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carenza di personale e, segnatamente, dei responsabili della distribuzione dei documenti ai frequentatori;
l'industria cinematografica italiana e quella europea nel suo complesso, stanno vivendo ormai da decenni una stagione difficile a causa della fortissima concorrenza dell'industria statunitense che può avvantaggiarsi del grande mercato interno e dell'ancora più vasto bacino d'utenza di lingua inglese, tanto che il deficit commerciale della Comunità nei confronti degli Stati Uniti relativamente allo scambio di audiovisivi ammonta a 7 miliardi di euro l'anno;
dopo una crisi prolungata, il cinema europeo, mostra finalmente segnali di ripresa: i dati sul consumo di cinema in Europa, infatti, ci dicono che nel 2000 i biglietti venduti sono stati 866,8 milioni, con un incremento del 3,8 per cento rispetto al 1999;
tutto questo però non deve significare semplicemente un maggior volume di importazione dagli Stati Uniti, in quanto il cinema rappresenta da sempre un veicolo di diffusione della cultura di un popolo, ed inoltre costituisce un'industria culturale per eccellenza, esercitando una forte influenza su cosa i cittadini sanno, credono, sentono, giungendo a ricoprire un ruolo di grande importanza nello sviluppo e nella trasmissione delle identità culturali;
d'altro canto, la consapevolezza della necessità di conservare e promuovere la diversità culturale, non ha comportato alcuna chiusura del mercato europeo ai servizi ed ai materiali non europei; al contrario, il mercato europeo rimane uno dei più aperti del mondo e grande importanza è conferita, ai fini di sviluppare la dimensione esterna della politica comunitaria nel settore degli audiovisivi, alla cooperazione con i Paesi terzi;
in questo quadro strategico, l'Italia per favorire lo sviluppo delle relazioni culturali e commerciali tra Stati, ha utilizzato largamente lo strumento degli accordi di coproduzione cinematografica tesi a facilitare la produzione in comune di film competitivi dal punto di vista commerciale, sia nei territori nazionali dei contraenti, sia in altri Paesi;
gli accordi di coproduzione possono apportare un notevole contributo allo sviluppo dell'industria cinematografica italiana ed alla crescita degli scambi fra gli Stati, rafforzando, in particolare, i legami tra i Paesi con una comune matrice culturale neolatina;
a tale proposito l'Italia, già a partire dagli anni sessanta, ha concluso una serie di accordi bilaterali di coproduzione cinematografica con alcuni Paesi del continente latino-americano (Venezuela, Messico, Brasile ed Argentina), i quali anche in questo modo hanno potuto difendere le proprie radici culturali dall'invadenza commerciale anglosassone-:
se il Governo, tenuto conto anche dei segnali di ripresa del mercato cinematografico italiano e della necessità di dare un contributo per migliorare la concorrenzialità europea nel settore cinematografico, non ritenga necessario procedere ad un aggiornamento e rafforzamento degli accordi di coproduzione cinematografica già esistenti con i Paesi dell'America Latina e di promuoverne di nuovi con gli altri Paesi latinoamericani, con i quali accordi di coproduzione non ci sono.
(2-00379)«Carlucci».
l'archivio del ministero degli affari esteri lamenta da tempo una pericolosa
molti sono i ricercatori che intendano cunsultare e studiare i documenti custoditi dall'archivio del ministero degli affari esteri;
già da alcuni giorni campeggia all'ingrasso della sala studio dell'archivio un cartello che ne annuncia la chiusura, a far data dal 1o luglio 2002, a tempo indeterminato a causa di mancanza di personale;
è diffuso il timore che la chiusura «a tempo indeterminato» preluda ad una chiusura definitiva, in tal modo privando i ricercatori della possibilità di consultare e di studiare l'importante ed imponente documentazione custodita nell'archivio del ministero degli affari esteri -:
per quale ragione da tempo si continua a registrare una cronica mancanza di organico all'archivio del ministero degli affari esteri;
se non si ritenga inammissibile ritenere di dover mantenere chiusa a tempo indeterminato la sala studio, con ciò impedendo a ricercatori e studiosi la consultazione dei documenti;
quali immediate iniziative intenda assumere per assicurare un organico all'archivio del ministero degli affari esteri tale da consentire la regolare apertura della sala studio e, quindi, la fruibilità della documentazione archivistica.
(3-01087)