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Seduta del 14/1/2003


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...
Audizione dell'avvocato Fabrizio Paoletti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'avvocato Paoletti.
Avvocato, lei è stato mai sentito da altra autorità o ente istituzionale a proposito della Telekom-Serbia?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. La prego di declinare le sue generalità.

FABRIZIO PAOLETTI. Mi chiamo Fabrizio Paoletti e sono nato a Roma il 20 giugno 1935.

PRESIDENTE. Attualmente quale attività svolge?

FABRIZIO PAOLETTI. Sono avvocato civilista.

PRESIDENTE. Ha figli?

FABRIZIO PAOLETTI. Due.

PRESIDENTE. Quale attività svolgono?

FABRIZIO PAOLETTI. Uno è avvocato e l'altro lavora nel cinema.

PRESIDENTE. Nel cinema, ma con quale ruolo?

FABRIZIO PAOLETTI. È direttore di set.


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PRESIDENTE. Lei si è mai interessato di transazioni finanziarie?

FABRIZIO PAOLETTI. Sì.

PRESIDENTE. Per conto di chi?

FABRIZIO PAOLETTI. Di clienti.

PRESIDENTE. Certo, ma non intendo questo. In Italia o anche all'estero?

FABRIZIO PAOLETTI. Solo in Italia.

PRESIDENTE. Lei ha acceso conti correnti in Italia e all'estero? In caso di risposta affermativa, presso quali istituti di credito?

FABRIZIO PAOLETTI. In Italia sì, all'estero no.

PRESIDENTE. In quali istituti di credito?

FABRIZIO PAOLETTI. Ho un conto corrente presso la Banca nazionale del lavoro, come studio. Attualmente ho solo questo.

PRESIDENTE. Sua moglie svolge qualche attività?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Sua moglie ha acceso conti correnti in Italia o all'estero?

FABRIZIO PAOLETTI. No. Il conto è unico.

PRESIDENTE. Ha mai avuto rapporti di lavoro con la Cassa di risparmio della Repubblica di San Marino?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. Ha mai avuto rapporti di lavoro con la Barclay's Bank di Londra?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. Ha avuto mai rapporti con lo IOR?

FABRIZIO PAOLETTI. No. Ho ricevuto dei documenti dallo IOR, che poi sono risultati falsi in tutte le componenti, dove si citava la Cassa di risparmio di San Marino, di cui lei ha parlato prima. Come ho accertato con i responsabili dello IOR, erano errati i nomi, l'indirizzo, il timbro dell' Istituto. Era tutto falso, e pertanto ho presentato una denuncia i primi del luglio scorso.

PRESIDENTE. Lei ha conosciuto professionalmente politici italiani o stranieri?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. Non ne ha avuti mai come clienti?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Ha conosciuto vertici istituzionali italiani o stranieri?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Conosce tale Volpe Antonio?

FABRIZIO PAOLETTI. Sì.

PRESIDENTE. Per quale ragione?

FABRIZIO PAOLETTI. Perché ha comprato il castello di una mia cliente, due anni fa, ma il contratto era soggetto ad una clausola di recesso unilaterale da parte del venditore nel caso in cui il prezzo non fosse stato pagato. Tale clausola fu esercitata perché il prezzo non fu pagato.

PRESIDENTE. Con il signor Volpe lei ha mai curato transazioni finanziarie?

FABRIZIO PAOLETTI. No. Abbiamo tentato di occuparci di contratti, non di transazioni finanziarie.


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PRESIDENTE. Ha mai avuto rapporti lavorativi con tale Jacob Zaglina e con Judeni Gaddani, entrambe cittadine croate?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai. Non conosco questi nomi.

PRESIDENTE. Partecipa a società di persone o capitali con soci diversi da soggetti italiani?

FABRIZIO PAOLETTI. No, non mi pare.

PRESIDENTE. Ha mai avuto rapporti con dirigenti della Telecom Italia o della STET?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai. Non conosco e non ho mai conosciuto nessuno. Non ho mai avuto incarichi dalla STET o dalla Telecom. Per mia fortuna, neanche un recupero crediti. L'unico rapporto che ho è rappresentato dalla bolletta del telefono.

PRESIDENTE. Ha mai avuto rapporti di lavoro con dirigenti di società telefoniche estere?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Conosce tale Mortera Mario?

FABRIZIO PAOLETTI. No. L'ho incontrato a studio in occasione della vendita del castello, perché si accompagnava con Antonio Volpe.

PRESIDENTE. Ha mai conosciuto tali Salvatore e Nicola Spinello?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. Ha mai conosciuto tali Carboni Flavio e Pascucci Vittorio?

FABRIZIO PAOLETTI. Pascucci no, Flavio Carboni sì. L'ho incontrato molti anni fa, su incarico di clienti norvegesi che erano stati chiamati in Italia per comprare dei terreni in Sardegna da parte di Flavio Carboni, e durante l'incontro sconsigliai l'acquisto di tali terreni perché la questione non era chiara. Infatti i miei clienti norvegesi non hanno fatto niente.

PRESIDENTE. Ha mai conosciuto tale Marciano Ercolino Vincenzo?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Ha mai conosciuto tale Verzella Luigi Goffredo?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. Conosce l'avvocato Pascucci Fabrizio?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Ha mai conosciuto tale Strauber Roland, di nazionalità svizzera?

FABRIZIO PAOLETTI. Sì. È un avvocato.

PRESIDENTE. Per quale ragione lo ha conosciuto e in quale occasione?

FABRIZIO PAOLETTI. Perché aveva un accordo con un amico di Antonio Volpe, che si chiama Pena, cittadino centro-americano. Roland Strauber aveva in animo di costituire un gruppo con Volpe e Pena, per cui venne sottoscritto nel mio studio un gentlemen agreement, che poi non ha avuto alcun seguito.

PRESIDENTE. Conosce tale Romano Melchiorre, detto Rino?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Conosce tale Ambrosio Francesco?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Conosce Amandini Michele?


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FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. D'Andria Renato?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Ha mai avuto rapporti di lavoro o di affari con istituti di vigilanza con sede in Roma?

FABRIZIO PAOLETTI. Istituti di vigilanza di che cosa?

PRESIDENTE. Di vigilanza generica. Come sa, la vigilanza può essere sugli immobili o altro.

FABRIZIO PAOLETTI. Mi scusi, ma ho pensato alla vigilanza della Banca d'Italia, perché mio padre lavorava in tale istituto.

PRESIDENTE. No, parlo di istituti di vigilanza.

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Ha mai avuto rapporti o è entrato in contatto con responsabili dei servizi di sicurezza della Telecom Italia, cosa diversa da Telecom?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai. Non conosco nessuno di quel mondo.

PRESIDENTE. Ha mai conosciuto Rubolino Giorgio?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. Ha conosciuto il conte Gianni Vitali?

FABRIZIO PAOLETTI. No. Mai.

PRESIDENTE. Ha conosciuto il professor Dimitrijevic Srdja, uomo d'affari serbo?

FABRIZIO PAOLETTI. No. Mai.

PRESIDENTE. Ha mai conosciuto Maslovaric Dojcilo, ex ambasciatore serbo presso la Santa Sede?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. Ha mai avuto rapporti di lavoro con società serbe, macedoni o greche?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. Ha mai sentito parlare, nel campo delle transazioni internazionali, di un istituto di credito inglese chiamato Nat West Bank?

FABRIZIO PAOLETTI. L'ho sentito nominare, ma non ho mai avuto rapporti.

PRESIDENTE. È mai entrato in rapporti d'affari, sul piano delle transazioni internazionali, con soggetti o persone giuridiche aventi sede legale in San Marino?

FABRIZIO PAOLETTI. No. Non sono mai stato a San Marino.

PRESIDENTE. È mai entrato in rapporti d'affari con istituti di credito svizzeri?

FABRIZIO PAOLETTI. Sì.

PRESIDENTE. Può dirci in quale occasione e la specifica natura degli stessi?

FABRIZIO PAOLETTI. Non ho avuto rapporti d'affari con istituti di credito svizzeri, ma ho accompagnato clienti a trattare delle pratiche presso istituti di credito svizzeri. Nella fattispecie, si trattava dell'UBS, una volta della Banca della Svizzera italiana. Ma parlo di cose di anni fa. Si tratta di eredità, di depositi che rimangono anonimi e che i clienti poi fanno fatica a recuperare.

PRESIDENTE. Le sottopongo un documento che è pervenuto alla Commissione e le chiedo a questo punto, ove lei lo


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riconosca, di spiegarci le ragioni dell'attività che lì si intesta a lei (Mostra un documento).

FABRIZIO PAOLETTI. Conosco benissimo questo documento. Sono molto sorpreso.

PRESIDENTE. Perché?

FABRIZIO PAOLETTI. Sono molto sorpreso perché, dalla comunicazione che ho ricevuto tre giorni fa, ho sentito parlare di Telekom-Serbia, e anche al telefono mi è stato detto che sarei stato richiesto di notizie su Telekom-Serbia. Questa è un'operazione dell'anno scorso; il documento è stato consegnato da un certo signore che, con i miei avvocati, ho provveduto immediatamente a denunciare perché sono sbagliati il codice funzionario, il nome e credo anche l'indirizzo dello IOR, nonché il timbro e la persona. Quando ho ricevuto questo documento, per conto di un cliente...

GUIDO CALVI. Se sono sbagliati vuol dire che sono falsi...

FABRIZIO PAOLETTI. Sono errati.

GUIDO CALVI. Se lei dice che il timbro è sbagliato intende che è falso.

FABRIZIO PAOLETTI. Quando ho incontrato i responsabili dello IOR - perché io ho fatto effettuare immediatamente una verifica - questi hanno escluso la validità e la veridicità del timbro, dell'intestazione e dell'indirizzo. La firma è la mia, per ricevuta del documento che avrei dovuto consegnare al cliente. Sono sorpreso che tale questione si riferisca all'oggetto dell'odierna deposizione, in quanto concerne una transazione di un cliente che non ha niente a che fare con Telekom-Serbia; si tratta di un signore perbene, cinese, che mi ha mandato un titolo che gli ho poi restituito perché era falso. Ho provveduto, i primi di luglio, a sporgere denuncia con il professor Musco e con l'avvocato Moretti.

PRESIDENTE. La sua firma su questo documento è autentica, mentre lo stesso è alterato per determinate voci.

FABRIZIO PAOLETTI. Per esempio, c'è la Cassa di risparmio della Repubblica di San Marino: si presuppone che questi denari dovessero arrivare a tale Cassa. Vi è un codice dell'ordinante, Paoletti Fabrizio, sub 5468FP, che non ha avuto mai alcun riscontro. Io non ho mai aperto un conto a San Marino.

PRESIDENTE. Avvocato, lasci perdere il titolo. Lei ha rimesso per 36 volte 512 mila dollari settimanali a San Marino?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai. Non ho un conto a San Marino!

PRESIDENTE. Avrebbe potuto anche destinarli ad un conto altrui. Non è detto che...

FABRIZIO PAOLETTI. Non ho mai dato una disposizione di trasferimento di una lira - non di 512 mila dollari - o di altra unità di moneta, in una banca di San Marino.

PRESIDENTE. Lei conosce Marini Igor?

FABRIZIO PAOLETTI. Purtroppo l'ho conosciuto, perché mi è stato presentato dal notaio di Lugano e quindi accreditato come una persona perbene.

PRESIDENTE. Che tipo di rapporto ha con costui?

FABRIZIO PAOLETTI. Avevo.

PRESIDENTE. Avete litigato?

FABRIZIO PAOLETTI. No, l'ho denunciato, perché è lui che ha consegnato questo documento.

PRESIDENTE. Igor Marini è la persona da lei denunciata?


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FABRIZIO PAOLETTI. Sì.

PRESIDENTE. È vero che lei è stato a Belgrado alla fine del 1997?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai stato a Belgrado, a parte nel 1954, da studente.

PRESIDENTE. Neppure a Lubiana nel 2001?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. A Zurigo in settembre-ottobre?

FABRIZIO PAOLETTI. Di quale anno?

PRESIDENTE. Del 2001.

FABRIZIO PAOLETTI. A settembre 2001 sì.

PRESIDENTE. Erano con lei Tom Tomic e Zoran Persen?

FABRIZIO PAOLETTI. Sissignore.

PRESIDENTE. A che titolo questi hanno rapporti con lei?

FABRIZIO PAOLETTI. Rispondo subito: i signori Tom Tomic e Zoran Persen erano collegati con il signor Marini e con il notaio Boscaro. Stavano trattando alcuni titoli della Chiesa denominati apostolic of rent house, titoli emessi da un ordine ecclesiastico con sede negli Stati Uniti, garantiti da ipoteca su terreni di tale ordine. Io dovevo assistere il notaio semplicemente per la validità di questa transazione, se fosse andata in porto; in realtà poi non è successo più niente, e il notaio è morto ad agosto dello scorso anno.

PRESIDENTE. Lei ha o aveva dei conti bancari cointestati con Marini Igor alla Credit Suisse di Zurigo e di Lugano?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

PRESIDENTE. Alla Banca del Sempione?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. All'UBS di Zurigo?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Alla Comerbank?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Lei conosce tale Fox?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. A questo punto ritengo opportuno che il seguito dell'audizione abbia luogo in seduta segreta, perché dobbiamo porre all'audito delle domande che rivestono carattere di privacy.
Non essendovi obiezioni, proseguiamo i nostri lavori in seduta segreta. Dispongo la disattivazione del circuito audiovisivo interno
(La Commissione procede in seduta segreta).

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori in seduta pubblica. Dispongo la riattivazione del circuito audiovisivo interno
Do la parola al collega Kessler.

GIOVANNI KESSLER. Avvocato, lei sostiene che un'operazione di quel tipo - o identica - l'ha fatta o la stava per fare per un cliente cinese, non però nei termini indicati dal documento, che secondo lei è falso.
Vuole precisare alla Commissione - senza fare nomi, ovviamente - che tipo di operazione aveva intenzione di fare o ha fatto? E in che termini è falso il documento?

FABRIZIO PAOLETTI. Innanzitutto, quel documento non c'entra niente con Telekom-Serbia; rappresenta un'operazione - non mia, ma di un cliente - che doveva nascere ma non è mai nata perché alla prima verifica sull'istituto emittente il


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tutto si è fermato, dal momento che sono falsi o comunque errati i dati di riferimento. È una cosa che non c'entra niente con Telekom-Serbia, appartiene ad un mio cliente...

PRESIDENTE. Sia chiaro che nessuno le chiede di fare il nome del cliente.

FABRIZIO PAOLETTI. Anche il nome Palermini è inesistente!

GIOVANNI KESSLER. Se non ho capito male, Palermini è il legale dello IOR secondo quel documento.

FABRIZIO PAOLETTI. Ripeto, l'operazione non è mai cominciata, le 36 settimane sono ancora da venire!

GIOVANNI KESSLER. Avvocato, comprendo perfettamente i suoi obblighi di avvocato, di segreto professionale e di riservatezza a tutela della sua clientela, le chiedo però di aiutarci a capire.

FABRIZIO PAOLETTI. Sono un cittadino italiano e sono a vostra disposizione.

GIOVANNI KESSLER. Lei sostiene che il documento è falso ed indica alcuni elementi che verificheremo, ed io le credo; poi aggiunge che il documento si riferisce ad una operazione di un suo cliente - di cui non vuole fare il nome - che non si è perfezionata. Se lei mi consegna un documento falso, come si fa a riferirlo ad una operazione da effettuare? Per quale motivo lei lo riferisce ad una operazione di un suo cliente, che non si è fatta? In base a quali elementi? Forse perché si doveva trasferire una determinata somma? Su quel documento c'è qualche riferimento ad una operazione che doveva eseguire lei?

FABRIZIO PAOLETTI. Nella presupposizione che si conoscano i fatti, si dà per scontato che chi ascolta conosca la situazione, quindi ho commesso qualche errore di perspicuità.
L'operazione, che conosco perfettamente, è iniziata l'anno scorso, nell'aprile o maggio 2002. È un'operazione di un mio cliente, che doveva appoggiare presso lo IOR un suo documento: punto e basta. Dopo di che lo IOR avrebbe fatto quello che qui appare che avrebbe fatto, utilizzando il documento, ma non mi pare che questo rientri nella domanda. Ripeto, non c'entra niente con Telekom-Serbia; è un'operazione di un mio cliente nata in aprile dell'anno scorso.

GIOVANNI KESSLER. Mi perdoni, ma vorrei capire il rapporto tra il documento falso e l'operazione del suo cliente. Lei dice che questa persona avrebbe dovuto appoggiare un documento allo IOR: quale è la base?

FABRIZIO PAOLETTI. Il padre dell'operazione descritta nel documento è un titolo originale estero di proprietà di un mio cliente, che avrebbe dovuto essere depositato presso lo IOR.

GIOVANNI KESSLER. Come fa lei a riferire quel documento falso al titolo del suo cliente?

FABRIZIO PAOLETTI. Quando i carabinieri mi hanno fermato hanno sequestrato questo documento e la fotocopia del titolo originario finanziario (naturalmente è una fotocopia autentica).

GIOVANNI KESSLER. Vuole spiegare di che titolo si tratta o per quale somma?

FABRIZIO PAOLETTI. Sono promesse di pagamento bancarie, ossia obbligazioni bancarie che circolano in tutto il mondo in modo legale.

GIOVANNI KESSLER. Chi aveva consegnato questi documenti a lei?

FABRIZIO PAOLETTI. Il cliente cinese.

GIOVANNI KESSLER. Rispondendo ad una domanda del presidente, ha dichiarato che alcuni documenti le erano stati recapitati lo scorso anno: ho forse capito male?


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FABRIZIO PAOLETTI. Non vorrei dire questo, ma non ricordo di aver detto una cosa del genere.

PRESIDENTE. Esaminando partitamente il documento constatiamo che la sua firma è autentica, mentre non si sa se il codice del funzionario sia o meno autentico.

FABRIZIO PAOLETTI. Mi è stato detto che è tutto falso.

PRESIDENTE. Procediamo per singola voce. Il codice dell'operazione?

FABRIZIO PAOLETTI. Altrettanto.

PRESIDENTE. Il codice della valuta del dare, ossia 512 mila dollari settimanali?

FABRIZIO PAOLETTI. L'importo è giusto.

PRESIDENTE. L'importo è giusto; la periodicità del versamento era settimanale?

FABRIZIO PAOLETTI. Avrebbe dovuto essere settimanale.

GIOVANNI KESSLER. Per 36 settimane?

FABRIZIO PAOLETTI. Penso di sì.

PRESIDENTE. La data della valuta parte dal 24 aprile?

FABRIZIO PAOLETTI. Come ho già detto, l'operazione è nata nell'aprile dell'anno scorso, quindi l'indicazione 24 aprile è giusta.

PRESIDENTE. Il codice di apertura è giusto o apparente?

FABRIZIO PAOLETTI. È tutto sbagliato. Tutto ciò che si riferisce alla banca è sbagliato, inesistente.

PRESIDENTE. Il codice di sportello che ci riporta a Londra?

FABRIZIO PAOLETTI. Inesistente.

PRESIDENTE. Il codice del cliente?

FABRIZIO PAOLETTI. Inesistente.

PRESIDENTE. Il codice dell'ordinante?

FABRIZIO PAOLETTI. È sbagliato, non esiste un codice dell'ordinante.

PRESIDENTE. Esiste lei, ma non è l'ordinante di quell'operazione.

FABRIZIO PAOLETTI. Non esiste questo mio numero di matricola connesso con l'ordinante.

PRESIDENTE. L'indicazione «sub 5466FP» non ha niente a che vedere con lei?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Lei ha detto che la Cassa di risparmio della Repubblica di San Marino è completamente estranea all'operazione: è così?

FABRIZIO PAOLETTI. Assolutamente estranea all'operazione. Non solo, appuntato a matita avevo indicato l'indirizzo della Cassa di risparmio di San Marino che, verificato, è risultato sbagliato.

PRESIDENTE. Avvocato, in questo caso si incrociano, coincidendo, due culture: quella dell'onorevole Kessler che ha fatto l'accusatore e quella di chi le parla che per mestiere fa il difensore. Di certo c'è che la firma è sua: è così?

FABRIZIO PAOLETTI. Sì.

PRESIDENTE. Si può dire che questo gruppo di voci viene inserito in un documento dove c'è una sua firma autentica?


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FABRIZIO PAOLETTI. No. Si sta uscendo fuori strada.

PRESIDENTE. Scusi, per ricevuta e accettazione c'è la firma Fabrizio Paoletti.

FABRIZIO PAOLETTI. Ricevuta di che cosa?

PRESIDENTE. Questo le sto chiedendo!

FABRIZIO PAOLETTI. Io ho ricevuto il documento!

PRESIDENTE. Era quello che volevo sentire, quindi abbiamo chiarito il punto.

FABRIZIO PAOLETTI. Siccome stiamo girando intorno al fatto che ho ricevuto dei soldi, preciso di aver ricevuto soltanto un documento che ho fatto verificare ed è risultato falso.

PRESIDENTE. Quando lei ha ricevuto il documento, lo ha considerato sottoponibile a verifica?

FABRIZIO PAOLETTI. Certamente.

PRESIDENTE. E lo ha fatto verificare?

FABRIZIO PAOLETTI. Certo, perché le 36 settimane dovevano cominciare a camminare...

PRESIDENTE. Perfetto. Ciò significa che il documento è da lei sottoscritto per ricevuta; dopodiché lei accerta che è falso e si rivolge all'autorità giudiziaria. Abbiamo capito bene?

FABRIZIO PAOLETTI. Ha capito benissimo.

GIOVANNI KESSLER. Poiché ritengo che la prossima domanda debba essere posta in seduta segreta, chiedo al presidente di disattivare il circuito chiuso.

PRESIDENTE. Sta bene. Non essendovi obiezioni, proseguiamo in seduta segreta. Dispongo la disattivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

(La Commissione procede in seduta segreta).

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori in seduta pubblica. Dispongo la riattivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Do la parola all'onorevole Taormina.

CARLO TAORMINA. Rispondendo poc'anzi alle domande del presidente, lei ha dichiarato che ha apposto questa firma, che è la sua. È una firma apposta per ricevuta e accettazione: aveva letto il documento quando ha firmato?

FABRIZIO PAOLETTI. Come può osservare, il documento contiene una serie di numeri identificativi che andavano verificati, non è perspicuo in sé stesso salvo i termini temporali che sono intelligibili. Dunque, bisognava verificare elementi quali la banca, l'ufficiale bancario, la banca di appoggio: andava verificato tutto e questo ho fatto, nel senso che ho chiesto se Palermini era l'ufficiale bancario dello IOR, ma non è risultato.

CARLO TAORMINA. Quando ha firmato per ricevuta e accettazione, ha letto il documento che, mi par di capire, è veritiero per quanto riguarda la valuta dare, la valuta e la valuta durata?

FABRIZIO PAOLETTI. Poteva essere veritiero.

CARLO TAORMINA. Scusi, lei ha detto che altri sono gli elementi risultati falsi.

FABRIZIO PAOLETTI. Sono veritieri gli importi e le 36 settimane. Tutto il resto è risultato falso.

CARLO TAORMINA. Quando lei ha firmato per ricevuta e per accettazione il documento, per una parte era in grado di stabilire la veridicità delle voci, per un'altra


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aveva bisogno di riscontri. Intanto ha firmato per ricevuta e accettazione da chi?

FABRIZIO PAOLETTI. Da Marini. Questo documento mi è stato consegnato da Marini, che si è qualificato come funzionario numero due dello IOR. Siccome non ci credevo, quando sono uscito - dal momento che lì c'era il cavalier Palermini, nome del primo funzionario dello IOR - ho svolto le verifiche da cui è risultato che era tutto sbagliato. Questo documento ha costituito l'oggetto della mia denuncia.

CARLO TAORMINA. A lei chi ha detto che erano sbagliati i dati diversi da quelli che riconosceva come corrispondenti alle operazioni che avrebbe dovuto eseguire?

FABRIZIO PAOLETTI. Se lei si riferisce allo IOR, a Palermini e via dicendo, ho avuto un incontro con l'avvocato Roscioli e con i miei difensori, il professor Musco e l'avvocato Moretti, da cui è emerso che non esiste il timbro dello IOR, né l'indirizzo, né il cavalier Palermini, né quei numeri.

CARLO TAORMINA. Quindi, sono chiarimenti avuti dall'avvocato Roscioli?

FABRIZIO PAOLETTI. Nel corso di un colloquio con colleghi ho avuto la conferma di questo.

CARLO TAORMINA. Dallo IOR direttamente non ha avuto la smentita di questi dati?

FABRIZIO PAOLETTI. L'avvocato Roscioli ha dichiarato di essere avvocato dello IOR.

CARLO TAORMINA. Pur essendo avvocato dello IOR, non significa che possa riconoscere i fatti dello IOR. Una persona responsabile dello IOR o un legale rappresentante - non mi intendo di queste cose ...?

FABRIZIO PAOLETTI. Non c'era.

CARLO TAORMINA. Quindi, non ha avuto una risposta dallo IOR?

FABRIZIO PAOLETTI. No. Ho presentato una denuncia ad ampio raggio su questo.

CARLO TAORMINA. Dunque, lei non ha mai trattato con persone dello IOR?

FABRIZIO PAOLETTI. No; Marini si spacciava per funzionario dello IOR ed io ho sottoposto a verifica la qualifica di Marini quale funzionario dello IOR. È emerso che Marini non è mai stato funzionario dello IOR in nessun modo!

CARLO TAORMINA. Questo lo ha detto Roscioli?

FABRIZIO PAOLETTI. Ho svolto accertamenti in Vaticano ed ho accertato che allo IOR Marini non c'è mai stato. Da quel momento ho cominciato a dubitare di tutto. Onorevole Taormina, che altro potevo fare?

CARLO TAORMINA. Avvocato, lei ha svolto accertamenti presso lo IOR e, se ha avuto la possibilità di contattare persone direttamente operanti presso quell'istituto, avrebbe potuto anche accertare il contenuto del documento, che invece ha fatto con l'avvocato Roscioli. Come ha fatto ad accertare che Igor Marini non era uomo dello IOR?

FABRIZIO PAOLETTI. Non esiste.

CARLO TAORMINA. Chi glielo ha detto?

FABRIZIO PAOLETTI. Onorevole Taormina, quando ho ricevuto il documento ho cercato sull'annuario dello IOR per capire se Palermini vi apparteneva. Non vi apparteneva. Ho fatto dieci altre domande e quel documento è risultato completamente falso. Che altro posso fare? Non ho mai aperto un conto a San Marino; non sono titolare di conti a San Marino; non ho mai trasferito soldi, ho presentato una denuncia


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per tutto quello che è successo a tutela degli interessi del mio cliente e poi mi sono fermato perché Marini non fa parte dello IOR.

PRESIDENTE. Come faceva Igor Marini a sapere che lei stava curando un'operazione di 512 mila dollari settimanali per 36 settimane?

FABRIZIO PAOLETTI. Il mio cliente voleva appoggiare questa operazione alla banca del Vaticano dall'inizio e così ha fatto. Poi si è inserito Igor Marini, che ha portato questi documenti; a quel punto è emerso che il documento era assolutamente sbagliato, utilizziamo questo termine.

PRESIDENTE. Questo suo cliente ha dato dei soldi?

FABRIZIO PAOLETTI. No, non ha fatto niente. Il documento originale lo ha il mio cliente cinese; la fotocopia autenticata del titolo è stata sequestrata dai carabinieri per sospetto riciclaggio. Poi è stato riconosciuto che non c'era alcun riciclaggio.

CARLO TAORMINA. Insomma, l'accertamento è stato fatto con l'elenco telefonico, con l'individuazione delle persone appartenenti allo IOR e con un'indagine che lei ha svolto per conto proprio. In ultimo ha avuto conferme o, per alcuni aspetti, notizie nuove dall'avvocato Roscioli. Quindi, persone dello IOR...

FABRIZIO PAOLETTI. Mi è stato escluso categoricamente che il signor Marini fosse un funzionario dello IOR.

CARLO TAORMINA. Da chi le è stato escluso?

FABRIZIO PAOLETTI. Da persona qualificata.

CARLO TAORMINA. Da chi?

FABRIZIO PAOLETTI. Dall'avvocato Roscioli.

CARLO TAORMINA. Quindi, dello IOR non conosce nessuno?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

CARLO TAORMINA. Lei ha parlato dei suoi rapporti con Flavio Carboni.

FABRIZIO PAOLETTI. Si è trattato di un rapporto di un pomeriggio nell'ambito di un incontro con alcuni clienti norvegesi che dovevano acquistare terreni in Sardegna.

CARLO TAORMINA. In che anno siamo?

FABRIZIO PAOLETTI. Nel 1991-1992, una cosa del genere; tanti anni fa.

CARLO TAORMINA. Era arrivato a Carboni tramite lo IOR?

FABRIZIO PAOLETTI. Veramente sono i clienti norvegesi ad essere arrivati a me. Mia moglie è norvegese e lavorava all'ambasciata della Norvegia.

CARLO TAORMINA. A Carboni come è arrivato?

FABRIZIO PAOLETTI. Sono stato portato da questi clienti norvegesi ad un incontro in cui c'era Flavio Carboni. Non sapevo chi avrei incontrato, perché i clienti norvegesi - con i quali sono rimasto in contatto - mi avevano sollecitato l'incontro per contattare un proprietario terriero che voleva vendere della terra vicino alla Costa Smeralda.

CARLO TAORMINA. Il ruolo di Carboni era di proprietario terriero?

FABRIZIO PAOLETTI. Onorevole Taormina, era evidente che fungeva da trait d'union, da portaborse; non era la persona interessata ed io sconsigliai immediatamente.

CARLO TAORMINA. Lei ha parlato più volte di Igor Marini: ha mai individuato o


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immaginato la ragione di questo atteggiamento di contrasto nei suoi confronti avvocato? Come nasce il suo rapporto con Marini?

FABRIZIO PAOLETTI. Me lo ha presentato il notaio Boscaro.

CARLO TAORMINA. In che anno?

FABRIZIO PAOLETTI. Nel 1999.

CARLO TAORMINA. Avete avuto un rapporto di frequentazione, di affari, professionale? Che rapporto avete avuto?

FABRIZIO PAOLETTI. Con il notaio Boscaro un rapporto professionale; Marini non aveva una qualificazione professionale, era cliente ed amico dell'avvocato Boscaro. Marini aveva determinate operazioni con il notaio Boscaro e, stando tutte e due, ossia io e lui, a Roma, chiedeva di essere appoggiato nei suoi contatti con il notaio Boscaro per certi aspetti di carattere legale. Dunque collaboravo con il notaio Boscaro.

CARLO TAORMINA. I suoi rapporti con Marini sono stati frequenti o sporadici?

FABRIZIO PAOLETTI. Sa come succede, ci sono periodi caldi e altri freddi...

CARLO TAORMINA. Era un rapporto di amicizia?

FABRIZIO PAOLETTI. Di cordialità.

CARLO TAORMINA. Dunque, non ha avuto mai ragioni di scontro o di contrasto?

FABRIZIO PAOLETTI. Il 2 maggio è stato una bomba ed ho capito che tutto era stato architettato da tempo. Non mi domandi il motivo, perché non saprei rispondere. Se me lo domandasse, risponderei che non lo so. Ho presentato una denuncia proprio per questo.

CARLO TAORMINA. Conosce Pintus?

FABRIZIO PAOLETTI. L'ho incontrato una volta; ho conosciuto la moglie.

CARLO TAORMINA. Chi è Pintus?

FABRIZIO PAOLETTI. È una persona apparsa un pomeriggio e basta.

CARLO TAORMINA. In quale pomeriggio e in quale occasione?

FABRIZIO PAOLETTI. È venuto a studio accompagnando una persona con la quale avrebbe dovuto fare certe cose. Poi sono spariti tutti e due.

CARLO TAORMINA. Pintus si è presentato a nome di qualcuno, come rappresentante o come amico di qualcuno?

FABRIZIO PAOLETTI. Si è presentato in qualità di titolare di una società che operava in tutto il mondo; era accreditato presso le autorità americane, presso una banca americana e si è presentato tipo Flavio Carboni.

CARLO TAORMINA. Non ricorda la società?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

CARLO TAORMINA. Può ricostruire la ragione dell'incontro?

FABRIZIO PAOLETTI. È venuto un cliente a studio accompagnato da Pintus...

CARLO TAORMINA. Può fare il nome del cliente?

FABRIZIO PAOLETTI. No. Stavo dicendo che è venuto un cliente accompagnato da Pintus, il quale avrebbe dovuto occuparsi della parte finanziaria del contratto del cliente, dopo di che è sparito. L'ho ricevuto in biblioteca per cinque minuti, sono stato a sentirlo e poi è uscito. Disse il nome della società, ma obiettivamente non lo ricordo.


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CARLO TAORMINA. Pintus ha mai fatto riferimento alla moglie di Lamberto Dini?

FABRIZIO PAOLETTI. No, l'ho letto sui giornali.

CARLO TAORMINA. Ha avuto altre occasioni di incontro con Pintus?

FABRIZIO PAOLETTI. Mai.

CARLO TAORMINA. A quando risale l'incontro al quale fa riferimento?

FABRIZIO PAOLETTI. Non vorrei sbagliare perché il tempo passa velocemente, ma credo fosse il 1998 o il 1999. Si è trattato di un incontro durato non più di dieci minuti.

CARLO TAORMINA. Conosce Ropledo?

FABRIZIO PAOLETTI. Chi?

CARLO TAORMINA. Ropledo, ambasciatore del Nicaragua in Vaticano.

FABRIZIO PAOLETTI. No.

GIOVANNI KESSLER. Presidente, non capisco che collegamento abbia questa domanda.

PRESIDENTE. Come posso impedire una domanda se dalla risposta può articolarsi una certezza?

GIOVANNI KESSLER. Forse può essere spiegata, altrimenti vengono posti quesiti in libertà su rapporti con persone diverse.

PRESIDENTE. Onorevole Kessler, se ad una domanda si risponde «non lo conosco» il quesito si spegne; se si risponde affermativamente, deve seguire la spiegazione. L'avvocato Paoletti ha risposto di non conoscere la persona, quindi la domanda è caduta.

FABRIZIO PAOLETTI. Non ho mai sentito questo nome.

CARLO TAORMINA. Ho terminato.

MICHELE LAURIA. La mia impressione è che vi siano due vicende diverse; in quella dell'avvocato qualcosa dovrà essere chiarita - infatti è stata presentata denuncia ed un magistrato sta indagando - ma forse ci sono due sovrapposizioni diverse di due «gialli» (lo dico tra virgolette), qualche manina ha mischiato le carte, ma a noi interessa la vicenda Telekom Serbia. Se si appurerà con certezza quello che emerge, ossia che il documento falso non ha alcuna attinenza con lo IOR e con la vicenda che trattiamo, saremo ben lieti di archiviare il tutto come depistaggio, salvo le verifiche che lei dovrà fare, signor presidente.

PRESIDENTE. Mi riservo di proporle nell'ufficio di presidenza di cui lei è autorevole componente.

MICHELE LAURIA. Lo dico perché è inutile che il nostro lavoro venga intralciato.

PRESIDENTE. Come lei sa, non ci siamo fatti abbagliare o sedurre da nessuno. Abbiamo il dovere di ascoltare, poi assumeremo le deliberazioni del caso.

MICHELE LAURIA. Farsi depistare da polveroni giornalistici non è utile a nessuno.
Avvocato, vede una connessione con la vicenda Telekom-Serbia, ha fatto un'ipotesi? Può darci la sua opinione?

FABRIZIO PAOLETTI. Non ho avuto tempo di riflettere sul collegamento. Oggi pomeriggio sono qui per una convocazione, arrivata venerdì pomeriggio per telefono, sulla vicenda Telekom-Serbia su cui nulla so, perché per fortuna mia non ho mai conosciuto nessuno. Non ho mai avuto conti a San Marino e, quindi, sono perfettamente tranquillo anche relativamente a questa vicenda, perché non esiste


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il conto a San Marino. Per dire che è stata pagata una certa somma, avrei dovuto aprire un conto e porre una firma sull'apertura dello stesso. Ho detto di avere il sospetto che vi sia un complotto: l'onorevole Taormina mi ha suggerito che gli autori del complotto non si trovano mai, uno l'ho trovato e vedremo se scoprirò anche l'altro.

PRESIDENTE. Conosce il conte Vitali, per ragioni lecite, ovviamente?

FABRIZIO PAOLETTI. No.

PRESIDENTE. Neanche il dottor Tommasi di Vignano?

FABRIZIO PAOLETTI. No, non conosco nessuno.

CARLO TAORMINA. Il documento su cui è stato interrogato l'avvocato è identico a quello che ha allegato alla denuncia?

FABRIZIO PAOLETTI. Assolutamente sì, è uno dei...!

ALFREDO VITO. Lei ha detto che questo documento l'ha avuto da Marini. Presidente, nel documento che è agli atti della nostra Commissione e che è stato segretato ho notato - esaminandolo questa mattina - che proprio in fondo al foglio appare la formula «studio Paoletti», come se fosse stato trasmesso un fax a tale studio, con un orario. Poi, sull'altro lato, appare, per ricezione, poco tempo dopo. Come spiega, avvocato Paoletti, questo fatto?

FABRIZIO PAOLETTI. Senza avere il documento davanti francamente mi è un po' difficile spiegarglielo.

ALFREDO VITO. Può esaminarlo?

FABRIZIO PAOLETTI. Senz'altro. L'avrò ricevuto il 17 aprile.

ALFREDO VITO. Lei ha detto che glielo ha dato Marini: come glielo ha trasmesso?

FABRIZIO PAOLETTI. Sarà stato preavvertito con un fax: poi mi è stato consegnato a mano. Questo lo ricordo. Sarà stato mandato prima con un fax.

ALFREDO VITO. Quindi il documento le è stato mandato con un fax?

FABRIZIO PAOLETTI. Probabilmente: non sono in grado di giurare una cosa del genere. Se qui c'è scritto «studio legale Paoletti» e l'ora di ricezione, vuol dire che è stato mandato con un fax.

ALFREDO VITO. No, lì c'è scritto «studio Paoletti» con un orario e poi c'è la ricezione con un altro orario.

FABRIZIO PAOLETTI. Sì: orario di ricezione 15,45.

CARLO TAORMINA. Se c'è scritto «Paoletti» vuol dire che è lei ad averlo mandato.

FABRIZIO PAOLETTI. Non lo mando di certo a me stesso. Non sono in grado di rispondere a questa domanda: nel lavoro di tutti i giorni...

ALFREDO VITO. Presidente, questo punto va approfondito perché dall'esame del documento appare che praticamente è lo studio Paoletti che invia il documento.

FABRIZIO PAOLETTI. No: probabilmente sarà stato mandato al mio cliente.

ALFREDO VITO. Ma poi c'è l'annotazione «ricevuto». Chi l'ha scritta?

FABRIZIO PAOLETTI. Quale, scusi?

PRESIDENTE. La grafia finale di chi è?

FABRIZIO PAOLETTI. Quale grafia?

PRESIDENTE. Questa (Mostra il documento).


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FABRIZIO PAOLETTI. Ma questa notazione «per ricevuta ed accettazione Fabrizio Paoletti» è per il documento.

PRESIDENTE. Le sto chiedendo proprio questo.

FABRIZIO PAOLETTI. Non è molto chiaro...

ALFREDO VITO. Come vede, presidente (Mostra al presidente il documento), c'è scritto «studio legale Paoletti» e qui si intravede una piccola ... Poi c'è scritto «ora ricezione»...

PRESIDENTE. Ore 15,47.

ALFREDO VITO. Che dovrebbe venire dopo. Quindi dallo studio Paoletti potrebbe essere partito questo fax per andare qui.

PRESIDENTE. Nel «complotto» il giallo tinge meglio...

FABRIZIO PAOLETTI. Non sono in grado di rispondere a questa domanda. Per chiarire al di là di ogni dubbio: questa dichiarazione è mia ed è stata messa su questo documento, che poi ho fatto verificare. Probabilmente l'ho mandato al cliente: in questo momento non ricordo.

ALFREDO VITO. Se mi consente, potrebbe darsi anche che lei l'abbia mandato allo IOR.

FABRIZIO PAOLETTI. No: lo escludo, perché allo IOR... Mi si vuol far dire una cosa che...

PRESIDENTE. Nessuno le vuol far dire niente!

ALFREDO VITO. Io le sto facendo una domanda.

FABRIZIO PAOLETTI. Ed io rispondo alla sua domanda, diretta ed indiretta: non ho mandato nessun documento allo IOR perché la persona che si è presentata come funzionario dello IOR era Marini. Quindi, ho ricevuto questo documento da Marini; che io poi lo abbia mandato al cliente è molto probabile.

FRANCESCO CHIRILLI. Avrebbe dovuto essere il cliente, ricevuto il fax dallo studio, ad averlo passato poi alle forze dell'ordine o a chicchessia, o a noi: è il cliente quindi la persona infida, a questo punto?

FABRIZIO PAOLETTI. Non credo proprio!

FRANCESCO CHIRILLI. A chi altro allora, oltre che al cliente, lei ha spedito quel documento?

FABRIZIO PAOLETTI. No, non c'è... Questo documento, in originale, è stato da me firmato e dato a Marini.

FRANCESCO CHIRILLI. Sì, ma contemporaneamente, oltre che a Marini, sembrerebbe spedito dal suo studio a qualcun altro.

FABRIZIO PAOLETTI. Posso averlo mandato al cliente: che male c'è?

FRANCESCO CHIRILLI. In Cina?

FABRIZIO PAOLETTI. Al cliente dove si trovava: non si trovava in Cina. Che male c'è? Non me lo ricordo a chi è stato mandato, ma potrebbe essere stato mandato al cliente: sicuramente non mandato a Marini perché glielo ho consegnato in originale a mano.

FRANCESCO CHIRILLI. Comunque il cliente è un cinese che lavora in Italia?

FABRIZIO PAOLETTI. No, lavora in tutto il mondo: mi sembra si trovasse o a Dubai o ad Abu Dhabi.

PRESIDENTE. Comunque, gli ingredienti del giallo ci sono tutti: abbiamo persino il cinese! Non manca nessuno...


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CARLO TAORMINA. Vorrei chiedere all'avvocato Paoletti se, sciogliendosi dal segreto professionale (senza che lo sciogliamo noi, perché possiamo anche far questo), ci indica il nominativo del cliente che avrebbe dovuto fare questa operazione.

GUIDO CALVI. Perché dice che potremmo sciogliere il segreto professionale?

CARLO TAORMINA. Il segreto professionale è sempre suscettibile di essere sciolto, da chiunque.

PRESIDENTE. Per correttezza delle norme di garanzia ho il dovere di ricordarle che lei può rispondere o meno, avvocato Paoletti.

FABRIZIO PAOLETTI. Non ho nessuna intenzione di rivelare il nome del mio cliente, perché è un uomo d'affari e non c'entra niente con questa storia della Telekom-Serbia.

GUIDO CALVI. Lei correttamente ha fatto presente che, in ragione del segreto professionale, non intende rivelare il nome del suo cliente, e questo lo condivido. Però, siccome lei ha fatto una denuncia, le domando a questo punto: nella denuncia lei ha indicato questa persona?

FABRIZIO PAOLETTI. Certo, ho indicato il nome del cliente. Ho depositato tutti i documenti.

GUIDO CALVI. Benissimo.

PRESIDENTE. Questo chiarisce tutto.

CARLO TAORMINA. Allora io chiedo che...

PRESIDENTE. Cosa chiede lei è chiaro!

CARLO TAORMINA. Certamente.

PRESIDENTE. Senatore Calvi, le chiedo di non ostentare la vanità della premessa della domanda: tale premessa è suscettibile di approfondimenti, per quello che lei ha detto. Ci siamo intesi.

CARLO TAORMINA. Invece di farci richiedere la denuncia, perché non ci dice il nome del suo cliente?

GUIDO CALVI. Vorrei invitare il collega Taormina a non insistere, esistendo allo stato dubbi sulla competenza funzionale, diciamo così, per interloquire su questo terreno ed obbligare l'avvocato a svincolarsi dal segreto. Comunque potremmo aggirare l'ostacolo attraverso l'organo deputato ad operare in questo modo ed ottenere lo stesso risultato: non vorrei che si creasse un precedente non rispondente al garantismo.

PRESIDENTE. Sarebbe oltretutto un precedente illegale perché il presidente, che ha l'obbligo di assicurare il rispetto delle garanzie, ricorda che il comma 5 dell'articolo 3 della legge istitutiva della Commissione prevede che è sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato. Dico addirittura che è il segreto più opponibile di tutti, perché ci sono ipotesi in dottrina che prevedono che il segreto di Stato possa essere travalicato, ma non quello in questione. Abbiamo altri strumenti per arrivare allo scopo, che si intravedono nella domanda del senatore Calvi, vale a dire (parliamoci in termini molto franchi) l'audizione - se in forma segreta o meno lo decideremo in altra sede - dei magistrati che stanno conducendo le indagini.

CARLO TAORMINA. Vorrei soltanto aggiungere che il segreto professionale è richiamato con le caratteristiche proprie della disciplina del codice di procedura penale...

PRESIDENTE. È il nostro regolamento.

CARLO TAORMINA. ... e quindi, valgono tutte le possibilità di cedimento che quella normativa prevede: questa è la mia


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opinione, per carità. Mi pare che la legge istitutiva effettui un rinvio recettizio alla disciplina del segreto professionale.

PRESIDENTE. Comunque, al di fuori della forma, arriveremo lo stesso allo scopo.

ALFREDO VITO. Presidente, chiedo comunque che la Commissione faccia un accertamento su chi ha spedito il fax...

PRESIDENTE. Onorevole Vito, abbiamo già stabilito che di questo argomento tratteremo nell'ufficio di presidenza.

ALFREDO VITO. Si tratta di una cosa diversa: sto parlando della persona che ha spedito il fax all'avvocato.

PRESIDENTE. Onorevole Vito, è chiaro che questa seduta avrà una «coda» importante, per usare un termine giornalistico. Nella riunione dell'ufficio di presidenza verranno esaminate una serie di richieste, le quali, se accolte, dovranno essere ulteriormente esperite.
Ringrazio l'avvocato Paoletti, i colleghi intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

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