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La seduta, sospesa alle 17, è ripresa alle 20,10.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sulla situazione dell'ordine pubblico a Genova.
Dopo l'intervento del ministro dell'interno, onorevole Claudio Scajola, avranno luogo gli interventi dei rappresentanti dei gruppi per cinque minuti ciascuno. È previsto un tempo aggiuntivo per il gruppo misto.
Ha facoltà di parlare il ministro dell'interno, onorevole Claudio Scajola.
CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho accolto immediatamente l'invito rivoltomi dal Presidente di questa Assemblea di venire a riferire sulla gestione dell'ordine e della sicurezza pubblica in occasione del G8 di Genova e sul gravissimo episodio avvenuto ieri, che deve essere condannato in modo fermo ed univoco.
Chiarirò anche alcune questioni sollevate dagli onorevoli Giordano, Elio Vito, Ruzzante, Pecoraro Scanio, Lettieri e Santino Adamo Loddo.
Prima di svolgere una ricostruzione dei fatti relativi all'attentato, nei limiti dovuti alla riservatezza delle indagini in corso, desidero esprimere la più profonda solidarietà
del Governo al giovane carabiniere ausiliario Stefano Storri rimasto ferito, all'Arma dei carabinieri ed in generale a tutti gli appartenenti alle forze di polizia che garantiscono con abnegazione (Generali applausi, cui si associano i membri del Governo - L'Assemblea si leva in piedi) ed alto senso del dovere la sicurezza di tutti cittadini.
Ieri, alle ore 10,30, a Genova, una portalettere consegnava una voluminosa busta chiusa al carabiniere Storri che svolgeva servizio di ricezione al pubblico presso la caserma della stazione di Genova San Fruttuoso. Il militare, che conosceva personalmente la donna, ricevuta la busta indirizzata al reparto, del tutto simile a quelle che frequentemente pervengono alle stazioni per la consegna in forma anonima di documenti rubati o smarriti, la riponeva sulla scrivania di un locale abitualmente utilizzato per il deposito della posta, per aprirla, quindi, pochi minuti dopo. La busta conteneva un portafoglio da donna che esplodeva non appena aperto.
Al carabiniere, immediatamente ricoverato presso l'ospedale San Martino, venivano riscontrate escoriazioni ed ustioni al volto e al torace, con ritenzione di piccoli frammenti anche all'occhio destro, motivo per il quale veniva operato; l'intervento chirurgico consentiva di ricucire la cornea.
Il militare è stato dichiarato guaribile dai sanitari dell'ospedale in quaranta giorni.
Al momento l'attentato non è stato ancora rivendicato.
Le prime ipotesi investigative inducono a ritenere che l'area anarchico-insurrezionalista, l'organizzazione rivoluzionaria anarchica insurrezionalista, possa essere coinvolta nell'episodio in ragione di analogie riscontrate in precedenti atti criminosi attribuiti allo stesso gruppo, apparso per la prima volta nel nostro paese sul finire degli anni ottanta, quando un nucleo di anarchici riconobbe la validità delle pratiche della lotta sovversiva contro lo Stato.
I primi accertamenti sull'ordigno hanno consentito di individuare il meccanismo di innesco a molla mentre sono in corso gli esami per accertare la composizione effettiva dell'esplosivo.
Risulta che la busta sia stata spedita da località diversa da Genova. Ieri sera è stato altresì segnalato il ritrovamento di una valigetta presso lo stadio Carlini, area adibita alla accoglienza degli aderenti al Genoa social forum. L'informazione è stata fornita telefonicamente alla questura di Genova verso le ore 19 da Chiara Cassurino, nota esponente del movimento «tute bianche». Dalla valigetta in plastica nera, sigillata con silicone, fuoriuscivano alcuni fili elettrici collegati ad un orologio al quarzo. Gli artificieri antisabotaggio, prontamente intervenuti, hanno proceduto alla disattivazione dell'ordigno utilizzando il cannoncino ad acqua. Il successivo sopralluogo ha permesso di accertare che l'ordigno era stato assemblato collegando l'orologio ad un relais e ad una batteria del tipo utilizzato normalmente per i motocicli, in modo tale da innescare due vasetti in vetro pieni di liquido infiammabile. Anche su questo episodio e sulle sue modalità, che possono essere definite «molto artigianali», sta indagando l'autorità giudiziaria con l'ausilio della Polizia di Stato.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, non è stato questo Governo a scegliere Genova, città splendida, che merita di essere il palcoscenico di un avvenimento internazionale così rilevante. Tuttavia, certamente, rispetto ad altre località della penisola, essa offre condizioni meno agevoli per l'organizzazione dei servizi di ordine pubblico.
Con correttezza istituzionale, per garantire la continuità nell'attuazione di decisioni già assunte, si è deciso di effettuare ogni sforzo - ne ha dato prova lo stesso Presidente del Consiglio Berlusconi recandosi più volte personalmente sul luogo degli incontri - affinché il G8 possa svolgersi nelle condizioni migliori. Ciò comporta: assicurare il regolare svolgimento del summit garantendo ai capi di Stato e di Governo e a tutte le delegazioni di partecipare in condizioni di completa sicurezza; tutelare i diritti e l'incolumità dei
genovesi, e, più in generale, di tutte le persone che, a qualsiasi titolo, si troveranno a Genova in quei giorni; garantire la libertà di manifestazione durante le giornate della conferenza a tutti coloro che pacificamente esprimeranno le loro opinioni nel pieno rispetto della legalità; agire con il massimo rigore nell'azione di contrasto verso quella esigua minoranza violenta di persone che cercasse di turbare il sereno svolgimento delle manifestazioni; offrire piena fiducia all'azione delle forze dell'ordine nel loro insieme e a tutte le altre strutture degli enti territoriali che già da mesi lavorano per la buona riuscita del G8.
È noto che la linea scelta dal Governo è stata quella del dialogo tradotta nel principio secondo cui il dissenso venga manifestato a Genova, proprio nella città del vertice e non altrove negli stessi giorni di svolgimento del summit. Quindi, né prima né dopo, ma in contemporanea con il G8. Questo è bene ribadirlo! Il global forum avrà in tal modo la massima visibilità.
Sono state messe a disposizione nella zona di Levante, che non può essere certamente considerata una zona periferica, due strutture sportive - gli impianti Carlini e Villa Gentili - e attrezzate due scuole situate nelle vicinanze, per consentire l'accoglienza ai partecipanti. È stato garantito lo svolgimento di una serie di manifestazioni e riunioni, tra le quali segnalo il corteo dei migranti del 19 luglio, il corteo internazionale del 21 luglio - per il quale è prevista una partecipazione di decine di migliaia di persone - e di tante altre manifestazioni tematiche in piazza.
Genova ha diritto di vivere il più possibile in modo sereno i giorni del vertice. La città - alla quale, peraltro, sono state destinate consistenti risorse finanziarie per opere di riqualificazione, di manutenzione, di arredo urbano - subirà inevitabilmente disagi, di fronte ai quali sarà certamente necessaria da parte dei cittadini una buona dose di senso civico e di pazienza. Si sta compiendo comunque ogni sforzo affinché l'accoglienza delle delegazioni, dei numerosi ospiti, delle migliaia di giornalisti e dei manifestanti avvenga nel modo migliore, con il necessario concorso e sostegno degli organi di governo locale. Questi ultimi, a cominciare dal comune di Genova, sono stati pienamente coinvolti nelle iniziative di confronto con i movimenti antiglobalizzazione e hanno espresso piena e convinta adesione alla linea del dialogo e alle misure assunte dal Governo.
Desidero ricordare che per le spese di accoglienza il Parlamento pochi giorni fa, a larghissima maggioranza, ha stanziato 3 miliardi. È stato inoltre attivato presso la prefettura di Genova un tavolo permanente di concertazione, di cui fanno parte anche i rappresentanti degli enti territoriali, per risolvere i problemi di accoglienza.
Come ho già detto, i disagi per la città sono stati valutati e sono state studiate le possibili soluzioni per limitarli al minimo. Oltre al rilascio di pass autorizzativi all'accesso alla zona rossa, destinati ai residenti o ai dimoranti di fatto, a chi vi lavora o svolge servizi inderogabili di pubblica utilità, portatori di handicap e medici, è stata prevista la possibilità di rilasciare autorizzazioni temporanee in caso di gravi motivi. Sono stati lasciati aperti 13 varchi di accesso alla zona rossa, di cui 6 per veicoli, 6 pedonali ed uno riservato ai giornalisti. Sono stati poi concordati con gli operatori del settore economico, compatibilmente con le esigenze di sicurezza, i tempi delle interdizioni e le soluzioni alternative per alleviarne gli effetti. È stata acquisita la disponibilità dei porti delle città limitrofe e sono stati individuati attracchi esterni all'area marittima interessata.
Per quanto riguarda gli aiuti al settore produttivo, con la legge n. 251 del 3 luglio 2001 è stato convertito il decreto-legge n. 160 del 3 maggio 2001, recante ulteriori finanziamenti per la Presidenza italiana del G8 nell'anno 2001 e per il vertice di Genova. Tale provvedimento ha consentito di garantire maggiori livelli di sicurezza per le delegazioni e di predisporre in tal senso strutture di avanzato livello tecnologico. È stata inoltre prevista la sospensione
dei termini legali e convenzionali che verranno a scadere nel periodo compreso tra il 16 e il 22 luglio, per ridurre i disagi che, in relazione alle difficoltà inevitabili, i cittadini potranno incontrare per accedere a banche, uffici postali, e così via.
Sarà, altresì, garantita l'integrazione salariale a favore dei dipendenti delle aziende del porto di Genova che resteranno chiuse. In tal modo, si limiteranno i riflessi negativi sui lavoratori delle misure straordinarie adottate per il vertice. Sotto il profilo della prevenzione, è stato deciso l'invio a Genova di oltre 11 mila unità delle forze dell'ordine, di cui più di 9 mila per compiti operativi e più di 1.700 per attività investigative e logistiche. Questi uomini - unitamente a 2.750 militari delle Forze armate - andranno a rinforzare le forze di polizia già dislocate sul territorio, nel complesso dispositivo di sicurezza che vede lo schieramento totale di quasi 20 mila unità.
A coloro - e, per fortuna, sono pochi - che, oggi, fanno ipotesi risibili - con intelligenza rifiutate dai più - di strategia della tensione, voglio dire che è assurdo parlare, oggi, di servizi deviati. Il paese dispone di servizi affidabili e democratici, il cui problema non è certo la trasparenza, ma ai quali, piuttosto, occorrerà garantire, in tempi brevi, una normativa più adeguata e rispondente alle esigenze di una moderna intelligence.
In un quadro articolato e programmato, è stato dato impulso, su tutto il territorio nazionale, allo svolgimento di mirate attività di intelligence ed infoinvestigative verso settori di particolare interesse: eversione interna ed internazionale, antagonismo e così via. Sono stati intensificati i rapporti internazionali con le altre forze di polizia e con i servizi collegati per un proficuo scambio informativo concernente sia l'aspetto della minaccia terroristica sia quello della partecipazione di manifestanti stranieri alle iniziative contestative preannunciate.
È anche operante, presso la questura di Genova, una struttura operativa composta dai rappresentanti delle forze di polizia dei paesi aderenti al G8 e di altri paesi stranieri, comunque interessati allo svolgimento del vertice.
In relazione alle notizie pervenute sulla possibilità che vengano attuate interferenze nelle radiofrequenze riservate agli operatori di polizia, sono state attuate particolari misure per individuare, rapidamente, i responsabili dell'eventuale azione di disturbo tramite l'uso di sofisticate e recentissime apparecchiature di ricerca.
Le Forze armate - come ho riferito poc'anzi - concorrono, con le forze di polizia, nel complesso dispositivo di sicurezza. Alle stesse sono affidati esclusivamente compiti di presidio di alcuni obiettivi sensibili: porto ed aeroporto. È escluso il loro utilizzo nella gestione dell'ordine pubblico. Saranno garantiti, infine, il sorvolo e la difesa aerea nell'area di 35 miglia nautiche intorno a Genova con l'impiego di sistemi radar fissi e mobili.
Su Genova graviterà un complesso sistema di arrivi e di partenze, legato al traffico ferroviario ordinario e straordinario. È stato, quindi, predisposto un piano che tende a dividere il traffico ordinario da quello straordinario, al fine di garantire una maggiore sicurezza ed agevolare il raggiungimento, da parte dei manifestanti, del luogo di incontro. Il dispositivo è coerente con le stesse esigenze dei partecipanti alle contromanifestazioni.
Sarà in tal modo possibile preventivare ed organizzare l'assistenza ed i servizi al momento della partenza e dell'arrivo. Nel dettaglio, sono previsti in arrivo a Genova ventisette treni straordinari - provenienti uno dalla Francia, sette da Milano, cinque da Roma, tre da Lecce, due da Napoli, due da Firenze, uno da Rimini, uno da Trieste, uno da Termoli, uno da Pescara, uno da Palermo, uno da Brescia ed uno da Torino - che trasporteranno complessivamente, ad oggi, circa 25 mila manifestanti. Proprio per queste ragioni di sicurezza connesse all'elevato afflusso di persone e per evitare commistioni fra il traffico dei manifestanti e quello ordinario, d'intesa con le Ferrovie dello Stato, è stato garantito un
piano che consente, attraverso le stazioni ferroviarie agibili, la libera circolazione.
Oltre a ciò, esattamente com'era stato assicurato - ogni polemica su questo è infondata - è stata studiata, per l'accesso e l'afflusso dei dimostranti, un'apposita pianificazione per la stazione di Genova Brignole, che rimarrà aperta per i soli treni straordinari; il deflusso avverrà dopo la conclusione delle manifestazioni, nella serata del 21 luglio, dalla medesima stazione, con partenza di circa tre, quattro treni ogni ora; per la sosta dei manifestanti in attesa di partenza è allestita un'apposita zona attrezzata; a cura delle Ferrovie saranno allestite, inoltre, due sale operative - una a Genova ed una a Roma - alle quali parteciperanno anche rappresentanti della polizia ferroviaria.
Per quanto riguarda, invece, i caselli autostradali, non sono previste chiusure, ma solo eventuali deviazioni in concomitanza di manifestazioni o cortei.
Il porto di Genova sarà chiuso per un arco di tempo limitato e, pertanto, i manifestanti provenienti da Napoli e dalla Grecia a bordo di navi potranno sbarcare a La Spezia e potranno utilizzare i servizi di trasporto via terra per giungere a Genova. Al momento, è prevista la chiusura del porto dalle ore undici del 18 luglio alle ore ventiquattro del 22 luglio.
Ritengo, in questo modo, di aver dato risposta alle preoccupazioni sollevate in quest'aula da alcuni colleghi parlamentari circa il raggiungimento della città di Genova.
Per quello che riguarda tutti i provvedimenti decisi, compresi quelli concernenti le limitazioni al traffico ferroviario, il 13 luglio scorso ho partecipato, a Bruxelles, ad una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri degli affari interni dell'Unione europea, convocato d'urgenza dalla Presidenza belga proprio per trattare la questione della sicurezza dei vertici internazionali, anche a seguito degli incidenti verificatisi al Consiglio europeo di Göteborg.
In tale circostanza, ho esposto la linea seguita da questo Governo in preparazione del G8 di Genova ed ho potuto constatare, da parte dei 15 paesi europei, in modo unanime, piena condivisione e plauso per le iniziative intraprese e le misure adottate, tanto convinti da ispirare l'approvazione di uno specifico documento comune nel quale le iniziative del Governo italiano sono state assunte come linee guida valevoli per tutti i paesi europei in occasione di analoghi vertici internazionali.
Nell'informare in particolare tutti gli Stati membri delle disposizioni decise per controllare l'afflusso di manifestanti, ho avuto assicurazioni circa la piena collaborazione di tutte le polizie europee nell'attività volta a prevenire episodi di violenza.
In ordine poi alla sospensione degli accordi di Schengen, tale decisione è stata già adottata nel recentissimo passato da Francia, Spagna, Belgio, Lussemburgo e, da ultimo, dall'Austria, in occasione del forum economico mondiale di Salisburgo. È bene precisare, ancora una volta, che l'articolo 2, comma 2, della convenzione sull'applicazione dell'accordo di Schengen stabilisce che, per esigenze di ordine pubblico o di sicurezza nazionale, una parte contraente possa decidere, per periodi limitati, il ripristino dei controlli alle frontiere, che non significa affatto la loro chiusura, come da taluni è stato impropriamente affermato. Questo provvedimento ha comportato la riattivazione di 43 posti di frontiera lungo il confine terrestre con la Francia e l'Austria, nonché dei controlli in tutti gli aeroporti ed i porti. È un impegno importante che vede l'impiego di circa 1.400 unità di rinforzo delle forze di polizia, a cui sono da aggiungere riserve straordinarie per altri 1.500 uomini, da far confluire ai valichi di confine per esigenze di ordine pubblico.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Italia è un paese di alta civiltà e democrazia che resta aperto alla libera circolazione delle persone. A Genova è stata solo applicata la politica del rigore contro i violenti e della sicurezza per tutti, non certo la politica del chiavistello. La violenza non crea ma distrugge, non riunisce ma divide, come bene ha affermato il ministro degli esteri Ruggiero. Le misure adottate consentono di effettuare un adeguato
filtro delle persone che, in analoghe occasioni, si sono particolarmente evidenziate in altri paesi partecipando attivamente ad azioni gravi di turbativa dell'ordine pubblico.
Sotto il profilo operativo, l'iniziativa ha comportato la riorganizzazione dei servizi di controllo al confine italo-francese e italo-austriaco, con contestuale riassunzione dei controlli da parte di tutte le forze di polizia coordinate dalla polizia di frontiera e con il potenziamento di tutti i dispositivi preesistenti ai confini marittimi, terrestri ed aerei. Presso i valichi di frontiera maggiormente interessati dai flussi di ingresso sono stati rinforzati i servizi di polizia stradale e ferroviaria, prevedendo anche attività congiunte con gli omologhi servizi dei paesi confinanti.
Sono stati altresì intensificati i contatti con gli organi informativi di altri paesi al fine di ottenere con tempestività le informazioni sui movimenti dei gruppi antagonisti, nonché di individuare forme coordinate di controlli anche nei territori di origine dei flussi, compatibilmente con le relative e diverse legislazioni nazionali. Allo stesso fine, sono stati disposti all'estero servizi di osservazione nei porti e nelle stazioni ferroviarie più sensibili. Il dispositivo può contare su un consistente impiego di tecnologie aggiuntive e di sofisticati collegamenti radio e telematici installati a bordo di 13 camper dotati di particolare apparecchiatura informatica.
Per garantire le comunicazioni su rete GSM sono stati attivati ponti fissi e mobili. Allo scopo poi di elevare lo standard di sicurezza dei voli diretti in Italia verranno garantite apposite procedure attraverso i competenti organi del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero degli affari esteri finalizzate all'intensificazione dei controlli di sicurezza dei passeggeri e dei bagagli.
Desidero comunicare, infine, che, dal momento del ripristino dei controlli alla frontiera con la sospensione del trattato di Schengen fino a questa mattina, sono stati attuati ben 686 provvedimenti di respingimento nei confronti di persone segnalate in quanto ritenute pericolose. Nella giornata odierna sono proseguite le perquisizioni avviate sin da ieri nelle città di Bologna, Torino, La Spezia, Firenze, Padova e Napoli. Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati: spranghe di legno e di ferro, cubetti di porfido, grandi quantità di bulloni e biglie di acciaio, maschere antigas, rauti, taniche contenenti liquido infiammabile e quant'altro nonché un rilevante quantitativo di sostanze stupefacenti. Un militante anarchico di Bologna è stato tratto in arresto mentre altre cinque persone sono state sottoposte a fermo.
Signor Presidente, il G8 non può essere ridotto ad un problema di ordine pubblico: è un evento positivo, una grande opportunità anche per il nostro paese. Quella che è in gioco è la credibilità non del Governo, non della maggioranza, ma dell'Italia di fronte al mondo. Il Presidente del Consiglio Berlusconi, e con lui l'intero esecutivo, è pienamente consapevole di questa grande responsabilità.
A Genova si incontreranno i Capi di Stato e di Governo democraticamente eletti e quindi pienamente legittimati a rappresentare centinaia di milioni di cittadini. È mai possibile avere paura di accoglierli? Non lo vogliamo credere! Al contrario, dovrà essere garantita la possibilità di discutere serenamente e nelle migliori condizioni di temi importantissimi tra i quali proprio le diseguaglianze tra i paesi più forti e quelli più deboli del mondo, gli stessi temi sui quali, legittimamente, alcune decine di migliaia di manifestanti vorranno esprimere la loro diversa opinione.
Il Governo conta quindi sulla collaborazione di tutte le forze democratiche del paese, non solo per una buona riuscita dell'incontro, ma anche per isolare, senza indugio, qualunque forma di intolleranza e di violenza. Coloro che si sono resi responsabili di episodi inquietanti come quelli di ieri, coloro che useranno ancora la violenza non sono soltanto nemici del G8, sono nemici anche, proprio e soprattutto di chi intende manifestare il proprio dissenso pacificamente e nella legalità. Per questo ci attendiamo che sia proprio il Genoa social forum ad isolare, per primo,
i violenti, a collaborare per questo con le autorità nell'interesse di tutti cittadini. Chi intendesse agire fuori dalla legalità si troverà di fronte ad una risposta ferma e rigorosa da parte dello Stato.
A questo Parlamento, rappresentativo della sovranità popolare, agli Stati amici, ai cittadini di Genova, che già sopportano molti sacrifici, vogliamo assicurare che lo Stato sta facendo la sua parte, è vigile, ha i nervi saldi e tiene alta la guardia a tutela dell'ordine democratico, della libertà e della sicurezza di tutti.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio concludere questa relazione con le parole di un grande statista dell'antichità. Diceva Pericle: la libertà è coraggio.
Noi con coraggio difenderemo non un interesse di parte ma i diritti di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania, cui si associano i membri del Governo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ringrazio il ministro dell'interno per la sua informativa.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, signor ministro, signori del Governo, la nostra condanna degli atti di violenza è netta, così come è netta la solidarietà al carabiniere colpito. Netta in particolar modo è la condanna dei due episodi più gravi verificatisi ieri, uno, appunto, riguardante il carabiniere, l'altro concernente una bomba inesplosa a poche decine di metri da un campeggio in cui si trovano i giovani del movimento.
Com'è evidente, si tratta di una vera e propria provocazione, la messa in atto di un clima di intimidazione. Si vuole per l'appunto creare un clima di tensione. In questo senso abbiamo parlato di una possibile strategia che mette in moto una vera e propria paura di massa per le manifestazioni pacifiche di Genova. La verità è che questi atti di violenza, signor ministro, come lei ha anche detto in conclusione, sono una minaccia vera alla partecipazione democratica e di massa. Questi atti sono dunque ostili al movimento, vogliono impedirne la crescita e lo sviluppo. Lo ha ribadito tante volte il Genoa social forum, e non c'è bisogno qui di ripeterlo. Vogliono smorzare la passione critica contro quello che voi ritenete un consesso legittimo e che invece legittimo non è.
Da questo punto di vista le indichiamo un unico, vero, grande antidoto contro questi atti di violenza: la grande partecipazione democratica e popolare, la possibilità di esprimere liberamente una critica. Da questo punto di vista, signor ministro, le voglio dire che essere un movimento antagonista non significa in alcun modo essere un movimento violento. Questa equazione che lei ha formulato non esiste nella realtà. La verità è che questo movimento, al contrario, critica la cultura militare che sovrintende la globalizzazione capitalistica, le guerre costituenti che hanno difeso la globalizzazione capitalistica, la logica militare che difende i potenti del mondo, i ricchi che sono a Genova. Guardate anche voi: siete costretti ad ammettere di aver blindato una città. Guardate cosa sta accadendo in quella città: le immagini sono drammatiche! Si ergono muri, si creano fortilizi per isolare le orecchie e gli occhi dei potenti del mondo - orecchie ed occhi evidentemente troppo delicati per ascoltare la protesta di massa -, per isolare questa gente da una critica di massa diffusa che noi intendiamo produrre come una critica pacifica.
Perseguite quest'idea di separazione persino con richieste allucinanti: avete sollecitato addirittura la non esibizione dei panni. Evidentemente non volete far vedere ai potenti della terra la dimensione reale, volete oscurare il mondo vero. Insisto, l'unico antidoto è la partecipazione di massa. Prendiamo atto positivamente che lei oggi ha finalmente riferito - non era così fino ai ieri stando a quanto dichiarava Trenitalia - della disponibilità della stazione di Brignole. Prendiamo atto di tale disponibilità e controlleremo se questa si verificherà concretamente.
Vorremmo inoltre dirle che la sospensione del trattato di Schengen è per noi un
fatto negativo, così come lo è stato precedentemente. Tuttavia, la sospensione del trattato di Schengen non vi autorizza a bloccare le persone alla frontiera; tale sospensione implica semplicemente che dovete controllare i loro documenti senza porre in essere alcun atto di blocco nei confronti di chiunque voglia entrare o uscire dal nostro paese.
Signor ministro, andremo in tanti pacificamente a Genova; sarà una grande manifestazione di massa, saranno giornate importanti che criticheranno con forza l'illegittimità, l'autoritarismo e quell'idea di governo del mondo secondo la quale i ricchi e i potenti, chiusi nel loro fortilizio, creano le condizioni per il benessere di pochi, di loro medesimi e, invece, la povertà di tanti. Contro ogni provocazione solo la mobilitazione democratica di massa potrà determinare una svolta reale e una scelta di partecipazione critica e consapevole (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rognoni. Ne ha facoltà.
CARLO ROGNONI. Signor Presidente, colleghi deputati, signor ministro, innanzitutto vorrei esprimere una parola di solidarietà nei confronti di Stefano Storri. A lui rivolgo gli auguri più affettuosi e calorosi per una pronta e completa guarigione. Per lui e per tutte le forze dell'ordine impegnate a Genova ci possono essere solo parole di piena e serena comprensione per la fatica e per la tensione a cui sono e saranno sottoposti. Siamo convinti - vogliamo esserlo - che tutti, indistintamente, seguiranno le istruzioni del capo della polizia e che, dunque, si ricorderanno sempre, anche nei momenti più difficili, di avere davanti dei cittadini e non dei nemici.
Signor ministro, il terrorismo in una democrazia occidentale - non importa se rosso o nero - è sempre terrorismo: usa la violenza, usa la paura per generare altra violenza ed altre paure, in una spirale che uccide e affossa la capacità di raziocinio. Il normale cittadino è la prima vittima di questo terrorismo e della paura; l'altra vittima è la politica, la capacità di battersi per le proprie idee, con la forza delle proprie idee nel rispetto di tutti. È giusto dire, allora, che questa bomba è una provocazione gravissima contro tutti e contro un movimento di massa.
Diciamo «no» alle strumentalizzazioni, «no» a resuscitare strategie del tempo che fu, «no» a giudizi affrettati o ad ipotesi indimostrate o indimostrabili. Avere i nervi saldi e soprattutto il senso della responsabilità nei momenti di maggior tensione significa avere la consapevolezza di distinguere, di capire e di non fare di ogni erba un fascio.
Signor ministro, quello degli anti-G8 è un movimento che, per potersi dispiegare, ha sicuramente bisogno di una connotazione pacifica e non violenta. È stato detto che chi ha messo quella bomba non ha nulla da spartire con il grido dei poveri della terra. Tuttavia io le domando: una città che appare assediata non è un po' troppo? Non dà anche questo l'idea di una violenza? In questo modo, non rischiamo (lo dico esprimendo dubbi; non ho certezze su questo punto perché mi rendo conto che è delicato) di invitare gli esagitati e le «teste calde» a scatenarsi di più? Mi auguro che abbiate ben riflettuto su questi aspetti. Sono sicuro che, a questo punto, l'unica risposta valida sia la partecipazione di massa democratica e pacifica alle manifestazioni. Credo che dovremmo, anche come reazione a quanto è successo, invadere pacificamente Genova: esserci!
Devo confessare - da genovese di adozione e da abitante del centro storico, per di più proprio della zona rossa - che in questi ultimi giorni ho sviluppato sentimenti contraddittori. Non c'è dubbio che, da una parte, condivido con molti genovesi l'orgoglio per aver visto come le amministrazioni della città, grazie ai fondi che il Governo ha stanziato per il G8, abbiano sapientemente saputo arricchire Genova di opere e di lavori che ne fanno, oggi, una bellissima capitale del Mediterraneo.
Dall'altra parte, soprattutto negli ultimi giorni, ho avuto modo di assistere, un po'
frastornato ed un po' sgomento, a questo apparato di difesa, a questa superprotezione, a questa militarizzazione del centro della città che non ha precedenti.
Lei ci dice che altri paesi europei stanno guardando con attenzione: temo che il risultato di quanto sta succedendo scoraggerà i grandi della terra a ritrovarsi nelle città, piuttosto cercheranno delle isole. Ho avuto modo di raccogliere direttamente dai cittadini, camminando tra di loro anche ieri, molti dei commenti riportati oggi dai quotidiani. Anche lei signor ministro avrà letto come molti stiano vivendo con fastidio, con rabbia e con senso di umiliazione questa condizione di disagio. Vi sono stradine e vicoli sbarrati da fitte reti metalliche, alte tre o quattro metri; in alcune vi è una porticina per fare entrare nella zona rossa chi abita lì. Vi sono strade bloccate da questi orribili jersey e c'è un senso di claustrofobia che cresce. Ho condiviso quando lei fissò due punti: riaprire il dialogo, scoraggiando in tal modo anche i deputati e gli esponenti locali della sua parte politica che avevano esagerato in esibizioni «machiste»...
PRESIDENTE. La prego di avviarsi a concludere.
CARLO ROGNONI. Concludo, signor Presidente. Ritengo che il G8, dopo Genova, abbia senso se vi è anche l'anti-G8. Questa è una lezione per tutti. Non facciamone una questione di ordine pubblico, ma di contenuti.
Credo che la città di Genova potrà uscirne a testa alta proprio perché ci saranno tantissime persone a manifestare in ordine e pacificamente, dimostrando, così, che la democrazia vale più di tutto (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guido Giuseppe Rossi. Ne ha facoltà.
GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Signor Presidente, anche il gruppo parlamentare della Lega nord vuole esprimere la solidarietà piena, convinta e non di facciata al carabiniere ferito nel vile attentato di ieri.
Il collega che mi ha preceduto è stato molto chiaro: il tema di oggi non è attribuire ad una pista piuttosto che ad un'altra l'attentato nella zona occupata dalle tute bianche e quello della busta incendiaria ricevuta alla stazione dei carabinieri. È inutile addentrarsi nelle analisi di tipo complottistico che abbiamo visto sui giornali di oggi: si parla di servizi segreti deviati o non deviati, servizi segreti stranieri eccetera. Un dato è sicuro: questi atti danneggiano tutti. Danneggiano il Governo mettendo sotto pressione tutto l'apparato di controllo posto in essere dalle forze dell'ordine; danneggiano i manifestanti creando un clima di tensione; danneggiano la parte del movimento che vuole pacificamente e democraticamente dimostrare a Genova; danneggiano la cittadinanza di Genova, che si ritrova a vivere in una città blindata (sicuramente esperienza poco piacevole per chiunque, sia di destra sia di sinistra, sia favorevole al G8 sia contrario ad esso).
Più sale la tensione - e questo far salire la tensione serve alle frange più estreme del movimento, a chi ha interesse ad innescare una spirale di botta e risposta - più devono esserci atteggiamenti di responsabilità. Il Governo e la maggioranza hanno messo in atto tali atteggiamenti: sono stati stanziati fondi per l'accoglienza dei manifestanti, le immagini televisive ci mostrano come questi manifestanti godano di benefici (ad esempio, istituti pubblici, scuole, attrezzature informatiche) che sono stati negati ad altri giovani e ad altri manifestanti in altre occasioni di manifestazione politica.
Dunque, vi è stato uno sforzo da parte del Governo: abbiamo visto i provvedimenti a favore dei lavoratori in cassa integrazione e spero che ci saranno anche dei provvedimenti a favore dei commercianti del centro, che sono stati gravemente danneggiati da questa settimana di mancati introiti; abbiamo visto la copertura, assolutamente democratica, dei mass media nei confronti degli esponenti anti-G8
(il signor Agnoletto, che non è stato eletto da nessuno, ha una copertura da parte dei giornali, dei mass media e delle televisioni infinitamente più ampia di quella di molte forze ed esponenti politici - deputati e parlamentari - che, invece, hanno ricevuto un consenso popolare) (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Forza Italia).
La responsabilità da parte della maggioranza e del Governo c'è e c'è stata: si può discutere, chiediamo responsabilità anche da parte dell'opposizione. Ovviamente, l'aver creato, anche dal punto di vista ideologico e della discussione, una divisione netta tra buoni e cattivi, tra chi ha una visione etica della politica (dunque contro il G8) e chi, invece, è a favore dello sfruttamento (dunque a favore del G8) - quindi, semplificando maggioranza contro opposizione - sicuramente non contribuisce a generare un clima di serenità e di responsabilità.
Anche la Tobin tax, una bandiera dell'Ulivo, invece di essere un momento di incontro tra forze politiche differenti, è diventata una bandiera da agitare nei confronti di un avversario politico, quando sappiamo tutti che la Tobin tax nasce nel 1975 (quanto meno la sua proposta, mai applicata), non con motivazioni etiche, ma per il controllo e la stabilizzazione del sistema dei cambi internazionali che, in quel momento, era saltato.
Dunque, non possiamo creare un clima di contrapposizione ideologica - non giova ad un clima sereno - e non possiamo assumere atteggiamenti assolutori nei confronti di quelle frange che vogliono porre in atto momenti di violenza.
PRESIDENTE. Onorevole Guido Giuseppe Rossi, la prego di avviarsi alla conclusione.
GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Da un punto di vista concettuale si può discutere sulla necessità o meno di attuare una zona rossa, ma, sicuramente, il fatto che diversi esponenti del Genoa social forum, tute bianche e compagnia, dicano che - con azioni di disobbedienza civile, che non si capisce bene cosa siano - tenteranno di sfondare il cordone che impedisce di entrare nella zona rossa costituisce un focolaio di violenza.
La decisione, che abbiamo letto sulle agenzie di stampa, a mio avviso poco condivisibile, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo di partecipare alla manifestazione di piazza, sicuramente non ci trova concordi, per motivi di ipocrisia politica: una forza che, fino a pochi mesi fa, è stata forza di Governo non si può permettere di scendere in campo per un evento di questo tipo (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania, di Forza Italia e del CCD-CDU Biancofiore).
Concludendo, questa posizione ha creato anche delle fratture all'interno dell'opposizione, tant'è che il candidato Premier Rutelli si è dissociato da tale iniziativa. Quindi, come gruppo della Lega nord Padania lanciamo un appello alla responsabilità di tutte le forze politiche, affinché il G8 sia un momento di incontro, di dibattito e non un momento di tensione e di dolore per i manifestanti e per le forze dell'ordine (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania, di Forza Italia e del CCD-CDU Biancofiore - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Acquarone. Ne ha facoltà.
LORENZO ACQUARONE. Signor Presidente, per molti aspetti non si può non concordare con quanto ci ha riferito il ministro degli interni, perché, fintanto che si dice che bisogna stigmatizzare la violenza, solidalizzare con le forze dell'ordine, aprire un dialogo con i contestatori, che pacificamente manifestano le loro idee, mi pare molto difficile non essere d'accordo.
Quindi, debbo dire che la sua, relazione abbastanza burocratica, non è che ci lasci molto insoddisfatti. L'antica e personale amicizia, signor ministro, che ho per lei, non mi esime da farle notare che mi è parso un po' di cattivo gusto affermare che la scelta di Genova va, in qualche modo, imputata al precedente Governo, quando è
noto a tutti che è stata approvata all'unanimità in Parlamento, anche per iniziativa dell'amico che le siede davanti, il sottosegretario di Stato Gagliardi, allora deputato di Genova.
Quindi, se responsabilità c'è, prendiamocela tutti!
Signor ministro, si è creato un clima in cui è parso a molti - in primo luogo ai vescovi della Liguria - che la serie dei G8 che si è sinora succeduta abbia valorizzato le regole del mercato, abbia valorizzato l'economia, facendo in modo che i paesi più ricchi e più forti sfruttassero questa loro posizione a danno dei paesi più poveri e più deboli e un discorso di questo genere ha fatto presa.
Oggi, a Genova - e lo dico anche se la cosa non mi ha entusiasmato - vi è un clima più contrario che favorevole al G8, che pure ha portato molti benefici e per il quale molte cose sono state fatte. Il clima è generalizzato e molto più favorevole - a quanto dice il cardinale Tettamanzi - di quanto non ritengano alcuni esponenti del mondo dell'economia, che vedono nel G8 il modo di coagulare determinati interessi. Ciò non significa che, in qualche modo, possa essere legittimata la violenza. Sono pienamente d'accordo con lei, signor ministro: i violenti fanno male anche a coloro i quali credono negli ideali che anche in sede di G8 possono essere fatti valere e che, a quanto mi risulta, fa valere - almeno dovrebbe farli valere - il Governo italiano.
Signor ministro, lei ha parlato di tutte le misure che sono state predisposte per la sicurezza. Se funzioneranno, ricordiamoci che queste misure sono state predisposte dal precedente Governo; è dal mese di settembre che il ministro Bianco ha presieduto alle attività inerenti la sicurezza della città di Genova. Mi auguro che la gestione sia pari all'impegno che si è messo nella predisposizione.
Devo dire, con tutta onestà, che le ripetute visite a Genova del Presidente del Consiglio e sue sono apparse anche un po' ridicole. Mi auguro che, oltre ad esservi interessati della collocazione delle piantine di limoni nell'atrio di Palazzo ducale, del colore più o meno ocra delle facciate che si affacciano su piazza Matteotti, del divieto alle esposizioni degli indumenti intimi che per tradizione si affacciano sui vicoli di Genova, vi sia stata anche una qualche attenzione ai problemi della sicurezza degli accessi, che possono consentire un'effettiva garanzia per i cittadini, per i manifestanti pacifici.
Il principio di fondo, vale a dire quello di dialogare e, quindi, di cercare una soluzione politica con chi ha idee diverse da quelle che, a torto o a ragione, si ritiene siano state condivise nei precedenti incontri (allora G7, solo ora G8), isolando i violenti, non può che trovarci d'accordo, come pienamente d'accordo ci trova la solidarietà nei confronti del carabiniere ferito e di tutte le forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e del deputato Alfredo Biondi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, signor ministro, intendo esprimere, come hanno fatto tanti ma anche in modo diverso, la solidarietà al carabiniere ferito e all'Arma dei carabinieri. Lo faccio da parlamentare, ma anche da carabiniere e voglio ringraziare le forze dell'ordine e le Forze armate nell'ambito delle quali molti, anche da volontari, hanno chiesto di andare a Genova, mostrando spirito di sacrificio e attaccamento alle istituzioni.
Loro saranno lì per garantire l'ordinato svolgimento del G8, del summit dei Capi di Stato, saranno lì per garantire la libertà di una città, saranno lì per garantire la libertà di manifestare in modo pacifico a chiunque lo voglia fare. Io voglio pensare, anche in questo momento, a quello che stanno provando le famiglie degli esponenti delle forze dell'ordine e delle Forze armate, quelle famiglie che sanno che c'è un rischio reale, quelle famiglie che vedono i sequestri di spranghe e di ordigni, quelle famiglie che vedono talvolta l'innescarsi della violenza e la preparazione
strumentale, in alcune piazze d'Italia, di pseudoattacchi alle forze dell'ordine.
Vorrei ringraziare il Governo per la responsabilità dimostrata aprendo un dialogo con quanti vogliono manifestare e mi auguro che quella stessa responsabilità sia dimostrata da tutti quanti noi; mi sorprendo quando - come è avvenuto oggi in Commissione difesa - qualcuno dice che forse a Genova si sta facendo troppo, si stanno impiegando troppi mezzi. Che cosa dovremmo pensare se un domani dovesse succedere qualcosa di imprevedibile? Nessuno di noi se lo augura e speriamo che tutto ciò possa rimanere soltanto nelle preoccupazioni. Saranno pronti gli stessi che oggi ci accusano di aver fatto di tutto, e forse di più? Sicuramente direbbero che non si è fatto tutto il possibile o abbastanza per evitare l'accaduto.
Allora, noi saremo lì, saremo lì anche noi, parlamentari di Alleanza nazionale, della Casa delle libertà e mi auguro che ci possa essere anche qualche parlamentare dell'opposizione, non solo a manifestare per la libertà di pensiero, ma anche a dimostrare solidarietà a chi in quei giorni lavora, lavora per tutti e più di tutti, e cioè le forze dell'ordine. Andremo a Genova, io andrò a Genova non solo da parlamentare, ma anche come esponente delle forze dell'ordine, a dimostrare che il Parlamento è vicino ai fedeli servitori dello Stato, che hanno dimostrato tanto attaccamento.
Possiamo, senza dubbio, dire che ognuno può e deve esprimere il proprio pensiero, le proprie idee - globalizzazione o anti globalizzazione - ma la violenza non potrà mai essere accettata e giustificata né nelle strade di Genova né in Italia e non potrà essere giustificata dai fedeli servitori dello Stato che potranno subirla né da chi rappresenta il popolo italiano in queste aule (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e del CCD-CDU Biancofiore).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Craxi, al quale ricordo che ha a disposizione tre minuti. Ne ha facoltà.
BOBO CRAXI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, anche noi socialisti guardiamo con preoccupazione al clima che si è generato intorno all'appuntamento politico internazionale del G8. L'aspettativa dell'evento, l'insieme di fattori internazionali ed interni hanno determinato una situazione che, a questo punto, non possiamo non definire a rischio, per il crescente stato di tensione che è sembrato aumentare di giorno in giorno. A questo riguardo, mi associo naturalmente ai sentimenti di solidarietà nei confronti del rappresentante delle forze dell'ordine ferito in questo attentato.
Il Governo ha avuto il merito politico - lo abbiamo d'altronde riconosciuto in aula - di cercare di comprendere, certo non di assorbire, nell'agenda dei lavori, temi rilevanti posti all'attenzione delle società più ricche, e cioè quelli delle disuguaglianze, delle povertà nel mondo. E la politica rincorre la sensibilità di forze vive e popolari nella società in cui noi viviamo. Si è parlato, si parla, si parlerà del popolo di Seattle e, quindi, anche del Genoa social forum, così come si parlò a suo tempo del popolo di Parigi nel 1968.
Ce n'est qu'un début, non è che l'inizio: l'importante è non partire con il piede sbagliato. Questo vale per chi pensa soltanto a reprimere e soffocare una sensibilità politica e democratica, ma vale anche per chi pensa di cavalcare una preoccupazione concreta, trasformandola in un tumulto senza prospettive politiche.
Dalle comunicazioni del ministro dell'interno - che ho apprezzato per la sua linearità -, si capisce bene che ciò che deve valere per tutti è il rispetto della legge. La regola universalmente condivisa del diritto di manifestare liberamente, ma anche del dovere dei capi di Stato di lavorare concretamente per una prospettiva che tenga conto dell'insoddisfazione popolare.
Mi auguro, anche se penso che non sarà così (naturalmente, spero di sbagliarmi), di non rivedere il ministro dell'interno riferire in Parlamento sugli avvenimenti di Genova (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pistone. Ne ha facoltà.
GABRIELLA PISTONE. Signor Presidente, signor ministro, colleghi, la solidarietà in quest'Assemblea è stata espressa da tutti con un forte applauso al carabiniere Stefano Storri e alle forze dell'ordine. Abbiamo condannato e condanniamo, personalmente e come gruppo dei comunisti italiani, in modo fermo e netto ogni forma di violenza. Isolare i violenti è dovere di tutti ed in primo luogo proprio di coloro i quali intendono manifestare pacificamente. D'altronde, gli stessi che hanno interesse a globalizzare la solidarietà e le responsabilità sono stati vittime a loro volta di un potenziale attentato. Rifiutiamo perciò la logica ed il teorema, da un lato, di chi parla di strategia della tensione e, dall'altro, di chi si affretta a dire che si tratta di frange estremiste, che sono sicuramente violente.
Non è difficile, ed è probabilmente ingiusto, targare immediatamente la violenza con certe appartenenze. Tutto ciò lo sento profondamente, come sento che sia sbagliato dire che si tratta di strategia della tensione o di servizi deviati.
Oltre a ciò, però, vorrei portare la discussione sul terreno politico, perché di questo si tratta. È stata militarizzata una città; il G8 è stato ridotto a problemi di ordine pubblico: non ci sembra la strada giusta. Favorire il dialogo con il movimento vuol dire, anche come Governo, assumersi certe responsabilità e prendere certe decisioni. È troppo comodo immaginare di scusare, di giustificare o di accettare il dialogo in certi consessi e poi, in ambito governativo, agire esattamente in modo opposto, perché di questo si tratta.
Ritengo che oggi il vero nodo, come al solito, sia politico. Se c'è una vittima in tutta questa situazione, questa è la politica. La politica ha rinunciato ad essere tale favorendo i grandi gruppi dominanti la finanza internazionale, i grandi poteri del mondo che oggi possono sicuramente farla da padroni e che hanno tutto l'interesse a far sì che certi argomenti rimangano in secondo piano e non vengano dibattuti nell'ambito dei consessi politici.
Di questo si tratta! Penso che oggi ci sia un deficit di politica e militarizzare Genova ritengo sia un errore.
PRESIDENTE. Onorevole Pistone, si avvii a concludere.
GABRIELLA PISTONE. Mi auguro che il prossimo vertice non si tenga in un'isoletta, ma in una città nella quale si possa convivere pacificamente, cercando di risolvere problemi che non siano di appartenenza esclusiva del Genoa social forum, ma siano i problemi di tutti noi.
PRESIDENTE. Onorevole Pistone, la prego di avviarsi a concludere.
GABRIELLA PISTONE. Nostro compito e nostro dovere è affrontarli in primo luogo in Parlamento dove, ponendo i problemi della Tobin tax, non affrontiamo temi astrusi e strani, ma seri e concreti, legati alla sopravvivenza ed all'etica della politica. Presidente, sto per terminare il mio intervento.
Forse il Governo, invece di preoccuparsi dei panni stesi, dovrebbe preoccuparsi di lavare prima qualche panno al suo interno; forse ne trarremo tutti maggior sollievo (Applausi dei deputati del gruppo misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Intini. Ne ha facoltà.
UGO INTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor ministro, gli attentati determinano sempre un grande pericolo, cioè la divisione tra le forze democratiche, le polemiche a difesa di opposte dietrologie; il pericolo, anche oggi, rischia di concretarsi. Mi sono sembrate troppo affrettate le parole con le quali il ministro ha subito puntato il dito contro le frange anarchiche, mi sono sembrate troppo affrettate e sbagliate le affermazioni di chi, subito, ha visto una strategia della tensione o, magari, il coinvolgimento di apparati deviati dello Stato.
Cerchiamo di non riprodurre, come vecchi cani di Pavlov, a destra e a sinistra, le risse degli anni settanta. Abbiamo bisogno esattamente del contrario; abbiamo bisogno di una destra e di una sinistra normali, europee, che, se necessario, si aiutino a vicenda per diventarlo e per esserlo, restando ciascuna opposizione e maggioranza, come è naturale, e realizzando su questo piano una sorta di compromesso storico degli anni duemila.
Abbiamo bisogno di normalità, è normale che la sinistra e la destra partecipino a manifestazioni politiche, ma non è normale che affianchino le forze dell'ordine che, per definizione, non sono né di destra né di sinistra e non possano essere trascinate ad esserlo.
Signor Presidente, abbiamo vissuto decenni di tensione e di attentati che ci hanno maturato, che ci hanno fatto capire per esperienza che tutte le teorie di fronte agli attentati sono fondate e che sono nocive le politiche pregiudiziali a loro sostegno. Destra e sinistra si scontrino sulle idee, sui principi, si uniscano nel difendere la legalità e la tolleranza condannando i colpevoli di violenze e di trame, ma tutto questo dopo gli accertamenti, non prima.
Credo che il ministro faccia bene ad organizzare - secondo il parere dei tecnici con efficienza e con buonsenso - ciò che è necessario per evitare violenze ed illegalità; credo che su questo punto non possa essere pressato da continue critiche.
Tuttavia, non apprezzo la sua osservazione negativa sulla scelta di Genova per il G8, poiché tutti i vertici comportano problemi di ordine pubblico, tutte le città hanno punti deboli mentre, seguendo il ragionamento del Governo, si dovrebbe dire che l'Italia è l'unico paese al mondo non è in grado di ospitare dei vertici. Questo vertice, invece, rappresenta una grande opportunità, una grande occasione di rilancio anche per Genova.
Bisogna evitare di essere paranoici od isterici nel valutare i rischi, il Parlamento non è alla vigilia di una guerra ma di una legittima ed utile conferenza internazionale e di una contestazione altrettanto utile perché può servire a far ragionare tutti noi, compresi i grandi della terra, sui problemi che abbiamo di fronte. Forse ci troviamo davanti ad un nuovo sessantotto; il primo fu carico di errori, tuttavia ci ha consegnato una politica migliore.
Se tornano di moda gli idealisti ed i sognatori in politica, al posto dei ragionieri e dei consulenti pubblicitari, non è un male ma un bene (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Socialisti Democratici italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevole ministro, l'onorevole Pistone, in modo più serio, l'onorevole Acquarone, in modo francamente meno serio, hanno rimosso un dato elementare: ci troviamo a fare i conti non con quelle che il vecchio partito comunista italiano chiamava «manifestazioni pacifiche e di massa» ma con manifestazioni di massa che presentano al loro interno alcune componenti assolutamente non pacifiche. Questa è la tragedia, la ragione per cui bisogna blindare Genova (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia) perché, altrimenti, non ci sarebbe questo tipo di problematica. Tuttavia, se vogliamo andare al fondo del problema, vi sono due modelli che i governi possono adottare nei confronti di questo tipo di protesta antiglobalizzazione: il modello Nizza ed il modello Genova.
Il modello Nizza è quello adottato di concerto dal Governo italiano di sinistra e dal Governo francese di sinistra, in occasione del vertice dell'Unione europea sulle riforme istituzionali. Si tratta di un modello repressivo ed emergenzialista. La città venne totalmente blindata ed i dimostranti vennero trattati in questo modo dal ministro degli esteri dell'epoca, onorevole Lamberto Dini: «Dialogare con chi? Chi rappresentano questi contestatori? Noi preferiremmo che non ci fossero manifestazioni. Se ci saranno, preferiremmo che si svolgessero in modo ordinato nei palazzi, nelle conferenze, nelle tavole rotonde. Ma dialogo con chi? E delegazione
composta da chi? Questi movimenti non hanno un'organizzazione a cui fanno fare riferimento». Questo il ministro degli esteri del Governo di centrosinistra ha affermato (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia).
Poi vi è stato e c'è il modello Genova che rappresenta un'alternativa a questo modo di affrontare i problemi connessi alla protesta «antiglobal»: è il modello adottato dal Governo Berlusconi.
Il Governo, attraverso i ministri degli esteri e dell'interno, mentre ha ribadito le ragioni del vertice e la ferma intenzione di garantirne l'ordinato svolgimento, ha aperto il dialogo con i contestatori nel merito delle questioni, assicurando, inoltre, le condizioni logistiche per una pacifica manifestazione di dissenso. L'adozione di tale modello richiede una premessa: la più ferma fiducia nella necessità dei vertici internazionali ovvero l'assoluta estraneità ai valori e alle suggestioni che animano gran parte di quella composita galassia che è il popolo di Seattle.
È su questa base che è possibile dialogare con i contestatori, senza civettare con essi. Genova non è stata blindata. Pur non avendo questo Governo alcuna responsabilità nella scelta che rimane discutibile del capoluogo ligure come sede del vertice, il Governo Berlusconi, onorevole Pistone, ha lavorato con la massima alacrità, dando prova di altissimo senso di responsabilità politica perché il vertice si svolga in modo ordinato e tranquillo. Su questa base è stato avviato il dialogo con i contestatori.
Il Governo italiano non solo ha riconosciuto la legittimità della protesta, pur essendo in radicale opposizione con essa, ma ha operato perché la protesta stessa possa aver luogo in modo ordinato, senza compromettere né l'andamento dei lavori né tanto meno la sicurezza dei genovesi.
A questo punto, onorevoli colleghi, emerge un problema grande come una casa: quando noi sentiamo i deputati del gruppo dei DS parlare del G8 come della riunione dei potenti della terra c'è un interrogativo che va posto perchè la loro posizione rappresenta una svolta politica di primaria grandezza della quale noi invitiamo anche gli amici del partito popolare a prendere atto.
Di questi potenti della terra fanno parte anche alcuni dei massimi esponenti della socialdemocrazia (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale) di cui i DS rivendicano l'appartenenza. Paradossalmente questo G8 è stato iniziato e costruito proprio da D'Alema. Certe cose sono belle nei film, Woody Allen e Zelig sono belli nei film, ma francamente il fatto di vedere D'Alema, che ha costruito il G8 a Genova, organizzare oggi le manifestazioni contro il G8 stesso (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale) induce a chiederci se si sia di fronte ad un episodio di trasformismo o di disperazione politica che, però, fa venir meno una cultura di Governo.
Nel momento stesso in cui voi siete andati all'opposizione,...
PRESIDENTE. Onorevole Cicchitto, la invito a concludere.
FABRIZIO CICCHITTO. ...avete adottato una cultura movimentista e vi unite a quel movimento di Seattle che certamente non ha nulla a che vedere culturalmente con una politica di Governo. (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale). Questo è un problema politico che noi poniamo al centrosinistra e soprattutto alle componenti che si dichiarano di centro e moderate e che ieri hanno fondato un nuovo movimento che si trova dinanzi un problema grande come una casa (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, anche noi, deputati del gruppo CCD-CDU Biancofiore, desideriamo innanzitutto esprimere piena solidarietà all'Arma dei carabinieri, al carabiniere
Stefano Storri ferito dal vile attentato terroristico avvenuto ieri nella stazione dei carabinieri di San Fruttuoso. A tre giorni dall'inizio del vertice che riunirà i Capi di Stato e di Governo del G8, il grave episodio deve leggersi come il tentativo di una frangia minoritaria della contestazione di colpire la solerte opera delle forze dell'ordine e del Governo, impegnati a Genova in una difficile opera di bilanciamento tra le esigenze di chi vuole pacificamente manifestare il proprio dissenso e di chi deve assicurare l'incolumità fisica dei partecipanti e dei cittadini di Genova.
Il compito che attende le nostre forze dell'ordine è certamente oggi più arduo di ieri. Tuttavia, abbiamo competenze e professionalità che nel corso degli anni hanno dimostrato di saper far fronte a questo tipo di emergenze.
La linea di fermezza tenuta dal Governo non può che trovarci concordi. L'autorevolezza di questo esecutivo si misura anche in questa risoluta volontà - abbiamo udito con piacere le parole del ministro Scajola - di non scendere a patteggiamenti con chi vuole imporre con la violenza le proprie. È una giornata di preoccupazione ma anche di una certa soddisfazione per quest'Assemblea, signor Presidente. Finalmente un Governo dopo tanti anni dà attuazione ad una mozione approvata dieci giorni fa da questo ramo del nostro Parlamento.
Il Ministro ha già svolto la sua opera collaborativa con il G8 ricevendo a Roma esponenti importanti di livello internazionale, che hanno un'autorità morale nei confronti di tutto il mondo sui temi della pace e dell'ambiente; il Ministro Ruggiero ha incontrato, fra gli altri, esponenti del terzo settore e non dobbiamo dimenticare l'instancabile opera del Ministro Scajola e dei suoi collaboratori nei confronti del Genoa social forum presieduto da Agnoletto.
Mi rivolgo anche ai responsabili delle organizzazioni pacifiche presenti al G8 affinché denuncino apertamente ogni minimo tentativo di provocazione che possa minacciare quel filo di dialogo che lega i manifestanti delle organizzazioni non governative, l'opera del nostro Governo e i leader del G8.
In conclusione, signor Presidente, non siamo fra coloro che andranno per partito preso a manifestare a Genova. Le nostre ragioni, come quelle di gran parte degli esponenti della Casa delle Libertà, sono state ricomprese in una mozione parlamentare della quale andiamo fieri, come andiamo fieri dell'opera del nostro Governo; siamo piuttosto preoccupati e andremmo nei prossimi mesi a rintracciare l'opera del nostro Governo e quella di tutti coloro che operano nel settore non-profit, là dove sono presenti nel rispondere alle preoccupazioni cui il G8 vuole rispondere. Questo avviene per esempio in Burkina Faso, dove vi è la tratta dei bambini di 7-8 anni, di cui tutti ci scandalizziamo soltanto quando questi sono sulle navi e non quando si origina questa grave piaga; forse andremo a Bahia ad assistere all'opera dei tanti missionari laici e non laici del nostro paese che cercano di rispondere con opere concrete e anche grazie alla cooperazione del Governo alle domande gravi e impellenti che il fenomeno della globalizzazione pone al nostro paese e all'emisfero intero (Applausi dei deputati dei gruppi del CCD-CDU Biancofiore e di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pecoraro Scanio. Ne ha facoltà.
ALFONSO PECORARO SCANIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, avevamo sollecitato proprio ieri la sua presenza in quest'aula per comprendere quale fosse lo stato della situazione.
Avevamo espresso già ieri, a nome dei deputati del gruppo dei Verdi, la solidarietà all'agente Storri. Abbiamo appreso che, successivamente, vi è stato l'intervento delle forze dell'ordine per evitare un altro attentato avente, peraltro, ad oggetto gli operatori del Genoa social forum. Il suo riferimento finale al fatto che la violenza di queste piccole minoranze abbia ad oggetto, prima di tutto, i manifestanti e il loro diritto a manifestare, mi sembra una
considerazione dalla quale discende però la nostra principale preoccupazione. Quando abbiamo fatto riferimento alla strategia della tensione, non ci riferivamo a un dato meccanicistico che richiama gli anni '70. Dobbiamo considerare il rischio che vi sia una strategia volta ad alimentare la tensione durante lo svolgimento di questo G8 e che a ciò possono contribuire non solo le attività assolutamente pericolose e violente, ma anche il fatto di bloccare i flussi e i deflussi di decine di migliaia di persone da una città come Genova. Ciò, infatti, significherebbe alimentare la tensione piuttosto che ridurla.
Oggi prendiamo atto con soddisfazione che finalmente è chiara la definizione dell'utilizzo della stazione di Brignole, tuttavia va detto che, fino a ieri, le notizie apparse dappertutto erano quelle della chiusura totale di tutte le stazioni ferroviarie della città di Genova. È evidente che la possibilità che vi siano decine di migliaia di manifestanti che non possono affluire e defluire con regolarità e con una pluralità di accessi, significa inevitabilmente aumentare i pericoli e non ridurli. Il nostro invito, pertanto, è di porre la massima attenzione a non praticare la blindatura, ma l'accoglienza. Massima attenzione a vigilare tenendo presente che siamo di fronte a migliaia di cittadini «globali» - non il popolo di Seattle, perché noi siamo a Genova, sarà quindi un popolo di Genova, non di Seattle, a manifestare - che chiedono diritti globali, tasse globali come la Tobin tax, perché dalla globalizzazione non traggano beneficio solo alcune multinazionali ma, possibilmente, i cittadini del pianeta.
Questa è la battaglia in corso, su questo vi sono appelli di grande rilievo. La nostra collega dei Verdi, Laura Cima, oggi è stata superispezionata nel volo di linea Torino-Roma. Una deputata che veniva qui alla Camera! Non so se ciò rientri nella sospensione del trattato di Schengen, ma, sicuramente, vi è oggi una strana valutazione di quello che significa mantenere l'ordine in questo paese. Ciò deve avvenire garantendo i diritti seri di libertà e di democrazia e non andando a chiedere la carta di identità o perfino il passaporto su voli nazionali che non hanno niente a che vedere con Genova (conducendo l'ispezione persino con l'aiuto dei cani).
È necessario stare attenti ad evitare la psicosi e gestire, invece, con intelligenza una grande manifestazione, in un grande paese civile e democratico, un grande evento che può essere condotto con grande civiltà.
Una grande attenzione, inoltre, deve essere posta anche ai giornalisti. Proprio oggi sono stati rifiutati gli accrediti ad alcuni di essi, tra cui un consigliere di zona della lista Di Pietro di Milano ed ex parlamentare dei Verdi, Apuzzo, che è un militante animalista assolutamente non violento cui è stata rifiutata la possibilità di avere un accesso (si trattava di un pass giornalistico). È necessario, quindi, essere attenti perché, mentre il ministro prima in quest'aula ha recitato la parte - giusta - di uno spirito di dialogo e di buona volontà (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo), non vi sia una doppia verità per cui sul territorio e negli aeroporti si pratica invece una scelta diversa, che non apparterrebbe a quella grande Italia civile e democratica, aperta alla libertà e alla democrazia di cui tutti vogliamo essere orgogliosi e fieri.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sulla situazione dell'ordine pubblico a Genova.
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