Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 304 del 6/5/2003
Back Index Forward

Pag. 17


...
(Iniziative per prevenire i danni derivanti dalla presenza di radon nei materiali da costruzione - n. 3-01842)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la salute ha facoltà di rispondere all'interrogazione D'Agrò n. 3-01842 (vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni sezione 6).

ANTONIO GUIDI, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, ho lamentato più volte la lunghezza del procedimento di illustrazione e di replica nei diversi strumenti del sindacato ispettivo, anche rivolgendomi all'opposizione; il Presidente ha tante volte richiamato questo problema e credo si tratti di un meccanismo da rivedere e da mettere a regime in maniera diversa. Noi ce la stiamo mettendo tutta!
In Italia si è cominciato, a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, ad affrontare il problema del radon, con diverse iniziative sia a carattere nazionale che regionale. Tra le varie azioni intraprese per valutare i livelli di concentrazione di radon nell'aria interna agli edifici, particolare rilievo hanno avuto: l'indagine nazionale sull'esposizione della popolazione italiana alla radioattività naturale nelle abitazioni, promossa e coordinata dell'Istituto superiore di sanità e dall'ENEA/DISP (poi ANPA ed ora APAT) e realizzata tra il 1987 e il 1996, che ha permesso di ottenere una prima mappatura statisticamente rappresentativa della concentrazione di radon nelle abitazioni di tutte le regioni italiane; indagini rappresentative nelle scuole (prevalentemente asili-nido e scuole materne, ma anche scuole elementari ed altre scuole), realizzate a partire dal 1992 in sei regioni italiane (Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Toscana, Trentino-Alto Adige), che hanno permesso di valutare l'esposizione in un numero molto elevato di locali scolastici, riscontrando tra l'altro che la concentrazione di radon è generalmente superiore in essi piuttosto che nelle abitazioni, essendo tali scuole prevalentemente al piano terra; altre indagini volte ad ottenere mappe più dettagliate della concentrazione di radon in zone in cui vi è maggiore presenza dello stesso, realizzate negli ultimi anni in alcune regioni, tra cui: la provincia autonoma di Bolzano, il Friuli-Venezia Giulia, parte della Toscana, la provincia autonoma di Trento, parte del Veneto.
Complessivamente, queste indagini hanno evidenziato che l'Italia è caratterizzata nel suo complesso da valori di concentrazione medio-alti. Inoltre, vi sono diverse zone, anche molto popolose, in cui si riscontrano proporzioni rilevanti di valori elevati di concentrazione di radon nelle abitazioni di uso comune.
Sul piano normativo, a differenza della maggioranza degli altri paesi membri dell'Unione europea, in Italia fino al 2000 non era stata emanata nessuna norma sul radon, né per le abitazioni né per i luoghi di lavoro, nonostante le numerose sollecitazioni pervenute da diverse parti.


Pag. 18


Per quanto riguarda i luoghi di lavoro (incluse le scuole), è stata emanata una nuova normativa dettagliata ed avanzata nell'ambito del decreto legislativo n. 241 del 2000, di recepimento della direttiva 29/96/EURATOM.
Tale normativa prevede, secondo tempi accuratamente programmati, il controllo di tutti i luoghi di lavoro sotterranei nelle zone con alta concentrazione di radon e, in quegli edifici con caratteristiche che ne favoriscano l'ingresso (da determinarsi con indagine apposite), anche di quelli non sotterranei, a cominciare da quelli seminterrati ed al piano terra, ove mediamente è maggiore la presenza di questo gas.
In caso di superamento del livello di azione, che è stato fissato in 500 Bequerel/per metro cubo, si devono effettuare azioni volte ad una riduzione sostanziale della concentrazione del radon stesso.
Dell'applicazione della normativa sul radon nei luoghi di lavoro, contenuta nel decreto legislativo n. 241 del 2000, si occuperà la «sezione speciale della commissione tecnica per le esposizioni a sorgenti naturali di radiazioni», prevista dall'articolo 10-septies (di seguito definita «commissione»).
L'iter istruttorio per la costituzione, da parte della Presidenza del Consiglio, da tempo avviato, proprio nelle scorse settimane ha ricevuto un nuovo impulso e, da notizie ricevute, a breve scadenza dovrebbe concludersi, consentendo finalmente l'insediamento della commissione. La legge affida alla stessa compiti fondamentali, preliminari a qualsiasi azione prevista, tra cui la definizione delle modalità di misura della concentrazione di radon e delle caratteristiche degli edifici che favoriscono l'ingresso del radon, compiti che devono essere svolti entro 12 mesi dal suo insediamento.
Per quanto riguarda le abitazioni, non vi è ancora in Italia una normativa specifica, ma è previsto che essa sia emanata nell'ambito del piano nazionale sul radon.
L'introduzione di una normativa su questa sostanza nei luoghi di lavoro aveva, infatti, accentuato la necessità di mettere a punto, analogamente a quanto fatto in altri paesi, un piano nazionale sul radon italiano, vale a dire un piano coordinato di azioni finalizzate alla riduzione del rischio di effetti sanitari connessi all'esposizione della popolazione italiana a questo gas.
Il piano contiene, non solo una proposta di normativa per le abitazioni, ma anche altre azioni ad essa collegate, relative alla valutazione completa dei rischi sanitari, allo studio delle sorgenti e dei fattori che maggiormente influenzano la presenza di radon negli edifici, ai programmi di mappatura dettagliata, alle norme tecniche di prevenzione per la costruzione e la ristrutturazione di edifici a «tenuta» di radon, alle linee guida per gli interventi atti a ridurre i valori elevati di concentrazione di radon, all'informazione della popolazione, alla formazione degli operatori, alla qualificazione delle strutture che effettueranno le misurazioni della concentrazione di radon e gli interventi, sia di prevenzione sia di riduzione, e quant'altro.
La messa a punto del piano è stata inizialmente predisposta da un apposito gruppo di lavoro della commissione tecnico-scientifica per l'elaborazione di proposte di intervento preventivo e legislativo in materia di inquinamento «indoor», costituita a norma dal decreto ministeriale 8 aprile 1998, comprendente esperti di varie amministrazioni. Tale commissione ha concluso i propri lavori nel febbraio 2002.
Successivamente, il 22 marzo 2002, il piano è stato esaminato favorevolmente dal Consiglio superiore di sanità ed il 23 settembre dello stesso anno è pervenuto alla Conferenza Stato-regioni, sotto forma di accordo tra il Ministero della salute e le regioni stesse. In tale sede, il piano ha avuto un giudizio positivo da parte delle regioni; tuttavia, queste hanno fatto richiesta di un impegno da parte del Governo a garantirne il finanziamento, stimato intorno ai 12 milioni e 500 mila euro in sei anni.
Si è in attesa, pertanto, del parere del Ministero dell'economia e delle finanze necessario per l'approvazione definitiva del piano da parte della Conferenza Stato-regioni e la successiva pubblicazione nella


Pag. 19

Gazzetta Ufficiale, perché esso possa finalmente divenire operativo (spero non per sempre, ma finché il radon esisterà).
La ringrazio, signor Presidente, per la sua pazienza e spero di essere più breve e più incisivo in altre occasioni.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Agrò ha facoltà di replicare.

LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario della sua articolata risposta e, nel dichiararmi abbondantemente soddisfatto di quanto da lui riferito, propongo soltanto un paio di puntualizzazioni.
Forse, il problema non è perfettamente conosciuto dall'opinione pubblica italiana. Manca, perciò, quella corretta informazione che potrebbe costituire, già di per sé, un inizio di prevenzione in relazione ad un rischio rilevante. Infatti, secondo alcune stime qualificate, nel nostro paese, su 36 mila casi di tumori polmonari, circa quattromila vengono attribuiti all'esposizione al radon. Quindi, diciamo con estrema franchezza che siamo ad una percentuale di oltre il 10 per cento.
D'altra parte, sappiamo perfettamente che il radon è un gas che si insinua in tutte le realtà edificate, soprattutto in quelle non aerate. Considerati, inoltre, la preoccupazione - da lei condivisa, signor sottosegretario - relativa ai tempi di approvazione del piano volto a bloccare, in qualche modo, gli effetti dannosi del predetto gas attraverso la prevenzione nelle costruzioni e nelle ristrutturazioni degli edifici e, soprattutto, il fatto che, come lei ha riferito, sino al 2000, nessuna norma era stata emanata al riguardo, neanche per i luoghi di lavoro e le scuole, sarebbe opportuno che il Ministero dell'economia e delle finanze procedesse a sbloccare, con solerzia e sollecitudine, i 12 milioni e 500 mila euro previsti nel piano, allo scopo di far sì che il problema fondamentale della prevenzione del tumore al polmone e del rischio che, sotto tale profilo, si annida in tutte le case italiane a causa della presenza del radon, venga preso di petto anche nel nostro paese. Negli Stati Uniti ed in altri paesi europei, ad esempio, si è provveduto con celerità e con decisione, sul piano legislativo, anche in relazione ai sistemi costruttivi, diversamente da quanto avviene nel nostro paese, nel quale il problema non viene affrontato in maniera adeguata.
Comunque, le sono grato, signor sottosegretario, e spero che il ministro dell'economia e delle finanze l'aiuti a rispondere alle nostre sollecitazioni, da lei raccolte.

Back Index Forward