Allegato B
Seduta n. 50 del 22/10/2001


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SALUTE

Interrogazione a risposta orale:

ROCCHI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
in Italia sono aperte al pubblico alcune strutture che detengono, anche a fini spettacolari, numerosi esemplari appartenenti a più specie di delfini;


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come riportato in numerosi atti e denunce formulate da associazioni animaliste, si sono verificati negli ultimi dieci anni decine di decessi di delfini oggetto, in parte, di procedimenti penali per violazione dell'articolo 727 del codice penale sul maltrattamento di animali;
il giorno 4 ottobre 2001 è fissata presso il tribunale di Verona la prima udienza contro proprietari, addestratori e veterinari del parco divertimenti denominato «Gardaland» in Castelnuovo del Garda per reati relativi al maltrattamento ed in alcuni casi al decesso di delfini;
uno dei veterinari consulenti di Gardaland rinviati a giudizio, Dottor Taylor David, ha eseguito gli esami autoptici di alcuni delfini morti nella struttura di Riccione denominata Adriatic Sea World, ove risultava la massiccia presenza, in modo particolare nel delfino Clyde esaminato il 4 settembre 1995, delle tossine mortali prodotte dal batterio Pseudomonas aeruginosa, diagnosticandone però la non pericolosità per gli altri delfini e le persone che vi lavorano a stretto contatto;
il batterio Pseudomonas aeruginosa risulta essere incluso tra i ceppi antibiotico resistenti ed ha recentemente causato in Italia alcune morti tra le persone soprattutto in condizioni di potenziale promiscuità ambientale;
in tutte le strutture adibite a delfinari in Italia esiste una forte promiscuità tra addestratori e delfini e tra questi e lo stesso pubblico sottoposto agli spruzzi e all'aerosol che si solleva dalle vasche durante gli spettacoli;
il 1o agosto 2000 sarebbe morta, presso il delfinario di Fasano (Puglia), gestito ora dallo stesso proprietario del delfinario di Riccione, una delfina gravida;
gli spettacoli con animali, soprattutto se particolarmente evoluti come i delfini, sono da considerarsi antieducativi per la ridicolizzazione che viene fatta della loro natura oltre che per gli spazi ristretti ove sono costretti;
gli spazi riservati ai delfini sono talmente piccoli da privare di significato ogni tipo di ricerca scientifica, che da sola permette di ottenere l'autorizzazione alla detenzione dei mammiferi marini protetti dalla Convenzione di Washington sul commercio internazionale di specie di flora e fauna in via di estinzione, Convenzione alla quale anche l'Italia ha aderito;
in Italia sono in fase di progettazione altri delfinari, tra cui quello previsto per il parco tematico di Torvajanica, comune di Pomezia (Lazio) -:
il numero di delfini presenti in Italia ed i rispettivi luoghi di detenzione, nonché la causa dei decessi registrati negli ultimi dieci anni;
se il ministero della salute è al corrente delle morti a seguito di malattie batteriche dovute a ceppi antibiotico resistenti e se a tale causa è ascrivibile la morte di una delfina gravida il 1o agosto 2000 presso il delfinario di Fasano;
se il Ministro della salute non intenda avviare un monitoraggio in tutte le strutture che in Italia detengono delfini, disponendo l'esame batteriologo delle acque dove sono detenuti i delfini;
se il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio non intenda bloccare ogni ulteriore importazione di delfini per le strutture italiane ed in modo particolare dei dieci animali provenienti dal Portogallo per il futuro delfinario di Pomezia e per i quali risulta essere già stata presentata la documentazione presso l'Autorità scientifica Cites del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.
(3-00344)

Interrogazioni a risposta scritta:

BULGARELLI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in seguito ad un sopralluogo effettuato su mandato della procura della Repubblica di Milano il 22 marzo 2001 presso il dipartimento di Fisiologia dell'Università di Milano presso l'Ospedale


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Luigi Sacco in via G.B. Grassi 74 sono stati rinvenuti all'interno dello stabulario quattro gatti, undici conigli e una quindicina di topi in attesa di essere vivisezionati mediante l'asportazione della calotta cranica e l'impianto di elettrodi nel cervello per effettuare studi sul sonno tramite la stimolazione elettrica;
già ventisette gatti d'età compresa tra i quattro mesi e i quattro anni sono stati sottoposti a questa crudele tortura e poi soppressi;
considerando le numerose normative comunitarie interne, nonché le convenzioni internazionali sulla tutela ed il benessere degli animali, in particolar modo di quelli domestici -:
se esista un autorizzazione per l'utilizzo di questi animali in questa specifica sperimentazione, quale sia il numero totale dei gatti utilizzabili sulla base dell'eventuale autorizzazione e quanti sono stati utilizzati e quali soppressi;
se siano stati valutati metodi alternativi alla sperimentazione animale e se questi siano stati considerati dall'Istituto superiore della sanità;
se questi esperimenti di neurofisiologia siano da considerarsi utili in quanto applicabili alla fisiologia umana;
se, nel caso sussistano elementi di irregolarità, intenda adottare dei provvedimenti per interrompere urgentemente la situazione sopra descritta.
(4-01103)

VALPIANA. - Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
da mercoledì 3 ottobre 2001 è stato sospeso il conferimento del latte dell'azienda agricola Faustini, con sede in Brescia - via Malta 36, alla Centrale del Latte di Brescia;
la motivazione della sospensione si baserebbe sul fatto che nel latte prodotto dall'azienda agricola Faustini di Brescia è stato ritrovato policlorobifenile (PCB) in quantità assai superiori ai limiti consentiti dalla normativa vigente;
le analisi sono state effettuate dalla Centrale del Latte di Brescia ed ora si è in attesa della verifica fatta dalla Asl;
la casualità delle analisi condotte dalla Centrale del Latte pone un serio interrogativo sulla qualità delle analisi eseguite in passato sul latte alla ricerca di policlorobifenile;
potrebbe essere reale il rischio che per molto tempo, ed essendo l'azienda Faustini una storica conferitrice di latte alla Centrale del Latte di Brescia, possa avere prodotto latte inquinato da policlorobifenile e che questo sia finito al consumo -:
se i ministri interrogati siano a conoscenza del risultato delle analisi della Centrale del Latte di Brescia sul latte prodotto dall'azienda Faustini;
se la verifica effettuata dalla Asl di Brescia abbia dato esito positivo;
se non ritengano di procedere a indagini approfondite nella zona di Brescia al fine di verificare la presenza di policlorobifenile nella zona;
se negli anni passati la Asl di Brescia abbia condotto analisi sul latte prodotto e con quali risultati, in particolare sulla presenza di policlorobifenile.
(4-01106)