Doc. XXII, n. 2




RELAZIONE

Onorevoli Colleghi! - Il 16 agosto 1999, all'interno della caserma «Gamerra» di Pisa, è stato ritrovato il cadavere del militare di leva Emanuele Scieri, scomparso la sera del 13 agosto, poche ore dopo essere giunto presso la sede del centro di addestramento dei paracadutisti della brigata «Folgore».
L'opinione pubblica è stata colpita dai tragici particolari della morte del giovane, scomparso per tre giorni e successivamente ritrovato in un cortile della caserma, nel quale era rimasto agonizzante, per un interminabile periodo di tempo, durante il quale nessuna notizia è pervenuta né alle autorità militari, né alla famiglia in ordine alla sua presunta scomparsa.
Inaudito è apparso il fatto che nonostante Emanuele Scieri risultasse assente già al contrappello dello stesso giorno nel quale era arrivato in caserma, non sia apparso necessario ai superiori responsabili del militare allertare immediatamente sia i carabinieri che la famiglia per la scomparsa del giovane.
Ciò appare tanto più grave ed ingiustificato in quanto la morte di Emanuele Scieri, per i modi e le circostanze in cui è avvenuta, ha sollevato e solleva, ancora a due anni dall'accadimento, interrogativi che portano a considerare seriamente
l'ipotesi che il giovane possa essere rimasto vittima di un atto di violenza fisica e psichica.
Gli elementi oggettivi emersi nel corso delle indagini fino a questo momento, in particolare attraverso le perizie medico-legali, non sono riuscite a far propendere in maniera preminente per l'ipotesi del suicidio o per la morte causata da terze persone, ma proprio l'incertezza che emerge sul piano penale - tanto da indurre la procura di Pisa a chiedere l'archiviazione dell'inchiesta - impone un lavoro istituzionale di ricostruzione degli accadimenti e soprattutto del contesto in cui si è verificata la morte del giovane paracadutista.
Secondo l'Associazione nazionale dei genitori dei soldati di leva, degli oltre cinquanta casi tra decessi, tentativi di suicidio, incidenti gravi e scomparse di soldati di basi militari, ben dodici sono da collegare ad episodi di vero e proprio «nonnismo», mentre anche sul preoccupante dato dei suicidi grava il sospetto che in alcuni casi possano aver giocato un ruolo angherie, richieste estorsive, vessazioni, maltrattamenti, pressioni psicologiche, umiliazioni fisiche e violenze anche a sfondo sessuale, tali da spingere alcuni giovani a togliersi la vita.
Onorevoli colleghi, l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri non si prefigge l'obiettivo di criminalizzare le Forze armate, bensì quello di chiarire se e fino a che punto esistano effettivamente responsabilità terze nella morte del giovane, in tale modo salvaguardando le istituzioni militari da un dubbio così vergognoso.
Appare, più in generale, urgente un forte e concreto segnale di cambiamento, attraverso una vera e propria campagna per la sicurezza nelle caserme, al fine di scongiurare per il futuro il ripetersi di eventi delittuosi ai danni di giovani di leva.
Obiettivo prioritario del Parlamento, anche alla luce della introduzione della riforma della leva e dell'introduzione del servizio militare femminile, deve essere quello di creare le condizioni per la massima tutela dei giovani durante il servizio militare.


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