VII Commissione - Giovedì 4 luglio 2002


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ALLEGATO 1

5-01091 Santulli e Garagnani: Possibilità per i diplomati ISEF di accedere ad incarichi di dirigenza scolastica.

TESTO DELLA RISPOSTA

La materia degli incarichi di presidenza è attualmente disciplinata dall'ordinanza ministeriale n. 44, prot. n. 1124 del 17 aprile 2002, che indica, tra l'altro, i requisiti, i titoli valutabili degli aspiranti agli incarichi stessi nonché il termine perentorio entro il quale gli aspiranti medesimi debbono presentare le domande per essere inseriti nelle apposite graduatorie.
La suddetta O.M. ha previsto come termine di presentazione delle domande per l'anno scolastico 2002/2003 il 22 maggio 2002.
Non appare quindi giuridicamente possibile dare indicazioni alle Direzioni Scolastiche Regionali e ai Centri Servizi Amministrativi per inserire gli aspiranti muniti del solo diploma in educazione fisica rilasciato dagli ISEF nelle graduatorie compilate per gli incarichi di presidenza, tenuto conto che i requisiti per l'inserimento nelle stesse graduatorie devono essere posseduti alla data di scadenza del termine di presentazione delle domande, che le graduatorie di cui trattasi sono state già pubblicate e che il provvedimento che equipara il diploma in educazione fisica alla laurea in scienze delle attività motorie e sportive non è ancora efficace.


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ALLEGATO 2

5-01092 Sasso ed altri: Regolarità dell'esame concernente la prova scritta di latino per i licei classici.

TESTO DELLA RISPOSTA

La prova scritta di latino, che costituisce il primo punto della interrogazione, riguarda il capitolo XVIII dell'opera monografica Laelius vel de Amicizia di Cicerone, un capitolo tra i più significativi e senza dubbio di notevole impegno sul piano del costrutto sintattico e del lessico.
Tale brano è rimasto coperto dal più assoluto riserbo fino al momento in cui, nelle varie sedi d'esame, è stata aperta la busta che ne conteneva il testo.
Una notizia apparsa sul sito Internet, www.studenti.it, la sera precedente il giorno della prova, notizia fornita peraltro in termini di scommessa tutta goliardica e con toni quasi messianici da vigilia, proponeva il testo latino del capitolo XXIII dell'opera ciceroniana con relativa traduzione italiana.
Nessun aiuto poteva però offrire agli studenti del liceo classico la traduzione di un passo diverso da quello sul quale essi si sono poi di fatto cimentati il giorno seguente.
Non può e non deve infatti ignorarsi che la prova scritta di latino nel liceo è finalizzata esclusivamente all'accertamento della conoscenza della lingua e che l'unica richiesta fatta ai candidati è quella di tradurre in italiano il passo proposto.
A nulla servono i dati riguardanti l'autore e l'opera da cui il brano è tratto, dato che al candidato non viene richiesto di svolgere alcun tipo di trattazione letteraria, né sull'autore, né sull'opera, né sul contesto storico.
Destituita di ogni fondamento è pertanto l'espressione di «prova che sarebbe stata resa nota e divulgata il 19 giugno», come si legge nel testo della interrogazione.
Non priva di significato potrà forse risultare la circostanza dell'attesa negli studenti di un testo di Cicerone, considerato che il grande oratore latino era assente dagli esami di Stato dal 1995. A ciò si aggiunga che i brani ciceroniani proposti nelle passate sessioni di esami di maturità sono stati desunti sempre dalle opere filosofiche e politiche dell'Arpinate; qualche volta dall'altra monografia, il Cato Maior vel de Senectute, mentre il Laelius de Amicitia non veniva proposto da decenni.
Non può quindi destar meraviglia il fatto che nell'ambito del toto-tema, uno sport così caro ai nostri studenti e una occasione ghiotta per alcuni siti internet del momento, Cicerone potesse diventare l'autore più gettonato.
I comportamenti di questi siti sono comunque oggetto di un'indagine della Procura della Repubblica di Roma alla quale il Ministero dell'Istruzione sta offrendo la più ampia collaborazione chiarendo le procedure di trasmissione delle prove alle scuole. Esclusa ogni violazione dei sistemi di sicurezza istituiti a protezione delle prove, il Ministero è fortemente interessato a far luce sulle notizie relative a presunte anticipazioni, del tutto inesatte, che non hanno minimamente influito sul regolare svolgimento delle prove.
Per quanto attiene alla questione relativa alla «figura di un presidente unico» occorre innanzi tutto tener presenti alcune circostanze che costituiscono le tessere di un mosaico che va cambiando di anno in anno nella nostra scuola. Ci si riferisce in


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primo luogo alla riduzione del numero dei candidati (circa 10 mila in meno rispetto allo scorso anno), quindi alla riduzione del numero delle classi (circa 2.000 in meno) ed infine alla presenza di una sola classe terminale nel 50 per cento delle sedi d'esame.
Altra circostanza degna di rilievo è quella che riguarda i requisiti richiesti per l'esercizio della funzione di Presidente, requisiti che sono quelli connessi unicamente allo status di dirigente o di docente di scuola secondaria superiore, di persone cioè esperte dei problemi di questo grado di istruzione, tra cui quelli riguardanti l'esame di Stato.
Per quanto riguarda «la figura del Presidente unico», deve affermarsi che la presenza di un Presidente in ciascuna sede d'esame, intendendosi per sede d'esame ogni plesso scolastico vicino o lontano dalla sede centrale dell'Istituto, non ha determinato nessuno «spostamento» di sorta, come si legge invece nella Interrogazione, dato che si è trattato di operare in aule attigue dello stesso Istituto, dove erano allogate le commissioni.
L'attività del Presidente è stata inoltre ampiamente agevolata dalla facoltà, concessagli dall'articolo 13 dell'Ordinanza Ministeriale n. 43 dell'11 aprile 2002, di delegare, per ciascuna commissione, un proprio sostituto scelto tra i commissari. Egli è in ogni caso in grado di assicurare la sua presenza in commissione durante le operazioni che richiedono decisioni che vanno assunte dall'intera commissione. Dalle visite effettuate dai 150 Ispettori tecnici incaricati della vigilanza e dell'assistenza alle commissioni sono emersi elementi fortemente rassicuranti sull'opera che i Presidenti stanno svolgendo nelle sedi d'esame. Analoga situazione viene registrata da tutti gli Uffici del Ministero cui fanno carico i compiti di consulenza per l'esame di Stato.
Deve pertanto ritenersi destituita di ogni fondamento la notizia, riportata nella interrogazione, secondo la quale «numerosi quesiti sono sorti nelle scuole circa la figura del presidente "unico"».
Si ritiene invece di poter dichiarare con tutta serenità e con cognizione di causa che gli esami si stanno svolgendo regolarmente e che i Presidenti stanno operando con sicura professionalità, perfetto dominio delle norme e generosità di impegno.


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ALLEGATO 3

5-01093 Butti e Maggi: Problemi relativi all'università dell'Insubria.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Onorevole interrogante, ripropone le problematiche relative all'Università degli Studi dell'Insubria, ancora una volta evidenziando lo sviluppo disarmonico (quanto al numero e qualità dei corsi) dei Poli, rispettivamente di Como e di Varese.
Al riguardo, il Ministero aveva già avuto modo di chiarire, in risposta ad analoga interrogazione, che l'effettiva interazione delle due sedi, così come una migliore distribuzione delle risorse disponibili, potessero essere realizzate unicamente attraverso la definizione di chiare regole statutarie.
In data 26 aprile 2002 è entrato in vigore lo Statuto di autonomia dell'Università degli Studi dell'Insubria, il quale, come riferito dallo stesso Rettore, contempla precise garanzie per Io sviluppo paritario, armonico ed equilibrato delle due sedi; è inoltre, prevista una struttura degli Organi Centrali, tale da assicurare la pari presenza e l'adeguata rappresentanza degli interessi dei due Poli.
In merito al contenuto delle iniziative didattiche dell'Ateneo che potrebbero, a prima vista, come sostiene l'interrogante, essere considerate di contenuto identico a quelle adottate dal. Politecnico Polo di Como, l'università fa presente che il Corso di Laurea in Scienze Ambientali della Facoltà di Como è il risultato di una trasformazione dell'omonimo Corso attivo dall'anno accademico 1999/2000, i cui obiettivi formativi sono, pertanto, diversi da quelli del Corso di Laurea in Ingegneria per l'Ambiente ed il Territorio del Politecnico di Milano, con contenuti prevalentemente ingegneristici.
Con riferimento alle iniziative di consolidamento delle strutture edilizie e di rafforzamento del personale, l'Ateneo rappresenta quanto segue.
Nei prossimi giorni sarà sottoscritto specifico Accordo di Programma tra la Regione Lombardia, l'Amministrazione Provinciale di Como, il Comune di Como e l'Università degli Studi dell'Insubria per completare il finanziamento per la ristrutturazione del Chiostro di S. Abbondio, futura sede della Facoltà di Giurisprudenza.
Inoltre, il 17 luglio p.v., sarà erogato l'atto di acquisto di un immobile di 1.918 mq. destinato alle iniziative della Facoltà di Giurisprudenza tra le quali il Corso di laurea in Scienze del turismo.
Nel mese di aprile u.s. il Provveditorato alle Opere Pubbliche, incaricato dall'Università dell'Insubria, ha aperto il cantiere per la costruzione di un edificio, sito in Via Carso, destinato ad ospitare il settore chimico della Facoltà di Scienze di Como.
Sono stati, inoltre, raggiunti gli accordi con l'Amministrazione Provinciale di Como per il completamento della struttura di ricerca e di servizio di Via Valleggio, che prevedono un anello seminterrato, destinati al Dipartimento di Scienze Chimiche, Fisiche e Matematiche e la realizzazione di una piazza.
Per le predette opere esiste già la disponibilità dei necessari finanziamenti ottenuti in applicazione della legge 315/98 e successive integrazioni.
Quanto alle risorse umane, la stessa Università sottolinea che il personale docente della sede di Como, in servizio al 1o gennaio 2002 è pari a 93 unità rispetto alle 45 in servizio al momento dell'istituzione dell'Ateneo e che, con specifico riferimento al personale tecnico-amministrativo, sempre alla stessa data, risultano in servizio 68 unità, di cui 24 presso gli Uffici Centrali.


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Per l'amministrazione centrale è stata approvata, inoltre, dal Consiglio di Amministrazione del maggio 2002 una pianta organica che prevede per la sedi di Como ulteriori 43 unità.
In relazione a quanto sopra, devo comunque sottolineare che il Ministero si riserva successivamente di verificare, attraverso il Comitato di valutazione di cui all'articolo 2 della legge n. 370 del 1999, i risultati conseguiti dall'Università degli Studi dell'Insubria, in termini di equilibrio della distribuzione delle risorse umane e strumentali, così come di organizzazione dei corsi di laurea.
Solo all'esito di tale verifica, che segue quella già effettuata al termine del primo biennio di attività dell'Ateneo (come noto all'interrogante), sarà possibile, pur sempre nel rispetto dell'autonomia universitaria approntare gli strumenti e definire le modalità di intervento dirette a favorire un'equilibrata distribuzione delle risorse e l'integrazione, tra i due Poli, delle attività didattiche e di ricerca.
Sono, comunque, al vaglio di questo Dicastero proposte di modifica degli attuali sistemi di finanziamento e di attribuzione delle risorse agli Atenei, in modo da meglio garantire l'effettiva rispondenza dell'investimento delle risorse stesse al conseguimento degli obiettivi previsti dalle università.


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ALLEGATO 4

5-01094 Colasio ed altri: Esame di abilitazione per i laureati in urbanistica.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento alla questione prospettata dall'Onorevole interrogante si osserva:
Il decreto del Presidente della Repubblica del 5 giugno 2001, n. 328, introduce nell'albo professionale degli architetti la figura del «pianificatore territoriale»; l'articolo 19 del regolamento ammette a sostenere l'esame di Stato per l'iscrizione nel relativo settore anche i possessori delle lauree, conseguite nell'ambito del previgente ordinamento, in scienze ambientali e in pianificazione territoriale ed urbanistica.
Il corso di laurea in pianificazione territoriale ed urbanistica, dal 1970 al 1993, ha però mutato più volte denominazione; infatti il corso istituito con decreto del Presidente della Repubblica 14 ottobre 1970, n. 1009 con il nome di «corso di laurea in urbanistica», ha subito con decreto del Presidente della Repubblica 9 dicembre 1982, n. 806 un primo mutamento di denominazione in «pianificazione territoriale ed urbanistica»; con decreto MURST del 19 luglio 1993 la stessa laurea è poi stata denominata «laurea in pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale».
Si è pertanto reso necessario chiarire, con nota del 28 maggio 2002, indirizzata a tutte le università sedi degli esami di Stato, che tutti i predetti titoli consentono l'accesso all'esame per l'iscrizione nel settore dei pianificatori territoriali dell'albo degli architetti. Anche i possessori della laurea in urbanistica e della laurea in pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale - questa è la corretta denominazione dei titoli citati dall'onorevole interrogante - possono pertanto accedere all'albo degli architetti - settore pianificazione territoriale.
Per quel che, riguarda la scelta di introdurre nell'albo professionale degli architetti la figura del pianificatore questa è derivata dall'opportunità di valorizzare attività professionali che avendo progressivamente acquisito una propria autonoma fisionomia possono oggi essere esercitate, anche da coloro che non sono in possesso del titolo professionale di architetto, in quanto si tratta di attività non riservate a tale figura professionale, né ad alcuna altra figura professionale. Tale scelta che vale a riconoscere nuove professionalità che si stanno affermando in Europa e a dare ad esse specifica visibilità, non muta però la natura giuridica dell'attività professionale esercitata dal pianificatore, che resta ovviamente «libera»; la possibilità di iscriversi all'ordine introdotta dal decreto del Presidente della Repubblica 328/2001 come facoltà e non come obbligo, non pregiudica infatti la possibilità per coloro che già esercitavano tale professione di continuare ad esercitarla senza alcuna necessità di iscriversi all'albo degli architetti.