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PRESIDENTE. L'onorevole Fragalà ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00253 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
VINCENZO FRAGALÀ. Signor Presidente, PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, senatore Bosi, ha facoltà di FRANCESCO BOSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, risponderò, nell'ordine, ai quesiti posti dall'interpellanza urgente presentata dall'onorevole Fragalà.
secondo stadio rotorico ispessito e delle relative palette del compressore di alta pressione del motore Spey MK 807 dell'AMX, nel normale ciclo manutentivo del veicolo.
presso la procura della Repubblica di Roma pende un procedimento penale in merito al quale, in data 22 febbraio 2002, sono state depositate presso l'ufficio del giudice per le indagini preliminari, una richiesta di rinvio a giudizio e una richiesta di archiviazione, a conclusione delle indagini sul procedimento n. 44080/00N, avente ad oggetto la fornitura dell'aeromobile denominato AMX.
di mare antistanti le città di Pesaro e Fano, il relitto del velivolo non è stato trovato.
PRESIDENTE. L'onorevole Fragalà ha facoltà di del 2001, in provincia di Campobasso, dove si è schiantato al suolo un altro AMX, con la morte del pilota Tiziano Castellucci, 23 anni, con ben 380 ore di volo all'attivo.
pericolosa per andare sulle strade debba, invece, camminare sui marciapiedi, come le biciclette. Questo significativo elemento che lei ha voluto ricordare - e per questo le sono particolarmente grato - la dice lunga su come questo aviogetto non fosse assolutamente adatto al compito tattico che la nostra aviazione riteneva di affidargli, cioè quello di cacciabombardiere ricognitore tattico e, quindi, di un aviogetto che deve soprattutto effettuare voli a bassa quota.
La caduta del velivolo AMX, il 4 febbraio 1992, è stata effettivamente determinata dalla rottura della corona esterna del disco del compressore del motore Rolls Royce, con conseguente rilascio delle palette. Al momento dell'incidente il problema era già noto a causa di inconvenienti verificatisi ai compressori installati su un altro motore della famiglia Spey, lo Spey MK 101, ed era già in fase di applicazione sul motore dell'AMX una modifica della ditta Rolls Royce che prevedeva l'introduzione di un nuovo disco ispessito e, quindi, l'installazione di un nuovo distanziale e di un nuovo tipo di paletta.
Infatti, circa sei mesi prima dell'incidente in argomento, a fronte delle prescrizioni tecniche OT 117 e 118 che prevedevano l'introduzione della modifica - considerata dalla Rolls Royce stessa di non immediata applicazione - in occasione del primo rientro in ditta per la revisione generale del motore o la riparazione dello stesso con accesso ai particolari, era stato comunque avviato dalla forza armata un programma di introduzione del disco del
Al momento dell'incidente erano già stati modificati circa sessanta motori mentre a seguito dello stesso è stata disposta l'introduzione immediata della modifica su tutta la flotta, insieme ad altre migliorie su componenti e accessori del motore finalizzate ad incrementarne l'affidabilità.
Con riferimento alla lettera della Rolls Royce relativa alla presenza di un difetto nel compressore, si rappresenta che nel 1990 la ditta inviò alla Fiat Avio ed alla direzione generale competente i documenti tecnici che illustravano la modifica da apportare, classifidandola, come già ho accennato, «da introdurre ad esaurimento delle scorte dei materiali pre-modifica». L'inconveniente, quindi, si configurava come di remota possibilità. Detta documentazione è stata successivamente analizzata dalla Fiat Avio, in accordo alla normativa vigente, che nel 1991 redigeva due proposte di modifica tecnica. Si conferma, inoltre, l'esistenza del verbale della riunione tenutasi presso la citata direzione generale in data 27 giugno 1991, durante la quale è stato trattato il problema dell'introduzione della modifica sul compressore del motore dell'AMX (Spey MK 807). La riunione si è conclusa con l'emanazione di un provvedimento tecnico da adottarsi sull'intera flotta teso a limitare del 2 per cento il regime di utilizzo massimo del motore e la sostituzione del disco del compressore in occasione della prima revisione (250 ore di volo) o al primo invio in ditta del velivolo.
Per quanto concerne il quesito relativo a presunte dichiarazioni del presidente della Embraer dopo l'incidente di Caselle nel quale il 1o giugno 1984 perse la vita il pilota collaudatore Manlio Quarantelli, si rappresenta che le cause dell'incidente del prototipo A01 del velivolo AMX furono individuate da un'inchiesta tecnico-formale, svolta da una commissione composta da rappresentanti della difesa e dei trasporti, ascrivibile all'errore umano. Peraltro, dalla documentazione ad oggi disponibile presso la competente direzione generale non risulta che il presidente della ditta Embraer abbia formulato l'ipotesi che l'incidente di Caselle dipendesse dal motore.
In merito al quesito relativo a eventuali dirigenti indagati della difesa, della Fiat Avio e della Rolls Royce, a seguito dell'incidente di Caselle, il Ministero della giustizia ha reso noto che presso la procura della Repubblica di Milano è stato iscritto il procedimento penale n. 6569/84C, definito con decreto di archiviazione del giudice istruttore in data 7 febbraio 1986, su conforme richiesta del pubblico ministero a seguito delle conclusioni formulate dalla commissione d'inchiesta nominata con decreto ministeriale del 14 giugno 1984. La commissione d'inchiesta ha, infatti, tra l'altro evidenziato che i fatti e le circostanze che hanno caratterizzato l'incidente e gli accertamenti effettuati consentono di ritenere che la causa dell'incidente medesimo sia da far risalire essenzialmente ad un errore, peraltro incolpevole, del pilota del velivolo prototipo.
Per quanto attiene poi alla vita della cellula del velivolo, a seguito di specifiche verifiche, sono state riscontrate delle crinature sull'ordinata centrale della fusoliera che hanno portato a fissare inizialmente la «vita sicura a fatica» del velivolo a 1.500 ore di volo. Su specifica e determinata richiesta da parte dell'amministrazione della difesa, la ditta Alenia ha condotto una serie di attività, allo scopo di estendere a 4.000 ore di volo la «vita sicura a fatica» del velivolo. Queste hanno portato all'elaborazione di una modifica strutturale i cui oneri per lo studio e l'introduzione sulla flotta sono interamente a carico della ditta fornitrice. Detti interventi sono attualmente in corso di valutazione da parte della competente direzione generale, insieme con la documentazione a supporto dell'attività svolta.
In relazione allo specifico riferimento circa l'ipotesi di rinvio a giudizio di due alti dirigenti dell'Alenia, si rappresenta che il citato Ministero della giustizia, appositamente interpellato, ha reso noto che
In merito, si attendono le determinazioni del giudice per le indagini preliminari. Nell'ipotesi di rinvio a giudizio sarà valutata l'opportunità di costituire parte civile il Ministero della difesa.
Per quanto riguarda il timone di direzione dell'aereo si rappresenta che, a seguito del verificarsi di avarie relative ad escursioni non comandate dello stesso, rappresentanti degli organi tecnici competenti italiani e brasiliani hanno condotto una serie di indagini al fine di determinare la tipologia e le eventuali cause di tale malfunzionamento.
Questa iniziale attività di studio e simulazione a terra, pur non potendo condurre a conclusioni certe, ha permesso di considerare l'inconveniente non in grado di provocare da solo un incidente grave (ovvero non catastrofico, ai fini della sicurezza del volo) ma potenzialmente pericoloso, in determinate condizioni di volo. In particolare, durante le seguenti esecuzioni: rifornimento in volo; formazione stretta; volo a bassissima quota; decollo e atterraggio in formazione, decollo e atterraggio isolato in condizioni critiche di vento.
A fronte di tali prime evidenze, nell'attesa di pervenire ad un accertamento esaustivo e definitivo delle cause che determinano l'avaria, il 5 dicembre 2001 è stata disposta la temporanea sospensione per la linea AMX, a scopo precauzionale, delle forme di volo menzionate.
Il successivo approfondimento della problematica è stato effettuato a Caselle, presso la ditta Alenia, con l'ausilio di un equipaggio del reparto sperimentale di volo dell'aeronautica militare. Nel corso del programma di prove, è stato possibile individuare una procedura a carattere provvisorio per prevenire l'insorgere dell'inconveniente durante le fasi di volo oggetto della sospensione (per brevità di trattazione lascerò, presso l'Ufficio di Presidenza, a disposizione degli onorevoli interpellanti, una scheda che illustra le prove effettuate e le conclusioni cui sono giunte). La prescrizione di questa procedura, emanata come supplemento operativo dalla competente direzione generale, ha consentito, in data 21 dicembre 2001, la rimozione dei limiti di impiego precedentemente fissati. Attualmente permane il solo divieto di effettuare manovre acrobatiche in formazione stretta. La ditta Alenia sta eseguendo ulteriori indagini per l'individuazione delle misure correttive atte a rimuovere anche quest'ultima limitazione.
Per quanto riguarda il quesito relativo al velivolo caduto in Adriatico il 12 aprile 2001, si rappresenta che le operazioni di ricerca del velivolo hanno avuto inizio il 20 aprile e si sono concluse il 17 settembre 2001, interessando diverse unità della marina militare tra cui quattro cacciamine (nave Lerici, nave Milazzo, nave Numana e nave Alghero), una unità di ricerca oceanografica (nave Magnaghi) ed un velivolo da pattugliamento marittimo. La ricerca del velivolo è stata effettuata con l'ausilio di sonar, ecoscandagli, Mad (Magnetic Anomaly Detector, imbarcato su velivoli da ricognizione), mezzi subacquei filoguidati, operatori subacquei per l'identificazione ottica dei contatti rilevanti. La pianificazione dell'area di ricerca è stata effettuata in base ad accordi con il personale dell'aeronautica militare facente parte della commissione tecnica.
Anche questo caso, per brevità di trattazione, depositerò presso l'Ufficio di Presidenza una scheda che illustra con dovizia di particolari l'intensa attività svolta.
In stretta sintesi, nonostante la ricerca del velivolo precipitato abbia impegnato ininterrottamente numerosi mezzi della marina militare (compresa l'unità di ricerca oceanografica) che, per un periodo di quattro mesi, hanno investigato, in modo assai accurato con tutte le apparecchiature e i sistemi disponibili, ampi tratti
Nella stragrande maggioranza dei casi, gli oggetti presenti sul fondale marino, rilevati a mezzo sonar, si sono rivelati falsi contatti. In una sola occasione le immagini sonar hanno indicato la presenza di un oggetto metallico di dimensioni e forme riconducibili a quelle della carlinga di un velivolo; la successiva esplorazione con veicolo subacqueo filoguidato, effettuata dalla nave Alghero nei giorni immediatamente successivi, ha portato però al rinvenimento di due grosse buche sul fondale, in corrispondenza della citata posizione di presunta scoperta del relitto.
Le operazioni di ricerca sono state senz'altro influenzate dalla elevata attività di pesca nell'area, ancorché le capitanerie di porto avessero diramato le opportune informazioni alle locali marinerie. Non ultimo, la particolare tipologia di pesca (a strascico su bassi fondali) ha inevitabilmente modificato più volte la situazione del fondale in aria.
Circa il numero degli incidenti richiamato nell'ultimo quesito, si osserva che il velivolo AMX, dal suo ingresso in linea avvenuto nel 1989, ha avuto un comportamento che, sotto il profilo sicurezza del volo, può essere definito nella media, se paragonato ai velivoli similari della stessa classe (un caccia tattico monoposto e monomotore).
In generale, il veicolo con un totale di 26 incidenti, di cui 10 sono da considerare gravi (5 hanno, infatti, causato il decesso del pilota), presenta un rateo di 0,79 incidenti per 10 mila ore di volo (1989-2001), in linea con i dati relativi ad aviogetti della stessa categoria.
È certo, comunque, che nell'anno 2001 appena concluso si sia verificata una notevole impennata con 3 incidenti gravi. Dai primi risultati pervenuti dalle commissioni di investigazione la perdita del velivolo, tranne e solo parzialmente in un caso, non parrebbe addebitabile ad avarie tecniche, bensì a problematiche umane, legate al disorientamento in volo.
Rimane, però, un problema finale che il sottosegretario Bosi, con assoluta puntualità, ha condiviso: nel 2001 gli incidenti gravissimi con la morte del pilota, relativamente all'aereo AMX, hanno registrato - come ha affermato il sottosegretario - un'impennata eccezionale.
Direi che se dovessimo stare alle statistiche, l'indice statistico di questi incidenti non è più sopportabile, dal momento che nel 2001 ci sono stati tre incidenti che hanno visto l'8 febbraio 2001 in Lancenico, frazione di Villorba, un cacciabombardiere AMX dell'aeronautica militare disintegrarsi al suolo, con la morte del pilota Davide Franceschini, di 36 anni, sposato e padre di tre figli, maggiore dell'aeronautica ed espertissimo pilota. Egli aveva partecipato, a bordo dell'AMX, ad una serie di operazioni sia in Bosnia che in Kosovo ed è morto dopo aver tentato di salvarsi lanciandosi dalla carlinga. Il secondo gravissimo incidente, avvenuto nel 2001, è quello del 12 aprile al largo di Rimini dove si è inabissato un altro AMX ed il pilota Giuseppe Carrone, 28 anni, ha perso la vita. Il terzo gravissimo incidente è dell'agosto
Ritengo di dissentire su un dato, signor rappresentante del Governo: non è possibile, per una questione statistica, che questa impennata di gravissimi incidenti possa essere attribuita, in ogni caso, ad errore umano del pilota. Infatti, le statistiche, ma soprattutto i numeri, sono argomenti testardi. Tre incidenti che si realizzano a distanza di pochissimo tempo l'uno dall'altro, alcuni addirittura intervallati da poche settimane l'uno dall'altro, sullo stesso aereo AMX, che vedono come protagonisti il miglior pilota dell'Aeronautica militare italiana, Davide Franceschini, con migliaia di ore di volo nella sua esperienza professionale, e subito dopo in condizioni diverse, un aereo AMX che si inabissa al largo di Rimini ed un altro che si schianta in provincia di Campobasso, pongono qualche problema nell'individuazione dell'errore umano quale causa.
Signor rappresentante del Governo, non sfuggirà alla sua sensibilità, ma anche alla logica comune, che non è assolutamente possibile che tutti e tre gli incidenti siano riconducibili ad un errore umano. Soprattutto per un aereo che, come il sottosegretario ha, con estrema puntualità e lealtà avuto modo di dimostrare, nella sua storia di aviogetto dell'aeronautica militare italiana ha fatto registrare in misura maggiore momenti di preoccupazione, sottoposto a revisione per una serie di difetti di fabbricazione, al timone, al motore e alla carlinga, per quanto riguarda l'usura del materiale, e con momenti di ripetuto collaudo e di modifica per quanto riguarda difetti costruttivi, piuttosto che momenti di utilizzo in assoluta serenità.
Tanto è vero che il primo ed eclatante incidente, anche questo troppo superficialmente attribuito ad errore umano, ha visto l'AMX cadere, con la morte del pilota, maggiore istruttore pilota dell'Aeronautica militare, nel 1984, quando questo velivolo faceva il suo ingresso nella flotta dell'aeronautica militare italiana.
Signor rappresentante del Governo, lei converrà con me che vi è una grande preoccupazione nell'arma azzurra.
Vi è una grande preoccupazione fra i piloti e vi è un grande sconcerto fra i familiari delle vittime, nonostante si condivida il fatto che questo AMX è un aviogetto nato male e vissuto peggio, per il quale vi è stata la continua necessità di revisioni radicali a parti costruttive assolutamente decisive ed importanti per la navigazione aerea, come la solidità della carlinga, l'usura dei materiali, il timone di direzione, e via dicendo. Ebbene, nonostante questo, le nostre autorità aeronautiche non sono pervenute a una soluzione che stabilisse una volta per tutte se questo aereo, per caso - come si è sostenuto in questa trasmissione televisiva - non abbia soprattutto un difetto costruttivo, nel senso che sia una Ferrari con un motore di una Cinquecento e non sia assolutamente adatto, proprio per la bassa potenza del propulsore, a svolgere quelle attività aeronautiche per cui l'aeronautica italiana, pagando con il denaro e non certamente con le promesse, lo ha comprato nel momento in cui lo ha scelto.
Signor sottosegretario, lei ha detto una cosa importantissima e gliene sono grato e cioè che con questo aereo, per un lungo periodo, è stato vietato effettuare alcune manovre aviatorie particolarmente significative: voli a bassa quota, voli in formazione stretta e rifornimento in volo. Non sfuggirà alla sua esperienza di rappresentante del dicastero della difesa che questo aereo è stato acquistato dall'Italia, dal Ministero della difesa, dall'aviazione militare, come cacciabombardiere ricognitore tattico, con una caratteristica cioè che lo deputava proprio ai voli a bassa quota, voli in formazione stretta e rifornimento in volo. Ora, se ad un certo punto si dice che un cacciabombardiere che abbiamo sul groppone dal 1984, che ha avuto tanti incidenti e che ha visto morire il fior fiore dei piloti italiani (al di là di tutti i difetti costruttivi che sarebbero stati risolti attraverso modifiche strutturali e superati), è pericoloso per i voli a bassa quota, è come se si dicesse che un'automobile,
Infatti, signor sottosegretario, se lei fa una ricognizione degli incidenti gravi - ed anche di quelli meno gravi - vedrà che l'aereo è sempre caduto nel volo a bassa quota, quando non è riuscito a superare, ad esempio, un'altura; non è caduto certamente per errore umano, perché nel Tirreno non è caduto per un errore umano, a Campobasso non è caduto per un errore umano, non è caduto per un errore umano quando al timone vi era Davide Franceschini, il maggiore dell'aeronautica più esperto della nostra aviazione militare.
È caduto sempre quando vi era un pericolo, determinato da un difetto costruttivo, che aveva già fatto stabilire, alla nostra aviazione militare, per la sicurezza dei piloti - per le tantissime avarie che erano state denunciate che, per fortuna, non avevano portato al disastro aviatorio - che questi aviogetti erano pericolosi nei voli a bassa quota, nei voli in formazione stretta, ed erano pericolosissimi per il rifornimento in volo.
Quindi, se le cose stanno in questo modo (e il Governo italiano, attraverso questa risposta che gli fa grande onore, ha dimostrato un'assoluta lealtà e puntualità nel fornire una serie di dati, compresi quelli riguardanti riunioni segrete degli alti vertici dell'aeronautica, che si erano posti il problema dell'estremo pericolo che l'utilizzo di questo aviogetto procurava alla sicurezza dei piloti), mi domando - lo chiedo a lei, sottosegretario, al ministro Martino, al Presidente del Consiglio, a tutto il Governo - se sia possibile continuare a nasconderci tutti dietro il dito di improbabili responsabilità di errori umani o di situazioni diverse, quando gli argomenti testardi dei numeri e della statistica confermano denunce, già largamente verificate dei responsabili dell'aeronautica militare, rispetto al fatto che questo sia un aviogetto certamente pericoloso. Ma, nonostante tutti gli accorgimenti che, con benemerenza, sono stati immaginati e realizzati, nonostante tutte le modifiche, quest'aviogetto, appena l'anno scorso, ha stroncato la giovanissima vita di tre professionisti del volo dell'aeronautica militare.
La domanda conclusiva la rivolgo a nome dei familiari delle vittime e dei piloti dell'Arma azzurra; è lo stesso quesito che questi piloti si pongono ogni volta che assumono il comando di quest'aereo, ossia se torneranno alla base, se l'aviogetto riuscirà a compiere un volo a bassa quota, senza creare problemi, se avrà il propulsore adeguato per superare, proprio nelle ricognizioni tattiche, quegli ostacoli che, naturalmente, si pongono davanti ad un pilota militare al comando di un apparecchio di questo genere. Poiché, dopo questi campanelli di allarme, non è più consentito, immaginare che quest'aereo mantenga un rapporto sopportabile fra il numero degli incidenti occorsi e l'attività di volo espletata - anche in sintonia con i crismi di sicurezza internazionale -, credo che il Governo, il ministro della difesa, il comando generale dell'arma aerea debbano assumere delle determinazioni, magari dolorose, magari dispendiose, rispetto all'utilizzo di un aereo che ha segnato di troppi lutti, assolutamente insopportabili sia per le famiglie sia per l'Arma azzurra, nella sua non lunga carriera, iniziata male e conclusasi ancora peggio, soprattutto per l'anno 2001.