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Seduta del 23/11/2005


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Audizione del presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3, Domenico Pinto.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente del consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3, Domenico Pinto.
La Commissione sta svolgendo una serie di specifici approfondimenti, in ordine alla condizione di emergenza nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania. L'odierna audizione del dottor Domenico Pinto - mi chiedo come mai, quando ci si rivolge ad ex parlamentari, peraltro autorevoli, non li si continua a chiamare «onorevoli»: lo dico a mio vantaggio, pensando a un futuro prossimo -, presidente del Consorzio di smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3, costituisce l'occasione per acquisire elementi informativi in relazione alle modalità in cui si è configurata la collaborazione del consorzio con la struttura commissariale per l'emergenza rifiuti.
Devo, però, informarla che, dopo la sua convocazione, è intervenuto un fatto nuovo: è stato emanato un decreto, il cui testo mi dicono essere ignoto, a causa di fotocopie non leggibili. Comunque, una bozza di testo esiste.
Nel rivolgere un saluto e un ringraziamento per la disponibilità manifestata, darei subito la parola al dottor Pinto, riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione in esito al suo intervento.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Vi ringrazio per essere stato convocato da questa autorevole Commissione, innanzitutto politica, che sta cercando di acquisire il maggior numero possibile di elementi riguardo al problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nella mia regione, la Campania.
Penso che il lavoro di questa Commissione possa essere utile non solo per marcare eventuali contraddizioni, ma anche, nell'insieme, per aiutare le forze politiche ed istituzionali della mia regione ad individuare il migliore dei percorsi per affrontare tale problema. In questo modo giudico il lavoro di questa Commissione, lungi dal farmi condizionare dalle notizie pubblicate su alcuni giornali, che vogliono far apparire un organismo così importante come uno strumento per regolare i conti tra forze politiche o uomini politici a livello locale. Mi auguro che questo non corrisponda al vero.
Nella convocazione che mi avete inviato...

PRESIDENTE. Ieri le abbiamo inviato un'integrazione, alla luce di quanto è


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emerso dall'audizione pubblica del dottor De Falco, direttore generale di Pomigliano Ambiente.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Posso affrontare quell'argomento subito dopo alcune brevi precisazioni?

PRESIDENTE. Le chiarisco subito che a noi interessa capire quali siano il ruolo e la prospettiva dei consorzi, che cosa voi abbiate fatto e, alla luce del nuovo decreto, che cosa possiate fare.
Ripeto fino alla noia che non è nostro interesse individuare un eventuale colpevole; infatti, se c'è un colpevole, saranno le procure ad occuparsene. A noi interessa capire, obiettivamente, quali siano le disfunzioni e comprendere anche vicende come quella dei 2.300 LSU. Insomma, vogliamo capire come possiamo contribuire a dare una mano a chiarire alcune questioni. È evidente che, poiché occupate delle posizioni privilegiate sul territorio, potete aiutarci.
Tra le vicende che abbiamo affrontato vi è quella di Pomigliano Ambiente e - ahimè, mi infastidisce moltissimo parlare del mio comune - del comune di Marigliano.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sono contento di poter essere utile, avendo condotto, in qualità di presidente del Consorzio, una verifica sul campo in questi due anni.
Il Consorzio che presiedo - come sapete, i consorzi sono stati istituiti con legge regionale tempo fa - comprende 40 comuni ed ha gestito diverse discariche, due a Tufino (cosiddette Paenzano 1 e Paenzano 2) e una a Palma Campania. Ovviamente, queste discariche non sono più in funzione, ma è necessario metterle in sicurezza e garantirne la fase post mortem.
Nella discarica di Paenzano 1 sono stati ultimati i lavori di messa in sicurezza, mentre in quella di Paenzano 2 i lavori sono nella prima fase. Nella discarica di Palma Campania, il progetto di messa in sicurezza è stato portato a termine in un anno e due mesi, grazie ad un appalto che, a differenza di quanto avveniva in passato, ha rispettato, o quasi, i tempi stabiliti (il tutto è avvenuto durante il periodo della mia gestione). Francamente sarebbe piacevole che queste vicende positive venissero rimarcate, qualche volta, considerando che sullo stesso territorio convivono discariche che, dopo aver attirato, giustamente, tanta attenzione, sono state oggetto di un progetto di messa in sicurezza, e cave di privati che causano un danno incredibile al territorio, in termini di inquinamento, e nei confronti delle quali poco o nulla viene fatto. Sarebbe interessante, magari in futuro, se a qualcuno può interessare, fare un sopralluogo nella regione per vedere, ad esempio, come sia stata risistemata la discarica di Palma Campania, che aveva causato le giuste proteste dei cittadini.
Nella gestione delle discariche sono stati utilizzati due gruppi di lavoratori. All'interno del mio bacino ci sono lavoratori ex legge n. 608: si tratta dei lavoratori delle discariche private che, quando è intervenuta la gestione pubblica, anche grazie all'azione delle forze sindacali, sono stati assorbiti. Personalmente impiego la maggior parte di questi lavoratori per la manutenzione; posso assicurarvi che si tratta di ottime esperienze lavorative che, se collocate nel modo giusto, costituirebbero una valida forza lavoro per la gestione degli impianti. La parte restante - in totale, sono circa 220 lavoratori - è addetta al ciclo integrato di rifiuti e alla raccolta differenziata.
Il mio Consorzio - lo dicono i dati del commissariato di Governo -, che compete con altri del salernitano, è quello che nella provincia di Napoli, sul proprio territorio, registra la più alta percentuale di raccolta differenziata, raggiungendo punte molto alte. In alcuni casi, la media è del 23,35 per cento (i dati sono quelli dell'anno scorso). Con l'innesto di altre somme, derivanti dal recupero verificatosi a Marigliano e in qualche altro comune che ha progredito nella raccolta differenziata, si raggiungono quote che costituiscono un


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ulteriore motivo per andare avanti e raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.
Molti dei miei lavoratori, dunque, vengono utilizzati per la raccolta di carta e cartone ed alcuni di loro, già distaccati dal commissariato, operano presso alcuni comuni: Avella, San Paolo Bel Sito, Mariglianella, Camposano. Si tratta di piccoli comuni dell'area penalizzata dalla presenza delle discariche e degli impianti di CDR, nei quali la raccolta, solo utilizzando questi lavoratori, supera il 30 per cento. La mia idea è che tenere impegnati questi lavoratori nella raccolta di carta e cartone non sarà mai un'attività redditizia; infatti, per quanto cospicui potranno essere i quantitativi raccolti, non riusciremo comunque a pagare gli stipendi di questi soggetti, pur impiegandoli a tempo pieno, quando è possibile. Dal momento che il decreto pone anche il problema della stabilizzazione di questi lavoratori, bisognerà pensare a servizi traversali, da svolgersi all'interno del consorzio, attraverso i quali è possibile fare reddito, quindi pagare e garantire i lavoratori (parlo di un salario non in senso assistenziale). Oggi, nell'utilizzo di questi lavoratori, ci troviamo a dover sconfiggere l'idea - molti sindacati lo dicono apertamente - che questi soggetti si sentano dipendenti pubblici, addirittura dipendenti regionali. Provate ad immaginare cosa significhi inserire un dipendente che si sente pubblico all'interno di un circuito lavorativo con regole precise e con tempi e competenze specifiche.

PRESIDENTE. Quanti sono questi lavoratori?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Circa 220.

PRESIDENTE. In totale?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì.

PRESIDENTE. Quindi, dei 2.300...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Io ne ho 220.

TOMMASO SODANO. E quelli delle discariche?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Io ho parlato dell'insieme, ma se volete posso riferire dati più precisi: il personale impiegato per la raccolta differenziata è costituito da 144 unità, più 4 lavoratori provenienti da Caserta 3 e Caserta 4.

PRESIDENTE. Mi perdoni, vorrei capire meglio. Ero a conoscenza di altri numeri...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. I dati sono questi.

PRESIDENTE. Sapevo che i lavoratori affidati al Consorzio erano più o meno 400.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Assolutamente no, è una notizia falsa. Noi abbiamo 144 unità lavorative (più 4) impiegate nella raccolta differenziata; a questi bisogna aggiungere il personale della ex legge n. 608, che lavorava nelle tre discariche citate (altre 76 persone). In totale, si tratta di 220 lavoratori.

PRESIDENTE. I 144 impiegati per la raccolta differenziata lavorano tutti? Una delle polemiche più frequenti, peraltro sollecitata dagli stessi lavoratori, deriva dalla circostanza che molti di essi - parlo dei 2.300, ovviamente, non di questi 144, non avendo il piacere di conoscerne la situazione - si lagnano del fatto che, in buona sostanza, non lavorano.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Vi ho portato un quadro dettagliato di dove sono dislocati i miei lavoratori;


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sono disponibile, quindi, ad accettare qualsiasi giudizio da parte vostra. Ho avuto molte esperienze, nella mia vita politica. Ho vissuto una stagione... A volte si pretende di cucire un'etichetta addosso alla gente, e le assicuro che è imbarazzante, da parte mia, fare per tutta la vita il disoccupato arrabbiato.

PRESIDENTE. Quella delle lotte operaie...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Anche rispetto al '68, dico sempre di non aver nulla da dimenticare e nulla da rivendicare. È tutto dentro di me, ma non ho più voglia di rivendicare nulla, né in privato, né in pubblico.
È evidente che occupare le pagine dei giornali è il modo più eclatante per farsi sentire. Dire che questi lavoratori spesso non hanno nulla da fare - qualche sindacalista è venuto a parlare con me - significa che è inutile proseguire su una strada che si sta rilevando inadeguata e quindi il problema va risolto con l'assunzione nel pubblico. Questo, però, significherebbe davvero legalizzare il non far nulla del quale i lavoratori si lamentano. È facile lamentarsi di non far niente, ma quando ho sostituito il dispositivo marcatempo - mi sono preso la briga di recarmi sul posto di lavoro all'alba, ed ho scoperto che qualcuno utilizzava più schede - con un apparecchio che riconosce le impronte digitali, ho avuto dei problemi, a causa del mio passato; infatti, mi hanno detto che «proprio io» non potevo fare una cosa del genere. Insomma, quando leggiamo certi articoli dovremmo soppesarli con molto equilibrio. Vi do questo consiglio, da vecchio politico quale sono: siate cauti nel valutare le situazioni e quanto viene riportato sui giornali. Noi abbiamo lavoratori e salariati, ma io vorrei avere lavoratori.
Se volete, posso lasciarvi un elenco dei lavoratori, con i comuni nei quali sono distaccati e le mansioni nelle quali sono impiegati: molti si occupano direttamente del ciclo integrato in alcuni comuni, altri solo della raccolta di carta e cartoni, della distribuzione di buste, e via dicendo.

PRESIDENTE. Mi aiuti a capire. Questo significa che i lavoratori lavorano nei comuni. Immaginiamo che in un certo comune ci siano cinque lavoratori che si occupano della raccolta di carta e cartoni...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Non solo.

PRESIDENTE. Dico questo per capire anche come si forma la tariffa. Il cittadino di quel comune paga una TARSU per i servizi ordinari svolti dal comune, ma non paga nulla per quelli svolti da questi lavoratori, diciamo così, tramite commissariato. Insomma, se i comuni dovranno cominciare a pagare anche questi lavoratori, andranno tutti in dissesto.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Certo. Sono pochi, rispetto alla massa, i lavoratori impiegati nel ciclo integrato presso i comuni. Ho avuto a che fare con lavoratori inviati dal commissariato di Governo presso alcuni comuni che lamentavano condizioni di emergenza. Ebbene, sottolineo una contraddizione: ci sono alcuni comuni del mio Consorzio ai quali non ho inviato alcun lavoratore e, quindi, sono costretti a pagare un appalto, mentre ci sono alcuni miei lavoratori dislocati in altri comuni. Premesso che, nell'espletare il mio mandato, non tengo conto minimamente della collocazione politica dei comuni, ho già convocato questi sindaci per comunicare loro che, a partire dall'anno nuovo, alla luce delle strategie del Consorzio, questo non sarà più possibile. In questo modo, infatti, abbiamo creato sindaci privilegiati e non. Come prima, in alcuni comuni, si assegnavano appalti «taroccati», nel senso che l'importo non bastava neanche per pagare 30 lavoratori secondo il contratto nazionale (mi chiedo come facessero quei privati a svolgere il servizio), allo stesso modo ci


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troviamo di fronte ad appalti «falsati» - non nel senso che vi siano illegalità - dalla circostanza che alcuni comuni hanno potuto svolgere dei lavori di raccolta e smaltimento disponendo di una forza lavoro che non hanno pagato. Per le cose che vi dirò fra un attimo, questo non sarà più possibile. Infatti, in attesa di capire quali sono gli obiettivi del decreto e quindi quali sono le responsabilità regionali e quali quelle dei singoli, cerco di assumermi le mie ed ho in mente di avviare un progetto.
Come dicevo, quella che ho descritto è una contraddizione piuttosto notevole. Qualcuno potrebbe obiettare che con i lavoratori pagati dal commissariato abbiamo reso un servizio gratuito per i comuni. È vero, l'unica cosa che ho strappato a questi comuni, per i miei lavoratori, era la garanzia della sesta ora - infatti hanno un contratto di cinque ore giornaliere -, per evitare disuguaglianze tra tali lavoratori, che oltretutto i comuni non pagavano, e i dipendenti comunali.
Che cosa significa avere un consorzio? Vi garantisco che è un lavoro lento, in quanto i localismi esistono e ciascuno pensa di risolvere da solo i propri problemi, senza riuscirvi. Ho provato a far capire ai sindaci del mio bacino che, essendo un consorzio ed essendo state individuate per legge delle aree più o meno omogenee, dovremmo cominciare a ragionare come soggetto unico per abbattere i costi e per avere un'omogeneità sul territorio.
È accaduto spesso che i comuni abbiano scelto di ricorrere ad aziende municipalizzate, magari non competenti e spesso prive di strutture, mezzi e know-how. Non voglio attaccare nessuna forza politica, ma mi assumo la responsabilità di dire che in politica, a volte, contano anche i consigli di amministrazione. Comunque, avevamo aziende di questo tipo, i prezzi non si riuscivano ad abbattere e mancava una strategia comune sul territorio.
Quando leggo che c'è una mobilitazione da parte di alcune forze politiche contro gli impianti di termovalorizzazione e che qualcuno sostiene che dobbiamo incentivare la raccolta differenziata, penso che raccolta differenziata significhi impianti; infatti, nessuno può pensare che si possa realizzare senza possedere impianti. Se ci guardiamo intorno, ci rendiamo conto che l'umido deve essere portato fuori regione, perché non ci sono impianti di compostaggio. Per il momento, potrebbe essere realizzato l'impianto di compostaggio già approvato per Pomigliano d'Arco e quello di Nola, sempre che il commissariato di Governo, come mi auguro, li finanzi. Questo consentirebbe perlomeno ai circa 400 mila cittadini del Consorzio di raccogliere l'umido, di non essere costretti a pagare tariffe alte, di non dover coprire lunghe distanze per lo smaltimento e, quindi, di contenere i costi. Provate ad immaginare, con una gestione pubblica dei servizi trasversali, come si potrebbe utilizzare sull'intero territorio il compost di qualità, tanto più se c'è qualcuno che lo distribuisce.
Come dicevo, se ci guardiamo intorno ci rendiamo conto che non abbiamo un inceneritore per i prodotti ospedalieri, un tipo d'impianto che esiste in tutte le regioni d'Italia. Manca, non solo nel mio territorio, ma credo in tutta la regione, un controllo sui rifiuti ospedalieri. Inoltre, non possediamo un impianto per raccogliere, perlomeno per una prima fase di lavorazione, i pneumatici che vediamo sparsi sulle strade provinciali. Al riguardo, ho presentato un progetto.
Per tutto questo, penso ai miei lavoratori ex legge n. 608, che sono professionalmente adatti a lavorare in questi impianti, che magari non daranno grandi numeri, ma che costituiscono un insieme interessante, che consente di sviluppare occupazione sul territorio. Non basta. Se ci guardiamo intorno, ci accorgiamo che manca un progetto per la raccolta degli inerti. Allora, si contattano i sindaci e si illustra loro un progetto: un centro organizzato, nel quale vengano impiegati lavoratori del consorzio, che si occupi del materiale di risulta delle ristrutturazioni e lo raccolga in modo ordinato, per evitare che esso finisca sulle strade provinciali.


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Immaginate quali potrebbero essere gli effetti della realizzazione di un impianto del genere.
Mi viene in mente, però, che l'impianto di compostaggio che volevamo realizzare, insieme all'amministrazione comunale, a Sant'Anastasia, fu bloccato da consiglieri del mio stesso schieramento politico (uno dei Verdi, uno di Rifondazione comunista, che forse era candidato alle regionali, e uno della Margherita). Si fa presto a manifestare contro gli inceneritori e a dichiararsi a favore della raccolta differenziata: quando si individua il modo per fare la raccolta di differenziata, dotandosi dei relativi impianti, arriva il no alle discariche.
Tornando al progetto per la raccolta degli inerti, provate ad immaginare cosa significherebbe avere dei mezzi adatti, vasche che li raccolgano gli inerti in tutto il comprensorio - ben 400 mila abitanti: alla fine, se organizzato bene, diventa anche un mercato, non più un servizio a perdere -, lavorare il materiale e proporre agli stessi sindaci un protocollo d'intesa in base al quale sia possibile riutilizzare quello stesso materiale nelle opere pubbliche. Provate ad immaginare quale giro virtuoso si creerebbe. Provate ad immaginare 40 comuni che non fanno più ognuno il proprio manifesto sulla raccolta differenziata, con slogan che nessuno prende in considerazione: capita di attraversare comuni attaccati tra loro e di leggere altrettanti slogan, che non colpiscono affatto.
Per non parlare, poi, dei costi. Provate ad immaginare cosa succederebbe se, anziché un appalto per ogni comune, tutti insieme bandissero un'unica gara: si abbatterebbero i costi - ho svolto un'indagine - del 10, 15, 20 per cento, a seconda dei comuni partecipanti, e aumenterebbero qualità e convenienza.
L'idea è quella di arrivare a costituire una società pubblica. Anni fa, quando sono arrivato al Consorzio Napoli 3, ho trovato una delibera già approvata dal consiglio di amministrazione e dall'assemblea dei sindaci, che dava mandato al presidente di costituire una società per effettuare i servizi di raccolta e di smaltimento per i 40 comuni del Consorzio, ad ampio raggio, come è giusto che sia. La delibera prevedeva che nella società potessero entrare i privati. Quella delibera è rimasta nel cassetto, ma io ho lavorato due anni, con i sindaci, per arrivare ad un progetto condiviso, che prevedeva un unico soggetto pubblico.
Tale soggetto pubblico dovrebbe essere costituito dal Consorzio - il soggetto di maggioranza - e da società pubbliche, più o meno qualificate, che insistono sul territorio. La filosofia alla base di questo progetto è che le società del territorio devono rivedere la politica dei prezzi, devono tenere conto delle esigenze del comune forte e del comune debole, devono aiutarci ad investire in nuovi impianti, sul territorio, quindi assicurare finanziamenti, anche rischiando di tasca propria.
Per evitare interferenze e per evitare che qualcuno pensi che si voglia creare chissà quale colosso, per partecipare a chissà quali gare, avrei pensato - prima ho provato a dirlo al senatore Sodano - di limitarmi, in questa prima fase, alle aziende controllate dai comuni del Consorzio. Quello è il soggetto di cooperazione; se poi si farà l'ATO e gli spazi saranno più ampi, si vedrà, ma in questa fase iniziale mi sto regolando in questo modo.
Da parte mia, dunque, c'era il desiderio non di penalizzare qualcuno, ma di lavorare con la massima trasparenza. Penso a un soggetto pubblico, con società pubbliche controllate dai comuni, che già fanno parte del soggetto di cooperazione, quindi si sentono garantite: tali società sono, allo stesso tempo, controllori e proprietarie, attraverso il Consorzio, di questo soggetto pubblico. A questo si aggiungano i servizi trasversali - raccolta di pile e farmaci -, sui quali stiamo lavorando e che, se organizzati bene, magari non producono molto in termini di reddito, ma consentono il pagamento di due operai (quattro se si considerano i turni). Oggi, in pratica, non si sa chi si occupa della raccolta delle pile e dei farmaci: molto spesso, considerato che i conti non tornano, negli appalti queste «sottigliezze» vengono trascurate.


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Invece, effettuare queste attività a livello centralizzato significherebbe abbattere enormemente i costi. È chiaro che, ad esempio, un paese come il mio, Portici, non può destinare quattro operai alla raccolta delle pile, perché dopo tre ore il lavoro sarebbe terminato. Al contrario, utilizzare quei quattro lavoratori nei 40 comuni del Consorzio avrebbe un senso, come avrebbe senso acquistare il mezzo e l'attrezzatura per svolgere questo servizio. A questi quattro lavoratori potremmo aggiungere i 40 utilizzati negli impianti, quelli addetti ai servizi cimiteriali, e via dicendo. Insomma, per impiegare i lavoratori del Consorzio si dovrebbero individuare i servizi che, a livello locale, vengono svolti poco, male o per niente, e che, invece svolti a livello centralizzato, potrebbero costituire una fonte di risorse. In un anno, con questo progetto, si potrebbe garantire il salario a 100 operai; per gli altri, cercheremo di trovare una soluzione.
Francamente, ho paura che anche questo decreto non comporti un cambiamento effettivo della situazione. Le parole che richiamano la necessità di stabilizzare i lavoratori sono parole d'ordine senza significato, o meglio servono a dare un po' di tregua sociale. Infatti, quando i lavoratori percepiscono che verranno stabilizzati si sentono, da un lato, autorizzati a fare i lavativi e, dall'altro, garantiti per il futuro. Questo fa sì che, per un certo periodo, cali la tensione sociale, ma solo fino alla fine dell'anno, quando la stabilizzazione apparirà fittizia. Né può essere diversamente, se non la si costruisce con un progetto ad ampio raggio, che tenga conto, ad esempio, anche delle necessità degli impianti. Le forze politiche continuano a scontrarsi sul numero e sulla portata degli inceneritori, ma dovrebbero ammettere che più si insiste sulla raccolta differenziata, meno ingente sarà lo sforzo di lavoro degli impianti di termovalorizzazione e meno cospicuo sarà il business, da quel punto di vista, se ci sarà un controllore unico. Inoltre, in questo modo si creano occasioni di lavoro e percorsi virtuosi sull'intero territorio, oltre a rendere partecipi i comuni che devono assumersi la responsabilità di avere un impianto sul proprio territorio.
Credo di aver risposto alle domande del presidente. Non intendo dilungarmi, anche per non annoiarvi. Tengo a ribadire che considero un'occasione importante quella che oggi mi avete offerto: questa convocazione, contrariamente a quello che si potrebbe pensare e che di solito accade, non mi ha preoccupato, ma mi ha sollevato, ritenendo che rappresenti l'occasione per chiarire ogni eventuale dubbio.

TOMMASO SODANO. Di queste cose, sulle quali con calore sta riferendo alla Commissione, ha mai parlato alla struttura commissariale? A dire il vero, avremmo sperato che queste attività fossero già operative...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Se devo rispondere sinceramente, prima, quando c'era il buon Facchi, se ne parlava. Il commissario Catenacci, poi, mi ha individuato come soggetto di cooperazione. Ho paura, però, che di fronte all'emergenza, di fronte alle difficoltà di trovare ogni mese i soldi per pagare lo stipendio ai lavoratori, di fronte ai molteplici problemi che si presentano, si continui a parlare sempre, in maniera teorica, del futuro, trascurando quella che io chiamo la quotidianità. Tra l'altro, si tratta di processi lenti: immaginate cosa significa il fatto che i comuni comincino ad avere responsabilità ambientali proprie e non debbano chiederle solo ai cittadini. Immaginate con quale sforzo si dovrà chiedere ad un sindaco di raccogliere materiale sulle strade provinciali, dove si trova di tutto, e quante siano le probabilità che quel sindaco ci risponda che quel materiale non è stato portato lì dai i suoi cittadini.
Allora a mio avviso è necessario mettersi d'accordo e stabilire il fondo che si vuole investire; dopodiché, si ingaggerà uno scontro con la provincia - questa è una delle iniziative che ho in mente - per chiedere di installare telecamere nei punti


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strategici, evitando così tutte le conseguenze per i comuni, sia in termini di costi per lo smaltimento, sia in termini di organizzazione del servizio. Di questo, però, si parla poco. Personalmente, un po' in solitudine, ho imboccato la strada dell'agire, mentre si discute di nuovi decreti e di altre possibili iniziative.

PRESIDENTE. Lei si rapporta con gli altri consorzi? State adottando politiche comuni?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No, per niente.

PRESIDENTE. Avete una società con gli altri consorzi? Mi riferisco a Impregeco.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì.

PRESIDENTE. Di che cosa si occupa? Voi come entrate in questa vicenda? È una società operativa?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Attualmente quasi per niente. Per correttezza, però, non ho portato una delibera dei soci che risale a circa un mese e mezzo fa, prima...

PRESIDENTE. Noi ci siamo da quattro anni, presidente.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Mi riferivo a questa mia convocazione. Nella delibera ho chiesto il congelamento di questa attività, con azzeramento di qualsiasi compenso, e un incontro con il commissariato, per capire meglio alcune questioni.
Al momento del mio insediamento ho trovato questa società, dunque non ho partecipato alla sua nascita. Attualmente essa è congelata, in attesa di un incontro con il commissario di Governo, per capire se, dopo questo decreto, esistano spazi per utilizzarla. Diversamente, se non ha mercato, è una società che va sciolta. Questo è il mio parere.
Noi ne siamo soci al 33 per cento. Per il resto, non avendo partecipato alla fase iniziale, sono meno informato; comunque ho portato tutti gli atti che possono servire a recuperare le informazioni necessarie.

PRESIDENTE. Avete del personale?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Ho tre persone distaccate presso quegli uffici, che ho deciso di utilizzare, eventualmente - se, per gennaio, l'assemblea dei sindaci deciderà per la costituzione di questa società - come momento di centralizzazione. Comunque, in base all'atto che ho emanato, queste persone torneranno al Consorzio.

PRESIDENTE. Impregeco, quindi, chiude la sua esperienza?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. A meno che nell'incontro con il commissariato non si capisca...

PRESIDENTE. Cosa c'entra il commissariato con Impregeco?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. La società, in passato, ha lavorato per conto del commissariato, come società strumentale.

PRESIDENTE. Sì, ma che c'entra sul piano delle decisioni?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No, dobbiamo prima verificare se ci sia o meno mercato per la società.

TOMMASO SODANO. Possiamo ricostruire il momento della nascita di Impregeco? Chi era il vecchio presidente che ha


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partecipato alla fase costituente, che ha portato alla successiva nascita di Impregeco?

PRESIDENTE. Io penso più presidenti, perché si trattava di più consorzi.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. I consorzi erano Napoli 3, Napoli 1 e Caserta 4. Si trattava di consorzi - questo va detto - che gestivano discariche, quindi avevano personale per svolgere determinate mansioni (gruisti, palisti, e via dicendo) ed esperienze di un certo tipo.
Ho portato alcune note, che lascio agli atti della Commissione.

PRESIDENTE. Le acquisiamo con grande piacere.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Contengono una sorta di cronistoria, se vi può interessare.

PRESIDENTE. Se vuole, può leggerne le parti essenziali.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Leggo: «In particolare, l'articolo 17 della citata ordinanza ministeriale del 1999, come modificata dall'ordinanza ministeriale del 2000, configura la possibilità che le attività necessarie per il superamento dell'emergenza rifiuti vengano realizzate anche tramite la costituzione di società miste, cui partecipano consorzi costituiti ai sensi della legge regionale della Campania del 10 febbraio 1993, n. 10; in tale prospettiva, l'articolo 4 della citata ordinanza ministeriale del 2000 prevede che il commissario delegato, presidente della regione Campania, nelle more della costituzione delle forme e dei modi della cooperazione e della costituzione delle società miste, di cui ai precedenti commi 4 e 4-bis, provvede, in ciascuno dei bacini di utenza serviti dai consorzi individuati con legge regionale n. 10, all'esercizio delle funzioni amministrative relative alla gestione dei rifiuti, ed assicura le attività di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti, anche mediante i predetti consorzi [...]. Il contenuto dell'indicata norma, di cui all'articolo 4 dell'ordinanza ministeriale del 2000, è risultato suscettibile di ottimale applicazione, nei confronti dei consorzi bacino Napoli 1, Caserta 4 e Napoli 3, in considerazione delle iniziative dagli stessi intraprese al fine di garantire la più razionale gestione dell'attività di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti, anche ai fini di un risparmio nella tariffa, con evidenti vantaggi per la collettività.
«Proprio in applicazione dell'articolo 17 dell'ordinanza del ministro dell'interno del 25 febbraio 1999, come modificata [...], i consorzi dei comuni sopracitati hanno proceduto a deliberare ed a costituire la società consortile senza fine di lucro Impregeco (Impianto regionale a gestione consortile) a responsabilità limitata, per la realizzazione degli obiettivi e delle finalità stabilite da norme comunitarie recepite nell'ordinamento dello Stato, per l'organizzazione e la gestione, nell'ambito della regione Campania, dei servizi ambientali, con riferimento al campo dei rifiuti solidi, disciplinata dal decreto-legge n. 22/97 e successive modifiche ed integrazioni.
«La società consortile Impregeco è una società a totale capitale pubblico, costituita in data 13 dicembre 2001 tra i consorzi dei comuni bacino Napoli 1 [...]».

PRESIDENTE. Senatore Sodano, se acquisissimo tutto questo materiale?

TOMMASO SODANO. Volevo sapere chi era il presidente del consorzio Napoli 3 che ha partecipato a questa fase, fino al 13 dicembre 2001, e da chi era costituito il primo consiglio di amministrazione dell'Impregeco. Mi serve per capire se i padri costituenti - passatemi il termine - abbiamo avuto un ruolo nella gestione di Impregeco. La durata di nove anni è un po' anomala...

PRESIDENTE. Vivendo su quel territorio, qualche nome lo ricordiamo anche noi.


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DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. L'ufficialità è che il presidente del consorzio Napoli 3 era Michele Caiazzo, da non intendersi il sindaco di Pomigliano d'Arco.

TOMMASO SODANO. È il cugino?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì, il cugino. Il presidente del consorzio Napoli 1 era Giacomo Gerlini e il presidente del consorzio Caserta 4 era Giuseppe Valente.

TOMMASO SODANO. Che poi sono diventati, rispettivamente, presidente e vicepresidente della Impregeco. Dico bene?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì, consiglieri di amministrazione e...

TOMMASO SODANO. Presidente Giacomo Gerlini e vicepresidente Michele Caiazzo?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No, quando sono arrivato era presidente Giuseppe Valente.

TOMMASO SODANO. Il presidente dovrebbe essere Gerlini, se non ricordo male.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Attualmente è Gerlini.

PRESIDENTE. Prima, quindi, il presidente era Valente. E Caiazzo?

TOMMASO SODANO. Era vicepresidente. Poi è diventato presidente Gerlini? Ho perso il conto.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. All'inizio, come ho detto, non c'ero, dunque sulle cariche assunte in quel periodo non sono sicuro. Se volete, posso inviarvi una nota più precisa.

PRESIDENTE. Attualmente Gerlini è presidente. Giusto?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì. Valente è amministratore delegato e Caiazzo fa parte del consiglio di amministrazione.

TOMMASO SODANO. Insomma, i padri costituenti decidono di fare una società senza scopo di lucro, nell'ambito della quale si attribuiscono cariche di spicco, peraltro con durata di nove anni. Indipendentemente dall'idea del presidente del consorzio Napoli 1 di chiudere, eventualmente, questa esperienza, è probabile che il pagamento delle spettanze per gli organi direttivi sia novennale.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Le dico quando è nata la società, così vediamo se si tratta di nove anni o di sette.

PRESIDENTE. Anche sette sono tanti. In genere, per una società, si prevede una durata delle cariche di tre anni.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Dobbiamo calcolare dal 2002.

PRESIDENTE. Dunque, è anche recente. Nove anni a partire dal 2002 significa che arriveremo al 2011. Se la società si scioglie, non si possono pagare i compensi.

TOMMASO SODANO. In presenza di un contratto di tipo privatistico che ha durata di nove anni, anche se la società viene sciolta prima, questi soggetti devono comunque essere pagati. Al momento, sono ancora stipendiati?


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DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No.

TOMMASO SODANO. La sede c'è ancora, visto che il personale non è ancora rientrato...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sto cercando di capire, visto che c'è anche del know-how e dei mezzi...

PRESIDENTE. Hanno anche dei mezzi?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Mi riferisco a computer e a cose di questo genere. Se posso, essendo un socio che deve verificare...

PRESIDENTE. Intende dire che potrebbe prendere tutto questo e utilizzarlo in house, senza pagare, ad esempio, il consiglio di amministrazione?
Il commissario di Governo ha mai informato il Consorzio dell'esistenza di un call center per questioni ambientali?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No, mai.

PRESIDENTE. Né, quindi, vi ha parlato della possibilità di usufruire della società PAN?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Le mie notizie su PAN risalgono a questi ultimi giorni.

PRESIDENTE. Attraverso il lavoro della Commissione, immagino. Bene, significa che ogni tanto facciamo qualcosa di buono.
Siete mai stati coinvolti nella vicenda «Sirenetta», ad esempio per installare gli apparecchi sui camion?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No. La mia perplessità riguarda il fatto che non possa esistere un monopolio al quale rivolgersi per forza. Mi auguro che voi, come forze politiche, e il Governo nazionale e quello locale possano vigilare sulla nuova gestione degli impianti FIBE.
In pratica, che cosa accade? Cerco di spiegarmi meglio con un esempio: un comune raccoglie e trasporta l'immondizia che produce (questa è la parte più onerosa del ciclo) e deve necessariamente consegnarla ad un unico soggetto che la raccoglie (ecco perché si parla di monopolio) e lucra su quei rifiuti. Ebbene, qualunque sarà il vostro orientamento, a livello sia nazionale sia locale, su coloro che dovranno subentrare a FIBE, mi sembra assurdo comunque che non ci si domandi come i soggetti produttori dei rifiuti (i comuni, il sindaco e, quindi, i cittadini) possano avere una ricaduta a livello locale (penso, naturalmente, a ricadute trasparenti) dallo smaltimento dei propri rifiuti. Insomma, non vedo perché fino a quando si tratta di pagare per smaltire i rifiuti che produciamo, siamo costretti a farlo, in quanto quei rifiuti sono nostri e ne siamo responsabili, sia come cittadini sia come amministrazioni comunali; quando, però, quei rifiuti vengono lavorati e possono diventare ricchezza, non ci riguardano più, non sono più nostri.

PRESIDENTE. Immagino che il consorzio Napoli 3 abbia avuto necessità di svolgere attività di tipo informatico. Si è rivolto al commissariato per avere consulenze? Ha utilizzato personale proprio?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Mai. Abbiamo un ragazzo, Gianluca, molto bravo - l'ho trovato per combinazione -, che consiglierei a qualsiasi azienda privata e pubblica. Adesso si tratta di comprare qualche attrezzatura. Lo abbiamo sempre fatto, del resto, e sono pronto a mostrarvi la documentazione relativa agli acquisti. Non ci siamo mai avvalsi di consulenze esterne.


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TOMMASO SODANO. Ancora una domanda su Impregeco. Quanto costa il consiglio di amministrazione, almeno per la quota parte del 33 per cento?

PRESIDENTE. Quanto investite ogni anno in Impregeco?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Noi abbiamo investito in una quota iniziale. Il capitale era di 1 miliardo 500 milioni di vecchie lire, dunque abbiamo investito 500 milioni ciascuno.
Da quando sono presidente, non abbiamo mai dovuto versare una lira a Impregeco, né per gli stipendi né per altro. Posso fornirvi la relativa documentazione, i registri delle uscite, e via dicendo.

TOMMASO SODANO. Se adesso Impregeco non sta funzionando, chi si sta occupando dei trasporti nell'area di interesse dei tre consorzi?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Nel mio Consorzio, i trasporti vengono effettuati da aziende che hanno appalti con i vari comuni. Io mi sto attrezzando con un vecchio mezzo, che stiamo adeguando. L'unica gara che abbiamo fatto - è agli atti che vi ho portato - riguarda un periodo limitato.
Senatore, non ci sono trasporti sul nostro territorio.

TOMMASO SODANO. Ho capito. Il direttore della Pomigliano Ambiente, che abbiamo ascoltato, ci ha riferito che, in quest'ultima fase, non avevano più problemi per i trasporti, in quanto si rivolgevano a Impregeco. A dire il vero, noi eravamo convinti che ancora oggi funzionasse in questo modo. Avevamo dei dubbi che, già in passato, Impregeco non avesse mezzi propri.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Mi può ripetere cosa ha detto il direttore di Pomigliano Ambiente?

TOMMASO SODANO. Che a partire da una certa fase, per comunicazione del commissariato, erano tenuti ad affidare i trasporti a Impregeco, una società nata dai tre consorzi Napoli 3, Caserta 1 e Napoli 1.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Non è per cattiva volontà, ma non sono in grado di darle informazioni in merito. Non mi risulta che Impregeco attualmente effettui trasporti.

TOMMASO SODANO. Lo faceva in passato?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì, ma non so se in proprio o in quale altro modo. Entro 24 ore, comunque, posso fornirvi notizie al riguardo. Anzi, entro 48 ore, perché domani ho dei problemi familiari da risolvere.

PRESIDENTE. Anche 72, se crede. Non cambia nulla.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Impregeco ha gestito l'impianto di tritovagliatura di Paolisi dal 15 marzo 2002.

TOMMASO SODANO. Chi gestisce adesso l'impianto di Paolisi?

PRESIDENTE. L'impianto di tritovagliatura non c'è più. Immagino, ma non ho elementi precisi per affermarlo, che il tritovagliatore non sia più utile, considerata l'esistenza degli impianti di CDR.

TOMMASO SODANO. Nel 2002, però, c'erano già i CDR.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Permettetemi di darvi la seguente notizia: «Dal giorno 5 luglio 2003, presso l'impianto di Paolisi, con le soprarichiamate ordinanze nn. 58, 61 e 62 del


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2003, il commissariato di Governo autorizzava l'impianto di Paolisi al trattamento di vagliatura e raffinazione della FOS proveniente dagli impianti FIBE-FISIA [...]. La frazione derivante dal trattamento e processo di raffinazione della FOS è smaltita presso i siti di smaltimento individuati dalla struttura commissariale [...]. I trasporti della FOS in entrata e della frazione derivante dal processo di raffinazione in uscita sono eseguiti dalla società FIBE-FISIA [...]».
Vi lascio anche queste carte.

PRESIDENTE. Bene, passiamo alla vicenda di Marigliano. Voi avete firmato il patto di legalità?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì.

PRESIDENTE. E ovviamente vi attenete a quel protocollo.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì. Avendo una certa età, sto cercando tra le carte a cui ho lavorato, per non essere impreparato. Al contrario, infatti, potrebbe apparire che io sia in grado di parlare di politica e di strategie e sia meno attento ad altre vicende. Vi garantisco, però, che non è così.
Una breve premessa: nel 2003, a seguito di proteste dei comuni situati intorno alle aree Paenzano 1 e Paenzano 2, bandimmo una gara per un importo di circa 60 mila euro all'anno. Il professor Vanoli, dopo aver sentito i comuni, scriveva in un'ordinanza: «(...) stabilire che il consorzio bacino Napoli 3 provveda ad assicurare il servizio di pulizia quotidiana della viabilità pubblica presso l'impianto di produzione di CDR di Tufino [...]; stabilire altresì che il consorzio Napoli 3 provveda a trasmettere l'ammontare mensile per il servizio affidato per la preventiva presa d'atto; stabilire che il servizio di pulizia [...] sia attivato a far data da [...]; stabilire che FIBE provveda alla pulizia della viabilità di accesso all'impianto di produzione CDR [...]».
Insomma, il professor Vanoli mi invitava ad attivarmi ed io indissi una gara, che fu vinta dalla società Ecologia Bruscino. Tra l'altro, il commissario Vanali non mi ha mai rimborsato l'importo che ho anticipato per un intervento di pubblica utilità per il comune e per il territorio.
Per il rinnovo, nel 2004, attraverso l'ufficio gare del geometra Balletta, scriviamo quanto segue: «Oggetto: diffida per la sottoscrizione del servizio di pulizia, trasporto e smaltimento RSU della viabilità pubblica presso l'impianto di produzione del CDR di Tufino. Premesso che, con precedente comunicazione, questo consorzio invitava la società in epigrafe a voler produrre i documenti per la sottoscrizione del contratto di che trattasi; che a tutt'oggi non è pervenuto presso il protocollo generale di questo consorzio [...]; considerata l'imminente scadenza, [...]; tanto premesso, il geometra Oreste Balletta [...] vi invita a portare entro [...] certificato della camera di commercio, certificato del casellario giudiziale in bollo del legale rappresentante, cauzione definitiva [...]. Si diffida la società in indirizzo a voler produrre quanto richiesto, altrimenti quest'ente affiderà il servizio di che trattasi alla società seconda in graduatoria». Cosa che abbiamo fatto un anno fa.

PRESIDENTE. Avete affidato il servizio alla seconda società in graduatoria. Qual è il suo nome?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Dovrebbe essere Perna Ecologia. Tutto questo non c'entra con la vicenda di Marigliano, ma ho fatto una premessa per inquadrare il nostro modo di operare.
Tornando ancora un attimo indietro, a maggio 2004 mi scrive il prefetto Profili, per comunicarmi delle informazioni relative ad Ecologia Bruscino.

PRESIDENTE. Praticamente vi informa dell'interdittiva.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3.


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Leggo la mia lettera di risposta: «[...] la società Ecologia Bruscino [...] attualmente non presta nessun tipo di servizio presso questo Consorzio».

PRESIDENTE. Avevate già provveduto autonomamente ad affidare il servizio alla seconda società in graduatoria.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì. La richiesta del prefetto è del 4 maggio, la mia lettera è del 6 maggio. Il 6 luglio mi scrive il commissariato di Governo, che mi invita a rescindere qualunque rapporto. Il 20 agosto mi arriva una nota del commissario di Governo nella quale, tra altre ditte che nulla avevano mai avuto a che fare con il Consorzio, viene citata la società Ambiente Srl, che è sempre del gruppo Bruscino.
Apro una parentesi per dire che a volte i sindaci non fanno raccogliere neppure quello che dovrebbero, oppure non sanno se per la carta e il cartone non essendo una voce rilevante siano stati effettuati o meno i pagamenti. Con il Comieco sto cercando di stipulare una convenzione per tutti e 40 i comuni. Ho già ottenuto interventi in loco per l'informazione, per strutture e per far sì che, a fronte dell'innalzamento dei livelli di raccolta, scatti una premialità per i comuni. Poiché noi conferivamo carta e cartone alla piattaforma gestita dalla società Ambiente Srl, indicata dalla convenzione con il Comieco, il 24 agosto ho fatto scrivere, attraverso i miei uffici, una nota al Comieco - e per conoscenza al commissario di Governo -, della quale vi do lettura: «Oggetto: informazione antimafia. A seguito della ricezione della nota in oggetto, che alleghiamo alla presente, si chiedono specifici chiarimenti per la continuazione dei rapporti di cui alla convenzione di riferimento, poiché nella stessa è previsto che il materiale recuperato venga conferito presso la piattaforma gestita dalla società Ambiente Srl».
Dato che non arrivavano i documenti richiesti, non ho avuto alcun problema a rescindere il contratto con la società Bruscino; infatti, essendo mia competenza, ho chiamato la seconda ditta in graduatoria ed ho evitato che il servizio subisse interruzioni. Ma per carta e cartone, con i sindaci che chiamano dopo due giorni di sospensione della raccolta, non sapere dove conferirli era un problema.
Il 26 agosto scrivo nuovamente al Comieco, dicendo: «Vista l'impossibilità di conferire il materiale proveniente dalla raccolta differenziata presso la piattaforma Ambiente di San Vitaliano a Napoli, per i noti problemi di cui alla nota [...], si richiede elenco delle piattaforme autorizzate limitrofe al nostro bacino di utenza, al fine di consentire l'individuazione della nuova piattaforma». Scrivo anche al commissario di Governo, sua eccellenza il prefetto Corrado Catenacci, al quale, il giorno dopo (27 agosto), spiego la situazione, chiedendogli cosa fare. Non avendo alternative rispetto alla piattaforma indicata dal consorzio nazionale, che si assumeva certi impegni, ho continuato a conferire carta e cartone alla piattaforma, assumendomi la responsabilità di non interrompere un servizio di pubblica utilità. Nel frattempo, mi giunge una nota dalla società Ambiente Srl, datata 16 settembre...

PRESIDENTE. Parliamo del 2004 o del 2005?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Del 2004. Non sto tergiversando sul problema, ma voglio solo arrivarci attraverso un percorso, che poi potrete giudicare nella vostra autonomia.
Ora, considerate che nel periodo estivo, in alcuni comuni come Avella ed altri, c'è il ritorno degli emigranti, ci sono feste, sagre e quant'altro, e il problema della raccolta di carta e cartone diventa serio. Per coerenza, però, non si poteva pensare, visto che sul territorio era in corso una campagna promozionale per la raccolta differenziata di carta e cartone, di far passare un camion della spazzatura che mischiasse il tutto, portandolo al CDR.
La nota della società Ambiente Srl, datata 16 settembre 2004, mi informava di


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quanto segue: «Il TAR del Lazio, con recente ordinanza [...] resa nella camera di consiglio del 25 agosto 2004, a seguito di istruttoria disposta per acquisire dettagliata relazione del prefetto di Napoli sugli elementi indiziari emessi a carico della società Ecologia Bruscino, ha sospeso gli atti impugnati, non ravvisando il pericolo di infiltrazioni mafiose nei confronti della Società Ecologia Bruscino. Tale ordinanza del TAR Lazio, quindi, ha rimosso nell'attualità l'accertamento dei pericoli di infiltrazione. In conseguenza, il TAR Campania, sezione di Salerno, con decreto [...], ha sospeso i provvedimenti di risoluzione dei servizi adottati dai consorzi di bacino con la seguente motivazione: «Vista l'ordinanza del TAR Lazio, rilevata la sussistenza delle condizioni di estrema gravità ed urgenza [...] accoglie l'istanza di misure cautelari provvisorie e per l'effetto sospende il provvedimento di cui alla nota [...] a firma del direttore generale del consorzio di bacino Napoli 3». Si invita codesto Consorzio, alla luce del provvedimento dal TAR, ad astenersi dal porre in essere qualsiasi atto interruttivo dei rapporti in corso, che lo esporrebbe al risarcimento dei danni, essendo venuto meno il presupposto procedimento informativo a carico della Società Ambiente Srl».
Qui ci sono i provvedimenti che vi posso allegare.
Ho quindi scritto al commissario di Governo, dicendo: «Premesso che con nota [...]; premesso che il Comieco non ha risposto [...], si richiede, alla luce di quanto sopraesposto, che il commissario si pronunci sulla delicata vicenda; inoltre, si rappresenta che questo consorzio si ritiene in credito di quantitativi finora conferiti presso la Società Ambiente Srl anche oltre il 15 settembre 2004».
Non abbiamo avuto risposta. Così ho continuato a conferire alla piattaforma, perché non potevo individuare un privato o una piattaforma non di filiera, dove poter portare carta e cartone dei comuni in quanto soggetti pubblici.
Per quanto riguarda Marigliano, signor presidente, se lei ha avuto problemi a causa del consorzio, per il fatto che si è dovuto discutere di Marigliano che è il suo comune, io sono mortificato. Mi dispiace veramente.

PRESIDENTE. A me dispiace per l'imbarazzo che comunque si crea sia che si parli di amministrazioni di centrosinistra sia che si tratti di comuni gestiti dal centrodestra; infatti, nel caso in cui si parli di amministrazioni di centrodestra, l'imbarazzo deriva dal fatto di appartenere alla stessa parte politica, mentre se si ragiona di amministrazioni di centrosinistra, che ovviamente vanno rispettate per l'importante lavoro che svolgono, l'imbarazzo è analogo, se non addirittura maggiore.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Al comune di Marigliano scadeva l'appalto con la ditta proveniente da precedenti gestioni (peraltro il comune era anche stato commissariato). In base al soggetto di cooperazione il comune chiedeva al Consorzio, nelle more della costituzione di una nuova società, di farsi carico della raccolta. Questo avveniva nel periodo giugno-luglio 2005, alla vigilia delle vacanze estive.
Premesso che la raccolta differenziata era calata a circa il 20 per cento, mentre oggi siamo di nuovo a livello del 35 per cento, in tre mesi e mezzo - tra luglio e ottobre 2005 - abbiamo prodotto il doppio dei quantitativi di cartone che la società precedente aveva raccolto in due anni. È una semplice riflessione che consegno alla Commissione.
Ho quindi incontrato l'amministrazione, alla quale ho detto che non poteva chiederci di fare una sperimentazione di sei mesi, agli stessi patti e condizioni della ditta precedente, peraltro sapendo che non è detto che il privato paghi gli straordinari per intero e che, insomma, desse tutto il dovuto ai lavoratori. Non avremmo potuto, infatti, comprare dei mezzi per soli sei mesi di contratto, che, magari, poteva non esserci rinnovato. Ho anche portato il verbale del passaggio di cantiere, dove ci sono nomi e cognomi di tutti i lavoratori


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del comune di Marigliano (se non sbaglio mi avevate anche chiesto questo). C'è anche la storia della loro provenienza, dal momento che per i passaggi di cantiere sono obbligatori. La società Pomigliano Ambiente ha svolto un'indagine di mercato.

PRESIDENTE. Il vostro Consorzio non era, quindi, nelle condizioni tecniche per...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Nessuna azienda avrebbe potuto assumere il servizio per sei mesi.

PRESIDENTE. Ovviamente. Vi siete perciò rivolti, come ci ha già detto De Falco, a Pomigliano Ambiente. Perché a questa, piuttosto che ad altre società pubbliche che pure esistono nel medesimo territorio?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Mi sono rivolto a Pomigliano Ambiente e a Campania Felix.
In seguito vi dirò in che modo ho fatto il contratto con il soggetto più o meno incriminato (ho seguito infatti un certo percorso). Ho stipulato un contratto per il nolo a freddo (si chiama così perché è senza operai) di tre mezzi per sei mesi. Questa forma contrattuale mi poteva consentire di provvedere al servizio senza il rischio di pagare penalità e senza avere delle rimostranze...

PRESIDENTE. Questo contratto lo ha fatto il Consorzio, non Pomigliano Ambiente.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì, l'ha fatto il Consorzio.

PRESIDENTE. Allora, ci spiega anche meglio cosa fa Pomigliano Ambiente e cosa fa Campania Felix?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Pomigliano Ambiente ha preso in forza i lavoratori, con un passaggio di cantiere. Campania Felix mi sta aiutando essenzialmente per la ridefinizione del piano e la riorganizzazione del servizio, mettendomi anche un mezzo a disposizione.

PRESIDENTE. Quindi, Pomigliano Ambiente svolge l'attività, mentre Campania Felix fornisce un mezzo e la consulenza?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Proprio per dare un segnale in questa fase - anche se comunque l'operazione avrei potuto difenderla -, nella voce costi c'è l'azzeramento delle spese generali e dell'utile di impresa.

PRESIDENTE. Quindi, l'attività che svolge Campania Felix è quasi gratis.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No, «è» gratis.

PRESIDENTE. Invece, Pomigliano Ambiente ha ridotto l'utile d'impresa e fa solo la gestione dei lavoratori.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. L'utile è stato completamente azzerato: si occupa solo della gestione dei lavoratori, vale a dire della gestione dei problemi senza nessun reddito. Quell'importo, infatti, se si fa una nuova gara, chiunque vi partecipi, soggetto pubblico o privato...

PRESIDENTE. Voi, quindi, avete fatto il contratto per il nolo a freddo dei mezzi e per l'area?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Esatto. Ora, non per giustificarmi, ma va considerata la ristrettezza dei tempi, il fatto che era estate e la


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necessità che avevamo della disponibilità dell'area. E comunque quella che abbiamo preso in affitto è una bell'area.
Non spetta a me giudicare i signori Bruscino...

TOMMASO SODANO. Perché, l'area è dei Bruscino?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No. Poiché stiamo parlando dei Bruscino, dicevo che non spetta a me giudicare i Bruscino o altri privati.

PRESIDENTE. Ma quest'area di chi è?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Della società Sofin Invest Srl.

PRESIDENTE. A chi è riconducibile questa società? Immagino disponga delle certificazioni antimafia.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Va inoltre considerato che stiamo diminuendo i costi mese per mese. Ad esempio, ho tolto la guardiania ed ho impiegato dei miei guardiani. Tutto questo è agli atti: dai verbali delle riunioni risulta che ho detto di utilizzare i lavoratori del Consorzio per fare la guardiania, pur non essendo un nostro sito.
I mezzi sono di Ecologia Bruscino. Anche qui ho firmato il contratto e, considerando tutte quelle lettere, nonostante fosse passato un anno, non mi sono fermato alle sospensive dei TAR, ma mi sono avvalso anche del mio segretario comunale, di cui mi fido, il dottor Toppolo. In ogni caso, anche se c'erano altri soggetti, non ho difficoltà ad assumermi la responsabilità di tutto ciò che ho fatto. Sono io, non posso scappare. Ho comunque firmato i contratti solo quando mi sono arrivati i nullaosta, che lascio agli atti.
Poteva essere più o meno opportuno, visti i tempi, fare le cose che ho fatto. Con il senno di poi si può discutere all'infinito; posso però garantire - ed è agli atti dei verbali delle riunioni - che io ho detto che o ci muovevamo in tempo utile per acquistare un'area per il deposito dei mezzi e per ubicarci gli spogliatoi, non pericolosa e che non fosse di proprietà di un parente di qualcuno, oppure la dovevamo prendere tra quelle disponibili sul mercato. Il contratto firmato dal mio Consorzio, quindi da me, è a termine e l'onere relativo è andato man mano riducendosi. Tutto ciò risulta dagli atti ed è preceduto all'audizione di Pomigliano Ambiente e alle lettere inviate a chi vi parla. Vi è, però, una documentazione che, seppur richiesta, non è mai arrivata. Poi, se mi volete mettere in croce per questo... È andata così.

TOMMASO SODANO. Chi ha individuato l'area? Chi ha fatto la trattativa con i proprietari dell'area stessa e dei mezzi?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Un esponente di Pomigliano Ambiente, che non era De Falco, era incaricato di seguire la questione insieme ad un mio dipendente, un bravissimo ragazzo. Ve ne posso fare il nome, ma chiedendovi immediatamente di dimenticarlo: mi assumo io ogni responsabilità. Si tratta, infatti, di un dipendente inquadrato ad un livello basso, ma, essendo laureato in geologia e poiché si sta professionalizzando sempre più, lo utilizzo per mansioni superiori, anche se non dovrei.

PRESIDENTE. Il comune ha suggerito qualche soluzione?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No. Il comune, purtroppo, non aveva altre soluzioni. Più volte mi sono recato in municipio per sollecitare l'individuazione di un'area (bisogna comunque averne il coraggio) e poi bisogna attrezzarla. Certo, come Consorzio potevamo anche acquistarla, ma, se si fa un acquisto, specialmente nel nostro territorio, bisogna che ci siano tutti gli elementi di garanzia e che dietro non ci sia il parente di questo o di quello.


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PRESIDENTE. Presidente Pinto, la ditta in questione aveva un appalto con il comune di Marigliano, che ha dovuto lasciare per ragioni di interdittiva. Ora, anche parlando in generale, non le sembra comunque singolare che una ditta che ha problemi di questa natura non lavori più per un comune...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Lavorava sempre per il comune di Palma Campania.

PRESIDENTE. Questo è un ulteriore elemento. Dicevo, non le sembra strano che ad una ditta che ha problemi di questa natura e che non lavora più per un comune, in qualche misura, sia consentito di utilizzare i propri mezzi e, probabilmente, la stessa area? A mio avviso, si genera una condizione per la quale c'è una sorta di continuità. Al di là della norma, cosa ne pensa sul piano dell'opportunità?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Io non sono tra coloro che vogliono far entrare dalla finestra ciò che esce dalla porta. Si è trattato di una scelta operata in un momento particolare e con dei tempi contingentati.

TOMMASO SODANO. In Campania sono 11 anni che abbiamo tempi contingentati e che viviamo nell'emergenza. Ma è sull'emergenza che spesso, purtroppo, alligna il malaffare.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Senatore Sodano, la società Bruscino prima partecipava alle gare per il percolato, che sono costose, che però non ha vinto. Lei pensa che, con la volontà espressa di trovare altre aree e di acquistare mezzi, valesse la pena di rischiare di perdere la faccia, come Consorzio e come persona, per un'operazione che economicamente...

PRESIDENTE. Di quale importo complessivo parliamo?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Varia mensilmente.

PRESIDENTE. In media?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Inizialmente, inclusa la guardiania che poi abbiamo tolto, era di 5.500 euro al mese per l'area e di 190 euro al giorno per ogni mezzo, senza personale.

PRESIDENTE. L'ordinanza del TAR Lazio ha sospeso l'interdittiva antimafia?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì.

PRESIDENTE. Oppure ha ordinato a Napoli 3 di riattivare...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sono venuto a conoscenza della sospensiva del TAR Lazio da Bruscino, il quale mi disse: «Dottor Pinto, farai la fine di Salerno. Vedi la decisione del TAR Lazio?».

PRESIDENTE. A Salerno cos'era avvenuto?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Il TAR aveva sospeso un appalto non ricordo in quale comune.

PRESIDENTE. In sostanza, c'è stata una sospensione dell'interdittiva.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Esatto. Adesso non so se sia ancora in corso o meno.

PRESIDENTE. Possiamo avere copia della documentazione che ha con lei?


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DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. L'ho portata per lasciarvela.
Senatore Sodano, il malaffare in genere lo si fa perché può essere un buon affare per chi lo fa, ma un malaffare per le forme può risultare un buon affare per le ricadute che può avere. Se ci dovesse essere malaffare su questa vicenda...

TOMMASO SODANO. Il mio era un discorso generale, anche se mi trovo nella condizione molto antipatica di essere senatore eletto su quel territorio.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Senatore, io ho 57 anni. Ho trascorso periodi della mia vita in cui ho parlato per categorie mentali, arrivando a dire che i fascisti dovevano morire tutti, finché non ne ho conosciuto qualcuno la cui morte mi sarebbe dispiaciuta. Se negli anni 2000 si continua a parlare per categorie, per cui il malaffare in generale...

PRESIDENTE. Non è questo.

TOMMASO SODANO. Non è così.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. ...oppure dire che in nome dell'emergenza nella regione Campania si è fatto del malaffare. Io posso dire che in nome dell'emergenza ho risolto dei problemi. Non mi riferisco a questo caso, ma vi invito a leggere le carte e a vedere se ci possa essere malaffare...

PRESIDENTE. Presidente Pinto, a noi interessa capire l'esatto contrario; infatti, come l'ordinaria amministrazione consente programmazione, autonoma gestione e il distanziarsi da una serie di necessità, così l'emergenza comporta troppe volte anche un'azione di emergenza.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Presidente, come Consorzio, avendo già il problema dei lavoratori che devono essere pagati da un altro soggetto, non posso permettermi di fare un passaggio di cantiere. In questa fase, nelle more della costituzione della società, pur con un po' di forzature, questa era la strada, per cercare...

TOMMASO SODANO. Ma noi abbiamo messo in dubbio anche questo affidamento. Le faccio notare che io, sindaco di un qualunque comune, se voglio fare in emergenza un affidamento diretto, lo posso fare in house, rivolgendomi a tutte le aziende pubbliche del territorio. Invece, con l'affidamento al consorzio, il comune ha potuto fare l'affidamento senza fare neanche una trattativa privata tra tutte le aziende pubbliche al fine di verificare la migliore offerta.
Lei ci sta confermando quello che era già un nostro dubbio: voi non siete in grado di rendere il servizio, motivo per cui dovete rivolgervi a terzi. E allora voi non potete non fare quello che deve fare un altro sindaco, vale a dire fare un bando di evidenza pubblica per verificare la miglior offerta tra tutte le aziende pubbliche. E questo è un caso classico. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che alla fine i lavoratori sono gli stessi, per passaggio di cantiere, il deposito è lo stesso...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. L'azienda che stava prima era in un altro deposito.

TOMMASO SODANO. I mezzi sono della stessa azienda....

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Non tutti, solo tre.

TOMMASO SODANO. C'è comunque una continuità. Pertanto si è fatta tutta un'operazione che lascia molto perplessi.
A questo punto, domando: avete fatto una riunione per valutare l'opportunità di utilizzare questi mezzi, conoscendo a chi


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appartenevano? Ne era a conoscenza anche il direttore della Pomigliano Ambiente?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Certo, ne era a conoscenza.

TOMMASO SODANO. Presidente Russo, forse sarà il caso di ricordare ai nostri auditi che devono dirci tutta la verità, perché questa è una Commissione di inchiesta. Non mi riferisco a lei, dottor Pinto -, dal momento che in audizione il direttore De Falco ha dichiarato: «Ci è stata comunicata interdittiva in merito a tre società - Ecologia Bruscino, Ambiente e Fratelli Bianchi - con le quali non abbiamo, attualmente, alcun tipo di rapporto, diretto o indiretto».
Il presidente Pinto ora ci sta dicendo, invece, che Pomigliano Ambiente sapeva che una delle ditte che attualmente lavorano con...

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Precisamente l'ingegner Mimmo Di Marzio di Pomigliano Ambiente.

PRESIDENTE. Il dottor De Falco dice: «Ci è stata comunicata l'interdittiva in merito a tre società (...) con le quali non abbiamo, attualmente, alcun tipo di rapporto, diretto o indiretto».

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Un audito può sapere il nome dei senatori e dei deputati che lo hanno ascoltato?

PRESIDENTE. Oggi c'è solo il senatore Sodano. L'onorevole De Luca è andato via da un po'. La seduta comunque è pubblica.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. A me dispiace di essere stato ascoltato solo da lei.

TOMMASO SODANO. Anche in altri comuni avete affidamenti diretti, come Consorzio?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Nei comuni di Cisterna e Brusciano.

TOMMASO SODANO. Stipulati quando?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Pochi mesi fa, prima dell'estate.

TOMMASO SODANO. E Brusciano?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. A Brusciano c'era già Pomigliano Ambiente.

TOMMASO SODANO. L'affidamento è stato trasferito al Consorzio, senza bandire una gara?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì.

TOMMASO SODANO. Però gestisce sempre Pomigliano Ambiente.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Con delle responsabilità anche del Consorzio. Dal nuovo anno, però, non sarà più così. Io sto lavorando a questo progetto, che non si inventa in ventiquattr'ore.

PRESIDENTE. Dice il direttore De Falco: «Questa indagine di mercato, per individuare l'area e i mezzi, è stata fatta insieme da Pomigliano Ambiente, Campania Felix e dal Consorzio Napoli 3: tutti abbiamo cercato i mezzi, le aree, e via elencando».


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DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Sì, è vero c'era un gruppo di lavoro.

PRESIDENTE. Quando poi abbiamo chiesto al dottor De Falco, sempre in seduta pubblica, se ricordava chi materialmente l'avesse indicato, egli ha risposto di non ricordare il soggetto che direttamente si era occupato di questa operazione, perché tutto era stato deciso congiuntamente.

TOMMASO SODANO. Oltre ai lavoratori provenienti dalle discariche e dal bacino degli LSU, sono state effettuate altre assunzioni extra in questi anni da parte del Consorzio?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No.

TOMMASO SODANO. Quindi avete attualmente 220 dipendenti: e la struttura amministrativa? È fornita dai comuni?

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. No, sempre dai dipendenti del Consorzio: facciamo tutto internamente, anche le buste paga. Ma è tutto descritto nella relazione che ho lasciato agli atti. In una visita dell'ispettorato di lavoro siamo stati definiti come l'unico consorzio con un minimo di...

PRESIDENTE. Al di là del dato, la sensazione che percepiamo è che, rispetto al «bubbone» dei 2.300 lavoratori, il Consorzio ha perlomeno un piano industriale.
Ringrazio il presidente Pinto, non solo per la squisita disponibilità di essere stato qui, ma anche per le esaurienti risposte che ha fornito a questa Commissione, che saranno sicuramente elemento per affrontare ulteriori valutazioni con il metodo che abbiamo rappresentato: evitare che si ripetano criticità o errori, laddove ce ne siano; migliorare le performance sul piano delle sensibilità ambientali; esportare, laddove ve ne siano, modelli ed opportunità positive.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Vorrei ringraziare il presidente per le sue parole. Io ho cercato comunque di illustrare l'esperienza di un Consorzio augurandomi che voi ne possiate raccogliere la parte positiva, per arrivare alla migliore delle scelte.
Da ultimo, una cosa personale: io sono amico del presidente Paolo Russo da anni.

PRESIDENTE. Ho questo privilegio.

DOMENICO PINTO, Presidente del Consorzio smaltimento RSU comuni bacino Napoli 3. Conosco bene il senatore Sodano, conosco anche l'onorevole De Luca perché apparteniamo allo stesso partito, anche se poche volte abbiamo scambiato qualche parola (lui è di Salerno ed io di Napoli). Quando ho ricevuto questa convocazione, mi sono predisposto a riferire tutto alla Commissione nella massima trasparenza e lealtà. Sono contento, quindi, che lei, signor presidente, mi abbia salutato nel modo in cui ha fatto, segno che ha interpretato nel modo giusto il mio sentimento.

PRESIDENTE. È nello spirito migliore di conoscenza di fenomeni, di vicende ed anche di criticità ai fini di evitare che se ne presentino altre. Grazie e buon lavoro.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,30.

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