Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 23 del 25/7/2001
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(Chiusura degli impianti Snia in Valbasento - n. 3-00015)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le attività produttive, onorevole Valducci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Molinari n. 3-00015 (vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni sezione 2).

MARIO VALDUCCI, Sottosegretario di Stato per le attività produttive. La Caffaro Spa, società appartenente al gruppo Snia, opera nel campo dell'imballaggio alimentare flessibile, producendo pellicole e film in nylon ed in poliestere, anche tramite la controllata Emblem Spa. Gli uffici commerciali ed amministrativi sono siti a Cesano Maderno, mentre gli impianti produttivi si trovano a Ceriano Laghetto in provincia di Milano e a Pisticci Scalo in provincia di Matera. La società dispone di un organico complessivo di 213 dipendenti di cui 56 presso lo stabilimento di Pisticci. L'azienda è leader europeo nel settore del film nylon che rappresenta per la società


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il core business. Nel ciclo di produzione viene utilizzato, come intermedio base, il polimero di nylon.
L'attività di autoproduzione di polimero, peraltro totalmente subalterna al prodotto finale, era sinora realizzata interamente sia nello stabilimento di Ceriano Laghetto sia in quello di Pisticci. In particolare, a Pisticci il polimero veniva prodotto in un più che datato impianto di polimerizzazione, realizzato negli anni settanta dalla precedente gestione Enichem. Da tempo, tuttavia, il polimero autoprodotto non è più in grado, per qualità e costi, di confrontarsi con il polimero prodotto da altre società di polimerizzazione specializzate, dotate di impianti di grandi dimensioni di nuova concezione tecnologica. Ciò penalizza gravemente la competitività del prodotto finale di film nylon della Caffaro Spa.
La società è, pertanto, addivenuta alla decisione di cessare l'autoproduzione di polimero e di alimentare le proprie produzioni di film nylon con polimero d'acquisto nettamente superiore per qualità e di minor costo, seguendo un normale trend di focalizzazione sul proprio core business. Tale indirizzo produttivo si è reso indispensabile per garantire continuità e successo, in un contesto competitivo ove è necessario il concentrarsi per specializzazione su ciò che si riesce a far bene, anziché disperdere risorse ed energie su attività collaterali penalizzanti.
Questo nuovo indirizzo produttivo non sta a significare necessariamente un processo di deindustrializzazione, ma evoluzione ed adeguamento di un'azienda al contesto di mercato. Infatti, nello stabilimento di Pisticci sono contestualmente previsti interventi di rafforzamento della produzione di film attraverso investimenti mirati ad aumentare le capacità produttive ed a migliorare l'efficienza del sito. In tal senso la fermata delle polimerizzazioni non determina eccedenza di personale, in quanto lo stesso potrà essere adibito alle attività suddette ed integrato in una nuova organizzazione del lavoro, sulla quale è in corso il confronto fra azienda e organizzazioni sindacali.

PRESIDENTE. L'onorevole Molinari ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, prendo atto della risposta del sottosegretario dicendo che l'episodio da cui parte la mia interrogazione e, quindi, la richiesta di delucidazioni al Governo è solo uno dei tanti che evidenziano una palese incongruità di comportamenti da parte degli imprenditori, in questo caso della Snia, circa la loro presenza produttiva nel Mezzogiorno.
Lei sa che la reindustrializzazione della Valbasento parte da molto lontano, e precisamente dal 1987, con la definizione del primo accordo di programma sottoscritto a livello nazionale: era l'avvio della cosiddetta programmazione negoziata. Si trattava di riconvertire un polo importante della chimica di base dopo la decisione da parte dell'ENI di dismettere gli impianti di Pisticci.
Nel settembre 1990 giunse la SNIA a rilevare gli impianti di fibre e ad insediarsi in Valbasento: ad oggi è il principale gruppo presente nell'area della Valbasento, soprattutto per numero di occupati. Tuttavia, nonostante abbia siglato un contratto di programma, che resta disatteso in alcuni punti importanti, la SNIA da un po' di mesi a questa parte, accanto ad una serie di annunci di investimenti - come lei stesso ha confermato - fa seguire comportamenti diversi come nel caso della decisione di chiudere gli impianti di polimerizzazione. Sappiamo benissimo che l'interesse della SNIA non è più incentrato sui film e sulla chimica tradizionale. L'interesse è stato spostato su altri settori della produzione soprattutto preannunciando investimenti all'est. Ciò provoca disagi soprattutto in termini di crisi occupazionale e produttiva in Valbasento.
Nonostante i diversi meccanismi di incentivazione a disposizione delle imprese che si insediano nel Mezzogiorno e nonostante la SNIA sia insediata da oltre dieci anni a Pisticci, non è logicamente comprensibile perché il primo gruppo della chimica privata nel paese decida di investire nell'est Europa. È ovvio che questa


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strategia di impresa potrebbe determinare - da qui nasce la mia interrogazione - un progressivo disimpegno del gruppo della Valbasento come, del resto, più volte denunciato dalla stessa organizzazione.
La sua risposta in parte mi rassicura perché è in atto questo confronto e, quindi, la volontà della SNIA di restare in Valbasento e di riconvertire sia gli occupati sia gli impianti. L'invito che rivolgo al sottosegretario e, quindi, al Governo è di sorvegliare affinché la SNIA mantenga gli impegni. Come dicevo prima, infatti, ad impegni assunti nel passato spesso, nei fatti, seguivano comportamenti diversi. Mi dichiaro, comunque, soddisfatto e ringrazio il sottosegretario.

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