Allegato A
Seduta n. 58 dell'8/11/2001


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...

(Sezione 7 - Sospensione dei bombardamenti in Afghanistan)

G)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
più di due settimane di operazioni militari in Afghanistan hanno provocato il ferimento


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e l'uccisione di diverse centinaia di civili, oltre alla distruzione dell'ufficio di un'agenzia per lo sminamento delle Nazioni unite, della sede della Croce rossa internazionale a Kabul, nonché della sede della televisione americana Cnn a Kandahar;
secondo il Programma alimentare mondiale, ammonta già a sette milioni e mezzo, un terzo della popolazione afgana, tra profughi usciti dall'Afghanistan, sfollati che si trovano all'interno del Paese e civili messi in fuga dai recenti raid anglo-americani, il numero delle persone che necessitano di soccorsi umanitari urgenti e l'arrivo dell'inverno è destinato ad aggravare ulteriormente le difficoltà di portare assistenza alle popolazioni da parte delle organizzazioni internazionali preposte. Il Programma alimentare mondiale ha chiesto urgentemente duecentocinquantasette milioni di dollari al mese per alleviare la penosissima situazione della popolazione afgana;
le ripercussioni a livello internazionale della campagna di bombardamenti sull'Afghanistan sono sempre più pesanti, soprattutto in Medio Oriente, dove il conflitto tra Israele e Palestina sta entrando in una nuova fase di escalation, nell'area del Golfo, dove equilibri già precari rischiano di essere compromessi, in Africa, in paesi come la Nigeria, dove la settimana scorsa, nel corso di alcune manifestazioni più di duecento persone sono rimaste uccise o in Asia, nella regione del Kashmir, dove sono ripresi più violenti i combattimenti tra India e Pakistan, nello stesso Pakistan dove ci sono state numerose proteste di piazza contro i bombardamenti che hanno provocato morti e feriti, in Indonesia, il più grande Paese islamico del mondo dal punto di vista numerico, nelle Filippine, in Malaysia e in moltissimi altri Paesi nei quali i bombardamenti in atto trovano sempre più oppositori tra le popolazioni e Bin Laden diversi simpatizzanti della sua attività terroristica;
è infatti specialmente in Paesi che versano in situazioni economiche, politiche e sociali difficili, dove parte minoritaria o maggioritaria della popolazione è di religione islamica, che non è da escludersi possa aumentare il sostegno a Bin Laden e al terrorismo, percepito come una possibile via di riscatto per far valere le proprie istanze di giustizia di fronte all'indifferenza del mondo occidentale;
al di là degli appelli strumentali alla jihad lanciati pubblicamente dallo stesso Bin Laden, la sfida lanciata dai terroristi riguarda anche il controllo delle immense risorse energetiche dell'area, dalla penisola arabica (che detiene più del venticinque per cento delle riserve petrolifere del mondo) passando per il mar Caspio (dove si trovano giacimenti di gas e di petrolio) all'Asia centrale: ed è proprio attraverso l'Afghanistan che dovrebbe passare un tratto di un gas-oleodotto lungo 1.646 chilometri a partire dal Turkmenistan fino al Pakistan, estensibile di 750 chilometri fino all'India;
il Governo italiano si è impegnato a fianco degli americani nella lotta contro il terrorismo ed ha dichiarato la propria disponibilità a fornire assistenza alle operazioni militari e non può sottrarsi al compito di dare il proprio contributo per affrontare tempestivamente la gravissima crisi umanitaria in Afghanistan e la ricostruzione del Paese, che da troppi anni vive enormi difficoltà economiche, politiche e sociali;
il Presidente del Consiglio dei ministri ha inoltre dichiarato di voler lanciare un «Piano Marshall» per sostenere il processo di pace in Medio Oriente, dove il conflitto tra Israele e Palestina sta entrando in una nuova fase di escalation, anche per via dell'attuale crisi internazionale;
l'Unione europea non può e non deve rinunciare ad avanzare una propria proposta politica per la soluzione della crisi in atto e sta invece perdendo coesione, anche a causa di iniziative umanitarie da parte di Gran Bretagna, Francia e Germania -:


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se il Governo non ritenga opportuno adoperarsi, anche nel quadro dell'Unione europea e in sintonia con le richieste provenienti da più parti, per una sospensione dei bombardamenti in corso, al fine di consentire l'invio in tempi brevissimi di aiuti umanitari alla popolazione afgana, nonché per l'intensificazione dell'iniziativa diplomatica, attivandosi in modo particolare per aprire uno spazio per la ricostruzione dell'Afghanistan, per portare al più presto la pace in Medio Oriente, per togliere le sanzioni anche all'Iraq, riqualificando e ridando vigore agli strumenti della cooperazione allo sviluppo su vasta scala, anche per impedire l'ulteriore allargarsi della conflittualità e il dilagare della violenza in tutta l'area interessata e per togliere ogni sostegno alla propaganda della rete terroristica di Bin Laden.
(2-00110)
«Cima, Pecoraro Scanio, Bulgarelli, Cento, Lion, Zanella, Boato».
(23 ottobre 2001).