XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 3128
Onorevoli Colleghi! - I danni alla salute causati dal
fumo sono incredibilmente gravi. Nonostante gli sforzi da
parte delle multinazionali del tabacco per sminuire la
pericolosità del fumo, la comunità scientifica afferma in modo
unanime che il fumo rappresenta la principale causa
prevenibile di morbosità e mortalità e l'Organizzazione
mondiale della sanità (OMS) ha indicato la lotta al fumo come
una delle priorità dei prossimi anni. Non bisogna dimenticare
infatti che il principale pericolo del fumo deriva dalla
condizione di dipendenza creata dalla nicotina, che rende
difficile a molti fumatori di smettere di fumare, anche se lo
desiderano. Il tabagismo è una vera e propria patologia e come
tale deve essere affrontata, anche e soprattutto con una
efficace politica di prevenzione.
Gli effetti negativi del fumo sulla salute sono dimostrati
da numerose ricerche ed indagini scientifiche. Secondo uno
studio condotto dal professor R. Doll, "Mortality in
relation to smoking: 40 years' observation on male British
doctors" del 1994, il 50 per cento dei morti di una
popolazione costituita da fumatori maschi è dovuto a cause
legate ai danni provocati dal fumo. Mediamente i non fumatori
hanno avuto una vita più lunga di 7,5 anni rispetto ai
fumatori.
Stime successive hanno portato a 16 il numero degli anni
di vita persi dai fumatori. Numero che è in continua crescita
a causa dell'aumento dell'aspettativa di vita che si sta
registrando nei Paesi industrializzati, ma che - per quanto
riguarda i fumatori - rimane sostanzialmente invariata.
I danni sulla salute causati dal fumo non riguardano solo
i fumatori stessi - come hanno cercato di sostenere le potenti
multinazionali del tabacco, che hanno cercato di invocare il
diritto individuale di ognuno di assumersi rischi concernenti
la propria salute - ma anche le persone costrette a respirare
l'aria viziata dalla presenza di fumatori. In particolare i
più danneggiati sono i bambini, soprattutto quelli esposti al
fumo di membri della famiglia, i quali presentano un aumentato
numero di infezioni del tratto respiratorio, una aumentata
incidenza di asma, un peggioramento complessivo delle
condizioni di salute. Negli asmatici adulti l'esposizione al
fumo di sigaretta di membri della famiglia si traduce in
aumento del numero di riacutizzazioni, in aumento dell'uso di
steroidi e in aumento del ricorso alle strutture sanitarie. Il
fumo, nonostante una progressiva riduzione del consumo di
sigarette, resta la principale causa di morte evitabile da
cardiopatia ischemica, cancro del polmone e pneumopatie
croniche.
L'atteggiamento di diffusa indifferenza rispetto agli
elevati costi sociali e sanitari del vizio di fumare è
estremamente grave e preoccupante. Solo in Italia si
verificano ogni anno ottantacinquemila morti le cui cause sono
attribuibili al fumo.
Le patologie mortali associate al fumo possono essere
classificate in tre grandi categorie in base al grado con cui
la differenza di incidenza o di mortalità tra fumatori e non
fumatori è un effetto causale del fumo:
patologie da aumentato rischio in gran parte o
interamente dovuto al fumo;
patologie da aumentato rischio parzialmente dovuto al
fumo;
patologie da aumentato rischio dovuto a fattori di
confondimento.
Ad esse bisogna aggiungere le malattie non mortali, le
patologie in corso di gravidanza ed altre malattie legate al
fumo.
In particolare gli studi scientifici effettuati, tra cui
giova ricordare quello dell'American Cancer Society, hanno
evidenziato un aumento della mortalità dei fumatori per le
neoplasie del polmone, delle vie aeree superiori (labbra,
lingua, bocca, faringe e laringe), della vescica, del
pancreas, che sono state riconosciute causate dal fumo. Il
rischio relativo per il cancro esofageo e per il carcinoma
renale è considerato significativo nei fumatori. Risultati
analoghi sono stati accertati per l'aumento del rischio di
ARDS (acute respiratory distress sindrome) per il cancro
della cervice uterina. In generale si può affermare che il
tasso di mortalità dei fumatori per le patologie più gravi è
doppio rispetto ai non fumatori.
Secondo l'OMS il fumo di tabacco rappresenta il principale
fattore di rischio per 25 cause di morte. Gli studi fino ad
ora svolti non consentono di valutare con precisione l'impatto
del fumo sulla popolazione in termini di salute globale, anche
se è pensabile che se ne ottenga attualmente una
sottovalutazione. Le stime dell'OMS quantificano in circa 3
milioni all'anno gli individui il cui decesso può essere
collegato al fumo di tabacco e, sulla base dei dati in
possesso dell'OMS, si stima che questo valore è destinato a
triplicare nei prossimi anni.
L'Istituto tumori di Milano ha analizzato numerosi studi
effettuati negli ultimi anni, confermando la forte
correlazione tra il fumo e molte patologie. Secondo i dati
attualmente disponibili una persona che sposi un fumatore
aumenta il suo rischio di contrarre un cancro al polmone del
26 per cento. Il rischio aumenta notevolmente per
l'esposizione al fumo nel periodo prenatale e in tutta l'età
pediatrica: nascita sottopeso, sindrome di morte improvvisa,
infezioni respiratoria asma, morbilità generale
respiratoria.
E' ormai pienamente consolidata l'ipotesi che il fumo
passivo - Environment Tobacco Smoking (ETS) - sia dannoso in
tutti gli stadi della vita, dall'embrione all'età senile.
L'ETS è costituito da due quote: il fumo cosiddetto
"indiretto" che si genera dalla combustione della sigaretta e
si libera direttamente nell'ambiente, il fumo "diretto" che è
quello ingerito ed espirato dal fumatore. Circa l'85-90 per
cento dell'inquinamento ambientale è costituito dalla quota
"indiretta". Dal punto di vista qualitativo le due quote si
equivalgono, ma differiscono per quanto riguarda la quantità
dei singoli costituenti. Le nitrosamine, cancerogeni chimici,
sono presenti nel fumo indiretto in concentrazioni nettamente
superiori rispetto al fumo diretto, così come la nicotina,
l'ammoniaca, il monossido di carbonio. Queste sostanze hanno
dimostrato di avere un'altissima potenzialità tossica,
mutagena, cancerogena e genotossica.
La presente proposta di legge ha il duplice obiettivo di
aiutare i tabagisti a trovare le motivazioni e la "forza" per
smettere di fumare e di tutelare i non fumatori - con
particolare attenzione per le categorie deboli, come i
bambini, gli anziani, le donne in stato di gravidanza, gli
asmatici, eccetera - dall'esposizione al fumo nei luoghi
pubblici o aperti al pubblico. Non è certo un tentativo di
criminalizzare una categoria di persone, ma l'intento è quello
di creare una maggiore consapevolezza dei rischi sanitari
legati al fumo e una maggiore responsabilizzazione sia dei
fumatori che dei gestori dei locali pubblici sul tema.