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PRESIDENTE. L'onorevole Giuseppe Drago ha facoltà di GIUSEPPE DRAGO. La problematica della contribuzione agricola unificata, che ha radici antiche, purtroppo non ha mai potuto avere una composizione definitiva nelle sedi più opportune e risulta ora aggravata, con il rischio di diventare assolutamente incontrollabile, a causa dell'entrata in vigore della legge n. 448, che ha consentito all'INPS di cedere e cartolarizzare il credito. Peraltro, si tratta di un credito ipotetico, perché l'INPS, con molta superficialità - e credo anche violando le norme di bilancio - ha considerato certo un credito che certo non era. Infatti, dall'INPS sono state inviate cartelle cosiddette
pazze, senza sottrarre dall'importo gli sgravi previsti dalla legge n. 185 del 1992 (la legge sulle calamità naturali), che consente l'abbattimento del dovuto fino al 60 per cento dell'importo. Gli agricoltori non hanno legittimamente pagato e l'INPS illegittimamente ha provveduto a pignorare o ad ipotecare i beni di alcune aziende.
PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, onorevole Maroni, ha facoltà di ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. La questione relativa alla cartolarizzazione dei contributi previdenziali nel settore agricolo è stata più volte oggetto di chiarimenti e di interventi in via amministrativa.
del rapporto di cartolarizzazione, dei possibili effetti emulativi e delle negative ricadute sul piano finanziario.
PRESIDENTE. L'onorevole Giuseppe Drago ha facoltà di GIUSEPPE DRAGO. Signor Presidente, signor ministro, dichiaro la mia totale insoddisfazione rispetto alla risposta fornita dal Governo che, se non dovesse mutare, avrà quale effetto non quello della cartolarizzazione dei crediti in agricoltura, ma quello della cartolarizzazione delle aziende agricole, nel senso della scomparsa dell'economia agricola, perlomeno in tutto il Mezzogiorno d'Italia.
PRESIDENTE. Onorevole Giuseppe Drago, la invito a concludere.
GIUSEPPE DRAGO. L'INPS ha commesso un falso in bilancio, perché i crediti non erano certi.
Chiediamo pertanto al ministro se non ritenga opportuna - come noi riteniamo - una sospensione immediata della cartolarizzazione per i contributi previdenziali pregressi.
L'INPS ha assunto una serie di iniziative volte a ricondurre nei limiti minimi la percentuale di errore riscontrabile nelle cartelle. Peraltro, in presenza di un documentato errato addebito dei contributi, il contribuente può presentare alle sedi INPS una richiesta di annullamento, totale o parziale, dell'imposizione contributiva e richiedere la sospensione della cartella stessa. In caso di accoglimento, totale o parziale, della richiesta, gli uffici provvedono a rettificare l'iniziale addebito o, in caso contrario, a revocare l'eventuale provvedimento di sospensione.
Con specifico riferimento alle calamità naturali, ricordo che la legislazione vigente, oltre a prevedere, in via generale, la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali, senza aggravio di sanzioni, interessi o altri oneri, riconosce la specificità di tale problematica proprio nel settore agricolo.
La legge n. 185 del 1992 prevede, infatti che, sulla base di un decreto del ministro delle politiche agricole e forestali, attestante l'esistenza di eccezionali calamità o avversità atmosferiche, per delimitate aree territoriali sia operata una riduzione dell'onere contributivo a cui provvede direttamente l'INPS. Infine, in caso di difficoltà nell'assolvimento dell'obbligazione, il contribuente che ne faccia richiesta può ottenere dall'INPS per i debiti, in fase amministrativa, una rateizzazione fino al limite massimo di 24 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi a seguito di autorizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Per i debiti contributivi iscritti a ruolo, la rateizzazione, ai sensi dell'articolo 3-bis della legge n. 178 del 2002, può essere invece concessa dall'ente impositore, addirittura, nel limite massimo di 60 mesi.
Con riferimento alle misure cautelari adottate da parte degli enti preposti alla riscossione coattiva, occorre precisare che le procedure esecutive, effettuate dai concessionari per il recupero dei crediti, rappresentano un preciso obbligo da parte delle aziende concessionarie in quanto, entro un triennio dall'iscrizione a ruolo, le stesse devono dimostrare di avere espletato tutte le procedure mobiliari ed immobiliari per il recupero del credito. In caso di mancata attivazione di queste procedure, il comportamento dei concessionari viene sanzionato dal Ministero dell'economia e delle finanze e gli stessi sono tenuti a versare agli enti creditori un quarto degli importi iscritti a ruolo, oltre agli interessi legali.
Da ultimo, vorrei aggiungere che, finora, si è cercato di ovviare ad alcune disfunzioni e ai disagi incontrati dai contribuenti considerando la specificità di alcune categorie, fermo restando che la cartolarizzazione dei crediti è, a mio giudizio, un valido strumento finanziario - peraltro, adottato da tutti i paesi europei - che ha consentito l'eliminazione di un contenzioso pendente di situazioni debitorie che si trascinavano da moltissimi anni.
Per tutti questi motivi - a mio avviso - eventuali provvedimenti di sospensione delle procedure di riscossione non trovano, al momento, alcuna giustificazione tecnica, anche in considerazione della natura
Vede, signor ministro, lei ha parlato delle procedure, delle norme previste dalle leggi vigenti, di ciò che avrebbe dovuto fare l'INPS rispetto alle richieste di revisione delle cartelle da parte delle aziende agricole che, comunque, vorrebbero pagare, ma solo il dovuto. Non è possibile chiedere all'imprenditore agricolo di pagare, giustamente, la contribuzione agricola all'INPS e non attribuirgli il dovuto.
Signor ministro, deve sapere - e certamente lo sa - che, negli ultimi anni, molte calamità naturali (dalla siccità alle gelate e così via) hanno travolto l'economia agricola del paese. Questo consentiva - e consente tuttora - all'imprenditore agricolo di vedersi abbattuto fino al 60 per cento della contribuzione agricola, ma tutto ciò non è avvenuto.
Eppure, ciò è stata richiesto all'INPS, come il ministro diceva poc'anzi. L'INPS non ha risposto: non soltanto ha mandato le cartelle cosiddette «pazze», perché assolutamente inesatte ed ingiuste, ma addirittura ha avuto l'ardire di iniziare procedure di ipoteca degli immobili e delle aziende agricole stesse. Tutto ciò non è possibile. Per questo, abbiamo promosso l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sull'operato dell'INPS che, diciamolo con estrema franchezza, poteva cartolarizzare i propri crediti ma, perché questi fossero cartolarizzabili, avrebbero dovuto essere certi.
Per questo, all'inizio del 2003 il gruppo dell'UDC porterà in aula una proposta di legge di istituzione di una Commissione d'inchiesta nei confronti dell'INPS, in modo da fare, finalmente, chiarezza sulla questione.