Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 191 del 24/9/2002
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(Destinazione del sommergibile Enrico Toti - n. 3-00949)

PRESIDENTE. Il sottosegretario per la difesa, onorevole Berselli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Gianni Mancuso n. 3-00949 (vedi l'allegato A - Interrogazioni sezione 2).

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il ministro della difesa, con proprio decreto in data 12 marzo 2001, ha disposto, a far data dal 1o novembre 2001, la radiazione del sommergibile Enrico Toti dal quadro del naviglio militare dello Stato per la successiva consegna al Museo della scienza e della tecnologia di Milano, ai sensi dell'articolo 49 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, in materia di alienazione di materiali di fuori uso della difesa, delle forze di polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, che stabilisce la cessione a titolo gratuito a musei di materiali o mezzi dello Stato non più impiegabili.
Ciò premesso, si rappresenta che gli adempimenti dell'amministrazione della difesa discendenti dall'avvenuta cessione della unità navale si sono esauriti con il trasferimento del sommergibile dal porto di Augusta a quello di Chioggia. Ogni ulteriore incombenza finalizzata al successivo trasporto del battello fino alla sede di Milano era e rimane di esclusiva pertinenza del citato museo, in virtù dell'intervenuto trasferimento del diritto di proprietà e di godimento del bene alla relativa fondazione, anche con riferimento al necessario interessamento delle amministrazioni degli enti locali competenti al rilascio delle autorizzazioni per l'attuazione delle misure inerenti il transito in sicurezza del bene attraverso il centro urbano.
Tuttavia, per un più approfondito esame della problematica si rappresenta che il presidente del museo, con lettera in data 28 maggio 2002, ha manifestato al capo di stato maggiore della Marina militare la decisione di restituire il bene alla Marina militare, in considerazione delle difficoltà di carattere tecnico che non hanno consentito il rilascio da parte del comune di Milano dei permessi necessari per il trasporto del battello fino alla sede espositiva.
Successivamente, con lettera 24 giugno 2002, la fondazione sottoposta alla vigilanza del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge n. 258 del 1999, ha illustrato a quest'ultimo le difficoltà inerenti al trasporto del battello, ribadendo altresì la propria volontà a rimettere il sommergibile stesso nella disponibilità della Marina militare. A tale proposito, si deve osservare che il negozio di cessione gratuito del sommergibile si è regolarmente perfezionato con il conseguente trasferimento del diritto di proprietà e di godimento del bene in capo al museo che pertanto ne ha la piena disponibilità anche in virtù dell'acquisita personalità giuridica di diritto privato, per effetto del decreto legge 24 luglio 1999, n. 258.
È appena il caso di sottolineare che la determinazione unilaterale della fondazione di non accettare la cessione della sommergibile Enrico Toti è un atto che giuridicamente non può dispiegarsi con effetto concreto, trattandosi peraltro di


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bene radiato dal quadro del naviglio militare dello Stato con il decreto citato in premessa e che, contrariamente a quanto affermato a mezzo stampa del direttore generale della fondazione, la titolarità del bene rimane dello stesso istituto che ne mantiene la piena disponibilità.
Alla luce di quanto illustrato, è di tutta evidenza che qualsiasi valutazione in merito alla concreta fattibilità dell'operazione di trasferimento del sommergibile dal porto di Chioggia alla sede del museo, nonché in merito ad una diversa destinazione, al momento non può coinvolgere l'amministrazione militare, proprio per l'inquadramento giuridico del bene. Per quanto concerne i costi, si assicura, comunque, che la presenza del sommergibile Enrico Toti a Cremona non comporta alcun onere finanziario per l'erario. Al riguardo, è doveroso sottolineare che le autorità regionali ed il personale del porto di Cremona hanno tenuto e tengono il sommergibile in condizioni eccellenti come comunicato dal responsabile della fondazione nella sopracitata lettera del 24 giugno 2002.
Infine, per quanto noto, risulta che l'amministrazione comunale di Milano abbia istituito una apposita commissione per lo studio del percorso di avvicinamento del sommergibile alla sede del museo presieduta dal vicesindaco, senatore Riccardo De Corato, con il preciso compito di trovare le opportune soluzioni tecniche finalizzate al trasferimento del battello. In tal senso, si è anche attivata la Marina militare che ha affidato alla Fincantieri-Cantieri navali l'elaborazione di un progetto finalizzato alla possibilità di tagliare in tre tronconi il sommergibile per agevolarne il trasporto.

PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove ha facoltà di replicare.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, prendo atto con piacere, attraverso la sua cortese ed estremamente sollecita risposta, che si è forse rinvenuta una soluzione ad un problema tecnico che offre e ha offerto connotazioni, per così dire, kafkiane.
Ne sono lieto e ringrazio il Governo per l'impegno ed anche la determinazione rivolta ad eliminare l'evidente imbarazzo che la questione aveva sollevato. In ogni caso, la soluzione rinvenuta attraverso l'intervento di questa commissione presieduta dal senatore De Corato, probabilmente, nulla toglie alla incredibile leggerezza con la quale l'ipotizzato trasferimento del sommergibile Enrico Toti - da Chioggia a Cremona prima, ma, soprattutto, da Cremona a Milano - era stato programmato.
Evidentemente erano ampiamente prevedibili le difficoltà tecniche, alcune delle quali insormontabili, che sembra siano emerse soltanto in un secondo tempo. La stessa segnalata volontà della fondazione di rinunciare alla donazione ed al trasferimento di proprietà del sommergibile Enrico Toti, a prescindere da ogni valutazione di natura giuridica - che peraltro lei, correttamente, ha evidenziato nella sua risposta -, dimostra, comunque, una superficialità balbettante di comportamenti da parte di un donatario che avrebbe dovuto - così suggerisce la logica di una semplice e buona massaia - valutare con anticipo la concreta fattibilità di un trasporto che, ictu oculi, appariva, non semplicemente disagevole, ma difficilissimo sul piano tecnico.
Comunque, prendo atto del concreto intervento del vicesindaco di Milano, senatore De Corato, che credo, a questo punto, sia giusto ringraziare a nome e per conto di tutti i marinai d'Italia e, soprattutto, a nome e per conto di tutti i sommergibilisti d'Italia che hanno vissuto con avvilimento questa infelice vicenda dell'ultima tratta percorsa da questo sommergibile che, probabilmente, meritava una fine meno kafkiana.
Signor sottosegretario, sono comunque soddisfatto della sua risposta, lo sono in realtà molto meno del comportamento della fondazione così come da lei congruamente illustratoci nella sua risposta.

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