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PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, onorevole Armosino, ha facoltà di
MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, con l'interrogazione in oggetto viene domandato se siano state adottate iniziative per recuperare la disponibilità della sala cinematografica denominata «Cinema Teatro Arena Nuovo» di Roma, di proprietà dell'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e concessa in locazione alla Esercizi Cinematografici Romani.
come precisato dal Consiglio di Stato in un parere del 1o marzo 1988 (sezione III, n. 867 del 1987), era vietata la gestione indiretta degli immobili in titolarità dell'amministrazione e da questa concessi in uso alle locali sezioni dopolavoro. Pertanto, alla naturale scadenza dei relativi contratti di locazione (1996, nel caso di specie), i cespiti in parola dovevano essere riconsegnati dalle citate sezioni agli organi periferici dell'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.
PRESIDENTE. L'onorevole Stradella ha facoltà di
FRANCESCO STRADELLA. Signor Presidente, vorrei ringraziare il rappresentante del Governo per l'articolata risposta fornita alla mia interrogazione. In questo senso mi ritengo soddisfatto dal
momento che il Governo ha risposto puntualmente alle domande poste, pur non dichiarandosi a conoscenza dell'eventuale uso non corretto delle sale del cinema Nuovo Sacher da parte del regista Moretti per organizzare i cosiddetti girotondi. Della riunione tenutasi in data riportata nell'interrogazione è stata data infatti notizia nei giornali e a tutte le agenzie di informazione.
PRESIDENTE. Onorevole Stradella, la prego di concludere.
FRANCESCO STRADELLA. ...e la usi per i suoi scopi personali, al punto tale da costringere lo Stato stesso a fare nei suoi confronti un girotondo per poter tornare in possesso dell'immobile e ripristinare l'ordine. Non mi pare che il regista Moretti esca molto bene da questa vicenda.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
In questa sede, di proprietà dell'amministrazione autonoma dei monopoli - dice l'interrogante -, il regista Giovanni Moretti ha tenuto, nel corso del mese di settembre, una riunione organizzativa preparatoria dell'assemblea degli stati maggiori dei cosiddetti «girotondi».
Prima di passare alla risposta occorre fare alcune premesse: secondo quanto appreso dalla competente amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, la sala cinematografica Nuovo Sacher, sita in Roma, largo Ascianghi n. 1, venne concessa in uso alla sezione dopolavoro dei monopoli di Stato di Roma. Questa, a sua volta, con contratto stipulato nel 1988 e scadenza al 31 dicembre 1996, rinnovabile per altri nove anni, concedette in locazione la sala in argomento alla società Esercizi Cinematografici Romani (E.C.R.).
La società E.C.R. per l'utilizzo di questo cespite doveva corrispondere mensilmente un canone fisso denominato «minimo garantito» (aggiornato annualmente secondo le variazioni dell'indice ISTAT), nonché un canone variabile, pari all'8 per cento degli incassi degli spettacoli cinematografici ed al 3 per cento degli introiti derivanti dall'attività teatrale, successivamente ricondotti al solo 8 per cento degli incassi cinematografici.
Nel 1991, a seguito quindi della stipula del contratto di locazione, venne sottoscritto un contratto di affitto d'azienda cinematografica e teatrale tra la società E.C.R. e la Sacher Film Srl, ma la stipula di questo atto - ha riferito l'amministrazione - non ha comportato la sostituzione dell'originario contraente con la Sacher Film Srl, restando, quindi, in vigore il precedente contratto di locazione (siamo in presenza, quindi, di un subingresso, a seguito di cessione d'azienda, in un contratto già in essere). Ciò posto, l'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha precisato di avere da tempo posto in essere iniziative tese al recupero della disponibilità dei locali in argomento.
Più precisamente, in data 11 luglio 1995, la sezione dopolavoro di Roma, con la nota n. 126, comunicava alla società E.C.R. la formale disdetta del contratto, onde evitare il rinnovo tacito dello stesso. Ciò era dovuto alla considerazione che,
Inoltre, il contratto tra la società E.C.R. e la sezione dopolavoro è stato dichiarato risolto per morosità dall'amministrazione proprietaria in quanto la predetta società E.C.R. non ottemperava all'obbligo contrattuale di esibire le distinte di incasso vidimate SIAE che avrebbero permesso di calcolare la parte variabile del canone dovuto. Di conseguenza, l'amministrazione autonoma ha intimato alla società locataria l'avvio delle procedure per il recupero coattivo del credito e per il rilascio dei locali, al fine di ricondurli ad una più corretta gestione patrimoniale.
Tuttavia, il rilascio dell'immobile ha incontrato le opposizioni della locataria E.C.R. la quale, dal canto suo, ha contestato la validità della disdetta, adducendo il rinnovo tacito della convenzione ed ha, quindi, sostenuto la vigenza del vecchio contratto, reclamando anzi un credito nei confronti dell'amministrazione proprietaria, in ordine ai lavori effettuati per la sala cinematografica, parte dei quali, secondo la società locataria, sarebbero stati contrattualmente a carico della sezione dopolavoro.
Al fine di pervenire - ci dicono - ad una composizione bonaria delle suddette controversie e prima di intentare un giudizio dinanzi all'autorità giudiziaria, l'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha proposto alla controparte di definire transattivamente ogni questione e di addivenire ad un'eventuale revisione del contratto.
La proposta non ha avuto il seguito sperato per le difficoltà incontrate nella determinazione dell'entità del debito che la locataria ha nei confronti dell'amministrazione proprietaria, dal momento che la Società Italiana Autori ed Editori, alla quale l'amministrazione dei monopoli ha chiesto in visione le distinte di incasso al fine di quantificare con precisione il debito della E.C.R., ha negato l'accesso agli atti, ai sensi della vigente normativa in materia di riservatezza dei dati.
A questo punto, accantonata, allo stato, l'ipotesi di definizione bonaria della controversia, l'amministrazione dei monopoli, vista la complessità della vicenda, con una nota del 31 gennaio scorso ha richiesto un parere alla Avvocatura generale dello Stato riguardo alle procedure da adottare per il rilascio dell'immobile e per il recupero delle somme dovute all'amministrazione proprietaria.
Nel frattempo, il 24 gennaio 2003 è stata avviata la procedura, ai sensi dell'articolo 3, comma 86, della legge n. 662 del 1996, per la consegna dell'immobile in questione all'agenzia del demanio, filiale di Roma, che ne aveva fatto richiesta per l'assunzione nella consistenza patrimoniale dei beni dello Stato. Infine, l'amministrazione autonoma ha precisato, a richiesta, di non avere notizie circa l'utilizzazione della sala cinematografica Nuovo Sacher per finalità politico-propagandistiche, come riportato nell'interrogazione.
Vorrei ringraziare comunque l'onorevole interrogante per avere sollevato questo problema che ha posto comunque in luce come dal 1995 vi sia controversia su questo bene e su come evidentemente non si possa indugiare ulteriormente nella definizione della questione pendente, nel superiore interesse di tutela di un bene che è della collettività e che viene utilizzato secondo regime privatistico da singoli.
Credo pertanto che non vi siano dubbi sul fatto che quella riunione preparatoria si sia tenuta, come non vi sono dubbi sul fatto che sovente il capo dei girotondi si trovi con i suoi amici ed utilizzi le sale per discussioni riferite presumibilmente ad argomenti legati alla sua attività politica.
Vorrei, prima di concludere con un'osservazione sulla figura di questo nuovo rappresentante della scena politica nazionale, rappresentare il mio disappunto per le modalità con le quali lo Stato gestisce il proprio patrimonio. Credo che questo ne sia un esempio: se la questione è emersa soltanto per la popolarità dei soggetti e perché in qualche modo ne ha dato notizia la stampa, sono preoccupato come cittadino del fatto che, anche in relazione alla normativa che regola il rapporto fra locatore e locatario, si debbano impiegare alcuni anni. Infatti, sembra che l'amministrazione già dal 1995 abbia richiesto la risoluzione del contratto per palese insolvenza e per un vizio di forma e di sostanza nel rapporto, in quanto non vi sarebbe stata l'autorizzazione alla sublocazione da parte dell'E.C.R. al cinema Nuovo Sacher.
In realtà, la sezione dopolavoro dei monopoli di Stato non avrebbe potuto neanche affidare in locazione la struttura alla E.C.R., la quale successivamente la ha concessa in locazione alla Sacher Film. Un bel groviglio di rapporti quindi, nel quale tra l'altro lo Stato ci ha perso, in termini economici, non è riuscito a rientrare in possesso di un bene che gli appartiene e, ironia della sorte, deve sopportare il fatto che in questo locale si svolga una attività politica che è espressamente vietata dai patti contrattuali.
Signor sottosegretario, io la ringrazio per lo sforzo fatto dal suo ministero per reperire le notizie relative a questo caso. Tuttavia, la invito ad approfondire, se è possibile, non solo questo caso specifico, ma anche, in generale, se vi siano altre situazioni di questo tipo.
Concludendo, vorrei dire però che sono sorpreso che un personaggio che da alcuni mesi tenta di moralizzare il paese, dà giudizi sprezzanti su tutti, alla fine della fiera sia un po' peggio di chi, utilizzando le deleghe o le sottoscrizioni per le deleghe sindacali - che sono volontarie e che quindi possono essere utilizzate alla luce del sole per fare la propria carriera politica - utilizzi una struttura dello Stato...
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15, con votazioni.