Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 874 del 14/3/2001
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Discussione di un documento in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (ore 12,06).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del seguente documento:
Relazione della Giunta per le autorizzazioni a procedere in giudizio sull'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Sgarbi pendente presso il tribunale di Monza (Doc. IV-quater, n. 170).
Ricordo che a ciascun gruppo, per l'esame del documento, è assegnato un tempo di 5 minuti (10 minuti per il gruppo di appartenenza del deputato Sgarbi). A questo tempo si aggiungono 5 minuti per il relatore, 5 minuti per richiami al regolamento e 10 minuti per interventi a titolo personale.
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dal deputato Vittorio Sgarbi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

(Discussione - Doc. IV-quater, n. 170)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Saponara.

MICHELE SAPONARA, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità concernente il deputato Vittorio Sgarbi con riferimento ad un procedimento civile pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Monza (atto di citazione del dottor Michelangelo Russo).
Il procedimento trae origine dalla trasmissione Sgarbi quotidiani del 30 settembre 1998, occasione nella quale l'onorevole Sgarbi ebbe ad affermare - tra l'altro - «Ultimo, ultimo il procuratore di Lagonegro, luogo sperduto del meridione, la cui procura è divenuta di primo piano perché, dichiarandosi comunista, e facendo però un passaggio che oggi sembra inevitabile davanti a san Gennaro, il procuratore comunista dichiarandosi comunista ha inquisito e mandato la finanza, cioè i soldati, alla curia di Napoli. Quasi pensando di arrestare il cardinale e inducendo alcuni anche persone di intelletto sofisticato. L'altra sera, a casa mia, lo scrittore serenamente omosessuale, Busi, ha dichiarato che il cardinale Giordano è un delinquente e che meriterebbe di stare in carcere, probabilmente una parte di italiani lo pensano, ma non lo pensano perché abbiano elementi di certezza, ma perché riemerge un anticlericalismo per cui un cardinale, un uomo della curia, può comunque manovrare danaro a suo vantaggio e se un magistrato lo inquisisce avrà le sue buone ragioni. Ecco allora che l'azione del magistrato di sinistra ha ottenuto il suo scopo: screditare la Chiesa attraverso un'indagine». Per tali affermazioni, il deputato Sgarbi è stato citato a giudizio dal dottor Russo.


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La Giunta ha esaminato la questione nella seduta dell'8 febbraio 2001. Dall'analisi dei fatti, è apparso alla maggior parte dei componenti la Giunta espressisi sul punto che le affermazioni dell'onorevole Sgarbi si inseriscono nel contesto della perdurante polemica politica nel nostro paese inerente al modo di procedere della magistratura e, in particolare, nella forte critica politica manifestata dal deputato Sgarbi nei confronti dell'operato di taluni magistrati. Occorre tener presente, infatti, che le affermazioni riportate inerivano a episodi che destarono grande scalpore nell'opinione pubblica, quali l'apertura di un procedimento a carico dell'alto prelato di Napoli e soprattutto la perquisizione effettuata negli uffici dello stesso con grande spiegamento di militari della Guardia di finanza. L'evento, peraltro, che cagionò persino qualche imbarazzo nei rapporti tra lo Stato italiano e quello della Città del Vaticano, fu oggetto anche di atti di sindacato ispettivo.
Le riflessioni del deputato Sgarbi rientrano, pertanto, nel contesto della battaglia politica che egli svolge in Parlamento e al di fuori di esso sulle tematiche della giustizia.
Per le ragioni sopra evidenziate la Giunta, a maggioranza, propone all'Assemblea di deliberare nel senso che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.

PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.

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