XIII Commissione - Resoconto di giovedì 11 marzo 2004


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ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 11 marzo 2004. - Presidenza del presidente Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali Gianpaolo Dozzo.

La seduta comincia alle 9.05.

Schema di decreto legislativo in materia di soggetti, attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura.
Atto n. 331.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 10 marzo 2004.

Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI, presidente, chiede al relatore, onorevole Ricciuti di formulare la proposta di parere.

Riccardo RICCIUTI (FI), relatore, illustra la sua proposta di parere favorevole con condizioni, osservazioni e raccomandazioni (vedi allegato).

Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI, presidente, evidenziata la complessità del parere formulato dal relatore, che presenta diverse condizioni, osservazioni e raccomandazioni, ritiene che vi sia bisogno in maggior tempo per un ulteriore approfondimento delle materie trattate. Chiede pertanto l'assenso del rappresentante del Governo a che la Commissione esprima il proprio parere entro martedì 16 marzo 2004.

Il sottosegretario Gianpaolo DOZZO acconsente alla richiesta avanzata dal presidente, impegnandosi a nome del Governo a non procedere all'adozione del decreto legislativo in esame fino a quella data.

Luca MARCORA (MARGH-U) ritiene che sarebbe più opportuno che alla Commissione fosse dato un ulteriore giorno per


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l'approfondimento delle questioni in oggetto.

Aldo PREDA (DS-U) reputa opportuno il rinvio dell'espressione del parere da parte della Commissione sullo schema di decreto legislativo in titolo a martedì 16 marzo; ritiene che tale rinvio possa essere utile anche al Governo per approfondire il contenuto della proposta formulata dal relatore. Auspica poi che la proposta di parere formulata dal relatore sia di differente tenore rispetto al parere espresso, nella seduta di ieri, dalla Commissione Agricoltura del Senato e che tenga in adeguata considerazione le modifiche suggerite dai soggetti che sono stati auditi in Commissione.

Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia alla seduta di martedì 16 marzo 2004 il seguito dell'esame.

La seduta termina alle 9.20.

SEDE REFERENTE

Giovedì 11 marzo 2004. - Presidenza del presidente Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI.

La seduta comincia alle 14.15.

Disposizioni per le aziende agricole colpite dal virus della tristezza degli agrumi.
C. 4142 Catanoso.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Basilio CATANOSO (AN), relatore, osserva che la tristezza (Citrus Tristeza Virus) è una delle malattie più dannose e distruttive degli agrumi, in quanto colpisce gravemente la maggior parte delle specie coltivate, soprattutto se innestate su arancio amaro.
Originatosi con ogni probabilità nel sud-est asiatico, il virus si è progressivamente diffuso nelle più importanti aree agrumicole del mondo. Nel bacino del Mediterraneo esso è stato segnalato in forma epidemica in alcune regioni causando la morte di milioni di piante (Spagna, Israele e Cipro).
I sintomi più classici e specifici della malattia sono il disseccamento dei rami, la defogliazione, la riduzione di sviluppo e il progressivo deperimento della pianta fino alla morte.
Nel nostro Paese l'agrumicoltura è basata quasi esclusivamente (circa il 95 per cento) sull'utilizzo dell'arancio amaro come portinnesto e ciò è di notevole pericolosità a causa della diffusione del virus della tristezza degli agrumi.
Le prime segnalazioni di piante infette portarono, già nel 1996, all'emanazione del decreto del Ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali del 22 novembre 1996, che prevedeva l'applicazione di alcune misure di prevenzione e di controllo del fenomeno.
Come sostenuto di recente dalle principali organizzazioni agricole, tali misure non possono, oggi, ritenersi più sufficienti per fronteggiare quella che è divenuta una vera e propria emergenza. Vari focolai, infatti, sono già stati individuati in Sicilia (nella piana di Catania e in provincia di Siracusa) ma anche in altre aree insulari e del Mezzogiorno.
Occorre intervenire con urgenza, in chiave soprattutto preventiva, anche al fine di evitare che questa grave malattia possa diventare un importante fattore di crisi in un settore - quello agrumicolo - già fortemente penalizzato.
Ricorda che nella sua regione - la Sicilia - la tristezza si sta muovendo attivamente mediante le popolazioni afidiche presenti negli agrumeti e quindi potrebbe mettere a rischio tutta l'agrumicoltura siciliana.
Come tutte le malattie da virus si può diagnosticare solo dopo qualche anno dall'infezione.
Pertanto i monitoraggi effettuati periodicamente non sono reali ma molte piante


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anche se infette possono risultare negative anche ai test più sensibili. Inoltre, le strategie di difesa per il controllo della malattia in una determinata area geografica sono diverse a secondo della diffusione del virus, dell'efficienza dei vettori e soprattutto sulla presenza della virulenza dei ceppi riscontrati.
A fronte dell'attuale situazione di confusione e incertezza sulla reale diffusione della malattia, si rende comunque indispensabile intervenire a livello normativo tramite la previsione di risorse adeguate non solo per gli agrumicoltori costretti ad eradicare le piante infette e quelle sospette d'infezioni ma anche per monitorare - per un periodo di almeno cinque anni - le aree infette ed i vivai nonché per effettuare ricerche al fine di accertare il ruolo dei vettori e la virulenza dei ceppi riscontrati.
Ciò premesso, dovendo partire da dati certi o comunque «ufficiali», rileva che il punto di vista scientifico della situazione è stato reso in occasione di un convegno dell'Accademia dei Georgofili tenutosi recentemente a Catania.
In tale consesso è stato pubblicamente affermato, tra l'altro:
che infezioni del virus sono state accertate nei vivai della provincia di Catania e di Messina anche su piante certificate;
che focolai della malattia (costituiti da poche o da centinaia di piante) sono stati rinvenuti in agrumeti delle province di Catania (ad esempio in agro di Paternò, Misterbianco, S. Giuseppe l'Arena e Mineo), Siracusa (ad esempio in agro di Carlentini, contrada Rondè, e di Siracusa, Cassibile, contrada Spinagallo);
che soltanto pochi dei focolai individuati sono stati effettivamente distrutti;
che sono state individuate in alcuni di questi focolai varianti virulente del virus, che conducono a un grave e rapido deperimento delle piante infette;
che partite di piantine di agrumi provenienti da vivai Siciliani sono state respinte dal servizio fitosanitario della Repubblica di Malta perché affette da Tristezza;
che le specie di afidi (insetti alati) già presenti in Italia sono in grado di diffondere attivamente la malattia, come peraltro già ampiamente dimostrato sperimentalmente e noto da tempo in Spagna, Israele, California ed altri Paesi agrumicoli;
che non esistono notizie certe e attendibili per quanto riguarda la Calabria.

Sulla base di questi dati si può logicamente desumere in prima approssimazione che interventi urgentissimi di monitoraggio «a tappeto» da parte di enti ufficialmente a ciò preposti e di erogazioni di indennizzo per la eventuale distruzione delle piante infette vengano previsti per i vivai della Sicilia, della Calabria e della Puglia.
Tali controlli dovrebbero essere effettuati a campione per ciascuna partita non solo in base all'attuale protocollo di certificazione fitosanitaria ma anche in uscita - alla consegna delle piante - per accertare che quest'ultime non si siano infettate successivamente, in seguito all'attacco di afidi.
Venendo più in dettaglio alla proposta di legge in esame, rileva che essa detta disposizioni in favore delle aziende agricole e vivaistiche colpite dal virus della tristezza degli agrumi.
L'obiettivo principale è quello di destinare - a favore dei proprietari di agrumeti interessati dalla «tristezza» - risorse significative in grado di sostenerli, non solo nella fase di eradicazione e di reimpianto degli agrumeti infetti, ma anche nei due o tre anni successivi di mancato reddito.
Sin da adesso non esclude - nel corso dell'iter in Commissione - la presentazione di emendamenti che prevedano finanziamenti aggiuntivi, da erogare agli enti e ai servizi fitosanitari regionali competenti, per l'attività di ricerca e monitoraggio. Infatti, l'eradicazione delle piante infette, se non supportata da quanto sopra riportato, sicuramente risulterà inutile e


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non consentirà di risolvere i gravi problemi che il virus della tristezza potrebbe arrecare alle coltivazioni agrumicole italiane.
Il provvedimento si compone di tre articoli.
L'articolo 1 prevede la concessione di contributi in conto capitale per l'estirpazione e il reimpianto degli alberi, nonché per il mancato reddito, fino a concorrenza della somma di 5 milioni di euro. I contributi, concessi a cura delle regioni territorialmente competenti, sono rapportati al numero di alberi colpiti dalla malattia e alla fase produttiva in cui si trova la coltura, in ogni caso entro un corrispondente limite massimo di finanziamento per ettaro (commi 1 e 2). Dei contributi possono beneficiare anche le aziende e i vivai che hanno già provveduto alla distruzione delle piante in ottemperanza a prescrizioni dei servizi fitosanitari regionali (comma 4). In caso di estirpazione totale, laddove non sia possibile per motivi sanitari effettuare i reimpianti neanche su altre particelle dell'impresa beneficiaria, il contributo è concesso nella misura dell'80 per cento del danno (comma 3).
L'articolo 2 estende alle aziende colpite dal virus della tristezza degli agrumi l'esonero parziale dai contributi, previdenziali e assistenziali, propri e per i lavoratori dipendenti, ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 185 del 1992.
L'articolo 3 dispone in ordine alla copertura degli oneri, prevedendo che si faccia ricorso all'accantonamento del Ministero delle politiche agricole e forestali del Fondo speciale di parte corrente.
In conclusione, rileva ancora una volta che le segnalazioni di nuovi focolai di questa malattia in Sicilia e in altre Regioni dell'Italia meridionale, prima ancora che un problema scientifico costituiscono una reale minaccia per gli operatori del settore agrumicolo e, in primo luogo, per agrumicoltori e vivaisti.
Alla luce di quanto premesso, auspica una rapida approvazione del provvedimento in esame.

Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame

La seduta termina alle 14.25.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2001/112/CE, sui succhi di frutta e prodotti analoghi destinati all'alimentazione umana.
Atto n. 342.

COMITATO RISTRETTO

Emergenze nella pesca e nell'acquacoltura.
C. 3330 Franci e C. 3801 Scaltritti.

Disposizioni per l'abbattimento delle nutrie, dei gabbiani e dei cormorani.
C. 3146 Gibelli, C. 3637 Bellotti e C. 3996 Bellotti.