Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 226 del 20/11/2002
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(Iniziative del Governo per affrontare la crisi della Fiat - n. 3-01604)

PRESIDENTE. L'onorevole Lumia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gambini n. 3-01604 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.

GIUSEPPE LUMIA. Ministro Marzano, perché non c'è ancora la data certa per la costituzione del tavolo industriale? Perché non lo convoca lei, ministro dell'industria? Perché non avete ancora proposte serie? Perché non prendete in considerazione le nostre proposte su Mirafiori e su Arese? Volevo sapere, ministro, se sia d'accordo con le proposte dei DS e del centrosinistra su Termini Imerese nel continuare a produrre e nell'attrezzare la seconda linea per produrre la Small che la FIAT, invece, vuole produrre in Polonia.
Ministro, sveglia! Il 26 novembre è vicino e il 26 novembre parte la cassa integrazione. Niente furbizie, ministro! È importante anche chiarire cosa volete fare su Arese e su termini Imerese. Non penso che la soluzione sia riconvertire cancellando la produzione di automobili.
Ministro, ci attendiamo da lei proposte serie e concrete; ecco perché siamo qui, ecco perché siamo pronti ad altre iniziative, qui in Parlamento, con la mozione che abbiamo presentato nei giorni scorsi.

PRESIDENTE. Il ministro delle attività produttive, onorevole Marzano, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO MARZANO, Ministro delle attività produttive. Signor Presidente, devo rispondere al testo dell'interrogazione che mi è stato inoltrato; lo farò nei termini che seguono.
Il Governo ha sempre accolto con favore l'opportunità di venire a riferire in Parlamento sull'argomento FIAT. Io stesso sono intervenuto due volte in aula al Senato, ove ho accolto l'invito del Presidente Pera di tornare a riferire per riportare ulteriori notizie quando gli sviluppi della situazione lo avessero consentito, e sono intervenuto in Commissione attività produttive qui alla Camera. In quest'aula è intervenuto il ministro del lavoro, onorevole Maroni, il quale ha riferito sulla questione anche presso la competente Commissione della Camera, e più di una volta ha parlato anche il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi.
Il piano industriale presentato dalla FIAT per fronteggiare l'andamento negativo dell'azienda e del mercato e per puntare sul rilancio dell'azienda è noto nelle sue linee essenziali: rinnovo della gamma dei prodotti; migliore presenza in segmenti di mercato e con canali di vendita più remunerativi; investimenti per 2,5 miliardi di euro per il periodo 2002-2005 al fine di ridurre l'età media dei modelli; sviluppo di componenti comuni con GM e razionalizzazione della produzione di motori e cambi; potenziamento dell'organizzazione commerciale. Il piano, però, prevede anche il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria a zero ore per un anno, a partire dal dicembre 2002, per 8.100 lavoratori della componentistica di FIAT auto che dovrebbe interessare, in particolare, gli stabilimenti di Torino, Arese, Cassino e Termini Imerese. Questo piano è stato accolto con deciso sfavore da parte di tutti i leader sindacali.
Il Governo si trova di fronte a due limiti ed a due obiettivi precisi e prioritari. I limiti sono: innanzitutto, il rispetto dell'autonomia imprenditoriale e decisionale di un gruppo, FIAT auto, controllato da una società quotata in borsa; in secondo luogo, il divieto, noto a tutti in sede


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europea, di erogare aiuti di Stato a singole imprese. I due obiettivi prioritari sono: il rilancio e la confermata radicalizzazione in Italia del settore auto; la minimizzazione dell'impatto occupazionale. Questo obiettivo è prioritario per il Governo: ci sentiamo vicini ai lavoratori coinvolti in questa crisi.
L'attivazione degli ammortizzatori sociali necessita di un piano industriale che si basi, come ha più volte affermato il Governo, sull'effettiva capacità di rilanciare l'azienda. Da parte del Governo vi è, in aggiunta (lo ripeto, in aggiunta) la disponibilità ad attivare contratti di programma nelle aree di crisi e a valutare i programmi di ricerca e innovazione che il produttore nazionale presenterà qualora caratterizzati da presupposti di competitività a livello globale. La crisi della FIAT è seguita, dunque, con la massima attenzione dal Governo, che ha messo in campo ogni utile energia. La complessità della questione, tuttavia, porta a dover verificare con estrema accortezza tutte le possibilità sul tappeto per poter pervenire a soluzioni che siano condivise dalle parti interessate.
Il tavolo di confronto cui si fa riferimento nell'interrogazione è lo strumento principale per la costruzione di un piano di consolidamento e rilancio e di salvaguardia occupazionale. Questo strumento, il tavolo, è già da tempo in funzione. Assicuro agli onorevoli colleghi che anche i prossimi giorni vedranno il Governo attivamente impegnato su questo fronte.

GIUSEPPE LUMIA. La data, ministro! Qual è la data?

PRESIDENTE. L'onorevole Nigra, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
Onorevole Nigra, le ricordo che ha due minuti di tempo a sua disposizione.

ALBERTO NIGRA. Signor Presidente, dichiariamo la nostra totale insoddisfazione, non tanto per la cortese risposta fornita dal ministro, ma in modo particolare per ciò che il Governo - su questa vicenda - non fa e non ha fatto. In questi giorni si è insistito molto sulla necessità di modificare il piano industriale presentato dalla FIAT, in particolare per quanto riguarda l'utilizzo degli ammortizzatori sociali e le prospettive future dell'azienda. Allo stato attuale esso non garantisce, voi lo sapete, né il rientro dei lavoratori in fabbrica né una credibile garanzia di sopravvivenza per la stessa industria nazionale dell'auto. Per questo chiediamo di fermare le procedure di messa in cassa integrazione e mobilità. Il Governo si attivi, convochi un tavolo - un tavolo vero, serio - per elaborare una politica industriale.
Il piano deve essere modificato prima dell'attivazione degli ammortizzatori sociali, perché è noto a tutti come la difficile situazione della FIAT sia frutto di errori strategici che hanno determinato un elevato indebitamento della società e l'hanno indebolita nella competizione con l'agguerrita concorrenza internazionale.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Voi chiedete il licenziamento di tutti.

ALBERTO NIGRA. Da questa vicenda emerge con chiarezza - se ve ne fosse ancora bisogno - l'inadeguatezza di un sistema industriale che deve essere rinnovato, ma per fare ciò occorre un tavolo. Il piano industriale senza risorse adeguate non può essere modificato e voi lo sapete bene. Occorre, quindi, una seria politica del Governo che favorisca una ricapitalizzazione della società preceduta da un piano di dismissione di partecipazioni non strategiche da parte della FIAT.
Analogamente, occorre procedere, e non promettere come si è fatto sinora, sul terreno della riforma degli ammortizzatori sociali. Essi devono essere estesi anche ai lavoratori della piccola impresa della componentistica, oggi esclusa, e non possono essere utilizzati, come invece parrebbe, come un prelicenziamento. Anzi, semmai, devono divenire un periodo nel quale il lavoratore usa il tempo disponibile per


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aggiornare e rafforzare la sua professionalità.
La latitanza del Governo, al di là di una serie di mosse di facciata, rischia di rendere ancora più drammatica la situazione, creando illusorie aspettative di salvezza, lasciando in realtà che i rischi occupazionali e sociali diventino irreparabili sia a Termini Imerese sia ad Arese sia a Torino.
Noi da mesi chiediamo un tavolo di confronto sull'industria automobilistica: attivatelo al più presto, proponete soluzioni, trovate risorse. È il paese, sono i lavoratori che ve lo chiedono (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Verdi-l'Ulivo).

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