Allegato A
Seduta n. 98 del 14/2/2002


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(Sezione 4 - Diffusione di pratiche islamiche in Italia)

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
come riportato in data 6 febbraio 2002 dal quotidiano Libero, sono emerse chiare prove dell'esistenza in Italia, a Cremona, di una vera e propria madrasa, senza che l'amministrazione comunale della città adotti i più elementari provvedimenti per ristabilire la legalità, ipotizzando anzi addirittura la possibilità che la sottrazione degli studenti agli obblighi di legge possa rientrare nelle prerogative dei genitori. Nella scuola coranica clandestina, evidentemente sottratta alla giurisdizione italiana, vengono prodotti insegnamenti esclusivamente in lingua araba secondo i principi della sharia, la legge islamica, che rappresenta una commistione di dettami religiosi, precetti giuridici e sociali di cultura araba;
simili scuole di diffusione della legge islamica, coperte dallo status diplomatico di diversi Paesi arabi per aggirare i vincoli della normativa italiana, sono diffuse in numerose città italiane, da Trapani a Milano;
si ha notizia dalle cronache nazionali dell'attività di tribunali islamici che giudicano secondo i dettami della sharia, come nel caso del cittadino marocchino accusato di furto e punito con l'amputazione delle dita di una mano;
anche in altri Paesi europei, quali Francia e Belgio, è provata l'esistenza di una rete di tribunali islamici attivi all'interno delle comunità musulmane, che infliggono pene secondo la tradizione della sharia;
è ancora diffusa fra le comunità islamiche la pratica di punire crudelmente i membri colpevoli di apostasia, tanto che il Governo francese nel luglio 2000 ha pubblicamente chiesto alla comunità islamica la cessazione di tale pratica;
la disumana usanza tribale dell'infibulazione è largamente praticata anche in Italia, considerato che, secondo quanto


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emerso in un convegno organizzato dalla provincia di Roma nella scorsa primavera, sarebbero circa diecimila le bambine infibulate nel nostro Paese -:
se il Governo sia a conoscenza dell'entità e della diffusione dei fenomeni riferiti e se intenda predisporre misure per controllare e contrastare tali pratiche contrarie alle leggi nazionali.
(2-00240)«Polledri, Cè, Bricolo, Gibelli».
(12 febbraio 2002)