Allegato B
Seduta n. 869 del 28/2/2001


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POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole e forestali, il Ministro dell'ambiente, per sapere - premesso che:
l'articolo 2 della legge 11 dicembre 2000, n. 365 imponeva a coloro che intendessero operare tagli di bosco in zone soggette a vincolo idrogeologico l'obbligo di inoltrare richiesta al Sindaco il quale, per poter rilasciare il nulla osta a detti tagli, avrebbe dovuto a sua volta ottenere il placet della competente Commissione del comune, dell'Autorità di Bacino, del Corpo forestale dello Stato, della Sovrintendenza competente in materia di beni ambientali, nonché della regione;
la regione Liguria ha già vigenti una legge forestale e un regolamento di massima e di polizia forestale che regolano in maniera dettagliata e mirata tutte le forme di governo e sfruttamento dei boschi;
il summenzionato iter burocratico, in base alla gerarchia delle Fonti prevalente su quello dettato dalla concernente normativa regionale, risultava estremamente farraginoso stante la necessità di ottenere addirittura cinque visti per tagliare un albero;
pertanto, al riguardo, il cittadino non poteva che essere disincentivato ad operare;
il taglio dei boschi nella nostra regione, soprattutto di quelli cedui, è necessario non solo per l'economia delle zone montane ma, soprattutto, per la salvaguardia dell'intero territorio montano e per la prevenzione dei tristemente noti fenomeni alluvionali la cui crescente frequenza è dovuta proprio all'abbandono delle zone collinari e montane lasciate a una generale e inarrestabile incuria;
a seguito delle proteste dei comuni maggiormente coinvolti nonché della stessa regione Liguria, la norma di cui trattasi è stata finalmente abrogata -:
come possa essere possibile andare incontro a simili cantonate e applicare con scandalosa superficialità a tutti i territori alluvionati del Nord un provvedimento pensato ad hoc per una situazione specifica come quella di Sarno;
quali siano gli intendimenti del Governo a fronte della summenzionata abrogazione.
(2-02930)«Nan».


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Interrogazioni a risposta scritta:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
ben lungi dall'essere esaurita la crisi «mucca pazza», si delinea un ulteriore allarme nel campo zootecnico e dell'industria delle carni, dovuta all'afta epizootica;
la crisi nasce nuovamente dall'Inghilterra, che ha già abbattuto ed incenerito settemila capi di bestiame per contenere il rischio di epidemia;
anche se l'esportazione di animali vivi, carne e derivati degli animali provenienti dalla Gran Bretagna è stata vietata in tutta l'Unione europea sin da mercoledì 21 febbraio 2001, come sempre vi è il rischio della importazione di bestiame infetto prima di tale data -:
se e quali precauzioni siano state assunte per evidenziare eventuali importazioni di animali che, prima del provvedimento del 21 febbraio 2001, potevano già essere portatori di afta epizootica.
(4-34286)

ANGELICI. - Al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
il 24 febbraio 2001, si è svolto a Taranto il 1o Convegno ippico pugliese, che ha rappresentato un apprezzabile momento di riflessione e di approfondimento dei complessi problemi dell'ippica italiana ed in modo particolare delle aziende operanti nell'area meridionale;
al Convegno, oltre al sottoscritto, ha preso parte, il sottosegretario alla difesa, onorevole Massimo Ostillio ed operatori e tecnici nazionali del settore;
nel corso dei lavori, è stata documentata la pesante discriminazione accusata dalle aziende ippiche del sud ed in tale contesto, la forte penalizzazione, che subisce l'Ippodromo Paolo IV di Taranto, uno degli impianti più moderni ed apprezzabili dell'Ippica Italiana, da parte dell'UNIRE, la cui gestione lascia molto a desiderare ed è motivo di giuste recriminazioni;
si registrano, infatti, immotivate quanto drastiche riduzione nella erogazione dei premi previsti dalle corse, che mettono in grave difficoltà, proprietario, guidatori ed operatori dell'azienda tarantina e del settore meridionale;
il presidente dell'Unire ed il segretario generale, che si erano impegnati a partecipare ai lavori del Convegno, non si sono poi presentati, offrendo così, una ulteriore dimostrazione di sottovalutazione, se non proprio di ostilità, verso per l'Ippica meridionale;
l'Unire, immotivamente, ha sottratto alla struttura ionica, molti premi, non già per una riduzione generalizzata nell'Ippica italiana, ma per attribuirli ad altre località, in molti casi, con scarsa tradizione e con un volano di scommesse irrisorio;
in conseguenza della censurabile politica attuata dall'Unire, a Taranto, il rapporto spese-premi, si è squilibrato a tal punto da rendere antieconomico far scendere in pista i cavalli;
tutto ciò, affermato ed unanimamente condiviso nel Convegno, non può più essere tollerato e si pone pertanto l'esigenza di intervenire tempestivamente, nei confronti dell'Unire, in modo da riequilibrare la situazione -:
se non ritenga di censurare drasticamente il comportamento della dirigenza dell'Unire e richiamarla a decisioni più corrette ed eque e ad assicurare, nell'assegnazione dei premi, il rispetto e l'applicazione di criteri più giusti e trasparenti e quindi maggiormente rispondenti ai valori effettivi del comparto.
(4-34306)