IV Commissione - Giovedì 14 febbraio 2002


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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00458 Piglionica ed altri: Decesso di un militare a causa del ribaltamento di un carro armato.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

In premessa, si ritiene opportuno riassumere brevemente il tragico evento nel quale ha perso la vita il Caporale Giuseppe Falcicchio
Il giorno 30 novembre 2001, alle ore 10,30 circa, il carro Leopard 1A5 targato EI 117039, pilotato dal Caporale volontario in ferma annuale D'Alessio e con capocarro il pari grado Falcicchio - dodicesimo di una colonna di mezzi cingolati composta da 2 veicoli corazzati da combattimento e quattordici carri armati Leopard, in fase di rientro in sede al termine di un'attività addestrativa svolta nel poligono di Torre di Nebbia - procedeva lungo la strada statale n. 97 che da Poggiorsini adduce a Gravina.
All'altezza del chilometro 50+600, il carro armato, a causa della rottura del cingolo sinistro, sbandava e, dopo aver effettuato una rotazione in senso orario di 180 gradi, si fermava sul ciglio destro della rotabile da dove, dopo essere rimasto alcuni istanti in bilico, rovinava nella sottostante scarpata, ribaltandosi.
Il repentino movimento del mezzo non ha consentito al capocarro, situato in torretta, di porsi al riparo. Conseguentemente, il caporale Falcicchio è stato investito dal mezzo stesso, decedendo per «grave trauma da schiacciamento coinvolgente tutto il corpo ad esclusione degli arti inferiori». Il pilota, invece, rimaneva illeso e veniva soccorso dall'ufficiale medico.
Sul posto sono intervenuti agenti della Polstrada di Spinazzola, per i rilievi di legge, i Vigili del fuoco di Altamura, per il sollevamento del mezzo incidentato e i Carabinieri del Comando Compagnia di Altamura, competenti per territorio, i quali hanno provveduto ad informare l'autorità giudiziaria ordinaria ed a porre sotto sequestro il mezzo.
Contestualmente, il Comandante di Corpo procedeva ad informare l'autorità giudiziaria militare ed i familiari del caporale Falcicchio.
Sull'accaduto sono state aperte quattro distinte inchieste: quelle della magistratura ordinaria e militare, tuttora in corso un'inchiesta da parte di una Commissione tecnica della Direzione generale degli armamenti terrestri, anch'essa tuttora in corso, e la «inchiesta sommaria» da parte della Forza armata, già definita ancorché con riserva di procedere ad un eventuale riesame a conclusione delle altre inchieste.
In particolare, l'inchiesta sommaria non ha al momento palesato responsabilità a carico di alcuno, né negligenze o altri addebiti. Rimane fermo, tuttavia, che, qualora le altre inchieste in corso dovessero individuare colpe o responsabilità, l'Amministrazione della difesa adotterà con fermezza i conseguenti provvedimenti di competenza.
Ciò premesso, la questione relativa all'eventuale presenza di difetti di fabbricazione della parte del mezzo che ha ceduto è oggetto di esame da parte della Commissione tecnica istituita dalla competente Direzione generale, tenendo presente, tuttavia, che al momento il carro armato è posto sotto sequestro giudiziario.
Per quanto riguarda l'idoneità dei mezzi utilizzati per le esercitazioni sotto il


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profilo dell'età e dell'efficienza, quello coinvolto nell'incidente era perfettamente in ordine dal punto di vista delle manutenzioni e dei controlli di affidabilità ed era efficiente sia nella parte scafo sia nella parte torretta.
In merito al grado di usura dei mezzi ed alla frequenza delle verifiche, ogni carro armato nel corso della vita tecnica, viene sottoposto ad una serie di manutenzioni periodiche ed a controlli di affidabilità, secondo ben definite scadenze temporali o di utilizzo. In particolare:
manutenzione ordinaria, effettuata prima e dopo l'impiego, per controllare l'efficienza del sistema d'arma, mantenerlo in perfetto stato d'uso e rilevare eventuali irregolarità di funzionamento;
manutenzione mensile, finalizzata a mantenere il carro nella condizione di «pronto per l'impiego», mediante il controllo del livello dei fluidi; la pulizia e la lubrificazione dei sottocomplessivi maggiormente esposti;
manutenzione semestrale, o dopo 2000 litri di gasolio consumati, per lubrificare, ingrassare e registrare tutti i sottocomplessivi di scafo;
manutenzione annuale, o dopo 4000 litri di gasolio consumati, per eseguire tarature, pulizie, controlli e sostituzioni dei lubrificanti necessari (freni, gruppi di riduzione finale, gruppo ripartitore differenziale, eccetera) prescindendo dal carico di lavoro cui è stato sottoposto il carro;
manutenzione biennale, o dopo 8000 litri di gasolio consumati, per eseguire i controlli propedeutici alla verifica di affidabilità;
manutenzione triennale, o dopo 12000 litri di gasolio consumati, per garantire il corretto funzionamento dello scafo mediante la sostituzione degli olii dei sistemi idraulici di scafo;
controllo di affidabilità, effettuato ogni 2 anni, allo scopo di verificare che il carro possieda tutti i requisiti (manutenzioni, modifiche, stato d'uso, regolare funzionamento, eccetera) previsti dal livello di vita tecnica in cui si trova.

Durante predette manutenzioni viene anche verificato il grado di usura del mezzo.
Per quanto attiene alle norme di sicurezza previste in caso di esercitazione ed alla loro regolare applicazione, nel ricordare che al momento dell'incidente il mezzo non era impiegato in esercitazione, ma era in movimento logistico per il rientro in caserma, si rappresenta che durante il movimento in colonna su strada, si applicano le norme all'uopo previste. Quest'ultime regolano, a seconda delle caratteristiche dei mezzi e dell'itinerario, la densità di marcia, la velocità di progressione, la configurazione della formazione, la distanza interveicolare, i tempi di sfilamento, i collegamenti radio, l'illuminazione e le modalità per le attività sanitarie e di recupero e sgombero. Nel caso in argomento, erano state impartite e regolarmente messe in atto tutte le disposizioni necessarie per il movimento secondo le citate norme.
In merito al quesito relativo al tempestivo riconoscimento della causa di servizio ed alle provvidenze dovute, nonché ad ogni opportuna forma di assistenza a favore della famiglia del militare deceduto, sono in corso le pratiche medico legali pensionistiche e di provvidenza che prevedono:
il rimborso delle spese per le esequie, a cura del reparto di appartenenza del militare, che ha già provveduto;
l'anticipazione della «particolare assistenza», quantificata in lire 9.000.000 già stanziati e di imminente pagamento alla famiglia;
l'equo indennizzo, la cui pratica è in corso d'istruzione;
la speciale elargizione, la cui documentazione è in fase di approntamento;
l'avvio della pratica per il trattamento pensionistico privilegiato di reversibilità.


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Per quanto concerne il profilo professionale e di carriera dell'altro membro dell'equipaggio e dei componenti del plotone di cui i militari facevano parte, nonché la storia manutentiva del carro in questione, si rappresenta quanto segue.
Al caporale volontario in ferma annuale Angelo D'Alessio, altro membro dell'equipaggio, incorporato presso il 31o reggimento carri in Altamura il 21 agosto 2001, è stato assegnato l'incarico in base al profilo sanitario ed alla valutazione globale del giovane, in aderenza a specifiche direttive emanate dallo Stato Maggiore dell'Esercito.
Il militare, già in possesso di patente di guida civile, nell'ottobre scorso, ha conseguito, dopo aver frequentato con profitto appositi corsi, prima la patente militare per l'abilitazione alla guida dei mezzi ruotati pesanti e, successivamente, quella per la guida di carri armati.
Durante i citati corsi sono stati sviluppati, con apposite lezioni, tutti gli argomenti sia teorici che pratici previsti da specifici programmi addestrativi.
Per quanto riguarda la «storia» del carro coinvolto nell'incidente:
il mezzo è stato assegnato nel marzo 1979 al 1o reggimento fanteria corazzato in Capo Teulada, ove è rimasto in servizio fino al 20 febbraio 1990, essendo stato impiegato per 1.010 ore pari a 39.824 litri di carburante consumato e a 7.039 km percorsi;
nel febbraio 1990 è stato inviato allo stabilimento veicoli corazzati di Nola per la revisione generale;
nel marzo 1992 è stato assegnato al 9 battaglione corazzato «M.O. Bufera», dove è rimasto in servizio fino al giugno 1994, effettuando ulteriore attività per 79 ore; pari al consumo di 1.845 litri di carburante e a 1.426 Km percorsi;
nel giugno 1994, su disposizione dei competenti organi tecnici dell'Esercito, è stato inviato nuovamente allo stabilimento veicoli corazzati di Nola per essere sottoposto ad aggiornamenti tecnici;
nel giugno 1999, su disposizione dell'Ispettorato logistico dell'Esercito, è stato assegnato al 31o reggimento carri in Altamura;
dal giugno 1999 ad oggi il carro è stato sottoposto alle previste manutenzioni ed è stato utilizzato per 182 ore, pari a 5.999 litri di carburante consumato e a 841 km percorsi.

A conclusione di quanto illustrato, nell'assicurare gli onorevoli interroganti che l'amministrazione militare ha sempre posto e continuerà a porre una rigorosa attenzione alla prevenzione degli incidenti, si può confermare che quanto è stato possibile fino ad ora accertare esclude negligenze o inadempienze direttamente o indirettamente correlate all'incidente. Si resta, tuttavia, in attesa degli esiti delle inchieste ancora in corso, intese ad individuare eventuali responsabilità.


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00460 Deiana: Decesso di un militare a causa del ribaltamento di un carro armato.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

In merito al motivo per il quale siano stati impegnati dei giovani volontari nelle attività durante le quali è avvenuto l'incidente, si rappresenta che la normativa vigente stabilisce l'assegnazione ai volontari in ferma annuale di incarichi d'equipaggio carri. In particolare, l'iter addestrativo stabilito per tale tipologia di personale prevede il raggiungimento di tre gradi di preparazione che consentono al volontario di conseguire l'abilitazione:
al combattimento individuale (1o grado);
alla partecipazione alle operazioni di sostegno della pace ed agli interventi di assistenza umanitaria (2o grado);
al proficuo inserimento nell'ambito delle minori unità ed allo svolgimento di combattimenti in ambienti particolari (3o grado).

Sia il caporale Falcicchio che il caporale D'Alessio avevano raggiunto il 2o grado di preparazione e stavano effettuando l'addestramento previsto per conseguire il 3o grado.
Per quanto concerne le ipotizzate cause del mancato funzionamento dei dispositivi di bloccaggio del cingolo non danneggiato, volti ad evitare che il carro ruotasse su se stesso, si sottolinea che i dispositivi di bloccaggio del cingolo non danneggiato hanno perfettamente funzionato. Il pilota ha effettuato l'unica manovra di emergenza prevista: rilasciare l'acceleratore e frenare.
Questa azione, come in qualunque mezzo che venga frenato, non è però immediata, ma per effetto della energia cinetica, che in un mezzo pesante 42 tonnellate (qual è il Leopard) è assai rilevante, tende ad essere graduale e si sviluppa in un certo spazio (il cosiddetto spazio di frenata). Nei veicoli cingolati, il particolare treno di rotolamento (il cingolo appunto) fa si che, in caso di rottura di uno dei due cingoli, quello rimasto integro si blocchi grazie al sistema frenante, mentre quello danneggiato prosegua nella sua corsa per inerzia, determinando così lo sbandamento e la rotazione verso il cingolo bloccato, che funge da perno.
In merito ai motivi per i quali i carri armati, secondo l'ipotesi formulata dall'Onorevole interrogante, non sarebbero stati sottoposti ai dovuti controlli di efficienza, si ribadisce che tutte le previste manutenzioni e controlli erano stati regolarmente effettuati.
Inoltre, prima dell'impiego, l'equipaggio aveva effettuato i controlli di competenza, pulendo con un idrante, tutto il treno di rotolamento e la cingolatura del mezzo poi incidentato, allo scopo di rimuovere i residui di fango e terra e per poter verificare ogni eventuale rottura o danneggiamento degli organi.
Sull'incidente, come ho riferito in sede di risposta alla precedente interrogazione n. 5-00458, vi sono ancora inchieste in atto sia da parte dell'Autorità giudiziaria, sia da parte di una Commissione tecnica. Peraltro, l'inchiesta sommaria della Forza


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armata già conclusa, ancorché nelle more di una eventuale revisione sulla base dei risultati cui perverranno le altre inchieste, non ha palesato al momento specifiche responsabilità.
Tutte le ulteriori indagini ancora in atto saranno comunque seguite con attenzione dalla Difesa; per le azioni di competenza in caso dovessero giungere a conclusioni diverse dall'inchiesta sommaria.


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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00574 Deiana: Privazione del diritto di elettorato passivo per la rappresentanza militare nei confronti di un maresciallo dell'Aeronautica.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

In occasione delle elezioni dei Consiglio di base di rappresentanza del 7o Reparto tecnico operativo di Borgo Piave, il maresciallo Comellini è stato effettivamente escluso dalle liste degli eleggibili per la categoria di appartenenza, in quanto incorso, negli ultimi quattro anni (precisamente il 9 aprile 1999), in una punizione di «consegna di rigore» per infrazioni in violazione degli articoli 52 e 14 del regolamento di disciplina militare (decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 1986, n. 545).
L'esclusione del Sottufficiale, pertanto, è avvenuta ai sensi dell'articolo 19 del regolamento di attuazione della rappresentanza militare (decreto del Presidente della Repubblica 4 novembre 1978, n. 691 così come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1986, n. 136).
In merito alla sanzione disciplinare inflittagli, il maresciallo Comellini ha presentato ricorso al Tar del Lazio dopo aver esperito, con esito negativo, sia un'istanza di riesame al Comandante del 37o Stormo che un ricorso gerarchico, avverso la predetta consegna di rigore, al Comandante della Brigata aerea caccia intercettori. Al momento non si hanno evidenze circa eventuali pronunce in via incidentale o definitiva da parte del citato tribunale amministrativo.
Ciò premesso, con riferimento a quanto rappresentato dall'onorevole interrogante sul fatto che l'articolo 19 del citato regolamento di attuazione della rappresentanza militare preveda l'esclusione di coloro i quali siano stati puniti per inosservanza della legge 11 luglio 1978, n. 382 «Norme di principio sulla disciplina militare» mentre, invece, la punizione inflitta al sottufficiale fa riferimento ad articoli del regolamento di disciplina, si osserva che le norme di attuazione della rappresentanza militare non potevano che far riferimento alla legge n. 382 del 1978, non essendo stato ancora emanato, all'epoca della loro promulgazione, il regolamento di disciplina militare.
Tuttavia, quest'ultimo, adottato previo parere del Consiglio di Stato ed emanato in esecuzione della legge n. 382 del 1978, dà concreta attuazione alle norme di principio in essa contenute e pertanto ogni sua violazione costituisce anche inosservanza della legge medesima.
Ciò trova riscontro sia sul piano sistematico, sia su quello del diritto positivo, in particolare nel dettato dell'articolo 5, comma 2 della legge di principio laddove impone ai militari in servizio attivo l'osservanza delle norme del regolamento di disciplina militare.
Alla luce di quanto illustrato, l'interpretazione delle norme e le conseguenti determinazioni assunte dall'amministrazione militare nei confronti del sottufficiale, non sembrano configurare elementi di illegittimità.
Rimane ferma la possibilità del sottufficiale, qualora ritenga di essere stato leso


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nei propri diritti, di adire agli organi amministrativi e giurisdizionali ordinativamente preposti a dirimere tali questioni. L'amministrazione militare, in tal caso, non potrà che conformare le proprie azioni in base al giudicato di detti organi.
Al riguardo, al momento risulta che il sottufficiale abbia presentato al Comando del 7o reparto tecnico operativo, in data 21 gennaio 2002, solo un'istanza nella quale si contesta la decisione sulla esclusione dalla lista degli eleggibili.
Alla luce di quanto illustrato, non si intravedono motivi per invalidare le elezioni in argomento, così come chiesto dall'onorevole interrogante.