XIV LEGISLATURA

PROGETTO DI LEGGE - N. 3658




        Onorevoli Colleghi! - Già da anni negli ospedali e nei luoghi di cura di tutto il mondo è entrata in uso quella che è stata definita la comicoterapia, una terapia che trova i suoi fondamenti teorici nella gelotologia (dal greco "gelos" che vuoi dire "riso"). Partendo dagli schemi della "commedia dell'arte", adattati appositamente alla realtà della corsia ospedaliera, numerosi sono stati gli esperimenti che hanno tentato di rivoluzionare l'approccio al degente, conducendolo nel viaggio della malattia ad una dimensione nuova, in cui è capace di esprimersi come soggetto protagonista, creativo ed ancora utile a se stesso.
        Il progetto Casciani, realizzato presso l'ospedale Grassi di Ostia, aveva e ha come obiettivo la possibilità per i pazienti di dare sfogo alla creatività e di ritrovare la capacità di esternare i propri sentimenti, e ha posto per la prima volta al centro dell'attenzione il paziente, che da spettatore (passivo) di uno spettacolo si è trasformato in attore, protagonista attivo. Quell'esperienza, unica nel suo genere nel nostro Paese, ha dimostrato, grazie ai riscontri offerti dai pazienti, la propria utilità per i degenti coinvolti, che entrando in un personaggio o improvvisando (con l'aiuto di un professionista) una situazione comica, hanno potuto astrarsi dalla propria condizione. Attraverso l'attività di recitazione il degente era in grado di superare la realtà fattuale e pressante del ricovero, ricevendo, oltretutto, uno strumento per interpretare meglio le proprie emozioni e quelle degli altri, Il progetto originario si focalizzava soprattutto sull'utilizzo degli strumenti propri dell'attore, conservava cioè una ispirazione prettamente teatrale.
        La presente proposta di legge, per l'istituzione di una nuova figura professionale, quella dell'animatore di corsia ospedaliera, estende ancora di più la propria portata. Il nuovo obiettivo è la coniugazione di un verbo ancora poco utilizzato nella sanità italiana: "umanizzare". Umanizzare vuole dire armonizzare, cioè rendere sereno e stabile, il rapporto degli utenti con il luogo che li ospita, con il personale che li assiste e con se stessi. L'animatore di corsia, sotto la guida ed il controllo del personale ospedaliero, potrà aiutare i degenti a occupare il proprio tempo in maniera costruttiva, a socializzare maggiormente tra di loro e a dare libero sfogo ai propri impulsi creativi (non solo recitativi), sfruttando la grande disponibilità di tempo libero propria di chi è ricoverato in una struttura sanitaria. Elemento imprescindibile di questa operazione è il coordinamento di medici ed infermieri durante l'attività, per consentire al paziente di costruire un rapporto realmente umano con le persone con cui dovrà convivere inevitabilmente per un periodo della sua vita, che potrebbe trovarsi accanto anche in situazioni di forte stress emotivo.
        E' ormai accertato scientificamente che molte malattie hanno una causa psicosomatica e una branca della medicina, la psico-neuroendocrino-immunologia si sta occupando proprio della relazione intercorrente tra depressione, tristezza, malinconia e l'insorgere di patologie, a volte anche gravi, tra i pazienti che denunciano tale stato interiore.
        L'attività di animazione in corsia rientra tra le nuove modalità di approccio terapeutico del degente. Il recupero fisico e psichico del paziente, secondo questa nuova terapia, è strettamente dipendente dalla condizione psicologica e umorale e dalla qualità del rapporto instaurato con il personale ospedaliero. Ed è proprio partendo da queste premesse che, attraverso esperimenti, le tecniche di recitazione, di disinibizione, la realizzazione di spettacoli di clownerie o di teatro comico o il coinvolgimento del paziente in attività ricreative hanno dimostrato una incidenza effettiva nel processo di guarigione.
        Con la presente proposta di legge si intende istituire questa nuova figura professionale, consci che per la riuscita della sua attività deve necessariamente instaurarsi un rapporto quotidiano di collaborazione con il personale sanitario, con il quale si cercherà di restituire alla degenza valori umani, quali l'interazione con gli altri e la solidarietà.
        Nel rispetto dell'articolo 117 della Costituzione sarà compito delle regioni attivare appositi corsi di formazione professionale, contribuendo così anche all'offerta di nuove opportunità di lavoro e convertendo in operatori professionisti tutti coloro che si erano avvicinati all'attività di umanizzazione degli ospedali proponendosi come volontari, mancando però di una preparazione specifica e di concrete possibilità di impiego.




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