Giovedì 9 maggio 2002. - Presidenza del presidente Paolo ROMANI.
La seduta comincia alle 8.
Decreto-legge 63/2002: Interventi urgenti in materia tributaria e di finanza pubblica.
La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta di ieri.
Gabriele ALBONETTI (DS-U) osserva che il combinato disposto degli articoli 7 e 8 delinea un'operazione complessa che, pur se con intenti positivi, è potenzialmente produttiva di effetti non condivisibili. L'operazione sembra infatti finalizzata ad individuare nuove forme di contenimento del deficit pubblico e di finanziamento delle infrastrutture, attraverso forzature che non offrono garanzie rispetto agli effetti desiderati. Precisato che l'opposizione non è contraria alla valorizzazione del patrimonio dello Stato, pur nei limiti consentiti da una non mercantilizzazione dei beni demaniali, evidenzia come perplessità in merito siano state espresse non soltanto dall'opposizione parlamentare ma anche da organismi tecnici ed in particolare dalla Corte dei conti, secondo la quale il provvedimento e la relazione tecnica di accompagnamento non forniscono chiare indicazioni sull'impatto sui conti pubblici delle norme previste.
dalla destinazione dei beni demaniali, che in base alle norme del codice civile sono inalienabili, imprescrittibili ed inusucapibili, per cui la loro valorizzazione anche ai fini della prestazione di garanzie appare difficile da perseguire e non condivisibile. Inoltre, dato che il trasferimento alle nuove società dei beni demaniali non modifica il loro regime giuridico, la disposizione sembra prefigurare una nuova tipologia di beni demaniali, che potrebbero addirittura appartenere ad un soggetto di diritto privato. Difficoltà ancora maggiori pongono i collegamenti ed i passaggi di beni tra le due società, rispetto ai quali occorre definire paletti e condizioni.
Eugenio DUCA (DS-U) si sofferma specificamente sulla questione del demanio dello Stato, stigmatizzando il fatto che il provvedimento tenda a sottoporlo ad una gestione di tipo privatistico, peraltro con possibilità di passaggio di azioni tra le società Patrimonio e Infrastrutture di cui non si chiariscono i termini. Ritiene si tratti sostanzialmente di artifici contabili finalizzati ad una riduzione formale del deficit pubblico sulla base di una valutazione impropria del valore dei beni demaniali. Auspica pertanto che il relatore, nella sua proposta di parere, indichi, come condizione, che le Commissioni di merito prevedano di escludere che i beni demaniali possano essere conferiti ai patrimoni separati disciplinati all'articolo 8, comma 4, con particolare riferimento ai beni che siano passati alla gestione delle regioni. Nell'esprimere un giudizio negativo sul complesso del provvedimento, esprime infine una valutazione positiva relativamente alle norme finalizzate alla ricapitalizzazione dell'Alitalia, da tempo richiesta dall'opposizione, in quanto fattore importante per avviare il risanamento della compagnia di bandiera.
Franco RAFFALDINI (DS-U) ritiene che il provvedimento presenti alcuni aspetti positivi, quali l'obiettivo di valorizzare i beni dello Stato, anche ai fini di migliorare le capacità del paese di rispettare i parametri indicati nel patto di stabilità europeo: osserva tuttavia che, in tale ambito, sarebbe preferibile giungere ad un accordo tra gli Stati finalizzato a non contabilizzare gli investimenti per infrastrutture. Richiamandosi alle osservazioni sul provvedimento svolte dalla Corte dei conti, anche in sede di audizione informale alla Camera, sottolinea i rischi collegati alla possibilità di trasferimento di azioni tra le società Patrimonio e Infrastrutture, rilevando come si debba evitare di esporre il patrimonio dello Stato agli andamenti di mercato, anche perché ciò potrebbe essere contraddittorio rispetto all'obiettivo di valorizzazione del patrimonio medesimo. Quanto alle misure di cartolarizzazione, sottolinea come esse costituiscano interventi di natura straordinaria, cui principi di corretta contabilità sconsigliano di ricorrere per non compromettere eventuali scelte da compiere in futuro. Rileva infine, quanto alle garanzie prestate dallo Stato, che le stesse, essendo correlate a rischi, devono avere idonea copertura.
Pietro TIDEI (DS-U) ritiene che l'unica nota positiva del provvedimento sia la ricapitalizzazione dell'Alitalia, da tempo richiesta dall'opposizione ma rispetto alla quale non si era sinora manifestata una concreta attenzione da parte del Governo. Ricordato come entro il 2003 verrà operata una scelta in ordine alla privatizzazione della compagnia di bandiera, si augura che il relativo dibattito venga avviato nei modi congrui in tempo utile.
LUIGI MURATORI (FI), relatore, formula una proposta di parere favorevole con osservazione (vedi allegato 1).
Eugenio DUCA (DS-U) invita il relatore a riformulare il proprio parere al fine di sottolineare che restino ferme le competenze in materia di gestione dei beni demaniali già attribuite dalla normativa vigente a soggetti diversi dallo Stato e, in particolare, a regioni, comuni e autorità portuali.
LUIGI MURATORI (FI), relatore, accogliendo in parte il suggerimento del deputato Duca, riformula la sua proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1).
La Commissione approva la proposta di parere del relatore.
La seduta termina alle 8.25.
C. 2657 Governo.
(Parere alle Commissioni V e VI).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).
Considera questione pregiudiziale quella relativa alla copertura finanziaria della garanzia statale sui titoli emessi dalla società Infrastrutture, in quanto tale garanzia dovrebbe essere commisurata ad una notevole dimensione dell'esposizione debitoria ed ai correlati rischi. Quanto all'articolo 7, sottolinea i problemi posti
Non è precisato, inoltre, se i proventi derivanti dalla vendita del patrimonio e delle partecipazioni dello Stato possano essere indirizzati verso utilizzi diversi dalla riduzione del debito pubblico e non si chiarisce se la società Infrastrutture rientri nel complesso delle amministrazioni pubbliche, dunque se i titoli dalla stessa emessi concorrano o meno ad incrementare l'entità del debito delle amministrazioni pubbliche. Ritiene che tale aspetto risulti decisivo, rispetto ai relativi effetti sul patto di stabilità europeo, per continuare a rispettare il quale, garantendo nel contempo gli investimenti infrastrutturali necessari per il paese, sarebbe stato preferibile perseguire la via di un accordo tra gli Stati con l'obiettivo di non contabilizzare, ai fini del patto medesimo, gli investimenti infrastrutturali.
In relazione alle numerose perplessità manifestate, dichiara di essere contrario al provvedimento in esame.
Dichiara pertanto la sua contrarietà al provvedimento, che affronta problemi eccessivamente eterogenei senza risolvere alcune questioni di fondo.