Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 251 del 22/1/2003
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(Registrazione dei domini Internet relativi alle Forze armate - n. 3-01766)

PRESIDENTE. Il sottosegretario per la difesa, onorevole Berselli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Delmastro


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Delle Vedove n. 3-01766 (vedi l'allegato A - Interrogazioni sezione 6).

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Al fine di realizzare la rete informatica unitaria, l'autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione con bollettino n. 11 del novembre 1996 ha emanato le direttive generali per la scelta dei nomi a dominio della pubblica amministrazione.
In particolare, le amministrazioni dello Stato devono avere una denominazione identificativa, ai fini della costruzione del proprio indirizzo elettronico (nome del dominio), conforme al principio generale «una amministrazione - un dominio - un nome», secondo le regole di assegnazione dei nomi (naming) disponibili presso la citata autorità per l'informatica.
Pertanto, dopo la definizione da parte dell'AIPA dei nomi da assegnare ad ogni amministrazione, la Difesa ha provveduto alla registrazione di quello di competenza. Quindi, ha organizzato i relativi sottodomini, adottando il criterio di mantenere l'uniformità dei nomi nell'ambito delle proprie strutture organizzative.
In sostanza, tutti i siti del Dicastero della difesa sono stati unificati sotto l'unico dominio «difesa.it».
In tale quadro, appare chiaro come le varie amministrazioni militari citate nell'interrogazione non abbiano potuto in alcun modo registrare ulteriori domini e/o sottodomini oltre quelli stabiliti dalla Difesa, in base alle direttive dell'Autorità per l'informatica.
Tuttavia, questa amministrazione, ritenendo che l'utilizzazione da parte di privati di domini Internet la cui denominazione sia direttamente riferibile alle attività istituzionali della Difesa possa ingenerare confusione nell'utenza, in data 28 marzo 2002, ha avviato la cosiddetta procedura di contestazione.
Di conseguenza, il Consiglio nazionale delle ricerche, quale Registration Authority per quanto attiene la registrazione di nomi italiani su Internet, ha provveduto ad apporre nel registro dei nomi assegnati l'annotazione «valore contestato» ai domini di cui trattasi.
L'apposizione di tale annotazione, fino alla risoluzione della disputa o in pendenza di contestazione, preclude al detentore dei domini la possibilità di venderli o cederli.
Al riguardo, il citato Consiglio nazionale ha informato che la società assegnataria dei domini contestati, la ITAWEB di Luca Sambucci, non ha aderito all'arbitrato teso a comporre la vertenza.
Pertanto, la Difesa, secondo quanto previsto dalle richiamate regole di naming, dopo sei mesi (il 10 ottobre 2002), ha reiterato la propria volontà di mantenere pendente la contestazione ed il proprio interesse per gli oggetti contestati ed attualmente sta valutando ogni possibile ulteriore azione da porre in essere ai fini della propria tutela e di quella dei cittadini-utenti.
In ultimo, per completezza di informazione e con riferimento alla manifestata disponibilità del detentore a ritrasferire i domini in argomento, si rappresenta che la rinuncia al nome a dominio deve essere esplicitata alla Registration Authority attraverso una comunicazione scritta. Allo stato non risulta che ciò sia avvenuto.

PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove ha facoltà di replicare.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, il senso della continuità istituzionale, che deriva da forti capisaldi di dottrina dello Stato che so essere presenti nel pensiero e nell'azione del sottosegretario Berselli, è fortissimo. Tuttavia - onorevole sottosegretario - un tal senso dello Stato finisce per favorire, con ingiusta facilità, una formula assolutoria nei confronti del precedente Governo di centrosinistra e del suo ministro della difesa che, all'inizio del terzo millennio e con l'esplosione di Internet in tutto il mondo, non hanno pensato di registrare - come era loro dovere - quale sottodominio i domini della marina militare, dell'aeronautica militare e dell'esercito italiano.


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Signor sottosegretario, essendo io meno vincolato di lei ai doveri di continuità istituzionale, ritengo di cogliere questa occasione per denunciare all'opinione pubblica e alla stampa una situazione paradossale che, francamente, mi sembra tratta da un film di Totò.
Ci troviamo di fronte al caso di un cittadino che, tanto tranquillamente quanto legittimamente, registra i domini delle forze armate, mettendo in atto una vera e propria beffa rinascimentale nei confronti di un Governo, quello di centrosinistra, inetto, trasandato, disattento ed incapace. Ma la beffa è ancora più acuta, se ci si collega ai tre siti legalmente citati. A collegamento effettuato, è possibile leggere un paradossale messaggio di rimprovero da parte del signor Luca Sambucci nei confronti delle Forze armate e la sua disponibilità a ritrasferire i domini.
Signor sottosegretario, dico io ciò che certamente non può dire lei: questa è una delle tante passività che, iure hereditario, ci è stata consegnata dai de quibus Prodi, D'Alema, D'Alema e Amato. Abbiamo l'ambizione, più che legittima, di partecipare con onore ad operazioni internazionali di natura militare, nelle quali emergono il riconoscimento e gli elogi di tutto il mondo per i nostri soldati. Ma, mentre i nostri militari conquistano gli avanposti nemici e mantengono con onore, decoro e sagacia il controllo dei territori loro assegnati, nei ministeri vi sono quelli che un tempo, signor sottosegretario, si chiamavano panciafichisti, che non sono neppure in grado di conquistare i domini di Internet.
Allora, tutto ciò è molto triste ed avvilente, signor sottosegretario. A lei, dunque, con la capacità di trattativa che le riconosco, e al Ministero della difesa il non facile compito di riconquistare i siti dell'aeronautica, della marina e dell'esercito. Ai suoi predecessori di centrosinistra la vergogna di averli perduti per ignavia e, come loro abitudine storica, senza il minimo combattimento. La ringrazio comunque, signor sottosegretario.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 18 con votazioni.

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