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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame testimoniale di Enrico Fregonara, al quale anzitutto faccio presente che le sue dichiarazioni sono rese nella forma della testimonianza, con le conseguenze - che ricordo solo per scrupolo e per dovere d'ufficio - di carattere penale per il caso di falsa testimonianza o di reticenza e con invito a stare puntualmente sui fatti che ricorda, naturalmente denunziando quelli che non ricorda.
Intanto, dottor Fregonara, la prego di fornirci le sue generalità.
ENRICO FREGONARA. Mi chiamo Enrico Fregonara, nato il 18 aprile 1954, residente a Novara, in via Baluardo la Marmora, 13.
PRESIDENTE. Lei è stato mai sentito dall'autorità giudiziaria?
PRESIDENTE. Dunque, è la prima volta che viene sentito da un organo inquirente, per usare una formula onnicomprensiva. Noi abbiamo già sentito Luigi Simeone, la dottoressa Morin e Valentino Casamenti, quindi con lei chiudiamo il capitolo di Africa 70. Speriamo di chiudere anche in bellezza perché le devo dire con grande franchezza - e credo interpretando il pensiero dei componenti la Commissione - che qualche momento di sconcerto lo abbiamo avuto. Sarà in parte per il cattivo ricordo - qualche volta, però, abbiamo avuto l'impressione che non fosse soltanto quello - ma volevamo chiarirci le idee e qualche volta, invece, ce le siamo confuse.Fortunatamente, accade che lei sia interrogato per ultimo, così ci potrà chiarire ogni cosa.
Quando è che lei è andato a Bosaso?
ENRICO FREGONARA. Mi sono recato a Bosaso la prima volta nel maggio 1993, per una missione esplorativa, poi sono tornato a Bosaso nell'agosto 1993, per poi rientrare in Italia alla fine del luglio 1994.
PRESIDENTE. Sempre per la medesima ragione oppure per ragioni di volta in volta diverse?
ENRICO FREGONARA. Sempre per la medesima ragione. La prima visita è stata per uno studio di fattibilità della cooperazione.
PRESIDENTE. Sempre con Africa 70?
ENRICO FREGONARA. Esattamente.
ENRICO FREGONARA. Esattamente.
PRESIDENTE. Africa 70 aveva in animo già la prima volta di stipulare un accordo con il Ministero degli esteri per questa cooperazione? La visita ai fini della fattibilità era strumentale all'accordo con il Ministero degli esteri oppure era una cosa autonoma?
ENRICO FREGONARA. Da quel che mi ricordo, il progetto d'emergenza era già stato finanziato dalla Direzione generale per la cooperazionea allo sviluppo, per cui i fondi erano stati allocati. Pertanto, bisognava fare un piano operativo: chiaramente, trattandosi di emergenza, era un piano operativo con un budget operativo meno l'emergenza, pur con tutti i punti interrogativi del caso.
PRESIDENTE. Il finanziamento dell'operazione fu soltanto a carico del Ministero degli esteri oppure anche di altro ente o di altro soggetto privato?
ENRICO FREGONARA. Il finanziamento principale era della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo.
PRESIDENTE. Chi c'era alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, nel 1994, quando lei ha stipulato questo accordo?
ENRICO FREGONARA. Mi parla del tecnico o del diplomatico?
ENRICO FREGONARA. Per il tecnico, c'era il dottor Miozzo. Il diplomatico mi pare che fosse il direttore generale - ma non vorrei sbagliare - Vattani. Però, non vorrei dire una stupidaggine.
PRESIDENTE. Non si preoccupi, poi controlleremo. Dunque, era Vattani, l'attuale segretario generale.
ENRICO FREGONARA. Allora era vice.
PRESIDENTE. Sì, vice segretario generale.
ENRICO FREGONARA. Però, non sono sicuro. Il tecnico era il dottor Miozzo, su questo sono sicuro.
PRESIDENTE. D'accordo. Stava dicendo che il finanziamento era, in larga parte, a carico del Ministero degli esteri. E per l'altra parte, da chi era finanziato?
ENRICO FREGONARA. Poi, sul campo ottenemmo altri finanziamenti.
PRESIDENTE. Lei ha detto: «in parte a carico del Ministero degli esteri»; che cosa significa, come ordine di grandezza?
ENRICO FREGONARA. Il finanziamento era, allora, intorno a un miliardo e 200-300 milioni di vecchie lire, per un periodo di dodici mesi.
PRESIDENTE. Una cifra modesta, insomma. La quantità del finanziamento rimase questa o fu integrata in corso d'opera?
ENRICO FREGONARA. Fu integrata con altre forme, ossia questo era un finanziamento bilaterale, se si può parlare di bilateralità con la Somalia, dove in quel momento non c'era un Governo; comunque, era un finanziamento diretto. Poi, nel multibilaterale, dalle Nazioni Unite - specialmente da UNICEF, WHO, UNHCR - abbiamo ottenuto dei microfinanziamenti per altre attività sul campo, proponendole di volta in volta. Successivamente, intervenne la Commissione europea, proponendoci di studiare altri due progetti.
PRESIDENTE. Sempre per la Somalia?
ENRICO FREGONARA. Sempre per la Somalia, ma per la fase di ricostruzione, non più per la fase di emergenza.
PRESIDENTE. Quindi, grosso modo, l'operazione quanto valeva? Duemila miliardi?
ENRICO FREGONARA. No, direi che non superasse un miliardo e 500 milioni, complessivamente.
PRESIDENTE. Vi furono finanziatori privati?
ENRICO FREGONARA. No. Ricevemmo aiuti da altre ONG che non erano sul territorio, però si trattava sempre di enti non governativi, non di privati.
PRESIDENTE. Lei ha detto che si è allontanato dalla Somalia a luglio. Vi ha più fatto ritorno?
PRESIDENTE. Luglio è un mese che lei indica perché si concluse l'operazione di cooperazione?
ENRICO FREGONARA. No, si concluse il mio mandato.
PRESIDENTE. Mentre Africa 70 resta, dunque.
PRESIDENTE. Africa 70 resta; che lei sappia, continua ad avere accordi con il Ministero degli esteri?
ENRICO FREGONARA. No, praticamente il progetto era terminato, anche dal punto di vista amministrativo.
PRESIDENTE. Africa 70 ha avuto altri progetti per altri paesi? Attualmente, sa che cosa fa? Lei è ancora con Africa 70? Lei sa se Africa 70 esiste e, in tal caso, dove opera?
ENRICO FREGONARA. So che esiste. Dove operi, in questo momento non lo so precisamente, anche perché l'ultimo rapporto di lavoro che ho avuto con Africa 70 è stato quello.
PRESIDENTE. Ha conosciuto Ilaria Alpi?
PRESIDENTE. Quando, dove e in quale occasione? Da sola o in compagnia?
ENRICO FREGONARA. Quando? A Bosaso, nel momento in cui lei venne presso la nostra sede con Miran Hrovatin. Venne nella nostra sede di Bosaso, perché aveva mancato l'aereo delle Nazioni Unite.
PRESIDENTE. Ci spieghi bene. Innanzitutto, lei ricorda in quali giorni Ilaria Alpi è stata - posso dire così - vostra ospite a Bosaso?
ENRICO FREGONARA. Guardi, in questi giorni ho provato a ricordare, però...
PRESIDENTE. Mi scusi, ma in questi giorni lei ha fatto incontri? È meglio che lo chiariamo subito. Avete fatto incontri? Guardi, non c'è niente di scandaloso; se è così, è da precisare. La dottoressa Morin ci ha detto, appunto, di aver avuto un colloquio molto di buona fede e molto semplice con un nostro consulente, al quale continuano ad andare la nostra stima e la nostra considerazione. Se anche lei, dottor Fregonara, ha cercato di rinfrescare i ricordi prima di venire a parlare con noi non c'è niente di strano, perché ricordare, dopo dieci anni, non è facile.
Tuttavia, vogliamo cercare di chiudere questo capitolo che per noi è di estrema importanza, quindi ci affidiamo alla sua responsabilità e al recupero della sua autonomia, per effetto di eventuali confronti che dovesse aver fatto con altre persone. Allora, con senso di responsabilità, oggi vorremmo sapere da lei cose precise.
ENRICO FREGONARA. Premetto che non ho avuto alcun colloquio con gli altri componenti del team di cui facevo parte.
PRESIDENTE. Bene, una ragione in più per essere precisi. Lei era fermo a Bosaso da tempo? Cosa faceva? Stava nei locali di Africa 70? Si muoveva con frequenza? Nel mese di marzo, in particolare per il periodo che ci interessa, la sua presenza è stata costante?
PRESIDENTE. Allora, chiariamo. Nel mese di marzo lei stava a Bosaso?
ENRICO FREGONARA. Nel mese di marzo noi siamo rientrati a Bosaso, perché avevamo ricevuto - soit disan - minacce da parte delle autorità locali e ci avevano invitato, per la nostra sicurezza, ad allontanarci. Questo succedeva a fine febbraio, se ben ricordo. Pertanto, dopo una visita del delegato Scialoja da Mogadiscio, come capo progetto mi accordai con lui per evacuare tutto il personale su Gibuti e parte - chi voleva - su Nairobi. Io e il logista dovevamo rimanere a Bosaso per vedere di salvare il salvabile della situazione e, comunque, per cercare di non perdere almeno le attrezzature, i beni in carico al progetto. Per cui svolgemmo questo incarico, consegnammo quello che potevamo all'ufficio di rappresentanza delle Nazioni Unite - Unosom di Bosaso e partimmo, perché purtroppo obbligati a partire, lasciando che Unosom trattasse il rientro. Io mi trasferii a Nairobi perché nel frattempo avevo avuto un attacco di malaria e da lì ricevetti la notizia che potevamo rientrare, che le autorità locali avevano dato il loro benestare.
PRESIDENTE. Lei quando è rientrato?
ENRICO FREGONARA. La data non la ricordo. Sono rientrato il giorno in cui ho incontrato Ilaria Alpi.
PRESIDENTE. L'ha trovata lì o quando lei è arrivato Ilaria Alpi ancora non c'era?
ENRICO FREGONARA. Quando sono arrivato, ho incontrato Ilaria Alpi, a Bosaso. È venuta nella nostra sede perché, appunto, diceva di aver perso l'aereo.
PRESIDENTE. Quando lei è arrivato ad Africa 70, Ilaria non c'era ancora?
ENRICO FREGONARA. No, forse mi sono espresso male. Ilaria Alpi l'ho incontrata alla ripresa del progetto, dopo questo stand-by che le autorità locali ci avevano imposto. Io rientravo da Nairobi, via Gibuti. A Gibuti venne con noi il signor Casamenti, che era il logista, e la dottoressa Morin, e ritornammo a Bosaso, in sede, dopo le assicurazioni che ci erano state date. In quel giorno...
PRESIDENTE. Si fermi un momento. Quando siete tornati - lei, la dottoressa Morin e gli altri -, siete rientrati a Bosaso, nei locali di Africa 70: è esatto?
PRESIDENTE. Quando siete rientrati, Ilaria Alpi ancora non era arrivata o era già arrivata?
ENRICO FREGONARA. Nei locali? No.
PRESIDENTE. Prima di arrivare nei locali insieme agli altri, aveva già incontrato Ilaria Alpi oppure no?.
PRESIDENTE. Quindi, lei arriva nei locali insieme agli altri e, ad un certo momento di quella giornata, arriva Ilaria Alpi con Miran Hrovatin. È questa la ricostruzione?
PRESIDENTE. Bene, questo è un primo passaggio. Secondo passaggio: qual è il giorno del vostro rientro, ovvero, il giorno in cui lei incontra per la prima volta Ilaria e Miran ? Quale giorno del mese di marzo? Non ha avuto modo di ricostruirlo attraverso i documenti?
ENRICO FREGONARA. Ho cercato le mie vecchie agende, ma non le ho trovate, perché dopo tanti anni la carta si butta. Comunque, il giorno in cui purtroppo sono morti Ilaria e Miran era il 20 marzo; con tutta sincerità, posso dire che il nostro incontro sarà avvenuto cinque o al massimo sei giorni prima, non di più. Però, non metterei la mano sul fuoco.
PRESIDENTE. Dunque, il 20 marzo è il giorno in cui Ilaria Alpi e Miran Hrovatin partono da Bosaso per Mogadiscio. Allora, vediamo di risolvere questo primo problema: che lei sappia, chi è che li accompagna all'aeroporto di Bosaso? Lei o chi altro?
ENRICO FREGONARA. Io c'ero di sicuro. Mi pare che ci fosse anche il signor Casamenti, però non ne sono sicuro. Io c'ero di sicuro.
PRESIDENTE. Come l'ha accompagnata? Con un'automobile?
ENRICO FREGONARA. Sì, avevamo due automezzi di Africa 70.
PRESIDENTE. Chi guidava? Qualcuno di Africa 70?
ENRICO FREGONARA. No, gli autisti, perché noi non potevamo.
PRESIDENTE. Quindi, gli autisti di cui si serviva Africa 70. Facevano anche da scorta?
ENRICO FREGONARA. No, facevano solo gli autisti. La scorta era un'altra.
PRESIDENTE. Avevate anche la scorta, in quell'occasione?
ENRICO FREGONARA. Giravamo sempre con la scorta.
PRESIDENTE. Quindi, siete andati, come Africa 70, insieme a Ilaria e Miran, all'aeroporto di Bosaso. Dico bene?
PRESIDENTE. All'aeroporto di Bosaso ci siete andati insieme ad altre persone, che dovevano partire dallo stesso aeroporto alla volta di Mogadiscio o ci siete andati soltanto con Ilaria e Miran? C'era qualcun altro, in queste vostre macchine, in queste macchine che erano nella vostra disponibilità?
ENRICO FREGONARA. A parte il personale locale, credo che fossimo solo noi, non c'erano altre persone.
PRESIDENTE. E altre persone che dovessero partire?
ENRICO FREGONARA. C'erano altre persone che dovevano partire, ma non erano fisicamente con noi: erano sulla pista dell'aeroporto...
PRESIDENTE. Tra queste persone che dovevano partire - e che poi sarebbero partite - con Ilaria Alpi e con Miran Hrovatin alla volta di Mogadiscio, ricorda qualcuno, qualche giornalista, qualche altra persona? Ricorda persone che erano sulla pista, che dovevano partire, che si siano incontrate e abbiano parlato con Ilaria e con Miran prima che salissero sull'aereo?
ENRICO FREGONARA. No, non mi ricordo.
PRESIDENTE. Vi sono persone che sollecitano la sua memoria, come quelle che poi sono partite, che magari lei conosceva, che erano conosciute per nome o per notorietà o comunque perché avevano trattato con Africa 70?
ENRICO FREGONARA. No, non ricordo.
PRESIDENTE. Le persone che poi partirono insieme a Ilaria e a Miran con quell'aereo alla volta di Mogadiscio, erano persone che lei conosceva? Ha visto se Ilaria e Miran abbiano parlato con qualcuna di queste persone?
ENRICO FREGONARA. Francamente, dirle che...
ENRICO FREGONARA. No, non mi ricordo. So che su quegli aerei viaggiavano sempre persone che si occupavano del nostro stesso ambiente, tra Unicef, Unosom, eccetera.
ENRICO FREGONARA. Era un aereo delle Nazioni Unite.
ENRICO FREGONARA. Sì, Unosom o...
PRESIDENTE. Portava parecchie persone?
ENRICO FREGONARA. No, era un aereo militare da trasporto con dei posti passeggeri.
PRESIDENTE. Le persone che partivano da Bosaso - e che lei vide sulla pista - erano tante? Erano poche? Ricorda quante potessero essere?
ENRICO FREGONARA. Non mi ricordo.
PRESIDENTE. Va bene, andiamo avanti. Dunque, come Dio non ha voluto - perché poi li hanno uccisi - Ilaria e Miran partono alla volta di Mogadiscio. E finisce la domenica di Bosaso, per Ilaria e per Miran. Esatto?
PRESIDENTE. Voi tornate a Bosaso, in sede.
PRESIDENTE. Il giorno prima di domenica, che cosa avete fatto?
ENRICO FREGONARA. Dunque, ricordo che abbiamo fatto delle cose in quei giorni, però alla domanda «il giorno prima, che cosa avete fatto?» non sono sicuro di poterle dare una risposta esatta, se fosse il giorno prima o il giorno antecedente. È veramente difficile.
PRESIDENTE. Allora, cominciamo da un altro punto. Come si fissò la partenza di domenica con l'aereo? Fu prenotata, fu concordata? Con chi si prese contatto? Chi lo fece? Lei, dottor Fregonara, si intromise, collaborò per questa partenza e, se sì, come?
ENRICO FREGONARA. Normalmente, seguendo le prassi per questo tipo di voli: allora non esistevano altre comunicazioni se non la phonie oppure i satellitari, ma noi all'epoca non avevamo i satellitari. Pertanto, abbiamo avvisato la nostra logistica a Gibuti di prenotare due posti per due persone che dovevano recarsi a Mogadiscio. Poi, attraverso i canali UN locali abbiamo fatto il booking, la prenotazione.
ENRICO FREGONARA. L'abbiamo fatta subito.
PRESIDENTE. Quando, appena arrivati?
ENRICO FREGONARA. Sì, perché Ilaria disse «Il primo aereo disponibile lo voglio prendere». Da quello che ho capito - poi ci siamo anche parlati - la sua presenza a Bosaso non era stata programmata, lei doveva rientrare. Infatti, cercammo anche di trovare un altro passaggio tramite un volo piccolo, dell'UNICEF, però ci dissero che non si sarebbe fermato a Bosaso quella settimana, in quanto c'erano problemi. Allora, aspettammo il C-130.
PRESIDENTE. E quando sarebbe partito questo aereo Unicef?
ENRICO FREGONARA. Partiva ogni mercoledì da Nairobi e andava a Gibuti, facendo sosta alcune volte a Bosaso.
PRESIDENTE. Sempre di mercoledì?
ENRICO FREGONARA. Partiva il mercoledì mattina, per arrivare a Gibuti il mercoledì notte, poi tornava indietro su Nairobi.
PRESIDENTE. Dunque, quando è che passava a Bosaso?
ENRICO FREGONARA. Passava il mercoledì pomeriggio o il giovedì mattina, a seconda, andando a Nairobi.
PRESIDENTE. E per andare alla volta di Mogadiscio?
ENRICO FREGONARA. No, a Mogadiscio l'aereo Unicef non si fermava.
PRESIDENTE. Dunque, avete fatto questo tentativo.
ENRICO FREGONARA. Sì, l'abbiamo fatto, però ci hanno detto che quella settimana Bosaso sarebbe saltato.
PRESIDENTE. Quindi, presumo che, passando l'aereo per Bosaso il mercoledì pomeriggio o il giovedì mattina, il tentativo lo abbiate fatto prima di mercoledì pomeriggio.
PRESIDENTE. Però, non fu possibile.
PRESIDENTE. Durante la permanenza di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin presso di voi, accadde che qualcuno chiedesse notizie di Ilaria e di Miran o, quanto meno, di Ilaria?
ENRICO FREGONARA. Intende dire se qualcuno dall'esterno chiese notizie? No, fummo noi che cercammo di contattare - ma anche qui non ricordo precisamente - la delegazione italiana a Mogadiscio, per dire che c'era questo problema.
PRESIDENTE. Che intende per «delegazione italiana»?
ENRICO FREGONARA. Quella che noi chiamiamo «ambasciata», che non era però un'ambasciata di fatto, bensì una delegazione.
PRESIDENTE. Da fonte militare non avete avuto nessuna richiesta di informazioni?
ENRICO FREGONARA. No, assolutamente. L'abbiamo comunicato poi, chiaramente, alle Nazioni Unite, perché essendo della stampa...
PRESIDENTE. Che cosa avete comunicato alle Nazioni Unite?
ENRICO FREGONARA. Che c'erano ospiti presso la nostra sede, perché questa era la regola.
ENRICO FREGONARA. Sì, di sicurezza.
PRESIDENTE. E lo avete comunicato alle Nazioni Unite. Stavano a Bosaso?
ENRICO FREGONARA. Sì, eravamo sotto l'ombrello delle Nazioni Unite.
PRESIDENTE. Lei ha ricordo di autorità militari che vi abbiano chiesto - o alle quali abbiate comunicato - notizie di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin?
ENRICO FREGONARA. No, non mi ricordo, però posso dire con sufficiente certezza che non ci sono state richieste.
PRESIDENTE. Allora, torniamo alla domenica in cui sono partiti. È in grado di dire come abbiate passato la giornata di sabato?
Secondo quanto lei ci ha detto, la partenza della domenica alla volta di Mogadiscio l'avete preparata il giorno stesso in cui Ilaria e Miran arrivarono, in quanto avevano fretta di tornare; Bosaso, praticamente, sarebbe stato un incidente di percorso, ovvero arrivarono da voi senza che la tappa fosse prevista.
ENRICO FREGONARA. Sì, almeno questo è quello che ci è stato riferito da Ilaria e da Miran.
PRESIDENTE. Allora, andiamo a ritroso, se questo può essere un modo utile. Ricorda se il sabato avete fatto qualcosa di particolare, se siete rimasti nella sede, se lei è rimasto in sede mentre Ilaria, invece, è andata via dalla sede di Africa 70?
ENRICO FREGONARA. Con Ilaria siamo andati a vedere un progetto che stavamo portando avanti al porto di Bosaso, su un laboratorio per la brucellosi. Avevamo un laboratorio portuale perché le bestie, le mandrie, dovevano passare per quella zona per essere testate e per poi essere esportate, di solito nello Yemen o in Arabia Saudita.
PRESIDENTE. E siete andati insieme?
ENRICO FREGONARA. Sì, le abbiamo fatto vedere quello che stavamo facendo.
PRESIDENTE. Per vostra iniziativa o su richiesta di Ilaria?
ENRICO FREGONARA. Ilaria ci chiese che cosa stavamo facendo, noi glielo dicemmo e...
PRESIDENTE. Perché, stava forse facendo un'inchiesta sulla cooperazione e quindi su quello che faceva Africa 70? Stava facendo un'indagine su quello che si faceva per conto dell'Italia in Somalia, lì a Bosaso?
ENRICO FREGONARA. No, per quel che ricordo fu un interesse giornalistico. Chiaramente, ci chiese se c'erano delle cose da vedere, cosa stessimo facendo e se poteva vederle. Le rispondemmo: «Ci mancherebbe, prego».
PRESIDENTE. Quindi, siete andati a vedere questo laboratorio insieme?
ENRICO FREGONARA. Sì, dove stavamo facendo dei lavori di riabilitazione.
PRESIDENTE. Era nei pressi del porto di Bosaso?
ENRICO FREGONARA. Sì, a un chilometro dal porto.
PRESIDENTE. Siete andati anche al porto, insieme?
PRESIDENTE. Ricorda in quale giorno avete fatto questa cosa? Il giorno stesso in cui Ilaria e Miran sono arrivati o durante uno dei giorni di permanenza?
ENRICO FREGONARA. Il giorno in cui sono arrivati, no di sicuro, perché mi ricordo che siamo stati impegnati per un giorno, o un giorno e mezzo, a rimettere a posto la sede, per cui non è possibile.
PRESIDENTE. Il giorno in cui siete arrivati, quindi, loro sono rimasti da voi?
ENRICO FREGONARA. Sì, in casa. Non so se poi siano usciti un attimo, sempre con una delle nostre macchine, accompagnati (perché loro conoscevano gli usi e i costumi, per cui non uscivano sicuramente da soli). Adesso non so se si sono allontanati per mezz'ora o tre quarti d'ora.
PRESIDENTE. Insomma, non più di tanto.
ENRICO FREGONARA. Però mi ricordo che eravamo insieme.
PRESIDENTE. C'è stato un giorno in cui siete andati a fare una gita fuori Bosaso?
ENRICO FREGONARA. Sì, il venerdì. Questo me lo ricordo, perché, essendo un paese islamico, il venerdì è come domenica.
PRESIDENTE. E chi è andato? Ilaria, Miran, lei e poi? Casamenti c'era?
PRESIDENTE. Casamenti non c'era. La Morin c'era?
ENRICO FREGONARA. Forse sì, credo di sì, e forse anche l'infermiera Gabriella.
PRESIDENTE. E dove siete andati?
ENRICO FREGONARA. Siamo andati a circa sei chilometri da Bosaso su una spiaggia.
PRESIDENTE. Su una spiaggia, al mare. È stata una gita al mare. Si sono portati telecamere, che lei si ricordi? Oppure è stata solo una gita, a cui hanno partecipato Ilaria, Miran e voi, di Africa 70?
ENRICO FREGONARA. Da quello che mi ricordo era una cosa privata.
PRESIDENTE. Questo avvenne a sette o otto chilometri, al mare, di venerdì. In questi stessi giorni di permanenza, lei ricorda se ci fu un altro viaggio in altra località, non so quanto distante, comunque fuori da Bosaso, che fecero Miran e Ilaria?
ENRICO FREGONARA. Io so che un giorno ci chiesero la macchina per andare a far visita ad un notabile del posto, che veniva soprannominato il King.
PRESIDENTE. Vi chiesero una macchina?
ENRICO FREGONARA. Ci chiesero una macchina. E poi, un'altra volta, per andare a trovare il rappresentante delle Nazioni Unite, forse nella stessa giornata. Adesso io, purtroppo, non mi ricordo. Infatti, Ilaria voleva fare una chiacchierata con il rappresentante delle Nazioni Unite a Bosaso.
PRESIDENTE. Chi era questo rappresentante delle Nazioni Unite?
ENRICO FREGONARA. Era un certo Malko.
ENRICO FREGONARA. No, era uno slavo, però era alle Nazioni Unite, a New York, da parecchio tempo.
PRESIDENTE. E le risulta che ci sia andata?
ENRICO FREGONARA. So che deve aver avuto il colloquio.
PRESIDENTE. Lo sa perché glielo ha detto Ilaria dopo esserci andata?
ENRICO FREGONARA. Mi pare che lei mi abbia detto: l'ho incontrato, ed è una persona simpatica.
PRESIDENTE. E del King, le ha detto di esserci andata?
ENRICO FREGONARA. Sì, ha detto che l'ha incontrato, che l'ha visto.
PRESIDENTE. Le ha detto se gli aveva fatto l'intervista? Questo era il cosiddetto sultano di Bosaso.
ENRICO FREGONARA. Sì, il sultano di Bosaso.
PRESIDENTE. Le ha detto se l'aveva intervistato o meno?
ENRICO FREGONARA. Credo che il suo scopo fosse un'intervista.
PRESIDENTE. Le disse qualcosa di questa intervista? Se le era piaciuta, se le era dispiaciuta, se fu di sua soddisfazione, se la fece?
ENRICO FREGONARA. Noi cercavamo di non intrometterci. Noi nel suo e lei nel nostro.
PRESIDENTE. Però, che fece l'intervista glielo disse?
ENRICO FREGONARA. Ci disse che lo incontrò.
PRESIDENTE. Questo avvenne nel contesto della presenza di Ilaria e di Miran Hrovatin nella vostra comunità? Questo è sicuro?
PRESIDENTE. Le domando: quando Ilaria arrivò da voi, quello stesso giorno in cui venivate a riprendere in mano l'attività, dopo l'evacuazione per intimidazione che avevate ricevuto, per caso, Ilaria aveva già avuto, questa intervista, o questo incontro?
ENRICO FREGONARA. Come posso rispondere su una cosa alla quale non ero presente?
PRESIDENTE. Lei prima ha detto che le aveva chiesto una macchina perché voleva incontrare il King.
ENRICO FREGONARA. Sì, ma dopo che noi eravamo tornati.
PRESIDENTE. Le domando, non è che per caso il suo ricordo non sia preciso e che invece di questo incontro vi avesse parlato come già fatto quando è arrivata da voi lo stesso giorno in cui siete arrivati voi?
ENRICO FREGONARA. No, lo escludo.
PRESIDENTE. Lo esclude perché lo colloca all'interno della sua permanenza?
ENRICO FREGONARA. Lo escludo perché era così infuriata per aver perso l'aereo che del King non se ne è neppure parlato.
PRESIDENTE. Dunque, il suo ricordo sul punto è preciso: quando lei arrivò era il giorno in cui lei perse l'aereo?
ENRICO FREGONARA. Sì, lo ribadisco.
PRESIDENTE. Noi le diciamo una cosa: che l'intervista al sultano di Bosaso - se coincide con il King - fu del 17 marzo. Il 17 marzo, partendo dal 20 che era domenica, era giovedì. E se noi abbiamo ricostruito bene le cose, l'aereo che avrebbe dovuto prendere Ilaria sarebbe stato quello del 18, che sarebbe quel venerdì in cui voi collocate la gita al mare.
Questi dati sono certi. Il 17 è l'intervista al sultano di Bosaso. Il 18 ci sarebbe stata la perdita dell'aereo, di venerdì.
ENRICO FREGONARA. Nei miei ricordi, le Nazioni Unite non hanno mai volato il venerdì per rispetto alle leggi islamiche, ma i miei ricordi... Mi ricordo che l'aereo c'era la domenica e forse il mercoledì.
ENRICO FREGONARA. Assolutamente. Non c'era mai stato l'aereo il venerdì, se non per una evacuazione di emergenza.
PRESIDENTE. Scusi, lei dice che non lavoravano agli aeroporti?
ENRICO FREGONARA. Non era un aeroporto. Era una striscia di terra.
PRESIDENTE. Ma allora, a maggior ragione poteva partire l'aereo Unosom.
ENRICO FREGONARA. Ma gli aerei non stavano lì fissi, ma andavano e venivano perché la sicurezza non permetteva agli aerei di fermarsi in pista più di venti minuti. Dovevano ripartire immediatamente.
La prima volta che arrivai a Bosaso fui accolto da petardi sulla pista, e infatti gli aerei si fermavano al massimo venti minuti e via. Non c'era l'aeroporto.
PRESIDENTE. Per quanti giorni sono stati presenti nella vostra comunità Ilaria Alpi e Miran Hrovatin?
ENRICO FREGONARA. Come le ho detto prima, da cinque al massimo sei, però non sono sicuro.
PRESIDENTE. Voi avevate rapporti con questo King di Bosaso, come comunità, o comunque anche lei personalmente?
PRESIDENTE. Lo avete conosciuto?
ENRICO FREGONARA. Per forza. Essendo autorità locale, non si poteva fare finta di non vederlo. Se lei incontra un sindaco gli dice buongiorno e buonasera.
PRESIDENTE. Ha mai sentito nominare un medico di nome Kamal Aden? Lo ha mai conosciuto a Bosaso?
ENRICO FREGONARA. Il dottor Kamal? Sì.
PRESIDENTE. Si interessava di malaria?
PRESIDENTE. Chi era questo Kamal?
ENRICO FREGONARA. Il dottor Kamal era colui che aveva affittato il compound ad Africa 70 per viverci. Era un profugo di Mogadiscio che era scappato. Infatti, essendo un migiurtino aveva dovuto abbandonare Mogadiscio e trasferirsi in Migiurtina (se è lo stesso dottor Kamal Aden di cui lei mi parla).
PRESIDENTE. Quando parliamo della permanenza di Ilaria e di Miran, lei ricorda, del primo contatto, l'esplosione - abbiamo perso l'aereo! - e che per questo erano così arrabbiati. Ogni giorno che sono stati là è stato, dunque, un giorno in più perché altrimenti non ci sarebbero mai stati, ma allora, come è venuta fuori questa cosa dell'intervista al sultano o questa volontà di contattare il sultano? Perché venne fuori questa volontà? Secondo lei, per quello che lei poté valutare, fu un modo per fare qualcosa avendo del tempo a disposizione, o invece poteva essere qualcosa di programmato e che colsero l'occasione per fare?
ENRICO FREGONARA. Per me, nei miei ricordi, non era programmato. Poi...
PRESIDENTE. Ho capito: poi non lo sa.
ENRICO FREGONARA. No, però non mi sembrava una cosa programmata. Che poi possa essere nata in quei giorni l'idea, è un'altra cosa.
PRESIDENTE. A che ora partiste da Bosaso per arrivare all'aeroporto?
ENRICO FREGONARA. Di solito, visto che non si conosceva mai l'orario in cui poteva arrivare l'aereo, allora c'era un contatto radio fra le varie agenzie delle Nazioni Unite che comunicavano di stare attenti perché dopo poco, dopo quindici o venti minuti l'aereo sarebbe atterrato. Così, ci si organizzava visto che la pista era vicina, perché era a dieci minuti di macchina dalla sede.
Comunque, era mattino. Saranno state le dieci del mattino.
PRESIDENTE. Va bene. E Maria Gabriella Colombani chi era?
ENRICO FREGONARA. Era l'ostetrica che lavorava per Africa 70.
PRESIDENTE. Era presente a quell'epoca, quando c'era anche lei?
ENRICO FREGONARA. Rientrò anche lei.
PRESIDENTE. Anche Mario Casadio?
ENRICO FREGONARA. No, non c'era. Era già partito da parecchio.
ENRICO FREGONARA. Alda Rossini arrivò nel giorno in cui arrivò Ilaria Alpi.
PRESIDENTE. Come anche Casamenti?
ENRICO FREGONARA. Pardon, quando partì Ilaria Alpi arrivò Alda Rossini, con lo stesso aereo. Lei scese a Bosaso e Ilaria Alpi salì su quell'aereo.
PRESIDENTE. E invece Casamenti?
ENRICO FREGONARA. No, era già.
PRESIDENTE. Era già. Venne insieme a lei, Casamenti?
ENRICO FREGONARA. Sì, sì, partimmo in tre.
PRESIDENTE. Voglio dire, rientrò insieme a voi, Casamenti, da dove stavate, da dove eravate stati evacuati?
PRESIDENTE. A noi risulta che sarebbe il 16 marzo.
PRESIDENTE. Beri-beri, se lo ricorda?
ENRICO FREGONARA. Beri beri è una malattia.
PRESIDENTE. Intendo Yussuf Beri-beri.
ENRICO FREGONARA. Sì, è una malattia.
PRESIDENTE. Questo qui era una malattia?
ENRICO FREGONARA. Credo che sia una persona che può aver dato una mano come può aver creato dei problemi a noi, come organismo.
PRESIDENTE. Perché? Lavorava con voi? Collaborava? Che cosa faceva?
ENRICO FREGONARA. No, però ha offerto i suoi servizi.
PRESIDENTE. Che tipo di servizi?
ENRICO FREGONARA. Si offriva di introdurci nella realtà locale.
ENRICO FREGONARA. Nel senso che quando uno è paracadutato dal nulla in una realtà tribale di un certo tipo, specialmente quella somala di quel periodo, se non ha qualcuno che lo indirizza, è meglio trovarlo, visto che noi eravamo una organizzazione non governativa per cui non avevamo nessun supporto.
ENRICO FREGONARA. No. Che io sappia, perché tenevo anche l'amministrazione del progetto, non gli è stata data mai una lira.
PRESIDENTE. Lo sapeva che abitava a Bologna?
ENRICO FREGONARA. Sì, lo sapevo ma lui venne anche la prima volta, a maggio.
PRESIDENTE. Il compito qual era? Era quello di ufficiale di collegamento?
ENRICO FREGONARA. Possiamo dire ufficiale di collegamento.
PRESIDENTE. Con le tribù e tutte queste cose qui?
ENRICO FREGONARA. Sì, con le tribù e con le etnie.
PRESIDENTE. Anche Mugne aveva la residenza Bologna. C'era un collegamento tra i due? Lei conosce Mugne?
PRESIDENTE. Non lo ha mai conosciuto?
PRESIDENTE. Non l'ha mai sentito nominare?
PRESIDENTE. È la prima volta che lo sente?
PRESIDENTE. Senta, lei mi parlava prima di quella intimidazione che avete avuto e che vi ha costretto ad allontanarvi da Bosaso. La ragione?
ENRICO FREGONARA. La ragione, principalmente, era perché c'erano due fazioni in quel momento all'interno di Bosaso e nella regione dove operavamo, che si stavano disputando - credo - la predominanza l'una con l'altra.
Siccome noi stavamo operando più con una che con l'altra, da lì arrivò la prima minaccia: attenzione, abbiate un occhio di cortesia anche per noi, perché esistiamo.
PRESIDENTE. Quindi, non fu una questione di pescherecci e di pesca.
ENRICO FREGONARA. Poi, venne fuori la famosa lettera delle navi, in seconda battuta.
PRESIDENTE. Le navi della Shifco?
ENRICO FREGONARA. No, si trattava di pescherecci che pescavano di frodo nelle acque somale.
PRESIDENTE. Erano quelle della Shifco? Non si sa?
ENRICO FREGONARA. Io non le ho mai viste. Non so.
PRESIDENTE. Cioè lei non è mai andato al porto a vedere le navi della Shifco? Una l'hanno pure sequestrata, o sbaglio?
ENRICO FREGONARA. Al porto? Che mi risulti, no. Ce n'era una al largo.
PRESIDENTE. Sì, ma insomma stava in rada. Era al largo del porto di Bosaso.
ENRICO FREGONARA. Comunque, io non sono mai stato sulle navi.
PRESIDENTE. Non ho detto sulle navi. Lei conosceva l'esistenza delle navi Shifco?
ENRICO FREGONARA. Ne sono venuto a conoscenza dopo, quando l'ambasciatore Scialoja intervenne, venne a Bosaso e spiegò anche la cosa.
PRESIDENTE. Quindi, come diceva, poi intervenne questo problema dei pescherecci, che determinò poi questa intimidazione nei vostri confronti. In che senso? Vi ritenevano coinvolti?
ENRICO FREGONARA. Perché una fazione diceva che l'Italia, in generale, stava appoggiando questo tipo di attività. Dopo quindici giorni, chiesero scusa per quello che avevano detto e ci fecero rientrare. Ma, lo ripeto, per me era solo una questione fra queste due fazioni che poi appartenevano alla stessa parte politica - e armata - che però volevano la predominanza.
PRESIDENTE. E invece di queste peschereccio sequestrato non ha mai saputo niente?
ENRICO FREGONARA. Ho saputo che ci fu questo episodio, però nessuno poteva né avvicinarsi né avere notizie, se non quelle che arrivavano.
PRESIDENTE. Che cosa ha saputo di questo episodio?
ENRICO FREGONARA. Niente. Solo che c'era questo peschereccio con l'equipaggio.
PRESIDENTE. Sequestrato perché? E sequestrato da chi, innanzitutto?
ENRICO FREGONARA. Perché dicevano che pescavano nelle loro acque territoriali.
PRESIDENTE. Lei sa se Ilaria Alpi avesse programmato ed effettuato un'intervista a Mugne ed alcuni uomini dell'equipaggio di questo peschereccio denominato Farah Omar?
PRESIDENTE. Conosce Marocchino?
ENRICO FREGONARA. Sì, sì, sentito sì. Tutti l'hanno sentito nominare, credo, a quei tempi,
PRESIDENTE. Come veniva presentato? Come veniva conosciuto o nominato questo Marocchino?
ENRICO FREGONARA. Non come un'anima pura.
PRESIDENTE. Lei ha mai saputo niente di traffici di armi, di rifiuti tossici, o di altre cose di questo genere, che si esercitassero non solo a Bosaso ma anche nell'intera Somalia, o comunque nelle parti calde della Somalia?
ENRICO FREGONARA. No, mai sentito nulla di traffici d'armi. Quella dei rifiuti tossici, poi, era una voce che circolava già da tempo.
PRESIDENTE. Cioè, i traffici d'armi non esistevano in Somalia?
ENRICO FREGONARA. No, esistevano di sicuro.
PRESIDENTE. Allora, non ne aveva sentito parlare?
ENRICO FREGONARA. Dei traffici d'armi? Che le armi venissero in mano a queste fazioni, certo che lo si sapeva, però da dove, come e perché, nessuno lo sapeva.
PRESIDENTE. Io non le ho chiesto questo. Le ho detto se aveva mai sentito parlare di traffici di armi.
ENRICO FREGONARA. Mi scusi, certo.
PRESIDENTE. Lo stesso vale per i rifiuti tossici e persino radioattivi, secondo notizie abbastanza diffuse, anche se non dico fondate.
ENRICO FREGONARA. Allora circolava anche quella voce.
PRESIDENTE. Lei conosceva, a Bosaso, un certo personaggio che veniva chiamato l'avvocato?
PRESIDENTE. Ha mai sentito nominare Rajola Pescarini?
PRESIDENTE. C'erano militari italiani a Bosaso?
ENRICO FREGONARA. No, gli unici militari che sono comparsi sono stati alcuni americani della Special task force sanitaria, e basta.
PRESIDENTE. Conosce il colonnello Vezzalini?
PRESIDENTE. La strada Garoe-Bosaso, le dice nulla?
ENRICO FREGONARA. Sì, l'abbiamo fatta parecchie volte, perché avevamo dei progetti.
PRESIDENTE. Fatta? In che senso?
PRESIDENTE. Questo non è un merito né un demerito.
ENRICO FREGONARA. L'ha fatta il FAI.
PRESIDENTE. Quindi, voi non c'entrate niente?
ENRICO FREGONARA. Per fortuna.
PRESIDENTE. Sa nulla di alcune cose che venivano indicate intorno alla costruzione di questa strada, che è stata fatta dieci volte, per quello che ne so io?
ENRICO FREGONARA. Ho sentito quello che tutti hanno sentito.
PRESIDENTE. Nei tempi in cui lei c'era, le risulta che sia giunta a Bosaso una nave con aiuti alimentari proveniente dall'Italia?
ENRICO FREGONARA. Mi risulta, sì. Si è dovuto anche negoziare per scaricarla.
ENRICO FREGONARA. Sì, perché volevano appropriarsi di tutti i materiali che erano sulla nave.
PRESIDENTE. Che cosa conteneva?
PRESIDENTE. Chi se ne voleva appropriare?
PRESIDENTE. E avete negoziato?
PRESIDENTE. Chi vi ha permesso di averla vinta, se l'avete avuta vinta?
ENRICO FREGONARA. Non l'abbiamo avuta vinta, però non ci sono stati morti né ci sono stati feriti. Abbiamo immagazzinato tutto dove volevano, poi hanno firmato dei documenti in cui dicevano che sarebbero andati a determinate comunità.
ENRICO FREGONARA. Comunità particolari, tipo gruppi vulnerabili e a rischio, tipo le donne, i bambini nei campi profughi e altro.
PRESIDENTE. Lei ha mai sentito nominare Giuseppe Cammisa, detto Jupiter?
PRESIDENTE. Ha sentito mai parlare di una nave Garaventa?
PRESIDENTE. Era una nave ferma al porto di Bosaso nell'epoca in cui lei era in quella zona.
ENRICO FREGONARA. Non mi risulta.
PRESIDENTE. Ha mai sentito parlare della comunità di Saman?
PRESIDENTE. Ci sono domande? Prego, onorevole Lavagnini.
ROBERTO LAVAGNINI. Grazie, presidente. Noi abbiamo, nel dottor Fregonara, il teste più attendibile che abbiamo sentito oggi, e sarebbe il caso veramente di ricostruire con lui le date. È stato abbastanza preciso nel dire che Ilaria Alpi è arrivata da lui il giorno stesso in cui loro erano rientrati da Nairobi (il dottor Fregonara) e da Gibuti gli altri, se non erro, e che era circa cinque o sei giorni prima della partenza. Quindi, risalendo alle date, il giorno in cui Ilaria Alpi si è presentata, era il giorno in cui aveva perso l'aereo.
ROBERTO LAVAGNINI. Siccome abbiamo escluso che il 18, data in cui noi si presume che Ilaria Alpi abbia perso l'aereo, era di venerdì, e che di venerdì non volava nessuno, ma bensì si pensa che il volo era stato perso di mercoledì, allora Ilaria Alpi ha perso il volo mercoledì 16, e si presenta da loro mercoledì 16, che è cinque giorni prima della partenza.
PRESIDENTE. C'era un aereo mercoledì 16?
ENRICO FREGONARA. Sicuramente, se eravamo arrivati.
ROBERTO LAVAGNINI. Dunque è quello che ha perso Ilaria Alpi.
PRESIDENTE. Non avevo capito che lei era venuto in aereo.
ENRICO FREGONARA. Non c'era altro modo per raggiungere Bosaso.
ROBERTO LAVAGNINI. Quindi, Ilaria Alpi ha perso l'aereo il 16. Quindi, è possibile quello che ci ha detto oggi la dottoressa Morin, che Ilaria Alpi, una volta perso l'aereo, abbia deciso di intervistare il sultano il 17, e che abbia chiesto la macchina per andare a visitare il sultano il giorno 17. Infatti, il 18 hanno fatto la gita al mare, il 19, secondo la dottoressa Morin, sono andate al mercato, e il 20 ha preso l'aereo di rientro.
Dunque, credo che in questo modo abbiamo stabilito delle date quasi certe. Dico quasi perché non voglio compromettermi nel dire alcune cose. Le posso chiedere, dottor Fregonara, chi ha affittato il compound per Africa 70?
ENRICO FREGONARA. Chi ha firmato il contratto? Credo che sia stato il dottor Cancelliere.
ROBERTO LAVAGNINI. Non è sicuro?
ROBERTO LAVAGNINI. Lei aveva compiuto un viaggio prima di trasferirsi in Somalia in quell'anno in cui poi vi si fermò per circa un anno. Ha detto che era andato per vedere quale fosse la fattibilità del progetto. In quella data, aveva visto il compound?
ENRICO FREGONARA. Sì, avevamo visto il compound e avevamo preso i primi accordi per parte del compound con il proprietario, che dovrebbe essere il dottor Kamal. Poi, in un secondo tempo, ci accordammo con il dottor Kamal per aumentare lo spazio, perché eravamo cresciuti anche come personale. Però credo che la sigla del contratto l'abbia fatto il dottor Cancelliere.
ROBERTO LAVAGNINI. I progetti che voi avevate per la Somalia, soprattutto per Bosaso, erano di tre tipi: uno veterinario, uno idrogeologico e uno medico. Quello medico prevedeva addirittura la costruzione di un ospedale.
ENRICO FREGONARA. No, non prevedeva la costruzione di un ospedale, ma prevedeva il ripristino del vecchio ospedale preesistente che dopo i fatti noti era andato distrutto. È una parte che credo risalga al periodo del protettorato italiano, mentre l'altra parte è stata fatta in un secondo tempo durante l'edificazione del porto di Bosaso da parte dell'Ansaldo e, credo, del FAI.
ROBERTO LAVAGNINI. E la ristrutturazione dell'ospedale avrebbe dovuto esser fatta con quel miliardo e mezzo che avevate a disposizione o c'erano altri fondi?
ENRICO FREGONARA. In parte con quei fondi, e per la seconda parte avevamo proceduto, tramite la Commissione europea in modo da ricevere altri fondi, per l'anno successivo, per terminare il ripristino e la ricostruzione dell'edificio.
ROBERTO LAVAGNINI. Dottor Fregonara, lei ha parlato di due fazioni che si contendevano praticamente la zona, che però appartenevano allo stesso gruppo. Il sultano controllava entrambe le fazioni o ne controllava solo una?
ENRICO FREGONARA. Direi che il sultano era super partes.
ROBERTO LAVAGNINI. Dunque controllava tutt'e due?
ENRICO FREGONARA. Era super partes. Credo che fosse una persona a cui le parti si rivolgevano per avere dei consigli.
ROBERTO LAVAGNINI. Era un referente per tutt'e due?
ENRICO FREGONARA. Sì, però non faceva parte di un preciso schieramento etnico-politico.
ROBERTO LAVAGNINI. La ringrazio.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Deiana.
ELETTRA DEIANA. Desidero sapere se, in una certa data - anche se mi sembra che con le date non ci siamo, nel senso che non ci sono corrispondenze tra alcune ricostruzioni che abbiamo potuto fare e alcune altre che lei ha fornito - lei incontra Ilaria Alpi nella sede di Africa 70, cioè in un giorno tra il 16 e il 20, sostanzialmente. Secondo lei è più verso il 16 che non verso il 20, giusto? Addirittura, potrebbe essere il 15.
ELETTRA DEIANA. Allora, le chiedo se ha avuto modo di chiedere o di sapere da dove venisse Ilaria Alpi: da dove viene Ilaria Alpi che si presenta alla sede di Africa 70? E prima di perdere l'aereo che cosa avrebbe fatto? Insomma, lei che cosa sa su questo? Cioè da dove veniva, che cosa aveva fatto?
ENRICO FREGONARA. Lasciando ferme le date, quello che ci riferì Ilaria Alpi era che arrivavano da Garoe e da Gardo.
ELETTRA DEIANA. E non le hanno detto che cosa fossero andati a fare a Gardo? Non le hanno raccontato il loro viaggio a Gardo?
ELETTRA DEIANA. E le persone che hanno incontrato e anche le ragioni per cui erano andati a Gardo?
ENRICO FREGONARA. Da quello che mi ricordo, dissero che erano andati per vedere la situazione della Somalia, oltre a quella di Mogadiscio, cioè a vedere anche quello che succedeva al di fuori della capitale.
ELETTRA DEIANA. Sì, ho capito, ma per conoscere quale realtà? Infatti, in un paese così, ci sono tanti aspetti: il paesaggio, la condizione femminile, i traffici illeciti, insomma, gli argomenti di cui ci si può occupare in un paese come la Somalia di quegli anni erano vari.
ENRICO FREGONARA. Su questo sono perfettamente d'accordo, però non siamo entrati nello specifico. Credo che volessero vedere una realtà diversa da quella che vivevano a Mogadiscio, anche perché non avevano molte possibilità di uscire da Mogadiscio, almeno frequentemente. Questo è quello che mi è parso di avere colto da quello che ci dissero Ilaria e Miran. Se vi fossero altri aspetti non glielo so dire.
ELETTRA DEIANA. Quindi, lei non sa quali persone abbia incontrato a Gardo. Dunque non ci può dire nulla di questo.
Lei è sicuro che venissero da Gardo?
ENRICO FREGONARA. Così ci dissero, e mi pare anche che nei giorni in cui restarono con noi montarono degli articoli tramite la telecamera con le note che avevano preso. Parlavano di Gardo e di Garoe.
ELETTRA DEIANA. Da Gardo a Bosaso quanti chilometri sono?
ENRICO FREGONARA. Circa tre ore e mezzo o quattro di automobile andando tranquilli.
ELETTRA DEIANA. E come sarebbero arrivati da Gardo a Bosaso?
ENRICO FREGONARA. Credo che li abbia accompagnati qualcuno dei locali.
PRESIDENTE. Ma dove li hanno accompagnati?
ENRICO FREGONARA. Per prendere l'aereo a Bosaso.
ELETTRA DEIANA. Per prendere l'aereo a Bosaso? I locali? Cioè gli autisti?
ENRICO FREGONARA. Questo non lo so, ma qualcuno li ha accompagnati di sicuro da là.
ELETTRA DEIANA. Le chiedo questo perché sono strani questi incontri in cui non si dice niente. Infatti, sono luoghi eccezionali. Certo, forse per molti di voi è un'abitudine stare lì.
PRESIDENTE. Il vostro aereo arrivò con ritardo o arrivò con anticipo? Infatti, secondo la ricostruzione che sta proponendo adesso, sulla base del suo ricordo - per carità, non c'è un minimo di insinuazione - avrebbero dovuto prendere l'aereo dal quale era sceso lei.
ENRICO FREGONARA. Sì, in effetti.
PRESIDENTE. Ci fu un ritardo, un anticipo? Ricorda qualcosa a questo riguardo?
ENRICO FREGONARA. Premetto che quegli aerei non avevano mai né ritardi né anticipi. Non si sapeva mai quando arrivavano e quando partivano, e se arrivavano. Infatti, alcune volte dovevano arrivare, ma non arrivavano, oppure facevano finta di atterrare e ripartivano.
ELETTRA DEIANA. Quindi, Ilaria Alpi non le ha detto se il giorno prima era stata a Bosaso e se da Bosaso si fosse spostata. Cioè, per arrivare a questo posto che si chiama Gardo, c'è un aereo da Mogadiscio, oppure lei sarà arrivata a Bosaso e poi da Bosaso sarà partita per Gardo, per poi tornare da Gardo all'aeroporto di Bosaso? Com'è la storia?
ENRICO FREGONARA. So che alcune volte a Gardo o a Garoe atterrava un aereo delle Nazioni Unite, però non sempre, saltuariamente.
ELETTRA DEIANA. Se Ilaria Alpi è atterrata a Bosaso prima di partire per Gardo, in che modo, con quali mezzi, chiedendo aiuto a chi, poteva recarsi a Gardo? Di questo passaggio, voi di Africa 70 non avete saputo nulla? Mi riferisco a questo eventuale passaggio che era stato dato loro, cioè se avessero preso prima un aereo ipotetico per Gardo.
ENRICO FREGONARA. Non abbiamo parlato di quello che era successo prima. So che loro arrivavano da quella direzione. Non abbiamo chiesto loro chi materialmente li avesse accompagnati. So soltanto che c'è stato detto: abbiamo perso l'aereo, potete ospitarci?
PRESIDENTE. Scusi, prima è stato interrotto e non ha risposto alla mia domanda. È vero che non c'erano orari, ma secondo il suo ricordo, c'era stato un ritardo, un anticipo, una variazione di orario? In secondo luogo, quale aereo avevano perso? Quello di Bosaso o quello di quei posti da cui partivano altri aerei?
ENRICO FREGONARA. No, loro si erano mossi da quell'area, cioè da Garoe e...
PRESIDENTE. Da dove partono aerei?
ENRICO FREGONARA. No, da dove saltuariamente giungono aerei. E si erano mossi per Bosaso dove c'era la quasi certezza che ci fosse un aereo. Qualcuno li ha accompagnati. Ma non so chi. A Gardo e a Garoe c'erano altre agenzie umanitarie che lavoravano in quel periodo.
ELETTRA DEIANA. Nell'esposizione che ci ha fatto, lei ha insistito su un punto. Un paio di volte ha fatto un passaggio in cui esprimeva un giudizio di casualità sia della presenza a Bosaso di Ilaria Alpi, sia dell'intervista fatta al sultano di Bosaso. Ora, le chiedo, sulla base di che cosa, se è una sua percezione, un suo giudizio soggettivo oppure se lei ha dei dati certi, delle informazioni certe, dei giudizi certi delle cose espressamente dette da parte della giornalista che possano confermare che non si tratti di una sua supposizione - ovviamente del tutto legittima - ma
invece di una certezza che lei ha acquisito attraverso dei dati informativi un po' più certi che non un suo giudizio.
ENRICO FREGONARA. Questo che ho riferito è il mio giudizio. Non posso assolutamente dire che non ci fosse da parte di Ilaria Alpi una voglia di incontrare determinati personaggi.
ELETTRA DEIANA. Lasci stare la voglia.
PRESIDENTE. La domanda è un'altra. Il fatto di aver perso l'aereo è un suo giudizio o è un fatto che lei ha saputo perché l'ha detto Ilaria?
ENRICO FREGONARA. A noi è stato riferito da Ilaria, che ha detto: noi abbiamo perso l'aereo.
ELETTRA DEIANA. Quindi, quello che io primo ho colto, e cioè questa sua supposizione, o per lo meno questo giudizio sul fatto che le si trovasse lì casualmente perché aveva perso l'aereo e casualmente volesse intervistare il sultano perché doveva riempire il tempo è una sua idea, insomma, ma non è supportato da giudizi, da cose di cui ha memoria.
ENRICO FREGONARA. No, è una mia idea, perché con Ilaria Alpi non è che parlassimo delle cose.
PRESIDENTE. Potrebbe essere benissimo accaduto che l'aereo perso non fosse quello di Bosaso, ma l'altro, e che si fosse deciso di andare a Bosaso per fare questa operazione.
ELETTRA DEIANA. Lei prima ha detto che quando Ilaria Alpi arriva ad Africa 70, ha perso l'aereo, e ha detto anche che nessuno chiede di Ilaria Alpi. Non ci sono richieste?
ELETTRA DEIANA. A nessuno, che fosse rappresentativo di qualche autorità o di qualche punto di riferimento di Bosaso, Africa 70 perché conosciuta dagli italiani, Unosom, insomma in nessun luogo che potesse essere un riferimento per chi cercava notizie di Ilaria Alpi, sono arrivate segnalazioni di richiesta su dove fosse la giornalista?
ENRICO FREGONARA. No, che mi ricordi no.
ELETTRA DEIANA. In nessun posto, diciamo, in qualche modo rappresentativo di una autorità, di un punto di riferimento di Bosaso? Mi riferisco, ad esempio, ad Africa 70 perché conosciuta probabilmente dagli italiani o all'unosom. Dunque, in nessun luogo che potesse essere di riferimento per chi cercasse notizie di Ilaria Alpi sono arrivate segnalazioni di richieste di dove fosse la giornalista?
ENRICO FREGONARA. No, che io ricordi no.
ELETTRA DEIANA. Prima, lei ha parlato di una gita al mare. Si ricorda dove fosse questo posto e chi ha deciso il posto? Che cosa c'era in quel posto?
ENRICO FREGONARA. È un posto dove andavamo usualmente, a bagnarci i piedi il venerdì. Si trova, appunto, a pochi chilometri da Bosaso, in direzione nord ovest.
ELETTRA DEIANA. Dunque era il posto della domenica, diciamo così, o del venerdì. Non c'era nulla che potesse interessare una giornalista alla ricerca dello scoop?
ENRICO FREGONARA. No, nulla se non un bel mare.
ELETTRA DEIANA. Parlando di una nave che portava un carico di alimenti per la popolazione, ha parlato di uno stoccaggio e poi di un impegno dei locali a distribuirli a gruppi vulnerabili. Si ricorda dove fossero situati questi gruppi vulnerabili? In quali posti del paese?
ENRICO FREGONARA. C'erano delle comunità di orfani di guerra e dei campi di sfollati, vicino a Bosaso. Gli sfollati di guerra: questa era una delle comunità a rischio. Poi, c'era un centro di salute materno-infantile dove avevamo chiesto che venisse distribuita parte di questi prodotti. Poi, avevamo riabilitato - tramite l'unicef - dei posti di salute e, dunque, chiedemmo che parte del materiale arrivasse a loro. Infine, c'era l'ospedale.
ELETTRA DEIANA. L'aereo che Ilaria Alpi e Hrovatin prendono domenica 20 marzo, a che ora partì da Bosaso? Se lo rircorda?
ENRICO FREGONARA. Intorno alle dieci del mattino, credo, ma non sono sicuro.
ELETTRA DEIANA. Lei accompagnò i due giornalisti all'aeroporto?
ELETTRA DEIANA. A Bosaso, circolavano voci sul traffico di rifiuti?
ENRICO FREGONARA. No, è una cosa che ho sentito nel corso degli anni, questa delle scorie - diciamo così - somale, ma non in quel preciso momento o in quel preciso istante, a Bosaso.
ELETTRA DEIANA. Cioè, non ha mai sentito nulla, non è mai incappato in nulla che in qualche modo la portasse a conoscenza di ciò?
ENRICO FREGONARA. No, le mie informazioni sono quelle che credo abbiano appreso molti dei miei concittadini da articoli sui giornali.
ELETTRA DEIANA. La ringrazio, ho concluso.
PRESIDENTE. La parola all'onorevole Fragalà.
VINCENZO FRAGALÀ. Grazie, presidente. Dottor Fregonara, vorrei collegarmi alla ricostruzione dell'onorevole Lavagnini per dire che, se è sicuro che il 16, cioè mercoledì, Ilaria Alpi viene presso la vostra agenzia, sostenendo di aver perso l'aereo - che era lo stesso che vi aveva portato da Nairobi e da Gibuti a Bosaso - non c'è dubbio che quella mattina Ilaria Alpi veniva da un viaggio di circa quattro ore, quattro ore e mezza da Gardo. È esatto?
ENRICO FREGONARA. Sì, se fosse stata a Garoe - adesso, francamente, non mi ricordo più se fosse Gardo o Garoe - il tragitto sarebbe stato più corto.
VINCENZO FRAGALÀ. Va bene, sarà stato o Garoe o Gardo. Quindi, non c'è dubbio che Ilaria Alpi è arrivata a Bosaso da Mogadiscio in una data anteriore a mercoledì 16 e, quindi, con l'aereo precedente. L'aereo precedente, rispetto a mercoledì 16, quando è atterrato a Bosaso, provenendo da Mogadiscio?
ENRICO FREGONARA. Vorrei precisare che da quello che rammento e da quello che mi disse Ilaria Alpi, non ci comunicò come lei fosse arrivata da Mogadiscio a Bosaso.
VINCENZO FRAGALÀ. Ma l'unico mezzo era l'aereo!
ENRICO FREGONARA. Sì, ma non so con quale tipo di aereo...
VINCENZO FRAGALÀ. Non ha importanza: il vettore, comunque, doveva essere per forza un aereo.
ENRICO FREGONARA. Certo, però, per esempio, da Garoe a Bosaso poteva venire tranquillamente in macchina.
VINCENZO FRAGALÀ. Sì, però per venire da Mogadiscio a Garoe non c'era un mezzo aereo: doveva andare da Mogadiscio a Bosaso e, successivamente, da Bosaso doveva andare a Garoe in macchina.
ENRICO FREGONARA. No, vorrei chiarire che a Mogadiscio c'era un centro operativo aereo che funzionava su molte città della Somalia. Una di queste era Bosaso. Tuttavia, non era sempre lo stesso aereo che viaggiava lo stesso giorno. Sicuramente, ritengo, Ilaria Alpi ha utilizzato uno di questi aerei per arrivare...
VINCENZO FRAGALÀ. Da Mogadiscio a Bosaso?
ENRICO FREGONARA. No, a Garoe o in un'altra zona limitrofa; poi, può essersi spostata in macchina, per quanto ne so.
ELETTRA DEIANA. Da Garoe a Bosaso quante ore sono di macchina?
ENRICO FREGONARA. Glielo ho detto: sono circa tre ore e mezza di macchina.
ELETTRA DEIANA. No, da Gardo, ha detto prima.
ENRICO FREGONARA. Da Garoe due ore e mezza; da Gardo sono tre ore e mezza.
ELETTRA DEIANA. Ma Garoe non è più lontana da Bosaso rispetto a Gardo?
ENRICO FREGONARA. Sì, forse, mi sto confondendo. Comunque, da Gardo sono quattro ore al massimo.
ELETTRA DEIANA. Quindi, saranno otto ore da Garoe.
ENRICO FREGONARA. No, di meno. Garoe è più vicina.
ELETTRA DEIANA. Scusi, mi dicono che Gardo è in mezzo tra Garoe e Bosaso. Quindi, Bosaso-Gardo è metà percorso; Gardo-Garoe è l'altra metà del percorso; da Garoe a Bosaso, il percorso intero è dieci ore di macchina.
ENRICO FREGONARA. Allora sì, saranno otto ore.
VINCENZO FRAGALÀ. Dottore, secondo lei l'aereo precedente il mercoledì 16 marzo 1994, da Mogadiscio a Bosaso, era l'aereo della domenica?
ENRICO FREGONARA. Di solito viaggiava la domenica e il mercoledì, però non è che andasse a Gardo.
VINCENZO FRAGALÀ. No, le stavo chiedendo informazioni sull'aereo che andava da Mogadiscio a Bosaso.
ENRICO FREGONARA. Sì, era quello della domenica. Sempre che non sia stato utilizzato un altro tipo di mezzo, perché da Mogadiscio, ripeto, si muovevano molti aerei oltre a quelli che noi utilizzavamo di solito.
VINCENZO FRAGALÀ. La ringrazio.
PRESIDENTE. Ringrazio Enrico Fregonara e i colleghi che sono intervenuti e dichiaro concluso l'esame testimoniale.
Ricordo che l'esame testimoniale di Mohamed Ismail Yusuf è rinviato ad altra seduta.
La seduta termina alle 19.20.
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