Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 229 del 26/11/2002
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(Esame dell'articolo 22 - A.C. 2031-bis-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 2031-bis-B sezione 22).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, l'articolo 22 contiene sicuramente un punto dirimente, in particolare l'eliminazione - così come ci indica il testo proveniente dal Senato - della territorialità relativa alla tariffazione auto; in proposito vogliamo far presenti alcuni profili.
Il primo è un profilo di legittimità in relazione alla normativa comunitaria (si vuole invitare a porre riparo a ciò che è stato compiuto al Senato). In particolare, la norma viola i principi della direttiva del 18 giugno 1992, la n. 92/49/CEE, la cosiddetta terza direttiva danni, che contempla il divieto per gli Stati membri di applicare disposizioni che prevedano la predefinizione delle condizioni generali e speciali delle polizze di assicurazione, nonché delle tariffe e dei criteri di costruzione. Quindi, l'Italia violerebbe apertamente - al Senato non ci si è accorti di ciò - anche l'articolo 85 del Trattato di Roma istitutivo dell'Unione europea per i riflessi che la disposizione avrebbe nell'attività delle compagnie comunitarie che volessero esercitare l'attività di assicurazione RC auto in Italia.
Per tali motivi, il nostro paese sarebbe nuovamente deferito dinanzi alla Corte di giustizia, analogamente a quanto avvenuto per il noto decreto-legge n. 70 del 2000, convertito dalla legge n. 137 del 2000, che prevedeva, oltre al blocco delle tariffe, l'imposizione di talune clausole.
Vi sono una serie di conseguenze anche in merito alla prevenzione dell'incidentalità stradale. In qualche modo si finirebbe per evitare la penalizzazione di comportamenti meno rischiosi.
Ciò che è più noto alla stampa e sicuramente ai colleghi è l'effetto che il parametro territoriale potrebbe avere. In particolare, l'annullamento del parametro territoriale, per la sola mutualità di assicurati inseriti nelle classi di massimo sconto, comporterebbe, come ben noto, significativi risparmi per alcuni, e mi riferisco in particolare a Napoli, ma anche a Bologna e a Roma (12 per cento), ma fortissimi incrementi per altri e più numerosi assicurati, distribuiti non solo al nord, ma anche al sud (Agrigento, più 57 per cento, Belluno, più 35 per cento, Asti, più 39 per cento).
In questo modo, la normativa introdotta dal Senato comporterebbe aumenti tariffari ingiustificati solo per rendere operativa questa norma. Le assicurazioni provvederebbero ad un aumento frontale, senza tenere conto di altre variazioni tra il 10 ed il 15 per cento.
Pertanto, in coerenza con il provvedimento del Senato, il gruppo della Lega nord ha votato contro il cosiddetto emendamento Pontone ed anche in questa occasione ha voluto mantenere un forte elemento di stimolo.
Crediamo che il Governo debba assolutamente intervenire in merito ad un provvedimento, a nostro giudizio, ingiustificato e dannoso che deve essere revocato in modo deciso (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.

FABIO CIANI. Signor Presidente, do atto al collega Gastaldi di una certa onestà intellettuale, ma vorrei porre una questione. Stiamo, infatti, esaminando il comma 1 di questo articolo che si pone chiaramente in contrasto con una disposizione


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comunitaria. Non vi è dubbio in merito, né il relatore afferma che vi è una certa probabilità al riguardo perché vi è un netto contrasto con una direttiva europea. Ciò è evidenziato nel parere della XIV Commissione che si è dimostrata favorevole, a condizione che l'articolo 22 sia riformulato in conformità a quanto stabilito dalla direttiva. Vi è inoltre la relazione del relatore secondo la quale la norma introdotta dal Senato viola i principi recati dalla cosiddetta terza direttiva.
Pertanto, mi chiedo: perché dobbiamo esprimere un voto su un provvedimento, sapendo che è chiaramente in contrasto con tale normativa? Se lo stesso relatore sostiene questa anomalia, chi ci obbliga a votare questo provvedimento? Perché la Camera deve approvare un atto, sapendo che è illegittimo ed in violazione di una normativa europea? Correggiamolo. Nel momento in cui da parte di tutta l'Assemblea, maggioranza e opposizione, si evidenzia un errore ed il fatto che esiste una irregolarità, un provvedimento in contrasto aperto ed evidente con una direttiva europea, lo si corregga. Non si deve aspettare che ciò ci venga contestato e che ci vengano mossi rilievi e comminate sanzioni.
Non è sufficiente un ordine del giorno di indirizzo al Governo. Cosa deve fare il Governo con riferimento a ciò che noi stiamo votando e che sappiamo essere illegittimo? Io mi appello a lei, Signor Presidente, al Governo e alla maggioranza perché ciò che è riconosciuto da tutti, sia dalla maggioranza sia dall'opposizione come qualcosa che stride, venga modificata da questa Assemblea, che è deputata a farlo. Non c'è un altro organismo che può fare questo: lo dobbiamo fare noi. Non comprendo perché non si possa fare (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.

ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, a titolo personale, io credo che l'emendamento approvato al Senato non sia stato sufficientemente oggetto di riflessione nel momento della sua presentazione. Non si è cioè riflettuto a sufficienza sulle conseguenze che esso comportava. Credo che la Camera debba porvi rimedio, anche perché tutti diciamo di essere contrari a questa norma. Vorrei fare riferimento a quanto dichiarato dal relatore in quest'aula: dal punto di vista tecnico tariffario la modifica introdotta dal Senato è illogica e fonte di sostanziale iniquità. Inoltre, la sterilizzazione del parametro territoriale finirebbe per caricare su molte categorie di assicurati, obiettivamente meno rischiose, le conseguenze dei comportamenti, mediamente più a rischio, di altri assicurati.
Escludere il fattore area geografica significherebbe che il 35 per cento di questi assicurati beneficerebbero di uno sconto in media pari al 15 per cento, ma dall'altro lato, il restante 65 per cento vedrebbe aumentate le proprie polizze del 12 per cento. Infine, questa norma viola i principi recati dalla cosiddetta terza direttiva danni della Comunità europea.
Credo, allora, che la cosa più saggia sia quella di cassare il secondo comma dell'articolo 22, perché in caso contrario voi farete un bel regalo di Natale a molti cittadini di questo paese; in particolare, ai cittadini che risiedono ad Isernia, con un aumento del 74 per cento, a quelli che risiedono a Campobasso (con un aumento del 70 per cento), a quelli che risiedono a Enna (più 63 per cento), a quelli che risiedono ad Agrigento (più 57 per cento). Potrei continuare, ma mi fermo qui. Invito quindi a cassare il secondo comma dell'articolo 22.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, chiedo al relatore di esprimere il parere della Commissione.

LUIGI GASTALDI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro per gli identici emendamenti Collè 22.5, Gambini 22.7, Fistarol 22.8 e Polledri 22.20, con la preghiera di trasfonderne il contenuto in un ordine del


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giorno. Per quanto riguarda gli altri emendamenti, il parere della Commissione è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIO VALDUCCI, Sottosegretario di Stato per le attività produttive. Signor Presidente, il parere è conforme a quello del relatore. Vorrei tuttavia svolgere alcune considerazioni con riferimento all'intervento svolto dall'onorevole Polledri.
Vorrei soltanto ricordare a tutta l'Assemblea che, nel corso della discussione al Senato, questo articolo è stato introdotto con un emendamento che ha ricevuto il voto favorevole di tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione del gruppo della Lega nord Padania. Ci tengo a sottolineare ciò perché sembra che poi i due gruppi dei due rami parlamentari non si parlino.
Il Governo, come ricordava l'onorevole Polledri, sta compiendo gli ultimi accertamenti per verificare se questa norma, come appare, sia in contrasto con la normativa europea.
Vorrei ricordare all'onorevole Ciani che nella passata legislatura il Governo e la maggioranza politica del centrosinistra hanno approvato una norma palesemente contrastante con le normative comunitarie, esattamente quella relativa al blocco delle tariffe.
Non c'è norma più autoritaria, rispetto al libero mercato, del blocco delle tariffe e, quindi, la norma al nostro esame ha sicuramente una minore incidenza sul libero scambio nel settore della RC auto.
Stiamo verificando inoltre se, effettivamente, questa norma oltre a ledere i principi di una libera concorrenza - e, quindi, anche i principi della direttiva europea, come è stato ricordato - vada nella direzione contraria a quella che è la volontà del Governo e della maggioranza politica che sostiene questo Governo per quanto riguarda la riforma della RC auto ovvero la riduzione per l'intero territorio nazionale e non a macchia di leopardo, come questa norma potrebbe determinare.
Per questi motivi, quindi, stante l'impegno del Governo di intervenire, una volta compiuti tutti gli accertamenti della fattispecie, ma sottolineando, come più volte ha ricordato il relatore, l'importanza che questo provvedimento, che è alla Camera in terza lettura, riveste nella sua globalità e quanto esso sia benefico nell'interesse di questo paese - basti ricordare che quasi tutti gli articoli precedenti sono stati votati anche grazie al voto favorevole delle opposizioni -, chiedo al rappresentante della Lega nord di ritirare questo emendamento, fermo restando l'impegno del Governo che ho poc'anzi confermato.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Alfonso Gianni 22.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alfonso Gianni. Ne ha facoltà.

ALFONSO GIANNI. Signor Presidente, noi proponiamo la soppressione del comma 1 dell'articolo 22 - che, se non erro, coincide, di fatto, con l'articolo - perché, con la modifica introdotta dal Senato al testo uscito dalla Camera, viene di fatto eliminato il premio annuale di riferimento che era stato istituito con la legge n. 990 del 1969, quella che istituiva l'obbligatorietà della RC auto. Attraverso questa scelta, tutta la materia assicurativa viene demandata al mercato, in quanto il Governo, eliminando le disposizioni concernenti i premi annuali di riferimento, rinuncia effettivamente al suo potere di controllo in materia assicurativa.
Se effettivamente il Governo avesse agito secondo le intenzioni dichiarate in questi mesi, avesse avuto cioè la volontà di introdurre criteri ulteriori di trasparenza e, soprattutto, di obbligare le compagnie assicuratrici, anche tramite Internet ed i mezzi informatici, ad esprimere una maggiore concorrenza, sarebbe stato sufficiente, rispetto alla normativa esistente, introdurre questa obbligatorietà. Riscrivendo, invece, l'articolo 12-bis della legge 24 dicembre 1969, n. 990, e cancellando questo importante strumento di controllo e garanzia, anziché aumentare la trasparenza e la concorrenza, si lascia che il


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governo della materia sia determinato dalle sole leggi del mercato, in base alle quali, visto come è andata in questi anni, dopo la liberalizzazione, non si è verificato alcun vantaggio per i consumatori.
Quindi, noi chiediamo di sopprimere la norma introdotta dal Senato, per evitare che ad uno stato di confusione già in essere si possa aggiungere una ulteriore indeterminazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alfonso Gianni 22.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 380
Votanti 374
Astenuti 6
Maggioranza 188
Hanno votato
163
Hanno votato
no 211).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nieddu 22.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 392
Votanti 387
Astenuti 5
Maggioranza 194
Hanno votato
175
Hanno votato
no 212).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alfonso Gianni 22.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 380
Votanti 376
Astenuti 4
Maggioranza 189
Hanno votato
167
Hanno votato
no 209).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Collè 22.5, Gambini 22.7, Fistarol 22.8 e Polledri 22.20, sui quali è stato espresso un invito al ritiro, per trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro. Prego, onorevole Ruggeri.

RUGGERO RUGGERI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, il testo uscito dall'esame al Senato è molto illuminante perché rappresenta la cartina di tornasole di come la pensa la maggioranza. Tale testo, invece di aumentare i consumi, li riduce...

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Ruggeri...

RUGGERO RUGGERI. Sto spiegando la motivazione, Presidente. Rispondo al Governo. Cercherò di spiegare per quale motivo il gruppo della Margherita è contrario all'invito a ritirare il nostro emendamento e a trasfondere il contenuto in un ordine del giorno. Non è, infatti, possibile fare ciò.
Ciascuno deve assumersi la propria responsabilità. In Lombardia le polizze, per il 36 per cento degli assicurati, aumenteranno in tutte le province. Bergamo: più 12 per cento; Brescia: più 9 per cento; Como: più 10 per cento; Cremona: 22 per cento; Lecco: 18 per cento; Lodi: 16 per cento; Milano: 8 per cento; Pavia: 18 per


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cento; Mantova, addirittura, il 36 per cento! Ciò vuol dire che, per esempio, una polizza di un milione di vecchie lire arriverà ad un 1 milione e 350 mila lire! Dico ciò rivolgendomi agli amici del gruppo della Lega. Si dice: non siamo d'accordo sull'emendamento. Ma dovete votare a favore della soppressione, se volete essere credibili! Pensiamo che neppure un ordine del giorno possa essere presentato.
Per quanto riguarda il Veneto, ricordo Belluno (più 34 per cento), Vicenza (più 29 per cento), Rovigo (più 36,5 per cento). Ma com'è possibile tendere verso ciò che si prefigge il disegno di legge finanziaria 2003, ossia aumentare la domanda e i consumi? La domanda e i consumi si riducono! Non solo. Si riduce anche il potere d'acquisto dei salari e dei redditi più bassi delle nostre famiglie. Ecco perché questo provvedimento (proposto dalla maggioranza) è una cartina di tornasole, per affermare che sono balle quelle che ci ha raccontato Tremonti relativamente al risanamento dell'economia, al desiderio di andare incontro alle famiglie più deboli. Questo è il risultato! In questo modo si rema contro lo sviluppo dell'economia e si riduce il reddito disponibile delle famiglie.
Abbiamo capito come la si pensa sull'Europa e sul federalismo. Questo è un federalismo territoriale che rispetta addirittura i parametri, i rischi degli incidenti, territorio per territorio. Questo è il federalismo che volete portare avanti! Questa è la cultura economica che volete portare avanti! Per questo motivo, voteremo a favore del nostro emendamento che chiede la soppressione del comma 2 (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fistarol. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FISTAROL. Signor Presidente, sento di dover rivolgere, soprattutto ai colleghi della maggioranza, un appello al buonsenso e alla buona legislazione. Infatti, è razionale, non dipende dalle ragioni di parte, approvare queste proposte emendative che chiedono la soppressione del comma 2 dell'articolo 22 del provvedimento al nostro esame. Tale comma e l'articolo sono stati approvati al Senato con larghissima maggioranza ma, evidentemente, con un atteggiamento sbagliato che possiamo e dobbiamo correggere.
Vi è una consapevolezza diffusa, nella maggioranza e nell'opposizione, circa la necessità di correggere un sostanziale errore del Senato. Il comma che proponiamo di sopprimere è dirigista, contrario ai principi della libera concorrenza, alla normativa europea, allo spirito ed al carattere stesso del contratto di assicurazione, vale a dire all'alea, al rischio che caratterizza quest'ultimo; qualora lo approvassimo, a carico dell'Italia verrebbe sicuramente aperta una procedura europea di infrazione.
Ma il provvedimento è anche profondamente iniquo. Il Governo deve sapere che dovremo spiegare a larghissima parte degli assicurati italiani perché mai, pur non avendo provocato incidenti stradali per quindici anni, vedranno aumentare in maniera sensibilissima il premio da pagare alle compagnie di assicurazione (il che comporterà un aumento, a catena, anche per le altre classi di merito e non soltanto per la prima).
La disposizione comporterà un aumento dei premi assicurativi nell'80 per cento delle province italiane e per circa il 75 per cento degli assicurati, non secondo un criterio geografico, come qualcuno ha voluto far credere, ma in modo assolutamente generalizzato. L'elenco delle province e dei correlati aumenti è un autentico bollettino di guerra: si va dal 38 per cento di Avellino, al sud, al 12 per cento di Bergamo, al nord; dal 34 per cento di Caltanissetta al 36 di Cremona, passando per il 70 per cento di Campobasso; dal 62 per cento di Enna al 14 per cento di Gorizia, passando per il 31 per cento di Frosinone; e via dicendo.


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Allora, credo proprio che non vi sia alcuna giustificazione, cari colleghi, per respingere questi emendamenti soppressivi. Si obietta che c'è fretta di approvare il provvedimento. Ma che fretta può esserci ad approvare un provvedimento che è un collegato alla legge finanziaria di un anno fa?

PRESIDENTE. Onorevole Fistarol...

MAURIZIO FISTAROL. Deve esserci un limite alla schizofrenia dell'attività legislativa!
Se tutti siamo d'accordo nel ritenere che questo provvedimento è sbagliato, non possiamo demandare al Governo di correggerlo, peraltro con un decreto-legge di contenuto e di fattibilità incerti, ma dobbiamo percorrere la strada maestra; e per il legislatore, quando il provvedimento è palesemente sbagliato ed iniquo, la strada maestra è quella di correggerlo autonomamente (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Collè. Ne ha facoltà.

IVO COLLÈ. Signor Presidente, desidero spiegare, sia pure sinteticamente, le ragioni per le quali la componente minoranze linguistiche del gruppo Misto chiede la soppressione del comma che prevede l'uniformità, sull'intero territorio nazionale, dei premi praticati agli assicurati inseriti nella prima classe di merito.
Anzitutto, riteniamo che l'attuale criterio territoriale, che tiene conto dell'incidenza dei sinistri, vada salvaguardato e che non si possano colpire, nella fattispecie, proprio gli automobilisti più diligenti, responsabili del minor numero di incidenti. I rincari derivanti da questa disposizione avrebbero proporzioni insostenibili: in molte province, si avrebbe più del 50 per cento di aumento!
Se il disegno di legge dovesse essere approvato così com'è, comporterebbe per gli assicurati della Valle d'Aosta un aumento dei premi del 53 per cento (lascio immaginare cosa significherebbe un così rilevante aumento anche dal punto di vista dell'inflazione), a fronte di realtà, che potremmo definire autoscontri a cielo aperto, le quali godrebbero di ampi sconti. Tutto ciò mi pare iniquo ed inverosimile!
Vorremmo anche ricordare che l'Unione europea vieta di fissare per legge le condizioni economiche e contrattuali dell'assicurazione RC auto. Rischiamo, quindi, di porci in palese contrasto con detta normativa.
Infine, non riusciamo a capire come un provvedimento di uniformità, che preferiamo definire omologazione nazionale dei premi, oggi basati su un principio territoriale equo e coerente, si possa conciliare con i professati principi di federalismo e con la devolution di cui ci troveremo a discutere tra qualche settimana.
Questo provvedimento, qualora approvato, colpirebbe gravemente ed indistintamente milioni di italiani per procurare un ingiustificato beneficio ad altri. Pertanto, onorevoli colleghi, l'invito del gruppo delle minoranze linguistiche è quello di una più approfondita riflessione, una riflessione che chiediamo al Governo, una riflessione che chiediamo al gruppo della Lega nord Padania, che non si omologhi, che faccia una riflessione, che porti avanti la bandiera della propria azione politica.
Noi ci auguriamo che si giunga ad un voto favorevole dall'Assemblea, ad un voto di serietà ed equità. Sono anche queste le motivazioni che non ci fanno accettare la proposta fatta dal Governo per un ordine del giorno. Crediamo che in questa Assemblea debba tornare il buonsenso e il buonsenso può rivelarsi solo con un voto favorevole di questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze linguistiche, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gambini. Ne ha facoltà.

SERGIO GAMBINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei che riuscissimo


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per un attimo a ragionare su quello che stiamo facendo. Fra qualche settimana, quando questo provvedimento diventerà legge, ciascuno di noi verrà tirato per la giacchetta dai consumatori del proprio collegio elettorale e a ciascuno di noi verrà chiesto che cosa abbiamo scelto. Infatti, per molte province, soprattutto del meridione, per il 90 per cento delle province italiane si tratta di aumenti assolutamente esorbitanti per la prima classe di merito. Vogliamo leggere? Agrigento 57 per cento, Avellino 38 per cento, Benevento 39 per cento, Campobasso 70 per cento, Cosenza 46 per cento, Enna 62 per cento, Frosinone 31 per cento, L'Aquila 45 per cento, e non continuo. Anche i colleghi, che in questa graduatoria paiono trarre dei benefici, è necessario che comincino a guardare davvero come stanno le cose. Vale a dire: gli utenti dell'assicurazione di Napoli vengono fregati due volte con questo tipo di provvedimento, perché la distanza che viene stabilita tra la prima classe di merito e la seconda sarà talmente ampia - supererà in molti casi le 700 mila lire, le 800 mila lire, il milione - da mettere l'assicurato nelle condizioni di dover riparare la macchina a proprie spese piuttosto che beccare la stangata dell'assicurazione che lo attende. Attenzione colleghi, qui non stiamo discutendo né della legge finanziaria né dei massimi sistemi della politica italiana, stiamo ragionando di un problema che, prima di tutto, deve essere improntato al buonsenso, alla fattibilità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO MUSSI (ore 19)

SERGIO GAMBINI. È evidente che l'utente di Enna non può vedere la propria assicurazione aumentata del 70 per cento. Tutte le altre argomentazioni che sono state portate sono assolutamente fondate: il profilo comunitario, la necessità di ridefinire l'insieme della scala dei premi e delle tariffe; cercate, però, soprattutto, di guardare alla possibilità di applicare davvero questo provvedimento. Si tratta di un errore madornale riconosciuto da parte dello stesso Governo.
Dovremmo, in questo caso, approvarlo a scatola chiusa e ciò sembra davvero una follia. Credo che ciascuno debba riflettere e decidere per un voto che guardi non alle esigenze di schieramento, ma ai veri interessi dei consumatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grotto. Ne ha facoltà.

FRANCO GROTTO. Signor Presidente, mi associo a tutte le valutazioni svolte dai colleghi e invito anch'io a votare a favore di questo emendamento.
Volevo portare a conoscenza del gruppo della Lega nord che ieri pomeriggio, nel consiglio provinciale di Rovigo, è stata approvata, all'unanimità, una mozione presentata dalla Lega nord e Liga veneta che, fra le altre cose dice che questa legge potrebbe essere in netto contrasto con le direttive dell'Unione europea; esprime il proprio disappunto per questa legge del tutto iniqua, invita il Governo e il Parlamento, e, in particolare, impegna i parlamentari veneti a bocciare questo articolo. Ritengo quindi opportuno invitare la Lega nord ad essere conseguente e coerente e a votare in Parlamento come sta votando in periferia (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villari. Ne ha facoltà.

RICCARDO VILLARI. Signor Presidente, in aula circola una tabellina con le variazioni percentuali delle tariffe RC auto che l'approvazione di questo emendamento comporterebbe nelle singole province.
Non è un caso che della mia provincia, la provincia di Napoli, non si sia parlato, perché se votassi a favore di questo emendamento i cittadini della mia provincia pagherebbero circa il 30 per cento in più dei premi. Mi rendo conto che potrebbe apparire semplicistico ma è vero che il Governo ha perso un'occasione per rivisitare


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questa materia premiando i cittadini automobilisti virtuosi e penalizzando quelli che virtuosi non sono.
Un altro motivo che mi spinge a votare contro questo emendamento è che la Lega, invece, è favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruta. Ne ha facoltà.

ROBERTO RUTA. Signor Presidente, cercherò di essere velocissimo. Mi associo alle considerazioni svolte poc'anzi dall'amico Fistarol e dagli altri colleghi che sono intervenuti per ribadire che questo è un modo assolutamente ingiusto di tentare di eliminare una forma non corretta di funzionamento del sistema nazionale, mi sembra, anzi, il modo più ingiusto. Non perché vi sia stato il terremoto, ma anche a seguito del terremoto, mi sembra esagerato che il Molise, una piccola regione, debba subire un aumento delle tariffe del 70 per cento in una provincia, del 74 in un'altra, per un ammontare di circa 60 miliardi circa (dato il numero delle macchine) in meno nelle tasche delle famiglie; sono miliardi che non vengono certamente destinati ad una finalità che provoca un ritorno per il Molise. Oggi il consiglio regionale del Molise - ed è un consiglio di centrodestra - ha approvato all'unanimità un ordine del giorno con cui si chiede di non procedere in tal senso perché la regione Molise non potrebbe reggere un impatto così forte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, anzitutto chiedo di poter aggiungere la mia firma all'emendamento Fistarol 22.8.
Con riferimento agli interventi già svolti da altri colleghi, se pensiamo al Lazio, a fronte di un modesto beneficio per l'area di Roma gli aumenti per Frosinone, Latina e Viterbo oscillano tra il 28 e il 41 per cento. Queste percentuali, distribuite sul territorio nazionale, danneggiano direttamente le tasche dei contribuenti e dei cittadini italiani aggiungendosi a quei benefici, mai realizzati, che sarebbero dovuti derivare dalla liberalizzazione delle polizze RC auto.
Dunque, invito i colleghi della Lega nord ed anche i parlamentari del Polo a studiare la tabellina, a cominciare dai dati riferiti alla mia provincia, per impedire che i nostri concittadini vengano ulteriormente danneggiati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lettieri. Ne ha facoltà.

MARIO LETTIERI. Signor Presidente, per quanto riguarda la norma introdotta al Senato, se la si legge bene, apparentemente è giusta. Tuttavia, se se ne valutano gli effetti - ho tentato di far comprendere ciò ai colleghi diffondendo questa tabellina - in realtà, il rimedio è peggiore del male perché aumenteranno le divisioni tra le categorie di assicurati, nonché le divisioni territoriali.
Ritengo, invece, che occorra una vera politica di liberalizzazione, di concorrenza e di trasparenza delle tariffe al fine di farle abbassare.
Per far ciò, nel testo bisognava eliminare il vincolo del monomandato per gli agenti, ai quali va consentito di poter pubblicizzare più assicurazioni, in modo che gli assicurati, gli utenti, possano verificare, confrontare. Infatti, soltanto quando c'è concorrenza, si può ottenere l'abbassamento delle tariffe.
Vorrei ricordare che si tratta di 45 milioni di automezzi e di motocicli circolanti, una cifra enorme che riguarda tutte le famiglie italiane.
Occorre bocciare questa norma e approvare l'emendamento che porta anche la mia firma e di altri colleghi del gruppo della Margherita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.


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MARCO BOATO. Signor Presidente, parlerò brevemente, anche se avrei più tempo a disposizione, non solo per aggiungere la mia firma al primo di questi quattro emendamenti identici che propongono di sopprimere il comma 2 del capoverso articolo 12-bis, introdotto dall'articolo 22 (pertanto aggiungo la mia firma all'emendamento Collè 22.5, di cui sono cofirmatari i colleghi, Brugger, Zeller, Widmann e Detomas) ma, condividendo le osservazioni già svolte dal collega Collé, dal collega Fistarol e da numerosi altri deputati che sono intervenuti, desidero richiamare due aspetti.
Abbiamo sentito, poco fa in quest'aula, richiamare un ordine del giorno votato nella regione Molise, a maggioranza di centrodestra, così come anche prima il collega Grotto mi pare abbia ricordato un ordine del giorno proposto dalla Lega nord nel consiglio comunale di Rovigo: insomma, a livello locale è nato - giustamente - l'allarme su questa norma.
Per questo motivo, non mi rivolgo tanto ai colleghi della Lega - mi rivolgo anche a loro con rispetto - poiché è affare loro se, a livello locale, cavalcano una giusta protesta contro questa norma e poi, probabilmente, in Parlamento voteranno contro il relativo emendamento soppressivo! Ciò è affare loro, attiene alla loro coerenza e al loro rapporto con le realtà locali, alla faccia della devolution!
Mi rivolgo invece, in generale, alla maggioranza. Non vedo perché debba richiedere coerenza alla Lega che non ce l'ha! Chiedo, invece, in generale, ai colleghi della maggioranza di avere un momento di resipiscenza in rapporto non ad un problema di programma di Governo, di indirizzo, di schieramento - su cui potrei immaginare una disciplina da caserma, come già altre volte è accaduto -, ma rispetto ad una questione di buonsenso, di equilibrio, di razionalità, consistente nella necessità di abrogare una norma che, come ricordava giustamente il collega Fistarol, confligge apertamente con la normativa europea al riguardo, contro qualunque principio elementare di territorialità e di razionalità.
Insomma, come ricordava il collega Ruggeri nel suo precedente intervento, se il Governo arriva a dire: presentate un ordine del giorno perché poi provvederemo con successivi provvedimenti legislativi, esso da l'esempio di un modo «tecnicamente schizoide» di legiferare. Cioè, mentre stiamo legiferando in questo momento, se non passa il nostro emendamento soppressivo, si introduce una norma inaccettabile, sbagliata, che tutti i colleghi intervenuti hanno riconosciuto come tale. Tuttavia, poi, allo stesso Parlamento che vota questa norma sbagliata, si dice: noi, come Governo, in futuro, interverremo esercitando un potere connesso a casi straordinari di necessità e d'urgenza quale quello di adottare un decreto-legge. Ministro Giovanardi, ci rendiamo conto che questo è un modo schizoide di legiferare e, oltre tutto, va contro l'articolo della Costituzione che prevede tale possibilità di ricorso ai decreti legge?
La Costituzione prevede infatti l'utilizzo del decreto-legge in casi straordinari di necessità e d'urgenza: qui siamo invece in un caso ordinario di legislazione ordinaria!
Basta che il Parlamento approvi questi quattro identici emendamenti soppressivi del comma 2, con riferimento al comma 1, capoverso articolo 12-bis, e la questione sarebbe risolta in 30 secondi. Pertanto, invito assolutamente il Parlamento ad avere un minimo di dignità e di coerenza anche in rapporto alle realtà territoriali ed a votare a favore di questi emendamenti soppressivi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo).

MARIO VALDUCCI, Sottosegretario di Stato per le attività produttive. Chiedo di parlare

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO VALDUCCI, Sottosegretario di Stato per le attività produttive. Signor Presidente, vorrei ricordare, anche rispetto all'intervento che ho svolto in precedenza, i seguenti argomenti. Innanzitutto, il Governo provvederà probabilmente a modificare


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la norma, in quanto in contrasto con il principio di libera concorrenza e con la direttiva comunitaria. Tuttavia, non possiamo affossare l'intero provvedimento per una norma che non ha voluto il Governo, bensì tutti i gruppi parlamentari del Senato, ad eccezione della Lega nord Padania (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

RENZO INNOCENTI. Ma come è possibile, abbi pazienza!

MARIO VALDUCCI, Sottosegretario di Stato per le attività produttive. Lo ribadisco. Tutte le tabelle ora annunciate sono state predisposte dall'ANIA che rappresenta tutte le compagnie di assicurazione. Sono 11 mesi che mi viene detto che il Governo con questa riforma sostiene ed aiuta le compagnie di assicurazione. Ciò non mi sembra vero. I foglietti che oggi state sventolando sono di parte, sono delle compagnie di assicurazione (Applausi di deputati del gruppo di Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!

GIANNI VERNETTI. Non è vero!

MARIO VALDUCCI, Sottosegretario di Stato per le attività produttive. Esiste un'altra statistica, effettuata dall'ISA (della quale voi stessi vi dichiarate difensori), che, invece, fornisce numeri assolutamente diversi.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, molti hanno chiesto di parlare.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stradiotto. Ne ha facoltà.

MARCO STRADIOTTO. Signor Presidente, non ho compreso il motivo per cui il sottosegretario si sia scaldato tanto. Sarebbe bastato che, quando in Senato si era in procinto di approvare questa norma, egli avesse affermato che si trattava di una norma sbagliata. Ciò che vorrei dire ai componenti di questa Assemblea è che con il comma 2 si porta alla guerra fra gli automobilisti virtuosi. Quando si parla di aumenti lo si fa con riferimento agli automobilisti che si trovano nella prima classe di bonus-malus, ossia agli automobilisti che non hanno fatto incidenti.
Per questo motivo, con riferimento a ciò che il sottosegretario diceva poco fa, a noi serve una vera modifica del sistema delle assicurazioni, serve un diverso metodo per la liquidazione dei sinistri, che riesca a smascherare i furbi, serve un diverso metodo per la determinazione dei premi con una riformulazione complessiva del meccanismo del bonus-malus, che penalizzi veramente chi causa maggiori incidenti e che non carichi il peso della liquidazione dei sinistri sugli automobilisti virtuosi, anche se possiedono l'auto da poco tempo.
Per questo motivo, chiedo di apporre la mia firma all'emendamento Fistarol 22.8, in quanto, se la legge fosse approvata così com'è stata modificata al Senato, si penalizzerebbero gli automobilisti virtuosi e, soprattutto, quelli residenti in alcune province (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).

LUIGI GASTALDI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI GASTALDI, Relatore. Signor Presidente, credo che, per consentire un maggiore approfondimento della materia, sia meglio, per il momento, accantonare l'articolo 22 e procedere con l'esame di quello successivo.

PRESIDENTE. Il Governo è d'accordo?

MARIO VALDUCCI, Sottosegretario di Stato per le attività produttive. Signor Presidente, il Governo concorda.

GIUSEPPE CAMO. Ne apprezziamo la coerenza!


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PRESIDENTE. Sta bene, l'opposizione dovrebbe esprimere soddisfazione.
Non essendovi obiezioni, l'ulteriore esame dell'articolo 22 si intende accantonato.

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