenza.

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